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I colori della passione: recensione del film con Rutger Hauer

I colori della passione: recensione del film con Rutger Hauer

Ne I colori della passione Il grande pittore fiammingo del XVI sec. Pieter Bruegel (Rutger Hauer) accompagna idealmente lo spettatore in un percorso che attraversa materialmente e visivamente il suo famoso capolavoro La salita al Calvario. Egli racconta e spiega al suo interlocutore, l’amico e collezionista d’arte Nicholas Jonghelinck (Micheal York), i vari elementi che costituiscono l’opera svelando simbolismi e scelte stilistiche e pittoriche. I colori della passione porta lo spettatore a conoscere alcuni dei tantissimi personaggi che compaiono sulla tela e che distolgono l’attenzione dell’osservatore dal vero nucleo dell’opera: il Cristo che si trascina con la Croce verso il Golgota.

Il primo input per realizzare un film sul dipinto del maestro fiammingo Pieter Bruegel nasce da un’idea di Michael Francis Gibson, famoso scrittore e critico d’arte, che nel 2005 vide a Parigi Angelus di Lech Majewsky. Prende così il via il progetto ambizioso quanto originale di produrre questo film in cui l’unico e vero protagonista è un quadro, un’unica opera d’arte. Avvalendosi dell’ausilio di moderne quanto innovative tecnologie e soprattutto attraverso la loro non facile combinazione si è cercato di ridare vita ad un dipinto, analizzandolo e studiandolo al suo interno con una introspezione analitica mai nemmeno pensata sino ad ora. Ed è così che è lo stesso Bruegel, interpretato da un riflessivo e profondo Rutger Hauer, ad accompagnarci nel suo quadro, guidandoci e illuminandoci sulle varie e non sempre ovvie scelte stilistiche e soprattutto simboliche.

I colori della passione, il film

La particolarità di questo pittore fiammingo è la quantità di personaggi che affollano puntualmente le sue tele ma i personaggi apparentemente di contorno non si rivolgono all’osservatore ma guardano altrove, gli danno le spalle; in questo film è lo stesso pittore che ci permette di conoscerli meglio, di capire chi sono e quali storie nascondono.

E qui grazie ad una serie di combinazioni tecniche che sovrappongono varie fasi di lavorazione, dalle riprese in blue screen, ad un fondale in 2D del quadro stesso sino alle riprese dal vero girate in Polonia, Austria e Nuova Zelanda, si ottiene un effetto incredibile e stupefacente dove l’arte si mescola alla tecnologia e quindi alla realtà. Una post-produzione durata un anno e che ha richiesto un lavoro enorme anche alle 40 sarte polacche che hanno eseguito con incredibile puntiglio e maestria i costumi di scena, impeccabili e perfetti.

I colori della passione è un film rivoluzionario, un ulteriore dimostrazione di come le ultime tecnologie al servizio del cinema possano aprire scenari nuovi e finora sconosciuti; le innovazioni tecniche possono essere utilizzate non solo per fare film di cassetta in 3D ma anche per promuovere una nuova era di commistione e interazione tra discipline artistiche diverse che si basano su differenti codici espressivi. Wim Wenders con Pina, film del 2010, ha utilizzato la stereoscopia per farci entrare nell’arte coreografica della grande Pina Bausch, ora Majewsky combina varie tecnologie moderne per immergerci nell’arte fiamminga di Bruegel; due illustri esempi di come si possa utilizzare l’innovazione tecnologica anche per fini artistici e culturali.

I colori della passione – The Mill and the Cross uscirà nelle sale italiane il prossimo 30 marzo distribuito dalla CGHV.

I colori della passione – the Mills and the Cross: incontro stampa con in regista Lech Majewsky

Nella piccola saletta del cinema Palestrina di Milano, comunque celebre per le sue proiezioni d’autore, è appena terminata la proiezione dell’interessante quanto originale I colori della passione – The Mill and the Cross film dedicato ed incentrato sul capolavoro del maestro fiammingo del XVI sec. Pieter Bruegel, La salita al Calvario.

Toy Story Il mondo dei giocattoli: recensione del film di John Lasseter

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Toy Story Il mondo dei giocattoli è un film del 1996 di John Lasseter con le voci di Woody (Tom Hanks, Fabrizio Frizzi); Buzz (Tim Allen, Massimo Dapporto) 

Toy Story Il mondo dei giocattoli – trama: Andy è un bambino che ha molti giocattoli, i quali, in sua assenza, si animano e hanno come capo Woody il cowboy, da sempre il suo preferito. Quando però per il suo compleanno riceve in regalo lo Space ranger Buzz Lightyear, giocattolo nuovo e moderno, gli equilibri e le preferenze cominciano a cambiare. Una lotta senza esclusione di colpi metterà Woody contro Buzz, prima che i due possano capire quanto Andy tenga in egual misura ad ognuno dei suoi giocattoli e di scoprire tra loro una grande amicizia.

Toy Story Il mondo dei giocattoliToy Story – Il mondo dei giocattoli è stato il primo lungometraggio d’animazione completamente sviluppato in grafica computerizzata, realizzato dalla Pixar e distribuito dalla Walt Disney Pictures nel 1995. Venne proiettato in anteprima mondiale il 19 novembre 1995 a Los Angeles e in Italia uscì il 22 marzo 1996. E’ stato succeduto da due sequel: Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa nel 1999 e Toy Story 3 – La grande fuga, nel 2010. Vi è stato anche uno spin-off, Buzz Lightyear da Comando Stellare: Si parte!, nel 2000, e una serie televisiva, Buzz Lightyear da Comando Stellare, anch’essa nel 2000. Questi ultimi due vedevano come personaggi principali Buzz Lightyear e i piccoli Alieni del primo film.

Toy Story Il mondo dei giocattoli, film premio Oscar

Toy Story Il mondo dei giocattoli è divertente, nonché molto affascinante e accattivante. La trama allude al normale avvicendamento di affetti nel cuore di ogni bambino al momento dell’acquisto di un nuovo giocattolo, più moderno e funzionale rispetto a quelli che già ha. Nel film poi tale situazione è rimarcata dal fatto che il classico pupazzo di un cowboy (Woody) viene messo nell’ombra da un ranger spaziale ultramoderno (Buzz); dunque due giocattoli dello stesso genere ma agli antipodi.

A fare da contorno tanti altri pupazzi molto buffi, tra cui citiamo: Mr. Potato, un pupazzo di Mr. Potato Head della Hasbro, una testa a forma di patata da cui si possono staccare tutti i componenti della faccia (occhi, naso, orecchie..); il dinosauro Rex; Slinky dog, un cane bassotto con una molla al posto del busto; Hamm, un salvadanaio a porcellino; Bo Peep, la bambola di una pastorella, grande amore di Woody ricambiato da lei nell’epilogo del film; Sarge, il comandante di un esercito di soldatini di plastica. Tra gli umani, un ruolo molto attivo è affidato a Sid, un ragazzino che si diverte a torturare giocattoli; veste una maglia nera con l’immagine di un teschio umano. È vicino di casa di Andy e suo alter ego.

Le voci dei protagonisti sono affidate a Tom Hanks in inglese e da Fabrizio Frizzi in italiano per Woody, Tim Allen in inglese e di Massimo Dapporto in italiano per Buzz Lightyear, John Charles Morris in inglese e di Lorenzo de Angelis in italiano per Andy.

Toy Story Il mondo dei giocattoliToy Story Il mondo dei giocattoli riprende molte citazioni cinematografiche. Nella scena in cui Woody tiene la sua riunione, si possono vedere alle sue spalle i titoli dei libri, tra cui Knick Knack, Tin Toy, Red’s Dream e Le avventure di André e Wally B., tutti quanti titoli di cortometraggi diretti ed ideati da John Lasseter. Inoltre il libro col titolo Tin Toy riporta il nome del regista, John Lasseter, come autore, a sottolineare che quel cortometraggio è stato quello che ha ispirato Lasseter a fare un lungometraggio con dei giocattoli come protagonisti.

La cassetta degli attrezzi con cui Sid blocca Woody è di marca “Binford”, riferimento alla serie tv (sempre prodotta dalla Walt Disney Pictures) Quell’uragano di papà. Inoltre il personaggio principale della serie è Tim Allen, che doppia la voce di Buzz.

Mentre Woody e Buzz stanno inseguendo il camion dei traslochi che li condurrà ad Andy, nella macchina di quest’ultimo stanno ascoltando la canzone Hakuna Matata del film Il re leone.

La moquette della casa di Sid presenta un disegno identico a quella dell’Overlook Hotel del film Shining, il preferito di John Lasseter.

Nella scena dove Woody e Buzz sono in mezzo a delle console da sala giochi, si vede Sid che gioca ad un gioco ispirato ad una scena di Alien.

La macchina della madre di Andy è targata “A-113”, ovvero un codice nascosto in tutti i film Pixar che si riferisce alla classe frequentata da molti animatori Disney e Pixar presso il CalArts (California Institute of the Arts).

Nella scena in cui Woody e Buzz litigano alla stazione di rifornimento, quando Buzz dice “Addio” fa con la mano un gesto di saluto che ricorda quello usato da Spock nella serie Star Trek.

Toy Story Il mondo dei giocattoli vanta inoltre anche una lista premi di tutto rispetto. Occorre innanzitutto dire che è stato un grande successo al botteghino mondiale, avendo incassato 356.800.000 dollari, figurando al primo posto negli incassi del 1995 ed entrando al 65º posto nella lista dei film che hanno venduto di più. Nel 2005 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Ancora, il New York Times ha inserito il film nella sua lista dei 1000 migliori film di sempre.

Ha fatto anche incetta di premi, tra cui 4 Oscar, 3 Golden Globe e un Mtv Movie Award. Il film ha ispirato anche tre giochi per videogame, per le console Sega Mega Drive, Super NES, Game Boy, PlayStation e per Microsoft Windows.

Donne sull’orlo di una crisi di nervi – recensione

Donne sull’orlo di una crisi di nervi è il film del 1988 diretto da Pedro Almodovar e con protagonisti nel cast Carmen Maura, Maria Barraco, Antonio Banderas, Rossy De Palma.

Fantastico film del grande regista spagnolo Pedro Almodovar, uscito nelle sale nel 1988 ma decisamente attuale, Donne sull’orlo di una crisi di nervi, commedia quasi tutta al femminile, indaga il mondo dei sentimenti delle donne.

I personaggi in Donne sull’orlo di una crisi di nervi vengono catapultati in situazione a volte decisamente fuori dal comune, ma come dice lo stesso regista quando si tratta di sentimenti anche ciò che può sembrare più assurdo in realtà appare verosimile.

La storia  di Donne sull’orlo di una crisi di nervi si svolge quasi interamente nell’arco di ventiquattro ore all’interno dell’appartamento della protagonista, Pepa, interpretata dall’eccellente Carmen Maura, che comparirà in molti altri film di Almodovar, proprio come parecchi degli altri attori presenti nel film. In un susseguirsi di scene ai limiti della realtà, nell’appartamento di Pepa si intrecciano le vite di Candela (Maria Barranco), amica di Pepa, di una coppia di fidanzati, Carlos (Antonio Banderas), figlio di Ivan (Fernando Guillen) ex amante di Pepa, e Marisa (Rossy De Palma), di due poliziotti, di un avvocato e infine persino di Lucia (Julieta Serrano), moglie legittima di Ivan.

Particolarità di questa amara e divertente commedia è costituita da personaggi comuni che si ritrovano immersi in situazioni paradossali, inverosimili e ricche di comicità. Proprio come in molti altri film di Almodovar, i protagonisti seppur sfidati ad affrontare problematiche importanti, quali l’abbandono o la solitudine riescono sempre a superare le situazioni, magari non sempre al meglio, ma impegnandosi, a volte con leggerezza, tirando fuori tutta la forza che solo in veri momenti di disperazione esce fuori. Il film vinse ben cinque premi Goya come miglior film, migliore attrice protagonista, miglior attrice non protagonista, miglior sceneggiatura originale e miglior doppiaggio, ottenendo tra l’altro vari riconoscimenti a livello europeo tra cui un David di Donatello per la miglior regia straniera.

Per più di dieci anni il regista ha lavorato nella compagnia telefonica nazionale spagnola, dopo la chiusura della scuola di cinema che frequentava dovuta alle restrizioni della politica franchista, e lui stesso considera il film come un feroce attacco ai telefoni e alle segreterie telefoniche che aiuterebbero i bugiardi. Più volte Carmen Maura distrugge il telefono e getta la segreteria dal terrazzo dopo i messaggio di Ivan sapendo che stava mentendo nel dirle che sarebbe partito da solo, ma lei conoscendo la sua voce meglio di chiunque altro, lavorando insieme a lui, non poteva certo farsi ingannare.

Donne sull’orlo di una crisi di nervi il film di Pedro Almodovar

Il tema del doppiaggio nel film Donne sull’orlo di una crisi di nervi é molto importante perché simboleggia sia la finzione nel cinema che quella nella vita reale, dove le donne che devono costantemente combattere per affermarsi in una società maschilista, soffrono sempre più di nevrosi dovute alle bugie e ai tradimenti di uomini vili ai quali però sembrano non poter rinunciare.

Come nella maggior parte dei suoi film, Almodovar indaga in modo colorito questo mondo dei sentimenti e nevrosi femminili, senza però dimenticare le sue origine di regista del post-franchismo che racconta realtà marginali e soprattutto criticando la chiesa e la religione in modo asprissimo. Nei primi minuti del film infatti, quando Pepa sta lavorando in sala di doppiaggio, si vede sul monitor che sta doppiando la pubblicità di preservativi, e nello spot durante un matrimonio il prete che benedice i giovani sposi ad un certo punto si avvicina alla ragazza e le consiglia di proteggersi dandole un preservativo. Il modo in cui il regista critica la società è abbastanza forte, ma allo stesso tempo molto ironico.

I personaggi strampalati che incontra Pepa, tra cui il tassista, sempre lo stesso, che ha la passione per la tappezzeria leopardata, il mambo ed un taxi super accessoriato (dalle riviste in vendita, ai prodotti per l’igiene personale), altro non sono che caricature della realtà nella quale viviamo, e Pepa stessa, che tra gli altri sembra la più “normale”, si é creata sul suo bellissimo terrazzo una piccola arca di Noé, con piante e animali non propriamente domestici come galline ed oche. Insomma tutto appare veramente colorito e colorato.

In effetti la fotografia nel film é abbastanza riconoscibile e tipica dei film di Almodovar, ricca di colori  sgargianti che rispecchiano le anime “calienti” dei personaggi e un po’ della Spagna in generale. Situazioni sopra le righe, protagonisti strambi o che vivono situazioni strampalate e inverosimili, questo é Almodovar e questa é la realtà nella quale viviamo, in fondo non siamo un po’ tutti sull’orlo di una crisi di nervi?

Zac Efron e Taylor Schilling presentano l’intervista a Nicholas Sparks!

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Intervista a Nicholas Sparks, sottotitolata in italiano, sul suo nuovo film “Ho cercato il tuo nome”, Zac Efron é il protagonista insieme a Taylor Schilling e Durham Comegys di questo dramma romantico diretto dallo sceneggiatore-regista candidato premio Oscar® Scott Hicks. Ulteriori info sul film nella nostra scheda Ho cercato il tuo nome.

 

La Kryptonite nella borsa: dal 4 aprile in DVD, Blu Ray e download digitale

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Esce in edizione homevideo, distribuito da 01 Distribution, La kryptonite nella borsa, esordio alla regia dello scrittore e sceneggiatore Ivan Cotroneo.

Piccole Bugie tra Amici: Trailer Italiano

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La consueta estate a Cap Ferret, nella grande casa sul mare, per un gruppo di amici parigini, ciascuno con il proprio stress, ciascuno con le proprie piccole bugie. E per tutti il dolore di una mancanza, l’amico rimasto solo a Parigi in ospedale dopo un gravissimo incidente. Ci pensano e non ci pensano, la vita (e le vacanze) vanno avanti. Ma stavolta l’estate è per tutti un grande freddo: Vincent (Benoit Magimel) non ama più sua moglie e prova qualcosa per l’amico Max (François Cluzet), che la rivelazione rende ancor più nervoso e insopportabile, Eric (Gilles Lellouch) non smette di provarci con tutte, mentre l’abbandonata Marie (Marion Cotillard) consuma storie di sesso senza gusto e futuro. Fra tutti questi disperati della vita branchè, s’aggira un solo idealista, il tenero Antoine (Laurent Laffite) che vive appeso agli sms della ex di cui è ancora innamorato (Anne Marivin). Una tranquilla estate di paura. Con malinconia e tenerezza.

Marigold Hotel – Trailer Italiano

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Marigold Hotel (The Best Exotic Marigold Hotel) è un film del 2012 diretto da  e con protagonisti , , , , , , . La sceneggiatura del film scritta da Ol Parker, si basa sul romanzo Mio suocero, il gin e il succo di mango (These Foolish Things) di Deborah Moggach. Ulteriori info nella scheda: Marigold Hoter

Biancaneve – Trailer Italiano

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Biancaneve (Mirror Mirror) è un film del 2012 diretto da Tarsem Singh e con protagonisti , , , , , , , , , . Il film si basa sulla fiaba dei fratelli Grimm Biancaneve e i sette nani.

DIAZ – Backstage del film

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Arriva il Backstage di Diaz: don’t clean up this blood, il film di Daniele Vicari dal 13 Aprile al cinema.

Il cast del film comprende Alessandro Roja, Aylin Prandi, Claudio Santamaria, Davide Iacopini, Elio Germano, Fabrizio Rongione, Ignazio Oliva, Jennifer Ulrich, Monica Birladeanu, Paolo Calabresi, Renato Scarpa, Rolando Ravello.

Insidious: recensione del film di James Wan

Insidious: recensione del film di James Wan

Insidious è il film del 2010 diretto da James Wan e con protagonisti nel cast Patrick Wilson, Rose Byrne, Ty Simpkins, Lin Shaye, Leigh Whannell

James Wan ci riprova. Dopo aver scosso il mondo dell’horror con Saw – L’Enigmista (2004) e dopo la parentesi meno remunerativa di Dead Silence (2007), torna ora nelle sale con Insidious, ghost-story ambiziosa che strizza l’occhio ad innumerevoli classici del genere. In molti hanno storto il naso, tra critici ed appassionati del genere, quando la diffusione del primo materiale promozionale lasciava presagire l’ennesima vicenda soprannaturale, patinata e schiava di quei meccanismi scenici e registici che Hollywood sembra voler applicare a quasi ogni sua creatura, trasformando anche la più buona delle idee in un prodotto mediocre.

Insidious, sorprendentemente, riesce in buona parte a distaccarsi da quel pantano di remake scialbi e stanchi che hanno affossato l’horror, proponendoci una storia sinistra ed ottimamente orchestrata che, pur non inventando nulla di particolarmente originale, si fa carico di tutti i luoghi comuni del genere utilizzandoli in maniera efficace: porte cigolanti, sussurri ed apparizioni agghiaccianti fanno capolino in una sceneggiatura che gioca le sue carte migliori nei primi due atti della pellicola, a fronte di un terzo più confusionario e fuori controllo.

Insidious film 2010

Nell’epoca del gore più gratuito e fine a se stesso, dove il mercato sembra voler imporre agli autori la necessità di mostrare più violenza possibile, Wan gioca tutto sull’atmosfera, su di un impianto sonoro quasi minimale, avvalendosi anche di una fotografia chiaroscurale sempre al servizio della storia e ricca di zone d’ombra in cui nascondere i suoi spettri, in un continuo gioco di equilibri tra il “vedo/non vedo”; carrelli lenti, inquadrature fisse e ben studiate, che rivelano un lavoro di storyboard senza dubbio notevole, rappresentano i trucchi vincenti di una regia furbissima nel suo voler sempre spiazzare le attese dello spettatore, che si ritrova suo malgrado a gettare l’occhio in ogni angolo della scena, sicuro di scorgere uno dei molti spettri di cui la pellicola è disseminata, un campionario di fantasmi spaventoso, grottesco e sostenuto da un mirabile lavoro di make-up.

I veterani del genere, inoltre, potranno compiacersi dei continui rimandi, sia in termini di mood che di situazioni, agli intramontabili capostipiti di cui Insidious è debitore: echi di pietre miliari come Gli Invasati di Robert Wise (1963), Amytiville Horror di Stuart Rosenberg (1979), Poltergeist di Tobe Hooper (1982) ed anche lo stesso L’Esorcista di William Friedkin (1973) sono sparsi ovunque.

Insidious

Non tutto comunque funziona, a partire dal comparto attoriale, dove l’unica prova pregevole e coinvolgente è rappresentata dal personaggio della medium interpretato da Lin Shaye, in grado di gelare il sangue persino in una sequenza (una delle migliori del film) prettamente descrittiva; Non splende affatto invece Patrick Wilson, troppo ingessato e spaesato nei panni di un padre in procinto di rischiare tutto per salvare suo figlio, un anonimo (ma gli va concessa l’attenuante della giovane età) Ty Simpkins. Chiude la lista dei comprimari Rose Byrne, che qui interpreta in maniera appena discreta una madre apprensiva e sconvolta dagli eventi.

Un plauso invece agli attori che danno “corpo” e “forma” a spiriti e demoni, tutti inquietanti ed espressivi; l’ultimo vero neo del film è rappresentato dall’atto finale, che alterna momenti di indubbio fascino visionario ad altri decisamente più gratuiti e scontati, andando in parte a scalfire quanto di buono fatto precedentemente, per poi affidare la conclusione dell’opera ad un colpo di scena piuttosto prevedibile.

Insidious, nonostante diversi difetti, resta quindi consigliatissimo a tutti coloro che, tra una lista fin troppo lunga di horror deludenti, cercano un prodotto efficace, dal sapore quasi vintage e, finalmente, davvero in grado di spaventare.

Independence Day: recensione del film Will Smith

Independence Day: recensione del film Will Smith

Independence Day è un film del 1996 diretto da Roland Emmerich e con protagonisti nel cast Jeff Goldblum, Will Smith, Bill Pullman, Vivica Fox, Mary McDonnell, Randy Quaid.

La trama di Independence Day

L’arrivo degli extaterrestri sulla Terra (con una mastodontica nave-madre che staziona nello spazio e una flotta di enormi dischi volanti che ‘parcheggiano’ nei cieli delle principali città del pianeta) viene accolto col proverbiale mix di panico, paura e speranza… Le poco amichevoli intenzioni dei ‘visitatori’ si manifesteranno quasi subito, con una pioggia di fuoco che invaderà le città e un nugolo di navicelle più piccole che ridurranno ai minimi termini le principali basi di difesa terrestri.

Sullo sfondo della catastrofe, seguiamo le vicende dello scienziato Jeff Goldblum (che, trai pochi a intuire l’imminenza dell’attacco, salverà la vita al Presidente degli Stati Uniti – Bill Pullman – anche grazie all’aiuto della ex moglie, che lavora nello staff della Casa Bianca), del pilota di caccia Will Smith (che nel corso di un duello aereo sarà uno dei pochi ad abbattere un velivolo alieno) e della sua compagna (Vivica Fox) che assieme al figlio tenterà di ricongiungersi a lui, incrociando sulla sua strada la First Lady, scampata anche lei all’attacco, seppur conciata molto male.

Tutti si ritroveranno nella celeberrima ‘Area 51’, a Roswell (l’esistenza della quale sembra essere ignota al solo Presidente degli U.S.A.), dove si scoprirà che gli alieni tengono sotto osservazione la Terra da un bel pò… e dove si trova anche il famoso ‘disco volante’ che teorie del complotto vogliono essere precipitato proprio a Rosewell.

Independence DayUtilizzandolo, Will Smith e Goldblum si lanceranno in una missione suicida nella ‘pancia’ della nave madre, al fine di disinnescare gli scudi che rendono inattaccabile la flotta arrivata sulla Terra… il finale, per i pochi che non hanno visto il film, è prevedibile…

Independence Day è il classico ‘giocattolone’ cinematografico, del quale peraltro, superato l’impatto (per i tempi, sicuramente suggestivo) con la fantasmagoria degli effetti speciali, ci si stanca anche presto, complice una sceneggiatura prevedibile, che accumula tutti i classici luoghi comuni dell’invasione aliena (dagli enormi ‘dischi volant’, che sembrano omaggiare la serie Visitors, all’uovo di Colombo usato per sconfiggere gli invasori), e interpretazioni che si limitano al minimo indispensabile.

Independence Day riveste magari qualche curiosità sotto il profilo del cast: rappresentò il primo autentico blockbuster per Will Smith, fino ad allora  noto in Italia soprattutto per la sit-com Willie, il Principe di Bel-Air (e infatti il personaggio, nei suoi lati più ironici deve molto a quello della serie tv).

Per Jeff Goldblum è una delle ultime partecipazioni a film di una certa rilevanza, e si tratta sostanzialmente di una variazione sul tema del personaggio dello scienziato cinico e un filo misantropo che in quegli anni gli diede una certa fortuna nella serie di Jurassik Park.

Independence Day segnò inoltre il rilancio il genere ‘catastrofico’: di lì a poco, la minaccia ‘esterna’ si sarebbe trasformata nei meteoriti di Deep Impact e Armageddon, mentre in seguito lo stesso Emmerich l’ha portata sulla Terra, dapprima col lucertolone di Godzilla e in seguito con The Day After Tomorrow prima e 2012 poi, dando alle varie ‘minacce’ contorni più ‘naturalistici’ all’insegna di messaggi ambientalisti.

Per rivedere uno scontro tra umani e alieni sul grande schermo si sarebbe dovuto aspettare quasi un decennio, con i remake della Guerra dei Mondi e di Ultimatum alla Terra, in cui rapporto tra ‘buoni’ e ‘cattivi’ si sarebbe fatto progressivamente più sfumato, prima di vederlo completamente ribaltato in Avatar.

Independence Day

Rivisto oggi, Independence Day assume valore come ‘testimonianza’ del clima che si respirava ai tempi: siamo nell’America clintoniana di fine anni ’90 (e il   personaggio del Presidente, giovane, idealista e con la faccia da bravo ragazzo, interpretato da Bill Pullman, a Clinton è chiaramente ispirato), in quel breve periodo in cui, finita la guerra fredda, si riteneva che gli Stati Uniti – e con essi l’Occidente – non avessero più nemici, e il pericolo  potesse venire solo da un’ipotetica invasione aliena.

Un’epoca in cui le ‘magnifiche sorti progressive’ dell’umanità erano affidate a una tecnologia vista solo come positiva,  e in cui persino uno dei famigerati  virus informatici  poteva diventare la salvezza del genere umano. Un film, e questo forse vale più di ogni altro discorso, dove ci si poteva permettere di far crollare grattacieli e saltare in aria la Casa Bianca senza evocare gli spettri dell’11 settembre.

Abigail Breslin in The Hive al fianco di Halle Berry

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La giovanissima Abigail Breslin – la carta d’identità dice 14 aprile 1996 – entra nel cast di The Hive, thriller diretto da Brad Anderson e scritto da

Sex Tape per Jake Kasdan? Non pensate male…

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Jake Kasdan, ultimamente impegnato con la serie New Girl come regista e produttore esecutivo, potrebbe dirigere la commedia Sex Tape, scritta da Jason Segel e Kate Angelo.

Mark Twain in salsa soprannaturale per la Paramount

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La Paramount Pictures si è accaparrata uno script dal titolo “Huck”, realizzato da Andy Burg (Bedtime Stories). La sceneggiatura, basata sulle avventure

Dr. Dre si dà all’horror con Thaw

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Il produttore musicale Dr. Dre sta portando avanti il progetto dell’horror-thriller Thaw con la sua Crucial Films, fondata nel 2007. Il film, partito da un’idea del socio

Harry Poter Wizard’s Collaction – Cofanetto da collezione edizione limitata

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La magica franchise che ha incantato i Babbani di tutto il mondo è ora disponibile in uno spettacolare Cofanetto da Collezione in Edizione Limitata. La più completa raccolta di sempre dei film di Harry Potter,

Niente The Dive per James Cameron; c’è Martin Campbell

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La 20th Century Fox ha deciso di affidare al neozelandese Martin Campbell (La maschera di Zorro, Green Lantern) la regia di The Dive, scritto

Prima di mezzanotte 2: due nuovi sceneggiatori e Brett Ratner alla regia

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La Universal Pictures ha reclutato David Elliot e Paul Lovett per riscrivere la sceneggiatura di Prima di mezzanotte 2, realizzata lo scorso

Brian Grazer e Ron Howard lavorano sull’adattamento di 1984 di George Orwell

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E’ Heat Vision a annunciare che i produttori Brian Grazer e Ron Howard (Il Codice Da Vinci) stanno lavorando con la loro casa la Imagine Entertainment e con la LBI Entertainment di Julie Yorn per portare al cinema un film tratto da 1984, il celebre romanzo scritto da George Orwell nel 1948.

Teaser Trailer per Cosmopolis di David Cronenberg con Robert Pattinson!

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Arriverà in Italia a Dicembre, ma le aspettative per il ritorno di  sono altissime. Ecco finalmente arrivare un primo teaser trailer di Cosmopolis, tratto dal romanzo di Tom DeLillo con protagonista  ,.

Prime foto di Hugh Jackman sul set di Les Miserables di Tom Hooper!

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Arrivano le prime foto di Hugh Jackman dal set londinese di Les Miserable, il nuovo film di Tom Hooper.

Uno Jackman davvero ridotto male quello immortalato sul set:

Violante Placido racconta la sua esperienza sul set di Ghost Rider: Spirito di Vendetta

Violante Placido“Un impegno che mi ha permesso di far riemergere il mio lato spericolato” Così la bella Violante Placido racconta il suo ruolo in Ghost Rider: Spirito di Vendetta, e questa volta per la sua seconda esperienza hollywoodiana dopo The American, la bella figlia d’arte ha avuto un personaggio a tutto tondo, quasi coprotagonista accanto al divo Nicolas Cage, un ruolo molto diverso da lei che in passato ha sempre usato il suo corpo in maniera diversa.

Come è stato realizzare le scene d’azione?

“Ho fatto tanto sport da ragazza (equitazione, salto a ostacoli), sono caduta da cavallo mille volte. Ma questa è stata tutta un’altra esperienza, ha tirato fuori il mio lato spericolato. Finora però al cinema il mio corpo è stato mostrato nella sua morbidezza, nella sua sensualità. Qui invece è tutto più dinamico, aggressivo, violento. Ho lavorato accanto a degli stunt veri è propri, come un giro a luna park!”.

Violante Placido, tra italia e america

Com’è stato lavorare con Cage?

“All’inizio mi intimidiva perché è particolare, un mix di nevrosi. Credevo fosse uno difficile, invece è una persona carina. Soprattutto fuori dal set: quando lavora, anche tra una scene e l’altra, è totalmente concentrato nel suo personaggio. Poi mi ha detto che si ricordava benissimo di mia madre e abbiamo parlato di cosa vuol dire venire entrambi da una famiglia di artisiti (Cage è nipote di Francis Ford Coppola, ndr)”.

Lei è una delle attrici italiane che sono riuscite a lavorare in USA di recente. Come si è sentita?
“Se da italiano ti trasferisci lì, e prendi tutte le licenze e i permessi che servono per lavorare, è più facile. Da qui, l’aspetto burocratico è complicato. Per fortuna The American è stato girato in Italia, Ghost Rider in Turchia, e così non ci sono stati problemi. Fare i permessi però ti permette anche di entrare nel circuito dei film indipendenti, e lì puoi lavorare bene.”

Nel film è una madre che fa di tutto per salvare suo figlio. Un futuro da mamma?
“Mi piacciono molto i bambini, e se avessi dei figli, vorrei essere loro complice. Ma non mi ci vedo nel ruolo di madre tradizionale. Quando sarà si vedrà”.

Ghost Rider: Spirito di Vendetta, recensione del film con Nicolas Cage

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Un teschio fiammante, una moto che ruggisce, catene infuocate affamate di cattivi: Ghost Rider torna a solcare sugli schermi in Ghost Rider: Spirito di Vendetta in 3D e sempre con le fattezze di Nicolas Cage, intrappolato nel suo corpo che condivide con un demone, lo spirito della vendetta. Questa volta però c’è un bambino da salvare, una madre da proteggere e un patto da mantenere per ritrovare la sospirata pace e forse anche l’anima irrimediabilmente venduta al diavolo nel primo episodio.

Funestato da tremendi ritardi e tanta reticenza in fase di produzione, il super (anti) eroe interpretato da Cage ritorna sulla schermo a distanza di quattro anni con Ghost Rider: Spirito di Vendetta e questa volta ci porta in Europa, dove un bambino, una sorta di ‘immacolata concezione demoniaca’ è in pericolo perché il ‘padre’ cerca di catturarlo per riscuotere il conto della vita che gli ha dato. A proteggere il bambino in primo luogo la madre, Nadia (Violante Placido), poi Moreau (Idris Elba), prete ubriaco e particolare, e infine Jhonny Blaze insieme al suo oscuro inquilino, il Rider. Dalla parte dei cattivi uno straordinario Ciaràn Hinds, corpo mortale e contenitore del potere di Mefisto, e Johnny Whitworth nei panni di Carrigan, prima sequestratore di bambini poi segugio infernale.

Ghost Rider: Spirito di Vendetta, il film

Johnny Whitworth in Ghost Rider - Spirito di vendetta (2011)
Foto di Jasin Boland – © 2011 Columbia Pictures Industries

La regia, in Ghost Rider: Spirito di Vendetta di Mark Neveldine e Brian Taylor, a tratti esasperata e invadente ci catapulta da subito in un grande video clip, come se si trattasse di un cortometraggio fatto bene o di un B-Movie costoso, mentre gli effetti visivi sono davvero notevoli, in particolar modo quelli legati al costume del Rider.

Il problema più grande di questo Ghost Rider: Spirito di Vendetta però è la sceneggiatura, approssimativa e particolarmente carente nei dialoghi. Si avverte nel sottofondo e in alcune scene particolare che il testo di partenza della storia è molto strutturato e profondo, e tocca anche temi importanti, ma tutto viene guardato da lontano, trattato con sufficienza e il risultato è un’approssimazione che impedisce di raccontare per bene la storia.

Ghost Rider: Spirito di Vendetta

Spicca e fa la sua bella figura in Nicolas Cage come non lo vedevamo da tanto tempo: folle, spietato e allo stesso tempo tormentato riesce al meglio a veicolare la grande sofferenza del suo personaggio, lacerato tra tormento, rimorso e senso di colpa, oltre che da una insaziabile fame di vendetta. Pollice verso invece per la nostra Violante, che anche se non è il più grande problema del film, risulta decisamente scarsa nell’interpretazione e poco espressiva.

Speriamo tuttavia che quest’ulteriore passo ad Hollywood riesca a farla crescere a livello professionale per portare avanti in nome dell’Italia all’estero. Bene invece il resto del cast, particolarmente idoneo a rappresentare la propria controparte nella storia.

Hunger Games: Ecco Il Gioco da tavola!

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In attesa di vedere Hunger Games, il film di Gary Ross ispirato al distopico romanzo di Suzanne Collins, oggi arriva un video dimostrativo del gioco da tavola ispirato alla saga, in cui le ragazze dovranno affrontare due minacce di non trascurabile entità: gli appuntamenti e i tentativi di omicidio ai loro danni.

Fonte: CH via Badtaste.it

Il Cavaliere Oscuro il ritorno durerà 4 ore?

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Il Cavaliere Oscuro il ritorno durerà 4 ore?

Sembra che qualche giorno fa Christopher Nolan ha mostrato ai dirigenti della Warner Bros. il suo primo montaggio del Cavaliere Oscuro – il Ritorno.  

Oggi è Kevin Sullivan di MTV a rilasciare alcuni interessanti particolari in via preliminare sulla durata del film:

Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno è pronto ed è finito, a quanto pare nella forma di un montato preliminare lungo quattro ore. Nessuna notizia ufficiale sulle reazioni del pubblico allo screening privato, comunque.

Per ora è inutile sparare alto sulla durata del film, visto che Christopher Nolan ha ancora parecchi mesi di post- produzione da fare. Tuttavia, vista la precedente esperienza del secondo capitolo della saga, dove il pre-montaggio  durava solo 15 minuti più della versione definitiva, che era lunga 152 minuti. Può forse suggerire che, fatti i dovuti calcoli, Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno potrebbe arrivare a durare più di tre ore.  Resta da verificare anche quanto la produzione ci tenga a chiudere una storia e rendere così la trilogia compiuta.

Vi ricordiamo che Il Cavaliere Oscuro – il Ritorno uscirà il 29 agosto 2012 in Italia.

 

Tower Heist: in Blu-ray e DVD dal 28 Marzo 2012.

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Tower Heist: in Blu-ray e DVD dal 28 Marzo 2012.

In occasione dell’uscita di TOWER HEIST – COLPO AD ALTO LIVELLO disponibile in Blu-ray e DVD dal 28 Marzo, la Universal presenta IL “PREMIO SPECIALE TOWER HEIST”

Titanic 3D: segui la premiere londinese su Cinefilos.it

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I fan di tutto il mondo potranno vedere il red carpet della premiere di Titanic 3D in diretta martedì, 27 marzo alle ore 18. Visitate http://www.live.titanicredcarpet.com per vedere la diretta web

Project X: una festa che spacca – Trailer Italiano

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Project X: una festa che spacca – Trailer Italiano

Project X ” segue le vicende di tre apparentemente anonimi studenti ed il loro tentativo di costruirsi una reputazione. La loro idea è tutto sommato innocente: organizzare una festa indimenticabile… purtroppo però non sono preparati per questo tipo di festa. La voce si sparge in fretta tra sogni spezzati, record abbattuti e leggende che nascono. “Project X” è un avvertimento per i genitori e per la polizia di ogni parte del mondo.

Ulteriori info nella nostra scheda: Project x

Tonino Guerra: dal Sngci un ultimo simbolico Nastro d’Argento al Poeta

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Anche i giornalisti cinematografici ricordano con il cinema e il mondo della cultura non solo italiana, un poeta e uno scrittore che lascia una testimonianza umana e intellettuale difficilmente eguagliabile.

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