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Hop: recensione del film con James Marsden

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Hop: recensione del film con James Marsden

In Hop sull’isola di Rapa Nui, più comunemente conosciuta come l’Isola di Pasqua, il Coniglio Pasquale si sta preparando al giorno tanto atteso dell’investitura a Coniglio Pasquale (successivo) di suo figlio C.P. un teen ager coniglio che però ha qualcosa in contrario alle decisioni pater. Quando il giorno dell’’incoronazione si avvicina e mancano poco più di due settimane a Pasqua, C.P. scappa dall’isola per andare ad Hollywood, lì dove si avverano i sogni e dove il coniglietto pensa di riuscire a sfondare nel mondo della musica come batterista.

Qui incontro Fred, quello che si definirebbe da noi un bamboccione che cerca un lavoro che gli interessi davvero, e nel frattempo resta a casa dai genitori. Inutile dire che l’incontro trai due scatenerà imprevisti e porterà ad un mieloso happy end. Hop si presenta come un film colorato, dove pulcini e coniglietti fabbricano, a mo’ di Humpa Lumpa, golose leccornie cioccolatose che riempiranno i cestini pasquali di tutto il mondo.Quella stessa Illumination Entertainment che lo scorso anno ha stregato il mondo con Cattivissimo Me, si conferma con questo prodotto un’industria capace di realizzare animazioni e personaggi in CGI davvero notevoli, rendendo i personaggi digitali straordinariamente realistici rispetto ai primi esperimenti di questo tipo e regalando un tocco di realismo che serve sicuramente ai personaggi reali ad interagire meglio con i ‘colleghi’.

Il regista Tim Hill, lo stesso di Alvin Superstar, si ritrova ad avere a che fare con roditori che vogliono sfondare nel campo della musica, e conduce i giochi con discreta bravura, senza eccedere, semplicemente raccontando. Quello che però davvero mina la godibilità del film, è (come al solito?) la scelta del doppiaggio in italiano: Francesco Facchinetti e Luca Argentero non sono proprio l’ideale per prestare la voce ai protagonisti; soprattutto Facchinetti scade troppo nella caratterizzazione, marchiando il personaggio con il gergo da Dj Francesco che assolutamente distrugge la simpatia di C.P. divertenti le musiche che accompagnano con efficacia le scene più divertenti, montate ad accrescere l’effetto comico, fatta eccezione per il tormentone estivo We not speak Americano.

Hop è ricco di evocazioni e citazioni più o meno consce e/o volute, a partire dalla bellissima sequenza iniziale che ci accompagna nella ‘fabbrica di cioccolato’ dove pulcini e conigli lavorano gomito a gomito sotto il comando del perfido Carlos, pulcino (un po’ cresciuto a dire la verità) che tenta il golpe, “che in spagnolo vuol dire golpe de stato (cit.)” e che subisce curiose trasformazioni per colpa della luce della luna piena di Pasqua. Nei panni di Fred, un James Marsden che ha decisamente abbandonato (già da un po’) i ruoli duri (è stato ciclope nella trilogia cinematografica degli X-Men) dedicandosi a commedie leggere (Come d’Incanto, Hairspray, Sex Movie) che ne valorizzano forse il bel sorriso, ma non fanno risaltare le sue piuttosto timide capacità attoriali.

Accanto a lui, la sorella nel film Kaley Cuoco, attrice simpatica e smorfiosa (in senso buono) che il pubblico italiano conosce per il suo personaggio di Penny nella serie tv The Big Bang Theory. Divertente invece la piccola parte ritagliata per David Hasselhoff, nel ruolo di se stesso, che alla domanda sul perché non si stupisse a sentire un coniglio suonare e parlare, risponde: “Ehi, il mio migliore amico è una macchina parlante!” … se lo dice lui.

Hop uscirà il primo di Aprile, e in Italia vedrà la concorrenza dell’attesissimo Boris, ma chissà, magari in odore di vacanze pasquali, il tenero coniglietto potrebbe essere una buona scusa per i più piccoli di trascinare al cinema i più grandi. Hop è un filmetto molto ben fatto, garbato e gentile, confezionato visibilmente per i più piccoli e a loro dedicato.

Hop teaser

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Hop teaser

 

Hook: una campagna kickstarter per un prequel su Rufio

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Hook: una campagna kickstarter per un prequel su Rufio

Nel 1991 Hook di Steven Spielberg riportò alle masse la storia di Peter Pan, riveduta e corretta, con un grande Robin Williams nei panni di un Peter adulto.

Trai tanti personaggi di spicco del film, tutti ricordano Rufio, il leader dei Bambini Sperduti che deve confrontarsi con Peter, una volta che questo ritorna sull’Isola che non c’è.

Adesso su Kickstarter è partita ufficialmente una campagna per finanziare un cortometraggio prequel di Hook, dal titolo Bangarang: A Short Film About Rufio Before Hook che annovera Dante Basco, interprete di Rufio, trai produttori esecutivi. 

Un cortometraggio prequel di Hook con protagonista RUFIO

Ecco cosa dice la pagina della campagna in merito al progetto: “Questa è la storia di Rufio, prima del mohawk, prima dell’Isola che non c’è, prima che fosse il Pan.

Roofus è un ragazzino di 13 anni che è destinato a essere più di quello che è. Dopo che sua madre fu costretta a lasciarlo in una casa di accoglienza, lui e il suo gruppo di migliori amici, un ragazzo giamaicano di nome Julani e una latina dagli occhi brillanti, una forza della natura di nome Ella, trovano un modo per scappare dall’orfanotrofio, così che lui possa adempiere ignaro al suo destino.

La storia racconterà il prima di quello che abbiamo visto in Hook. Risponderemo alle domande che vi siete sempre fatti: come e perché Rufio è diventato il leader dei Bambini Sperduti? Da dove viene bangarang? E ovviamente, come ha deciso per l’acconciatura da moicano.”

Che ve ne pare del progetto?

Qui il link alla campagna di raccolta fondi, per chiunque volesse contribuire.

Hook: Steven Spielberg non aveva fiducia nel film

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Hook: Steven Spielberg non aveva fiducia nel film

Nel 1991 usciva nelle sale Hook – Capitan Uncino, il film diretto da Steven Spielberg e accolto da critiche discordanti. Nonostante ciò divenne ben presto un clamoroso successo al botteghino e riuscì perfino a conquistare alcune importanti nomination agli Oscar.

Sebbene il valore del film sia riconosciuto ormai da tutti, un dettaglio relativo alla produzione è trapelato nelle ultime ore dopo l’intervista concessa da Spielberg a Empire in cui il regista racconta le difficoltà che hanno preceduto il lavoro sulla sceneggiatura e sul set:

Mentre giravo Hook mi sentivo come un pesce fuor d’acqua. Non avevo fiducia nella sceneggiatura. Avevo fiducia nel primo atto e avevo fiducia nell’epilogo, ma non nella sua struttura“.

Hook: una campagna kickstarter per un prequel su Rufio

Spielberg ha poi continuato: “Non sapevo esattamente cosa stavo facendo e ho cercato di nascondere la insicurezza dando più valore alla produzione. E più mi sentivo insicuro, più il set diventava grande e colorato“.

Attualmente trovate nelle sale l’ultima pellicola diretta dal regista The Post, con Meryl Streep e Tom Hanks, mentre uscirà a marzo Ready Player One, adattamento cinematografico del romanzo omonimo scritto da Ernest Cline.

Steven Spielberg: al via i casting per West Side Story

Fonte: ScreenRant

Hook – Capitan Uncino: recensione del film

Hook – Capitan Uncino: recensione del film

Hook – Capitan Uncino è un film del 1991 diretto dal grande Steven Spielberg e con protagonisti un cast d’eccezione composto da Robin Williams, Dustin Hoffman, Maggie Smith, Julia Roberts.

La trama di Hook – Capitan Uncino

Hook - Capitan UncinoPeter Bunning (Robin Williams) è un avvocato, non ha tempo per giocare con i suoi bimbi, soffre di vertigini ed è un noioso, affaccendato, grasso, floscio adulto. Impossibile scorgere, sotto gli occhiali e la cravatta, l’eterno bambino sempre pronto a dar filo da torcere ai pirati. Sono passati dieci anni dall’ultima volta  che ha visto Nonna Wendy (Maggie Smith): la dolce ragazzina che aveva fatto da madre ai bimbi sperduti è diventata ormai un’anziana signora, che ha dedicato l’esistenza ai suoi orfani, perché potessero avere una famiglia.

La recensione di Hook – Capitan Uncino

Ma se Peter è tornato non è certo per ricordare i bei tempi passati, perché quelli davvero non li ricorda più… i suoi ricordi vanno dai 12 anni in su, quella dell’Isola che non c’è è solo una fiaba per ragazzini, è tutta fantasia. Giacomo Uncino però non dimentica i conti in sospeso, perché la vendetta è un piatto che va servito freddo, così rapisce i figli di Peter, assicurandosi il suo biglietto di andata all’Isola che non c’è. Ma il Peter che vi fa ritorno è solo un avvocato con scarpe firmate che proteggono i piedi saldamente fissati a terra.

Uncino è terribilmente deluso, voleva la sua guerra e il suo degno avversario, ma è tutto perduto… sta per uccidere senza pietà e senza neanche molto entusiasmo i figli di Peter quando Campanellino, la fatina amica d’infanzia di Peter riesce a strappargli un accordo: tre giorni per rimettere in sesto il Pan e poi la resa dei conti.

Hook - Capitan UncinoNon è casuale la scelta del nome del cattivo come titolo del film: è lui a dare impulso alla vicenda, ad ispirare e creare i presupposti per la storia… dopotutto non tutti i mali vengono per nuocere! Ed estremamente curioso è il fatto che sia stato proprio un bambino, precisamente il figlio dello sceneggiatore, James V. Hart, a suggerire la trama del film, facendo notare che Uncino non era stato realmente inghiottito dal coccodrillo, ma era riuscito a fuggire e, come ogni cattivo che si rispetti, non si era arreso. Il film, c

Concepito come un musical ma trasformato in corso d’opera in un film di fiction regala una delle migliori colonne sonore dell’accoppiata Spielberg/Williams, in cui il grandissimo John ha dato il meglio di sè con una soundtrack che ancora oggi viene usata come gigle o sfondo per eventi, pubblicità e trasmissioni.

Hook – Capitan Uncino – Un film senza tempo in tutti i sensi, perché è il tempo stesso il colosso contro cui combatte. È Uncino il personaggio che, più di tutti, ne è terrorizzato. In Hook – Capitan Uncino la fobia di Uncino per gli orologi, o meglio, per il ticchettio che segna lo scorrere inesorabile del tempo, provoca stati di puro terrore nel pirata, che lo associa al coccodrillo che gli aveva preso la mano ed inghiottito un orologio.

Hook – Capitan Uncino

Ma in questo film, più che mai, il cattivo fa anche un po’ tenerezza. Nel finale, disarmato e spogliato della parrucca ci appare per quello che è: un vecchio solo, circondato da uomini rozzi per i quali non vale neanche la pena essere un uomo migliore; un uomo che, in mancanza d’altro, si è perso nel fasullo culto di se stesso, nella sua nave-reggia.

E Peter ha paura del tempo? Lui sembra aver dimenticato la nozione e l’importanza del tempo, dato che spreca il suo al telefono, perennemente teso nello sforzo di concludere “l’affare più importante della sua vita”, perdendosi gli anni d’oro, sempre troppo fuggenti, dei suoi bambini. È paradossale, ma è sull’Isola che non c’è che Peter ritrova il suo tempo: il tempo di giocare, esultare, ma soprattutto di volare.

Tra i cameo Gwyneth Paltrow nel ruolo della giovane Wendy e un’irriconoscibile Glenn Close nei panni di un pirata ai servizi di Uncino.

Candidato a diverse categorie ai Premi Oscar del 1992, pur avendo riscosso critiche poco lusinghiere, Hook – Capitan Uncino è un film di culto, uno di quelli per cui non si è mai troppo grandi, valido sostituto di qualunque elisir di giovinezza.

Bisogna guardarlo per non invecchiare mai e per sentirsi addosso “l’odore di chi ha cavalcato sulle ali del vento, di cento estati da favola a dormire sugli alberi, delle avventure con indiani e pirati“, quando “il mondo era nostro, potevamo fare tutto o niente, ma ogni cosa era importante perché eravamo noi a farla“.

Honeyland al cinema da oggi 8 ottobre

Honeyland al cinema da oggi 8 ottobre

Girato nel nord della Macedonia, HONEYLAND ci fa conoscere la straordinaria storia di Hatidze una delle ultime donne cacciatrici di api in Europa che riesce a mantenere il delicato equilibrio con la natura seguendo una semplice regola d’oro: prendi pure metà del miele ma lasciane sempre metà per loro Un film sorprendente che lascia a bocca aperta per la meravigliosa narrazione e per la cinematografia. Girato solo in condizioni di luce naturale e a lume di candela e lampade a petrolio è un ritratto affascinante di solitudine, sopravvivenza, dedizione, povertà.

Hatidze vive con l’anziana madre in un villaggio remoto e abbandonato, privo di strade, elettricità e acqua corrente. Lei è l’ultima donna di una generazione di apicoltori. Sembra uscita da una fiaba. Si arrampica per le montagne su sentieri a picco su alti strapiombi per estrarre il miele dai favi selvatici. Poi canta alle api e il suo modo di fare è così naturale che i suoi movimenti sembrano quasi una danza. Il poco miele che ricava lo rivenderà al mercato di Skopje, dopo quattro ore di cammino. Un giorno la pacifica esistenza di Hatidze viene sconvolta dall’arrivo di una chiassosa famiglia nomade con cento mucche e sette bambini scatenati. Hatidze accetta ottimisticamente l’idea di avere dei vicini di casa offrendo il suo affetto e i suoi consigli sull’apicoltura. Ma non ci vorrà molto prima che Hussein, il patriarca della famiglia nomade, fiuti l’opportunità e sviluppi interesse per la vendita del proprio miele. Hussein ha sette giovani bocche da sfamare e nessun pascolo per il suo bestiame e presto mette da parte i consigli di Hatidze per una sfrenata caccia al profitto. Questo causa una rottura nell’ordine naturale e provoca un conflitto insanabile con Hatidze. L’arrivo di questa famiglia fornisce ad Hatidze una tregua dall’isolamento e dalla solitudine ma, mette in grave pericolo la vita delle api e con essa l’unica forma di sostentamento di Hatidze.

Honeyland, la trama

Lungometraggio di debutto dei documentaristi Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov, HONEYLAND è stato girato in tre anni da una ridotta troupe impegnata in un’intima collaborazione tra i registi e la protagonista. HONEYLAND è fatto per il grande schermo, è visivamente ambizioso e guidato da una narrazione inaspettatamente drammatica e da un sorprendente senso dell’umorismo. È un ritratto duro e tenero sul delicato equilibrio tra uomo e natura, uno sguardo su un modo di vivere che sta rapidamente scomparendo, e un indimenticabile testamento sulla straordinaria resilienza di una donna.

Il protocollo di Nagoya – una convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica – entrato in vigore alla fine del 1993, ha stabilito le linee guida globali sull’accesso alle risorse naturali. Il suo obiettivo era la promozione di una condivisione giusta ed equa dei benefici per entrambi i fornitori – vale a dire terra, piante, animali e utenti (ovvero uomini) delle risorse. La diversità genetica, o biodiversità, consente alle popolazioni di adattarsi ai mutevoli ambienti e al cambiamento climatico, contribuendo alla conservazione e alla sostenibilità delle risorse. La “crisi del miele” in questo film illustra il rischio che comporta ignorare questi protocolli e sconvolgere il rispetto della biodiversità. La storia di Hatidze è un microcosmo per un’idea più ampia su quanto la natura e l’umanità siano strettamente intrecciate e quanto perderemo se ignoriamo questa connessione fondamentale

Honeyland ha ricevuto due candidature agli Oscar 2020 come Miglior Documentario e Miglior Film Internazionale ed è stato inserito nella cinquina dei finalisti nelle rispettive categorie. Questo doppio riconoscimento rende “Honeyland” un candidato all’Oscar rivoluzionario, che testimonia sia la natura sempre più sconfinata del cinema documentaristico sia della grandezza specifica di questo film.

Honeyland, il trailer

Questo è il riepilogo delle proiezioni programmate sinora:
CITTA’ CINEMA DURATA DATA
MILANO ANTEO ANTEPRIMA 07/10
MILANO ANTEO TENITURA 08/10
MILANO BELTRADE TENITURA 08/10
ROMA FARNESE TENITURA 08/10
ROMA BALKAN F. F. PROIEZIONE UNICA 08/10
TREVISO EDERA TENITURA 08/10
FIRENZE SPAZIO 1 TENITURA 08/10
FIRENZE ODEON PROIEZIONE UNICA 10/10
FIRENZE ODEON PROIEZIONE UNICA 11/10
TRIESTE ARISTON TENITURA 15/10
MODENA TRUFFAUT PROIEZIONE UNICA 15/10
TORINO AMBROSIO TENITURA 15/10
BERGAMO CONCA VERDE TENITURA 20/10
PISA ARSENALE PROIEZIONE UNICA 28/10
GENOVA FILM CLUB TENITURA 09/10
BERGAMO DEL BORGO PROIEZIONE UNICA 11/11
BERGAMO DEL BORGO PROIEZIONE UNICA 12/11

Honey of Ethiopia: Mielizia e il docufilm al Green Film Fest di Roma

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Honey of Ethiopia-filmLo storico brand di Conapi – Consorzio Nazionale Apicoltori – ha scelto di sostenere il festival dedicato al cinema ambientale, con il quale condivide la filosofia di rispetto per la natura e per la biodiversità. Nell’ambito della kermesse, sabato 6 dicembre, alle ore 18.00, verrà inoltre proiettato “Honey of Ethiopia”, il docufilm ispirato al progetto avviato da Slow Food-Conapi per creare la prima rete di apicoltori di qualità nel Paese africano.

Mielizia, brand con cui sono distribuite le produzioni degli oltre 600 soci del Consorzio Nazionale Apicoltori realizzate nel segno di un’agricoltura pulita, di qualità e, soprattutto, rispettosa della biodiversità, sponsorizza la terza edizione del Green Film Fest, promosso da Pentapolis Onlus e in programma per venerdì 5 e sabato 6 dicembre al Nuovo Cinema Aquila di Roma.

Una scelta che deriva dalla condivisione di una comune filosofia orientata al rispetto della natura e alla sensibilizzazione del grande pubblico verso le tematiche ambientali.

Tra i film in programma, sabato 6 dicembre alle ore 18.00 verrà proiettato il documentario “Honey of Ethiopia”, che illustra il progetto no profit di carattere socio-economico, “Mieli d’Etiopia”, avviato nel 2009 da Slow Food e Conapi con l’obiettivo di condividere con le comunità locali un patrimonio di conoscenze e buone pratiche al fine di creare una rete di produttori di miele di qualità. Un suggestivo viaggio virtuale nel Paese africano realizzato per divulgare il percorso di salvaguardia di un settore fondamentale per la biodiversità e la ricchezza del territorio etiopico.

Ad accompagnare la proiezione, ad ingresso libero, sampling di prodotto e la distribuzione di materiale informativo relativo alla campagna di sensibilizzazione “Bee Active! Attivi per le Api” contro l’uso dei pesticidi per la tutela dell’ambiente e della salute, con cui Conapi punta a stimolare i consumatori ad adottare comportamenti virtuosi al fine di contrastare lo sterminio che da qualche anno si sta abbattendo su questi fondamentali insetti impollinatori.

Honey Boy: Shia LaBeouf nel trailer del film sulla sua vita

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Honey Boy: Shia LaBeouf nel trailer del film sulla sua vita

Amazon Studios ha diffuso il trailer ufficiale di Honey Boy, il film biografico ispirato alla vita di Shia LaBeouf dove l’attore vestirà i panni di suo padre. Al suo fianco, nel ruolo del protagonista, ci sarà Lucas Hedges (Manchester By The Sea, Lady Bird, Tre manifesti a Ebbing, Missouri).

LaBeouf ha firmato la sceneggiatura basandosi sulle sue esperienze di vita, dall’infanzia turbolenta alla carriera che l’ha visto debuttare giovanissimo e crescere sul grande schermo, arrivando al cuore del racconto, il rapporto con il padre e i problemi di salute mentale.

Diretto dalla pluripremiata regista Alma Har’el (Bombay Beach, LoveTrue), Honey Boy vede nel cast anche Noah Jupe (A Quiet Place) e arriverà nelle sale americane il prossimo 8 novembre.

Honey Boy: Shia LaBeouf irriconoscibile sul set del film sulla sua vita

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Sono state diffuse le prime immagini rubate dal set di Honey Boy, il biopic su Shia Labeouf, in cui l’attore interpreta un personaggio che sarà basato sulla figura di suo padre.

Di seguito l’attore con il trucco del film, quasi irriconoscibile. Sarà Lucas Hedges (Manchester By The Sea, Lady Bird, Tre manifesti a Ebbing, Missouri) uno dei protagonisti di Honey Boy, biopic ispirato alla vita del giovane Shia LaBeouf.

Il progetto coinvolgerà La Beouf in veste di sceneggiatore e produttore, mentre la regia è stata affidata ad Alma Har’el (principalmente attiva nel mondo dei videoclip musicali).

Secondo l’Hollywood Reporter, che ha diffuso la notizia nelle ultime ore, il film si concentrerà su dieci anni di vita dello Shia adolescente e poi adulto, attraversando le fasi del difficile rapporto con suo padre, delinquente e alcoolista.

Hedges, candidato all’Oscar nel 2017 per la sua toccante interpretazione in Manchester By The Sea, darà quindi voce alla versione giovane di La Beouf.

Shia LaBeouf contro i film di Transformers: “Irrilevanti”

Honey Boy: Shia LaBeouf ha mentito riguardo alcuni aspetti di suo padre

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Dopo aver affermato che il dramma del 2019 Honey Boy è stato in gran parte ispirato dalla sua stessa infanzia travagliata, in particolare dal suo teso rapporto con il padre, l’attore Shia LaBeouf ha ora ammesso di essersi preso importanti libertà creative sul progetto, che ha anche scritto. Parlando con il suo co-protagonista di Fury Jon Bernthal nel suo podcast Real Ones, LaBeouf ha detto di aver “offeso” suo padre inventando dettagli cruciali sulla loro relazione.

LaBeouf ha infatti dichiarato che la rappresentazione di suo padre Jeffrey Craig LaBeouf in Honey Boy era “una maledetta sciocchezza“. Ha inoltre rivelato che suo padre non è mai stato violento nei suoi confronti nella vita reale. “Mio padre è stato così amorevole con me per tutta la vita. Imperfetto, certo. Disonesto, certo. Sbagliato, di sicuro. Ma mai non è stato amorevole. Era sempre lì… e io ho fatto un tour mondiale per la stampa su quanto fosse cattivo come uomo“, ha dichiarato LaBeouf nel corso del podcast.

L’attore ha poi continuato raccontando di come suo padre sia rimasto scioccato da quanto visto nel film e che la sceneggiatura che gli era stata fatta leggere non conteneva nulla di quanto poi inserito nel film sul suo conto. LaBeouf ha dunque in quest’occasione ammesso i suoi errori, cercando di chiedere scusa al genitore. Per lui si tratta di un periodo piuttosto intenso questo, poiché è il protagonista del nuovo film di Abel Ferrara dedicato alla figura di Padre Pio, ma è stato anche al centro di alcune discussioni con la regista Olivia Wilde per via del film Don’t worry, darling.

Fonte: Collider

Honey Boy: il biopic su Shia LaBeouf su CHILI

Honey Boy: il biopic su Shia LaBeouf su CHILI

Dall’Oscar al Sundance, da Cannes ai Golden Globe: su CHILI continuano ad arrivare le grandi prime visioni con titoli d’autore e film pluripremiati.

In esclusiva sulla piattaforma, e direttamente in digitale dopo il mancato arrivo in sala causa Coronavirus, ecco Honey Boy, film sull’infanzia di Shia LaBeouf scritto e interpretato dallo stesso attore e vincitore del Premio della Giuria al Sundance.

Honey Boy, recensione del film con Shia LaBeouf

Ma non solo: finalmente in streaming ecco anche il caso cinematografico dell’anno, Parasite di Bong Joon-ho, Palma d’oro a Cannes 2019, vincitore di un Golden Globe nonché di quattro Oscar, tra cui quello per il miglior film, prima pellicola non in lingua inglese a vincerlo.

E sempre dalla scorsa edizione di Cannes arriva anche un altro titolo inedito direttamente in digitale: The Lighthouse di Robert Eggers, capolavoro in bianco e nero con la coppia Robert Pattinson e Willem Dafoe.

Honey Boy: Shia LaBeouf irriconoscibile sul set del film sulla sua vita

Ma per chi ha nostalgia di Cannes, in assenza della vera rassegna ecco altri titoli d’autore presentati nell’edizione 2019 e finalmente disponibili su CHILI.com: Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma, il raffinato film brasiliano La vita invisibile di Eurídice Gusmão, La ragazza d’autunno di Kantemir Balagov, L’età giovane dei Dardenne e Il lago delle oche selvatiche di Diao Ynan.

Honey Boy, recensione del film con Shia LaBeouf #RomaFF14

Honey Boy, recensione del film con Shia LaBeouf #RomaFF14

Un padre e il figlio adolescente seduti su di un prato, al tramonto, a fumare marijuana. È questa una delle immagini più belle di Honey Boy, che racchiude tutta la dolcezza e allo stesso tempo la natura turbolenta di un rapporto in ogni caso indissolubile. L’attore Shia LaBeouf, noto per i suoi ruoli nella saga di Transformers e in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, prende coraggio e affronta il difficile rapporto avuto con il genitore all’interno del film da lui anche sceneggiato. Presentato nella selezione ufficiale, il film diretto da Alma Har’el, vede nel cast anche gli attori Lucas Hedges e Noah Jupe.

Protagonista del film è Otis, giovane attore, seguito dalla burrascosa infanzia fino ai primi anni da adulto. In ogni tappa del suo percorso egli si troverà a dover fare i conti con il difficile rapporto con il padre, lottando in tutti i modi per trovare una riconciliazione e un punto d’incontro.

Honey Boy: il peso delle aspettative di un padre

LaBeouf si è ispirato alle proprie esperienze personali nell’immaginare e scrivere questo film. Honey Boy è un chiaro tentativo di affrontare il passato, il dolore, cercando di venire a patti con questo in vista di un nuovo inizio. E che la vita dell’attore sia stata sempre piuttosto controversa è ben noto. L’originalità, e il particolare affascinante, dell’operazione tuttavia sta nel fatto che LaBeouf non si limita a scrivere il film, ma decide di interpretarlo assumendo un punto di vista particolarmente complesso: quello del padre.

L’attore indossa infatti i panni del genitore in quello che si rivela essere un puro intento identificativo, una dimostrazione di voler comprendere l’altro e le sue posizioni. “I ain’t looking to compete with you […], deny, defy o crucify you” canta, non a caso, Bob Dylan durante i titoli di coda. E nella scelta di questo brano, intitolato All I Really Want To Do, si racchiude tutto il senso dell’intento dell’attore.

Appare così particolarmente sincero il suo ritratto, senza dubbio una delle cose più affascinanti del film. In una delle sue prove d’attore più belle degli ultimi anni, LaBeouf non giustifica ne condanna le azioni del padre, ma tenta invece di esplorare i suoi drammi, dalla dipendenza dalle droghe alle rinuncie fatte in nome del figlio. Tutte quelle cose, insomma, che hanno finito con il gettare sulle spalle del figlio, giovane promessa del cinema e della TV, responsabilità pesanti, a partire dall’essere il datore di lavoro del proprio padre.

E parlando di un cosa che conosce fin troppo bene, LaBeouf riesce a racchiudere nel rapporto tra i due personaggi principali il vero cuore del film. La delicatezza con cui questo viene trattato, anche nei suoi momenti più tesi e difficili, è certamente ciò che del film può rimanere più impresso. I problemi affrontati dall’attore e sceneggiatore sono in fin dei conti universali, e sulla base di ciò diventa facile empatizzare con i personaggi protagonisti, che vengono affrontati senza essere idealizzati né giudicati. Ognuno vive i propri drammi, che si scontrano con quelli degli altri. Ma pur nel conflitto più acceso, non vengono mai meno particolari di pura dolcezza, che fotograno allo stesso tempo il meglio e il peggio di un rapporto complicato e fragile come quello tra padre e figlio.

honey-boy-film

Honey Boy: la difficoltà di raccontare una storia estremamente personale

Per quanto consigliato, è sempre complesso raccontare qualcosa di personale. LaBeouf, concentrandosi ovviamente sul rapporto centrale, sembra tuttavia dimenticare la cornice intorno a questo, e così il film fatica a partire, mostrandosi invece come un susseguirsi di situazioni che portano ad una riconcilliazione da cui poi nascerà l’idea stessa per il film. Per quanto le immagini proposte siano indubbiamente attraenti nella loro dolcezza o nella loro irrequietezza, una maggior costruzione orizzontale della narrazione avrebbe certamente consentito uno sviluppo più organico dei personaggi e dei loro rapporti, specialmente in vista del finale.

Appaiono inoltre forzate alcune scelte di regia e di messa in scena, che rischiano di prevalere in modo erroneo sul contenuto, senza supportarlo come meriterebbe. L’utilizzo di precisi movimenti di macchina, l’uso invasivo di luci al neon e la ridondanza di alcune musiche indie, appaiono infatti una forzatura di alcuni momenti che invece, considerando il tema trattato, avrebbero potuto trovare nella semplicità la loro forma privileggiata.

Un film costantemente in bilico dunque, come la vita stessa di LaBeouf d’altronde, ma con alla sua base un cuore in grado di coinvolgere, emozionare e proporre la necessità di osservare le cose sempre da punti di vista diversi, con occhi diversi dai propri. L’attore sembra così comprendere, e farci comprendere, che anche in quel padre che insegna al figlio a fumare marijuana può nascondersi un amore profondo.

Honey 2: recensione del film di Bille Woodruff

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Honey 2: recensione del film di Bille Woodruff

Seguendo la scia positiva del primo lungometraggio, il regista Bille Woodruff ci presenta Honey 2. Maria (Katerina Graham), dopo aver passato un periodo in un carcere minorile, fa ritorno nel suo quartiere, il Bronx. Le sue intenzioni sono chiare: stare lontana da tutte quelle persone che fino a quel giorno erano riuscite a metterla nei guai. Immersa nella sua passione più grande, la danza, si unisce ad un gruppo di ballerini, con talento ma ancora alle prime armi. Il passato però è pronto a farle di nuovo visita.

In Honey 2 la Dance Battle Zone diventerà il campo di battaglia in cui sconfiggere a passi di danza i fantasmi del suo trascorso. Non aspettiamoci che il sequel di Honey mostri qualcosa di originale ed inaspettato: la trama non mostra punti di forza e non è adeguatamente sostenuta da caratteri avvincenti; lo spettatore si trova così di fronte ad un ennesimo lungometraggio sulla cultura hip-hop, il quale naviga sulle stesse rotte di Step-up, Shall we dance o Street dance, perdendo totalmente di vista quei film che hanno dato lustro al genere.

L’assenza di una protagonista di spessore in Honey 2 non aiuta di certo la pellicola togliendo al pubblico l’unica motivazione per recarsi in sala a vedere questo lavoro. In una distesa desolata si staglia in lontananza una verde oasi: la fotografia (David Klein) può risultare l’unico punto degno di nota. Il direttore mostra grandi doti artistiche riuscendo ad interpretare al meglio questo processo creativo. Catturano pienamente lo spettatore le numerose scene di ballo, incorniciate da una colonna sonora accattivante e coinvolgente.

Per gli appassionati saranno sicuramente 110 minuti piacevoli, ma questo lungometraggio non otterrà di sicuro gli incassi del primo episodio, lasciando il più vasto pubblico insoddisfatto. Per il verdetto aspettiamo l’uscita nelle sale che sarà il 5 Agosto 2011.

Honest Thief: l’action con Liam Neeson su Sky Cinema

Honest Thief: l’action con Liam Neeson su Sky Cinema

Arriva in prima assoluta su Sky e Now il secondo film di Mark Williams, Honest Thief, un action all’ultimo respiro con Liam Neeson protagonista. Il film racconta la storia di un rapinatore di banche, deciso a costituirsi per amore, che si ritroverà coinvolto in un violento conflitto con due disonesti agenti dell’FBI. In prima tv lunedì 22 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e in streaming su NOW.  E grazie a extra, il programma fedeltà di Sky, i clienti Sky da più di 3 anni e con Sky Cinema lo vedranno prima di tutti on demand nella sezione extra.

Il protagonista, Tom (Liam Neeson) è un famigerato ladro e un novello romantico. I suoi sentimenti per la sua nuova fiamma Annie (Kate Walsh) lo hanno ispirato a correggere gli sbagli passati e a lasciarsi alle spalle la vita criminale. Sebbene abbia sempre lavorato con integrità e precisione, portando a termine esclusivamente colpi bancari non violenti, non vuole che il suo rapporto con Annie si basi sulle bugie. Così decide di costituirsi all’FBI e di rinunciare all’ingente refurtiva in cambio di un patteggiamento e di un nuovo inizio. Quando chiama l’ufficio dell’FBI di Boston per confessare e fissare un incontro, gli agenti Baker (Robert Patrick) e Meyers (Jeffrey Donovan) lo prendono come uno scherzo. Inviano da lui però i loro subordinati, gli agenti Nivens (Jai Courtney) e Hall (Anthony Ramos). I due giovani agenti rimangono scioccati nello scoprire che Tom diceva sul serio, e vedono la sua refurtiva come un lasciapassare per una vita migliore. Inizia, così, un gioco all’ultimo inseguimento, da una parte una vita migliore e onesta costruita sulle basi dell’amore, dall’altra la ricerca della ricchezza facile e la malafede, in una lotta tra male e bene all’ultimo respiro.

Homevideo: Accordo Dall’Angelo Pictures – Movie On Demand

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Homevideo: Accordo Dall’Angelo Pictures – Movie On Demand

Dall’Angelo Pictures e la società piemontese Movie On Demand (MOD) hanno sottoscritto un accordo per la distribuzione in Italia di prodotti cinematografici e televisivi via internet.

Hometown – la strada dei ricordi con Roman Polański e Ryszard Horowitz al cinema

Arriverà al cinema il docufilm Hometown – la strada dei ricordi, prodotto da Èliseo entertainment di Luca Barbareschi con KRK Film,  in collaborazione con Vision Distribution e Sky e distribuito nelle sale cinematografiche dal 25 gennaio da Vision Distribution in collaborazione con Europictures.

Protagonisti i due artisti, Roman Polański e Ryszard Horowitz, diretti da Mateusz Kudla & Anna Kokoszka – Romer.  La narrazione si snoda seguendo i passi di Polanski e Horowitz per le strade di Cracovia: i due amici ripercorrono i luoghi e insieme i primi anni della loro vita, ricordano i momenti drammatici vissuti al tempo dell’occupazione nazista e durante l’Olocausto, quando Polanski era nel ghetto ebraico. Il documentario racconta del regista, che lasciò la città natale da giovanissimo per diventare un cineasta, e di Horowitz, che fuggì alla volta di New York per cominciare quella che sarebbe diventata una straordinaria carriera nel campo della fotografia. Ed emoziona ascoltare ora, dopo decenni, dalle loro voci, sui luoghi che li hanno resi quelli che sono oggi, storie drammatiche e a tratti divertenti, punteggiate dai brevi flashback, i ricordi di due bambini intraprendenti: Polanski che, fuggito dal ghetto, si nascose nella casa di una famiglia contadina ed Horowitz che fu il più piccolo a salvarsi grazie ad Oscar Schindler, l’imprenditore dichiarato “Giusto tra le Nazioni”, che lo sottrasse, come tantissimi  altri  ebrei, alla deportazione.  

Homemade, la collezione di corti d’autore targata Netflix

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Homemade, la collezione di corti d’autore targata Netflix

Netflix annuncia oggi HOMEMADE, una collezione di corti creati da celebrati filmmaker provenienti da ogni parte del mondo. Confinati a casa per la pandemia causata dal Coronavirus, questi filmmaker raccontano storie personali e commoventi che catturano la nostra esperienza collettiva della vita in quarantena.  Prodotto da The Apartment Pictures, parte del gruppo Fremantle, e Fabula, HOMEMADE è una celebrazione della maestria e dell’artigianalità dell’arte cinematografica, così come del potere duraturo della creatività di fronte ad una pandemia globale.

Realizzati utilizzando solo attrezzature trovate a casa, le storie variano da diari intimi della vita quotidiana dei registi a brevi racconti di fantasia e spaziano in una varietà di generi, offrendo una lente d’ingrandimento su come il lockdown ha colpito diversi paesi e vite in tutto il mondo.  Lorenzo Mieli, CEO di The Apartment, e Juan de Dios Larraín e Pablo Larraín di Fabula hanno radunato filmmaker da ogni parte del mondo per partecipare a questo progetto.

Dietro la macchina da presa infatti alcuni tra i più acclamati cineasti di oggi:

  • Ladj Ly (I Miserabili) – corto filmato a Clichy Montfermeil (Francia)
  • Paolo Sorrentino (La Grande Bellezza, The New Pope) – corto girato a Roma (Italia)
  • Rachel Morrison (Black Panther, Mudbound) – corto girato a Los Angeles, (USA)
  • Pablo Larraín (El Club, Jackie) – corto girato a Santiago (Cile)
  • Rungano Nyoni (Kuuntele, I  am not a witch) – corto girato a Lisbona (Portogallo)
  • Natalia Beristáin (She does not want to sleep alone) – corto girato a Mexico City (Messico)
  • Sebastian Schipper (Victoria, Roads) – corto filmato a Berlino (Germania)
  • Naomi Kawase (True Mothers, Sweet Bean) – corto girato a Nara (Giappone)
  • David Mackenzie (Hell or High Water, Outlaw King) – corto filmato a Glasgow (Scozia)
  • Maggie Gyllenhaal –  (Lontano da qui / The Honourable Woman) corto girato in Vermont (USA)
  • Nadine Labaki & Khaled Mouzanar (Caramel, Capernaum) – corto filmato a Beirut (Libano)
  • Antonio Campos (The Devil All The Time) – corto filmato a Springs, New York City (USA)
  • Johnny Ma (Old Stone; To live to sing) – corto girato a San Sebastián del Oeste, Jalisco (Messico)
  • Kristen Stewart – (Clouds of Sils Maria / Come Swim) corto filmato a Los Angeles (USA)
  • Gurinder Chadha (Sognando Beckham; Blinded by the light – Travolto dalla musica) – corto filmato a Londra (UK)
  • Sebastián Lelio (Gloria Bell, A Fantastic Woman) – corto filmato a Santiago (Cile)
  • Ana Lily Amirpour (A Girl Walks Home Alone at Night; The Bad Batch) – corto filmato a Los Angeles (USA)

Homemade, il trailer

Lorenzo Mieli, CEO di The Apartment: “Questo progetto è stato per noi una bella occasione per mandare un forte messaggio di unità e resilienza alla comunità creativa internazionale. Voglio ringraziare Netflix e tutti i registi per aver raccolto questa sfida e aver dimostrato che, persino in tempi così difficili, è possibile intraprendere strade mai battute prima ed emozionanti”.Juan de Dios Larraín, CEO di Fabula: “Homemade è un invito ad un gruppo di registi ad esplorare la creatività sotto le stesse condizioni. E’ molto democratico. Non è una questione di risorse, al centro c’è la creatività ”.

Pablo Larraín, Regista: “È un’occasione meravigliosa per lavorare con persone che ammiro. Ed un’opportunità straordinaria per continuare a lavorare, grazie a Netflix ed al suo straordinario team, in giorni così confusi ed unici.”

Teresa Moneo, Direttore dei Film Originali presso Netflix: “Vedere le storie degli altri può aprire i cuori e le mente e farci sentire tutti più uniti. Ecco perché, in questi tempi senza precedenti, siamo onorati di lavorare con questo incredibile e variegato gruppo di filmmaker e di portare le loro storie personali ai nostri abbonati in tutto il mondo”.

Paolo Sorrentino: “Homemade è stata una grande sfida per chi desidera narrare. Trovare nella propria casa, e senza nient’altro a disposizione una storia e dei personaggi mi ha fatto sentire come quando, da ragazzino, sognavo di fare questo lavoro”. La collezione sarà resa disponibile su Netflix a livello globale il prossimo 30 Giugno 2020.

Homeland: cast, trama e personaggi

Homeland: cast, trama e personaggi

Il genere televisivo spy thriller non conosce mai crisi. Il pubblico ama le avvincenti storie di spionaggio ed essere partecipe di indagini sotto copertura con finali al cardiopalma. Tuttavia, nonostante ci siano un’infinità di serie tv di questo tipo, solo alcune riescono davvero a fare breccia nel cuore dei telespettatori. Tra le più appassionanti degli ultimi anni c’è sicuramente Homeland – Caccia alla Spia, diventata una vera e propria serie cult.

Ispirata alla famosa serie israeliana Prisoners of War creata da Gideon Raff, Homeland, creata da Howard Gordon e Alex Gansa per Showtime, racconta dell’agente della CIA, Carrie Mathison, affetta da disturbo bipolare, alle prese una nuova possibile minaccia per gli Stati Uniti.

Homeland cast e trama

Dopo otto ani di prigionia, il sergente dei Marines, Nicholas Brody (Damian Lewis), ritenuto scomparso in azione durante la guerra in Iraq, viene invece liberato e fa ritorno a casa. Una volta arrivato negli States, Brody viene accolto come un eroe nazionale, un sopravvissuto che non si è mai piegato ai suoi aguzzini.

Ma mentre tutti acclamano il ritorno dell’eroe, c’è chi non è convinto della veridicità della sua storia. L’analista della CIA, Carrie Mathison (Claire Danes), è l’unica a sospettare di Brody, credendo che possa essere una vera minaccia per gli Stati Uniti. L’agente ha infatti identificato Bordy come uno sconosciuto prigioniero di guerra americano che poi si è convertito all’Islam ed è diventato uno dei seguaci di al-Qaida.

Nonostante i suoi sospetti, Carrie non è in grado di provare le sue teorie per mancanza di prove. Non riuscendo però a mollare il caso, l’agente decide di coinvolgere i suoi capi, chiedendo che Brody sia messo sotto stretta sorveglianza per evitare e prevenire un nuovo attacco terroristico su suolo americano. Carrie è convinta infatti che le prove della colpevolezza di Brody siano nascoste nel suo garage dove l’ex marine compie in segreto i suoi riti di preghiera. Non avendo purtroppo telecamere nascoste nell’edificio, l’agente è costretta a mollare la presa.

Mentre le indagini di Carrie procedono a rilento, Brody invece diventa il volto pubblico delle forze armate statunitensi; tra interviste e ospitate nei talk show, l’ex marine è ormai l’uomo più amato d’America. La sua popolarità è alle stelle e c’è chi addirittura pensa ci possa essere un futuro per lui nel mondo politico.

Carrie dovrà fare ricorso a tutti i suoi assi nella manica per smascherare Brody e arrivare finalmente alla verità.

Homeland personaggi

La serie Homeland – Caccia alla Spia, andata in onda dal 2013 al 2020 per ben 8 stagioni e 96 episodi, negli anni ha subito diversi stravolgimenti di cast. Nonostante i protagonisti siano sempre gli stessi, ad ogni stagione c’è un nuovo personaggio che fa la sua comparsa e che sarà inevitabilmente al centro dell’azione.

Protagonista indiscussa della serie è Carrie Mathison, interpretata da Claire Danes, un’analista della CIA assegnata all’unita Antiterrorismo. E’ una donna forte e determinata nonostante debba affrontare la difficile realtà del suo disturbo bipolare, malattia di cui anche il padre era affetto. A complicare la vita di Carrie ci pensa l’ex marine Nicholas Brody (Damian Lewis), rimasto prigioniero di al-Qaida per otto anni e misteriosamente liberato dalle sue carceri.

Ma mentre la Mathison si affanna a cercare le prove del coinvolgimento di Brody in attività terroristiche, l’ex marine tenta di riprendere in mano la propria vita. Dopo otto anni torna a casa ma scopre che sua moglie Jessica Brody (Morena Baccarin), dopo la sua presunta morte, ha iniziato una relazione con Mike Faber (Diego Klattenhoff), capitano dei Marines e migliore amico di Brody. Insomma, nonostante tutta l’America ormai lo veda come un eroe, Nicholas sente di aver perso tutto.

A guidare l’Antiterrorismo e le indagini contro Abu Nazir (Navid Negahban), alto membro di al-Qaida, è David Estes (David Harewood), capo dell’agente Mathison. Ma uno dei personaggi più importanti della serie e della vita di Carrie è senza dubbio Saul Berenson (Mandy Patinkin), capo della divisione Medio Oriente della CIA, nonché suo amico e mentore.

In ognuna delle stagioni di Homeland, la storia si fa sempre più intricata e i personaggi continuano ad aumentare. Il lavoro della CIA si interseca a quello della politica e alla fine è sempre più difficile riconoscere i buoni dai cattivi.

Homeland 8: l’ultima stagione?

Grazie al successo ottenuto dalla sua sesta stagione, Homeland, nel 2016 è stata rinnovata per altre due stagioni. L’ottava stagione, che sarebbe stata poi l’ultima della serie, è andata in onda sul cane Showtime dal 9 febbraio al 26 aprile 2020.

[SPOILER ALERT]

In quest’ultima stagione vediamo Carrie Mathison che cerca di riprendersi dallo shock dei mesi di prigionia nei gulag russi. Nonostante fisicamente l’agente CIA stia recuperando le forze, è la memoria a farle brutti scherzi. I suoi ricordi sono confusi e frammentati e la donna si trova ancora in un precario stato emotivo.

https://www.youtube.com/watch?v=mXFZ4fEPRJ8&feature=emb_title

Nel frattempo Saul Berenson è diventato consigliere della Sicurezza Nazionale al servizio del Presidente Warner. Il suo obiettivo, nonché il più importante dell’amministrazione Warner, è mettere fine alla guerra in Afghanistan. Saul ha quindi il compito difficile di negoziare la pace con i talebani ma per farlo ha bisogno dell’aiuto di Carrie e dei suo contatti in Medio Oriente. La città di Kabul fa infatti resistenza e, per difendersi dagli attacchi stranieri, crea alleanze con pericolosi mercenari e signori della guerra.

Contro quindi il parere dei medici, Saul convince Carrie a tornare in azione per aiutarlo nella sua difficile missione, un’ultima volta.

Con l’ottava stupefacente stagione di Homeland si chiude un cerchio. Carrie tornerà in azione e, tra missioni sotto copertura, salti temporali e decisioni discutibili, anche la sua lealtà verrà messa in discussione, come quella dell’ex marine Nicholas Brody nella prima stagione. Inoltre, molte delle questioni irrisolte delle stagioni precedenti trovano una loro risoluzione negli ultimi episodi di Homeland 8.

Homeland 9: il futuro della serie

Con la messa in onda dell’ottava stagione di Homeland e del suo finale ricco di tensione, in molti si sono chiesti se gli autori non avessero in mente una nuova stagione conclusiva. Il finale di Homeland 8 ha infatti lasciato tutti i fan della serie a bocca aperta. Vediamo quindi nel dettaglio cos’è successo in quest’ultima puntata, la 8×12 dal titolo “Prigioni di Guerra”.

[SPOILER ALERT]

Nel finale Carrie sembra intenzionata a uccidere il suo mentore Saul Berenson nel tentativo così di costringerlo a divulgare il nome della sua fonte segreta, spingendo a sua volta l’intelligence russa a consegnare un’importante prova che avrebbe fermato una nuova guerra in Medio Oriente. Tuttavia, Saul riconosce il bluff di Carrie e, prima che le possa mettere e mani sulle informazioni, brucia la sua fonte.

A questo punto l’azione si sposta in Russia due anni e mezzo più tardi. Carrie si è trasferita a Mosca dove vive con il suo nuovo fidanzato, Yevgeny Gromov (Costa Ronin), ex ufficiale delle forze armate russe, e ha appena scritto un libro contro la CIA. Nonostante tutto però, Carrie continua a lavorare per gli Stati Uniti, mandando informazioni riservate a Saul, sostituendo di fatto il suo vecchio informatore.

Questo intricato e ambiguo finale, per i fan della serie nasconde la volontà da parte degli autori di produrre una nuova stagione di Homeland. Tuttavia in una recente intervista rilasciata a Entertainment Weekly, Alex Gansa ha dichiarato di non aver fatto piani per una nona stagione di Homeland.

“Come ha detto Howard (Gordon), ‘Mai dire mai!”. Siamo tutti contenti di come sia finita la serie. Per adesso un nuovo capitolo non sembra necessario ma chi lo sa cosa potrà accadere in futuro […] ma per adesso, sembra proprio la fine”. [fonte: Entertainment Weekly]

Homeland su Netflix

Tutte le stagioni di Homeland – Caccia alla Spia, sono disponibili in abbonamento sulla piattaforma streaming di Netflix.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom, Entertainment Weekly

Homeland 5×05: anticipazioni e promo

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Homeland 5×05: anticipazioni e promo

Si intitolerà Better Call SaulHomeland 5×05, la quinta puntata della quinta stagione di Homeland, lo show di successo con protagonista Claire Danis.

In Homeland 5×05 Quinn (Rupert Friend) copre la verità per salvare Carrie (Claire Danes) mentre Dar (F. Murray Abraham) e Allison (Miranda Otto) aggiustano i danni. Carrie, invece, fa di tutto per salvare la vita a Quinn, dovrà chiedere aiuto alla sua arcinemica Astrid (Nina Hoss).

La puntata è scritta da Benjamin Cavell e Alex Gansa, mentre è diretta da Michael Offer. Il titolo è un chiaro omaggio all’omonima serie Tv di AMC interpretata da Bob Odenkirg, spin off di Breaking Bad.

Homeland 5×10: foto promozionali dall’episodio “New Normal”

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Homeland 5×10: foto promozionali dall’episodio “New Normal”

Guarda le foto promozionali di Homeland 5×10, l’atteso decimo episodio che si intitolerà  “New Normal”, e che andrà in onda sul network americano della Showtime.

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Homeland – Caccia alla spia (Homeland) è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2011. Lo show è basato sulla serie israeliana Hatufimcreata da Gideon Raff.

La serie ha per protagonisti Carrie Mathison (Claire Danes), un’agente della CIA, e il Marine statunitense Nicholas Brody (Damian Lewis). Carrie è convinta che Brody, a lungo detenuto da al-Qaida come prigioniero di guerra, faccia parte di una cellula dormiente e che sia un rischio significativo per la sicurezza nazionale.

Homeland 5×09: foto promozionali dall’episodio “The Litvinov Ruse”

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Il network americano della Showtime ha diffuso le foto promozionali di Homeland 5×09, il nono atteso episodio che si intitolerà “The Litvinov Ruse” e che andrà in onda prossima settimana.

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Homeland – Caccia alla spia (Homeland) è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2011. Lo show è basato sulla serie israeliana Hatufimcreata da Gideon Raff.

La serie ha per protagonisti Carrie Mathison (Claire Danes), un’agente della CIA, e il Marine statunitense Nicholas Brody (Damian Lewis). Carrie è convinta che Brody, a lungo detenuto da al-Qaida come prigioniero di guerra, faccia parte di una cellula dormiente e che sia un rischio significativo per la sicurezza nazionale.

Homeland 5×08: foto dall’episodio “All About Allison”

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Homeland 5×08: foto dall’episodio “All About Allison”

Il network americano della Showtime ha diffuso le foto promozionali di Homeland 5×08, l’ottavo episodio che si intitolerà “All About Allison” e che andrà in onda questa settimana.

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Homeland – Caccia alla spia (Homeland) è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2011. Lo show è basato sulla serie israeliana Hatufimcreata da Gideon Raff.

La serie ha per protagonisti Carrie Mathison (Claire Danes), un’agente della CIA, e il Marine statunitense Nicholas Brody (Damian Lewis). Carrie è convinta che Brody, a lungo detenuto da al-Qaida come prigioniero di guerra, faccia parte di una cellula dormiente e che sia un rischio significativo per la sicurezza nazionale.

Homeland 5×07: promo e clip dall’episodio “Oriole”

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Homeland 5×07: promo e clip dall’episodio “Oriole”

Il network americano della Showtime ha diffuso promo e clip di Homeland 5×07, il settimo inedito episodio che si intitolerà “Oriole” e che andrà in onda prossima settimana.

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Homeland – Caccia alla spia (Homeland) è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2011. Lo show è basato sulla serie israeliana Hatufimcreata da Gideon Raff.

La serie ha per protagonisti Carrie Mathison (Claire Danes), un’agente della CIA, e il Marine statunitense Nicholas Brody (Damian Lewis). Carrie è convinta che Brody, a lungo detenuto da al-Qaida come prigioniero di guerra, faccia parte di una cellula dormiente e che sia un rischio significativo per la sicurezza nazionale.

Homeland 5×04: foto promozionali dall’episodio “Why Is This Night Different?”

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Il network americano della SHOWTIME ha diffuso le foto promozionali di Homeland 5×04, il quarto episodio che si intitolerà “Why Is This Night Different?”:

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Homeland – Caccia alla spia (Homeland) è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2011. Lo show è basato sulla serie israeliana Hatufimcreata da Gideon Raff.

La serie ha per protagonisti Carrie Mathison (Claire Danes), un’agente della CIA, e il Marine statunitense Nicholas Brody (Damian Lewis). Carrie è convinta che Brody, a lungo detenuto da al-Qaida come prigioniero di guerra, faccia parte di una cellula dormiente e che sia un rischio significativo per la sicurezza nazionale.

Homeland 5×03: promo e clip dall’episodio “Super Powers”

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Homeland 5×03: promo e clip dall’episodio “Super Powers”

Il network americano della Showtime ha diffuso promo e clip di Homeland 5×03, il terzo atteso episodio che si intitolerà  “Super Powers” e che andrà in onda prossima settimana.

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Homeland – Caccia alla spia (Homeland) è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2011. Lo show è basato sulla serie israeliana Hatufimcreata da Gideon Raff.

La serie ha per protagonisti Carrie Mathison (Claire Danes), un’agente della CIA, e il Marine statunitense Nicholas Brody (Damian Lewis). Carrie è convinta che Brody, a lungo detenuto da al-Qaida come prigioniero di guerra, faccia parte di una cellula dormiente e che sia un rischio significativo per la sicurezza nazionale.

Homeland 5×03: foto promozionali di “Super Powers”

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Homeland 5×03: foto promozionali di “Super Powers”

Il network americano della Showtime ha diffuso le foto promozionali di Homeland 5×03, l’atteso terzo episodio che si intitolerà “Super Powers”:

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Homeland 5×03: foto dall’episodio “Super Powers”

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Homeland 5×03: foto dall’episodio “Super Powers”

Il network americano della Showtime ha diffuso le foto promozionali di Homeland 5×03, il terzo episodio che si intitolerà “Super Powers“:

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Homeland – Caccia alla spia (Homeland) è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2011. Lo show è basato sulla serie israeliana Hatufimcreata da Gideon Raff.

La serie ha per protagonisti Carrie Mathison (Claire Danes), un’agente della CIA, e il Marine statunitense Nicholas Brody (Damian Lewis). Carrie è convinta che Brody, a lungo detenuto da al-Qaida come prigioniero di guerra, faccia parte di una cellula dormiente e che sia un rischio significativo per la sicurezza nazionale.

Homeland 5×02: foto promozionali dall’episodio “The Tradition of Hospitality”

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Il network americano della Showtime ha diffuso le foto promozionali ufficiali di Homeland 5×02, il primo episodio del quinto ciclo che si intitolerà “The Tradition of Hospitality”:

HOMELAND 5: PROMO E FEATURETTE CON CLAIRE DANES

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Homeland 5×01: foto promozionali dell’episodio “Separation Anxiety”

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Il network americano della Showtime ha diffuso le foto promozionali ufficiali di Homeland 5×01, il primo episodio del quinto ciclo che si intitolerà “Separation Anxiety”:

HOMELAND 5: PROMO E FEATURETTE CON CLAIRE DANES

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Homeland 5: tre nuovi attori nel cast

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Homeland 5: tre nuovi attori nel cast

Homeland 5Cresce l’attesa per l’arrivo di Homeland 5, quinto ciclo di episodi della serie televisiva trasmessa dal network americano dell’HBO che oggi  annuncia tre nuovi ingressi di primo piano nel cast della serie.

Si tratta di  Sebastian Koch, Miranda Otto, Alexander Fehling e Sarah SokolovicSebastian Koch interpreterà Otto Düring, un filantropo tedesco e capo di Carrie,mentre Miranda Otto sarà Allison Carr, l’attuale Berlin Chief of Station, che lavorerà a stretto contatto con Saul Berenson, concludiamo con Alexander Fehling, che interpreterà Jonash Happich, consulente legale della Düring Foundation e ragazzo diCarrie ed infine Sarah Sokolovic, che sarà una brillante giornalista al servizio dellaDüring Foundation, Laura Sutton.