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Addio a Lee Sun-kyun: morto l’attore di Parasite

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Addio a Lee Sun-kyun: morto l’attore di Parasite

Lee Sun-kyun, attore sudcoreano protagonista del film vincitore ai premi Oscar 2020 Parasite, è morto mercoledì mattina, secondo quanto riportato dall’Associated Press e dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Aveva 48 anni. Secondo l’AP, l’attore è stato trovato morto in un’auto in un parco del centro di Seul. La polizia stava cercando Lee dopo che la sua famiglia aveva affermato che aveva scritto un biglietto d’addio e si era allontanato da casa all’alba di mercoledì.

Lee era stato recentemente sottoposto ad indagine dalla polizia per presunto uso di droghe illegali. L’agenzia di polizia metropolitana di Incheon stava indagando su Lee e altre sette persone per presunto uso di droga. Secondo Yonhap, la polizia avrebbe interrogato Lee tre volte, fino a sabato scorso, per il suo presunto uso di marijuana e altre droghe a casa di una hostess di un bar di alto livello a Seoul, diverse volte all’inizio dell’anno. Lee ha sempre dichiarato di essere stato ingannato e di non sapere cosa stesse assumendo.

Nel film Parasite, Lee interpreta Park Dong-ik, il padre della ricca famiglia Park che, senza saperlo, assume in casa i membri della famiglia Kim, truffatrice e di classe inferiore, per aiutarlo con i figli e gestire la casa. Quando lo stratagemma viene finalmente svelato, Kim Ki-taek (Song Kang-ho) uccide il signor Park in un impeto di rabbia durante la festa di compleanno del figlio. Dopo essere salito alla ribalta con questo, Lee ha recitato nella serie Apple TV+Dr. Brain“, la sua prima serie sudcoreana, ed è stato nominato come miglior attore agli International Emmy Awards 2022.

Lee Sun-kyun ha però recitato anche in altri progetti sudcoreani come “Payback“, “Diary of a Prosecutor“, “My Mister“, “Killing Romance“, “Kingmaker” e molti altri negli anni 2000 e 2010, divenendo un attore particolarmente noto e apprezzato nel panorama della cinematografia sudcoreana.

Addio a Laura Antonelli

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Addio a Laura Antonelli

Laura Antonelli si è spenta a 74 anni nella sua casa di Ladispoli, vicino Roma. Non sono ancora note le cause del decesso, e pare che l’ultimo a vederla sia stata la sua badante venerdì scorso.

L’attrice era nata nel 1941 a Pola, città allora dell’Istria e quindi italiana, e assieme a Femi Benussi, Alida Valli e Sylva Koscina era chiamata una delle “bellissime quattro” dalmato-istriane. Raggiunse il suo periodo d’oro negli anni settanta e ottanta, diventando un’icona sexy nel 1973 interpretando una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, interpretazione che le valse un Nastro d’Argento per la migliore attrice protagonista.

Accanto ai ruoli erotici affiancò interpretazioni in film d’autore, recitando per registi del calibro di Luchino Visconti, Dino Risi, Ettore Scola e Luigi Comencini. La parte di Martine Dupont in Trappola per un lupo di Chabrol le fece incontrare Jean-Paul Belmondo, il famoso e bellissimo attore francese con il quale intrattenne una lunga e travagliata relazione.

Negli anni ottanta lavorò prevalentemente in commedie sexy, tra le quali spiccano Malato immaginario e Avaro con Alberto Sordi, ma la sua popolarità si arrestà improvvisamente nel 1991, quando nella sua villa di Cerveteri vennero ritrovati 36 grammi di cocaina. Dopo nove anni venne assolta dall’accusa di spaccio, ma il suo tentativo di ritornare in vetta grazie a Malizia 2000 si tramutò in un fallimento, causando il ritiro dalle scene dell’attrice.

In attesa di sapere qualcosa di più sulle cause della sua morte, ricordiamo l’appello che Lino Banfi lanciò nel 2010 per denunciare le difficili condizioni economiche in cui Laura Antonelli viveva, la quale però rispose che non voleva ricevere alcun aiuto.

Addio a Ken Russell

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E’ morto all’età di 84 anni Ken Russell, il famoso regista e sceneggiatore britannico. A dare la notizia è stato il figlio tramite The Telegraph, che tramite Twitter ha diffuso la notizia.

Nato a Southampton nel 1927, Russell ha raggiunto una buona notorietà internazionale nel 1969 con il suo ‘Women in Love’ (Donne in Amore), adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di D.H.Lawrence, che vede confrontarsi Glenda Jackson e Oliver Reed. Il film, considerato scandaloso per l’epoca poiché tra le altre cose comprende una scena di combattimento tra due uomini nudi, ottenne però un buon successo di critica arrivando a portare a casa diverse nomination agli Oscar, tra cui la miglior regia per Russell. L’unico premio che venne assegnato al film fu il riconoscimento come migliore attrice alla Jackson.

Tra gli altri film si ricordano Tommy, I Diavoli, l’Ultima Salomè in cui da libero sfogo alle sue visoni oniriche e grottesche e Whore (puttana). Regista barocco ed eccentrico, con uno spiccato disprezzo della logica con scarti onirici a lui devono gran parte della loro ispirazione altri grandi nomi come David Lynch e Michel Gondry.

Addio a Jonathan Demme il regista de Il silenzio degli innocenti

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Si è spento all’età di 73 anni Jonathan Demme, regista premio Oscar di capolavoro come Il silenzio degli innocenti e PhiladelphiaMalato da tempo Demme la notizia arriva da IndieWire. 

Jonathan Demme combatteva contro il cangro all’esofago dal 2010 e dopo le cure era tornato in pubblico nel 2015 sia come presidente di Giuria alla Mostra del cinema di Venezia nella sezione Orizzonti sia come regista con il film rock Dove eravamo rimasti con Meryl Streep. Il regista è morto a New York per le conseguenze della sua malattia.

Raccoglie favorevoli consensi dalla critica e dal pubblico con Qualcosa di travolgente (1986), interpretato da Melanie Griffith e Jeff Daniels, e con Una vedova allegra… ma non troppo (1988), interpretato da Michelle Pfeiffer e Matthew Modine. Nel 1992 vince il Premio Oscar per la miglior regia per Il silenzio degli innocenti con Anthony Hopkins nel ruolo di Hannibal Lecter e Jodie Foster; per lo stesso film, viene premiato anche al Festival di Berlino del 1991 con l’Orso d’Argento e il DGA Award.

Un anno dopo (nel 1993) ottiene un altro clamoroso successo con Philadelphia che farà guadagnare a Tom Hanks il primo Oscar. Nel 2003 gira un documentario impegnato, The Agronomist e l’anno successivo The Manchurian Candidate con Meryl Streep e Denzel Washington. Nel 2012 è presente al Festival del Cinema di Venezia con il docu-film Enzo Avitabile Music Life. Nel 2015 è presente al Festival del Cinema di Venezia come presidente della sezione “Orizzonti”.

Addio a John Nash, la Beautiful Mind del nostro secolo

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Nel 2001 tutto il mondo è venuto a conoscenza della sua straordinaria storia personale (con l’eccezione delle licenze poetiche) e Ron Howard ha vinto, grazie a questo racconto, un Oscar al miglior film dell’anno. Oggi John Nash è morto a 86 anni, come accade spesso a coloro che hanno una vita straordinaria, nella maniera più tristemente ordinaria e accidentale, è il caso di dirlo, possibile: il taxi su cui viaggiava si è schiantato, causando la sua morte e quella di Alicia, sua moglie.

John Nash
John Nash

Negli anni ’50 fu definito l’astro nascente della nuova matematica, ma una forma grave di schizofrenia lo costrinse all’isolamento. Dopo anni, battaglie e cure, Nash tornò alla vita, guadagnando un premio Nobel per l’economia nel 1994. Nel film raccontato da Ron Howard, Russell Crowe interpreta il personaggio tormentato e geniale, accanto a Jennifer COnnelly nei panni di Alicia. Il film vinse quattro Oscar, tra cui quella di miglior film.

Durante un incontro con il pubblico di Roma, all’Auditorium Parco della Musica, in occasione del festival della matematica del 2005, Nash dichiarò che in realtà le vicende del film erano state abbastanza romanzate, ma che la sostanza non cambiava e che, nonostante la consapevolezza della malattia, continuava a vedere persone che non esistevano.

Addio a John Hurt: i messaggi delle celebrità

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Addio a John Hurt: i messaggi delle celebrità

Domenica scorsa, John Hurt ha festeggiato il suo 77° compleanno. Ancora non sapeva che sarebbe stato l’ultimo. Il leggendario attore inglese, la cui carriera illustre attraversato sei decenni, è morto oggi, perdendo la sua battaglia contro il cancro al pancreas.

Ecco come hanno reagito alcune celebrità alla sua scomparsa:

Addio a Jess Franco , maestro dell’exploitation

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E’ scomparso il regista spagnolo Jess Franco. A darne notizia il sito spagnolo Sensacine, che riporta la notizia della triste dipartita del maestro del cinema horror ed exploitation.

Addio a Jane Russell

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Si e’ spenta nella sua casa californiana di Santa Barbara, a 89 anni, Jane Russell, uno dei piu’ famosi sex symbol di Hollywood degli anni ’40 e ’50.

Addio a James Garner, l’indimenticabile Bret Maverick

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Un altro lutto nel mondo di Hollywood. Si è spento all’età di 86 anni James Garner, indimenticabile volto della televisione americana, noto per le serie tv Maverick (1957-1960) e Agenzia Rockford (1974-1980). Ancora non si conoscono le cause della morte, ma l’attore si era ritirato dalle scene nel lontano 2008 in seguito ad un attacco di cuore.

L’ultima volta che lo abbiamo visto sul grande schermo è stato nel 2004, quando ha interpretato Ryan Gosling da anziano nel film di Nick Cassavetes Le pagine della nostra vita, al fianco di Gena Rowlands. Tantissime le commedie brillanti e western interpretate tra gli anni ’60 e ’80, tra cui Fammi posto tesoro (1963), La grande fuga (1963), Tempo di guerra, tempo d’amore (1964), Victor Victoria (1982) e L’amore di Murphy (1985), che gli regalò la sua unica nomination agli Oscar come Migliore Attore Protagonista.

Tra gli ultimi lavori al cinema ricordiamo Maverick (1994), basato sull’omonima serie che lo rese popolare in tutto il mondo, Space Cowboys (2002) e I sublimi segreti delle Ya-Ya Sisters (2002).

Fonte

Addio a James Gandolfini: la star de I Soprano

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Addio a James Gandolfini: la star de I Soprano

James Gandolfini, l’indimenticabile Tony Soprano nell’omonima serie che ha fatto la storia della HBO, è morto a Roma in seguito a un attacco cardiaco. L’attore si trovava in Italia per partecipare al Taormina Film Festival, dove era atteso sabato per un incontro insieme a Marisa Tomei e Gabriele Muccino.

James Gandolfini aveva interpretato il ruolo del protagonista ne “I Soprano” dal 1999 al 2007, vincendo 3 Emmy Award come miglior attore in una serie drammatica e aveva partecipato a diversi lungometraggi, spesso nei panni del gangster.

Fra le sue ultime pellicole ricordiamo Cogan-Killing Them Softly di Andrew Dominik e Zero Dark Thirtydi Kathryn Bigelow.

I vertici della HBO hanno commentato: “Un’incommensurabile tristezza. Era un un uomo speciale, un grande talento, che con il suo straordinario senso dell’umorismo, il suo calore e il suo rispetto, ha toccato molte persone”.

fonte: Hollywood Reporter, Repubblica.it

Addio a Jacques Rivette, regista della Nouvelle Vague

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È morto questa mattina nella sua casa a Parigi Jacques Rivette, uno dei registi simbolo della Nouvelle Vague francese. Aveva 87 anni e da tempo era malato di Alzheimer.

La sua morte è stata confermata in un tweet dal ministro francese della cultura, Fleur Pellerin, che l’ha definito uno dei più grandi cineasti dell’intimità e dell’impazienza amorosa.

Nato a Rouen nel 1928, Rivette si appassionò al cinema sin da giovane: a soli 17 anni dirisse il cineclub della sua città natale.
Nel 1949 si trasferì a Parigi per studiare, iniziò a scrivere per la Gazette du Cinema, conobbe François Truffaut, Jean-Luc Godard, Eric Rohmer e André Bazin e insieme collaborarono nella realizzazione dei celebri Cahiers du Cinema. Rivette ne fu caporedattore dal 1963 al 1965. Nel 1956 debuttò alla regia con il cortometraggio Le coup du bergerIl suo primo lungometraggio Paris nous appartient venne prodotto da Truffaut e Chabrol a basso costo.

Tra i suoi film più famosi ci sono il lunghissimo Amour Fou (1968), Out 1 (1971) della durata di dodici ore, uno dei più lunghi film della storia del cinema, Celine et Julie vont en bateau (1974), Merry-Go-Round (1977), Le pont du nord (1981) con la sua musa Bulle Ogier, i due film su Giovanna d’Arco (1994).
Il suo ultimo film risale al 2009: Questione di punti di vista, con Sergio Castellitto e Jane Birkin.

Nel 1991 ricevette il premio Pardo d’Oro alla carriera al Festival di Locarno.

Fonte: Variety

Addio a Isao Takahata, co-fondatore dello Studio Ghibli

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Si è spento ieri all’età di 82 anni Isao Takahata, co-fondatore dello Studio Ghibli.

Nel 1968 esordì alla regia di un lungometraggio d’animazione con La grande avventura del piccolo principe Valiant, mentre quasi un ventennio dopo, insieme all’amico e collega Hayao Myazaki mette in piedi la società di produzione che ci ha regalato capolavori come Il mio vicino Totoro e Una tomba per le lucciole (questo firmato dallo stesso Takahata).

Tredici i film diretti dall’animatore giapponese, l’ultimo dei quali, La storia della principessa splendente, uscito nel 2013.

A riportare la notizia della sua morte è Yahoo Japan.

 

Addio a Il Mucchio Selvaggio, la rivista non sarà più in edicola

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Addio a Il Mucchio Selvaggio, la rivista non sarà più in edicola

Arriva dalla pagina ufficiale di Facebook de Il Mucchio Selvaggio la notizia che la storica rivista di cinema smetterà di essere stampata. Ecco cosa si legge sul social:

IL FUTURO NON È “SCRITTO”, MA LA MUSICA CONTINUA

Il giorno in cui la decisione è stata presa non è stato il peggiore. Peggiori sono stati quelli che l’hanno preceduto quando, alla consapevolezza della crisi inarrestabile della carta stampata e della discografia, è subentrata la frustrazione di non potervi rimediare. Non stavolta, non davanti a una sentenza del Tribunale a nostro sfavore e resa esecutiva alla fine di maggio.

Così, il numero 767 del Mucchio Selvaggio tuttora in edicola è anche l’ultimo. La sua storia, iniziata nell’anno di “American Stars’n Bars” di Neil Young, “Heroes” di David Bowie e “The Clash”, purtroppo termina qui. Resterà attivo solo il sito ilmucchio.it dove pubblicheremo gratuitamente contenuti inediti.

41 anni per una rivista sono un’enormità e, per quanto sciocchi e inutili suonino gli anniversari, siamo dispiaciuti al pensiero che non ne festeggeremo altri. Mai avremmo immaginato una conclusione tanto brusca e improvvisa da negarci la possibilità di salutare i lettori alla nostra maniera, rispettando un ultimo, sebbene definitivo, appuntamento in edicola. Tuttavia, non ci è davvero possibile fare altrimenti.

Nata nel pieno del movimento del ’77 e inevitabilmente influenzata da quello spirito, Il Mucchio Selvaggio ha avuto una vita redazionale complessa e burrascosa, da vero rock magazine. Negli anni ha diviso il suo pubblico, ha scontentato alcuni ma ha anche lasciato un’eredità innegabile: è stata presente al proprio tempo per raccontare le mutazioni del mondo, non solo inglobandole – ad esempio, è l’unica rivista musicale italiana ad aver fatto emergere con vigore le firme femminili –, ma anche fornendo gli strumenti per orientarsi con consapevolezza. Così, ha formato generazioni di lettori e di critici la cui esperienza resta motivo di orgoglio.

La nostra scelta, resa inevitabile e non procrastinabile da un’ingiunzione di pagamento mossa dalla precedente direzione, ha le sue radici in un contesto editoriale e culturale fin troppo minato. Da anni ci muoviamo in un mercato in dissoluzione con le vendite e gli investimenti pubblicitari in costante calo, mentre il sistema di distribuzione continua a richiedere uno spreco di carta e risorse ormai insostenibile. Se per esistere sei costretto a una tiratura di quattro volte superiore al tuo venduto, allora anche la miglior misura di riorganizzazione assomiglia a una resistenza, mai a un reale rilancio malgrado i riconoscimenti internazionali (la copertina dello scorso giugno dedicata a “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles ha ricevuto un premio di merito agli SPD Awards di New York, la cerimonia che valorizza le eccellenze nel design editoriale).

Senza un grosso sponsor a investire per brandizzare i contenuti, il futuro è segnato e non è “scritto”.

Probabilmente senza il supporto degli abbonati che hanno sempre risposto con generosità alle nostre iniziative questa storia sarebbe già chiusa. Ringraziandoli di vero cuore per la fiducia che ci hanno dimostrato, provvederemo entro il mese di ottobre al rimborso attraverso la spedizione di arretrati del Mucchio Selvaggio, del Mucchio Extra e dei libri della società editrice. A tal fine l’indirizzo mail [email protected] resta il riferimento per tutte le informazioni e i chiarimenti del caso.

Senza dubbio non tutto è stato giusto, altroché, ma in tutto siamo stati mossi dal convincimento di fare una cosa piccola ma utile per noi stessi e per i nostri lettori.

Il nostro grazie va a tutte le persone che, numero dopo numero, hanno reso possibile Il Mucchio Selvaggio, condividendo questa meravigliosa avventura: dai collaboratori, cui va dato atto di essersi spesi con entusiasmo e dedizione oltre ogni umana aspettativa, ai colleghi e ai professionisti con cui abbiamo avuto il piacere di lavorare: uffici stampa, etichette, tipografi, addetti alle spedizioni, informatici, commercialisti e avvocati. Stiamo parlando di voi!

Joe Strummer una volta ha detto: “Penso che la gente debba sapere che noi siamo antifascisti, contro la violenza, siamo antirazzisti e per la creatività. Noi siamo contro l’ignoranza.”

Non ci incontreremo più sulle pagine del Mucchio Selvaggio, ma restiamo fieramente parte di questa minoranza informale, amante del mondo e indignata dalle sue ingiustizie.

Ieri, oggi, sempre. Vi vogliamo bene,

Il Mucchio

 

https://www.facebook.com/fanpage.ilmucchioselvaggio/photos/a.279781372048414.89083.279292962097255/2340355135991017/?type=3&theater

Addio a Gina Lollobrigida

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Addio a Gina Lollobrigida

È morta Gina Lollobrigida. Grande protagonista del cinema italiano, era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, aveva 95 anni. Tra le più importanti attrici del cinema italiano, durante la sua carriera è stata diretta da registi italiani di grande spessore artistico come Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati. Sul versante americano, è stata diretta, tra gli altri, da Vincent Sherman, John Huston, Carol Reed, King Vidor, Melvin Frank, Robert Z. Leonard affiancando divi di fama mondiale come Rock Hudson, Tony Curtis, Yul Brynner, Anthony Quinn, Sean Connery, Robert Alda, Burt Lancaster, Errol Flynn, Humphrey Bogart e David Niven.

È stata nominata Cavaliere della Repubblica e nell’ottobre 1996 Accademica onoraria dell’antica Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Nel ’99 è stata nominata Ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Nel 2016 un David speciale alla carriera le è stato consegnato dal Presidente Mattarella.

Con il rallentamento della sua carriera cinematografica ne iniziò anche una seconda come fotoreporter, che la portò negli anni settanta a intervistare Fidel Castro. Durante la sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il film Torna a settembre, sette David di Donatello, due Nastri d’argento, una stella sulla Hollywood Walk of Fame, oltre a una candidatura ai BAFTA per Pane, amore e fantasia.

Addio a Gilbert Taylor direttore della fotografia di Star Wars

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Addio a Gilbert Taylor direttore della fotografia di Star Wars

star warsE’ morto all’età di 99 anni Gilbert Taylor, direttore della fotografia di Star Wars. Taylor aveva cominciato la sua carriera in un cinema che sembra lontano anni luce, lavorando con i più grandi per circa 65 anni della sua vita. Ha collaborato con tantissimi registi e tra gli altri lavori, ha curato la fotografia di veri e propri capolavori della storia del cinema, dagli horror d’autore come The Omen di Richard Donner, Dracula con Frank Langella, ai pionieristici film di supereroi, come quello su Flash Gordon, fino ai grandi capolavori dei migliori registi della storia: Repulsione di Roman Polanski, Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick, Frenzy di Alfred Hitchcock.

Gilbert TaylorTuttavia, nonostante la grandezza dei film elencati, la sua fama rimarrà per sempre legata a Star Wars Episodio III Una Nuova Speranza, capolavoro di fantascienza e primo episodio di una saga cinematografica che ha cambiato la cultura pop contemporanea. In merito al suo lavoro con George Lucas e alla fotografia di Star Wars, Gilbert Taylor diceva:

Sono felicissimo di essere ricordato come l’uomo che ha importato il look di Star Wars. Volevo dare un aspetto unico al film, che lo facesse distinguere dagli altri film di gerene sci-fi. Volevo che Star Wars fosse chiaro, brillante, perchè non penso che lo spazio sia fuori fuoco”.

Fonte: THR

Addio a George Kennedy, il capitano Ed Hocken di Una Pallottola Spuntata

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Si è spento lo scorso 28 febbraio all’età di 91 anni, a Boise, nell’ Idaho, George Kennedy, l’attore statunitense George Kennedy, premio Oscar come Miglior Attore Non Protagonista nel 1968 per Nick mano fredda.

Kennedy era principalmente noto al grande pubblico per il ruolo del veterano pilota aereonautico Joe Patroni nei quattro film della serie catastrofica inaugurata da Airport, e per quello del capitano Ed Hocken, l’amico e collega di Leslie Nielsen nei tre film della serie Una Pallottola Spuntata.

Nella sua carriera ha preso parte a molte serie tv, tra cui Dallas dal 1988 al 1991 (nel ruolo di Carter McKay) e anche nei due film tv celebrativi nel 1994 e 1998. Nel 2003 ha recitato nella soap opera Febbre d’amore, nella parte di Albert.

Addio a Geoffrey Lewis, papà di Juliette e attore per Clint Eastwood

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JÈ scomparso all’età di 79 anni Goeffrey Lewis, papà di Juliette e famoso caratterista per i film di Clint Eastwood. Stando alla dichiarazione pubblicata su Variety, l’attore è morto per cause naturali.

Volto di molti western, da Lo straniero senza nome a Fai come ti pare, passando per Una calibro 20 per lo specialista e Filo da torcere, Geoffrey lascia la moglie Paula Hochhalter e dieci figli.

Fonte: JJ

Addio a Gabriele Ferzetti, co-star ne L’avventura di Antonioni

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Addio a Gabriele Ferzetti, co-star ne L’avventura di Antonioni

L’attore italiano Gabriele Ferzetti, famoso per il ruolo di co-protagonista nel film L’avventura, è morto il 2 dicembre a Roma all’età di 90 anni.

Pasquale Ferzetti, detto Gabriele, era nato a Roma il 17 marzo 1925. Frequentò l’accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico e arrivò al cinema giovanissimo, a 17 anni, con Via delle cinque lune.  Nel dopoguerra, Luchino Visconti lanciò la sua carriera teatrale con un ruolo nella commedia di Shakespeare Come vi piace.

Nel 1953 fu il marito tradito di Gina Lollobrigida ne La provinciale, regia di Mario Soldati.

La consacrazione a star internazionale arrivò con il film L’avventura di Michelangelo Antonioni (1960), dove interpretava un dissoluto playboy insieme a Monica Vitti.

Nella sua carriera recitò in più di 160 film, tra cui La Bibbia di John Houston (1966), C’era una volta il West di Sergio Leone (1968), Gli intoccabili di Giuliano Montaldo (1969), Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà di Peter Hunt (1969).

Vinse due volte il Nastro d’Argento come migliore attore non protagonista nel 1953 per La provinciale e nel 1969 per A ciascuno il suo.

Negli ultimi anni lavorò in televisione, ottenendo un ruolo fisso nella serie francese Une Famille Formidable.

La sua ultima interpretazione risale al 2010 con Diciotto anni dopo, regia di Edoardo Leo.

Fonte: Variety

Addio a Francesco Rosi, uno dei maestri del cinema italiano

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Francesco RosiCi ha lasciati alla veneranda età di 92 anni Francesco Rosi, uno degi maestri italiani del cinema, uno degli ultimi registi dell’epoca d’oro del cinema italiano, uno di quei nomi che all’estero riescono ad associare ad un film e ad una presenza forte, importante, decisa, nel panorama culturale del nostro Paese.

Si è spento a Roma l’autore di Mani sulla città, Cadaveri Eccellenti, Diario Napoletano, mentre Napoli, sua città natale, si trova di nuovo, a pochi giorni dalla morte di Pino Daniele, a piangere la morte di un pezzo importante della sua cultura, quella verace, profonda e nobile cui Rosi ha dato voce attraverso le sue immagini.

Ha diretto grandi attori (Alberto Sordi, Sophia Loren, Gian Maria Volontè), ha fatto incursioni nel fantasy (C’era una volta…) ma si è fatto conoscere principalmente per i suoi film d’inchiesta.

Ha raccolto riconoscimenti nei Festival di tutto il mondo e ha dato voce alle bassezze di un Paese, l’Italia, e di una città, Napoli, con un feroce e implacabile ordine narrativo, e con una lucidità che sembra oggi persa dietro gli stereotipi della commediola lasciva.

Il suo ultimo film da regista, La Tregua, risale al 1997.

Addio a Erik Bauersfeld, voce dell’Ammiraglio Ackbar in Star Wars

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Si è spento domenica 3 aprile, all’età di 93 anni, Erik Bauersfeld, doppiatore e attore di teatro e di radiodrammi, famoso per aver doppiato il personaggio dell’ammiraglio Ackbar in Star Wars. La notizia è stata data dal suo manager, Derek Maki, che in un comunicato ha spiegato che la morte di Bauersfeld è avvenuta per “cause naturali”.

L’ammiraglio Gial Ackbar è un personaggio appartenente all’universo fantascientifico di Guerre stellari. È noto ai più per la frase “È una trappola” (“It’s a trap” in originale). Compare per la prima volta ne Il Ritorno dello Jedi. A interpretarlo sotto la maschera Timothy M. Rose.

Considerato il migliore stratega delle forze ribelli (l’unico ad averlo mai sconfitto in battaglia è stato il Grand’Ammiraglio Thrawn), il suo più grande successo è stato l’attacco alla seconda Morte Nera nel sistema di Endor. Inoltre è l’ideatore del caccia ribelle B-Wing.

Addio a Elmore Leonard

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elmore leonardElmore Leonard è morto all’età di 87 anni. Il grande scrittore era uno di quelli molto amati dal cinema e dalla tv, tanto che i suoi romanzi sono stati terreno fertile per molte produzioni famosissime. Leonard era stato colpito di un ictus qualche settimana fa ed era in cura in una clinica fuori Detroit. E’ morto circondato dai suoi familiari nella sua casa e, secondo quanto ha riferito un suo collaboratore, mentre era al lavoro sul suo 46 esimo romanzo.

Il suo stile, ironico ed essenziale, si è prestato a diversi generi, prediligendo però il thriller e il western, riservando ai dialoghi sempre una parte importante nelle sue storie. Forse proprio per questa scrittura che si avvicinava molto alla sceneggiatura, Leonard era stato preso in simpatia dal cinema. Era uno degli scrittori preferiti di Quentin Tarantino che proprio dai suoi romanzi ha fatto nascere la storia raccontata in uno dei suoi film più riusciti, Jackie Brown.

Fra gli altri adattamenti dai suoi romanzi ricordiamo Out of Sight e Quel Treno per Yuma.

Addio a Eli Wallach, il “Brutto” di Hollywood

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Addio a Eli Wallach, il “Brutto” di Hollywood

Eli WallachDopo 60 anni di carriera e una vasta galleria di ritratti indimenticabili, ci ha lasciati ieri a 98 anni Eli Wallach, stimatissimo caratterista hollywoodiano.

Ha esordito a Broadway, dove nel 1951 ottine un Tony Award per La Rosa Tatuata di Tennessee Williams, e nel 1956 passa al cinema con il film scandalo di Elia Kazan, Baby Doll, scritto sempre da Williams.

Come lui stesso dichiarò in occasione del suo Oscar alla carriera, Wallach ha collezionato un numero considerevole di ruoli da villain, tra banditi, ladri, delinquenti, signori della guerra, molestatori e mafiosi, più di “quanti potrei mai nominarne” disse.

Dallo spietato capobanda Calvera de I Magnifici Sette, al Brutto (Tuco) de Il buono, il brutto, il cattivo, Eli Wallach ha partecipato a tantissimi film che hanno fatto la storia del cinema, dimostrando in ognuno di essi il suo grnade talento, non senza conseguenze. Numerosi furono anche gli incidenti sul set in cui incorse, alcuni dei quali potevano essere mortali. Tutti questi episodi ci vengono raccontati da lui stesso, nella sua autobiografia edita nel 2005 “The Good, the Bad and Me”.

Dai lavori con John Huston a quelli con Francis Ford Coppola, passando per Sergio Leone, Eli Wallach ha davvero contribuito a costruire il mito di Hollywood. I suoi ultimi film sono stati Wall Street – Il denaro non dormeL’uomo nell’ombra, ancora una volta con due grandi registi come Oliver Stone e Roman Polanski.

In tv ha interpretato anche Mr. Freeze nel Batman degli anni ’60.

Addio a Edward Herrmann

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Il 2014 è stato un anno doloroso per gli amanti del cinema, e oggi arriva la triste notizia della morte di Edward Herrmann, avvenuta all’età di 71 anni per una complicazioni dovuta al tumore al cervello che lo affliggeva da tempo. Nei cuori dei fan Herrmann rimarrà per sempre Richard Gilmore, il ricco e bonario padre di Lorelai Gilmore in Gilmore Gilrs, la serie nota in Italia come Una mamma per amica.

Edward Herrmann è ricordato per avere interpretato il presidente americano Franklin Delano Roosevelt nelle serie televisive Eleanor and Franklin (1976) e Eleanor and Franklin: The White House Years (1977). La sua carriera dura da 32 anni, e lo vede vincitore di un Emmy nel 1999 per la sua apparizione nella serie-tv The Practice e di un Tony Award nel 1976 per la sua performance nello spettacolo La professione della signora Warren di Shaw.

Addio a Don Pardo, la voce del Saturday Night Live

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Don PardoCi ha lasciati Don Pardo, notissimo conduttore della tv americana, noto soprattutto per essere stato la voce del Saturday Night Live daglialbori del programma. A confermare la notizia è stata la figlia di Pardo a CBS Radio News. Aveva 96 anni.

Dopo gli inizi alla NBC divenne celebre principalmente come annunciatore (cioè introduceva con la sua voce il programma) del Saturday Night Live che presentò dal 1975, The Price is Right e occasionalmente di The Wheel of Fortune, programmi conosciuti in Italia come La Ruota della Fortuna e Ok, il prezzo è giusto!.

Come attore è da ricordare la sua partecipazione in Radio Days di Woody Allen.

Nel 1976 partecipò come voce narrante alla tournée di Frank Zappa durante la quale venne registrato l’album Zappa in New York pubblicato nel 1978; il contributo di Pardo risalta notevolmente nelle introduzioni di The Illinois Enema Bandit e Punky’s Whips e nella seconda strofa del cantato di I’m The Slime.

Fonte: Deadline

Addio a Dick Smith, il padrino dei truccatori

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Dick SmithE’ morto Dick Smith, una leggenda a Hollywood e soprattutto trai truccatori per il cinema. Artefice dei trucchi dietro a capolavori del cinema come L’Esorcista eAmadeus (per cui vinse un Premio Oscar), Smith e le sue tecniche sono ad oggi lo standard per la produzione di trucci e effetti speciali nel cinema odierno.

Nel 1972 lavorò al trucco de Il Padrino di Francis Ford Coppola e da allora fu soprannominato il padrino dei truccatori.

Nel 2012 ha ricevuto l’Oscar alla carriera.

Addio a Diana Douglas Webster, madre di Michael Douglas

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Ci ha lasciati venerdì a Woodland Hills, California, l’attrice Diana Douglas Webster, madre di Michael Douglas e ex moglie di Kirk Douglas. La battaglia contro il cancro l’ha spenta all’età di 92 anni.

Diana_Douglas_WebsterNata alle Bermuda, Diana Love Dill incontrò Kirk Douglas all’American Academy of Dramatic Arts a New York. Si sposarono nel 1943 ed ebbero due figli, Michael e Joel (un produttore). Dopo il divorzio sposò Bill Darrid e, dopo la morte di quest’ultimo, convolò a nozze con Donald A. Webster.

L’inizio della sua carriera risale al 1242 e da allora è apparsa in più di 50 film. Tra i suoi ruoli più famosi ricordiamo il western Il cacciatore di indiani (con Kirk Douglas) e in Un biglietto in due di John Hughes. Nel 2003 recitò in Vizio di famiglia con tutta la famiglia: l’ex marito Kirk, suo figlio Michael e il nipote, figlio di quest’ultimo, Cameron. In televisione recitò ne Il tempo della nostra vita e in Love is a many splendored thing. Il 2008 fu l’anno del ritiro dalle scene.

Fonte: Variety

Addio a David Bowie, simbolo e icona di intere generazioni

Nato l’8 gennaio del 1947 a Londra, all’anagrafe David Robert Jones, David Bowie si è spento il 10 gennaio di questo 2016 a 69 anni, anche se la notizia è stata diffusa dalla famiglia soltanto nella mattina di oggi 11 gennaio. Parliamo di un’autentica icona della scena folk, pop e rock, di un cantante, un compositore, un produttore ma anche un attore nel mondo del cinema. Una delle figure più eclettiche e importanti sia del secolo corrente che – soprattutto – passato, album come Space Oddity, Heroes, Hunky Dory, The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, Pin Ups, The Man Who Sold The World sono già opere classiche destinate a rimanere eterne nella storia e nella nostra memoria. Forte è stato il suo segno anche nel mondo del cinema, al quale Cinefilos è particolarmente legato: il suo nome figura in ben 29 pellicole dal 1967 al 2008, indimenticabile il suo Jareth in Labyrinth – Dove tutto è possibile, ma lo ricordiamo anche in Zoolander, in The Prestige, in Tutto in una notte, Furyo, Fuoco cammina con me, solo per ricordarne alcuni. Sul set ha lavorato con registi del calibro di David Lynch, Ben Stiller, Martin Scorsese, John Landis, Christopher Nolan, Tony Scott, la sua eredità artistica è davvero ineguagliabile. Solo due giorni fa l’uscita del suo ultimo album Blackstar, insieme al suo ultimo compleanno. Può davvero morire chi è eterno?

https://youtu.be/v–IqqusnNQ

Addio a Daniel, il malato terminale che è riuscito a vedere Il Risveglio della Forza

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Si è spento a 32 anni Daniel Fleetwood, il giovane malato terminale di cancro a cui è stato concesso dalla Disney di vedere prima dell’uscita in sala Star Wars il Risveglio della Forza.

A dare la notizia è stata la moglie sulla sua pagina di Facebook. Ecco cosa ha scritto la donna:

Daniel ha combattuto magnificamente fino alla fine. Ora è tutt’uno con Dio e con la Forza. Si è spento nel sonno, in pace. Sarà sempre il mio idolo e il mio eroe. Per favore, abbraccia zio Marc per me e dai tanti baci a Lucy. Riposa in pace mio amore.

Con lo stato, la donna ha condiviso una foto di lei con Daniel, nell’ultimo selfie che si sono scattati insieme.

Appena quattro giorni fa, il 6 novembre, era arrivata la notizia che grazie alla mobilitazione della rete e per concessione della Disney, Daniel era riuscito a vedere Star Wars Il Risveglio della Forza.

Addio a Daniel Gerson, sceneggiatore di Monsters & Co.

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Daniel Gerson, sceneggiatore del film d’animazione Monsters & Co. e del prequel Monsters University, è morto all’età di 49 anni. Ad annunciarlo la sua famiglia lo scorso sabato. Lo sceneggiatore era malato di cancro al cervello ed è morto nella sua casa a Los Angeles.

Daniel Gerson ha scritto anche i film Big Hero 6Chicken Little, CarsI Robinson – una Famiglia Spaziale. Per la tv invece Big Wolf On Campus, The New Addams Family e Troppi in Famiglia.

Gerson aveva collaborato spesso con Robert L. Baird e con Dan Scanlon, con il quale ha scritto, tra gli altri, Monsters University e Cars, mentre è con Andrew Stanton che aveva scritto il capolavoro della Pixar Monsters & Co.

Fonte

Addio a Claude Chabrol

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Claude_Chabrol

E’ morto domenica mattina il regista francese Claude Chabrol. A dare la notizia il Comune di Parigi.