IL FUTURO NON È “SCRITTO”, MA LA MUSICA CONTINUA
Il giorno in cui la decisione è stata presa non è stato il
peggiore. Peggiori sono stati quelli che l’hanno preceduto quando,
alla consapevolezza della crisi inarrestabile della carta stampata
e della discografia, è subentrata la frustrazione di non potervi
rimediare. Non stavolta, non davanti a una sentenza del Tribunale a
nostro sfavore e resa esecutiva
alla fine di maggio.
Così, il numero 767 del
Mucchio Selvaggio tuttora in edicola è anche l’ultimo. La sua
storia, iniziata nell’anno di “American Stars’n Bars” di Neil
Young, “Heroes” di David Bowie e “The Clash”, purtroppo termina
qui. Resterà attivo solo il sito ilmucchio.it dove pubblicheremo
gratuitamente contenuti inediti.
41 anni per una rivista sono
un’enormità e, per quanto sciocchi e inutili suonino gli
anniversari, siamo dispiaciuti al pensiero che non ne festeggeremo
altri. Mai avremmo immaginato una conclusione tanto brusca e
improvvisa da negarci la possibilità di salutare i lettori alla
nostra maniera, rispettando un ultimo, sebbene definitivo,
appuntamento in edicola. Tuttavia, non ci è davvero possibile fare
altrimenti.
Nata nel pieno del movimento
del ’77 e inevitabilmente influenzata da quello spirito, Il Mucchio
Selvaggio ha avuto una vita redazionale complessa e burrascosa, da
vero rock magazine. Negli anni ha diviso il suo pubblico, ha
scontentato alcuni ma ha anche lasciato un’eredità innegabile: è
stata presente al proprio tempo per raccontare le mutazioni del
mondo, non solo inglobandole – ad esempio, è l’unica rivista
musicale italiana ad aver fatto emergere con vigore le firme
femminili –, ma anche fornendo gli strumenti per orientarsi con
consapevolezza. Così, ha formato generazioni di lettori e di
critici la cui esperienza resta motivo di orgoglio.
La nostra scelta, resa
inevitabile e non procrastinabile da un’ingiunzione di pagamento
mossa dalla precedente direzione, ha le sue radici in un contesto
editoriale e culturale fin troppo minato. Da anni ci muoviamo in un
mercato in dissoluzione con le vendite e gli investimenti
pubblicitari in costante calo, mentre il sistema di distribuzione
continua a richiedere uno spreco di carta e risorse ormai
insostenibile. Se per esistere sei costretto a una tiratura di
quattro volte superiore al tuo venduto, allora anche la miglior
misura di riorganizzazione assomiglia a una resistenza, mai a un
reale rilancio malgrado i riconoscimenti internazionali (la
copertina dello scorso giugno dedicata a “Sgt. Pepper’s Lonely
Hearts Club Band” dei Beatles ha ricevuto un premio di merito agli
SPD Awards di New York, la cerimonia che valorizza le eccellenze
nel design editoriale).
Senza un grosso sponsor a
investire per brandizzare i contenuti, il futuro è segnato e non è
“scritto”.
Probabilmente senza il
supporto degli abbonati che hanno sempre risposto con generosità
alle nostre iniziative questa storia sarebbe già chiusa.
Ringraziandoli di vero cuore per la fiducia che ci hanno
dimostrato, provvederemo entro il mese di ottobre al rimborso
attraverso la spedizione di arretrati del Mucchio Selvaggio, del
Mucchio Extra e dei libri della società editrice. A tal fine
l’indirizzo mail [email protected] resta il riferimento per
tutte le informazioni e i chiarimenti del caso.
Senza dubbio non tutto è
stato giusto, altroché, ma in tutto siamo stati mossi dal
convincimento di fare una cosa piccola ma utile per noi stessi e
per i nostri lettori.
Il nostro grazie va a tutte
le persone che, numero dopo numero, hanno reso possibile Il Mucchio
Selvaggio, condividendo questa meravigliosa avventura: dai
collaboratori, cui va dato atto di essersi spesi con entusiasmo e
dedizione oltre ogni umana aspettativa, ai colleghi e ai
professionisti con cui abbiamo avuto il piacere di lavorare: uffici
stampa, etichette, tipografi, addetti alle spedizioni, informatici,
commercialisti e avvocati. Stiamo parlando di voi!
Joe Strummer una volta ha
detto: “Penso che la gente debba sapere che noi siamo antifascisti,
contro la violenza, siamo antirazzisti e per la creatività. Noi
siamo contro l’ignoranza.”
Non ci incontreremo più
sulle pagine del Mucchio Selvaggio, ma restiamo fieramente parte di
questa minoranza informale, amante del mondo e indignata dalle sue
ingiustizie.
Ieri, oggi, sempre. Vi
vogliamo bene,
Il Mucchio
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