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Anche Gordon-Levitt in The Dark Knight Rises?

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Anche Gordon-Levitt in The Dark Knight Rises?

A quanto pare Nolan ama lavorare con gli stessi attori da un film all’altro, e così come è accaduto per Christian Bale e Michael Caine, anche Tom Hardy ha seguito il gruppo nel cast del terzo Batman del regista britanico.

A quanto pare adesso, dopo le voci di qualche tempo fa, pare che anche Joseph Gordon-Levitt sia coinvolto nel casting di questo terzo episodio dell’uomo pipistrello.

Non si sa ancora se l’attore veràà scelto o meno, ma al momento sicuramente non sta con le mani in mano. Dopo il successo di Inception Gordon-Levitt  è tornato a lavorare col regista di Rian Johnson per Looper, e ha finito le riprese del prossimo film di David Koepp, Premium Rush.

Fonte: comingsoon

Anche Gordon-Levitt in The Dark Knight Rises?

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A quanto pare Nolan ama lavorare con gli stessi attori da un film all’altro, e così come è accaduto per Christian Bale e Michael Caine, anche Tom Hardy ha seguito il gruppo nel cast del terzo Batman del regista britanico.

A quanto pare adesso, dopo le voci di qualche tempo fa, pare che anche Joseph Gordon-Levitt sia coinvolto nel casting di questo terzo episodio dell’uomo pipistrello.

Non si sa ancora se l’attore veràà scelto o meno, ma al momento sicuramente non sta con le mani in mano. Dopo il successo di Inception Gordon-Levitt  è tornato a lavorare col regista di Rian Johnson per Looper, e ha finito le riprese del prossimo film di David Koepp, Premium Rush.

Fonte: comingsoon

Qualche notizia su The Dark Knight Rises

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Qualche notizia su The Dark Knight Rises

Wally Pfister, storico collaboratore di Christopher Nolan sarà il direttore della fotografia di The Dark Knight Rises. Bleeding Cool ci ha fatto quattro chiacchiere, e sono venute fuori cose molto interessanti, soprattutto riguardo all’ultima arrivata del cast, la bella Anne Hathaway.

Pfister ha abbozzato qualche parola sul terzo Batman di Nolan: la pre-produzione è ormai avanzata, e  la sceneggiatura è pronta, il film verrà girato per la maggior parte con cineprese IMAX, e la sequenza d’apertura sarà “impressionante”, più de Il Cavaliere Oscuro. Pfister si è diplomaticamente dichiarato ‘all’oscuro d molte cose’:

Riuscirebbero a sorprendere anche me, è già successo in passato. Quando mi sono reso conto della quantità di ragazze che stavano provinando prima di scegliere Anne Hathaway… non sapevo nemmeno quale nome era vero e quale falso, finché Emma Thomas non me l’ha confermato due giorni prima dei provini.

Pfister ha confermato di aver girato il provino di Anne Hathaway lasciandosi andare a qualche commento: E’ fenomenale con quel costume – ma subito dopo – Verrei licenziato se ne parlassi, e così non potrei nemmeno girare il film. Non posso davvero parlarne…

Insomma è stato detto tutto e il contrario di tutto, speriamo soltanto che le alte aspettative legate al film non vengano disattese.

Fonte: badtaste.it

Qualche notizia su The Dark Knight Rises

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Wally Pfister, storico collaboratore di Christopher Nolan sarà il direttore della fotografia di The Dark Knight Rises. Bleeding Cool ci ha fatto quattro chiacchiere, e sono venute fuori cose molto interessanti, soprattutto riguardo all’ultima arrivata del cast, la bella Anne Hathaway.

altPfister ha abbozzato qualche parola sul terzo Batman di Nolan: la pre-produzione è ormai avanzata, e  la sceneggiatura è pronta, il film verrà girato per la maggior parte con cineprese IMAX, e la sequenza d’apertura sarà “impressionante”, più de Il Cavaliere Oscuro. Pfister si è diplomaticamente dichiarato ‘all’oscuro d molte cose’:

Riuscirebbero a sorprendere anche me, è già successo in passato. Quando mi sono reso conto della quantità di ragazze che stavano provinando prima di scegliere Anne Hathaway… non sapevo nemmeno quale nome era vero e quale falso, finché Emma Thomas non me l’ha confermato due giorni prima dei provini.

Pfister ha confermato di aver girato il provino di Anne Hathaway lasciandosi andare a qualche commento: E’ fenomenale con quel costume – ma subito dopo – Verrei licenziato se ne parlassi, e così non potrei nemmeno girare il film. Non posso davvero parlarne…

Insomma è stato detto tutto e il contrario di tutto, speriamo soltanto che le alte aspettative legate al film non vengano disattese.


Into Paradiso presentato alla Casa del Cinema

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into_paradiso

Dopo la proiezione di Into Paradiso, il cast, Peppe Servillo, Gianfelice Imparato e Saman Anthony, con la regista Paola Randi e il produttore del film Fabrizio Mosca, hanno incontrato la stampa, le domande più frequenti vertevano  sul tema principale del film, che mette in contatto persone con esperienze e provenienze diverse, a partire dalla stessa regista.

Arriva il Cigno Nero di Aronofsky

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Black_Swan

Arriva in Italia il 18 Febbraio e intanto aspetta la serata degli Oscar del 27 dello stesso mese dove concorre con quattro nomination pesanti : miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista, miglior montaggio.  Black Swan ( Cigno Nero ), che ha aperto Venezia e fatto anche discutere, è presentato come un “horror” psicologico che ripercorre tematiche note: il doppio, il successo, le ossessioni del subconscio.

Oscar 2011: James Cameron “Nolan meritava la candidatura!”

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Intervistato dall’Hollywood Reporter, James Cameron ha rilasciato un interessante commento riguardo alle nomination per la miglior regia. Infatti il regista di Avatar si è schierato apertamente in difesa di Christopher Nolan sostenendo che avrebbe meritato la nomination all’Oscar come miglior regista per Inception, criticando anche un po’ l’Academy…

Cameron non è d’accordo sull’esclusione di Christopher Nolan dalla cinquina dei nominati all’Oscar come miglior regista per Inception e lo si può notare dalla sua dichiarazione:

Ho adorato Inception, e vorrei che avesse ottenuto di più. Io credo che Christopher Nolan meritasse la nomination come miglior regista, perché penso che Inception sia stato il lavoro cinematografico e registico più importante dell’anno… e ora non è nemmeno in corsa. Quindi direi che io e l’Academy abbiamo gusti decisamente diversi.

James Cameron è decisamente uno che di regia se ne intende e noi di Cinefilos non possiamo che sottoscrivere quanto lui abbia detto. Inoltre, continua sostenendo che la corsa sarà molto interessante:

Sono molto diversi tra loro, e secondo me non è facile dire chi vincerà. Non vedo emergere dei trend. I media hanno cercato di prevedere chi vincerà, ma poi i premi di categoria hanno preso un’altra direzione. Credo che la corsa sia ancora aperta, ed è tutto molto eccitante. Non rivelo mai a chi tengo: ho già scelto chi vincerà, ma non lo dirò.

Ricordiamo che la cerimonia di premiazione ci sarà il 27 febbraio condotta da James Franco e Anne Hathaway.

Jim Caviezel in Savannah

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James Caviezel (La passione di Cristo) entrerà a far parte del film drammatico Savannah, scritto e diretto da Annette Haywood-Carter. Il film racconta la storia vera dell’aristocratico Ward Allen, che nei primi del ‘900 abbandonò la sua vita di agi per darsi al commercio, amico e socio dello schiavo liberato Christmas Moultrie.

Le riprese inizieranno in Georgia il 14 febbraio, nel cast è prevista anche la partecipazione del veterano Hal Holbrook. Al fianco del bravo Jim ci sarà anche Chiwetel Ejiofor visto di recente sugli schermi in Salt con Angelina Jolie.

Fonte: comingsoon.it

Joaquin Phoenix a caccia di vampiri?

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Joaquin Phoenix a caccia di vampiri?

Dopo l’anno sabatico, che si è poi scoperto essere nient’altro che un esperimento fatto insieme all’amico Casey Affleck, l’amato e talentuoso Joaquin Phoenix torna al lavoro, e a quanto pare lo fa con una pellicola molto discussa e molto attesa.

Pare infatti che Joaquin sia in trattative per il ruolo di Henry Sturgess nel film Abraham Lincoln: Vampire Hunter. Diretto da Timur Bekmambetov e prodotto da Tim Burton e dalla 20th Century Fox, il film può già contare su Benjamin Walker per il ruolo protagonista. Sturgess è un altro personaggio importante: un vampiro che incontra il giovane Lincoln e gli salva la vita durante la lotta con un’altra e più feroce creatura della notte. I due fanno amicizia e Sturgess diventa una specie di mentore per il ragazzo e lo addestra per combattere i suoi simili.

Fonte: comingsoon.it

Javier Bardem nel nuovo James Bond?

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biutiful

Padre novello, nominato all’Oscar e in lizza per il ruolo da protagonista nell’adattamento della saga kinghiana della Torre Nera. La carriera di Javier Bardem è sempre più slanciata e ora arriva anche la notizia che  potrebbe avere un ruolo di primo piano anche nel 23esimo film di James Bond.

 

The Conspirator Trailer: nuovo film di Robert Redford!

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The Conspirator Trailer: nuovo film di Robert Redford!

James_Macavoy

E’ stato pubblicato il trailer di The Conspirator, nuovo film da regista per Robert Redford, con un cast davvero interessante: Robin Wright, James Mcavoy, Evan Rachel Wood, Kevin Kline, Alexis Bledel, Toby Kebbell, Danny Huston, Johnny Simmons, Stephen Root, Justin Long e Tom Wilkinson.

Nicolas Cage e Michele Soavi?

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Nicolas Cage e Michele Soavi?

Il regista Michele Soavi  autore de “Il sangue dei vinti” è stato accostato recentemente a Nicolas Cage. A quanto pare è stato proposto all’attore americano il ruolo del protagonista del suo prossimo film Treasure of Pompeii, un racconto famigliare in stile Goonies ambientato a Pompeii, che apparentemente dovrebbe essere il prossimo progetto di Soavi.

Nicolas Cage è attualmente impegnato sul set di Ghost Rider 2, e dovrebbe in seguito girare anche National Treasure 3. Non si sa nient’altro sulla notizia, ma dall’agenda apprendiamo che l’attore sia abbastanza impegnato.

Dylan Dog il film: tantissime foto!

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Dylan dog: il film: la Moviemax ha rilasciato un sacco di foto del film diretto da Kevin Munroe con Brandon Routh.

 

 

Into Paradiso: recensione del film con Peppe Servillo

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Into Paradiso: recensione del film con Peppe Servillo

In Into Paradiso Alfonso (Gianfelice Imparato) è un ricercatore scientifico napoletano recentemente licenziato che, superata la cinquantina, deve reinventarsi una vita e trovare un nuovo lavoro. Un suo amico gli consiglia di chiedere aiuto ad un vecchio conoscente, ora noto politico, Vincenzo (Peppe Servillo) e farsi raccomandare. Gayan (Saman Anthony) è un ex campione di cricket dello Sri Lanka, che pensa di trovare una vita migliore in Italia, rispetto ad un futuro come modesto cronista sportivo in patria. Ad alimentare questa illusione è stato il cugino, che ha raccontato diverse bugie sul suo stile di vita nel nostro paese.

Gayan si ritrova così a dover vivere in un lavatoio sul tetto di un palazzo del quartiere Cavone a Napoli, in cui realmente vivono molti cingalesi, e a dover fare da badante ad un’anziana signora altoborghese appassionata di telenovele sudamericane. Vincenzo, candidato alle prossime elezioni, viene convocato e costretto da un capo locale della camorra a far consegnare un “pezzo” ad alcuni suoi scagnozzi, il politico non vede persona migliore del disperato Alfonso per svolgere questa missione, che viene illuso di stare portando un regalo ad un fantomatico rettore di università. La consegna va male oltre ogni aspettativa e la storia si complica. Alfonso trova rifiugio nel palazzo dei cingalesi e nel casotto di Gayan, Vincenzo va alla sua ricerca, con la missione di metterlo fuori gioco, obbligato dalle minacce del camorrista.

Into Paradiso, il film

Il resto della  storia quindi si sviluppa attorno al terrazzo dal quale Alfonso non può scendere, la sedia a cui viene legato Vincenzo per evitare di commettere sciocchezze e il paese in cui Gayan è costretto a restare contro la sua volontà. Il film di Paola Randi, che esce il 10 febbraio in sole 30 copie, è frutto di un’impressione: durante una passeggiata per Napoli, la regista ha visto un gruppo di ragazzi cingalesi giocare a cricket con accanto un gruppetto di ragazzini italiani che giocavano a calcio. Da qui l’idea di raccontare una storia di convivenza ma anche di costrizione, come precisa durante la conferenza stampa Peppe Servillo, voce degli Avion Travel prestata al cinema, che ha un ruolo anche nella colonna sonora, visto che le musiche sono realizzate da un altro componente del gruppo napoletano: Fausto Mesolella.

Più che di coabitazione, Into Paradiso narra infatti lo estraniamento e la reazione al cambiamento dei personaggi principali. Alfonso si deve rimettere in gioco ad un’età in cui normalmente si dovrebbero avere delle certezze,  di colpo perde il lavoro e, a causa di Vincenzo, si trova in una situazione che non gli appartiene, rinchiuso in un luogo che è in Napoli, ma in cui i napoletani sono gli estranei che lo vogliono morto, mentre i normalmente “stranieri”, i cingalesi, sono coloro che lo aiutano. Vincenzo, d’altronde si trova costretto in una complicazione che non aveva pianificato. E’ l’unico effettivamente in prigionia, visto come viene legato alla sedia e reso inoffensivo dai tranquillanti che Alfonso gli somminstra.

Gayan è invece emigrato in un paese che non ha niente in più da offrirgli rispetto a quello di origine, che anzi gli prometteva un lavoro adatto alle sue competenze. Il suo problema è pratico: deve trovare i soldi per comprare il biglietto di ritorno in Sri Lanka. Intorno a tutto ciò c’è Napoli, che non è però protagonista ingombrante di Into Paradiso, come spesso accade. Il tutto si racchiude nei pochi metri quadri del casotto e nella stanza della signora bene dove lavora Gayan. I camorristi, il motore della storia, sono tratteggiati in maniera quasi comica, ognuno perfettamente aderente allo stereotipo del mariuolo un po’ guascone. A differenza di ciò che avviene in molte altre storie di questo tipo in cui i due personaggi costretti a convivere alla fine perdono di vista il proprio obiettivo iniziale in nome della nuova amicizia, i due personaggi principali sono molto razionali nel perseguire la loro missione di tirarsi fuori dai guai.

La logica di Into Paradiso è permeata però da momenti realmente onirici: la regista ammette infatti una certa fascinazione per gli effetti girati nel momento di ripresa o realizzati non in postproduzione. Fatto che dà vita a due sequenze molto interessanti che non sono un “corpo estraneo” ma sono perfettamente inserite nella dinamica della storia. Nella prima, Alfonso ricostruisce il delitto a cui ha assistito e che lo ha portato in quella situazione: crea un plastico sul quale viene proiettata, su diversi angoli, la scena a cui ha assistito e con la quale lui interagisce. La seconda è un sogno girato a passo uno nel quale Alfonso immagina di sedurre l’affascinante cugina di Gayan. Queste ed altre sono alcune soluzioni che rendono il film molto divertente, di certo con alcuni punti da smussare, ma sicuramente una buona prima prova da regista per Paola Randi.

Box Office USA 31 gennaio 2011

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Un diabolico Anthony Hopkins in testa al BOX Office Usa. Non poteva essere altrimenti. Una commedia senza troppe pretese di essere la più demenziale al mondo, ma, anzi con velleità di essere sofisticata non poteva non cedere all’uscita di un “filmone  de paura” in cui Anthony Hopkins dà nuovamente il volto ad un personaggio controverso; The Rite infatti, con un incasso di 15 milioni di dollari realizzato nella prima settimana di uscita scalza dalla vetta No strings attached “rom-com” con Natalie Portman e il signor “Demi Moore” Ashton Kutcher,che segue il primo in classifica con un incasso lordo di 13,7 milioni di dollari.

In terza posizione un film d’azione: The mechanic in cui Jason Statham, attore scoperto da Guy Ritchie ma ormai abbonato ai ruoli da duro ha a che fare con un apprendista mercenario.

Il film che ha ottenuto più candidature ai prossimo Oscar, The king’s speech, si ferma alla quarta posizione, il film, uscito lo scorso 28 Novembre, totalizza ad oggi un incasso lordo di 57 milioni di dollari.

Il nuovo film dei fratelli Coen, anch’esso sicuro protagonista della serata al Kodak Theatre, True Grit, scende in sesta posizione.

A seguirlo, la commedia di Ron Howard con protagonista  Vince Vaughn The dilemma.

Black swan di Darren Aronofsky convince critica e le giurie dei premi ma a quanto pare non il pubblico, visto che non riesce ad abbandonare la zona bassa della classifica, dove resta in ottava posizione con un incasso lordo di 50 milioni di dollari a fronte delle oltre 5 settimane di uscita.

Anche The fighter con Melissa Leo, Mark Whalberg e Christian Bale rimane in nona posizione, nulla hanno potuto i Golden Globes ottenuti dagli attori.

A chiudere la classifica, Yogi bear che totalizza 92 milioni di dollari di incasso a un mese dall’uscita.

Box Office ITA al 31/01/2011

Box Office ITA al 31/01/2011

Week end dominato ancora una volta dalle commedie italiane, rispettivamente Qualunquemente, Immaturi e Che bella giornata. Buon esordio per Parto col Folle e Il discorso del re, ma le altre new entry non si piazzano nemmeno nella top10. Per sapere i risultati al box office italiano…

Qualunquemente mantiene la testa della classifica italiana dei film più visti del weekend, ottenendo 3,7 milioni di euro che gli consentono di giungere a 11,3 milioni complessivi in dieci giorni. La commedia con Antonio Albanese è però tallonata da Immaturi, che ha migliorato la propria tenuta rispetto all’esordio, incassando altri 3,5 milioni per 8,4 milioni totali: un risultato inaspettato, considerando l’ “overdose” di commedie nelle sale italiane da almeno un mese.

Che bella giornata perde una posizione, con 1,9 milioni raccolti negli ultimi tre giorni che gli consentono di arrivare a ben 41,6 milioni complessivi: il film di maggiore incasso della stagione è proprio l’opera seconda di Checco Zalone, che sta ottenendo cifre da capogiro difficilmente raggiungibili.

Sorprende il quarto posto di Parto col folle con i suoi 1,4 milioni: ancora una commedia nelle prime posizioni, segno che il periodo è decisamente fortunato per il genere.

Si cambia decisamente tono con Il discorso del re, che debutta in quinta posizione con 953.000 euro: di sicuro un ottimo risultato per una pellicola puramente british che in altre circostanze non avrebbe suscitato interesse nel nostro Paese. Invece, grazie alle 12 nomination agli Oscar, ai numerosi premi vinti e al suo attuale status di pellicola favorita ai prossimi Academy Awards (non soltanto per la splendida interpretazione di Colin Firth), il film potrà riscontrare una buona tenuta nelle prossime settimane, grazie al passaparola e alla curiosità generata dai vari riconoscimenti ottenuti.

Vallanzasca – Gli angeli del male scende al sesto posto con 628.000 euro per 2 milioni complessivi: il film di Michele Placido sta registrando una performance al di sotto delle aspettative. Potremmo dunque pensare che il film avrebbe ottenuto una prestazione positiva se fosse stato distribuito qualche mese fa, poco dopo la Mostra di Venezia dove fu presentato.

Settimo posto e 480.000 euro per Animals United, arrivato a 1,4 milioni, e seguito da The Green Hornet: la new entry ha ottenuto un’accoglienza molto fredda, di certo influenzata dal 3D che, ultimamente, allontana gli spettatori invece di attirarli.

A chiudere la top10 troviamo Vi presento i nostri (401.000 euro) e Hereafter (300.000 euro), arrivati rispettivamente a 4,6 e 7,1 milioni totali.

Da segnalare infine il pessimo risultato di altre due novità del fine settimana: Febbre da fieno, presentato in molti festival internazionali, si rivela un vero e proprio flop con i suoi 63.000 euro e il quattordicesimo posto ottenuto. Discorso simile per Vento di Primavera, quindicesimo, uscita tecnica in occasione della Giornata della Memoria, che debutta con appena 52.000 euro (72.000 euro nei quattro giorni).

Il Discorso del Re: recensione del film con Colin Firth

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Il Discorso del Re: recensione del film con Colin Firth

Le avventure di un Monarca riluttante’, questo potrebbe essere un sottotitolo adatto per Il Discorso del Re, bellissimo film di Tom Hooper, in questi giorni nelle sale. La storia è semplice, ben scritta e magistralmente interpretata: quando Re Eduardo VIII abdica per poter sposare una donna divorziata, tocca al timido Bertie, secondogenito di Giorgio V, salire al trono, con il nome di Giorgio VI.

Il Discorso del Re, la trama

Bertie però non è solo timido, ma è balbuziente, un vero e proprio handicap per un re che dovrebbe guidare il suo popolo in una guerra mondiale, la Seconda, attraverso l’utilizzo della nuova tecnologia radiofonica. Il film si apre su un discorso fallimentare che Bertie, all’inizio Duca di York, non riesce a pronunciare in pubblico a causa della sua invadente balbuzie.

In questo modo veniamo immediatamente proiettati nel cuore della vicenda, e nel dramma di quest’uomo che si vede impedito a svolgere i suoi doveri di componente della famiglia reale; il regista Tom Hooper si incolla così al suo protagonista, dall’inizio il suo problema, la sua difficoltà diventa la nostra e la sua ansia è condivisa con il pubblico che incondizionatamente si pone dalla parte di quest’uomo che avendo tutte le caratteristiche dell’uomo comune, è costretto dagli eventi ad assumere un ruolo straordinario. Ben presto si accorgerà di esserne all’altezza, ma non prima di aver mostrato la sua umanità, la sua irascibilità e il suo temperamento orgoglioso.

A capo di questa messa in scena eccellente il grandissimo Colin Firth, che già ha impressionato lo scorso anno nella sua interpretazione del dolore in A Single Man, e che adesso incanta e commuove con la sua performance ne Il Discorso del Re: l’imponenza fisica e la duttilità attoriale di Colin sono state messe a disposizione di un personaggio, il lavoro mimetico, dal gesto, alla postura, alla dizione, tutto è stato curato nel minimo dettaglio e il risultato è straordinario. Firth riesce ad apparire fragile, nonostante la sua imponenza, a sembrare sconfitto nonostante l’immensa statura morale del suo personaggio, lui è Giorgio VI. Accanto a Colin Firth traviamo due attori di ottimo livello: Helena Bonham Carter, che interpreta la consorte Elizabeth, e Geoffrey Rush, nel ruolo del controverso logopedista che viene incaricato di guarire il futuro sovrano, Lionel Logue.

Entrambi gli attori sono perfettamente all’altezza dei ruoli loro assegnati, e se la Carter appare una discreta ma salda spalla per Bertie, Geoffrey Rush da vita ad un personaggio spiritoso, ironico e decisivo per lo svolgimento narrativo della vicenda. A quanto pare l’attore si trova molto bene a corte, più che altro nei ruoli di consigliere o amico reale! Da sottolineare anche la presenza molto breve di Timothy Spall che interpreta Winston Churchill. L’attore ritrova la Carter con la quale ha già lavorato in Sweeney Todd, Alice in Wonderland e nella saga di Harry Potter e anche lui si conferma un ottimo attore capace di un lavoro mimetico davvero notevole.

Ma artefice della bellezza del film è in primis Hooper, che con una regia molto visibile segue i suoi personaggi e li posiziona con precisione all’interno del quadro, privilegiando il decentramento del soggetto e lasciando respirare l’inquadratura, riprendendo grandi pareti spoglie e ponendo il personaggio in un angolo, a voler lasciare spazio intorno, a voler far vedere oltre per far respirare il quadro, e con esso lo spettatore, proprio come il re balbuziente impara a fare a poco a poco da Lionel. L’elegante e preciso balletto che Hooper mette in scena con i suoi attori è coronato e perfezionato dall’accompagnamento musicale di Alexandre Desplat, che con discrezione prima e con decisione poi accompagna nel giusto modo la vicenda, senza imporsi ma rimanendo sempre presente, accompagnando.

La grande forza de Il Discorso del Re però è insita nella storia e nella straordinaria empatia che riesce ad instaurare con il pubblico, nell’altissimo grado di tensione che riesce a trasmettere e nella grande emozione che restituisce. Non è solo tanta bella forma, come solo le produzioni inglesi sanno fare, è anche tanto significato, una storia di grande forza e grande umanità, con una bellissima sceneggiatura, attenta e calibrata e avvalorata dalla storia vera che il film racconta, in una confezione perfetta, coronata da Colin Firth nella sua interpretazione più bella (e forse anche fisicamente impegnativa) di sempre.

In un mondo in piena rivoluzione, quando la comunicazione (e i mezzi di comunicazione) comincia a diventare  davvero importante attraverso i mass media (la radio), cosa che il film sottolinea più volte, un uomo riesce a superare i propri limiti ed a diventare un simbolo  sotto il quale un intero impero si rifugerà durante il secondo conflitto mondiale. Assolutamente un film da vedere, e di rigore, in versione originale!

Burlesque: recensione del film con Nicole Kidman

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Burlesque: recensione del film con Nicole Kidman

Arriva a cinema distribuito da Sony Pictures Releasing Italia Burlesque, il nuovo musical diretto da Steve Antin con Kristen Bell, Cher, Stanley Tucci, Eric Dane, Cam Gigandet, Alan Cumming, Julianne Hough, Peter Gallagher, David Walton, Wendy Benson-Landes, Stephen Lee, Katerina Mikailenko

In Burlesque La giovane cameriera Ali (diminutivo di Alice) decisa e con una voce spettacolare sogna di cambiare vita, e si trasferisce dall’Iowa a Los Angeles, dove per caso e per determinazione entra a far parte del corpo di ballo del Burlesque Lounge, un teatro che offre spettacoli di varietà molto apprezzati dal pubblico pagante. Qui fa amicizia con la proprietaria Tess, con il bel barista Jack e con il costumista, Sean. Tra piccole invidie e grandi amicizia Ali riuscirà a raggiungere il successo ed a trovare l’amore.

Questo è Burlesque, per il quale poche righe bastano a tratteggiare per sommi capi una delle trame più banali degli ultimi tempi che vede protagoniste tante belle donne ma davvero poca sostanza. Ma scendiamo nel dettaglio: la giovane protagonista è interpretata da Christina Aguilera, la nota cantante che con questo film debutta al cinema. Christina non lascia spazio all’immaginazione, se da un lato si vede benissimo che non è un’attrice, prova ne è la mediocre interpretazione, dall’altro si conferma grande performer, catalizzando l’attenzione su di sé con la sua presenza scenica e le sue grandi doti canore (com’è possibile che quel corpicino contenga una voce del genere?).

A far da mentore alla giovane ragazzina campagnola una più che mai pallida Cher che sprezzante del tempo che passa, si presenta sempre in ottima forma fisica, peccato che le sue belle espressioni facciali che le valsero l’Oscar per Stregata dalla Luna siano sparite molti interventi chirurgici orsono! Fortuna che la sua profonda e particolare voce è (più o meno) rimasta la stessa, come ci testimonia il brano You Haven’t Seen the Last of Me, vincitore del Golden Globe e cantato splendidamente in una scena che sembra un tributo all’attrice/cantante, forse necessario per renderla un po’ più partecipe di un film che ruota assolutamente intorno alla bella Christina.

Se il mondo delle paillettes e delle belle donne ha sempre il suo fascino, per Burlesque si fa un’eccezione: la quasi totale assenza di spunti narrativi rende il film molto noioso e sicuramente più di uno spettatore noterà le molte somiglianze con altre trame, dal piccolo e divertente Le ragazze del Coyote Ugly, al più noto e maestoso Moulin Rouge, con il quale ha in comune il numero di Diamonds are a Girl’s Best Friends. Non pensiamo certo di scomodare la memoria della divina Marilyn, ma anche il confronto con la ‘poco meno divina’ Nicole Kidman è perso in partenza! Ma tra il vecchio (Cher) e il nuovo (Aguilera) ecco spuntare nella trama anche il semi-nuovo (o semi-vecchio che dir si voglia) e quindi ecco il personaggio di Nikki, interpretato da Kristen Bell, stella del Burlesque Lounge soppiantata dalla più brava e diligente Ali. L’idea di un personaggio che introducesse un elemento di conflitto nella linearità della vicenda è sicuramente buona, ma sviluppato in maniera pessima questo spunto si affloscia su se stesso, risultando solo un altro dei tanti elementi che nel film non funzionano.

Per quanto riguarda i maschietti del film invece qualche parola va sicuramente spesa per Stanley Tucci, che si trova ad interpretare un ruolo fotocopia di quello del Nigel de Il Diavolo Veste Prada, ma senza Meryl Streep al suo fianco. Come al solito impeccabile! E poi ci sono i belli che si contendono le grazie della protagonista: il giovane e squattrinato Jack (l’ex vampiro Cam Gigandet), cameriere con ambizioni da musicista che si innamora perdutamente di Ali; e Marcus (Eric Dane, Dr. Bollore di Grey’s Anatomy), il cliente abituale, ricchissimo uomo d’affari che vuole comprare il locale e circuire la protagonista. In pratica le versioni mal fatte di Christian e il Duca, co-protagonisti di Moulin Rouge!

Resta poco altro da dire su un film che sebbene molto pubblicizzato resta una brutta delusione. Una regia timida, una sceneggiatura debolissima e degli interpreti che guidati diversamente avrebbero potuto fare sicuramente meglio. Bocciato il regista e sceneggiatore Steve Antin, alla sua prima prova cinematografica, promosso con la sufficienza Christophe Beck compositore della colonna sonora del film, buono il lavoro di scenografia e costumi. Molto bello invece il numero di chiusura, sulla note di Burlesque cantata dalla Aguilera, che lascia una bella impressione ma non riesce a sopperire ai precedenti 115 minuti. Peccato, fallire quando a disposizione si hanno paillettes e belle donne è davvero difficile!

Morto John Barry, autore colonna sonora James Bond

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E’ morto John Barry, compositore famoso per le colonne sonore dei film di James Bond, ma non solo.Barry aveva all’attivo quattro premi Oscar – nel 1966 per “Nata libera”, nel 1968 per “Il leone d’inverno”, nel 1985 per “La mia Africa” e nel 1990 per “Balla coi lupi” – ed è deceduto ieri per un infarto a 77 anni, secondo quanto scrive la Bbc.

Il suo primo arrangiamento del theme di James Bond come spalla di Monty Norman in “Agente 007 – Licenza di uccidere”, lo portò a comporre le colonne sonore per 11 film della serie tra il 1962 e il 1987, tra cui “Goldfinger” nel 1964 (per cui scrisse la canzone cantata da Shirley Bassey, campione di vendite in tutto il mondo). Con il film successivo “Agente 007 – Dalla Russia con amore”, Barry ebbe la completa responsabilità delle musiche componendo in appoggio al James Bond Theme di Norman il tema d’azione “007” utilizzato poi in altri episodi.

Per “Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono” ricorse alla voce di Tom Jones, mentre per il dolce tema di “Agente 007 – Si vive solo due volte” usò quella di Nancy Sinatra. Con l’uscita dalla serie di Sean Connery e l’arrivo dell’australiano George Lazenby per “Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà” Barry reinventò il James Bond Theme. All’anagrafe John Barry Prendergast, era nato nel 1933 a York e trovò la sua prima notorietà come leader del “John Barry Seven”. Nel 1971 scrisse il tema della famosa serie tv “The Persuaders” (“Attenti a quei due”) con Roger Moore e Tony Curtis. Nel 1981 vinse anche un simpatico Razzie Awards, per la peggiore canzone scritta, assegnato a “The Man in the Mask” del film “The Legend of the Lone Ranger”.

Morto John Barry, autore colonna sonora James Bond

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E’ morto John Barry, compositore famoso per le colonne sonore dei film di James Bond, ma non solo.

Barry aveva all’attivo quattro premi Oscar – nel 1966 per “Nata libera”, nel 1968 per “Il leone d’inverno”, nel 1985 per “La mia Africa” e nel 1990 per “Balla coi lupi” – ed è deceduto ieri per un infarto a 77 anni, secondo quanto scrive la Bbc.

Il suo primo arrangiamento del theme di James Bond come spalla di Monty Norman in “Agente 007 – Licenza di uccidere”, lo portò a comporre le colonne sonore per 11 film della serie tra il 1962 e il 1987, tra cui “Goldfinger” nel 1964 (per cui scrisse la canzone cantata da Shirley Bassey, campione di vendite in tutto il mondo). Con il film successivo “Agente 007 – Dalla Russia con amore”, Barry ebbe la completa responsabilità delle musiche componendo in appoggio al James Bond Theme di Norman il tema d’azione “007” utilizzato poi in altri episodi.

Per “Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono” ricorse alla voce di Tom Jones, mentre per il dolce tema di “Agente 007 – Si vive solo due volte” usò quella di Nancy Sinatra. Con l’uscita dalla serie di Sean Connery e l’arrivo dell’australiano George Lazenby per “Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà” Barry reinventò il James Bond Theme. All’anagrafe John Barry Prendergast, era nato nel 1933 a York e trovò la sua prima notorietà come leader del “John Barry Seven”. Nel 1971 scrisse il tema della famosa serie tv “The Persuaders” (“Attenti a quei due”) con Roger Moore e Tony Curtis. Nel 1981 vinse anche un simpatico Razzie Awards, per la peggiore canzone scritta, assegnato a “The Man in the Mask” del film “The Legend of the Lone Ranger”.

Ecco i vincitori del Sundance Film Festival 2011

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Ecco i vincitori del Sundance Film Festival 2011

Sundance

Sono stati proclamati i vincitori dell’ultima edizione del Festival ideato da Robert Redford, il Sundance Film Festival. Il riconoscimento più importante dell’intero Festival: Il Gran Premio della Giuria, è stato consegnato a Like Crazy, film che racconta una storia d’amore nata al college tra uno studente americano e una studentessa inglese.

Kurtzman e Orci producono Il gioco di Ender!

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Alex Kurtzman e Roberto Orci sceneggiatori di successo per film come Star Trek, Transformes, produrranno l’adattamento del romanzo di fantascienza Il gioco di Ender. Alla regia dovrebbe essere confermato Gavin Hood (Wolverine, Il suo nome è Tsotsi) che sta ultimando una nuova versione dello script.

Kurtzman e Orci lo aiuteranno con la loro casa di produzione indipendente Odd Lot Entertainment. A rivelarlo è stato lo stesso Orci in un post su Twitter:

Il gioco di Ender! Noi (K/O), la Oddlot e Gavin Hood stiamo portando questo fantastico script in città. A qualcuno interessa??

Il romanzo, uscito nel 1985 e vincitore di numerosi premi, è stato inizialmente adattato dal suo stesso autore Orson Scott Card, che si sta interessando da vicino delle sorti del film.

In un futuro in cui l’umanità è a mala pena sopravvissuta a due successive invasioni da parte degli alieni Scorpioni, il romanzo segue la storia dei bambini più brillanti del mondo, incluso l’eccezionale Ender Wiggin, che vengono portati nella Scuola di Guerra in età precocissima: l’intenzione è quella di addestrare i migliori comandanti in vista dell’imminente Terza Invasione.

Fonte. Twitter,badtaste

Henry Cavill è Superman!

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Henry Cavill è Superman!

Henry Cavill che ha partecipato alla sfortunata serie The Tudors interpreterà Clark Kent nel reboot di Superman, diretto da Zack Snyder e targato WB. La Major insieme alla Legendary Pictures, hanno annunciato il casting dell’attore, che sarà sugli schermi a novembre nel ruolo di Teseo in Immortals. Cavill era già stato opzionato da Zack Snyder per il suo Superman Returns prima che il ruolo venisse affidato a Brandon Ruth.

Zack Snyder ha commentato così l’annuncio del casting di Cavill:   Nel pantheon dei supereroi, Superman è il personaggio più riconosciuto e riverito di tutti i tempi, e io sono onorato di far parte del suo ritorno sul grande schermo. Mi unisco alla Warner Bros., alla Legendary Pictures e ai produttori nel dire quanto siamo eccitati del casting di Henry. E’ la scelta perfetta per indossare il mantello e lo scudo con la S.

Fonte: JustJared

Oscar 2011: primi spot per i conduttori!

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La ABC sta avviando la campagna promozionale per la cerimonia degli 83esimi Academy Awards, sono online due divertenti spot con James Franco e Anne Hataway che provano lo show!

Beyond: recensione del film di Pernilla August

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Beyond: recensione del film di Pernilla August

Pernilla August dirige Beyond, uno struggente dramma interiore, la lotta di una donna contro un passato che si era solo illusa di aver dimenticato.

In Beyond una giovane donna che vive felice insieme alla propria bellissima famiglia, una telefonata che improvvisamente la riporta di fronte ad un angoscioso passato, un passato che si era solo illusa di aver sepolto nella memoria. Un film che parla di una lotta, la lotta di Leena contro i ricordi di un’infanzia terribile, una lotta contro le proprie radici,   la fuga da ciò che si credeva ormai dimenticato. Svezia, oggi. Una giovane donna, Leena (Noomi Rapace), vive in armonia e serenità con l’amatissimo marito Johan (Ola Rapace) e le due piccole e bellissime figlie; una famiglia unita, una famiglia felice.

Una mattina, nel giorno di Santa Lucia, la serenità di questa famiglia viene interrotta bruscamente da una telefonata, dall’altra parte del telofono Leena riconosce la voce roca e malferma della madre (Outi Maenpaa), una madre che non vede e non sente ormai da molti anni. Leena istintivamente riattacca ma quando il telefono torna a squillare ed il marito la obbliga a rispondere nuovamente, non udirà più la voce della madre ma quella di un’infermiera che le annuncia il desiderio della donna, ormai molto malata, di vedere la figlia per un’ultima volta.

Beyond è l’opera prima di Pernilla August

Improvvisamente riaffiorano dalla memoria immagini, emozioni e ricordi che Leena si era illusa di aver sepolto per sempre, reminiscenze di una vita passata, quell’infanzia traumatizzante al fianco di genitori alcoolizzati e violenti che si era quasi convinta appartenessero non più a lei, ma ad un’altra persona. Nel viaggio verso l’ospedale, nell’incontro con la vecchia madre gravemente malata e riaprendo la porta del piccolo appartamento teatro della sua tormentata fanciullezza, la protagonista è continuamente pervasa da ricordi e immagini, flash back che permettono allo spettatore di conoscere le terribili esperienze della piccola Leena (Tehilla Blad). Gradualmente e con angoscia sempre crescente abbiamo così modo di capire cosa induce Leena a chiudersi anche nei confronti dell’amato marito; i ricordi del padre Kimmo (Ville Virtanen), emigrante finlandese mai adattatosi alla moderna Svezia, alcoolizzato e disturbato mentalmente; la madre, vittima delle violenze del marito ma a sua volta debole e incline al bere; e sopratutto lo struggente ricordo del fratellino minore, Sakari, debole ed indifesa vittima di tale squallore da cui la giovane Leena cerca disperatamente di proteggerlo.

Beyond è l’opera prima di Pernilla August, famosa attrice svedese scoperta da Ingmar Bergman per cui ha recitato prima a teatro e poi per il cinema con ” Fanny e Alexander”; una carriera proseguita in modo brillante e con diversi riconoscimenti anche internazionali ( miglior interprete femminile al festival di Cannes nel 1992 con il film ” Con le migliori intenzioni” di Billy August ). Il film in questione, Beyond, che vede il suo esordio alla regia, narra una storia tratta dal best-seller “Svinalangorna” dell’autrice svedese-finlandese Susanna Alakoski.

“Quando ho iniziato a lavorare a questo film” dichiara la regista, “ho pensato che il tema sarebbe stato: crescere in una famiglia violenta”, una storia sulle difficoltà e, aggiunge la August, “su quanto sia terribilmente difficile essere poveri, venire da un altro paese, non parlarne la lingua”.

Procedendo con la stesura della sceneggiatura però, la regista svedese si convince che  “sarebbe stato più interessante” afferma lei stessa, “combinare la storia dell’infanzia di Leena con la storia della sua vita da adulta e raccontare cosa voglia dire mentire a se stessi e alle persone che ci circondano”. E’ in questa sua ultima riflessione che risiede il segreto, l’anima, di questo bellissimo film dalla coinvolgente e struggente intensità. Beyond è la storia di una donna e della sua battaglia per la felicità, una felicità intesa come una vita tranquilla accanto ad un marito amorevole e due bellissime figlie. Questa battaglia si disputa contro il proprio passato, un passato che Leena si illude di aver sepolto, rigettato dalla propria mente, lasciatosi definitivamente alle spalle. Ma quando questo passato si ripresenta nella pace del suo presente, tutto quel muro interiore crolla come un castello di carta e le immagini, le angoscie di quegli anni terribili riaffiorano spietate e intatte. “Ho capito che Svinalangorna” afferma sempre la August, ” era un libro sul vivere dentro e insieme alla menzogna”, ed così che la protagonista, Leena, interpretata dalla stupefacente Noomi Rapace, rimane arroccata per quasi tutto il film nei suoi silenzi, nella tremenda desolazione interiore che la induce ad una totale chiusura anche e sopratutto verso le persone più care, più amate.

Il dolore di Leena è solo di Leena, è troppo intimo, un dolore rigettato per anni di duro lavoro interiore tanto da crederlo non più suo, non reale; un viaggio dentro i ricordi che non concede aiuti esterni, un viaggio esclusivamente personale. Eppure tra quei ricordi non c’è solo violenza e squallore, non c’è spazio solo per le violente litigate tra i genitori, il padre abbandonato nel salotto agonizzante tra i suoi rifiuti o la madre ubriaca che non si cura del debole figliolo in attesa di un pranzo decente. Tra quei ricordi ci sono anche i pochi momenti felici, gli scostanti gesti di tenerezza del padre, i consigli della madre ed i suoi racconti su un adolescenza da provetta nuotatrice, i giochi con l’amato fratellino a cui cercava, da giovane donna più matura della sua età, di risparmiare le urla e le scenate dei genitori. Ed è proprio questo che Leena teme, la sua paura più grande è ammettere e realizzare che quanto lei possa sforzarsi quella era e rimarrà sempre la sua famiglia, le sue inestirpabili radici. Quando il suo rifiuto e questo timore raggiungono l’apice arriva a litigare furiosamente con il marito Johan, con il quale si abbandona agli stessi isterismi della madre tanti anni prima in quella stessa casa; a porre fine a quell’esplosione di ira ci penserà proprio sua madre, la cui morte è annunciata da una telefonata improvvisa.

Ecco quello che non ti aspetti: dopo aver mostrato, per tutto il corso del film, prima indifferenza e poi odio e rabbia verso la madre morente, Leena, alla notizia della sua morte, scoppia in un pianto disperato e inconsolabile non riuscendo a dire altro che “la mia mamma…il mio papà…”. Nonostante tutto erano loro i suoi genitori, erano loro la sua famiglia, bella o brutta che potesse essere quella era. Non c’è scelta, non c’è possibilità di accettare o meno, Leena ritrova quel sentimento filiale, la tenerezza verso persone che a loro modo l’hanno amata e che a in qualche modo sono stai la “sua mamma” ed il “suo papà”. Un film dalla potentissima carica emotiva e dall’intensità drammatica notevole; una schiera di interpreti eccellenti su cui spicca per bravura e passione recitativa Noomi Rapace, unica tra loro conosciuta al grande pubblico come la Lisbbeth Salander nella Trilogia Millenium tratta dai romanzi di Stieg Larsson.

Con il personaggio di Leena, Noomi Rapace riesce con sorprendente bravura ad alternare le stesse espressioni dure e severe della Lisbeth di “Uomini che odiano le donne” con la tenerezza di una madre amorevole e le sequenze finali dove Leena esplode in tutta quella disperazione rimasta così a lungo trattenuta. Oltre al bravo Ola Rapace, marito nella realtà di Noomi e attore e musicista alquanto amato in patria, sono da segnalare le degnissime interpretazioni di Outi Maenpaa e di Ville Virtanen, attore, scrittore e sceneggiatore finlandese. Senza il minimo dubbio una considerazione particolare va concessa alla giovanissima Tehilla Blad, Leena da giovane, la quale affronta un ruolo di tale difficoltà in un film tanto impegnativo con ammirevole maturità ed indubbia personalità. Sesta di otto fratelli, tutti impegnati nel mondo dello spettacolo, siamo quasi certi che di questa piccola grande attrice sentiremo, in futuro, ancora parlare.

Femmine contro Maschi: recensione del film di Fausto Brizzi

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Femmine contro Maschi: recensione del film di Fausto Brizzi

Arriva al cinema Femmine contro Maschi, contraltare di rito a Maschi contro Femmine uscito lo scorso ottobre, sempre per la regia di Fausto Brizzi e sempre incentrato sulle relazioni di coppia, più o meno verosimili e più o meno apprezzabili sullo schermo.

Se Femmine contro Maschi ha sicuramente il buono ed onesto proposito di far ridere, purtroppo l’intenzione resta tale senza un vero e proprio slancio di comicità che possa aiutare lo spettatore a godersi il film. Dei tanti attori che compongono il cast forse solo Emilio Solfrizzi riesce a strappare qualche sorriso, soprattutto nei suoi pseudo-razzisti discorsi iniziali e nella sua messa in scena di difetti e manie così comuni nell’italiano medio da far pensare allo spettatore: “Sembra mio zio!” e simili. Il resto del cast, purtroppo, è sacrificato sull’altare della sceneggiatura, che a detta del regista è l’elemento fondamentale per un buon film, ma che a ben vedere il prodotto finale, non sembra poi così sicuro che il nostro Fausto tenga presente questa dichiarazione!

Femmine contro Maschi, il film

Forse mai così sacrificati, Claudio Bisio, Ficarra & Picone, Luciana Littizzetto e tutti gli altri offrono interpretazioni mediocri: il primo troppo intento a fare se stesso su un testo che forse non gli suggeriva altro, la coppia di comici messa alla prova su un banco che davvero non gli appartiene, essendo la dimensione televisiva molto più consona ai loro modi. La strizzata d’occhio alla coppia Totò e Peppino, mentre scrivono la lettera d’amore per il ragazzino non eguaglia certo l’altro omaggio che i comici napoletano ebbero da Benigni e Troisi! Ed infine Luciana Littizzetto che tanto diverte con la sua tagliente e spietata ironia, ma che così poco bene sta al cinema, anche lei in un ruolo e una sceneggiatura che assolutamente non si adattano al suo personaggio.

E che dire di Serena Autieri, Nancy Brilli e Francesca Inaudi? La prima sembra poco più che una comparsa così come la più giovane e meno brava Inaudi, per quanto riguarda la Brilli forse ha troppo sacrificato la sua espressività facciale in nome dell’eterna (o quasi) giovinezza per sembrare ormai un’attrice a tutti gli effetti! Purtroppo questa volta Fausto Brizzi fa un buco nell’acqua, né forma né sostanza accorrono in soccorso ad un film che invece come formula produttiva (due film girati back to back) ha dell’innovativo, almeno per quello che riguarda il nostro lato dell’oceano (Atlantico).

Valeria Marini continua a produrre!

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Valeria_mariniIniziano in questi giorni a Barcellona le riprese del film 11/11/11 prodotto da Capacity Pictures, Canónigo Films e la Stars Pictures di Valeria Marini per la regia di Darren Lynn Bousman, uno dei più importanti registi del genere horror (Saw II, Saw III, Saw IV).

Brizzi presenta Femmine contro Maschi

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Maschi contro Femmine è uscito qualche mese fa, ed ora anche Femmine contro Maschi, il suo completamento (parlare di sequel sarebbe sbagliato) è stato presentato alla stampa. Il cast al completo, con un Brizzi in forma smagliante ha presieduto l’incontro. Come sempre più spesso accade la conferenza si è risolta in un’allegra chiacchierata tra la stampa e questa famiglia allargata che ha realizzato il film.

Joe Manganiello sempre più Superman?

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Joe Manganiello sempre più Superman?

A quanto pare Joe Manganiello è sempre più lanciato per il ruolo da protagonista nel nuovo Superman di Zack Snyder. Ora arriva anche Il Los Angeles Times a dare sostegno ai rumors che nei giorni scorsi si erano susseguiti.Si apprende che il protagonista di True Blood è definitivamente in lizza per il nuovo Superman”. Questa tesi è stata avvallata da Hero Complex, blog del Times che alcuni giorni fa aveva twittato:

Il lupo mannaro di True Blood Joe Manganiello è il frontrunner per interpretare Superman? Questo è il rumour del giorno a Hollywood.

The Envelope invece sostiene: Al Bake Off dell’Academy della settimana scorsa, un evento legato al mondo degli effetti visivi cinematografici, in molti (specialmente chi fa parte del team al lavoro sul nuovo Superman) parlavano del fatto che Manganiello continua a essere citato nelle conversazioni legate al nuovo volto che avrà l’eroe del franchise.

Manganiello stesso, ultimamente ha dichiarato  più volte ai media: Sarei onorato. Adoro Zack Snyder e Christopher Nolan.

Du tutto questo susseguirsi di voci una verità è certa. Visto l’imminente inizio delle riprese, previste per l’inizio della prossima estate, certamente il casting per il ruolo principale inizia ad intensificarsi e sicuramente a breve, massimo qualche mese sapremo chi sarà il nuovo Clark Kent.

Superman, scritto da David S. Goyer e diretto da Zack Snyder, uscirà a natale 2012.

Fonte:badtaste

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