Si è aperto questa mattina il Festival del film di Roma con le prime proiezioni stampa. A iniziare la giornata è stato il film La Brindille, per la sezione Alice nella città,
Gli Hobbit dopo dieci anni!
In occasione del decennale dell’uscita del Signore degli Anelli che ricorrerà il prossimo dicembre, Empire Magazine ha deciso di dedicare un lungo speciale alla trilogia nel prossimo numero in uscita con contenuti e interviste esclusive.
Per promuovere l’evento, il sito empire.com ha pubblicato una foto esclusiva e un breve video con una vera e propria reunion di tutti gli hobbit della compagnia: Elijah Wood, Billy Boyd, Sean Austin e Dominic Monaghan.
“The Hobbit: and unexpected journey”, prima parte dell’atteso prequel del Signore degli Anelli, uscirà nei cinema per la regia di Peter Jackson il 14 dicembre 2012.
Cruz/Castellitto: duetto pre-festivaliero all’Auditorium di Roma
In serata la kermesse romana ha accolto le sue due prime star, aprendo in via ancora non ufficiale la sesta edizione del Festival Internazionale del film di Roma. Ad aprire i battenti o a presiedere l’aperitivo del Festival, come ha precisato scherzosamente il curatore Mario Sesti, c’erano Penelope Cruz e Sergio Castellitto, protagonisti del primo Duetto in programma nella sezione L’Altro Cinema | Extra.
Dead man talking – recensione
Cosa passa nella mente di un condannato a morte nessuno può saperlo, se non chi vive quest’esperienza sulla propria pelle. E’ questo l’argomento di Interviews Before Execution, un famoso format in onda in prima serata su Henan TV, in Cina. La cosa che lascia basiti è che qui non siamo di fronte ad un reality finto, con attori e un copione studiato a tavolino. Qui è tutto verissimo e i condannati a morte che vengono filmati sono condannati veri.
Daniel Radcliffe legge The Woman in Black!
In attesa dell’arrivo di “The Woman in Black” nelle sale, la produzione ha lanciato un’interessante iniziativa per i futuri spettatori promossa proprio dal protagonista Daniel Radcliffe.
L’Ombra dello Scorpione si allunga su Ben Affleck?
Ancora una volta, si torna a parlare di una trasposizione cinematografica per “L’Ombra dello scorpione”, opus magnum del ‘Re del brivido” Stephen King; più volte presa in considearazione negli anni, l’idea non ha mai trovato una realizzazione compiuta (se si eccettua una miniserie televisiva, risalente a una decina di anni fa). Di un ritorno di fiamma del progetto, ad opera della Warner, si è tornato a parlare da qualche mese: l’idea iniziale di affidare la sceneggiatura alla ‘premiata ditta potteriana Kloves & Yates” non pare però essersi conclusa a buon fine; il principale indiziato per il lavoro, che potrebbe essere realizzato nella forma di una ‘saga’ di più capitoli, come sempre più di moda ultimamente, sembra ora essere Ben Affleck.
Al momento comunque il progetto resta sulla carta: lo stesso Affleck è impegnato nelle riprese di “Argo”, film incentrato su una missione di salvataggio di un gruppo di ostaggi, del quale è regista e protagonista, e non è detto che l’attore e regista accetti di imbarcarsi in un’impresa come quella dell’Ombra dello Scorpione solo alla sua quarta regia. Come gli appassionati (e non solo) ricorderanno , “L’Ombra dello Scorpione” (titolo originale: “The Stand”) narra di un’epidemia che decima la popolazione umana; i sopravvissuti diverranno poi a loro volta le ‘pedine’ del classico ‘eterno scontro tra il Bene e il Male’.
Fast and Furious: la Universal rilancia con gli episodi 6 e 7
I patiti degli inseguimenti e delle gare al cardiopalma non temano: la saga di Fast and Furious vedrà probabilmente giungere a compimento anche il sesto e settimo capitolo della serie: il successo globale arrivo al quinto episodio appare aver convinto la Universal a continuare a premere l’acceleratore a tavoletta.
Secondo quanto recentemente pubblicato dal Los Angeles Times, non vi è ancora nulla di stabilito, sebbene lo sceneggiatore Chris Morgan avrebbe già presentato qualche idea per collegare tra di loro i prossimi due episodi, Fast and Furious 6 e Fast and Furious 7, che dunque potrebbero essere girati in contemporanea da Justin Lin, nel segno di un procedimento già attuato in passato per altre saghe cinematografiche come Matrix o il signore degli Anelli. Un espediente certo intrigante, quello della realizzazione in contemporanea di due film, ma non esente da rischi: e se il sesto capitolo non dovesse rispondere alle attese?
Spielberg conferma: sarà Peter Jackson a occuparsi del secondo Tintin
Che Steven Spielberg e Peter Jackson avessero concordato di ‘dividersi il lavoro’, dirigendo un film a testa dedicato all’eroe dei fumetti belgi era risaputo da tempo; ora però è arrivata la conferma ufficiale dalla parte delo stesso Spielberg, come riporta anche Coming Soon. Spielberg ha spiegato che Sony e Paramount hanno messo a disposizione i soldi per sviluppare la sceneggiatura, preparare gli storyboard ed essere così pronti per dare il via al progetto; il secondo film verrà quindi realizzato in tempi abbastanza brevi: la sceneggiatura è già stata scritta. Il copione è stato curato Anthony Horowitz, il quale ha sviluppato la storia partendo da due avventure del personaggio creato da Hergé: “Prigionieri del sole” e “Le sette sfere di cristallo”.
Il titolo dovrebbe essere “The Adventures Of Tintin: Prisoners Of The Sun”: la storia vedrà Tintin assieme al capitano Haddock alle prese con una misteriosa malattia che colpisce tutti coloro che hanno violato una tomba Inca. Nonostante le dichiarazioni, tuttavia, sussiste qualche dubbio sulle reali possibilità che Jackson diriga questo secondo capitolo: il regista è infatti ancora impegnato con “Lo Hobbit”, che gli richiederà tempo ed energie; tuttavia se non si occuperà del secondo, è abbastanza probabile che Jackson possa sedere dietro alla macchina da presa in occasione dell’immancabile terzo capitolo.
How to Die in Oregon – recensione
L’Oregon è uno degli stati USA in cui è consentito il suicidio assistito grazie a un referendum popolare del 1994. Ad oggi oltre cinquecento persone hanno usufruito di questa legge per porre fine alla loro esistenza di sofferenza. La legge risponde al principio liberale secondo cui “Nessuna autorità laica o confessionale può decidete per me su una questione così importante”.
Bobby Fischer Against the World: recensione del film
Bobby Fischer Against the World è il documentario prodotto da HBO che ripercorre il cammino di uno dei più grandi campioni della storia degli scacchi, nonché riconosciuto da tutti gli americani come il più grande giocatore degli Stati Uniti. Il regista statunitense Liz Garbus ripercorre in maniere impeccabile e a tratti maniacale la vita del enfant prodige Bobby Fischer, dalla sua prima infanzia sino agli ultimi giorni della sua esistenza. Le vicende di Fischer sono ben note al pubblico più avvezzo ma sorprende come la pellicola sia capace di lasciarsi alle spalle i luoghi comuni di una storia così legata al periodo della Guerra Fredda, lasciando al centro della narrazione la vera essenza del personaggio spesso esagerata e completamente folle.
La cosa che emerge predominante e che riesce a dare quella componente di autenticità all’affresco del personaggio è il fatto che Fischer non combatta la Guerra Fredda come un comune soldato statunitense, Bobby combatte la propria di guerra: una guerra contro il suo passato, contro la famiglia, contro le sue nevrosi e contro il successo che tanta insofferenza gli provoca, fino a farlo cadere in un baratro di delirio e onnipotenza. Bobby Fischer Against the World procede chirurgicamente nel descrivere l’ascesa e la caduta del personaggio, in maniera affascinante e commovente. Sotto i suoi colpi da maestro prima cadono le certezze di uno stato come l’URSS, poi il suo antagonista per eccellenza Boris Spassky e in fine se stesso, riuscendo al contempo a diventare una vera e propria leggenda.
Grazie alla sua follia riesce ad essere al di sopra di ogni condizionamento politico, addirittura anche al disopra di ogni individuo che si presenti sulla propria strada. Le testimonianze di amici, colleghi e compagni di vita ne sono la prova. Un bambino che ha fatto della dedizione e della totale abnegazione per la disciplina una ragione di vita ma che nel momento in cui arriva all’apice del successo in così poco tempo, ad una giovanissima età per l’ambiente, perde ogni ragione di vita ed ogni obiettivo. Fino a morire all’età di 64 anni nevrotico e completamente fuori controllo. Particolare inquietante, 64, come il numero di caselle presenti in una scacchiera.
Eva Mendes nel prossimo film di Léos Carax
Eva Mendes, sulla bocca di tutti per il suo attuale flirt con Ryan Gosling, parteciperà al nuovo film di Léos Carax, Holly Motors, al fianco di Denis Lavant.
Breaking Dawn: Parte I nuove immagini
Entertainment Tonight ha mostrato nuove immagini inedite dal set di Breaking Dawn: Parte I. A seguire un altro video ci mostra le dichiarazioni che i protagonisti, Robert Pattinson e Kristen Stewart , hanno rilasciato in merito al film (anche alla scena di sesso) e agli altri loro progetti.
Il film è diretto da Bill Condon, e nel cast ci sono anche Nikki Reed, Kellan Lutz, Jackson Rathbone, Peter Facinelli, Elizabeth Reaser, Michael Sheen e Dakota Fanning.
Ecco i video:
Avremo un’anticipazione di 15 minuti del film al Festival Internazionale del film di Roma, dove a presentare la pellicola sarà presente Nikki Reed.
Fonte: moviesushi
Case chiuse: recensione
Questo documentario è un viaggio attraverso l’Italia delle case chiuse anni ’50 e dell’evoluzione delle stesse oggi, negli altri paesi d’Europa, sottolineando anche come il mestiere più antico del mondo sia anche il più persistente nelle arti, con immagini di film che sono ambientati del tutto, come Salon Kitty di Tinto Brass, in video anche come esperto, se non di bordelli quanto meno di sensualità e sessualità femminile e film che sono rimaste nell’immaginario cinematografico, come quella del film Roma di Federico Fellini.
I ricordi vengono poi alternati dalla lettura, di fatto l’elemento in più del documentario, delle lettere che le “donne di piacere” delle case di tolleranza, inviarono all’allora senatrice Merlin, madre della legge che abolì le case chiuse.
Sono lettere sofferte, di madri, donne, alcune volte malate, che vivono la professione come un qualsiasi altro lavoro, aldilà di ogni pudicismo, come un mestiere che bisogna saper fare, così come rimarca anche la giovane Safina, starlette del locale Artemis di Berlino in cui si “forniscono servizi” come afferma la ragazza, per i quali si assicura professionalità.
E’ una nuova affermazione di come, questo mestiere, non a torto definito il più antico del mondo, ve ne sono tracce anche in un papiro proveniente dall’Antico Egitto conservato presso il Museo Egizio di Torino, abbia attraversato le epoche e spesso ispirato artisti, romanzieri e pittori, come Henri de Toulouse Lautrec.
Il documentario fa parte della sezione Extra del Festival del film di Roma di prossimo inizio e verrà proiettato in Sala Teatro studio il prossimo 3 Novembre.
Missione di pace: parla il cast
Tutti i protagonisti di Missione di pace sono intervenuti ieri mattina alla Casa del Cinema per l’anteprima stampa di Missione di pace, opera prima del regista toscano Francesco Lagi. Insieme al regista e ai produttori, erano presenti anche i protagonisti del film, Silvio Orlando, Alba Rohrwacher, Francesco Brandi, gli sceneggiatori, Marco Pettenello e Filippo Gravina, la produttrice Donatella Botti e la responsabile per Rai Cinema, Caterina D’Amico.
Missione di Pace: recensione del film di Francesco Lagi
Ridere della guerra si può e non è per forza di cattivo gusto. A dimostrarlo è il regista esordiente Francesco Lagi che, con Missione di Pace, il suo ritratto scanzonato di un convoglio di militari italiani confusi mette da parte eroismo e marzialità per dedicarsi ad aspetti più particolari come l’inconsistenza delle ideologie sia militariste che pacifiste.
Presentato al Festival di Venezia 2011 come Evento Speciale nella sezione Settimana della Critica, Missione di Pace costruisce la sua storia su un doppio livello: quello territoriale percorso dal Capitano Vinciguerra (un sempre convincente Silvio Orlando) alla guida dei suoi uomini attraverso i Balcani con lo scopo di catturare un efferato criminale di guerra, nascosto nell’immaginario corridoio di Grz, e quello più privato, in cui il lo stesso capitano si trova ad affrontare il rapporto da sempre conflittuale con Giacomo (Francesco Brandi), il figlio pacifista che non perde occasione per minare l’autorità paterna dinanzi al suo convoglio.
A chiudere il cerchio di questa vicenda, in cui le due parti del contendere ne escono ugualmente ridimensionare grazie all’utilizzo di un sano senso del ridicolo e del grottesco, è una recluta disorientata che, con lo sguardo puro e delicato della sempre più brava Alba Rohrwacher, cerca di dare ordine ad una realtà volutamente poco credibile formata da mangiatori di orsi, partite a Risiko tra militari e preti ortodossi, carri armati fuori controllo ed un Che Guevara (Filippo Timi) un po’ cialtrone in evidente crisi esistenziale che vaga estasiato tra i reparti dell’Ikea che diventa simbolo dell’attuale inutilità di ogni tipo di criterio ideologico ai giorni nostri.
Missione di pace fa sorridere e riflettere toccando un tema rischioso e complicato come quello delle spedizioni di pace senza però apparire offensivo o troppo pretenzioso. È un piccolo film che però sceglie di non calcare le già conosciute strade della commedia all’italiana per addentrarsi nel territorio del non senso, riuscendo, seppur con piccole difficoltà, a trasmettere un messaggio di leggerezza come poche volte accade al cinema italiano.
Vado a vivere da solo di Marco Risi
Vado a vivere da solo è il film del 1982 di Marco Risi con Jerry Calà, Enzo Salvi, Lando Buzzanca
Giacomo, Giacomino per i genitori iperprotettivi, è un ventiseienne milanese studente fuoricorso. Al suo compleanno mamma e papà gli promettono “qualunque cosa” e lui, colta la palla al balzo, chiede d’andare a vivere da solo. Per i genitori, specie per la mamma, è un autentico dramma. Affitta un appartamento malconcio all’ultimo piano di un palazzo senza ascensore, il cui proprietario è partito per l’India, seguendo una moda diffusa tra i giovani dell’epoca. E lo arreda con mobili di seconda mano, ma con un tocco spiccato di originalità, sia per i colori scelti quanto per gli oggetti strani sparsi qua e là per la casa.
Su tutti, il mitico Wc che suona e s’illumina quando ci si siede sopra. Inizia la sua avventura da scapolo gaudente, ma deve purtroppo sopportare le visite “pedagogiche” dell’invadente signor Giuseppe, ex vicino di casa cacciato dalla moglie. Presto quest’effimera vita viene rotta dall’arrivo di Françoise, amica del proprietario di casa, bella francese alla ricerca dell’uomo giusto, che inizialmente non si accorge dei sentimenti che Giacomino prova per lei e che tenta timidamente di dimostrarle.
Questo film del 1982 segna l’esordio come regista di Marco Risi, che cambierà presto registro nei suoi lungometraggi dedicandosi a film principalmente a sfondo sociale o d’inchiesta. Risi si avvale di attori in quel periodo in pieno successo e popolarità, quali Jerry Calà, nei panni del buffo protagonista Giacomo, Lando Buzzanca, l’invadente vicino signor Giuseppe e di Francesco Salvi, il depresso amico-collega di Giacomo. A loro va aggiunta la graziosissima Elvire Audray, nei panni di Françoise.
Vado a vivere da solo si colloca in quel lungo filone del Cinema italiano costituito da commedie spensierate, partito proprio a inizio anni ’80. Film leggeri, esilaranti, demenziali, talvolta trash e volgari, che presero il posto dei film erotici anni ’70, ormai soppiantati dai film hard. Ma la presente pellicola si differenzia da molte altre di questo calderone perché mai volgare o eccentrica, bensì comica e colorita al punto giusto.
Vado a vivere da solo è quanto mai attuale, dato che tratta una piaga delle attuali generazioni: le difficoltà di lasciare il tetto familiare, vuoi per motivi economici, vuoi per quel (in)sano atteggiamento iperprotettivo dei genitori italiani. Specie quelli del sud. Anzi, si può dire che Risi, coadiuvato nella sceneggiatura dal re delle commedie, Enrico Vanzina, e dallo stesso Jerry Calà, abbia perfino anticipato un fenomeno: quello della proliferazione dei mammoni “alla Giacomino” in Italia, i bamboccioni.
Un film consigliato dunque per chi vuole passare un’ora e mezza spensierata, senza volgarità, impreziosita dalla verve comica di Jerry Calà, con le sue inconfondibili gestualità e mimiche facciali, nonché le sue battute imprevedibili e che sembrano (o forse lo sono davvero) spontanee e fuori copione. Ad aggiungersi all’ilarità di Cala’ ci sono anche la verve di un attore consolidato quale Lando Buzzanca, e la timida spalla di un giovanissimo Francesco Salvi.
Vado a vivere da solo ha avuto anche un sequel: Torno a vivere da solo, nel quale Giacomino è ormai adulto, sposato con due figli, affermato agente immobiliare. Divorzia dalla partenopea moglie Francesca e intraprende una vita da scapolo incallito. Ma ovviamente, anche qui i pasticci non mancano. Un sequel che risente della stanca riproposizione delle caratteristiche del primo film, ma soprattutto, dell’eccessivo lasso di tempo intercorso col primo episodio. Ben 16 anni.
Brad Pitt nel nuovo lavoro di McQueen e Fassbender
Si chiamerà Twelve Years A Slave il nuovo film della coppia Steve McQueen – Michael Fassbender, che tornano sul luogo del delitto dopo il controverso “Shame”, presentato, che ha guadagnato all’attore tedesco la Coppa Volpi come miglior attore all’ultimo Festival di Venezia; a far parte della partita sarà anche Brad Pitt.
La collaboraizone di Pitt al progetto è cominciata fin dalla fase produttiva, attraverso la sua società Plan B, ma ora sembra confermato che avrà anche un ruolo sullo schermo, sebbene non si sa ancora quale. Il film vedrà protagonista Chiwetel Ejiofor (“I figli degli uomini”, “American Gangster”, “2012”), nei panni di Solomon Northup, un nero libero che nella seconda metà dell’800 arriva a New York per rispondere ad un’offerta di lavoro solo per venire per venire rapito e ridotto in schiavità, appunto per dodici fino a quando la moglie, con l’aiuto di un falegname canadese, porterà il suo caso davanti ai giudici. McQueen e Jonh Ridley hanno adattato la sceneggiatura dall’autobiografia dello stesso Northup. Il film dovrebbe essere realizzato nel 2012, sebbene la data di inizio delle riprese non sia stata ancora comunicata.
L’attesissimo reporter di Hergè arriva nei cinema italiani!
Quando il re incontrastato del cinema d’avventura (Spielberg) torna dietro alla macchina da presa e il suo più accreditato erede (Jackson) produce il progetto, è lecito aspettarsi qualcosa di veramente grosso. “Le avventure di Tin Tin: il segreto dell’unicorno” è un film d’animazione realizzato con la tecnica del performance capture che porta sul grande schermo le avventure di un eroe non proprio conosciutissimo qui da noi ma che, con una sola striscia di 24 avventure realizzate dal fumettista belga Hergè (pseudonimo di Georges Prosper Remi) 40 anni fa, è riuscito a diventare un’icona molto popolare, soprattutto in Francia.
Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: aggiornamenti da New York!
Prima foto sul set dei Mercenari 2: Chuck Norris c’è!
È stata pubblicata la prima foto dal set di The Expendables 2 . Nella foto compare anche la new entry, il leggendario Chuck Norris.
La Warner Bros non stamperà più Harry Potter in Dvd!
Moneyball aprirà il Festival di Torino 2011!
Si tratta di un vero colpaccio quello che ha messo a segno la direzione del Torino Film Festival. Ad aprire ufficialmemente la 29esima edizione della manifestazione sarà Moneyball, il film diretto da Bennet Miller, sceneggiato da Aaron Sorkin e interpretato da Brad Pitt.
Warrior – Trailer Italiano
Il marine Tommy Conlon (Hardy), tormentato da un tragico passato, torna a casa dopo quattordici anni per chiedere a suo padre (Nick Nolte) di aiutarlo ad allenarsi per partecipare a “Sparta”, la più grande competizione di arti marziali della storia. Da ex-prodigio del Wrestling, Tommy si qualifica brillantemente, mentre il fratello Brendan (Edgerton), ex-lottatore diventato professore di liceo, ritorna al ring in un tentativo disperato di salvare la sua famiglia dalla rovina finanziaria. Ma quando lo sfavoritissimo Brendan arriva a confrontarsi con l’inarrestabile Tommy, vedremo una sfida tra fratelli in un climax tra i più avvincenti mai visti sul grande schermo.
Ben Affleck e Matt Damon raccontano il criminale Whitey Bulger!
Proprio ieri vi avevamo raccontato che tra i prossimi impegni registici di Ben Affleck ci sarebbe potuto essere l’adattamento di The Stand di King, ma a quanto pare il regista dopo l’imminente Argo tornerà a lavoro per un film dedicato al criminale Whitey Bulger. Bulger fu un famoso criminale tra gli anni anni Sessanta e Settanta specializzato nella rapina di spacciatori e personaggi del gioco d’azzardo, finendo per essere usato dall’FBI come informatore. A fare da protagonista al film sarà l’amico fraterno Matt Damon. Non è da escludersi un piccolo ruolo per Ben e Casey Affleck. Lo script è a cura di Terence Winter, autore di Boardwalk Empire, mentre a produrre ci penseranno Ben Affleck e Matt Damon.
Scarlett Johansson diventa mora per lavoro
Just Jared ha fatto circolare delle foto della bellissima Scarlett Johansson che ancora una volta cambia colore di capelli per ragioni di lavoro. Ecco quindi in Scozia
The Girl with the Dragon Tattoo: nuovo poster
The Girl with the Dragon Tattoo di David Fincher sta procedendo nella sua campagna promozionale, e la Sony ha reso noto un altro poster del film con i due protagonisti Daniel Craig e Rooney Mara.
A Fantastic Fear of Everything: prima foto di Simon Pegg
Le Avventure di TinTin: Il segreto dell’unicorno – Trailer italiano 2
Le avventure di Tintin – Il segreto del liocorno (The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn) è un film del 2011 diretto da Steven Spielberg girato interamente con l’uso del CGI.
Le riprese dello Hobbit sul set di Hobbiville a Matamata!
Arrivano le primissime foto della troupe dello Hobbit che sta iniziando le riprese ad Hobbiville. Nella foto è possibile ammirare la bellezza dei set ricostruiti dalla troupe di Peter Jackson. A quanto sembra le riprese del film rientrano nuovamente nel vivo, dopo la pausa di alcuni mesi fa.
Aaron Sorkin sceneggiatore del biopic su Steve Jobs?
Potrebbe essere Aaron Sorkin a scrivere la sceneggiatura del biopic su Steve Jobs. Quindi dopo The Social Network, Sorkin potrebbe essere nuovamente assoldato dalla Sony per un nuovo biopic. Sembra che lo sceneggiatore era molto amico di Jobs, quindi si tratterebbe di una scelta più che azzeccata. Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi.
Fonte: LA Times



