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Venezia 74: Ra Di Martino e Corrado Sassi raccontano Controfigura

Presentato nella sezione Cinema nel Giardino, Controfigura, primo lungometraggio di Ra di Martino, racconta la storia di un attore che aiuta una troupe cinematografica, in fase di scouting location, a strutturare un film che sembra non avere ancora direzione.

Nel film, Filippo Timi e Corrado Sassi interpretano il divo e la sua controfigura, due protagonisti diversi che a modo loro guidano la narrazione. Il film della Di Martino è però un remake di un film del 1968, con Burt Lancaster, un riadattamento che parte da un racconto di John Cheever.

“Il film originale mi colpì perché si trova in un film sbagliato. Lui è un divo in un film che non ha direzione – ha esordito la regista al suo esordio con un minutaggio importante – The Swimmer è sempre stato nei miei pensieri. Poi lavorando a Marrakech, che è una città araba molto turistica, che accetta non solo diversi tipi di turismo, ma anche tante comunità diverse, mi ha incuriosito sia la convivenza sia tutte le piscine che ci sono, Quindi andava bene per il film e mi ha ricordato Los Angeles, con tutte queste architetture variegato. Volevo raccontare la città ma non in modo ovvio. Ho unito il desiderio di un remake di The Swimmer con un racconto originale della città.”

L’intenzione della regista era quella di raccontare anche la città, quindi, ma attraverso un approccio diverso rispetto a quello del documentario, un approccio che permettesse alla storia di entrare nelle case, chiedendo agli abitanti del posto un angolazione particolare. In questo modo è stato possibile sfruttare la storia per offrire uno sguardo complessivo al posto.

La scelta di Timi è stata guidata dalla conoscenza e dalla collaborazione pregressa trai due, inoltre, aggiunge la Di Martino: “Filippo non è mai noioso, anche nei momenti di pausa, e visto che il progetto prevedeva anche una certa mole di backstage, mi è sembrata la persona più adatta per un progetto ibrido.”

Il personaggio di Corrado Sassi è in realtà l’alter ego del protagonista, per stessa ammissione dell’attore, che spiega: “Io sono la parte più nascosta di un personaggio che ha un ruolo più riconosciuto.”

“Ho sentito molto vicino il ruolo – aggiunge – per gli sforzi fisici e mi è sembrato adatto alla mia ricerca dell’irraggiungibile. È una componente sempre presente nella mia ricerca artistica. Il senso di spaesamento del personaggio poi mi appartiene anche nella vita di tutti i giorni.”

La natura anarchica della storia del film è però, a differenza di quello che si può immaginare, un punto di forza della storia. Come racconta Ra Di Martino: “Trovo che sia interessante nona vere una direzione precisa, le cose delimitate non danno apertura, non comprendono errori.”

Per Sassi: “Ho fatto i miei primi tre film con Matteo Garrone, e sono quindi preparato per l’improvvisazione. Anche Matteo non lavorava con uno script preciso ma aveva un’idea di quello che voleva raccontare. Così si può approfittare di quello che succede, degli incontri e delle situazione. Matteo come Ra sembrano non avere un’idea precisa di ciò che vogliono raccontare, ma si capisce che poi c’è una direzione verso cui andare. A me poi piace moltissimo l’improvvisazione.”

Nel cast di Controfigura anche Valeria Golino. Il film esordirà in sala il 13 ottobre, con una proiezione al MAXXI a Roma, mentre sono programmate altre presentazioni al pubblico in cinema e teatri, in Italia, mentre si cerca la strada dei festival all’estero.

Venezia 74: presentato il premio MATTADOR

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Venezia 74: presentato il premio MATTADOR

Il Premio MATTADOR ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia la propria attività e le iniziative in cantiere. Il Premio internazionale di sceneggiatura è stato illustrato all’Hotel Excelsior del Lido, nello Spazio della Regione del Veneto, in un incontro, aperto al pubblico, patrocinato dalla Regione del Veneto.

Alla presentazione, coordinata dal giornalista Pierluigi Sabatti, sono intervenuti, Pietro Caenazzo, presidente dell’Associazione Mattador, Gianluca Novel, responsabile della Friuli Venezia Giulia Film Commission, Stefano Bessoni, regista, illustratore e insegnante di stop motion, Giulio Kirchmayr, coordinatore del Progetto CORTO86.

E’ intervenuto per la Regione del Veneto Cristiano Corazzari, Assessore regionale alla Cultura; ha portato i saluti del Comune di Venezia, Paolo Romor, Assessore alle Politiche educative e Prosindaco del Lido di Venezia.

Sabatti ha ricordato che il Premio è dedicato a Matteo Caenazzo, giovane triestino formatosi all’Università Ca’ Foscari, scomparso prematuramente nel giugno 2009. Nato dal pensiero e dalle passioni di Matteo, con l’obiettivo di far emergere nuovi talenti dai 16 ai 30 anni, Mattador continua nella formazione di giovani sceneggiatori, registi ed illustratori: accanto ai premi in denaro offre qualificati percorsi di formazione dedicati allo sviluppo dei loro progetti – dalla sceneggiatura alla regia, dallo storyboard alla stop motion – svolti insieme a tutor professionisti di livello nazionale ed internazionale. L’iniziativa è resa possibile grazie al contributo di Mibact, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione del Veneto, Comune di Trieste, Fondazione Casali di Trieste, alle donazioni private e quote associative.

Sono stati illustrati le recenti collaborazioni e i nascenti progetti con importanti realtà nazionali del cinema. La più recente quella con Genova Liguria Film Commission e Land di Maia Associazione Culturale, che vedrà l’Apertura della nona edizione del Premio Mattador a Genova, il prossimo 6 ottobre.

Si è parlato quindi dei libri che Mattador ha generato a partire dal 2010 insieme alle Edizioni Università di Trieste e sono stati anticipati i contenuti del sesto volume, ora in lavorazione, della collana “Scrivere le immagini. Quaderni di sceneggiatura”. Inoltre è stata anticipata la programmazione dei Mattador Workshop, previsti come ogni anno ad ottobre all’apertura della nuova edizione, con un focus sul seminario di animazione stop motion. Tra le novità del programma, ha particolare spicco la sede del percorso formativo Dolly “Illustrare storie per il cinema” che quest’anno si svolgerà a Los Angeles, nello studio del tutor Daniele Auber.

Ampio spazio è stato dato al Progetto CORTO86 dedicato alla migliore sceneggiatura per cortometraggio: sono state illustrate le fasi di produzione del corto “Ascolta i tuoi occhi” di Marcello Pedretti, tratto dalla sceneggiatura vincitrice della sezione CORTO86 2016, prodotto da Mattador in coproduzione con Fantastificio, Pianeta Zero, Pilgrim, Incandenza, con il supporto di FVG Film Commission. L’incontro si è concluso con la proiezione del cortometraggio, protagonisti gli attori Mily Cultrera di Montesano e Mirko Artuso, presente all’evento assieme all’autore.

Il Progetto CORTO86 2017, vinto dalla sceneggiatura “La serata perfetta” di Daniele Napoli di Catania, inizierà a breve la produzione nella regione Friuli Venezia Giulia.

I vincitori dell’ottava edizione del Premio sono stati premiati il 17 luglio scorso nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice dalla Giuria composta da Pupi Avati, Marina Zangirolami Mazzacurati, Salvatore De Mola, Emilia Bandel, Stefano Bessoni. Mattador mette in palio 5.000 euro alla migliore sceneggiatura per lungometraggio; 1.500 euro al migliore sviluppo del soggetto: i finalisti della sezione soggetto sono accompagnati da sceneggiatori in un percorso di sviluppo dell’idea e della struttura narrativa dei loro lavori; i vincitori della sezione DOLLY “Illustrare storie per il cinema” sono affiancati da concept designer nello sviluppo narrativo della loro storia raccontata per immagini; il vincitore di CORTO86 è accompagnato da tutor e troupe tecnica nelle fasi del processo produttivo del suo cortometraggio, di cui può firmare anche la regia. Infine, le migliori sceneggiature e storie disegnate vengono pubblicate nei volumi della collana dedicata al cinema (Edizioni EUT/Mattador).

 

Venezia 74: Paolo Virzì presenta The Leisure Keeper

Paolo Virzì ha presentato in concorso alla 74° Mostra d’Arte cinematografica di Venezia il suo nuovo film The Leisure Keeper che uscirà in Italia il 25 gennaio con il titolo Ella e Jonh. Lo abbiamo incontrato e ascoltato raccontare particolari su questo progetto interamente girato negli USA, in lingua inglese e con due grandissimi attori: Helen Mirren e Donald Sutherland.

Virzì inizia confessando la sua grande emozione nel trovarsi oggi a Venezia con il suo film americano in concorso. Dice di essere molto più emozionato oggi, rispetto a vent’anni fa, quando presentò al Lido Ovosodo, e di aver passato una notte insonne, sentendosi piccolo, fragile e disperato.

Poi parla dei suoi due protagonisti e della paura che naturalmente aveva nell’affrontare una grossa produzione americana. Sparò due autorevoli nomi, quasi nella speranza di usare la loro rinuncia come scusa per ritirarsi (sorride sornione), ma poi si trovò costretto ad accettare quando Donald Sutherland e Helen Mirren si dimostrarono ben felici di salire a bordo. Lui con entusiasmo e senza timori, lei invece volle qualche rassicurazione in più e chiese di vedere i suoi film precedenti. Ma poi si aprì completamente affidandosi alla sua guida e dimostrando grande entusiasmo e affiatamento. Erano comunque i due attori ideali che aveva immaginato fin dall’inizio e lavorare con loro ha permesso di costruire la coppia di anziani coniugi esattamente come avrebbe voluto.

Per Helen Mirren Virzì confessa che ha sempre provato ammirazione e devozione e racconta di essersi trovato felice come un bambino quando insieme a lei oggi ha incontrato Stephen Frears, scattando ai due una fotografia ricordo. Di Donald Sutherland aveva scolpita nella mente la sua immagine come professore in Animal House e immaginava quell’insegnante in vecchiaia, un uomo che ha studiato una vita e finito intrappolato nelle pagine di letteratura che ha sempre studiato e amato.

Venezia 74: The Leisure Seeker recensione del film di Paolo Virzì

Dice di nutrire simpatia di tutti quei cineasti vagabondi che girano film su strada e lui si sente un po’ uno di loro, ma chiede di cercare da soli il vero Virzì, perché quando un film è finito e proiettato non è giusto spiegare troppo, ma è bello sentire o leggere quello che ognuno trova.

Quello che lui ha fatto per approcciarsi meglio al progetto è stato tradire alcuni elementi troppo americani che erano presenti nel romanzo omonimo da cui è tratto il film, come il viaggio verso Disneyland o la Route 666, lui voleva dare l’idea di luoghi che potessero per assurdo somigliare alla sua maremma o alle coste toscane. Non voleva assolutamente cadere nei cliché. Tutta sua l’aggiunta dell’ossessione per la gelosie e il tradimento, un sentimento tipicamente italiano. Parlandone con i due attori gli ha mostrato anche dei capolavori della cinema italiano, imperniati su questo tema. In particolare ha fatto vedere a Helen Mirren alcune interpretazioni di Monica Vitti. Ernest Hemingway non è tra i suoi scrittori prediletti, nonostante chiaramente nutra per lui una grande ammirazione, ma per esigenze di storia la scelta è stata quasi obbligata, visto che il viaggio conduce alla sua casa, ormai trasformata in attrazione turistica.

Alla domanda se preferisce mutande o boxer, una delle battute contenute nel film, alla quale Sutherland risponde di preferire le mutande per avere più controllo, lui risponde che per tutta la lavorazione ha sempre indossato slip. Questo gli ha permesso di controllare meglio gli attori. Ma dice anche che, scherzi a parte, la fiducia era reciproca e che da subito si è sentito tranquillo. Dopo ogni “azione” si sedeva e si godeva lo show, molte volte senza dare lo “stop”,  lasciandoli liberi di improvvisare. Virzì dice di amare il regista invisibile, non invadente e fa di tutto per esserlo. Quello che ha cercato è stato di dare più importanza ai silenzi, ha voluto imprimere alla narrazione un passo lento, languido, delicato, come quello di alcune ballad di Janis Joplin o di David Crosby.

Quando gli viene detto che in questo film si sente meno cinismo e una vena assai più romantica, inteso anche come grande miglioramento, Virzì si sente lusingato e ribatte che è la normale conseguenza della vita, delle ferite personali, del riflettere sulla vita e sulla morte. In poche parole forse è l’affacciarsi della maturità.

Infine ha annunciato che per il momento non prevede altri progetti oltreoceano, ma che in futuro si vedrà. Per ora sta per iniziare la lavorazione di un nuovo film a Roma.

Venezia 74: oggi The Shape of Water di Guillermo del Toro

Venezia 74: oggi The Shape of Water di Guillermo del Toro

Sarà presentato in concorso oggi The Shape of Water, il nuovo film del visionario Guillermo del Toro con protagonisti Sally Hawkins e Michael Shannon.

The Shape of Water: trailer del film di Guillermo del Toro

“È un dramma ambientato nel 1963, non è un film di fantascienza, non è un film di genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963, quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”

Una storia d’amore al centro di The Shape of Water

Il cast di The Shape of Water include Sally Hawkins (Blue JasmineHappy-Go-Lucky), il candidato all’Oscar Michael Shannon (Revolutionary Road99 Homes), il candidato all’Oscar Richard Jenkins (The Visitor, Olive Kitteridge), Doug Jones (Crimson PeakHellboy), il candidato al Golden Globe Michael Stuhlbarg (A Serious ManSteve Jobs) e la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer (The HelpGifted).

Venezia 74: oggi Sienna Miller con The private life of a modern woman

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Sarà presentato fuori concorso a Venezia 74 The private Life of a modern woman, il film di James Toback con protagonista Sienna Miller.

The private life of a modern woman racconta di Vera Lockman, un’attrice di successo che vive da sola in un favoloso loft newyorkese, si agita nel suo letto durante un incubo nel quale lotta con Sal, il suo spacciatore ed ex ragazzo, prima di sparargli e ucciderlo. Svegliatasi di soprassalto, scrive nel suo diario che l’omicidio dell’incubo è effettivamente avvenuto il giorno prima e che Sal giace morto in un baule in soggiorno. Leon, amante di Vera, arriva e viene congedato, definitivamente.

Franklin, un amico cineasta, passa a farle visita, preoccupato. Mette Vera sotto torchio, lasciandola confusa e un po’ spaventata. Vera trasporta con l’auto il baule in una zona isolata e lo fa rotolare dentro a un lago. Torna nel suo loft, e trasalisce alla vista di un detective della narcotici, McCutcheon, venuto a farle delle domande su Sal. Vera pensa che Mc Cutcheon abbia creduto alla sua falsa storia. Vera serve la cena al suo amato e malandato nonno, Arthur, e a sua madre, Elaine. Successivamente, Carl Icahn, ex compagno di classe di Arthur, passa a trovarli. Vera e Carl sono emotivamente in sintonia. Il giorno dopo Vera, per la prima volta calma, scrive. Il suo umore è turbato da un crescendo di sirene della polizia. Si precipita alla finestra e vede McCutcheon. I loro sguardi si incrociano. Le manette la attendono.

James Toback ha così commentato “Ho concepito e scritto The Private Life of a Modern Woman per Sienna Miller. Il nucleo tematico del film è costituito dalle mie personali fissazioni: l’affermazione del sé, l’impulso a creare, la tensione irrisolta tra rabbia e amore, l’onnipresente consapevolezza della morte. Strutturalmente, ho tentato di aderire (con licenza poetica) alle unità aristoteliche di tempo, luogo e azione: la struttura della tragedia greca. Volendo fare un’analogia letteraria, il film è una novella, piuttosto che una storia breve o un romanzo. Come sempre, mi sono sentito in dovere di inserire nella pellicola opere d’arte che hanno arricchito la mia vita ovunque potessero valorizzare il film: il Requiem tedesco di Brahms, la Settima Sinfonia di Shostakovich, la Messa in Si minore di Bach, la versione dei Cleftones di Please Say You Want Me e il Giardino delle delizie di Bosch.”

Venezia 74: oggi Lean on pete con Chloë Sevigny

Venezia 74: oggi Lean on pete con Chloë Sevigny

Sarà presentato in concorso a Venezia 74 Lean on pete, il film inglese diretto da Andrew Haigh e tratto dal romanzo Lean On Pete di Willy Vlautin. Nel cast protagonisti Charlie Plummer, Steve Buscemi e Chloë Sevigny che sarà presente al lido insieme al regista. 

Lean On Pete segue le vicende di Charley Thompson, quindicenne che sogna una casa, del cibo nel piatto e una scuola da non dover cambiare in continuazione. Ma è difficile trovare un po’ di stabilità, se si è figli di un padre single che si arrangia con lavori precari nei magazzini lungo il Pacifico nordoccidentale.

Con la speranza di iniziare una nuova vita, i due si trasferiscono a Portland, in Oregon, dove Charley trova un lavoro per l’estate presso un malconcio addestratore di cavalli e diventa amico di un vecchio cavallo, chiamato Lean on Pete.

Lean on pete Venezia 74

Il regista ha così commentato: La ballata di Charley Thompson di Willy Vlautin è un romanzo straordinariamente umano. Racconta la storia di un ragazzo che si rifiuta di perdere la speranza e il coraggio, nonostante la dura realtà del mondo in cui vive. L’ho trovato immensamente toccante, tenero e mai sdolcinato. Volevo che il film avesse lo stesso senso di purezza e guardasse la vita ai margini della società con onestà e rispetto. All’inizio del romanzo di Willy c’è una citazione di John Steinbeck che dice: “Èpur vero che siamo fragili, brutti, meschini e litigiosi ma, se quel che siamo fosse tutto qui, saremmo scomparsi dalla faccia della terra ormai da millenni.” Durante le riprese del film, ho cercato di tenere sempre presenti queste parole.

Venezia 74: oggi in concorso First Reformed di Paul Schrader

Venezia 74: oggi in concorso First Reformed di Paul Schrader

Oggi è anche il gran giorno di che presenta Paul Schrader in concorso a Venezia 74 First Reformed che vede protagonisti Amanda Seyfried e Ethan Hawke

First Reformed racconta di  di un ex cappellano militare (Ethan Hawke) che, dopo aver perso suo figlio, ama una donna (Amanda Seyfried) che soffre anche dalla perdita del marito. La sua vita da cappellano però lo porta a covare sospetti sugli affari della chiesa fino ad arrivare in profondità e conoscere i segreti nascosti della complicità della sua chiesa con le corporazioni non etiche”

Venezia 74: oggi il film Netflix Our Souls at Night

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Venezia 74: oggi il film Netflix Our Souls at Night

Sarà presentato oggi fuori concorso a Venezia 74 Our Souls at Night, il film Netflix con protagonisti Jane Fonda e Robert Redford che saranno premiati con il Leone d’Oro alla carriera. 

In Our Souls at Night Addie Moore ha una singolare proposta da fare a Louis Waters. Sono entrambi oltre l’età della pensione e vedovi da qualche tempo. Entrambi vivono in una tranquilla città del Colorado dove la cosa migliore è che tutti conoscono tutti. E la cosa peggiore è che tutti conoscono tutti.

Anche se sono vicini di casa da molto tempo, la loro conoscenza è poco più che casuale, finché un giorno Addie propone a Louis di dormire insieme, solo per farsi compagnia, per avere qualcuno con cui parlare al buio, per sentire la presenza di un’altra anima accanto a sé, per favorire il sonno. Quando Louis acconsente, Addie è allo stesso tempo sorpresa e felice.

Our Souls at Night trama

Nella penombra della notte riportano alla luce storie rimaste a lungo sepolte, che si raccontano a vicenda. È solo confessandosi il proprio passato che possono liberarsi del senso di colpa per le occasioni perdute – parole ed emozioni pensate ma mai espresse – e superare il devastante effetto che la mancanza d’amore può avere sulla vita, arrivando a provare l’effetto positivo che la riscoperta dell’amore può avere sull’ultimo capitolo dell’esistenza.

Il regista RITESH BATRA  ha così commentato: L’opera di Kent Haruf ha sempre occupato un posto speciale nel mio cuore per la sua onestà e specificità. Sono stato onorato di adattare il suo ultimo romanzo per lo schermo, e di collaborare con Robert Redford e Jane Fonda nel raccontare questa storia di gente comune così marcatamente specifica e locale: caratteristiche che la rendono universale.

Abbiamo scelto gran parte del cast a livello locale, e la storia ci ha dato la possibilità di esplorare le specificità del Colorado orientale: il paesaggio che spinge questi personaggi a stare insieme, le cose che piace loro sentire alla radio, e il concetto senza tempo di famiglia “finta”. Lavorare con questi attori e con questa terra per raccontare la storia di Haruf su quel ciclo di amore e perdita che è la vita, ha rafforzato la mia convinzione che la grande letteratura altro non sia che la nostra vita quotidiana, come è sempre stato.

Venezia 74: Nico apre la sezione Orizzonti

Venezia 74: Nico apre la sezione Orizzonti

Nico, 1988 diretto da Susanna Nicchiarelli (CosmonautaLa scoperta dell’alba) è il film di apertura della sezione Orizzonti della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (30 agosto – 9 settembre 2017), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta. Nico, 1988 sarà proiettato in prima mondiale nel pomeriggio del primo giorno di apertura della Mostra, mercoledì 30 agosto, in Sala Darsena, inaugurando il concorso di Orizzonti. Il film è interpretato da Trine Dyrholm (Orso d’argento per la migliore attrice a Berlino nel 2016) – nata come cantante e poi attrice feticcio di Susanne Bier e Thomas Vinterberg – che fa rivivere l’artista-icona Nico interpretandola con la sua voce e trasformandosi fisicamente.

Venezia 74: Matt Damon e Alexander Payne presentano Downsizing

Venezia 74: Matt Damon e Alexander Payne presentano Downsizing

Film d’apertura di Venezia 74 (in Concorso), Downsizing è ambientato a Omaha, città natale del regista e sceneggiatore del film, Alexander Payne. Il film è a metà tra una commedia romantica, un film di fantascienza e una riflessione sullo stato del Pianeta. In un futuro non molto lontano, gli esseri umani sperimentano una soluzione inedita all’eccessivo consumo energetico che ha impoverito il pianeta: una procedura di rimpicciolimento all’avanguardia in grado di ridurre temporaneamente le dimensioni di un uomo di circa un ottavo, permettendogli così di risparmiare le risorse a disposizione. Una coppia di sposi decide di sottoporsi al processo con la speranza di una vita migliore, ma quando sua moglie si tira indietro all’ultimo momento, all’uomo non resta che unirsi a una piccola comunità di suoi simili e affrontare da solo le difficoltà che derivano dalle nuove misure ridotte.

Per alcuni versi Downsizing, quarta collaborazione tra il regista e il co-sceneggiatore Jim Taylor, si discosta dalle tematiche classiche che hanno fino ad ora affrontato, ma a correggere il tiro interviene proprio Payne, che dichiara: “Anche se è fantascienza, la storia è molto in linea con i lavori precedenti, ha lo stesso senso dell’umorismo.” E proprio nello humor sotteso a tutta la pellicola si localizza il suo punto di maggiore forza.

Protagonista assoluto è Matt Damon, che interpreta Paul, un uomo medio che si ritrova in una situazione straordinaria dalla quale saprà trarre il meglio. L’attore, anche lui presente al Lido, ha dichiarato: “Oltre ogni altra ragione che mi ha spinto ad accettare questo ruolo, c’è il fatto che qualsiasi attore al mondo vorrebbe recitare con Alexander Payne. La storia è bellissima e il ruolo originale. E nonostante parli alla fine dell’apocalisse e della fine del mondo, è una storia ottimista.”

Oltre a Kristen Wiig, che affianca Damon nella prima parte del film, nel film c’è anche Christoph Waltz, in un ruolo caricaturale di un francese trapiantato negli USA, e Hong Chau (Vizio di Forma) che interpreta la co-protagonista femminile, un ruolo inedito e molto forte, che tiene bene testa a Damon sul grande schermo.

Ecco cosa ha dichiarato l’attrice sul film e sul suo ruolo: “Sono molto contenta che mi sia stato offerto un ruolo che normalmente sarebbe stato secondario, e qui invece è da protagonista. Secondo me tutti i film di Alexander sono un mix di elementi drammatici e di umorismo. Per me è una grande gioia trovare tutte queste sfumature in una sceneggiatura e non un personaggio a una dimensione.”

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Venezia 74: Martin McDonagh presenta Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Martin McDonagh, autore di Sette Psicopatici e di In Bruges, torna al cinema con una storia che scrive e dirige, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri presentato in concorso a Venezia 74.

Il regista di origini irlandesi ha raccontato il suo film e la sua umanità dolente ma ironica, insieme ai suoi protagonisti, Frances McDormand, Sam Rockwell e Woody Harrelson.

IN Tre Manifesti a Ebbing, Missouri Mildred (McDormand) affitta tre grandi cartelloni pubblicitari (i billboard del titolo originale) in cui si chiede perché non è stato arrestato ancora nessuno per lo stupro e omicidio di sua figlia adolescente, tirando in ballo la polizia e la sua “pigrizia”.

L’idea della storia è arrivata da un manifesto simile che il regista ha visto 20 anni fa. “Ho visto una cosa molto simile anni fa, una cosa violenta e oscura e ho pensato a chi potesse mai fare un gesto del genere. La cosa è rimasta sul fondo della mia testa e alla fine ho deciso che potesse essere una madre. I miei primi due film erano concentrati su uomini, e così ho pensato che dovesse essere ora di portare in scena una donna, una madre, molto molto forte. Poi immaginando Frances McDormand mentre scrivevo, tutto è stato più facile.”

Per la protagonista, una straordinaria Frances McDormand alla sua migliore interpretazione dopo la Maggie di Fargo, ha dichiarato: “La storia è una combinazione di divertimento e malinconia e si tratta dell’elemento migliore che si potesse trovare nello script. C’era una grandissima sceneggiatura, e quando succede questa cosa, quando ti trovi tra le mani una sceneggiatura così, non vieni mai trascinato dalla malinconia dei personaggi ma la cavalchi, ed è quello che è accaduto a tutti noi.”

E Martin McDonagh incalza, spiegando così la scelta dei suoi protagonisti: “Sono i migliori attori della loro generazione, Frances in particolare è così attenta. Uno dei punti fondamentali della storia era che fossero vicini alle persone normali, e loro lo sono. Ho già lavorato con Woody e Sam.”

A chi dice che la Mildred del film possa portare la McDormand di nuovo agli Oscar, Frances risponde: “Mildred è la mia Marge (personaggio di Fargo premiato con l’Oscar, ndr) cresciuta. Il mio personaggio era interessante perché alcuni suoi tratti sono simili a quelli di un personaggio del western. Quando pensavo a delle icone del cinema a cui ispirarmi mi venivano in mente solo uomini, e così ho pensato a John Wayne, riferimento che è stato lasciato fuori dal film perché in un paio di scene avevo anche imitato la sua camminata.”

Ma da dove arriva l’ispirazione per una sceneggiatura così puntuale e dei personaggi così realistici? McDonagh risponde: “L’umanità in ognuno. Il segreto è che nessuno è solo cattivo e nessuno è solo buono. Mildred è la protagonista, ma è un’eroina vuota a volte, mentre Dixon è razzista e folle, ma allo stesso tempo cresce come essere umano. E Willoughby è una persona per bene, ma deve fare i conti con i suoi demoni. Il segreto della sceneggiatura è vedere l’umanità nascosta ma presente in ognuno.”

Woody Harrelson ha già lavorato con McDonagh in Sette Psicopatici (come Rockwell), e conosce il regista da molti anni. Sul suo personaggio spiega semplicemente: “Il personaggio era sulla pagina, erano tutti molto ricchi. E il mio lavoro è stato solo quello di portarlo in vita. Se come interprete non hai gli elementi drammatici non puoi avere nemmeno il talento di far ridere e in questo film le cose si mescolano benissimo, anche perché le mie scene con Frances sono state magnifiche, lei è magnifica. È un piacere lavorare con lei, sei sul ring con una forte, molto forte. È stato divertente.”

Dal canto suo, Sam Rockwell interpreta il personaggio con la crescita personale più marcata; il suo Jason Dixon, poliziotto razzista e violento, subisce la più profonda metamorfosi. Per preparare il ruolo, Rockwell ha fatto un particolare tipo di ricerche: “Ho osservato i poliziotti per prepararmi al personaggio, anche Woody lo ha fatto ed è un grande show, credetemi. Ma è una questione di approccio e abbiamo avuto tanti suggerimenti osservando i modi di fare. Ma, ecco, sono persone, ed è sempre bene osservarle. Sono persone.”

Tre manifesti a Ebbing, Missouri, che almeno per la sceneggiatura e le interpretazioni corre il serio rischio di venire premiato a Venezia 74, uscirà in Italia il prossimo 11 gennaio 2018.

Venezia 74: Martin McDonagh in Concorso con Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Dopo In Bruges e Sette Psicopatici, Martin McDonagh torna alla regia con Tre manifesti a Ebbing, Missouri, film che sarà presentato oggi, 4 settembre, nell’ambito del Concorso di Venezia 74.

Come al solito, McDonagh si avvale di un cast variegato e ricco di star dai volti caratteristici, tra cui Frances McDormand, Woody Harrelson, Caleb Landry Jones, Abbie Cornish, Kathryn Newton.

Ecco la trama di Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Mildred Haynes cerca senza sosta di trovare il colpevole dell’omicidio di sua figlia ma dopo alcuni mesi decide di fare un gesto audace: dipinge tre cartelloni che sembrano un messaggio diretto a William Willoughby, l’ammirato capo della polizia della sua città. Quando nel caso viene coinvolto anche Dixon, vice del capo della polizia e molto incline a usare la violenza, lo scontro tra Mildred e William sull’applicazione delle leggi diventerà sempre più complesso.

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Venezia 74: Leone alla carriera a Jane Fonda e Robert Redford

Venezia 74: Leone alla carriera a Jane Fonda e Robert Redford

Sono stati attribuiti all’attrice statunitense Jane Fonda e al regista e attore statunitense Robert Redford Leoni d’oro alla carriera di Venezia 74, Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2017).

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera.

La consegna dei Leoni d’oro alla carriera Jane Fonda e Robert Redford avrà luogo venerdì 1 settembre nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), prima della proiezione Fuori Concorso del film di Netflix Our Souls at Night, diretto da Ritesh Batra e interpretato da Jane Fonda e Robert Redford, prodotto da Redford e dalla sua società Wildwood Enterprises, Inc.

A proposito di questi riconoscimenti, il Direttore Alberto Barbera ha dichiarato: “Poche star hollywoodiane hanno avuto una vita contraddistinta da atteggiamenti altrettanto risoluti e fieri come quelli esibiti da Jane Fonda nel corso della sua carriera professionale. Un’esistenza segnata da passioni intense, vissute all’insegna dell’indipendenza da ogni forma di conformismo, con una generosità toccante e vulnerabile. Di volta in volta, attivista politica e sociale, sex symbol, scrittrice, icona femminista, produttrice, profeta dell’esercizio fisico, ma soprattutto attrice di straordinario successo e non comune talento, Jane Fonda è tra le maggiori protagoniste della scena cinematografica contemporanea. Il Leone d’oro alla carriera è il tributo doveroso all’impegno personale e alle brillanti qualità di un’interprete che ha saputo dar vita a personaggi indimenticabili, controversi e disparati, dando prova di un’incessante capacità di reinventarsi, pur rimanendo fedele a se stessa, ai propri valori, al proprio indiscusso talento d’artista”.

Prosegue il Direttore Barbera: “Attore, regista, produttore, ambientalista, ispiratore e fondatore di quel brillante esperimento cinematografico chiamato Sundance: sia di fronte che dietro alla macchina da presa, sia quando ha difeso la causa del cinema indipendente o quella del nostro pianeta, Robert Redford ci ha accompagnato attraverso cinquant’anni di storia americana con una combinazione di rigore, intelligenza e grazia che resta insuperabile. Piuttosto riluttante a ricoprire il ruolo di star, sin dagli inizi della carriera Redford ha utilizzato il proprio talento e il successo per realizzare film su tematiche a lui care e aprire la strada ad altri registi indipendenti al pari di sé. Attore istintivo e allo stesso tempo riflessivo, dotato di una scrupolosa attenzione per il dettaglio, come regista Redford ha dimostrato di essere un eccezionale narratore. La sua dedizione ai personaggi e alle storie è andata di pari passo con l’impegno e la passione per la complessa bellezza e per i valori del nostro mondo in continua evoluzione”.

Basato sul romanzo di Kent Haruf, adattato per lo schermo da Scott Neustadter e Michael H. Weber (Colpa delle stelle), il film Netflix Our Souls at Night comincia quando la vedova Addie Moore (Jane Fonda) si presenta a sorpresa dal suo vicino di casa, il vedovo Louis Waters (Robert Redford). In quella cittadina in Colorado sono stati vicini per decenni, ma fino a quel momento con pochi contatti. Il film verrà distribuito in tutto il mondo da Netflix nel 2017.

Venezia 74: le previsioni puntano su Del Toro, Clooney e Frears

Venezia 74: le previsioni puntano su Del Toro, Clooney e Frears

Arrivano da Variety le più attendibili previsioni sul programma di Venezia 74, che verrà presentato la prossima settimana in ufficiale conferenza stampa.

Dopo l’annuncio che il film d’apertura sarà Downsizing di Alexander Payne, le soffiate e le congetture darebbero per certi altri quattro nomi di prestigio: George Clooney, Guillermo Del Toro, Stephen Frears e Paolo Virzì. I film in questione sono Suburbicon, The Shape of Water, Victoria e Abdul e Ella e John.

Tra gli altri film previsti in concorso o fuori, ci sono First Reformed di Paul Schrader, Lean on Pete di Andrew Haigh e Zama di Lucrezia Martel.

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Sembra invece ormai quasi certa l’assenza di Aronofsky e Villeneuve con i loro Mother e Blade Runner 2049.

Il Festival di Venezia si è distinto, negli ultimi anni, per la selezione lungimirante, che è arrivata nell’anno cinematografico di appartenenza, sempre in vetta al podio di Hollywood (ricordiamo La la Land, Birdman e Gravity). Il programma verrà annunciato il prossimo 27 luglio.

La settantaquattresima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolgerà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2017.

Venezia 74: la selezione di Venezia Classici – programma

Venezia 74: la selezione di Venezia Classici – programma

Sarà il regista italiano Giuseppe Piccioni (Fuori dal mondo, Luce dei miei occhi, Questi giorni) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che – per la quinta volta – assegnerà i PREMI VENEZIA CLASSICI per il MIGLIOR FILM RESTAURATO e per il MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA.

Tra i diversi capolavori restaurati di Venezia Classici della 74. Mostra, saranno ad esempio presentati: Novecento di Bernardo Bertolucci (1976), Deserto rosso di Michelangelo Antonioni (1964, Leone d’oro alla Mostra di Venezia), Gli amanti crocifissi (1954) e L’intendente Sansho (1954, Leone d’argento alla Mostra di Venezia) di Kenji Mizoguchi, I figli delle mille e una notte di Nacer Khemir (1984), Femmina ribelle di Raoul Walsh (1956), L’occhio del maligno di Claude Chabrol (1962), L’asso di picche di Miloš Forman (1963), Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg (1977), Batch ’81 di Mike De Leon (1982) e Tutto in una notte di John Landis (1985).

Venezia 74: Leone alla carriera a Jane Fonda e Robert Redford

La 74. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2017, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Venezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale, con crescente successo, una selezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Stefano Francia di Celle, Venezia Classici presenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. La Giuria presieduta da Giuseppe Piccioni è composta da 26 studenti – indicati dai docenti – dell’ultimo anno dei corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari.

Questo l’elenco dei titoli di Venezia Classici selezionati per la 74. Mostra:

Les baliseurs du désert / El-haimoune (Wanderers of the Desert) [I figli delle mille e una notte]

di Nacer Khemir (Tunisia, Francia, 1984, 95’, Colore)

Restauro: Cinémathèque royale de Belgique

Batch ‘81

di Mike De Leon (Filippine, 1982, 108’, Colore)

Restauro: Asian Film Archive

Černý Petr (Black Peter) [L’asso di picche]

di Miloš Forman (Cecoslovacchia, 1963, 89’, B/N)

Restauro: Národní filmový archiv

Chikamatsu monogatari (A Story from Chikamatsu) [Gli amanti crocifissi]

di Kenji Mizoguchi (Giappone, 1954, 102’, B/N)

Restauro: Kadokawa Corporation, The Film Foundation in collaborazione con The Japan Foundation

Close Encounters of the Third Kind [Incontri ravvicinati del terzo tipo]

di Steven Spielberg (Stati Uniti, 1977, 137’, Colore)

Restauro: Sony Pictures Entertainment

Daïnah la métisse

di Jean Grémillon (Francia, 1932, 48’, B/N)

a seguire Zéro de conduite – giornalieri di Jean Vigo (Francia, 1933, 20’, B/N)

Restauro: Gaumont con il supporto di Centre national du cinéma et de l’image animée

Il deserto rosso (Red Desert)

di Michelangelo Antonioni (Italia, 1964, 120’, Colore)

Restauro: CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con RTI-Mediaset

Deux ou trois choses que je sais d’elle (Two or Three Things I Know About Her) [Due o tre cose che so di lei]

di Jean-Luc Godard (Francia, 1967, 87’, Colore)

Restauro: Argos Films con il supporto di Centre national du cinéma et de l’image animée

La donna scimmia (The Ape Woman)

di Marco Ferreri (Italia, Francia, 1964, 93’, B/N)

Restauro: Cineteca di Bologna e TF1 Studio in collaborazione con Surf Film

Idi i smotri (Come and See) [Và e vedi]

di Elem Klimov (Urss, 1985, 143’, Colore)

Restauro: Mosfilm (produttore del restauro, Karen Shakhnazarov)

Into the Night [Tutto in una notte]

di John Landis (Stati Uniti, 1985, 115’, Colore)

Restauro: Universal Pictures

Non c’è pace tra gli ulivi (Under the Olive Tree)

di Giuseppe De Santis (Italia, 1950, 107’, B/N)

Restauro: CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con CristaldiFilm di Zeudi Araya e Massimo Cristaldi

Novecento (1900)

di Bernardo Bertolucci (Italia, 1976, 317’, Colore)

Restauro: 20th Century Fox, Paramount Pictures, Istituto Luce – Cinecittà e Cineteca di Bologna, con la collaborazione di Alberto Grimaldi e il sostegno di Massimo Sordella

Ochazuke no aji (Flavor of Green Tea Over Rice) [Il sapore del riso al tè verde]

di Yasujirō Ozu (Giappone, 1952, 115’, B/N)

Restauro: Shochiku Co., Ltd.

L’oeil du malin (The Third Lover) [L’occhio del maligno]

di Claude Chabrol (Francia, 1962, 91’, B/N)

Restauro: Studiocanal con il supporto di Centre national du cinéma et de l’image animée

The Old Dark House [Il castello maledetto]

di James Whale (Stati Uniti, 1933, 72’, B/N)

Restauro: Cohen Film Collection / Cohen Media Group

The Revolt of Mamie Stover [Femmina ribelle]

di Raoul Walsh (Stati Uniti, 1956, 93’, Colore)

Restauro: 20th Century Fox

Sanshō dayū (Sansho the Bailiff) [L’intendente Sansho]

di Kenji Mizoguchi (Giappone, 1954, 126’, B/N)

Restauro: Kadokawa Corporation, The Film Foundation con la collaborazione di The Japan Foundation

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Venezia 74: la pre-apertura con Rosita, di Ernst Lubitsch

Venezia 74: la pre-apertura con Rosita, di Ernst Lubitsch

Rosita (1923, 82’) – famoso per essere l’unica collaborazione tra due giganti del cinema muto, il regista Ernst Lubitsch e la diva Mary Pickford – è il film scelto per la serata di Pre-apertura di martedì 29 agosto della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si terrà nella Sala Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido.

Rosita sarà proiettato in una nuova copia digitale restaurata in 4K a cura del Museum of Modern Art (MoMA) di New York, con il supporto di The Film Foundation, presentata in prima mondiale.

La proiezione di Rosita sarà musicata dal vivo dalla Mitteleuropa Orchestra del Friuli – Venezia Giulia, con la direzione della musicologa Gillian Anderson che ha ricostruito la partitura originale del film lavorando sugli spartiti recuperati alla Biblioteca del Congresso di Washington.

La 74. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2017 diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Rosita è ambientato in una Spagna mitica dove un Re lascivo (Holbrook Blinn)  ha posato i suoi occhi su una cantante di strada popolare ma provocatoria (Mary Pickford), la quale però è innamorata di un bel nobiluomo (George Walsh, fratello del celebre regista Raoul Walsh), che la ha salvata dalle guardie del re furioso venendo imprigionato in una segreta.

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In seguito ai successi dei suoi kolossal storici tedeschi (Madame Dubarry, Anna Bolena), Ernst Lubitsch venne invitato a Hollywood da Mary Pickford perché la dirigesse in quello che sarebbe diventato il suo primo ruolo adulto, una cantante di strada di Siviglia che attrae il lusinghiero ma sconveniente interesse del re di Spagna (Holbrook Blinn). Il risultato è la miscela assolutamente incantevole fra i film che Lubitsch aveva fatto in Germania e il suo interesse emergente per la commedia romantica agrodolce. Alla sua prima uscita il film fu, sotto tutti gli aspetti, un grande successo critico e commerciale. Ma negli anni successivi la Pickford lo ostacolò per ragioni che ancora rimangono misteriose, e permise che il film venisse distrutto (fece comunque preservare il quarto rullo, per ragioni non meno misteriose). Rosita scomparve dalla circolazione finché negli anni ’60 una copia in nitrato fu scoperta negli archivi russi e rimpatriata per opera del Museom of Modern Art. Un negativo di sicurezza fu realizzato dalla copia in nitrato, ma nessun lavoro ulteriore venne fatto, a causa dei costi e della difficoltà di ricreare le didascalie inglesi. Fortunatamente una copia di tutto lo script, che includeva tutte le didascalie, era sopravissuta nella collezione dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Usando come modello i titoli del quarto rullo preservato dalla Pickford, vennero realizzati nuove didascalie che ricalcavano gli originali. Lavorando con questi nuovi materiali, il MoMA ha ricreato questa pellicola leggendaria, ma severamente danneggiata, nella forma più vicina possibile alla prima edizione. La musicologa Gillian Anderson ha ricostruito la partitura originale del film operando sugli spartiti recuperati alla Biblioteca del Congresso di Washington.

La Mitteleuropa Orchestra, che affonda le sue radici nella tradizione musicale dell’area del centro e del sud Europa, discende da esperienze orchestrali pluridecennali. Nei primi anni 2000 ha trovato una sua collocazione istituzionale grazie all’intervento della Regione Friuli Venezia Giulia e al sostegno di Comuni e Province della stessa Regione.

Attualmente conta 47 Professori d’Orchestra stabili e una solida organizzazione autonoma; la sua sede è a Palmanova presso la Loggia della Gran Guardia, un palazzo storico del 1500 che si affaccia sulla splendida piazza della città stellata.

Il Direttore Musicale dell’Orchestra, da gennaio 2017, è il Maestro Marco Guidarini. Il suo repertorio, nel segno della più ampia versatilità, spazia dal barocco al contemporaneo, dal classico al cross-over.

La Mitteleuropa Orchestra si propone al pubblico in formazione sinfonica, sinfonico-corale, con orchestra d’archi, orchestra di fiati ed ensemble cameristici, si è esibita, con rilevanti consensi di pubblico e critica, in tutta Italia e all’estero, in Francia, Tunisia, Egitto, Marocco, Turchia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia, Montenegro, Albania, ed è stata ospite di numerosi eventi internazionali, dalla Biennale Musica di Venezia al Mittelfest, dalle Giornate del Cinema muto al Concerto per la beatificazione di Giovanni Paolo II.

Venezia 74: la metamorfosi di Jim Carrey in Andy Kaufman nel documentario di Chris Smith

Tra gli ospiti internazionali di Venezia 74, il 5 settembre è anche il giorno di Jim Carrey, che porta al Lido il documentario Jim & Andy: the great beyond – The story of Jim Carrey & Andy Kaufman with a very special, contractually obligated mention of Tony Clifton.

Il titolo del film, diretto da Chris Smith, è una raccolta di filmati di repertorio girati sul set di Man on the Moon, il biopic di Milos Forman in cui Carrey ha interpretato Andy Kaufman.

Il progetto, nato per volere dell’attore, mostra un processo di mimesi nel personaggio incredibile, un’immersione totale in quello che era Andy Kaufman, considerato un vero e proprio spirito guida da Carrey stesso.

Per Jim, il documentario è utilissimo per spiegare il suo lavoro, per mostrare al pubblico che non esistono solo le sue faccette nei personaggi, ma anche ogni suo lavoro ha dietro un’anima, una costruzione. “Ogni singolo e più sciocco aspetto del mio lavoro ha un senso ed è molto gratificante che Chris (regista) abbia visto qualcosa in questi filmati, qualcosa di totale.”

Per quanto riguarda la sua preparazione per il ruolo di Kaufman, Carrey ha spiegato: “Era un altro livello di dedizione, psicotica. C’era una grande sceneggiatura su cui basarsi.”

I filmati erano custoditi da Jim in persona, da quasi 20 anni, e lui stesso ha voluto costruirci una storia: “Il vero autore del progetto è Andy, il fatto che era così impegnato, così dedito in quello che faceva, ha reso tutto possibile e mi ha permesso di perdermi in Andy. In questo modo sento di non aver interpretato il personaggio, ma che il film l’abbia fatto davvero lui. Quello che pensavo era che Andy sarebbe tornato a vivere con questo film.”

In merito alla sua personalità esuberante e all’aiuto che questo ha rappresentato nella costruzione della sua carriera, Jim Carey ha detto: “Sento che la mia personalità è stata tutto per me all’inizio di questo incredibile viaggio. Poi ho cominciato a capire che anche io che interpretavo un personaggio ero un personaggio, e questo ha cambiato le cose. Non esiste un me, un io, un mio, ma solo energia e alcuni limiti che ci danno delle indicazioni per cercare di costruire una personalità intorno a noi: la nazionalità, le relazioni. Ma non è quello che siamo, noi non siamo niente, ed è un fottuto sollievo.”

Parlando ancora della sua maschera di comico, il protagonista di The Thruman Show ha detto: “Lo dico nella città delle maschere (Venezia), tutti indossano una maschera e quando qualcuno non lo fa, si comporta con sincerità, diventa molto difficile per chi invece la indossa, continuare con la sua maschera”.

Venezia 74: la fiaba di mostri di Guillermo Del Toro porta a casa il Leone d’Oro

Per la prima volta nella storia della Mostra, Venezia 74 premia un messicano, e che messicano. Guillermo del Toro, tornato alla regia con grande consapevolezza e una storia completamente nelle sue corde, porta a casa un magnifico Leone d’Oro per The Shape of Water, film che promette di arrivare agli Oscar e di riportare il regista di nuovo trai grandi di Hollywood.

I premi assegnati dalla giuria di Annette Bening, culminati con il premio a del Toro, sono stati distribuiti in maniera omogenea, con due premi a Jusqu’a la garde , che porta a casa sia il premio per l’opera prima (con tanto di assegno) che quello alla migliore regia, che ha ritirato un emozionatissimo Xavier Legrand.

Per quanto riguarda invece l’Italia, la selezione ufficiale del Concorso ha visto trionfare Charlotte Ramplig, splendida e intensa protagonista di Hannah, di Andrea Pallaoro, a dispetto di chi dava per vincitrice Helen Mirren per Paolo Virzì. Il risultato non è variato molto: è stata comunque premiata una grandissima attrice internazionale diretta da un italiano.

Per quello che invece riguarda l’altra favorita di categoria, Frances McDormand per Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, l’attrice, già premio Oscar per Fargo, è rimasta a bocca asciutta, ma il suo film ha conquistato un meritatissimo premio allo script, firmato dallo stesso regista, Martin McDonagh.

Scontato il premio Marcello Mastroianni all’attore emergente, Charlie Plummer per Lean on Pete. Non che il giovane attore non sia meritevole, tuttavia era l’unico possibile vincitore di una categoria riservata ai giovanissimi interpreti. Plummer si è difeso però davvero bene, portando il peso di un film intenso e complicato per un attore inesperto.

A sorpresa, il controverso  Foxtrot di Samuel Maoz porta a casa il Gran premio della Giuria. Il film, che ha diviso la stampa, racconta il dolore della perdita, l’amore per la vita, il piacere di ritrovarsi anche nella sofferenza. Chiudono la carrellata dei premiati Warwick Thorton, che ha conquistato il Premio Speciale della Giuria con  Sweet Country, mentre il protagonista di The Insult, film trai più acclamati della Mostra di Venezia 74, Kamel El Basha, ha conquistato la Coppa Volpi per l’interpretazione maschile.

Venezia 74, tutti i vincitori

Venezia 74Esclusi dal palmares sia Darren Aronofsky con Mother! che Abdellatif Kechiche con Mektoub, my love: Canto uno. I due cineasti, già premiati negli importanti festival di cinema nel mondo (tra Cannes e Venezia entrambi hanno vinto riconoscimenti importanti nel corso della loro carriera), tornano a casa a bocca asciutta, nonostante la complessità delle loro pellicole e l’accoglienza ricevuta.

In particolare, mentre Mother! ha creato conflitto tra la stampa e gli appassionati, Kechiche ha riscosso un successo quasi unanime tra gli avventori della Mostra, che hanno acclamato la carnale opera di 180 minuti.

Venezia 74: Julianne Moore e Colin Firth al Lido per il Franca Sozzani Award

Julianne Moore e Colin Firth saranno presenti a Venezia 74 in occasione della cerimonia del Franca Sozzani Award, prima edizione del premio dedicato alla giornalista italiana scomparsa pochi mesi fa e che lo scorso anno era presente proprio al Lido per il documentario dedicato alla sua vita e al suo lavoro.

Julianne Moore, attrice Premio Oscar®, riceverà il riconoscimento dall’amico attore Firth. La coppia, dopo averci regalato forti emozioni nello struggente A Single Man di Tom Ford, ritornerà sul grande schermo con una spy story ricca di azione e divertimento: Kingsman – Il Cerchio d’oro, al cinema dal 20 Settembre.

A questo link potete ammirare la foto del cast del film al completo, in cui compaiono ovviamente anche la Moore e Firth.

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Venezia 74: Jane Fonda e Robert Redford Leone d’Oro alla carriera

Jane Fonda e Robert Redford riceveranno il 1 settembre alla 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il Leone d’Oro alla carriera, la decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera.

La consegna dei premi avrà luogo nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), prima della proiezione Fuori Concorso del film di Netflix Our Souls at Night, diretto da Ritesh Batra e interpretato da Jane Fonda e Robert RedfordOur Souls at Night è prodotto da Redford e dalla sua società Wildwood Enterprises, Inc. e da Finola Dwyer di Wildgaze Films. Basato sul romanzo di Kent Haruf, adattato per lo schermo da Scott Neustadter e Michael H. Weber (Colpa delle stelle), il film Netflix Our Souls at Night comincia quando la vedova Addie Moore (Jane Fonda) si presenta a sorpresa dal suo vicino di casa, il vedovo Louis Waters (Robert Redford). In quella cittadina in Colorado sono stati vicini per decenni, ma fino a quel momento con pochi contatti. Il film verrà distribuito in tutto il mondo da Netflix nel 2017.

Venezia 74: James Jean, il volto nascosto di Mother! e The Shape of Water

Da qualche giorno al Lido di Venezia campeggiano meravigliosamente delle immagini che vanno oltre la mera pubblicizzazione commerciale di un film. Per un’inusuale coincidenza, sono state realizzate dallo stesso artista, per lanciare due dei titoli più forti e discussi in concorso alla Mostra d’Arte Cinematografica: The Shape of Water di Guillermo del Toro e Mother! di Darren Aronofsky.

L’autore è un bravissimo, quanto originale, pittore e illustratore Taiwanese, James Jean.

James Jean nasce a Taipei nel 1979. Si trasferisce negli USA, dove studia e si diploma presso la School of Visual Arts di New York nel 2001. Poi comincia a imporsi realizzando copertine per le pubblicazioni della DC Comics

raccogliendo sette premi Eisner, tre premi Harvey consecutivi, due medaglie d’oro e una d’argento dalla Society of Illustrators of Los Angeles e una medaglia d’oro dalla Society of Illustrators of New York. Lavora anche in campo pubblicitario per clienti prestigiosi, come:  Time Magazine, The New York Times, Rolling Stone, Playboy, e Prada. Realizza le copertine per la serie di fumetti Fables e The Umbrella Academy, vincendo sei premi Eisner come “Best Cover Artist“.

Realizza inoltre copertine per album musicali, come The Black Parade di My Chemical Romance, del 2006.

Poi nel 2008 James Jean decide di ritirarsi dai progetti commerciali per concentrarsi solamente sulla pittura e incarichi che rappresentino il suo estro espressivo. Evidentemente i film di Del Toro e Aronofsky erano tra questi.

Venezia 74: incontro con Kirsten Dunst e Pilou Asbæk e le sorelle Mulleavy per Woodshock

Esordio cinematografico delle sorelle Laura Mulleavy, Kate Mulleavy, Woodshock è stato presentato a Venezia 74 nella sezione Cinema del Giardino, la parte della Mostra dedicata al cinema più sperimentale, rischioso, che però grazie ad eventi del genere riesce ad avere una vetrina internazionale.

Laura e Kate hanno portato il film al Lido, in compagnia degli attori protagonisti, Kirsten Dunst e Pilou Asbæk. Fondatrici del marchio di moda Rodarte, le due registe, che si sono cimentate anche con la sceneggiatura, hanno raccontato una storia dal sapore molto europeo, stando a quello che ci ha raccontato Asbæk, attore danese, ora molto noto per il suo ruolo di Euron Greyjoy in Game of Thrones (sì, ha letto lo script dell’ottava stagione), unico a non essere statunitense nel cast principale del film.

Il progetto nasce da molto lontano, dall’amicizia che le due registe hanno con Kirsten Dunst, che ha anche prodotto il film. Le tre donne si sono trovate subito in sintonia sulla storia e sulla sua messa in scena, che si ambienta prevalentemente nelle foreste secolari comprese nel Parco Nazionale di Redwood. Il luogo, insieme a i due attori, è il vero protagonista: un ambiente denso e vivo, ma oscuro. Per effettuare riprese all’interno del bosco le registe hanno infatti utilizzato attrezzatura a spalla, nessun cavalletto, neanche un elemento “umano” a contaminare la location antica e viva di vegetazione antica e oscura.

Pilou Asbæk in particolare ha raccontato che in una pausa delle riprese ha accompagnato la figlia piccola a fare una visita al parco nazionale, e quando era in quei posti così affascinanti un albero è crollato, generando delle vibrazioni simili a quelle di un terremoto, uno spettacolo naturale bello e terribile. Di questo fascino così primordiale risente anche il film.

Per la Dunst, quello di Therese, protagonista che cade in depressione dopo la morte della madre, il ruolo è stato simile a quello interpretato per Lars Von Trier, emotivamente destabilizzante allo stesso modo, anche se, a quanto racconta l’attrice, il set delle sorelle Mulleavy era più disteso, trattandosi di due donne che conosceva già come amiche. “Alla fine delle riprese, però, non avrei mai e poi mai pensato di dover interpretare di nuovo il personaggio.”

Ma come è entrato Pilou in un progetto al femminile portato avanti con così tanta passione e comunione? L’attore ha spiegato che è “saltato a pie’ pari” nel film. Dopo il miglior provino della sua vita per Money Monster di Jodie Forster (ruolo che poi non ha ottenuto) è entrato in contatto con Laura e Kate, che gli hanno offerto la parte vincendo una rischiosa scommessa. L’attore ha riconosciuto l’atmosfera e la qualità visiva europea del film, sentendosi subito a suo agio nella parte. Pilou incarna alla perfezione la controparte maschile di Kirsten Dunst, che in Woodshock assume una’apparenza eterea, da fata dei boschi, completamente in sintonia con Redwood.

Le Mulleavy non sono nuove del tutto al mondo del cinema, pur avendo esordito dietro la macchina da presa con Woodshock: sono state costumiste per Darren Aronofsky in Il Cigno Nero (occupandosi anche di moda, appunto) e dall’esperienza sul set hanno capito che volevano fare il passo ulteriore e dedicarsi al cinema in maniera completa.

Il risultato di questo desiderio realizzato, Woodshock, è uno strano ibrido che dalla videoarte passa al cinema sperimentale, regalando un massiccio bagaglio emotivo allo spettatore, lavorando sui silenzi dell’uomo e della natura.

Venezia 74: in concorso West of Sunshine

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Venezia 74: in concorso West of Sunshine

Sarà presentato in concorso a Venezia 74 West of Sunshine, il film diretto da Jason Raftopoulos e con protagonisti Damian Hill, Ty Perham, Kat Stewart, Tony Nikolakopoulos, e Arthur Angel.

Trama – Separato dalla sua famiglia e indebitato dopo essere caduto nel circolo vizioso del gioco d’azzardo, Jim ha meno di un giorno per restituire un prestito a un violento usuraio. La giornata si capovolge quando deve occuparsi del figlio a casa da scuola per le vacanze. Il rapporto di Jim con il figlio viene messo alla prova nel momento in cui i suoi piani per ripagare il prestito falliscono. Quando il suo ultimo disperato sforzo di saldare il debito mette a repentaglio la vita del figlio, dovrà scegliere tra il proprio passato e una seconda possibilità nella vita.

In merito al film il regista ha commentato: “West of Sunshine è una storia di amore, libero arbitrio e trauma intergenerazionale. L’amore viene esplorato non solo come idea o sentimento ma sulla base delle azioni che dobbiamo compiere. Nell’arco di un giorno, Jim impara a mettere da parte il proprio trauma da abbandono e ad afferrare la seconda possibilità che gli si offre davanti: essere un padre per il proprio figlio. Sceglie di amare e essere amato. Cinematograficamente, mi sono ispirato al cinema neorealista italiano, documentando lo snodarsi degli eventi e anche giocando con quello stile per amplificare i significati sottintesi nei momenti chiave del film. In una società disgregata, lo scopo che intendevo perseguire in questo film era celebrare semplici ma fondamentali valori umani e familiari.”

Venezia 74: il red carpet d’apertura, con Matt Damon e Alexander Payne

Ecco le foto dal red carpet d’apertura di Venezia 74. Ospiti d’onore Alexander Payne e Matt Damon, che hanno presentato Downsizing.

Foto di Aurora Leone.

Il Festival di Venezia 2017 si svolge al Lido dal 30 agosto al 9 settembre.

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Venezia 74: il programma delle Giornate degli Autori

Venezia 74: il programma delle Giornate degli Autori

La 14ma edizione delle Giornate degli Autori è quest’anno all’insegna di una ricerca di originalità e diversità. Non per stupire, non per provocare sull’onda dei titoli facili, ma per il piacere condiviso della scoperta, della differenza, della ricerca di voci fuori dal coro.

Dice il Delegato Generale, Giorgio Gosetti: “l’esperienza della visione, condivisa anche quest’anno con un gruppo di programmatori ed esperti per cui nessun ringraziamento è sufficiente, ci insegna che ovunque trionfa un cinema di alta fattura e professionalità che però troppo spesso non sa emozionare e regalare sorpresa. Scegliere pochi titoli da tutto il mondo ci concede invece il privilegio e la sfida di scommettere su ogni autore e ogni opera come se fosse unica, e proprio per questo specialmente preziosa. Non abbiamo l’ambizione di offrire solo capolavori nella nostra selezione ufficiale e tra i nostri eventi speciali; vorremmo invece che il pubblico potesse dire ogni volta: valeva la pena di viaggiare sulle ali di questa storia, sono felice di aver incontrato un autore”.

Le Giornate degli Autori sono da sempre molto di più che una pura passerella per film inediti. “Fin dalla fondazione – ricorda il Presidente, Roberto Barzanti – abbiamo tenuto fede al mandato delle associazioni di categoria che ci promuovono, oggi ANAC e 100autori. Il sale della nostra proposta sta nell’arte dell’incontro, nel confronto delle idee, nelle occasioni di discussione e di ricerca. A questo serve la nostra Villa degli Autori, che anche quest’anno avrà un fitto calendario di proposte; al quale contribuiscono in special modo progetti istituzionali come il programma “28 Times Cinema”, promosso dal LUX Film Prize del Parlamento europeo, le riflessioni sulla trasformazione dei linguaggi d’autore nell’era digitale e le conversazioni di Women’s Tales”, che condividiamo con Miu Miu”.

Nello scorrere il programma della selezione ufficiale 2017, oltre a una doverosa attenzione per un cinema italiano vivissimo e coraggioso, spiccano alcuni ritorni importanti come il cinese Pengfei, il marocchino Faouzi Bensaïdi, gli italiani Vincenzo Marra, Matteo Botrugno e Daniele Coluccini; ma anche cineasti molto attesi come il canadese Kim Nguyen, l’iraniana Shirin Neshat, il tailandese Pen-ek Ratanaruang. E poi alcuni grandi eventi come il documentario ritrovato di Ermanno Olmi che, grazie al lavoro dei ricercatori di Istituto Luce, ci immerge nella Milano degli anni Sessanta e nella stagione pionieristica della psicanalisi o il biopic americano Agnelli che offre un punto di vista davvero inedito su una delle grandi figure internazionali del dopoguerra; e ancora lo sconvolgente Il risoluto di Giovanni Donfrancesco che riapre una pagina dimenticata della nostra storia, quella dei “bambini soldati” alla fine del fascismo.

Saranno 11 giorni di – crediamo – grande cinema, ma anche di grandi personalità, incontri, spettacolo. Non è quindi per caso che tra gli eventi speciali ai quali siamo più legati ci siano la commedia americana Thirst Street di Nathan Silver (presentata in collaborazione con il Tribeca Film Festival) e il toccante viaggio nel burlesque Getting Naked di James Lester.

Appuntamento a Venezia nel nome degli autori.

LA GIURIA

La VIII edizione del progetto 28 Times Cinema, promosso dalle Giornate degli Autori, dal LUX Film Prize del Parlamento europeo e da Europa Cinemas, con la collaborazione di Cineuropa, vede 28 giovani europei al centro delle attività delle Giornate per l’intero periodo della 74^ Mostra del Cinema di Venezia.

15 ragazze e 13 ragazzi, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, si incontreranno per la prima volta a Venezia il 30 agosto e passeranno insieme due settimane dense di incontri, dibattiti e naturalmente di film.  Sconosciuti legati da un comune spirito cinefilo, i 28 fortunati partecipanti sono stati selezionati dalle sale del circuito Europa Cinemas tra i loro giovani habitué locali. Ciascuno infatti rappresenterà a Venezia una sala cinematografica, una per paese europeo.

Dal 2014 i membri del progetto 28 Times Cinema attribuiscono il premio delle Giornate degli Autori, formando una delle giurie più ampie e inusuali del panorama festivaliero internazionale. Il Premio  di €20.000 verrà diviso tra il/la regista e il distributore internazionale del film vincitore per aiutarne l’uscita cinematografica.

Quest’anno per la prima volta sarà una donna a presiedere la Giuria di 28 Times Cinema: Samira Makhmalbaf, la regista iraniana due volte vincitrice del prestigioso Premio della Giuria del Festival di Cannes con Lavagne (2000) e Alle cinque della sera (2003), guiderà il resto dei giurati nei dibattiti sui film della selezione ufficiale delle Giornate. “Samira è un’artista di grande talento, ha compiuto un lungo percorso nonostante la giovane età, porta alla giuria delle Giornate una freschezza, una purezza di sguardo e una vivacità che daranno forza a tutti i suoi giovani compagni in questa avventura. Siamo orgogliosi che per la prima volta il volto delle Giornate sia quello di una donna e di una grande regista” commenta Giorgio Gosetti, delegato generale delle Giornate.

Com’è ormai tradizione fin dalla prima edizione del Premio, Karel Och, direttore artistico del Festival di Karlovy Vary, membro del comitato di selezione del Premio Lux e parte della Giuria di Un Certain Regard a Cannes nel 2017, avrà il compito di introdurre ciascun film nella discussione, contestualizzandolo all’interno del percorso del regista e della sua specifica cinematografia. “Insieme al Presidente di Giuria, cerco di mostrare ai giurati nuovi modi di pensare ai film e al cinema, indicando loro delle prospettive magari inedite, senza però influenzare i loro giudizi. È un piacere ascoltare i giovani giurati discutere, mi divertono le loro conversazioni; la loro assoluta trasparenza e mancanza di diplomazia sono una vera boccata di aria fresca.”

Su cosa baseranno le proprie valutazioni i nostri giurati? Siamo fieri di annunciare che non sarà un mistero: l’ultimo incontro della giuria, con la votazione finale, avrà infatti luogo alla Villa degli Autori a porte aperte l’8 settembre e sarà possibile seguire l’evento in live streaming.

CONCORSO 

 

Quando “Buena Vista Social Club” incontra Cuba che affonda tra rum, sigari, malavita

CANDELARIA di Jhonny Hendrix Hinestroza

Colombia/Germania/Norvegia/Argentina, 2017, 95’, prima mondiale

Con Alden Knight, Veronica Lynn, Manuel Viveros

Produzione: Antorcha Films, Razor Films, DHF, Pucara Films

Vendite estere: Beta Cinema GmbH

Alla metà degli anni ‘90, quando la Guerra Fredda è ormai un ricordo e i Muri cadono a pezzi, anche la vita a Cuba cambia mentre l’avidità avanza tra rum, sigari, malavita. Non così per Candelaria e Victor Hugo, una coppia di anziani che da sempre divide il ritmo monotono ma rassicurante della quotidianità. Finché, un giorno, in una camera d’albergo, Candelaria scopre una piccola cinepresa abbandonata. Da quel giorno la vita dei due cambia radicalmente e Victor Hugo sarà costretto a incontrare il pericoloso “El Hormigueo” che gli farà una proposta difficile da rifiutare… Musica, passione, sorrisi in una sorprendente testimonianza dal valore universale.

 

La ragnatela della corruzione e le sue vittime. Dal romanzo di Walter Siti

IL CONTAGIO (THE CONTAGION) di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini

Italia, 2017, 110’, prima mondiale

Con Vinicio Marchioni, Maurizio Tesei, Anna Foglietta, Vincenzo Salemme

Produzioni: Kimerafilm, Rai Cinema, Notorious Pictures, Gekon Production

Distribuzione italiana: Notorious Pictures

In una palazzina di borgata si muovono Marcello e Chiara, Mauro e Simona, oltre al boss di quartiere Carmine. In questo scenario di umanità mutevole, perennemente sospesa tra il tragico e il comico, si inserisce anche il professor Walter, scrittore di estrazione borghese, il quale ha da tempo una relazione con Marcello, ex culturista dalla sessualità incerta. Mauro, freddo e ambizioso spacciatore, sembra il solo a sentire la necessità di una svolta. Tornano alle Giornate gli autori di Et in terra Pax.

 

Chi è il carnefice, chi la vittima? Dove si compie un genocidio, ognuno ha il suo segreto

DOVE CADONO LE OMBRE (WHERE THE SHADOWS FALL) di Valentina Pedicini – opera prima

Italia, 2017, 95’, prima mondiale

Con Elena Cotta, Federica Rosellini

Produzione: Fandango con Rai Cinema

Vendite estere: Fandango

Anna e Hans, un’infermiera e il suo assistente di un istituto per anziani, l’ex orfanotrofio che li ha visti prigionieri nell’infanzia, vivono come intrappolati nel tempo e nello spazio. Dal passato riappare Gertrud e il nastro dell’orrore sembra riavvolgersi. L’istituto torna a essere ciò che era: ricovero di bambini Jenisch sottratti alle famiglie, tempio di un progetto di eugenetica capitanato da Gertrud. Anna, schiava di quel luogo e di un’infanzia dolorosa che non termina mai, riprende le ricerche di Franziska, l’amica che cerca ovunque e senza sosta. Ispirato a una storia vera, a settecento storie vere.

“Come spesso accade, la realtà che ho visto ha superato e di molto l’immaginazione”

L’EQUILIBRIO di Vincenzo Marra

Italia, 2017, 90’, prima mondiale

Con Mimmo Borrelli, Roberto Del Gaudio

Produzioni: Cinemaundici e Lama Film con Rai Cinema e Ela Film

Vendite estere: Intramovies

Distribuzione italiana: Warner Bros. Pictures

Giuseppe, un sacerdote campano già missionario in Africa, lavora adesso a Roma. Messo in crisi nella sua fede, chiede al vescovo di tornare a casa. Giuseppe prende il posto del parroco del quartiere, Don Antonio, un uomo dal grande carisma, rispettato da tutti perché combatte il disastro dei rifiuti tossici. Don Antonio sta per essere trasferito a Roma, ma prima di partire introduce Giuseppe alla dura realtà del quartiere. Una volta rimasto solo, il sacerdote si dà da fare cercando di aiutare in tutti i modi la comunità, fino a quando scopre che non si può sempre vivere di equilibrio…

  

In un futuro che è già presente anche Romeo e Giulietta dipendono dalla fibra ottica

EYE ON JULIET di Kim Nguyen

Canada, 2017, 91’, prima mondiale

Con Joe Cole, Lina El Arabi

Produzione: Item 7

Vendite estere: Films Distribution

Distribuzione italiana: Movies Inspired

Una storia d’amore vista attraverso l’occhio di un piccolo drone. Tra il deserto mediorientale e un oleodotto, appare un strano robot a forma di ragno che sembra perlustrare l’orizzonte. Dall’altra parte del mondo, in America, Gordon, pilota del drone e custode a distanza di sicurezza dell’oleodotto. Sentendosi un estraneo in un mondo che comprende sempre meno, inizia ad appassionarsi alla vita di Ayusha. Dall’autore di Rebelle, finalista all’Oscar.

 

Nessuno come un israeliano sa sorridere della morte guardando alla vita

GA’AGUA (LONGING) di Savi Gabizon

Israele, 2017, 91’, prima internazionale

Con Shai Avivi, Asi Levi

Produzione: United Channel Movies (UCM)

Vendite estere: Films Boutique

Ariel, un uomo benestante senza figli, riceve una telefonata dalla fidanzata dell’università. Deve raccontargli un paio di cose davvero sorprendenti: la prima è che quando si lasciarono vent’anni prima, era incinta e che da quella gravidanza nacque un bambino fantastico; la seconda, invece, è qualcosa che gli cambierà la vita per sempre. Comincia da qui il viaggio fantastico di Ariel, il percorso parallelo di un padre e un figlio.

 

Benvenuti al luna park del capitalismo perfetto

LIFE GUIDANCE di Ruth Mader

Austria, 2017, 90’, prima mondiale

Con: Fritz Karl, Katharina Lorenz, Florian Teichtmeister

Produzione: KGP Kranzelbinder Gabriele Production

In un futuro prossimo, in un mondo che ha raggiunto lo stadio perfetto del capitalismo, pochi ottimati decidono della sorte della classe media. Per tutti coloro che non si adeguano agli standard richiesti c’è un’agenzia dedicata, Life Guidance, incaricata di aiutare gli individualisti a trovare l’equilibrio richiesto. È quanto scopre Alexander, marito e padre felice, quando una parola fuori posto al figlio gli porta in casa l’ispettore/angelo custode di Life Guidance. L’istintiva ribellione di Alexander farà il resto…

In silenzio dal 2003, quando portò a Cannes Struggle, l’artista austriaca celebra il suo ritorno con un apologo potente che si differenzia dai modelli del genere.

Nello specchio di un’icona, la donna e l’artista si danno la mano

LOOKING FOR OUM KULTHUM di Shirin Neshat

Germania/Austria/Italia, 2017, 90’, prima mondiale

Con Neda Rahmanian, Yasmin Raeis, Mehdi Moinzadeh

Razor Film in coproduction with Coop99, In Between Art Film, Vivo Film, Schortcut Films

Vendite estere: The Match Factory

Mitra, artista ambiziosa, madre quarantenne, costretta dal lavoro a vivere lontana dal figlio e dal suo paese, si tuffa nel progetto più difficile di tutti: far rivivere sullo schermo il mito della leggendaria cantante che tutto il mondo arabo venera fin dagli anni ’50, Oum Kulthum. A quale prezzo quella donna è sopravvissuta da regina in un mondo conservatore e maschilista? In questa ricerca Mitra rischia di perdere se stessa finché incontra Ghada, la straordinaria incarnazione dell’inarrivabile icona. Una folgorazione.

 

Un melodramma della parola, un amore impossibile, una scoperta

M di Sara Forestier – opera prima

Francia, 2017, 100’, prima mondiale

Con Sara Forestier, Redouanne Harjane

Produzione: Chi-Fou-Mi Productions

Vendite estere: MK2 films

Lila e Mo si incontrano a una fermata d’autobus. Lila ha un blocco psicologico che le impedisce di parlare. Mo è esuberante e chiacchierone. Lila studia per sostenere i suoi esami. Mo si mantiene partecipando alle corse automobilistiche clandestine. Gli opposti si attirano e s’innamorano. Mo, però, porta con sé un fardello pesante. Davanti e dietro alla macchina da presa Sara Forestier stupisce, emoziona, sboccia come un fiore. Nel cast anche Jean-Pierre Léaud.

Tra Hitchcock e Bunuel, il cinema ci fotografa

MAI MEE SAMUI SAMRAB TER (SAMUI SONG) di Pen-ek Ratanaruang

Thailandia/Germania/Norvegia, 2017, 108’, prima mondiale

Con Cherman Boonyasak, David Asavanond

Produzione: Bluering Company Ltd

Vendite estere: UDI – Urban Distribution International

Viyada è una trentenne felice: è una nota attrice di soap opera, ha un marito straniero bello e presente, si sente ancora bella. Ma, stretta sempre più nella ragnatela che intorno a lei ha tessuto l’ambiguo capo di una setta chiamato il Santo e a cui il marito è ossessivamente devoto, Viyada decide di adottare misure drastiche per ritrovare la sua libertà.

Una satira della borghesia thai condotta attraverso il filtro del cinema-sul-cinema. Il ritorno dell’autore di Last Life in the Universe. 

 

Non sempre il ritorno alle origini regala purezza e felicità…

MI HUA ZHI WEI (THE TASTE OF RICE FLOWER) di Pengfei

Cina, 2017, 102’, prima mondiale

Con: Ying Ze, Ye Bule

Produzioni: Shanghai Uniglobe Film & Culture Co. Ltd

Ye Nan, una donna di etnia Dai, dopo aver vissuto in città fa ritorno al suo villaggio nello Yunnan. Vuole prendersi cura della figlia tredicenne che aveva abbandonato, ma il percorso per ricostruire il loro rapporto è pieno di ostacoli. Un giorno la figlia viene arrestata con un’amica per aver rubato del denaro nel tempio. E visto che tutti pensano che le ragazze siano possedute da un demone, decidono di salvarle durante la Festa dell’Acqua, onorando un Buddha di pietra dentro una grotta carsica millenaria. Secondo film del regista di Underground Fragrance.

 

Un racconto d’amore in un mondo disperato, una storia di bellezza tra le rovine

VOLUBILIS di Faouzi Bensaïdi

Marocco/Francia, 2017, 106’, prima mondiale

Con Mouhcine Malzi, Nadia Kounda

Produzioni: Barney Production, Mont Fleuri Production, Shadi Films

Vendite estere: Doc&Film International

Meknès, Marocco. Lui è fiero del suo lavoro come guardiano di un centro commerciale, lei del suo uomo e di una modernità tanto difficile da conquistare, anche oggi, in una terra dominata da secoli di maschilismo. Abdelkader e Malika stanno per andare a vivere insieme. Ma un bel giorno un incidente sul lavoro precipita l’uomo in un incubo senza fine in cui la forza dei potenti schiaccia, ancora una volta, i deboli e gli onesti. Ballata triste e satira impietosa, il film fotografa dall’interno una società divisa e ingiusta. Dall’autore di WWW. What a Wonderful World.

 

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WOMEN’S TALES 

#13 CARMEN di Chloë Sevigny

Italia, Stati Uniti, 2017, 8’, colore, DCP

con Carmen Lynch

produzione Hi! Production

La cabarettista Carmen Lynch sa bene cosa ci vuole per essere veramente divertenti. Mentre la osserviamo tra gli specchi in camerino e il palcoscenico su cui si esibisce, ci viene offerta l’opportunità di gettare uno sguardo nell’intimo di un individuo davvero di talento. Le luci sature di Portland e il neon vacillante delle insegne dello showbiz diventano il fondale fugace e transitorio di Carmen, che si confronta con se stessa – il proprio aspetto, i propri sogni, gli strani rituali dell’accoppiamento nel mondo moderno – attraverso il confronto con il pubblico. Che a volte ride con lei, altre no

L’atmosfera di Carmen è sciolta, voyeuristica, improvvisata, e riflette l’interesse di Chloë Sevigny per «realizzare un corto che racconta un percorso, l’essere donna, l’ego dato dalla celebrità che parla dell’amore per il mestiere, l’amore per l’arte, la sua ripetizione». Il copione si sviluppa intorno al materiale cabarettistico prima scritto da Carmen Lynch e poi ulteriormente rielaborato con grande intuito dalla regista. «Il film coglie molto bene quella che sono – dichiara la Lynch -. Quando sei sulla strada, anche se sei sola, non ti sembra nemmeno più di esserlo. Molti di noi comici sono introversi, osservano e ascoltano».

#14 (The [End) of History Illusion] di Celia Rowlson-Hall

Italia, Stati Uniti, 2017, 13’, colore, DCP

con Caroline Polachek, Sean Scott, John Scott

Leal Zielinska, Mina Nishimura, Katlyn Addison

Soloist with Ballet West, Christina Jones

produzione a  m ss ng p eces  Production con Hi! Production

(The [End) of History Illusion] è ambientato in una lussuosa casa di Las Vegas, posta otto metri sottoterra. Gemelli che fanno il tip tap e una ballerina fornaia sono i protagonisti di questa pubblicità sulla vita e le ambizioni che, presto, vengono spazzate via da un Armageddon nucleare. A metà tra un musical hollywoodiano anni Trenta e l’incubo della Guerra Fredda anni Sessanta, in questo racconto sul consumismo, la paura e la fuga dalla realtà, Celia Rowlson-Hall porta le sue consuete coreografie e il suo humor nero. 

EVENTI SPECIALI

AGNELLI di Nick Hooker

Stati Uniti, 2017, 90’, prima mondiale

Produzione: HBO Documentary Films

Erede di una famiglia che ha fatto la storia di Torino e nipote del fondatore della FIAT, Gianni Agnelli ha attraversato la scena italiana e mondiale come un autentico principe del XX secolo: figura carismatica e controversa, emblema della rinascita italiana, alfiere del padronato negli anni delle rivolte sindacali, ma anche protagonista della cupa tragedia elisabettiana che ha marcato la sua stirpe. Un ritratto cangiante e inedito da un punto di vista sorprendente.

GETTING NAKED: A BURLESQUE STORY di James Lester

Stati Uniti, 2017, 85’, prima mondiale

Produzione: James Lester Films

La scena neo-burlesque di New York è un mondo sotterraneo fatto di sesso, provocazione, umanità. Il documentario segue quattro artisti del genere raccontandoli nel privato e sul palcoscenico. Ognuno di loro ha appena scoperto la propria identità ed è parte integrante del mondo della commedia osé e dello striptease. Quattro persone che hanno capito quanto non sia necessariamente oro ciò che luccica, perché questa libera comunità non può estraniarsi dalla dura realtà del sessismo, delle malattie e delle crisi esistenziali. Getting Naked esplora il significato di essere protagonista, animatore e donna in una delle città più difficili del pianeta.

LA LEGGE DEL NUMERO UNO di Alessandro D’Alatri

Italia, 2017, 26’, prima mondiale

Con Marco Palvetti, Andrea Sartoretti

Produzione: Déjà Vu Production, Rai Fiction

Vendite internazionali: Rai Com

Tre uomini che non hanno niente in comune ripongono in un colloquio con un magistrato l’unica chance di riottenere per qualche giorno una libertà sognata ogni momento. Un faccendiere, un ruvido malavitoso romano, un cittadino dell’Est specializzato in traffici illeciti. Qualcosa in comune ce l’hanno: la convinzione, infondata, che solo il primo che andrà al colloquio otterrà il permesso premio. In una cella d’attesa i tre uomini si trovano coinvolti in una partita senza esclusione di colpi per garantirsi il primo posto al colloquio.

IL RISOLUTO (THE RESOLUTE) di Giovanni Donfrancesco

Italia/Francia, 2017, 159’, prima mondiale

Produzione: Altara Films, Les Films du Poisson, Rai Cinema, NDR-ARTE (La Lucarne)

Un italiano di 87 anni, nel suo ritiro nei boschi del Vermont, incontra un cineasta e coglie l’occasione per guardare indietro alla sua vita. Dai ricordi della guerra sin qui taciuti scaturisce un passato inconfessabile da soldato bambino nei ranghi della Decima Mas, una delle più violente milizie fasciste. E una rivelazione sul destino del tesoro di Mussolini, che lui stesso avrebbe contribuito ad occultare… Un viaggio nei meandri della memoria, capace di parlare al nostro presente.

THIRST STREET di Nathan Silver – In collaborazione con il Tribeca Film Festival

Stati Uniti, 2017, 82’, prima internazionale

Con Lindsay Burdge, Damien Bonnard, Esther Garrel

Vendite estere: Stray Dogs

Gina, un’assistente di volo americana sola e depressa dopo il suicidio del suo fidanzato, durante una sosta a Parigi fa amicizia con un barista di nome Jérôme. Ma quando decide di cedere al desiderio e di rimanere in Francia, rientra in scena Clémence, l’ex di Jérôme, e una relazione, all´apparenza innocua, si trasforma rapidamente in un amour fou non corrisposto. Uno dei maggiori successi dell’ultima edizione del festival newyorchese gemellato con le Giornate degli Autori.

IL TENTATO SUICIDIO NELL’ADOLESCENZA di Ermanno Olmi

Italia, 1968, 35’, prima mondiale

Per Italo Calvino non c’è niente di più inedito dell’edito. Ha ragione, una ragione filologica, di amorosa rilettura dei testi. Ma Calvino – con Borges – sa anche che una nuova scoperta di un’opera può fare luce su opere passate, e addirittura su quelle posteriori alla sua creazione.

Il documentario racconta i primi pionieristici anni di attività di un reparto psichiatrico d’urgenza presso il Policlinico di Milano, una struttura sperimentale all’epoca, diretta da un grande psichiatra, Carlo Lorenzo Cazzullo. Un padiglione dedicato ai casi di emergenza per tentato suicidio, con un’incidenza drammatica di adolescenti. Ci sono interviste, statistiche, storie personali. C’è, in piccolo, un sorprendente palinsesto del cinema di Olmi: per tagli, ritmi, empatia, scelta dei volti, degli sguardi. Il documentario non risulta essere mai stato proiettato in una pubblica sede; non figura in alcuna delle tante filmografie del regista redatte negli anni. Ci appare, dalla moviola, come un film nuovo, inedito, ritrovato, soprattutto perché ci si ritrova conservato il suo cinema degli anni Sessanta e Settanta, e il tocco di sempre del suo autore.

PROIEZIONI SPECIALI

I’M (endless like the space) di Anne-Riitta Ciccone

Italia, 2017, 112’, prima mondiale

Con Barbora Bobulova, Mathilde Bundschuh

Produzione: A.T.C. Adriana Trincea Cinema srl, Rai Cinema con Paypermoon Italia

Distribuzione italiana: Koch Media Italia

Un viaggio fantastico in un futuro che assomiglia terribilmente al presente. La diciassettenne Jessica vive, anche in questa dimensione parallela, i problemi di tutti quelli che hanno la sua età: il timore di un futuro pauroso per il quale l’unico rimedio sembra essere l’omologazione agli altri. Ma Jessica è diversa. Una fiaba italiana in 3D.

THE MILLIONAIRS di Claudio Santamaria

Italia, 2017, 14’, prima mondiale

Con Sabrina Impacciatore, Peppe Servillo

Produzione: Goon Films

Distribuzione italiana: Lucky Red

Nel corso di una lunga notte, le strade di un bosco di montagna diventano teatro per una serie di efferati omicidi a opera di diversi personaggi, tutti decisi a impossessarsi di una misteriosa valigetta.

RACCONTARE VENEZIA di Wilma Labate

Italia/Francia, 2017, 54’, prima mondiale

Con Silvia D’Amico

Produzione: Wider Films, LuFilms in associazione con D-Hub Studios e in collaborazione con Taodue – Mediaset Group e Ciné Cinema Canal+

Distribuzione italiana: Wider Films

Una giovane attrice in viaggio a Venezia ripercorre i luoghi e le atmosfere di alcuni celebri film girati nella città lagunare. Nel percorso rivive i fasti della classicità, della decadenza e della modernità di un luogo unico al mondo. Da un’idea di Irene Bignardi.

Venezia 74: il programma della Settimana della Critica

Venezia 74: il programma della Settimana della Critica

È stata presentata la selezione della trentaduesima Settimana della Critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (Venezia 74) della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2017).

Ecco il programma:

CONCORSO

IL CRATERE di Luca Bellino, Silvia Luzi (Italia)

DRIFT di Helena Wittmann (Germania)

LES GARÇONS SAUVAGES| THE WILD BOYS di Bertrand Mandico (Francia)

KÖRFEZ | THE GULF di Emre Yeksan (Turchia, Germania, Grecia)

SARAH JOUE UN LOUP GAROU | SARAH PLAYS A WEREWOLF di Katharina Wyss (Svizzera, Germania)

TEAM HURRICANE di Annika Berg (Danimarca)

TEMPORADA DE CAZA | HUNTING SEASON di Natalia Garagiola (Argentina, Usa, Germania, Francia, Qatar)

EVENTI SPECIALI

Film d’apertura PIN CUSHION di Deborah Haywood (Regno Unito)

Film di chiusura VELENO di Diego Olivares (Italia)

Ecco cosa ha dichiarato in merito Giona Nazzaro, Delegato Generale della SIC: “Il cinema riesce sempre a smentire quanti lo danno periodicamente in fin di vita o privo di idee. Al contrario, raramente il cinema è apparso più ricco di energia, possibilità, e potenzialità. Non esistono annate più o meno ricche. Il cinema non dipende – ancora – da fattori climatici. La moltiplicazione delle opportunità di accesso alla produzione, la diversificazione delle modalità di narrazione e la decentralizzazione dei luoghi dove si creano occasioni di sostegno per i cineasti emergenti, fanno sì che le mappe di navigazione del programmatore si riscrivano in continuazione. E, soprattutto, emergono con molta più facilità che in passato interlocutori sempre nuovi e motivati. Eccesso di ottimismo? Forse. Ma, se si deve peccare, che si pecchi per generosità, entusiasmo piuttosto che per pigrizia o prevedibilità.

Dopo i risultati entusiasmanti ottenuti dai film della trentunesima edizione, titoli che hanno viaggiato in lungo e largo, raccogliendo premi e consensi, totalizzando complessivamente un centinaio di festival in poco meno di dodici mesi (senza contare la presenza al MoMa di due titoli della selezione in New Directors/New Films), la sfida principale da raccogliere e affrontare era, ovviamente, non ripetersi. Come dire? Il “secondo difficile film”. Tenere alto un progetto di linea editoriale in una sorta di “continuità discontinua” (se ci è perdonato l’ossimoro). Continuare a dissodare il terreno del possibile senza abbandonare il gusto della ricerca. Inteso proprio come il piacere di cercare i film. Cercare quei film in grado di mettere tutto in discussione, rimettere in discussione lo sguardo, creare le condizioni per viaggiare ancora una volta (l’importante – come sosteneva Jack Kerouac – è mettersi in movimento) e, soprattutto, essere disponibili allo stupore. Piuttosto che chiudersi nella cittadella delle proprie convinzioni, mettersi in gioco, rischiare. Il cercare, dunque, è parte integrante del piacere. Evocare i film che ancora non esistono se non come desiderio di chi li cerca e desidera. Da figli di Rossellini il cinema non può che essere nel mondo e del mondo. Scegliere film significa, per noi, riannodare il filo dei racconti possibili.

Una posizione politica, in fondo. Ma non ideologica. Piuttosto una possibilità di seduzione. Un guardarsi come un gioco della scoperta. Non a caso la selezione della trentaduesima edizione della Settimana Internazionale della Critica si presenta – ma non era un progetto, un’intenzione – come una proposta fortemente al femminile. Il riposizionamento cui accennavamo si presenta anche come una messa in discussione del tradizionale monopolio maschile nei confronti dei mezzi di produzione. Ma non come banale ribaltamento politicamente corretto di un discorso di quote. Semmai nel segno di un’urgenza e di un desiderio che sorprende e rimette in discussione equilibri e poteri.

Per questo motivo abbiamo scelto come film d’apertura Pin Cushion di Deborah Haywood, favola nerissima di formazione proletaria dove Angela Carter e Ken Loach si tendono la mano. Silvia Luzi e Luca Bellino con Il cratere compiono un viaggio sorprendente nello sguardo di un padre che sogna la figlia come diva neomelodica. Helena Wittman con l’ipnotico Drift ripensa sguardo e materia del femminino mentre Annika Berg in Team Hurricane si fionda nel piacere e nella violenza con la quale le adolescenti giocano da native digitali con le immagini in movimento. Sarah joue un loup garou, della svizzera Katharina Wyss, offre un ritratto della sete d’infinito di un’adolescente tesa fra Wagner e Shakespeare mentre Natalia Garagiola in Temporada de caza (Hunting Season) affronta senza timore un universo di maschi in lotta fra loro misurando il mondo con un’energia fisica di rara intensità. Intensità di cui la Luisa Ranieri interprete di Veleno, secondo film di Diego Olivares, evento di chiusura, possiede in enorme quantità. Körfez (The Gulf) di Emre Yeksan reinventa il paesaggio politico della Turchia odierna creando un racconto ellittico e ricco di echi. Les Garçons sauvages (The Wild Boys), invece, del talentuoso Bertrand Mandico evoca il sogno di un manipolo di capitani coraggiosi fra Genet e Kipling dove la posta in palio non può che essere perdere il proprio corpo per ritrovare il mondo. Il cinema è in crisi? Non dalle parti della SIC.”

La Settimana Internazionale della Critica (SIC) è una sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2017) e composta da una selezione di sette opere prime in concorso e due eventi speciali, tutti presentati in anteprima mondiale. La selezione è curata dal Delegato Generale della SIC Giona A. Nazzaro con i membri della commissione di selezione Luigi Abiusi, Alberto Anile, Beatrice Fiorentino e Massimo Tria.

Venezia 74: il grande giorno di George Clooney

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Venezia 74: il grande giorno di George Clooney

Arriverà al lido oggi per presentare Suburbicon, il suo ultimo film da regista la star  George Clooney, accompagnato da Matt Damon e Julianne Moore, interpreti del film.

La pellicola scritta da Joel & Ethan Coen, George Clooney, Grant Heslov racconta di una pacifica e idilliaca comunità periferica caratterizzata da case a buon mercato e giardini ben curati… il luogo perfetto dove crescere una famiglia. Èesattamente quello che stanno facendo i Lodge nell’estate del 1959. Tuttavia, l’apparente tranquillità cela una verità inquietante, quando il marito e padre Gardner Lodge è costretto a farsi strada nel lato oscuro della città fatto di tradimento, inganno e violenza. Questa è la storia di persone imperfette e delle loro scelte sbagliate. Questa è Suburbicon.

suburbicon

Il commento di George Clooney – I fratelli Coen firmarono la sceneggiatura originale di Suburbicon negli anni ottanta. Per una serie di motivi il film non fu mai realizzato e venne accantonato. L’anno scorso io e il mio socio Grant Heslov stavamo lavorando a una storia accaduta a Levittown, Pennsylvania, nel 1957, ispirata al breve documentario Crisis in Levittown. Chiamai i fratelli Coen per chiedere loro se potevamo provare a dare un’occhiata al copione e farne un film storico ambientandolo in una città come Levittown. Loro si dimostrarono entusiasti, e noi ci mettemmo subito al lavoro.

È un film che volevo fare perché mi piacevano i temi. Mi sembrava un momento appropriato per parlare di muri e minoranze che fanno da capro espiatorio, anche se all’interno di un thriller insolito. Ho sempre amato l’idea di un omicidio consumato in una città perfetta con tutta la gente che guarda nella direzione sbagliata. È la storia di un’epoca e di un luogo dai quali, purtroppo, non ci siamo mai veramente allontanati.

Venezia 74: il giorno di The Leisure Seeker di Paolo Virzì

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Venezia 74: il giorno di The Leisure Seeker di Paolo Virzì

Sarà presentato in concorso il nuovo film di Paolo Virzì The Leisure Seeker, con protagonisti Helen Mirren, Donald Sutherland e tratto dall’omonimo romanzo di Michael Zadoorian.

The Leisure Seeker è il soprannome del vecchio camper con cui Ella e John andavano in vacanza coi figli negli anni settanta. Per sfuggire a un destino di cure mediche che li separerebbe per sempre, la coppia sorprende i figli ormai adulti e invadenti salendo a bordo di quel veicolo anacronistico per scaraventarsi avventurosamente giù per la Old Route 1, destinazione Key West. John è svanito e smemorato ma forte, Ella è acciaccata e fragile ma lucidissima: insieme sembrano comporre a malapena una persona sola. Quel loro viaggio in un’America che non riconoscono più – tra momenti esilaranti e altri di autentico terrore – è l’occasione per ripercorrere una storia d’amore coniugale nutrita da passione e devozione, ma anche da ossessioni segrete che riemergono brutalmente, fino all’ultimo istante.

Commento del regista: Non avevo previsto che un giorno avrei diretto un film ambientato del tutto in un altro Paese. Finora mi ero sempre sottratto a progetti americani dei quali mi era stata offerta la regia. Mi hanno convinto a provare almeno a scrivere una sceneggiatura e ho promesso ai produttori: se Helen Mirren e Donald Sutherland interpretano Ella e John, faccio il film. Era solo un modo per spararla grossa e mettere le mani avanti. Il destino però mi ha spiazzato: imprevedibilmente Mirren e Sutherland hanno accettato. Poche settimane dopo facevo i bagagli per attraversare l’oceano: non potevo privarmi del godimento di condividere un’esperienza con due attori così geniali e leggendari. Ma senza alcun intento di diventare “un regista americano”. Mi sento figlio del cinema italiano, seppure ormai la condivisione globale di storie e visioni renda labili e obsoleti i confini territoriali. Anche sulla East Coast americana ho cercato di non rinunciare alle mie consuetudini di regista nato in Italia, anzi a Livorno, per usare ingredienti che ho a cuore da sempre: verità, umanità, ironia, provando a mescolare commedia e tragedia, disavventure comiche e istanti di gioia pura. Mi sembra che ne sia venuto fuori un road movie sulla libertà di scegliere ogni istante della propria vita, con la semplicità di una canzone. Una ballad buffa e triste, con qualcosa di irragionevole e di pazzoide, ma vitale e felice.

Venezia 74: il festival visto da Greg Williams

Venezia 74: il festival visto da Greg Williams

Come ogni anno, il fotografo delle star, Greg Williams, ha realizzato un reportage tutto personale per Venezia 74, un punto di vista privato, quasi intimo, nel mondo delle star che approdano al Lido per la Mostra d’Arte Cinematografica. Ecco i suoi scatti condivisi su Instagram:

Ai Wei Wei

Il regista ha presentato in concorso il documentario Human Flow.

Ai Wei Wei e famiglia

Il festival ‘privato’ di Williams si palesa in immagini di questo tipo: Ai Wei Wei, sulla sua via per il red carpet, gioca a carte con la famiglia.

Ai Wei Wei – ritratto

Isabeli Fontana

La modella Isabeli Fontana, testimonial di Alberta Ferretti sul red carpet di Venezia 74.

Chloe Sevigny

L’attrice ha partecipato all’attività stampa di Lean on Pete, film in concorso che ha visto Charlie Plummer vincitore del Premio Mastroianni.

Frances McDormand

La straordinaria interprete di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri gioca con il fotografo prima della premiere del film.

Judi Dench

La divina Judi Dench ha presentato al Festival Victoria e Abdul, fuori concorso.

Pilou Asbaek

L’attore danese, reso celebre da Game of Thrones, ha portato alla Mostra Woodshock.

Sam Rockwell e Leslie Bibb

La coppia è stata fotografata prima del red carpet di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, film in cui Rockwell è co-protagonista.

Lily Newmark

La Newmark posa in riva al mare dopo aver presentato nella Settimana della Critica il suo film Pin Cushion.

Michael Caine

Il famoso e amato interprete inglese è arrivato al Lido per presentare My Generation, documentario di cui è protagonista e narratore.

Joe Cole

Il regista ha portato in concorso a Venezia 74 Lean on Pete.

Ali Fazal

L’attore indiano è il co-protagonista di Victoria e Abdul, presentato nel fuori concorso, al fianco di Judi Dench.

Coco Rocha

La modella ha partecipato al festival come testimonial di Jaeger-LeCoultre, tra i prestigiosi sponsor dell’evento.

Diane Kruger

Anche l’attrice di origine tedesca è stata tra le testimonial del marchio Jaeger-LeCoultre.

Jim Carrey

L’attore ha presenziato la premiere del documentario che racconta il making of Man on the Moon, in cui ha interpretato Andy Kaufman.

Javier Bardem

Williams ha fotografato Javier Bardem sul red carpet di Venezia 74 durante la premiere di Loving Pablo, in cui l’attore ha recitato al fianco di Penelope Cruz, anche lei al Festival. L’attore spagnolo è stato il protagonista di due red carpet. Il secondo è stato quello di mother!, film in concorso diretto da Darren Aronofsky con Jennifer Lawrence.

Rebecca Hall

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La spontaneità della bella giurata Rebecca.

Penelope Cruz

La diva madrilena dietro le quinte della premiere di Loving Pablo.

Arizona Muse

La modella ha sfilato alla Mostra per il marchio Temperley London.

Martin McDonagh e il suo cast

Il fotografo ha catturato questo momento di estrema ilarità tra il cast di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Nella foto, il regista Martin McDonagh sorride mentre gli interpreti sono molto interessati a una… scarpa. Nella foto Frances McDormand, Woody Harrelson e Sam Rockwell. Il film ha vinto il premio alla migliore sceneggiatura.

Matthias Schoenaerts

Matthias Schoenaerts sul molo, di fronte all’Excelsior, in posa. L’attore ha presentato Le fidele con Adele Exarchopoulos.

Venezia 74: i vincitori delle Giornate degli Autori

Venezia 74: i vincitori delle Giornate degli Autori

La Giuria Ufficiale delle Giornate degli Autori presieduta dalla regista iraniana Samira Makhmalbaf ha assegnato, nell’ambito della Selezione Ufficiale, il GdA Director’s Award al film CANDELARIA di Jhonny Hendrix Hinestroza.

La Giuria era composta dai giovani europei del programma 28 Times Cinema, che ha decretato il film vincitore con la seguente motivazione:

Questo è uno di quei rari casi in cui un film trasmette generosità e calore al pubblico mostrando un modo non convenzionale di riscoprire l’amore tra due anziani che lottano per sopravvivere a Cuba. Nella sua forma visiva, il film mette insieme le performance di due attori eccezionali, una cinematografia carica di significato, i caldi colori latini, uno sviluppo della storia inaspettato e un profondo messaggio sociale.

Il Premio comprende un contributo in denaro di 20.000 Euro che viene egualmente ripartito tra il regista e il venditore internazionale del film, che si impegna a utilizzare la cifra ricevuta per la promozione dell’opera.

PREMIO DEL PUBLICO BNL 

Promosso da BNL Gruppo BNP Paribas

LONGING di Savi Gabizon

LABEL EUROPA CINEMAS

M di Sara Forestier vince il Label Europa Cinemas (premio dedicato ai film di produzione e co-produzione europea)

La giuria ha assegnato il premio con la seguente motivazione: Abbiamo scelto di premiare M per la sua poetica e sincera descrizione delle differenze, per la regia magistrale e le interpretazioni eccellenti di tutto il cast. M è una affascinante rappresentazione della relazione tra due persone ferite dalla vita. È un film che ha tutto il potenziale per arrivare e commuovere il pubblico più giovane.

PREMI FEDEORA

La Giuria della Federazione dei Critici Cinematografici Europei e del Mediterraneo ha assegnato i seguenti premi ai film della Selezione Ufficiale delle Giornate degli Autori:

Miglior FilmEYE ON JULIET  di Kim Nguyen

Per la maniera ispirata attraverso la quale la tecnologia diventa strumento in grado di ad avvicinare le persone tra loro attraverso la compassione e la dignità.

Miglior regista esordiente –  Sara Forestier  per il film M

Per la semplicità, il calore e il coraggio con i quali la regista descrive gli ostacoli di una storia d’amore difficile, unica e potente.

Miglior attoreRedouanne Harjane per il film M

Per l’interpretazione sfaccettata, commovente e sincera di un giovane uomo che deve lottare contro l’emarginazione sociale

NUOVO IMAIE TALENT AWARD

Federica Rosellini protagonista di DOVE CADONO LE OMBRE di Valentina Pedicini

Mimmo Borrelli protagonista de L’EQUILIBRIO di Vincenzo Marra

PREMIO EDIPO RE

Valentina Pedicini regista di DOVE CADONO LE OMBRE

PREMIO LANTERNA MAGICA

L’EQUILIBRIO di Vincenzo Marra