È stato presentato questa mattina
alla stampa italiana, presso il cinema Quattro Fontane di Roma,
Il nome del figlio, la nuova pellicola
della regista Francesca Archibugi
(Verso sera, Il grande cocomero, Questione di
cuore) con protagonisti Valeria Golino,
Alessandro Gassman, Luigi Lo Cascio, Micaela Ramazzotti e
Rocco Papaleo. Tratto dalla pièce teatrale “Le
prénom” di Alexandre De la Atellière e
Matthieu Delaporte, la pellicola è stata
sceneggiata dalla stessa Archibugi in collaborazione con
Francesco Piccolo. Presenti in conferenza stampa,
oltre alla regista, al cast e allo sceneggiatore, anche Paolo
Virzì, uno dei produttori associati, nonché moderatore dello stesso
incontro.
Ecco quello che Francesca
Archibugi ha raccontato in merito al film:
“Sono davvero contenta di aver
accettato di scrivere e dirigere questo lavoro. Sono davvero grata
a Paolo Virzì e a tutti quelli che hanno creduto in questo progetto
per avermi incoraggiato e per avermi spinto a dire di sì. È stata
un’esperienza oserei dire transoceanica. Siamo stati davvero come
un equipaggio. Gli attori che vedete in questo film sono delle star
del nostro cinema, ma sul set erano come degli attori alle prime
armi. Sono stati generosi e hanno davvero dato il massimo. Abbiamo
lavorato in maniera molto pignola e meticolosa, ma è stato lasciato
anche spazio all’improvvisazione. Ci sono tanti piccoli regali in
questo film, da ognuno di loro. Credo abbiamo dato il meglio del
loro essere artisti. Sono attori molto diversi gli uni dagli altri
che, incredibilmente, sono stati capaci di uniformarsi in un unico
grande tono recitativo”.
Sulla struttura corale del film e
sugli spazi che comunque vengono lasciati ad ogni singolo attore,
la regista ha aggiunto:
“Era una cosa scritta, quindi
già programmata. Come sapete, il punto di partenza è una pièce
teatrale che aveva una struttura fatta di parti molto congegnate.
Abbiamo trattenuto quel fil di ferro e poi abbiamo dato carne e
sangue nostra. I film si scrivono perché ogni cosa venga studiata
nel minimo dettaglio. Solo così, poi, si può dare spazio
all’improvvisazione. Certe scelte drammaturgiche, poi, si fanno in
fase di sceneggiatura”.
Sul taglio politico che traspare
dalla pellicola e sull’importanza dell’incontro con Paolo
Virzì, l’Archibugi ha così risposto:
“Volevo che questi personaggi,
più che un’ideale politico, esprimessero un sentimento diffuso. Non
volevo che venissero messi in luce per lo spaccato al quale
appartengono, ma per i sentimenti che li contraddistinguono. Noi
abbiamo voluto raccontare, non giudicare. Amiamo tutti i personaggi
di questo film e credo che ognuno abbia le sue buone ragioni.
Sull’importanza che Paolo ha avuto in questo film, posso solo dire
che ci conosciamo da anni. Siamo davvero amici. Ci scambiamo i
nostri copioni. È stato importante perché ha saputo sostenermi in
un momento della mia carriera in cui ero sicuramente più fragile.
Quando abbiamo realizzato il film, uno dei nostri intenti era
quello di mantenere alta la bandiera della sala. Abbiamo combattuto
per il pubblico. Abbiamo fatto un film per il pubblico, anche
rinunciando a delle vanità autoriali, sperando che il cinema da
sala non muoia”.
La parola è stata poi data agli
attori, che hanno parlato dei loro personaggi e dell’esperienza di
lavorare con Francesca:
Valeria Golino:
“Avevo già lavorato con Francesca, circa 18 anni fa. Non vedevo
l’ora di lavorare nuovamente con lei. Avrei fatto questo film ad
ogni costo. È stata un’esperienza densa, faticosa, ma divertente.
Il mio è un personaggio docile, affettuoso, ma anche remissivo per
certi versi. Ha una personalità capace di adattarsi a quella degli
altri, alle loro energie, alle loro vibrazioni. Ricerca l’armonia,
non solo per se stessa, ma anche con gli altri, e forse questo è il
suo pregio ma anche il suo difetto”.
Alessandro
Gassman: “Sono davvero contento di aver partecipato a
questo film. Il mio è un personaggio che rappresenta una fetta
precisa della popolazione odierna. Una fetta che personalmente io
odio. Sono quelle classiche persone che riconosci per strada,
magari ognuno di noi ha un amico o un conoscente così. Ritengo che
siano uno dei mali primari di questo paese, perché non sono persone
trasparenti, non sai mai chi sono davvero. L’unica cosa che spero è
che il mio personaggio faccia almeno ridere”.
Luigi Lo Cascio:
“Il mio è un personaggio molto concentrato su se stesso, sul
proprio mondo. È lontano, distratto, alienato. Deve fare i conti
con i suoi insuccessi. Si isola dal mondo e si rinchiude in se
stesso. È un personaggio sicuramente molto fragile che trova in
questa famosa cena uno specchio attraverso il quale guardarsi. Sono
davvero felici di aver avuto la possibilità di lavorare con
Francesca e con questi attori straordinari”.
Micaela
Ramazzotti: “Avevo già lavorato con Francesca in
Questione di cuore. Lei è veramente la donna più importante della
mia vita, una persona che stimo tantissimo e alla quale voglio
davvero bene. Durante tutta la lavorazione del film ci ha
coccolato, ci ha insegnato, proprio come una mamma. Il mio
personaggio è un personaggio a più strati, un personaggio che non
ti aspetti. È in un modo, ma poi si rivela essere
tutt’altro”.
Rocco Papaleo:
“Devo confessare che in genere quando faccio un film non mi
piaccio mai (ride). Questa volta, invece, forse per la prima volta,
quando ho visto il film, mi sono piaciuto. E il merito è
sicuramente di Francesca, che è una regista straordinaria. Il mio è
un personaggio ambiguo, che mi ha dato l’opportunità di
interpretare una situazione in bilico. Mi sembrava un’occasione da
prendere al volo. Mi è piaciuto tantissimo interpretarlo”.
Il nome del
figlio uscirà il 22 gennaio distribuito da Lucky
Red.