Se un film ottiene un grande successo al botteghino, è molto probabile che se ne svilupperà un franchise, indipendentemente dal genere.
E, se questa scelta è spesso concorde coi desideri del pubblico che ha imparato ad affezionarsi a un personaggio, sperando di poterlo seguire in altre avventure, molto spesso accade invece che il sequel non sia all’altezza dell’originale, come ha messo in evidenza Screenrant.
Pirati dei Caraibi (2003, 2006, 2007, 2011, 2017)
Nonostante si debba ammettere che Pirati dei Caraibi: la maledizione del forziere fantasma e Pirati dei Caraibi: ai confini del mondo siano sequel piuttosto sottovalutati all’interno del franchise, nessuno di questi è mai stato all’altezza di La maledizione della prima luna. La Disney ha anche provato a replicare quel successo al di fuori del franchise con il recente Jungle Cruise, ma ancora non è riuscita ad avvicinarsi al classico del 2003.
Anche se Jungle Cruise è sulla buona strada per avere dei sequel, si spera che questi siano migliori del “punto più basso” toccato da Pirati dei Caraibi, ovvero Pirati dei Caraibi: oltre i confini del mare. Il franchise si è ripreso poi di poco con Pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar, seppur fosse già assodato che fosse ormai impossibile procedere oltre con ulteriori storyline.
Ti presento i miei (2000, 2004, 2010)
Ti presento i miei è stata una delle pellicole più iconiche dei primi anni ’80. E anche dopo la sua uscita nelle sale, è diventato un pilastro della TV via cavo. Quindi, naturalmente, i sequel ne sono stati la conseguenza diretta.
Sfortunatamente, questi sequel sono stati Mi presenti i tuoi e Vi presento i nostri, tutt’altro che apprezzati dai fan. Mi presenti i tuoi presenta certamente alcune buone citazioni e momenti, che sono tuttavia tipicamente troppo grossolani. Tutta la dolcezza di Ti presento i miei viene rimossa in favore di battute a sfondo sessuale, mentre in Vi presento i nostri è stato invece assemblato un cast di star, senza una solida sceneggiatura a sorreggerli. Anche con ripetute visioni, niente di Vi presento i nostri sarà conservato nella memoria del pubblico, il che è probabilmente dovuto al fatto che Ti presento i miei non ha mai avuto bisogno di un sequel in primo luogo.
Una notte da leoni (2009, 2011, 2013)
Vi era un clima di entusiasmo attorno all’uscita di Una notte da leoni, ma pochi avrebbero potuto prevedere che la commedia vietata ai minori sarebbe diventata l’evento che è stato. Il motivo per cui ha funzionato bene weekend dopo weekend è stata la rinfrescante mancanza di prevedibilità; si avvertiva infatti come la prima commedia dopo molto tempo che non avrebbe alimentato il pubblico con battute cliché e infantili.
Le qualità del successo del primo film svanirono purtroppo in Una notte da leoni 2. L’energia frizzante che permeava il primo film di Todd Phillips è stata sostituita da un tono cupo e da una posta in gioco forse troppo alta. Tuttavia, rispetto a Una notte da leoni 3 (pressoché privo di trama), il secondo capitolo è un seguito ancora ritenuto adeguato.
Men In Black (1997, 2002, 2012, 2019)
L’originale Men in Black è uno dei blockbuster per eccellenza: è frizzante e attraversa i generi, con performance clamorose da star come Tommy Lee Jones e Will Smith (che hanno una chimica notevole e inaspettata).
Il seguito Men in Black II è stato considerato molto più povero di spessore. Sorprendentemente, quella debacle apertamente sfacciata e orientata ai bambini (ma eccessivamente sessuale) viene dallo stesso regista del primo, grande film (così come il solido MiB 3). L’ultima uscita, Men in Black: International, è stato un tentativo di reboot che non è mai decollato e tanto meno si è avvicinato all’originale.
Iron Man (2008, 2010, 2013)
Iron Man è stato un caposaldo della stagione cinematografica estiva del 2008. E’ stato propulsore iniziatico di un movimento con una portata che non è ancora stata repressa (sia in termini di portata che di incassi): Il MCU.
Iron Man 2 è visto da molti come il nadir del Marvel Cinematic Universe e, mentre questo primo capitolo è stato reputato considerevole sotto tutti i punti di vista, il sequel è certamente carente. Iron Man 3 si comporta in maniera completamente diversa rispetto ai primi due capitoli del franchise, per lo più astenendosi dall’impiegare tropi di film di supereroi a favore di una sottotrama di PTSD che purtroppo non rivela molto di nuovo su Tony Stark. Questo di per sé è ciò che mette il primo Iron Man in cima: la pellicola ha infatti restituito un ottimo lavoro di caratterizzazione del personaggio, seguendolo attentamente tra prove da superare, tradimenti e l’acquisizione di un potere in crescita.
Il Re Leone (1994, 1998, 2004, 2019)
Il re Leone 2: il regno di Simba è meglio della maggior parte dei sequel Direct-to-DVD che la Disney ha sfornato sulla scia delle uscite teatrali di successo degli anni ’90. Tuttavia, anche con il ritorno di Matthew Broderick, Nathan Lane e Ernie Sabella, manca molto di ciò che era presente ne Il Re Leone.
Il Re Leone 3: Hakuna Matata è stato un’interessante rivisitazione del franchise, riportando ancora una volta gran parte del cast principale dell’originale per quello che equivaleva a un remake (dalla prospettiva di Timon e Pumbaa). Tuttavia, non poteva ancora reggere il confronto con la potenza dell’originale, proprio come il remake 2019 di Jon Favreau, pieno di CGI.
Alien (1979, 1986, 1992, 1997, 2012, 2017)
Alien di
Ridley Scott è stato quasi eguagliato da
Aliens di James Cameron, ma
quello di Scott è considerato da molti il film migliore dell’intero
franchise. Alien 3 ha comunque i suoi meriti, ma è
stato definito da numerosi fan un vero “disastro” (anche
se la director’s cut funziona). Alien:
Resurrection è dimenticabile nel migliore dei casi per i
fan, mentre “meno si parla di Prometheus o Alien: Covenant e meglio è”
(entrambi avevano un grande potenziale che è stato sprecato in
egual misura).
Si avverte tuttora come Alien sia sempre stato un
film in anticipo sui tempi, il che è rafforzato da una
legittimamente notevole uscita in 4K per l’originale di
Scott. La Nostromo è un incubo
dettagliato e terrificante di per sé: il suo design interno è
grottesco come qualsiasi attributo dello xenomorfo, una creatura
che non è mai stata più terrificante che qui.
Rocky (1976, 1979, 1982, 1985, 1990, 2006, 2015, 2018)
Pur considerando già Creed come un ottima pellicola, Rocky ha sancito l’inizio di uno dei franchise più amati di sempre. La svolta di Stallone è il film del benessere per eccellenza: tutto quello che dovrebbe esserci nella narrazione è lì, affermano i fan, e le performance in generale del franchise sono abbastanza organiche da non rendere i momenti saccenti opprimenti.
I sequel – soprattutto Rocky II, Rocky III e Rocky IV – hanno seguito l’intera struttura vita familiare-allenamento-combattimento in tre atti, ma con un effetto minore. Rocky V ha provato qualcosa di diverso ed è diventato conosciuto come il nadir della serie, mentre il reboot, Rocky Balboa, è andato sul versante deprimente/pedantico. E anche se Creed II ha i suoi momenti notevoli, non è niente in confronto a Creed, che si conferma ancora un sequel che non potrebbe superare Rocky.
Die Hard (1988, 1990, 1995, 2007, 2013)
I sequel di Die Hard variano notevolmente in termini di qualità. Il quarto capitolo del franchise, Live Free or Die Hard è un actioner troppo patinato che manca dello spirito di Die Hard; a Good Day to Die Hard si allontana da questo spirito ancora di più, difatti la maggior parte dei fan lo raputano privo di qualsiasi qualità redimibile.
Tuttavia, Die Hard 2 e Die Hard: With A Vengeance sono film solidi e rivedibili. La posizione dei sequel testimonia l’impatto del film originale: non importa quanto sia eccellente il seguito, non c’è niente di meglio dell’introduzione del pubblico al poliziotto medio John McClane.
Il franchise di 007 con Daniel Craig (2006, 2008, 2012, 2015, 2021)
Casino Royale aveva la stessa grande pretesa alla corona e allo status di 007 di Goldfinger, tuttavia la corsa di Craig come Bond nel franchise non ha raggiunto picchi altrettanto elevati: Quantum of Solace è un film “a dir poco utile”, secondo le parole dei fan, che è stato anche vittima di uno sciopero degli sceneggiatori. Skyfall è stato un rimbalzo significativo che ha anche impostato il tono visivo per i film successivi.
Skyfall è stato l’apice dei restanti anni di Bond di Craig, ma sia Spectre che No Time to Die hanno i loro meriti: infatti, l’ultima performance dell’attore nel ruolo è una delle sue migliori, il che aiuta ad elevare nel complesso No Time to Die, ma Casino Royale rimane l’apice del suo mandato come Bond.