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Drug War: recensione del film di Johnnie To

Drug War: recensione del film di Johnnie To

Al Festival Internazionale del film di Roma 2012, arriva un’altra leggenda del cinema asiatico, stiamo parlando del maestro dell’action Johnnie To. Infatti, è l’ultimo lavoro del regista di Honk Kong, Drug War, il secondo film a sorpresa in concorso all’edizione 2012 del Festival Internazionale del film di Roma diretta da Marco Mueller.

La pellicola intitolata Drug War racconta di Ming, cinico trafficante di droga, che si schianta in auto contro un negozio dopo l’esplosione del suo laboratorio dove si fabbrica eroina. Si salva la vita, ma ha la moglie e il cognato bloccati dentro la fabbrica. Lei, funzionario di polizia intelligente e attento, prova a rintracciare gli altri criminali offrendo a Ming l’opportunità di ridurre la pena detentiva. Ming decide di aiutarlo, tradendo tutti i suoi fratelli, ma all’ultimo minuto… Un viaggio all’interno del labirinto di mafia e traffici illegali, il primo film cinese che osa parlare apertamente di droga.

Drug War, il film

Drug War

Drug War dispiega gran parte degli elementi più iconici del cinema di Johnnie To che negli anni è diventato un grande specialista del poliziesco e del Noir, riuscendo a incasellare con una certa continuità i suoi film fra le migliori performace d’azione degli ultimi decenni, ricevendo il doveroso riconoscimento sia dal pubblico che dalla critica. Nonostante ciò Drug War rappresenterà forse un bivio per l’autore asiatico che qui per la prima volta rinuncia a virtuosismi e all’attenzione maniacale per l’estetica e la regia a favore della narrazione e soprattutto della recitazioni. Infatti, nell’evolversi della storia la pellicola si dimostra un film di recitazione e di avvenimenti più che di sequenze e di regia; cosa che forse avviene per la prima volta nella filmografia del regista, tanto da relegarsi troppo a semplice narratore e perdendo quel qualcosa in più che contraddistingueva i suoi film.

Il risultato è si un ottimo film di genere che fa della recitazione e della storia la sua vocazione principale ma che, anche per questo motivo, a molti potrà sembrare un po’ semplicistico e forse un po’ piatto. In ogni caso, rimane comunque un coraggioso affresco del problema della droga che attanaglia anche la Cina e il continente asiatico. Un racconto sincero e veritiero di questo male ormai incurabile che affligge le esistenze di questo mondo. Nota estremamente positiva è la sequenza finale colma di tensione e di proiettili impazziti, che non sarà certo una delle migliori sequenze nella filmografia del regista, ma che certamente farà felici gli amanti del genere.

Twitt dal Festival: Charles Swan III e Provini!

Twitt dal Festival: Charles Swan III e Provini!

Iniziamo con gli ultimi Twitt dal Festival di Roma 2012. Arrivano i commenti su due film attesi tra cui quello su Roma Coppola:

Pinuccio Lovero – Yes I Can: recensione del film di Pippo Mezzapesa

A quattro anni di distanza dall’esordio nel lungometraggio Pippo Mezzapesa torna al documentario raccontandoci di nuovo un po’ della vita di Pinuccio Lovero, in Pinuccio Lovero – Yes I Can. Il bitontino con il sogno di diventare “custode al livello cimiteriale” decide di scendere in politica e candidarsi alle elezioni amministrative nella sua città.  Lo sguardo di Mezzapesa riprende senza fronzoli la singolare campagna elettorale di Pinuccio, convinto che la notorietà guadagnata con il documentario di qualche anno prima (presentato anche al Festival di Venezia nel 2008) possa aiutarlo a racimolare i voti necessari a diventare consigliere comunale nelle liste di SEL.

Inizia così una divertente ed ingenua propaganda al suo programma, tutto incentrato sulla rivalutazione e il miglioramento del servizio cimiteriale del comune. Ma non si racconta solo questo: l’occhio del regista insiste anche e soprattutto sulla persona di Pinuccio, sui suoi rapporti personali, le sue aspirazioni, i suoi sogni. Persona semplice e poco istruita, ma perfettamente consapevole di esserlo, caratterizzato da un ascendente particolare sulle persone che porta immediatamente ad una forte empatia, deciso e sicuro nei suoi obbiettivi, spesso al limite dell’ingenuità, si muove tra le aspirazioni politiche, la serietà con cui tiene fede al suo incarico di necroforo e la vita di coppia con la donna che presto porterà all’altare. In un sud fortemente caratterizzato (la maggior parte del film è in dialetto, per il quale sono stati necessari i sottotitoli), inondato da una luce calda e splendente, il ritratto di Pinuccio si fa assolutamente veritiero e fluido nel racconto. L’impressione documentaria è presente ma non estraniante, pur riprendendo dal vero non si nota la punta di freddezza che spesso i documentari, per costituzione o per precise scelte artistiche, restituiscono. Lo sguardo del regista è assolutamente neutrale di fronte ai fatti raccontati, così neutrale da non farci comprendere le sue reali intenzioni narrative.

Non ci si rende conto, insomma, se la volontà di Mezzapesa sia quella di rivalutare Lovero svalutando la politica o viceversa: la carrellata di personaggi, strampalati e quasi irreali, che ci vengono presentati come avversari di Pinuccio non aiuta certo a chiarire il dubbio. Questo personaggio a tratti epico (impressione rafforzata dalle bellissime musiche di Gabriele Panico) e a tratti ridicolo senza la cognizione di esserlo, diverte ed attrae, inorgoglisce e provoca compassione senza però dare modo di capire quale dei due sentimenti ha la meglio. C’è ancora da capire se questo sia un punto di forza o meno della regia di Mezzapesa.

The Motel Life: recensione del film di Gabriel e Alan Polsky

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The Motel Life: recensione del film di Gabriel e Alan Polsky

I fratelli Gabriel e Alan Polsky portano al cinema il romanzo The Motel Life di Willy Vaultin, con l’omonimo film interpretato da Emile Hirsch, Stephen Dorff e Dakota Fanning.

Il film, ambientato a Reno nel Nevada, racconta la storia di due fratelli, Frank e Jerry Lee, diventati prematuramente orfani e cresciuti affidandosi l’uno all’altro con la speranza di abbandonare i propri problemi nella città natia e lasciarla per posti nuovi e migliori. Quando però Jerry Lee (Dorff) causa un incidente mortale, lui e Frank (Hirsch) devono scegliere se rimanere e affrontare le conseguenze di ciò che è successo, oppure scappare e affrontare una nuova vita. Il film ci racconta una storia di redenzione e di sofferenza, di sconfitta e di voglia di non affondare, attraverso qualsiasi mezzo, passando anche per il tentativo disperato dell’autodistruzione.

The Motel Life racconta la vita da motel, per definizione triste e instabile, in cui i due fratelli si trovano immersi e dalla quale sembrano non poter uscire se non attraversando prima l’inferno che li separa da una vita non tanto serena ma almeno priva della costante incertezza per il domani. Ad interpretare i due fratelli, come detto, ci sono Emile Hirsch e Stephen Dorff. Il primo ormai non ha più bisogno di presentazioni, avendo dimostrato in più occasioni, e ultimamente nel film di Castellitto, Venuto al Mondo, che le sue capacità di attore stanno crescendo di giorno in giorno, con una naturalezza e una convinzione che fanno sperare di avere a che fare con uno dei migliori attori della sua generazione. Dal canto suo, Dorff offre una performance sbalorditiva, riuscendo a coniugare fragilità e rabbia facendo dimenticare al pubblico che il suo personaggio è menomato fisicamente, fatta eccezione per le scene in cui gli serve un aiuto fisico da parte del fratello.

The Motel Life

Vera chicca del film sono le sequenze animate: a più riprese Frank racconta delle storie a Jerry Lee, storie di loro due che affrontano i nazisti e incontrano donne bellissime, storie violente e fantastiche, quasi tutte tragiche, che prendono vita sullo schermo attraverso delle animazioni grezze ma efficaci, perfettamente inserite nel processo narrativo del film, e che ricordano la precarietà dell’esistenza che portano avanti i due fratelli. L’elemento artistico viene affidato proprio a Jerry Lee, che disegna di continuo personaggi veri e inventati, raccontando quasi in terza persona quello che sta capitando a lui. Questa capacità artistica del personaggi ne aumenta il fascino e la contraddizione, innalzandolo ad un livello molto alto di drammatizzazione.

La regia, dal canto suo, racconta con estrema verità e sensibilità una natura violenta e ostile, una umanità varia, cattiva ma anche capace di grande coraggio e bontà, personaggi affascinanti, disperati ma che alla fine, nell’abbandono più totale, trovano la loro via di salvezza. The Motel Life, presentato in Concorso all’ultimo Festival di Roma, è un piccolo film dalla grande anima, con interpreti superbi.

Video intervista a James Franco al Festival di Roma 2012

Ecco il video di James Franco sul red carpet del Festival Internazionale del film di Roma 2012 diretto da Marco Mueller. L’attore ha presentato il suo film Tar, in selezione ufficiale CinemaXXI

Vita di Pi: due nuove featurette!

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Vita di Pi: due nuove featurette!

Sono state diffuse due nuove featurette per Vita di Pi, ultima fatica di Ang Lee. La prima è dedicata all’uso della tecnologia 3D nella pellicola, mentre

Lo Hobbit: nuovo spot tv!

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Lo Hobbit: nuovo spot tv!

è stato diffuso un nuovo spot tv per Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, il ritorno di Peter Jackson nell’universo creato da J.R.R. Tolkien con Martin Freeman e Ian McKellen.

The Heat: il trailer del nuovo film di Paul Feig!

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The Heat: il trailer del nuovo film di Paul Feig!

è stato da poco diffuso il trailer di The Heat, nuova commedia scorretta diretta dal regista di Bridesmaids Paul Feig.

La Bande Des Jotas di Marjane Satrapi

La Bande Des Jotas di Marjane Satrapi

Presentato Fuori Concorso alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, il nuovo film di Marjane Satrapi, regista del sorprendente Persepolis, si colloca sin da subito in un universo “alieno” da quello festivaliero.

Quello che rende La Bande Des Jotas un unicum è il mettere lo spettatore davanti ad una situazione così surreale che, una volta usciti dalla sala, non si può far a meno di urlare “al genio”, per la bravura della Satrapi non solo in quanto regista, sceneggiatrice e costumista, ma soprattutto in quanto attrice.

Nei panni della protagonista senza nome, Marjane Satrapi, approfitta con grande abilità di uno scambio casuale (o forse no) di valigie, per mettersi a capo di un trio improbabile e guidarlo senza alcuna difficoltà a commettere una serie di omicidi ‘on the road’, motivati da una presunta ‘leggittima difesa’ riguardo la quale gli altri due personaggi non si danno la pena di indagare, accettando senza alcuna difficoltà di essere i sicari di una donna della quale non conoscono neanche il nome, in cambio di vitto e alloggio.

Quasi fosse un racconto in fase di scrittura, il film trova il suo motivo di esistere nelle parole della “femme”, che disegnano non solo la mappa del viaggio del trio, ma anche la serie di situazioni assurde che si creano quasi dal nulla, come se lo spazio dell’inquadratura fosse una tela bianca, pronta a diventare qualsiasi cosa.

Il fatto che la regista e la protagonista coincidano nella stessa persona non  è  un caso poiché, di fatto, siamo davanti ad un ‘making of’, dove personaggi e persone coincidono alla perfezione : i due improvvisati sicari sono realmente gli attori-marionetta della regista, che disegna per loro gli spazi destinati ad azioni che non hanno in sè alcuna motivazione, se non quella di essere scritte nel copione, tanto che viene da pensare che il film si sarebbe tranquillamente potuto svolgere in un’unica stanza o su un palco scenico.

La Bande Des Jotas in sé non presenta particolari meriti tecnici, “solo” un personaggio fortissimo , dialoghi riusciti perfettamente e quel gusto per il grottesco che non guasta: il necessario per assicurarsi che un film sia memorabile. In sostanza la Satrapi realizza una pellicola estremamente originale, ma, probabilmente, fruibile a pieno solo da una fascia ristretta di pubblico.

Star Wars Episode VII: parlano Carrie Fisher e Ben Affleck!

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Star Wars Episode VII: parlano Carrie Fisher e Ben Affleck!

Mentre i rumour sul prossimo capitolo di Star Wars si susseguono, Carrie Fisher e Ben Affleck hanno rilasciato alcune dichiarazioni sull’argomento:

Nuove foto dal set di Thor: The Dark World!

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Sono giunte altre foto e un video dal set di Thor: The Dark World, nuova avventura del Dio del Tuono diretta da Alan Taylor.  Le foto ci mostrano Thor (Chris Hemsworth) alle prese con un combattimento contro il nuovo villain Malekith.

Diretto da Alan Taylor Thor: The Dark World vede nel cast Chris Hemsworth, Natalie Portman, Tom Hiddleston, Stellan Skarsgård, Idris Elba, Christopher Eccleston, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Kat Dennings, Ray Stevenson, Zachary Levi, Tadanobu Asano e Jaimie Alexander con Rene Russo e Anthony Hopkins nei panni di Odino.

Potete vederle qui sotto insieme al video

 

fonte: splashnews

Foto di James Franco al Festival di Roma 2012

Questa sera è arrivata l’ultima grande star sul red carpet del Festival di Roma 2012, stiamo parlando di James Franco che ha incontrato il pubblico e presentato il suo ultimo film Tar.

Il Sospetto: recensione del film di Thomas Vinterberg

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Il Sospetto: recensione del film di Thomas Vinterberg

Arriva al cinema Il Sospetto, l’acclamato film di Thomas Vinterberg, con Mads Mikkelsen e Thomas Bo Larsen. 

Una piccola comunità nel cuore della Danimarca. Gente pacifica, cordiale, rispettosa dei valori e dei sentimenti. Un luogo dove amicizia, amore, gentilezza e mutuo aiuto sembrano avere un significato vero, profondo. E’ qui che vive Lucas (Mads Mikkelsen), un ex-insegnante reimpiegato come maestro d’asilo, con un divorzio alle spalle e un rapporto difficile col figlio lontano.  L’appoggio e la comprensione dei suoi compaesani, soprattutto del suo migliore amico, Theo (Thomas Bo Larsen) sono ciò che gli permette di tirare avanti e di sorridere alla vita.

All’asilo i bambini lo adorano e la sua dolcezza naturale fa in modo che anche Nadia, una collega, si innamori di lui. Appena la vita di Lucas sembra riacquistare un senso, complice la decisione del figlio di trasferirsi a casa sua, una bambina della scuola, Klara (Annika Wedderkopp), racconta alla direttrice dell’istituto di essere stata molestata da lui.

La menzogna, appena accennata e subito ritirata, si innesta però come un virus nella mente della donna che, senza nemmeno interpellarlo, licenzia Lucas su due piedi e informa tutti i genitori dell’accaduto. E l’insegnante, quasi inconsapevole di ciò che gli sta accadendo, si trova ad affrontare un calvario, fatto di occhiatacce e minacce da parte dei suoi stessi amici, che lentamente si intensifica fino a sfociare nella violenza fisica.

Il Sospetto, il film

Il Sospetto recensione

Il Sospetto, ultima fatica del regista co-fondatore del movimento Dogma, Thomas Vinterberg, pone al suo centro un’azione apparentemente minuscola, una confessione di pochi secondi di una bambina di quattro anni, e mostra come, al pari di un sassolino gettato in uno specchio d’acqua, questa azione scateni delle reazioni enormi non solo nelle persone che la circondano, ma in tutti gli abitanti della comunità.

Vinterberg, magistralmente, porta al cinema la forza con cui una menzogna può insinuarsi nella mente e trasformare persone perbene in mostri disumani che ignorano la giustizia e accusano ciecamente, senza sapere e senza pensare, distruggendo così la vita di un uomo, Lucas, che giorno per giorno vede la sua esistenza andare a pezzi, sgretolarsi, scomparire.

La macchina da presa, vicinissima ai personaggi, cattura ogni espressione facciale, ogni cambio d’umore, ogni battito di ciglia. Cerca quasi di carpire i pensieri di Lucas, sempre più solo e sempre più disperato, la superficialità e la vitalità di Klara, troppo piccola per capire cos’ha scatenato la sua bugia, l’acredine e l’incredulità di Theo, amico fraterno confuso, incapace di giudicare, perso, e soprattutto l’ottusità delle persone che agiscono senza farsi domande, ignorando la verità.

La luce della Danimarca, calda e fredda allo stesso tempo, la perfezione della sceneggiatura (firmata da Tobias Lindholm), contemporaneamente drammatica e rigorosa, la recitazione misurata, senza sbavature e l’occhio di un regista decisamente geniale, fanno de Il Sospetto uno dei più bei film degli ultimi anni.

In due ore Vinterberg riesce a toccare tutte le emozioni dell’anima umana senza una goccia di sentimentalismo. Una lezione di vita e di cinema. Straziante e superbo.

Le riprese di Transformers 4 in Cina?

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Le riprese di Transformers 4 in Cina?

Continuano ad arrivare news su Transformers 4, il quarto capitolo della saga diretta da Michael Bay ed interpretata questa volta da Mark Wahlberg. Secondo alcune indiscrezioni riportate da Comingsoon.net,

Jane Goodman scrive Pinocchio di Tim Burton e Robert Downey Jr.!

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Pinocchio di Carlo Collodi continua ad essere al centro dei pensieri di Hollywood. Infatti ora sono due i progetti ufficiali in corso, Pinocchio in live Action di Tim Burton con Robert Downey Jr ha una sceneggiatrice, si tratta di Jane Goldman

Jamie Foxx parla di Electro in The Amazing Spider-Man 2

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Jamie Foxx parla di Electro in The Amazing Spider-Man 2

Marc Webb conferma Jamie Foxx per Electro in The Amazing Spider-Man 2. Comingsoon.net è riuscito a intervistare il registe che ha confermato che la sua prima scelta per interpretare Electro nel sequelì di The Amazing Spider-Man è proprio Jamie Foxx. Anche l’attore ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito: “Incrociamo le dita, funziona tutto”, dice Foxx. “… Ho una figlia piccola di quattro anni e per lei questo è pazzesco, l’anno scorso ha voluto la sua festa di compleanno a tema Spider-Man! “

Electro non è mai apparso in nessun film della saga. Invece altro ruolo chiave del prossimo film, Harry Osborn è ancora senza interprete. Non ci resta che aspettare il nome del giovane attore che darà il volto al personaggio interpretato precedentemente da James Franco nella saga diretta da Sam Raimi. Il sequel dell’uomo ragno intitolato al momento The Amazing Spider-Man 2 uscirà il 2 Maggio 2014. La sceneggiatura è a cura questa volta di Alex Kurtzman, Roberto Orci, Jeff Pinkner e James Vanderbilt. Nel cast confermati Andrew Garfield, Emma Stone e Shailene Woodley. Tutte le news nel nostro speciale: The Amazing Spider-Man 2

 Fonte: Comingsoon.net

Twitt dal Festival: Un Enfant de Toi!

Twitt dal Festival: Un Enfant de Toi!

Ritorna Twitt dal Festival, la nostra rubrica condensata in pochi e incisivi caratteri condotta con il supporto del Prof. Marco Stancati. Al Festival dopo l’uragano Stallone è la volta dell’ennesimo film francese

Twitt dal Festival: lo spassoso commento su Breaking Dawn parte 2

Poteva non mancare nella nostra rubrica breve il commento sulla saga che finalmente ha chiuso i battenti, stiamo parlando di The Twilight Saga: Breaking Dawn Parte 2. Ecco il commento esilarante del nostra Marco Stancati. 

Un Mostro a Parigi, la nuova avventura d’animazione di Eric “Bibo” Bergeron

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Un mostro a Parigi (titolo originale Un monstre à Paris), prodotto nel 2011 in Francia dalla EuropaCorp di Luc Besson, uscirà nelle sale italiane il prossimo 22 Novembre.

Michael Collins: recensione del film con Liam Neeson

Michael Collins: recensione del film con Liam Neeson

Michael Collins è un film del 1996 diretto da Neil Jordan e con protagonisti nel cast Liam Neeson, Julia Roberts, Alan Rickman e Aidan Quinn.

Trama di Michael Collins: Irlanda, inizio ‘900. Un gruppo di giovani oppositori sta organizzando la resistenza contro il Governo britannico, al fine di ottenere la totale indipendenza da Sua Maestà. I dimostranti sono divisi in due gruppi: la parte miliare, che vuole ottenere l’indipendenza politica con la forza; e la parte politica, che invece predilige la via diplomatica.

Michael CollinsLa prima fazione è capitanata da Eamon de Valera; l’altra da Michael Collins, politico di professione. I due sono caratterialmente agli antipodi: il primo è istintivo e rozzo; il secondo è razionale e più moderato nei modi.

Dopo alterne fortune e attentati sanguinosi, a cui fanno riscontro reazioni altrettanto cruente, gli inglesi concedono l’inizio di una trattativa a Londra, dove viene mandata una delegazione con a capo Collins. Dopo molti e inutili tentativi Collins è costretto ad accettare un accordo con cui si stabilisce il riconoscimento dell’autonomia dell’Irlanda, però senza l’Irlanda del Nord, rinunciando alla Repubblica e con il giuramento di fedeltà al Re d’Inghilterra.

Ma a queste condizioni la parte guidata da de Valera non ci sta, volendo invece la totale indipendenza e l’unità dell’Irlanda. Tra le due fazioni esplode dunque una guerra civile, che Collins cerca di scongiurare fino alla fine. Il suo impegno totale nella causa irlandese gli costerà l’allontanamento della fidanzata, Miss Kiernan, che poi lo sceglierà definitivamente come compagno di vita. Ma proprio quando sta provando il vestito da sposa, sarà informata di una brutta notizia. Lei perderà il suo amato. Gli irlandesi un eroe.

Michael Collins, il film di Neil Jordan

Michael CollinsAnalisi: Michael Collins è un film del 1996 diretto da Neil Jordan, regista irlandese nato nella piccola Sligo, la cui carriera si caratterizza per vertiginosi alti e bassi, tra film geniali e imbarazzanti flop. Paradossalmente i successi sono arrivati soprattutto dai film realizzati con budget ridotti. Michael Collins rientra sicuramente tra i suoi film meglio riusciti, avendo non a caso vinto il Leone d’Oro alla Mostra di Venezia del 1997, con Liam Neeson nei panni di Collins che si aggiudicò la Coppa Volpi.

Oltre a rendere omaggio a un patriota irlandese di cui si sa ingiustamente poco e niente, Michael Collins ci offre anche un valido racconto sul prologo della nascita della Repubblica d’Irlanda. Rende inoltre giustizia a un popolo orgoglioso che non ha mai accettato di soccombere politicamente al Regno Unito. La colonna sonora, oltre alle tradizionali musiche irlandesi, include anche la firma di un’artista irlandese d.o.c. tanto talentuosa quanto controversa: Sinéad O’Connor.

La sconfinata natura dell’Isola di smeraldo fa il resto, offrendo un meraviglioso palcoscenico naturale.

I ruoli di Michael Collins e Kitty Kierman sono interpretati rispettivamente come detto da Liam Neeson e Julia Roberts. Il primo in quel periodo aveva una carriera col vento in poppa, dopo aver vinto il premio Oscar nel 1994 per la sua interpretazione di Oskar Schindler in Schindler’s List di Steven Spielberg. L’attore si presta bene al ruolo, soprattutto per la somiglianza fisica con Collins.

La Roberts invece veniva già da una lunga serie d’interpretazioni in film di successo, mettendo successivamente il suo inconfondibile sorriso al servizio di altri lungometraggi. In questa pellicola fa da spalla a Neeson, apparendo quel tanto che basta per introdurre dolci pause a un film rude ma mai violento, malgrado il tema.

Nel ruolo di de Valera troviamo Alan Rickman – carriera alternata tra Cinema e Teatro – diventato popolare grazie al ruolo di Severus Piton in tutti i film di Harry Potter. Mentre in quello della spalla di Collins, Harry Boland, c’è Aidan Quinn, americano di Chicago più volte chiamato in ruoli di irlandese.

The Grey: il trailer italiano ufficiale

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The Grey: il trailer italiano ufficiale

Ecco il trailer di The Grey, film che vede protagonista un feroce Liam Neeson, uscito lo scorso anno negli Usa e che finalmente arriverà a fine mese nelle

Un Enfant de Toi: recensione del film di Jacques Doillon

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Un Enfant de Toi: recensione del film di Jacques Doillon

Un Enfant de Toi, diretto da Jacques Doillon e interpretato da Lou Doillon e Samuel Benchetrit, è un film basato sul dialogo, che sfiora il surrealismo in certe occasioni e sembra rimandare ad un determinato teatro dell’assurdo che fonda la sua struttura narrante sull’assenza di azione e sul dialogo protratto all’infinito, continuamente alla ricerca di qualcosa che non c’è e mai ci sarà.

In Un Enfant de Toi Aya e Louis sono stati sposati per qualche anno e hanno avuto una bambina, Lina. Dopo aver trascorso un periodo senza vedersi, immediatamente successivo alla separazione, ora riprendono a frequentarsi, mentre lui ha una storia con Gaelle, mentre lei vive con Victor, con il quale sembra volere un figlio. I due continuano a vedersi con una certa regolarità e presto la naturale gelosia dei rispettivi compagni, unitamente all’esigenza della piccola Lina di avare chiarezza intorno al rapporto trai genitori, spingerà gli ex coniugi a ridefinire il loro rapporto.

Un Enfant de Toi, il film

E così anche i protagonisti, Aya e Louis, continuano a parlare, a raccontarsi i loro ricordi, ad analizzare la loro situazione, i loro desideri, i loro sentimenti reciproci, senza mai definire il loro rapporto, senza mai alzare la voce o esprimere alcuna emozione che non sia una palese attrazione repressa. Tutta la prima parte del film, della durata complessiva (ed eccessiva) di 140 minuti, è infatti caratterizzata da questi lunghissimi piano sequenza in cui i due protagonisti si parlano dicendo apparentemente nulla, scavandosi dentro in maniera sempre più profonda senza mai arrivare a mettere un punto a nessuna delle questioni affrontate. Le regia che muove la camera in modo da seguire i personaggi tenendoli quasi sempre nella stessa inquadratura, predilige pochi stacchi, lasciando agli attori l’onere di tenere alta l’attenzione e di sfidare lo spettatore a seguire le lunghe elucubrazioni dei protagonisti.

Lou Doillon e Samuel Benchetrit si destreggiano molto bene in questi verbosi piani in cui non succede nulla, riuscendo ad apparire sempre interessati a ciò che dicono e reggendo inquadrature molto lunghe che rischiano di non interessare altrettanto lo spettatore. Un’ultima parte di film più dinamica riesce a portare un po’ d’azione nella storia, portandola ad una naturale conclusione e ad un finale annunciato ma non scontato. Piccola perla del film è la giovanissima Olga Milshtein, che interpreta Lina. Simpatica e impertinente, la bambina riesce a dare un tocco di brio ad un film altrimenti piuttosto piatto.

Roman Coppola presenta A Glimpse Inside the Mind of Charlie Swan III al Festival di Roma

Grande sceneggiatore, persona deliziosa e figlio di uno dei registi più importanti, conosciuti e amati del mondo, Roman Coppola ha presentato oggi a Roma il suo ultimo film, in Concorso al Festival internazionale del cinema. A Glimpse Inside the Mind of Charlie Swan III è un film surreale, completamente folle “che ho voluto fare nonostante il momento non sia molto favorevole al cinema, convincendo Sheen a partecipare come protagonista”.

A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III: recenzione del film

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Colorato, folle, onirico, A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, il nuovo film di Roman Coppola è una sorpresa e una delizia per gli occhi. La storia si concentra su Charlie, un pubblicitario che ha il cervello occupato per l’80% dalle donne. Niente di straordinario quindi se la fidanzata decide di lasciarlo per le sue presunte o manifeste infedeltà! Il fatto è che Charlie ama moltissimo Ivana, e così ci metterà un po’ a metabolizzare il dolore della separazione. Ad aiutarlo ci sono però la sorella, il suo contabile, il migliore amico e la sua immaginazione, sempre fervida e ricca di dettagli.

A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III è un film delirante, che ricorre alla rappresentazione dei pensieri per dare visibilità a quello che accade nella testa del protagonista. Ad una prima parte un po’ confusa, in cui sogno e realtà si mescola confondendo un po’ lo spettatore, segue una seconda parte in cui la storia avanza e riesce a coinvolgere dal momento che si cominciano a distinguere meglio le sequenze che avvengono solo nella testa di Charlie, da quelle che raccontano la realtà dei fatti così come accadono.

A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, il film

Tutto del film concorre a creare, anche nella realtà, un ambiente surreale, pieno di colori estremamente vivi e di immagini iconiche, oltre ad aiutarci a costruire un personaggio esilarante e sopra le righe ma che gode di un grande amore da parte del suo ideatore. A dare corpo e anima a Charlie, c’è Charlie Sheen, praticamente perfetto per un ruolo che sembra essere stato scritto apposta per lui. Sheen riesce a dare quel giusto mix di malinconia e follia ad uno dei personaggi più simpatici visti al cinema negli ultimi tempi.

A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III

A completare il cast ci sono Bill Murray, come al solito incredibile veicolo di comicità, Jason Schwartzman, nei panni del migliore amico di Charlie, Patricia Arquette nel ruolo della sorella e la bella Katheryn Winnick che interpreta Ivana, la fidanzata che abbandona il protagonista all’inizio del film.

Roman Coppola si dimostra molto bravo a raccontare una storia semplice, arricchendola di dettagli ed elementi che aiutano lo spettatore ad orientarsi, cercando di dare il giusto spazio ad ogni avvenimento ma soprattutto tentando, con successo, di descrivere il personaggio principale attraverso le sue azioni, mostrandoci effettivamente com’è e come si muove all’interno di una vita che sembra prendere sempre troppo alla leggera.

A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III è una bella commedia, un film originale ed efficace, che riesce a far sorridere ma che non banalizza il dolore, rappresentandolo in maniera straordinariamente realistica.

Le 5 Leggende arriva al cinema, tra l’Uomo Nero, Babbo Natale e Jack Frost

Anche l’Uomo Nero vuole che i bambini credano in lui. Si è stancato di essere relegato sotto i letti senza che nessuno provi più paura, di tutti i genitori che da secoli riempiono quelle testoline con Babbi Natale, Fate dei Dentini e Spiriti della Neve. Vuole essere visto, invadere il mondo, vuole che tutti abbiano paura di lui e distruggere le sicurezze che solo i sogni garantiscono, soprattutto quando si è – o si è rimasti – piccoli.

Il 5 Dicembre ritorna al cinema Ritorno al futuro!

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Il 5 Dicembre ritorna al cinema Ritorno al futuro!

Il 5 dicembre tornerà sul grande schermo Ritorno al futuro, il primo episodio della saga cult diretta da Zemeckis. L’evento è organizzato da Nexo Digital

Jhonnie To presenta Drug War/Duzhan al Festival di Roma

Jhonnie To presenta Drug War/Duzhan al Festival di Roma
Foto di Raffaele Piano

La leggenda del cinema di Hong Kong ha calcato ancora il suolo romano. Johnnie To, regista action per eccellenza e modello per il cinema di genere asiatico e mondiale, ha presentato in Concorso al Festival di Roma il suo ultimo film Drug War/Duzhan. Per la prima volta il regista si è spostato, girando il suo film nella Cina continentale, dove, ha detto “le pistole finte non sono belle come quelle che fanno ad Hong Kong”“La cosa che mi interessava mostrare era che gli spacciatori sono persone senza scrupoli, sono cattivi. Inoltre l’abbiamo girato in Cina e qui per chi spaccia c’è la pena di morte, mentre ad Hong Kong vai in galera. E’ un paese molto diverso.”

Ixjana: recensione del film dei fratelli Skolimowski

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Ixjana: recensione del film dei fratelli Skolimowski

I fratelli Skolimowski, figli di Jerzy, uno dei più importanti registi polacchi, hanno realizzato dopo  The hollow men, presentato ad un passato festival di Venezia, il loro secondo lungometraggio. I due avevano collaborato con il padre sul set di The essential killing, opera con molte poche battute e una performance interessante di Vincent Gallo, presentato sempre ad un passato festival di Venezia. Ixjana è un film che pesca da molto cinema europeo ed americano. La struttura è quella di un thriller psicologico, con rimandi alle luci usate da Cronenberg in molti suoi film, ci sono infatti fonti di luce decise di blu, rosso e verde che danno alla scena una tonalità surreale, e anche qualcosa che ricollega a Lynch, soprattutto nello straniamento dato dalla storia.

In Ixjana Marek, un giovane scrittore, sta cercando di risolvere il mistero della notte in cui è morto il suo amico Artur. Ricostruisce i passaggi della serata, a partire da una festa in maschera da un editore, fino ad un viaggio nei bassifondi della città. In tutto questo, si aggiunge  una donna che ha a che fare con tutti e due.

Il progresso del racconto infatti non è lineare, ma è un continuo muoversi longitudinalmente sulla linea temporale tornando su azioni avvenute ore, forse giorni prima o scene future. Lo spettatore si perde, così come anche lo scrittore, che non ha più il dominio della sua storia. Marek, autore di un unico best seller che lo ha reso ricco e famoso, dal titolo quasi profetico: “Mio fratello, il mio assassino”,  cerca nella sua memoria, come in Memento, e viene ingannato da questa stessa come accade in altri classici del cinema di tensione, primo fra tutti La donna che visse due volte di Hitchcock.

A dare al film una patina di mistero ancora più decisa è la morte improvvisa, avvenuta in India dopo aver contratto una malattia che lo ha ucciso in due settimane, del più piccolo dei fratelli Skolimovski,  Jozef, che aveva composto le musiche per questa pellicola e si trovava in India per delle ricerche per il prossimo film.

Chi affiancherà Mark Wahlberg in Transformers 4?

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Chi affiancherà Mark Wahlberg in Transformers 4?

Dopo aver annunciato il protagonista Mark Wahlberg di Transformers 4,  Michael Bay è tutt’ora impegnato a scovare nuovi talenti per completare il cast. Oggi, The Hollywood Reporter

Scarlett Johansson in una Clip del film Hitchcock!

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Scarlett Johansson in una Clip del film Hitchcock!

Ecco Scarlett Johansson come Janet Leigh in una nuova clip tratta dal film Hitchcock con Anthony Hopkins nei panni del leggendario regista Inglese. 

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