In attesa che il prossimo 9 gennaio
giunga nei cinema italiani Il
capitale umano, nuova fatica del regista
livornese Paolo Virzì, la 01
Distribution ha pubblicato attraverso il proprio
canale youtube la seguente clip ufficiale del film:
Ad accompagnare la clip, inoltre, è
stata pubblicata la sinossi ufficiale de Il
capitale umano: Le velleità di ascesa sociale di
un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca
e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa
dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una
notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le
cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero
che si compone come un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta
splendore e miseria di una provincia del Nord Italia, per offrirci
un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo.
Vi ricordiamo che faranno parte del
cast Fabrizio
Bentivoglio, Fabrizio
Gifuni, Valeria Bruni
Tedeschi, Valeria
Golino, Luigi Lo
Cascio, Matilde
Gioli e Giovanni Anzaldo. Per
ulteriori informazioni vi invitiamo a leggere la nostra recensione
de Il CapitaloUmano.
In attesa che il prossimo 9 gennaio
giunga nei cinema italiani Il
capitale umano, nuova fatica del regista
livornese Paolo Virzì, la 01
Distribution ha pubblicato attraverso il proprio
canale youtube la seguente clip ufficiale del film:
Ad accompagnare la clip, inoltre, è
stata pubblicata la sinossi ufficiale de Il
Capitale Umano:
Le velleità di ascesa sociale di un
immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca e
infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa
dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una
notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le
cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero
che si compone come un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta
splendore e miseria di una provincia del Nord Italia, per offrirci
un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo.
Vi ricordiamo che faranno parte del
cast Fabrizio
Bentivoglio, Fabrizio
Gifuni, Valeria Bruni
Tedeschi, Valeria
Golino, Luigi Lo
Cascio, Matilde
Gioli e Giovanni Anzaldo.
Era dai tempi di Tutta la
vita davanti che Paolo Virzì non metteva una vena così
feroce, un ghigno così beffardo nel descrivere la nostra società e
i suoi mali. Lo fa qui in Il Capitale Umano,
lasciando la commedia all’italiana per il noir, per un dramma tinto
di humour nero, in cui il riso non distoglie dalla desolazione
dell’insieme. Siamo in Brianza, nel mondo lussuoso di ville da
fiaba, se non fosse che i personaggi che lo abitano ci riportano a
una realtà ben poco edificante. Sulla scorta del romanzo
dell’americano Stephen Amidon – che trova una
seconda vita nel contesto nord italico, grazie all’adattamento
di Francesco Bruni, Francesco
Piccolo e Virzì stesso
– Virzì si
diverte a svelare le storture, le miserie, l’ordinaria meschinità
che si nascondono dietro a questo mondo da sogno. Fotografia
impietosa di una società che sembra aver perso il suo “capitale
umano”.
In Il Capitale
Umano Dino Ossola (Bentivoglio) è un
immobiliarista in crisi disposto a tutto pur di risollevarsi.
Giovanni Bernaschi (Gifuni) è un mago della
speculazione in borsa e non aspetta che uomini come Dino per fare
affari. Quando i loro figli si fidanzano, tutto si mette in moto.
Attorno a questi giochi pericolosi, si muovono Carla Bernaschi
(BruniTedeschi),
ricca moglie dalle ambizioni frustrate, Roberta (Golino),
la compagna di Dino, psicologa accogliente e “aspirante madre”, e i
due giovani: Serena (Matilde
Gioli) e Massimiliano
(GuglielmoPinelli), su cui
le rispettive famiglie riversano ansie e aspettative troppo alte.
Nel momento più critico, a complicare tutto interviene un
incidente.
Resta un vasto campionario di
bassezze: arrivismo cieco, padri che si servono dei figli per i
propri scopi, che li vogliono sempre vincenti, uomini incapaci di
amare, donne velleitarie, che disprezzano ciò di cui non possono
fare a meno e non sanno coltivare ciò che dicono di amare,
adolescenti insicuri, ma anche aggressivi e sgradevoli. A
rappresentarlo, attori straordinariamente in forma che, coadiuvati
dal lavoro di sceneggiatura, danno l’opportuna complessità ai
personaggi: Bentivoglio e Gifuni,
incarnazioni diverse della “naturalezza del male”, uno con la sua
furbesca piccineria, l’altro con la sua disinvolta ostentazione di
potere; Valeria
Bruni Tedeschi perfetta nell’alternare strategica
ingenuità e opportunismo cinico;Valeria
Golino, unica adulta che può essere punto di
riferimento. Buone prove anche dai giovani (gli
esordienti Gioli e Pinelli,
come Giovanni Anzaldo, già visto
in Razzabastarda), a cui viene affidata una
traccia di speranza.
Interessante la struttura di
Il Capitale Umano: si mostra l’intera
vicenda da tre punti di vista diversi, traendo poi le conclusioni.
Ripetizione non noiosa che, anzi, aggiunge elementi, facendo
scoprire pian piano chi sono davvero i personaggi e cosa sia
realmente accaduto, mantenendo abbastanza la suspense.
Giovedì 26 giugno ore 18:30 il
regista Paolo Virzì e l’attore
Fabrizio Gifuni, in occasione dell’uscita home-video
del film Il
capitale umano, incontreranno il pubblico alla
Libreria-videoteca Discoteca Laziale (via Mamiani, 62/a – Roma).
Oltre all’uscita in home video del film, si festeggerà anche il
successo del film, vincitore di 7 David di Donatello fra cui quello
per il miglior film, di 4 Ciak d’Oro tra cui miglior regia e
miglior sceneggiatura e del Globo d’oro per il miglior film.
Modererà l’incontro Piera Detassis, direttrice del mensile di
cinema Ciak.
Il
capitale umano è disponibile in vendita dal 19 giugno
in Blu-ray disc e DVD distribuito da 01 DISTRIBUTION. La vicenda
comincia una notte, sulla provinciale di una città brianzola, alla
vigilia di Natale, con un ciclista investito da un SUV. Questo
incidente diviene l’espediente grazie al quale narrare la vita di
diversi personaggi appartenenti a due famiglie: quella Bernaschi
composta da Giovanni, Carla sua moglie e loro figlio, appartenenti
all’opulenza di un mondo legato alla speculazione finanziaria e
quella Ossola, in cui Dino, compagno di Roberta, psicologa,
rappresenta un ambizioso e spregiudicato immobiliarista sull’orlo
del fallimento. Completa la famiglia Serena, una ragazza legata
sentimentalmente al figlio dei Bernaschi.
Dagli Stati Uniti arriva la notizia
che è stato messo in lavorazione il remake de Il
capitale umano, il film di Paolo
Virzìvincitore del David di
Donatello. Diretto da Virzì nel 2014 e scritto da
Francesco Piccolo, Paolo Virzì, Francesco Bruni
e Stephen Amidon, il film ha vinto sette
Oscar italiani, compreso quello a miglior film “battendo” La Grande Bellezza di Paolo
Sorrentino ed è stato uno dei maggiori successi della
stagione.
Indiana Production, che con Rai
Cinema aveva prodotto il film, fa parte della squadra di produzione
per questo “nuovo” progetto, insieme a Trudie
Styler e Celine Rattray di
Maven Pictures, Oren Moverman di Sight
Unseen Pictures e Liev
Schreiber e Matthew
Stillman di Illuminated Content.
Il cast è stato già annunciato e
presenta molti volti noti nel panorama internazionale: Liev
Schreiber (Ray Donovan, Spotlight),
Marisa Tomei (The
Wrestler), Alex Wolff (Hereditary,
Jumanji), Peter Sarsgaard (Garden
State, An Education), Maya
Hawke (Stranger Things), Paul
Sparks (House of Cards, The
Crown) e Betty Gabriel (The
Purge, Get Out). Le riprese si svolgeranno a New York.
A dirigere il film è stato chiamato
Marc Meyers, che adatterà una sceneggiatura di
Oren Moverman. Il commento di Fabrizio
Donvito, per Indiana Production: “Solo la magia di
questo mestiere può portare un romanzo americano ad essere un film
italiano per poi essere un remake americano. Io e i miei soci
amiamo il film di Virzì e siamo certi che la squadra che sta
realizzando la versione Usa è all’altezza”.
Libero adattamento del romanzo Il
capitale umano di Stephen Amidon, il
film è stato scritto da Francesco Bruni, Francesco
Piccolo e Paolo Virzì.
Le velleità di ascesa sociale di
un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca
e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa
dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una
notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le
cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero
che si compone come un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta
splendore e miseria di una provincia del Nord Italia, per offrirci
un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo.
E’ Il
capitale umanodi Paolo
Virzì il film preselto per rappresentare l’Italia alla
corsa agli Oscar 2015. Il film è stato infatti scelto dalla cerchia
di sette film per poter concorrere all’ambita cinquina di nominati
che gareggeranno poi per la statuetta che lo scorso anno si è
portato a casa Paolo Sorrentino con La
Grande Bellezza.
Questa settimana,
sulla pagina Facebook del film
Il capitale
umano, saranno svelati i seguiti delle storie dei
protagonisti del film immaginati da Paolo Virzì.
Prima della pubblicazione, gli utenti saranno invitati a immaginare
come è proseguita la storia di ogni personaggio, utilizzando
l’hashtag #ILTUOFINALE su Twitter. Il film è basato sul romanzo
omonimo di Stephen Amidon, da cui è liberamente tratto.
Ecco la trama del
film: Le velleità di ascesa sociale di un immobiliarista, il
sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, il
desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa dalle ambizioni
del padre. E poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla
vigilia delle feste di Natale, a complicare le cose e a infittire
la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come
un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta splendore e miseria di
una provincia del Nord Italia, per offrirci un affresco acuto e
beffardo di questo nostro tempo.
Fanno parte del cast
di Il
capitale umanoFabrizio
Bentivoglio, Fabrizio
Gifuni, Valeria Bruni
Tedeschi, Valeria
Golino, Luigi Lo
Cascio, Matilde
Gioli e Giovanni Anzaldo.
Apple
TV+ ha diffuso il trailer ufficiale di Il canto del
cigno, il nuovo film Apple Original
scritto e diretto da Benjamin Cleary che vede
protagonisti
Mahershala Ali,
Glenn Close,
Naomie Harris, Awkwafina e Adam
Beach. Il film è prodotto da Adam Shulman, Jacob Perlin,
Jonathan King, Rebecca Bourke, Mahershala Ali, Mimi Valdés.
Ambientato in un vicino futuro,
“Il canto del cigno” è un viaggio potente ed emozionante raccontato
attraverso gli occhi di Cameron (Mahershala Ali), marito e padre
amorevole, cui è stata diagnosticata una malattia terminale;
quando il suo medico (Glenn Close) gli prospetta una soluzione
alternativa al fine di proteggere la sua famiglia dalla sofferenza,
si troverà davanti a un bivio. Mentre Cam è alle prese con la
scelta se alterare o meno il destino della sua famiglia, impara
molto più di quello che avrebbe mai potuto immaginare sulla vita e
sull’amore. Il film esplora quanto lontano arriviamo a spingerci e
quanto siamo disposti a sacrificare, per rendere la vita delle
persone che amiamo più felice possibile.
Un poliziotto caduto in disgrazia,
pezzi di un puzzle da comporre e un fil rouge tra due delitti che
viene continuamento spezzato. Il cane che
dorme, thriller tedesco di Netflix, arriva
sulla piattaforma e si posiziona nei primi posti tra le serie più
viste. La miniserie in sei episodi porta in scena
il racconto frammentato e confuso di Mike Atlas
(Max Riemelt) che cerca di
ricostruire attraverso un fascicolo di omicidio parte della sua
memoria andata perduta. Un brutto incidente, un forte stress ha
portato Mike ad abbandonare il suo lavoro e la sua
famiglia e adesso vive come un vagabondo.
Lo stesso Mike non
ricorda perché e una volta aperto il fascicolo il suo obiettivo è
ricordare. Questo però comporta anche l’inizio di un gioco
pericoloso che lo porterà a rivangare un caso di cospirazione che
sembra interessare l’organo della polizia. Mike è
stato incastrato? Sarà questa la domanda che lo spettatore si
porterà dietro per tutti gli episodi, fino alla conclusione finale.
Il cane che dorme, titolo di questa
miniserie, non è altro che una metafora al giovane poliziotto che
forse ha cercato di scavare troppo in profondità.
Il cane che dorme, la
trama
Mike Atlas è nato
per fare il poliziotto. Il suo personaggio è descritto proprio come
la classica persona sempre alla ricerca continua della verità.
Questa stessa verità lo ha cacciato in un mare di guai quando,
adesso, ha deciso di aprire il vaso di Pandora e cercare di portare
a galla questa verità. E se da questo punto di vista Il cane
che dorme riesce nella caratterizzazione dei personaggi è
nella trama che si perde il fulcro fondamentale del racconto. Mike
è un personaggio problematico, archetipo di tutti i poliziotti
prima di lui che abbiamo visto passar sul piccolo schermo. Ricorda
per certi versi il Rust Cohle di
True Detective,
senza entrare nello specifico del paragone.
A smuovere la trama però c’è un
mistero che si estende a macchio d’olio. Una cospirazione, un male
da radicare fin nelle radici più profonde di una società e di un
sistema giudiziario corrotto. Il regista Christoph
Darnstädt alterna colpi di scena ben piazzati all’interno
degli episodi a momenti in cui gli episodi stessi sembrano troppo
dettagliati e bombardati da continue linee narrative che si
intrecciano. Il risultato è una partita a scacchi molto lunga che
di tanto in tanto sgancia il suo plot twist.
Vittime e carnefici
Il viaggio intrapreso da
Mike Atlas non è solo un viaggio a ritroso nei
ricordi. L’ex poliziotto viene trascinato di nuovo nel mezzo del
caos dopo che l’uomo che aveva messo in prigione finisce per
suicidarsi. Il fratello di quest’ultimo brucia la roulotte di Atlas
e lo lascia con la consapevolezza di essere responsabile del
suicidio. Questo porta Atlas a intraprendere un
viaggio di riflessione, reinvenzione e redenzione. In questo
viaggio Mike si domanderà spesso se è l’uno o
l’altro e fino all’episodio finale intitolato Confessioni
non si scoprirà la verità. Ad aiutare Mike in Il cane
che dorme, una giovane donna di nome Jule Andergast,
che lavora presso l’ufficio del procuratore, che è impantanata
nello stesso caso di suicidio.
La miniserie però confonde vittime e
carnefici in un doppio gioco tra le parti dove tutti dubitano di
chi hanno accanto. Mike in questa grossa metafora che è
Il cane che dorme è il protagonista. Quel
cane addormentato da droghe e dal troppo lavoro che nella vita
precedente all’incidente di quella notta lo ha sovrastato. Il cane
per natura ha un ottimo fiuto e che abbandonando l’organo della
polizia ha messo da parte il suo potenziale. Viceversa, a questa
metafora se ne contrappone un’altra: lasciare il cane che dorme per
non scoperchiare davvero quel vado di Pandora che tiene a galla le
malefatte della polizia.
Il cerchio che si chiude
Verso la fine ci sono molte cose su
cui indagare, forse troppe per una miniserie che concentrandosi sul
personaggio di Mike Atlas aveva già tutte le carte
in regola per funzionare. Anche se per tutta la durata de
Il cane che dorme il suo personaggio non
ha le idee ben chiare, la sua prospettiva è offuscata e spetta allo
spettatore mettere insieme i pezzi. L’unico momento in cui sembra
raggiungere la lucidità è quando si trova insieme alla figlia
Tinka, anche se talvolta le sue scelte non sono state azzeccate
seppur fatte a fin di bene.
Invece, il personaggio di
Jule è quello più dinamico e che insieme al
pubblico cerca di scoprire la verità, infatti, da questo punto di
vista è uno dei personaggi meglio caratterizzati anche se il suo
arco narrativo non ha un vero e proprio sbocco. Questo è un po’ il
vero problema di Il cane che dorme il
fatto che al suo interno ci sono parecchie storie che cercano di
trovare una via d’uscita ma che si allontanano dalla storia
principale. Nonostante questo, però il colpo di scena finale è
risolutorio: Mike Atlas e Jule
combattono contro i clan e contro il terrorismo ma soprattutto
combattono contro un nemico che hanno al loro fianco, i loro stessi
colleghi e presunti amici della polizia corrotti dal sistema.
Ci piace pensare che la vita che
viviamo è quella che abbiamo scelto, è quella che ci siamo
costruiti, perché l’uomo è artefice del proprio destino, si sa. Ed
è davvero così, quando tutto va bene, poi qualcosa va storto,
qualcosa si mostra per quello che è: più grande di noi, più forte
del nostro controllo, e allora siamo in balia del fato, allora
siamo piccoli. David Avery ha vissuto la
vita che ci si aspettava lui vivesse, fino a quando ha capito che
non era fatta per lui, che voleva vedere il mondo. Così, senza una
meta precisa ha cominciato il suo viaggio. Poi, è arrivato
l’ultimo: Il Cammino di Santiago. Quando Tom
Avery, oftalmologo californiano, riceve la notizia della morte di
suo figlio sul Cammino, non ha idea di cosa sia. Così
parte per la Francia, col semplice proposito di riportare il corpo
di David a casa. Tuttavia, una volta arrivato, decide due cose: di
darsi un’altra opportunità di entrare nel mondo del figlio, e di
dare a David l’occasione di arrivare alla fine del
Cammino, di cui era riuscito a percorrere una sola
tappa.
Zaino in spalla, Tom parte alla
volta di Santiago di Compostela, sulla strada battuta da migliaia
di pellegrini, credenti e non, che decidono di intraprendere il
viaggio spirituale che fa parlare di sé da secoli e secoli. Quasi
sempre sono i figli a seguire le orme dei genitori, stavolta,
invece, un padre calpesta letteralmente le orme lasciate dal figlio
e, per la prima volta, vive ‘la vita che gli capita’ e non quella
che, con tutte le cinture di sicurezza, ha scelto per sé.
Diretto da Emilio Estevez, che
interpreta anche Daniel, e con Martin Sheen, nei panni di Tom
Avery, Il Cammino per Santiago altro non è che un
viaggio alla ricerca di se stessi: un topos trito e ritrito, che
forse ci siamo anche annoiati di stare a guardare. Tuttavia qui
siamo di fronte ad un viaggio che è dichiaratamente un viaggio di
ricerca spirituale, che non nasconde la sua natura, ma ce la mette
davanti agli occhi con grande semplicità, perché nessuno percorre
il Cammino per caso.
Se cerchiamo colpi di scena,
dunque, Il Cammino per Santiago non fa per noi, ma se vogliamo
allontanarci dal mondo reale per un po’, non dobbiamo far altro che
sederci e goderci il racconto di un viaggio diverso: un viaggio di
volontà e serena scoperta.
Girato tra Francia e Spagna, lungo
il vero Il Cammino per Santiago, il film presenta molti elementi
interessanti anche sul piano tecnico, con personaggi ben
caratterizzati e una fotografia volutamente ‘sporca’, quasi a voler
imitare lo stile del reportage, curata da Juan Miguel Azpiroz.
Applaudissimo al Fiuggi Family Festival, Il Cammino per
Santiago sarà nelle sale italiane a partire dal 27 giugno.
Sono state diffuse tre nuove clip
in italiano di “il cammino di Santiago”(The Way), nuova commovente
pellicola filmata da Emilio Estevez: il film racconta la vicenda di
Tom( interpretato dal padre del regista Martin Sheen), che
intraprende il cammino in seguito alla tragica morte del
figlio.
Variety informa che alla
Universal Pictures è in produzione un film su Il
Calabrone Verde. Il protagonista è un combattente
mascherato e criminale che ha debuttato per la prima volta nei
drammi radiofonici serializzati nel 1936. Da allora il personaggio
è apparso in uno show televisivo con Bruce Lee, in
serial cinematografici, libri e fumetti.
Nel 2011, è uscito un film action
comedy con Seth Rogen nel ruolo del protagonista,
al fianco di Jay Chou, che interpretava il suo
partner, Kato. Calabrone Verde e Kato guidano in giro nella loro
auto ad alta tecnologia, “Black Beauty”, e combattono i
criminali.
La Universal collabora con Amasia
Entertainment per lo sviluppo di The Green Hornet and
Kato. Amasia ha acquistato i diritti del franchise
cinematografico nel gennaio di quest’anno, con i co-fondatori di
Amasia Bradley Gallo e Michael Helfant. La Universal Pictures ha
annunciato il suo accordo con Amasia giovedì scorso.
Peter Cramer,
presidente della Universal, ha dichiarato: “Il Calabrone Verde
è uno dei racconti di supereroi più iconici e amati mai creati, e
ha intrattenuto generazioni di fan in ogni forma di
narrazione”. Cramer ha continuato: “Siamo entusiasti di
collaborare con Michael, Bradley e l’intero team Amasia per
lanciare un nuovo entusiasmante mondo cinematografico per Britt
Reid, Kato e Black Beauty, e non vediamo l’ora di condividerlo con
il pubblico di tutto il mondo molto presto.”
Michael Helfant ha
dichiarato: “Universal sarà una grande casa per i nostri nuovi
Green Hornet e Kato – è molto bello che Universal sia stato il
distributore originale dei serial del 1940.” Helfant spera che
sia i fan esistenti che quelli nuovi lo adoreranno, ha poi
aggiunto: “Stiamo fondendo il passato e il futuro, creando una
versione contemporanea del franchising che sia fresca ed eccitante
nel rispetto della sua lunga eredità e storia”.
Arriva al cinema distribuito da
Warner Bros. Italia Il Cacciatori di
Giganti, il film fantasy diretto da Bryan
Singer e con protagonisti
Ewan McGregor, Nicholas
Hoult, Stanley
Tucci, Warwick Davis, Bill
Nighy, Ian McShane.
La fiaba di Jack e il fagiolo
magico accompagna più o meno ogni bambino dalla più tenera
età: arpe magiche, giganti cattivi, un giovane eroe un po’ ingenuo
che ha l’occasione di riscattarsi costituiscono gli elementi
semplici e vincenti di un racconto che appassiona da sempre i più
giovani.
Aiutati anche dalla versione
disneyana della storia, molti ricordano le vicende classiche che
coinvolgono Jack e la gigantesca pianta di fagioli, ma a partire
dal prossimo 28 marzo, i nostri ricordi verranno confusi e
arricchiti dalla versione cinematografica della leggenda, che porta
la firma di Bryan Singer e vede protagonista
Nicholas Hoult, che ha appena dismesso i panni
di R lo zombie protagonista di Warm
Bodies, e Eleanor Tomlinson,
vista di recente in Educazione
Siberiana da Gabriele
Salvatores.
In una modesta casa contadina, Jack
ascolta dalla voce del padre l’antica leggenda dei giganti,
soggiogati e sconfitti da Re Erik. In una lussuosa camera da letto,
nello stesso momento, la piccola principessa Isabella sente la
stessa storia dalle labbra di sua madre, la Regina. Molti anni dopo
Jack e Isabella si ritrovano e diventano protagonisti di una
straordinaria avventura che cambierà per sempre la loro vita e
quella di tutto il regno.
Giganti crudeli e spaventosi,
piante di fagioli che crescono in una notte e arrivano al cielo, un
giovane coraggioso e un regno in pericolo, gli elementi classici
sembrano esserci tutti, ma Singer mescola le carte e aggiunge una
principessa, un’antica leggenda legata ai prodigiosi legumi e un
modo magico e oscuro per soggiogare le enormi bestie. Il tocco
finale è il classico cattivo, un po’ meschino, che mira a
conquistare il mondo attraverso la distruzione dello stesso.
Azione, avventura e un pizzico di romanticismo però non sembrano
essere abbastanza per dare al film una vera e propria consistenza.
Effetti speciali che deludono, considerando le grandiose immagini
in computer grafica a cui lo spettatore è ormai abituato,
personaggi grotteschi, riferimenti ai classici del fantasy
cinematografico che sfiorano il plagio e un protagonista sottotono
sembrano impedire al film, per giunta troppo lungo, di essere
goduto appieno, lasciando un po’ d’amaro in bocca allo spettatore
che si è fatto subito coinvolgere dalla storia e dalla vicenda
personale dell’imbranato Jack.
Altra nota dolente del film è la
colonna sonora, che non riesce assolutamente a svolgere la funzione
di apportare una maggiore concitazione alle scene salienti del
film, fatta eccezione per i casi in cui questa ricorda con
sperticata sfacciataggine le note che Howard Shore
compose per la colonna sonora premio Oscar de Il
Ritorno del Re.
Il cast d’eccezione di Il
Cacciatori di Giganti di comprimari non riesce a dare un
quid in più al racconto, non ci riesce il grottesco e ambizioso ser
Roderick, interpretato da Stanley Tucci, e nemmeno
Ewan McGregor nei panni della fedele guardia
del corpo reale Elmont, né tantomeno Ian McShane,
un re Brahmwell perennemente imbrigliato in costumi rigidi e
ingombranti. L’impressione generale è quella di una eccessiva
virata cartoonesca che, avendo probabilmente lo scopo di
coinvolgere un pubblico piuttosto giovane, sacrifica il potenziale
fantastico che la storia ha sempre avuto, e che avrebbe potuto
conservare nella versione cinematografica.
Nel contesto della New
Hollywood, durante la quale ha avuto luogo un rinnovamento
stilistico, tematico e produttivo dell’industria cinematografica,
molto frequenti sono diventati i film che proponevano punti di
vista inediti su aspetti come il colonialismo e le guerre condotte
dagli Stati Uniti in nome della libertà. La guerra in Vietnam, in
particolare, iniziò in modo più o meno velato ad essere raccontata
in tutta la sua brutalità. Gli effetti che tale conflitto stava
provocando, allo stesso modo, divennero oggetto di riflessione e
analisi. Uno dei più importanti film a proporre tale questione è
Il cacciatore, diretto da Michael
Cimino.
Arrivato al cinema nel 1978, questo
non è propriamente un film di guerra quanto piuttosto il racconto
di come tale conflitto influisca sulla psiche di chi vi ha
partecipato. Numerose sono le metafore a riguardo e il contrasto
tra le inquietanti immagini del conflitto e l’anonima vita
quotidiana dei protagonisti genera ancora oggi un impatto
fortissimo sugli spettatori. Il cacciatore è a ragione
entrato nella storia del cinema, espressione di un cinema che non
si risparmia nel mostrare anche ciò che si preferirebbe ignorare.
Cimino, che nel 1980 realizzerà poi I cancelli del cielo, è
infatti sempre stato critico nei confronti della politica
statunitense.
Candidato a 9 premi Oscar e
vincitore poi in 5 categorie, tra cui quella del miglior film,
Il cacciatore è dunque un titolo imperdibile,
un’esperienza cinematografica che ancora oggi affascina e spaventa
in modi imprevedibili. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il cacciatore: la trama
del film
Protagonisti del film sono
Mike, Nick e
Stosh, amici di lunga data che conducono una
tranquilla esistenza divisi tra il loro lavoro in un’accaieria e la
caccia al cervo, loro grande passione. Insieme anche a
Steven, John e
Axel, sono ora tutti chiamati a partire per il
Vietnam, dove prenderanno parte alla sanguinolenta guerra che lì si
sta svolgendo. I sei uomini sono però ignari di quanto quel
conflitto li cambierà per sempre. L’amicizia tra di loro sarà messa
a dura prova, specialmente nel momento in cui Mike dovrà cercare di
recuperare Nick, impazzito in seguito agli orrori visti. Per tutti
loro, la salvezza si rivelerà essere a distanza di un solo colpo di
proiettile.
Il cacciatore: il cast e le location del film
Ad interpretare Mike, il principale
protagonista del film, vi è l’attore Robert De Niro.
Come sempre intenzionato a interpretare i suoi personaggi nel modo
più realistico possibile, l’attore chiese di poter incontrare veri
lavoratori di un’acciaieria. Si preparò poi a livello fisico per
poter interpretare le numerose scene di guerra come anche gli stunt
previsti per il suo personaggio. In seguito, l’attore affermerà che
di tutti i film girati, questo è stato quello che più di tutti lo
ha messo alla prova da un punto di vista fisico e mentale. Accanto
a lui, nel ruolo di Nick, vi è invece Christopher
Walken, che per la sua interpretazione ha vinto l’Oscar
per il miglior attore non protagonista. Per ottennere lo stralunato
e inquietante aspetto di Nick, egli seguì a una dieta costituita
esclusivamente da riso e banane.
Nel ruolo di Steven vi è invece
l’attore John Savage, mentre Chuck
Aspegren e George Dzundza interpretano
rispettivamente Axel e John. L’attore John Cazale
ricopre invece il ruolo di Stosh. Poiché gravemente malato di
cancro ai polmoni, all’attore fu inizialmente impedito di prendere
parte al film. Cimino, De Niro e Meryl Streep,
che nel film interpreta Linda, si opposero però ai produttori e
pagarono loro stessi la copertura assicurativa per Cazale, così che
questi potesse prendere parte al film. Come noto, l’attore è poi
deceduto prima di poter vedere il film completo. La Streep,
all’epoca compagna di Cazale, decise di recitare nel film così da
poter stare più tempo accanto a lui.
Per quanto riguarda invece le
location, il film è stato girato prevalentemente in
Ohio, in Virginia Occidentale e
in Pennsylvania. Per quanto riguarda le scene
ambientate in Vietnam, questi sono in realtà state girate a
Bangkok, in Thailandia. Il
periodo trascorso lì fu notoriamente molto complesso, in quanto la
troupe andò incontro a piogge torrenziali e alla presenza di
animali pericolosi come ratti giganti. Ad aver reso particolarmente
difficili le riprese, però, vi fu il colpo di stato che in quel
periodo stava rovesciando il governo democratico. Il Comitato
Rivoluzionariò garantì però protezione alla troupe, fornendo loro
guardie armate. Fu così possibile portare a termine il film, le cui
scene di guerra si svolsero dunque in un contesto altrettanto
conflittuale.
Il cacciatore: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
cacciatore grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 4 gennaio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Nel 1978 esce al cinema
Il cacciatore, opera seconda di
Michael Cimino. La guerra in Vietnam si è conclusa
da appena tre anni ed è ancora una ferita apertissima per gli Stati
Uniti, nonché sostanzialmente un tabù. Per quanto già durante lo
svolgersi del conflitto ci siano stati film che hanno cercato di
affrontare tale evento, è solo a guerra conclusa che si ha avuto
modo di avere una più completa visione d’insieme su quanto accaduto
e sul suo lascito. Prendono dunque vita a partire dalla seconda
metà degli anni Settanta le opere che meglio hanno saputo mostrare
ciò che davvero questo conflitto ha causato, specialmente a livello
psicologico.
Il film di Cimino (che vincerà poi
di 5 Premi Oscar incluso quello come Miglior film) non solo è tra
queste, ma è anche un primo significativo tassello nella
filmografia di un regista che con ogni sua opera ha sfidato
platealmente la mitologia delle origini del suo Paese, il
successivo tradimento da esso perpetrato verso gli ideali su cui si
fondava e il suo lascito nei confronti delle nuove generazioni. Una
sfida che ha dunque inizio con un’opera tanto imponente quanto
controversa, che si fa metafora degli Stati Uniti cogliendo il
Paese nel suo passaggio da un periodo di spensieratezza – in realtà
solo apparente – ad uno irrimediabilmente segnato da un generale e
profondo senso di smarrimento.
Prepararsi alla guerra
Un passaggio ben evidente in Il
cacciatore, film a cui viene talvolta rivolta la critica di
avere un primo atto troppo prolisso. Si tratta grossomodo della
prima ora delle tre totali del film, in cui facciamo la conoscenza
dei protagonisti, apprendiamo che lavorano in una acciaieria, che
sono dediti agli scherzi, alle scommesse spericolate e che uno di
loro, Steven (John Savage), è ad un passo dal
matrimonio. Proprio questo evento occupa la maggior parte di questa
prima ora, con una festa chiassosa, che sembra non finire mai e che
ad un occhio distratto potrebbe sembrare – appunto – eccessivamente
prolissa. Ma è proprio questa prima ora “preparatoria” che permette
poi di far acquisire un senso a quanto verrà dopo, costruendo le
basi per un contrasto ancora oggi in grado di ammutolire.
Steven, insieme a Mike (Robert
De Niro) e Nick (Christopher Walken,
che per questa sua interpretazione vincerà l’Oscar come Miglior
attore non protagonista) sono infatti in procinto di partire per il
Vietnam. Per loro, membri della comunità russo-americana, sarà un
modo in più per dimostrare il proprio amore per gli Stati Uniti,
quasi come se quest’esperienza potesse fargli guadagnare la
possibilità di considerarsi americani a tutti gli effetti. Con loro
ignari del proprio futuro, questa prima parte del film è dunque
segnata dalla spensieratezza, dalle risate, da quel sano cazzeggio
che è parte integrante della natura dei protagonisti.
Lo ribadisce con maggior forza la
sequenza ultima di questo primo atto, quella della caccia al cervo,
che non solo dà al film il suo titolo originale – The Deer
Hunter – ma ripropone tutti gli elementi fino a quel momento
messi in gioco. Il gruppo di amici protagonisti si reca in
montagna, chiassosi come non mai, dividendosi tra scherzi e alcol,
ma sapendo perfettamente quando è il momento di tacere e lasciar
parlare i fucili. In un attimo, dunque, si passa dalla gioia al
senso di morte. E ancora, quando una volta conquistato il proprio
trofeo tornano in città per festeggiare, quel clima di festa è
interrotto da uno struggente brano suonato al pianoforte da uno di
loro, che spegne le risate e ammutolisce tutti. La festa è
finita.
Christopher Walken in una scena di Il cacciatore
La morte dell’innocenza
Da lì ha inizio il racconto
dell’esperienza in Vietnam di tre dei protagonisti, partiti per
servire e difendere il proprio amato paese. Quel senso di morte,
tanto anticipato da piccoli segnali nel corso della fondamentale
prima ora (quell’inferno che è l’acciaieria, il silenzioso veterano
alla festa di matrimonio, le taciute tensioni sentimentali tra i
protagonisti) esplode ora in tutta la sua brutalità sullo schermo.
Ma non è un vero e proprio scenario di guerra quello che Cimino
vuole mostrarci, spostando quasi subito la propria attenzione sul
raccontare il conflitto attraverso la nota metafora della roulette
russa, a cui i soldati americani sono costretti a partecipare.
È attraverso questa che Cimino dona
presenza scenica all’insensatezza del morire in guerra, dell’essere
alla mercé del caso, del non sapere mai quando arriverà la propria
ora. Ogni colpo che va a vuoto è motivo sia di sollievo sia di
nuova tensione, generata dal non sapere quanto ancora la fortuna
sarà dalla propria parte. Ecco allora che quanto fino a quel
momento visto, anche grazie alla sua ampiezza capace di restituire
un contesto apparentemente idilliaco, risulta congeniale a quanto
segue, che è non un film di guerra bensì un film sugli orrori che
questa (come tutte le guerre, d’altronde) può generare in chi ne fa
esperienza diretta.
Il cacciatore, insieme a
Taxi Driver (1976) e Tornando a casa (1978), si è
infatti imposto come uno dei più significativi esempi di film
incentrati sulla difficile esistenza dei reduci di guerra, incapaci
e impossibilitati a reinserirsi nella società dopo aver assistito
ad orrori che non si possono spiegare a parole. Mike, tornato in
patria, non riuscirà mai a condividere con l’amata Linda (Meryl
Streep) ciò che ha visto, che gli è stato inflitto e
che ha a sua volta inflitto. Cosa che lo fa naturalmente sentire
incompreso e turbato. Tutto il resto del film rifletterà dunque su
tale dinamica, proponendo attraverso i tre protagonisti tre diversi
modi di rapportarsi con quanto accaduto che hanno però un unico
risultato: la disillusione nei confronti di un American
Dream al quale non è più possibile credere.
Michael Cimino racconta l’altra
faccia degli Stati Uniti
È questa una consapevolezza su cui
Cimino è tornato più volte nel corso della propria carriera,
segnata da noti alti e bassi (più economici che non artistici) e
sul quale si potrebbe dire si fondi la sua intera poetica. Due anni
dopo Il cacciatore, dove si proponeva dunque come un
drammatico ritratto di una generazione tradita da quel paese in cui
riponeva cieca fiducia, Cimino realizza I cancelli del cielo. Un’altra opera monumentale, con
cui va più indietro nel tempo, alla fine dell’Ottocento, per
individuare un ancor precedente tradimento nei confronti di quella
fiducia. Una comunità di immigrati europei diviene qui l’obiettivo
di uno sterminio in quanto colpevole dei continui furti di
bestiame. Furti dovuti però alle estreme condizioni di povertà a
cui venivano costretti dai ricchi baroni locali.
O ancora, in L’anno del
dragone (1985) il veterano di guerra interpretato da Mickey Rourke porta avanti un’accesa battaglia
contro la comunità cinese di New York, mentre in Verso il
sole (1996) – suo ultimo lungometraggio – un giovane navajo
affetto da un tumore incurabile rapisce un medico (interpretato da
Woody Harrelson) affinché lo accompagni in un
luogo mistico che è convinto potrà guarirlo. In tutti questi casi,
Cimino propone una contrapposizione tra culture diverse, facendo
emergere da questo contrasto la disillusione verso un sogno
americano che non ha offerto la libertà che invece prometteva.
Meryl Streep e Robert De Niro in una scena di Il
cacciatore
Sopravvivere all’American
Dream
C’è dunque uno sguardo malinconico
che attraversa l’intera opera del regista, che tramite i suoi
personaggi – più o meno coinvolti nell’attuarsi di questo
tradimento – mira a riflettere su cosa ne è stato di quella terra
delle opportunità, macchiata in più occasioni dal sangue di quanti
vi riponevano fiducia o capace di mandare a morire senza troppi
scrupoli i propri figli in una giungla dall’altra parte del mondo.
Davanti a questa consapevolezza, sembra rimanere poco da poter
fare, come il ricercare un senso di comunità a cui aggrapparsi.
Ecco allora che Il cacciatore si conclude con i
protagonisti sopravvissuti che intonano “God Bless
America”.
Una scelta, quella di questo brano,
che all’occorrenza è stata vista con intenti patriottici o
satirici. Sembra facile propendere per quest’ultima lettura, con i
personaggi che continuano a celebrare – come dei novelli Giobbe –
quell’America che ha però tolto loro ogni cosa. Cimino, nel corso
di una lunga intervista rilasciata nel
2007, ha però offerto una chiave interpretativa più profonda e
ambigua. “Quando le persone sono in difficoltà, hanno bisogno
di fare qualcosa insieme. In questo caso si tratta di emettere un
suono. E cantano questa canzone perché è una canzone che ogni
bambino americano conosce a memoria. E quella canzone li riunisce
come una famiglia”.
“Mentre cantano, è una prima
colazione quella che stanno consumando, non un’ultima cena”,
conclude Cimino. Quel canto diventa dunque il modo con cui
i personaggi cercano di ritrovarsi, di ristabilire un contatto e da
lì voltare insieme pagina. Sembrerebbe dunque esserci uno spiraglio
di speranza per il futuro nel finale di Il cacciatore, ma
per quanto ciò possa essere vero, non cancella l’orrore
verificatosi, che ha spezzato per sempre l’innocenza di questi
personaggi e con loro di un Paese intero. Il film, che si apre con
un matrimonio, non può allora che chiudersi con un funerale. Mike,
Steve, Linda, gli altri e gli Stati Uniti andranno avanti con le
loro vite, ma non saranno mai più gli stessi.
Il Cacciatore (The Deer
Hunter) di Michael Cimino è stato premiato come
miglior film e un’epopea di guerra che ha seguito tre amici
d’infanzia di una cittadina della Pennsylvania, Michael (Robert
De Niro), Steven (John Savage) e Nick
(Christopher
Walken) nel corso della guerra del Vietnam.
Il Cacciatore (The Deer Hunter) è una storia vera
per i soldati che hanno vissuto la sua straziante narrazione, con
un finale che, a distanza di quarant’anni, rimane uno dei pezzi più
sconvolgenti del cinema. Il film non si trattiene dall’esporre le
atrocità del combattimento e i loro effetti sulla psiche umana, in
particolare per Nick, il suo personaggio più fragile, che dopo la
guerra scompare nel mondo del gioco d’azzardo clandestino di
Saigon.
Prima di partire per il Vietnam,
Nick ha fatto promettere a Mike di non lasciarlo indietro, cosa che
perseguita Michael quando torna negli Stati Uniti. Quando scopre
che un benefattore anonimo sta inviando denaro all’ospedale per
veterani dove Steven è in cura, sospetta che si tratti di Nick.
Mike rintraccia Nick e lo trova a giocare alla roulette russa in
cambio di denaro, ma il Nick al tavolo da gioco è ben lontano
dall’uomo bello e ridente che era nei dintorni della Pennsylvania.
Nonostante la loro efficacia drammatica, le scene finali hanno
suscitato molte polemiche che hanno fatto discutere Il cacciatore
dal 1978.
La morte di Nick e l’ultima partita
alla roulette russa spiegate
Nonostante i migliori tentativi di
Mike di comunicare a Nick i ricordi della loro casa, il suo vecchio
amico non sembra recepire nulla di tutto ciò, e a turno ognuno di
loro fa girare la camera di scoppio e preme il grilletto, finendo
per sparare a vuoto. Il tono gelido del gioco è in netto contrasto
con la volta in cui giocarono nella giungla durante la guerra,
quando un fiducioso Mike disse a un impaurito Nick che tutto ciò
che doveva fare era “mettere una camera vuota in quella pistola”.
Entrambe le scene della roulette sono intense ma hanno scopi
diversi: una mette in evidenza il fuoco indomabile dello spirito
umano, l’altra mostra quando si è spento.
Qui, implora disperatamente un Nick
distaccato e rettiliano di mostrare un qualsiasi segno che si
ricordi di lui e della sua provenienza, cercando di fare qualsiasi
cosa per innescare la connessione di Nick con l’umanità. Ha quasi
la sua occasione quando Nick ripete le parole “Un colpo, un colpo”,
pochi istanti prima di premere il grilletto, ma il sorriso vuoto
sul suo volto è di breve durata quando spara e soccombe all’unico
proiettile in canna. “Un solo colpo” si riferisce al
metodo che Michael usava quando i due cacciavano insieme i cervi, a
significare il modo ottimale per uccidere senza che l’animale
soffrisse, e ora, in qualche modo, Nick sa che un solo colpo lo
libera.
Colto dalla morsa del disturbo da
stress post-traumatico (PTSD), in cui tutto ciò che può fare è
rivivere il suo trauma, Nick si è rivolto a un gioco che
rappresentava gli orrori che aveva visto e da cui era ancora
consumato. Sapeva che, una volta tornati a casa, i soldati
diventavano dei gusci di se stessi, con uno stato psicologico
fragile e non facilmente reintegrabile nella società ordinaria, e
anche se è discutibile quanto Nicky fosse lucido quando ha premuto
il grilletto, è chiaro che non voleva quel destino per se stesso,
una volta tornato sul suolo americano. Accettava che l’uomo che era
prima era già morto in Vietnam e che non si poteva tornare a casa,
cosa che Mike avrebbe imparato da solo in seguito.
Il vero significato del finale “Dio
benedica l’America”
La coda di “God Bless America” che
suona alla fine de Il cacciatore di cervi è allo stesso tempo
ispiratrice e dolceamara. La canzone è uno degli inni più
patriottici degli Stati Uniti e, inserendola alla fine di
Il Cacciatore (The Deer Hunter), il film riafferma
i valori americani. Nonostante il trauma subito da Michael, Nick,
Steve e gli altri uomini che hanno prestato servizio oltreoceano in
Vietnam, ognuno di loro ha un legame profondo con il proprio Paese
e la sua identità, anche se questo li ha lasciati emotivamente
segnati per tutta la vita in modi che hanno solo iniziato a capire
e ad affrontare.
Cantandola insieme, i protagonisti
di Il Cacciatore (The Deer Hunter) riescono non
solo a legare grazie alle loro esperienze comuni, ma anche a
liberare una pletora di emozioni complesse per raggiungere una
sorta di catarsi. Ascoltando la melodia, è impossibile ignorare
l’innocenza che tutti loro condividevano prima di andare in guerra,
in contrasto con la profonda trasformazione a cui li ha sottoposti.
La guerra li ha privati dell’idealismo e li ha sostituiti con il
cinismo e il nichilismo, ma l’atto di unirsi insieme in una canzone
patriottica sulle virtù dell’America ricorda loro che almeno hanno
un conforto reciproco dopo tutto quello che hanno passato.
Perché Mike lascia vivere il cervo
nel finale de Il Cacciatore
Nel finale di Il Cacciatore
(The Deer Hunter) c’è un momento in cui Michael ha la
possibilità di sparare a un cervo ma non lo fa, un gesto semplice
che ha un grande significato. Dopo tutto quello che ha vissuto in
Vietnam, ha imparato ad apprezzare la vita e la caccia non ha più
lo stesso fascino di un tempo. Come i suoi amici, ha subito
profondi cambiamenti dopo aver assistito in prima persona alle
atrocità della guerra, così l’atto di uccidere un cervo, che un
tempo gli procurava bei ricordi con i suoi compagni, non è più la
spensieratezza di un tempo e ora si sente oscurato dalle vite degli
uomini che ha portato con sé oltreoceano.
Sparare a una creatura bella e
innocente non corrisponde al modo in cui Mike vede il mondo ora.
Laddove un tempo il cervo rappresentava una sfida o un premio, ora
incarna l’innocenza della sua vita prebellica che non potrà mai più
riavere. Esiste solo il modo in cui le cose erano e il modo in cui
sono, e non sparando al cervo Mike dà credito e riconoscimento al
fatto che non sarà mai più lo stesso. Infine, il fatto di non
uccidere il cervo dimostra la crescita personale di Mike e il fatto
che la violenza non è così attraente come un’esistenza più pacifica
e simbiotica con gli esseri viventi che lo circondano.
Come Nick invia denaro a Steven
nonostante abbia perso la memoria
Uno degli aspetti più
confusi del finale di Il Cacciatore (The Deer Hunter) è il
fatto che Nick sia la persona che invia i soldi a Steve da Saigon
nonostante abbia perso la memoria. Quando Michael trova Nick,
questi è chiaramente dipendente dall’eroina e vive da tempo in uno
stato di torpore, per poi riacquistare pezzi di memoria in quelli
che si rivelano essere i suoi ultimi momenti. Nick percepisce a
malapena la presenza di Mike, tanto meno di un vecchio amico della
sua città natale, rendendo difficile credere che sia stato il
misterioso benefattore di Steve per tutto questo tempo.
La spiegazione più semplice è che a
un certo punto, quando ha iniziato a giocare alla roulette russa
per soldi, ha avuto un pensiero abbastanza razionale da trovare
l’ospedale di Steve e inviargli le vincite. Lentamente, nel corso
del tempo, è diventato dipendente dall’eroina per affrontare il
trauma delle sue esperienze di guerra, e il suo rimanere in uno
stato di torpore si adattava agli uomini che facevano soldi grazie
al soldato americano disposto a giocare a questo gioco pericoloso.
Questo dimostra che Nick voleva che la sua vita fosse servita a
qualcosa e che aveva ancora un piccolo legame con il suo amico,
anche se non poteva tornare a casa e anche se lo aveva perso di
vista lungo il cammino.
Le controversie sull’inesattezza
storica e gli effetti sulle relazioni con i veterani d’America ne
Il Cacciatore spiegati
Il Cacciatore (The Deer
Hunter) è considerato uno dei migliori
film sulla guerra del Vietnam, ma la sua accuratezza è
stata a lungo discussa dagli storici del Vietnam che hanno
sostenuto che non ci sono prove che i Vietcong abbiano mai
costretto i prigionieri di guerra americani a giocare alla roulette
russa. Inoltre, il film è stato citato per le sue rappresentazioni
razziste del popolo vietnamita, in particolare durante le scene
della roulette russa. Per quanto riguarda la narrazione del film,
il gioco rappresenta la scommessa che i soldati fanno andando in
guerra, in particolare gli amici d’infanzia che sono cresciuti
insieme e che avevano idee diverse su come sarebbe stato servire il
proprio Paese.
La guerra del Vietnam non è stata
vista di buon occhio dall’opinione pubblica americana e i soldati
americani non sono stati trattati bene né durante né dopo il
conflitto. Molti sono tornati in un Paese che ha fatto ben poco per
riabilitarli o per fornire risorse per la loro salute mentale, con
il risultato che alcuni hanno scelto di automedicarsi in modi che
hanno portato alla morte. Nel complesso, il finale di Il
Cacciatore (The Deer Hunter) ha messo in luce i danni
provocati dalla guerra agli individui e ha aiutato l’opinione
pubblica americana a trattare i soldati con maggiore empatia e
compassione per il sacrificio che hanno compiuto per il loro
Paese.
Arriva oggi al cinema Il
Cacciatore e la Regina di Ghiaccio, fantasy che
racconta la storia prima della classica fiaba di Biancaneve. Di
seguito potete vedere una clip italiana del film e a questo link potete
trovare il cinema più vicino a voi che trasmette lo spettacolo.
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di
ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha
trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di
cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la
guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi
prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al
vostro cuore di cedere all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Da sempre il cinema si nutre delle
fiabe, dei loro personaggi e tematiche di fondo. Da queste sono
nati alcuni dei film più celebri di sempre, che hanno affascinato
spettatori di ogni dove proprio per la loro semplicità ed
efficacia. Uno degli esempi più recenti è Il cacciatore
e la regina di ghiaccio (qui la recensione), spin-off del
precedente Biancaneve e il
cacciatore, uscito al cinema nel 2012. Questa nuova
incursione nella fiaba dei fratelli Grimm, a cui si aggiunge anche
La regina delle nevi di Hans Christian Andersen, è diretta
da Cedric Nicolas-Troyan e vanta nuovamente un
cast di grandi celebrità hollywoodiane.
L’idea di realizzare una versione
più dark di tale storia, dove si pone un particolare accento
sull’elemento fantasy, era stata messa su carta già nei primi anni
del nuovo millennio. Lo sceneggiatore Evan
Daugherty vi lavorò a lungo, scoraggiato però dal poco
successo che questo tipo di film di genere sembravano riscontrare
al cinema. Per lui l’occasione per riproporre il progetto del primo
film arrivò nel momento in cui il film Alice in Wonderland
si rivelò un campione d’incassi, aprendo la porta ad altre
pellicole simili nel genere. Dopo il successo di Biancaneve e
il cacciatore si pensò di darvi un sequel. I produttori
decisero però di indirizzarsi verso uno spin-off che fungesse da
prequel.
Il cacciatore e la regina di
ghiaccio, infatti, è ambientato diversi anni prima del suo
predecessore, andando a raccontare le origini dei personaggi
principali. Allo stesso tempo, però, questo diventa poi
effettivamente un sequel nel momento in cui nella sua seconda parte
si colloca successivamente agli eventi del primo film. Tutto ciò
però non sembrò incuriosire particolarmente gli spettatori, che
portarono il titolo solo ad un discreto risultato economico. A
fronte di un budget di 115 milioni, infatti, questo riuscì ad
incassarne globalmente solo 165. Sono però molte le curiosità
legate al film da scoprire, molte delle quali si possono ritrovare
qui proseguendo nella lettura.
La trama di Il cacciatore e la
regina di ghiaccio
Protagoniste del film sono
Freya, bellissima e mite giovane, e sua sorella
Ravenna, la quale al contrario è una perfida
regina che si serve della magia di uno specchio incantato per
impadronirsi di un regno dopo l’altro. La sua spietata cattiveria
non si ferma neanche di fronte ai legami di sangue: non esita
infatti a tradire Freya, uccidendo la bambina che aveva appena dato
alla luce. Il dolore che Freya prova è talmente straziante da
risvegliare in lei oscuri poteri sopiti, e così la dolce e gentile
fanciulla si trasforma in una strega crudele che, abbandonato il
reame, si chiude in un lontano palazzo nei territori gelidi del
nord.
Qui, nel suo nuovo regno, Freya
diviene la Regina di ghiaccio, che ogni cosa può congelare con il
solo respiro. Meditando una vendetta, questa inizia a dar vita ad
un grande e invincibile esercito con lo scopo di sottrarre bambini
altrui per allevarli come il figlio portatole via. Tutti questi
neonati vengono da lei cresciuti per diventare letali e insensibili
cacciatori.
Eppure, nonostante ogni forma
d’amore sia bandita, ciò non impedisce a Eric e
Sara di innamorarsi reciprocamente. Entrambi
indicati come due tra i più valorosi allievi di Freya, questi non
temono di sfidare la loro madre pur di affermare il proprio
sentimento. La vera minaccia, però, viene da lontano, dal regno di
Ravenna, la quale non ha mai smesso di diffondere influssi malefici
che rischiano di porre fine a quanto di buono c’è nel mondo.
Fermare lei e sciogliere il cuore di ghiaccio di Freya sarà l’unica
possibilità per i due cacciatore di vivere il loro amore.
Il cacciatore e la regina di
ghiaccio: il cast del film
Pur raccontando una storia in parte
diversa e ambientata in anni differenti dal precedente film, alcuni
attori di questo compaiono qui nuovamente nei panni dei personaggi
già interpretati in Biancaneve e il cacciatore. Prima tra
questi è la premio Oscar Charlize
Theron, la quale segna con questo film la prima volta
in cui interpreta per più di una volta uno stesso personaggio. Per
tornare nei panni di Ravenna l’attrice ha ottenuto un compenso di
10 milioni di dollari, dichiarando poi di aver particolarmente
apprezzato la possibilità di esplorare ulteriormente la natura e le
origini della perfida regina.
Come lei,
anche Chris
Hemsworth torna nei panni di Eric il cacciatore.
Grazie all’allenamento svolto per i film di Thor, l’attore
ha potuto nuovamente sfoggiare la sua grande forma fisica,
eseguendo personalmente molte delle scene più complesse del film.
Nel ruolo di Freya, la regina di ghiaccio, vi è invece Emily
Blunt. Tra le più note e apprezzate attrici di
Hollywood, questa si è dichiarata particolarmente entusiasta di
poter interpretare un personaggio tanto complesso quanto ricco di
sentimenti umani. Per farlo, però, si è dovuta sottoporre ogni
giorno a circa 2 ore di trucco.
Altro nuovo ingresso nel film è
quello dell’attrice Jessica
Chastain. Anche lei particolarmente nota ad Hollywood,
interpreta qui la cacciatrice Sara, personaggio per il quale ha
sfoggiato un convincente accento scozzese. Nel film si ritrovano
poi anche l’attore Nick
Frost nei panni del nano Nion, e Sam
Claflin in quelli di re William, marito di Biancaneve.
ColinMorgan, invece, è il duca di Blackwood. Nel
film non doppiato in italiano si può poi ascoltare la voce
dell’attore Liam
Neeson, che ricopre il ruolo del narratore della
storia.
Il cacciatore e la regina di
ghiaccio: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Gli appassionati del film possono
fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Il cacciatoree la
regina di ghiaccio è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene tenere presente
che in caso di noleggio si avrà a disposizione soltanto un limitato
arco temporale entro cui guardare il titolo. Il film verrà inoltre
trasmesso in televisione sabato 25 febbraio alle
ore 21:20 sul canale Italia
1.
Dopo i poster ecco finalmente il
trailer ufficiale di Il Cacciatore e La Regina di
Ghiaccio, spin-off de Biancaneve e il
Cacciatore. Protagonisti Jessica
Chastain, Charlize Theron, Emily
Blunt e Chris Hemswort.
[nggallery id=1855]
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di ghiaccio
grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha trascorso decenni
in un remoto palazzo a radunare una legione di cacciatori letali,
tra cui Eric (Hemsworth) e la guerriera Sara (Chastain),
soltanto per scoprire che i suoi prediletti hanno ignorato il suo
unico ordine: mai permettere al vostro cuore di cedere
all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Ecco tre nuovi video promozionali
dal film Il Cacciatore e la Regina di
Ghiaccio, sorta di spin-off o sequel di
Biancaneve e il Cacciatore, in cui
ritroviamo Chris
Hemsworth nei panni dell’eroe del titolo e Charlize Theron in
quelli della regina Ravenna. Al cast si aggiungono l’algida regina
di Ghiaccio, Emily
Blunt, e la focosa guerriera, Jessica Chastain.
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di
ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha
trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di
cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la
guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi
prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al
vostro cuore di cedere all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Ecco i quattro motion poster per
Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio in
cui vediamo da una parte i guerrieri, ovvero i personaggi
interpretati da Jessica Chastain e
Chris
Hemsworth, e dall’altra le regine, ovvero le donne
potenti e malefiche impersonate da Emily Blunt e Charlize Theron.
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di
ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha
trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di
cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la
guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi
prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al
vostro cuore di cedere all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Ecco il poster ufficiale italiano in
esclusiva per ComingSoon.it
di Il Cacciatore e La Regina di
Ghiaccio, spin-off de Biancaneve e il
Cacciatore. Protagonisti del film sono
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente
Chris Hemswort nei panni dell’eroe del
titolo.
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di
ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha
trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di
cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la
guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi
prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al
vostro cuore di cedere all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Ecco un nuovo poster ufficiale
di Il Cacciatore e La Regina di
Ghiaccio, spin-off de Biancaneve e il
Cacciatore. Protagonisti del film sono
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente
Chris Hemswort nei panni dell’eroe del
titolo.
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di ghiaccio
grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha trascorso decenni
in un remoto palazzo a radunare una legione di cacciatori letali,
tra cui Eric (Hemsworth) e la guerriera Sara (Chastain),
soltanto per scoprire che i suoi prediletti hanno ignorato il suo
unico ordine: mai permettere al vostro cuore di cedere
all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Ecco una nuova clip per
Il Cacciatore e La Regina di Ghiaccio,
spin-off de Biancaneve e il Cacciatore.
Protagonisti del film sono Jessica Chastain,
Charlize Theron, Emily Blunt e
ovviamente Chris Hemswort nei panni
dell’eroe del titolo.
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di
ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha
trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di
cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la
guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi
prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al
vostro cuore di cedere all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Ravenna e Freya sono le temibili
regine, sorelle e streghe, che si affrontano in questo nuovo spot
di Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio.
Charlize Theron e Emily Blunt
interpretano questi affascinanti personaggi, insieme a
Chris Hemsworth e Jessica
Chastain che indossano invece i panni dei guerrieri.
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di
ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha
trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di
cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la
guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi
prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al
vostro cuore di cedere all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Ecco tre nuove clip di
Il Cacciatore e La Regina di Ghiaccio.
Protagonista di una di esse è Freya, la regina di Ghiaccio,
interpretata da Emily Blunt. Ecco le clip a
seguire:
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di
ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha
trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di
cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la
guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi
prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al
vostro cuore di cedere all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Ecco una featurette
da Il Cacciatore e la Regina di
Ghiaccio in cui vediamo i protagonisti in azione sul
set. Il film è lo spin-off di Biancaneve e il
Cacciatore. I volti del film sono Jessica
Chastain, Charlize Theron, Emily
Blunt e ovviamente Chris Hemswort nei
panni dell’eroe del titolo.
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di
ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha
trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di
cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la
guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi
prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al
vostro cuore di cedere all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Charlize Theron è la
protagonista del nuovo spot tv di Il Cacciatore e la
Regina di Ghiaccio. Il video è stato condiviso dalla
pagina ufficiale Facebook di Chris
Hemsworth e potete vederlo a seguire:
Check out this exclusive debut of the new trailer for The
Huntsman #WintersWar. See it in theaters April 22.Walk the…
Molto prima che la regina
cattiva Ravenna (Theron) fosse ritenuta scomparsa per opera di
Biancaneve, la strega osservava in silenzio mentre
sua sorella Freya (Blunt), a causa di un tradimento
straziante, fuggiva dal regno.
La giovane regina di
ghiaccio grazie alle sue abilità di congelare il nemico ha
trascorso decenni in un remoto palazzo a radunare una legione di
cacciatori letali, tra cui Eric (Hemsworth) e la
guerriera Sara (Chastain), soltanto per scoprire che i suoi
prediletti hanno ignorato il suo unico ordine: mai permettere al
vostro cuore di cedere all’amore.
Quando Freya apprende della
sconfitta di sua sorella, convoca i suoi soldati per riportare lo
Specchio delle Brame a casa dall’unica strega in vita capace di
usare il suo potere. Una volta scoperto che Ravenna può essere
resuscitata nelle sue profondità dorate, le due streghe malvagie
minacciano le terre magiche con il doppio della forza più oscura
che sia mai esistita.
Il loro esercito sarà
imbattibile…almeno fino al momento in cui i due cacciatori banditi,
colpevoli di aver infranto l’unica regola della loro regina,
riusciranno a tornare – combattendo – l’uno dall’altra.
Diretto da Cedric
Nicolas-Troyan, il film vede protagonisti
Jessica Chastain, Charlize
Theron, Emily Blunt e ovviamente, nei
panni del cacciatore, Chris Hemsworth.
Se da una parte Disney/Marvel e Warner Bros/Dc si sfidano
a colpi di supereroi incassando cifre da capogiro, la Universal
punta sulla saga fantasy, riportando in scena l’unico personaggio,
quello del cacciatore, che si era salvato da quel pasticcio
inutilmente complesso che era Biancaneve e il
Cacciatore. La pellicola costituisce una sorta di
prequel (nell’incipit esplicativo) e quindi di sequel del film del
2012, ma della favola dei fratelli Grimm non ha più nulla.
La storia è una fiaba d’amore che
più classica di così non si può: ci sono i due innamorati (Chris
Hemsworth e Jessica Chastain), una regina cattiva
(Emily Blunt) e delle creature fantastiche ad
aiutare od osteggiare i nostri eroi. Il cambio di regia, ceduta da
Rupert Sanders a Cedric
Nicolas-Troyan – che nel film precedente era supervisore
degli effetti speciali – sembra aver giovato all’integrità lineare
del film. Diversamente dal prequel, qui la storia è semplice e
coerente. Nessuna dietrologia forza la caratterizzazione dei
personaggi, che vengono tratteggiati ricalcando i classici, ma
sempre amati, stereotipi delle fiabe di sempre. Così il cacciatore
Chris Hemsworth, qui decisamente più
convincente rispetto al primo film, non è animato da un vissuto
psicologicamente contorto nel compiere le sue gesta eroiche, e la
sua bravura risiede anche nella capacità di non prendersi mai
troppo sul serio.
La sceneggiatura attinge a
piene mani dalla grande mitologia fantasy della storia del cinema.
Le due regine (tra le quali spicca una Charlize Theron, mai così bella), messaggere
di un proto-femminismo che rinnega categoricamente il principe
azzurro in quanto eroe e salvatore, richiamano le protagoniste del
film Disney Frozen (si veda per l’appunto il
potere magico di Freya di evocare il ghiaccio),
così da strizzare l’occhio anche a un pubblico meno maturo.
Similmente le peripezie del Cacciatore, e dei suoi amici nani (il
cui numero non arriva a 7, segno di una scissione totale con la favola di Biancaneve) alla
ricerca dello specchio delle brame rubato, rimandano la mente
all’epopea del Signore degli Anelli, dove l’oggetto
del contendere si fa carico di quella concezione di bene e di male
che tende a influenzare pesantemente chi lo acquisisce.
Dalla fortezza della Regina di
Ghiaccio, novella Città di Smeraldo del Mago di
Oz, all’esercito di creature polari che richiama la
Strega Bianca delle Cronache di Narnia,
le citazioni che si susseguono sono un omaggio del regista a quel
mondo favolistico che il cinema ha reso reale. Visivamente
ineccepibile, Il Cacciatore e la Regina di
Ghiaccio forse non brillerà per epicità, ma rientra
di tutto diritto nel filone del cinema fantasy. E la leggerezza al
film non va a suo detrimento anzi lo trasforma in una favola meno
cupa e forse più consapevole di essere, in fondo, solo
finzione.