Con il loro lavoro, gli attori sono in grado di
veicolare un’infinità di emozioni. E talvolta ci fanno anche
piangere. Ma è interessante scoprire quali sono i momenti che hanno
emozionato gli attori stessi al cinema, fino a versare lacrime.
The Artist ha vinto il Producers Guild Award!
Il successo di The Artist continua: dopo aver trionfato ai Golden Globes, il film ha appena vinto il PGA(Producers Guild Award), prestigioso premio destinato alla produzione.
Numerosi altri favoriti come Paradiso Amaro, L’Arte di Vincere, War Horse, Hugo Cabret, Le Idi di Marzo, Midnight in Paris e The Help sono stati quindi battuti dalla pellicola di Michel Hazanavicius, le cui probabilità di vittoria agli Oscar sembrano aumentare di giorno in giorno.
Altri importanti premi sono stati consegnati per l’occasione anche a le avventure di Tintin(produttori Peter Jackson, Kathleen Kennedy, Steven Spielberg)e al documentario Beats, Rhymes & Life: The Travels Of A Tribe Called Quest(Michael Rapaport, Edward Parks).
fonte: badtaste.it
Lo Hobbit: Peter Jackson svela nuovi dettagli sul film!
In occasione della presentazione al Sundance Film Festival del suo documentario “West of Menphis”, Peter Jackson ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni sullo hobbit, attesissimo prequel del Signore degli Anelli, fornendo preziosi dettagli sul modo in cui il film sia collegato alla Trilogia:
“Abbiamo sempre voluto che Lo Hobbit facesse parte di una serie di cinque film. Fortunatamente Tolkien ha scritto moltissimo materiale aggiuntivo nelle appendici del Signore degli Anelli, dove ha ricollegato assieme le due storie, 20 o 30 anni dopo la pubblicazione dello Hobbit. E così siamo riusciti a utilizzare un po’ di quel materiale. Il film non sarà una storia per bambini come il romanzo originale, ma conterrà un po’ di umorismo. Alcune delle canzoni del romanzo sono state inserite nel film.”
Jackson ha inoltre aggiunto riguardo alla sua esperienza sul set: “Mi sto godendo il film proprio come un fan, che è la cosa che mi entusiasma maggiormente. Sono felice di tornare sul set ogni giorno, adoro girare questo film. A febbraio inizieremo altri 100 giorni di riprese, quindi intorno a luglio avremo finito. A quel punto avremo girato entrambi i film.” “Lo Hobbit: un viaggio inaspettato”, arriverà al cinema il 14 dicembre 2012.
Dark Shadows: nuova foto di Johnny Depp!
è finalmente disponibile in rete una nuova foto di Johnny Depp in Dark Shadows, ultima fatica di Tim Burton da una sceneggiatura di Seth Grahame- Smith.
L’immagine mostra Depp nei panni di Barnabas Collins, un vampiro alla ricerca del suo amore perduto, Jozette: sul suo cammino incrocierà il destino di numerosi personaggi, fra i quali una strega innamorata di lui di nome Angelique(Eva Green), una bizzarra matriarca che si rifiuta di uscire di casa dal giorno della morte del marito(Michelle Pfeiffer) e una strana psicologa(Helena Bonham Carter)”esperta” in disordini del sistema circolatorio.
Ispirato a una serie televisiva di successo degli anni ’60 creata da Dan Curtis, Dark Shadows uscirà nei cinema americani l’11 maggio 2012.
Lo Hobbit: un viaggio inaspettato – Trailer Italiano
Una bella notizia che i fan di Peter Jackson
e de Il Signore degli Anelli aspettavano da tempo: dalle 10:30 di
questa mattina è disponibile in anteprima esclusiva sul canale
ufficiale Youtube di Warner Bros il primo trailer italiano del film
Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato.
Ulteriori info nella nostra Scheda-Film: Lo hobbit:un viaggio inaspettato
Olga Kurylenko e Andrea Riseborough a fianco di Tom Cruise?
Il nuovo film di Joseph Kosinski, regista di Tron Legacy, non ha ancora un titolo definitivo (negli ultimi tempi sono stati scelti e poi scartati, Oblivion e Horizons), ma un cast già in via di definizione: a fianco del protagonista, Tom Cruise, dovrebbero comparire Andrea Riseborough e Olga Kurylenko.
Il film è ambientato in una Terra devastata e divenuta inospitale, teatro dello scontro con una razza aliena, dove la razza umana è stata costretta ad andare a vivere su piattaforme sospese, tra le nuvole. Cruise interpreterà un soldato incaricato di riparare i droni utilizzati nella guerra. Nel corso del film, il protagonista si troverà diviso tra due donne: da una parte la sua compagna (interpretata dalla Kurylenko), che resta costantemente in contatto con lui; dall’altra una donna misteriosa che sembra essere letteralmente caduta dal cielo, il cui incontro lo porterà a cambiare radicalmente la sua visione del mondo.
Il percorso del film è stato finora particolarmente accidentato: inizialmente seguito dalla Disney, è stato in seguito abbandonato, non essendo propriamente un film per famiglie; a quel punto è entrata in gioco la Universal. Problemi sono sorti anche in sede di sceneggiatura, passata per le mani di Karl Gajdusek, William Monahan e, recentemente Michael Arndt. Per il ruolo di una delle protagoniste si era pensato a Jessica Chastain, che ha poi rinunciato. Se non vi saranno altri contrattempi, l’inizio delle riprese è previsto nel giro di un paio di mesi, in vista di un’uscita nel luglio 2013. La Riseborough ha raggiunto una certa notorietà solo in tempi recenti, con la sua partecipazione a W.E. di Madonna; molto più conosciuta la Kurylenko, già abituata ad action movie e blockbuster, con ruoli in Quantum Of Solace, Centurion e Max Payne.
Fonte: Empire
La Warner al lavoro su Otherland
Otherland, primo volume di un ciclo di romanzi sci-fi di Tad Williams (inedito in Italia, dove dello stesso autore sono stati pubblicati i libri del Ciclo delle Spade) sarebbe avviato ad avere una trasposizione cinematografica, ad opera della Warner e prodotta Dan Lin, già produttore di Sherlock Holmes. La vicenda di Otherland è ambientata 100 anni nel futuro e vede protagonista un gruppo di improbabili eroi cercare di scampare ad un assassino mentre si trovano ad operare nel mondo virtuale, finendo per scoprire una cospirazione il cui scopo è niente meno che la distruzione dell’umanità.
I cinque volumi del Ciclo di Otherland sono usciti negli USA tra il 1996 e il 2001: la Warner potrebbe quindi lanciare una nuova saga in più capitoli. Nel frattempo, Dan Lin sta lavorando, tra gli altri, su Gangster Squad di Ruben Fleischer, e si appresterebbe a portare sullo schermo anche la pluripremiata serie a fumetti Bones di Jeff Smith. Per la sceneggiatura di Otherland si è invece pensato a John Scott III, attualmente impegnato sull’adattamento di Abissi d’acciaio, uno dei capolavori di Isaac Asimov.
Fonte: Empire
Billy Bob Thornton… contro un orso
Un ritorno al classico filone ‘uomo contro la natura’, molto in voga negli anni ’70, da Lo Squalo in poi: è il nuovo progetto del regista di Saw V David Hackl, intitolato Red Machine vedrà protagonista Billy Bob Thornton, a fianco di Thomas Jane e James Marsden. Marsden e Jane intepreteranno due fratelli che, accompagnati dalle rispettive mogli, utilizzeranno una gita in montagna come occasione per appianare le proprie divergenze;
i dissapori personali passeranno presto in secondo piano quando il gruppo diventerà oggetto delle ire di uno scatenato orso Grizzly; a questo punto interverrà il personaggio di Thornton, un leggendario cacciatore di orsi. Parlando del film, Hackl ha spiegato di voler andare alle reali radici della paura, offrendo al pubblico una storia tutto sommato plausibile, che molti potrebbero trovarsi a vivere in prima persona.
Fonte: Empire
Kristen Wiig prossimamente a fianco di Ben Stiller?
Kristen Wiig, recente protagonista de Le amiche della sposa, sarebbe in corso di trattative per partecipare, a fianco di Ben Stiller, al remake di The secret life of Walter Mitty, film degli anni ’40 con Danny Kaye uscito in Italia col titolo di Sogni proibiti. Il protagonista del film vive in continuazione sogni ad occhi aperti per fuggire al grigiore della vita quotidiana; un giorno però gli eventi prenderanno una piega inaspettata.
Recentemente Shirley MacLaine è stata data in trattative per recitare il ruolo della madre del protagonista. Rispetto all’originale, la sceneggiatura del remake prevede alcune variazioni, come il mestiere del protagonista e l’avvenimento da cui prenderanno le mosse le sue varie vicissitudini. La Wiig interpreterebbe il ruolo di una collega di Mitty, personaggio ricorrente anche in molti dei suoi sogni ad occhi aperti. Il nome di Kristen Wiig, attualmente impegnata sul set del Saturday Night Live, è stato affiancato recentemente anche The Comedian, prossimo lavoro di Sean Penn (sorta di remake di Re per una notte).
Fonte: Empire
Esclusivo! Primo trailer italiano de Lo Hobbit!
Sarà Nanni Moretti a presiedere la giuria di Cannes 2012
Esordio di successo per il tanto atteso Benvenuti al Nord
La guerra dei fiori rossi: il film Zhang Yuan
La guerra dei fiori rossi, prodotto nel 2006 e distribuito in Italia nel gennaio 2007 dall’Istituto Luce, è il secondo film di Zhang Yuan dopo diciassette anni, prodotto nel 1999. Tratto dall’omonimo romanzo semi-autobiografico di Zhang Shuo, è stato co-prodotto dalla cinese Beijing Century Good-Tidings Cultural Development Company e dall’italiana Downtown Pictures, e girato in Cina e in parte anche in Italia.
Yuan ci offre ancora una volta una prospettiva diversa della Cina comunista, da un’angolatura critica e costruttivamente polemica. In questo lungometraggio Yuan lo fa puntando tutto sui bambini, sui quali la allora neonata dittatura comunista cinese (siamo nel ’49) gettava le basi per il futuro. Nel piccolo ribelle Qiang (nome completo Fang Quiangqiang) – lasciato piangente dal padre in un convitto, che si oppone con la propria capricciosa innocenza inconsapevolmente a un neonato regime che ne vuole subito annullare l’identità e soffocare il pensiero – si incarnano i desideri odierni di ribellione di un popolo contro una dittatura ormai anacronistica e che nasconde dietro una stanca bandiera rossa un capitalismo selvaggio.
La guerra dei fiori rossi, la trama
La Repubblica comunista cinese è stata da poco fondata e punta all’omologazione del suo popolo, partendo dalle scuole e dai convitti, dove si plasmano i cittadini fedeli e ossequianti di domani. In uno dei tanti convitti che punta alla formazione totalitarista dei bambini, c’è Qiang, di soli 4 anni; il bimbo sfugge alle regole impostegli dalle maestre, non ci sta a rispettare ordine e disciplina estenuanti, che impongono perfino i ritmi dei bisogni fisiologici.
Questa sua ribellione all’ordine ha però un prezzo: oltre alle continue punizioni degli insegnanti e gli scarsi risultati scolastici, Qiang paga il proprio innocente anti-conformismo con la solitudine e l’emarginazione da parte degli altri bambini.
La guerra dei fiori rossi, il film
L’idea è apprezzabile, sebbene La guerra dei fiori rossi dopo una mezz’ora di sorrisi strappati da quei simpatici e paffuti bambini, cominci un po’ a stancare ed apparire ripetitivo; forse qualche cambio di ambientazione di tanto in tanto e qualche nuovo evento di rottura avrebbe reso tale pellicola un capolavoro. Il finale ha comunque un alto potenziale simbolico.
Nella sua carriera, Zhang Yuan si è dedicato soprattutto a spot pubblicitari e clip per MTV, in particolare quelli della rock-star cinese Cui Jian, che interpreta se stesso in Beijing Zazhong. Dopo La guerra dei fiori rossi ha prodotto Space Guy nel 2010, film d’Animazione non ancora giunto in Italia.
Quanto al piccolo protagonista Fang Quiangqiang, è stato interpretato da Dong Bowen, il quale due anni dopo ha fatto parte del cast di Ma wen de zhan zheng di Chun Yu. La guerra dei fiori rossi è stato presentato nella sezione World Cinema al Sundance Film Festival e nella sezione Panorama al Festival di Berlino, dove ha vinto il premio C.I.C.A.E.
Jean Dujardin, l’Artista
Fino a un anno fa, quasi nessuno ne aveva mai sentito parlare: star in patria, nel resto del mondo il nome Jean Dujardin suscitava solo una domanda: Jean, chi?
Il grande pubblico ignorava la sua esistenza sino alla svolta del Festival di Cannes 2011: Jean Dujardin è stato premiato come migliore attore per The Artist, il film muto in bianco e nero acclamatissimo negli ultimi mesi. Da allora la notorietà internazionale si è consolidata giorno dopo giorno e l’attore, anzi, l’Artista, non fa che suscitare grande ammirazione come il personaggio che ha segnato la sua consacrazione, l’affascinante George Valentin.
Jean Dujardin, carisma, brio, ironia e charme
Carisma, brio, ironia e charme: sono solo alcune delle infinite qualità che contraddistinguono questo attore francese dal volto senza tempo, la cui carriera ha conosciuto un’inarrestabile ascesa, dalle serate di cabaret nei bar parigini al Golden Globe appena conquistato a Los Angeles. Jean Dujardin nasce il 19 giugno 1972 a Rueil-Malmaison, a nord di Parigi, ultimo di quattro figli maschi. Bambino timido e insicuro, trova la sua dimensione nel gioco, immagina di essere un cowboy o un eroe, mentre con gli anni sviluppa il suo talento di comico e imitatore. Dopo essersi diplomato in filosofia ed arti plastiche, svolge il servizio militare durante il quale inizia a scrivere piccoli sketch che in seguito propone in alcuni bar francesi, durante il cabaret della sera. La prima apparizione di fronte alle telecamere avviene nel 1996 al talent show televisivo Graines de star, in cui si afferma come comico molto amato dal pubblico nei panni di Brice de Nice, surfista ingenuo e sfrontato, che ripropone anche nella compagnia Nous C Nous, di cui fa parte insieme a Bruno Salomone e altri comici francesi; con loro realizza diverse parodie di boy band in voga negli anni novanta.
Jean Dujardin
diventa poi un volto popolare della tv francese nella serie
Un gars, une fille (ovvero Love Bugs), di
cui è protagonista insieme ad Alexandra Lamy: con oltre 400 episodi
dal 1999 al 2003, l’affiatata coppia “Loulou e Chouchou” si
innamora anche nella vita reale. Dopo una precedente relazione da
cui nascono i figli Simon e Jules, Jean trova in Alexandra la
compagna della vita, si fidanzano nel 2003 e si sposano nel
2009.
Dopo il successo in tv, arrivano i primi ruoli al cinema: dapprima secondari poi, dopo Mariages!, nel 2005 è protagonista di Brice de Nice di James Huth, in cui ripropone il personaggio da lui inventato e conquista il box office. Ma il grande incontro della sua carriera è quello con il regista Michel Hazanavicius, che nel 2006 lo sceglie come protagonista del film OSS 117: Le Caire, nid d’espions; Jean interpreta l’agente segreto Hubert Bonisseur de la Bath, simil James Bond: simpatico, francese fino al midollo, seduttore e anche un po’ razzista, nei panni di OSS 117 Jean Dujardin rivela ancora una volta le sue grandiose doti comiche, e in questa divertente parodia ambientata negli anni cinquanta è affiancato da Bérénice Bejo, con cui lavorerà nuovamente in The Artist. Il film è un successo e se ne ricorda soprattutto la scena culto in cui Jean canta “Bambino” di Dalida in arabo. Per questo ruolo viene nominato al César come migliore attore, il che accade raramente per una commedia.
Nel 2007 recita in 99 francs di Jan Kounen, adattamento dell’omonimo romanzo di Frédéric Beigbeder in cui interpreta Octave Parrango, cinico agente pubblicitario; in questa commedia graffiante, il suo personaggio non vuole suscitare simpatie (“Spero che mi disprezzerete per meglio disprezzare l’epoca che mi ha plasmato”, dice Parrango). Nello stesso anno interpreta per la prima volta un ruolo drammatico in Contre-enquête, dove è un poliziotto che indaga sulla morte della figlia, mostrandosi all’altezza di altri generi oltre il comico. Produce e dirige Palizzi, una serie tv di due stagioni che racconta a mo’ di documentario il reinserimento nella società di un ex mafioso uscito di prigione dopo quindici anni di reclusione.
Nel frattempo, divenuto uno degli attori francesi più amati oltralpe, Jean recita a teatro con Alexandra Lamy in Deux sur la balançoire. È inoltre attivo nell’ambito umanitario contro il maltrattamento dei bambini, partecipando alla Fondation Mouvement pour les Villages d’Enfants. Il 2008 è l’anno di Cash – Fate il vostro gioco, una sorta di Ocean’s Eleven alla francese in cui è affiancato da Jean Reno e Valeria Golino. Diretto da Eric Besnard, il film corale è una commedia poliziesca in cui non mancano i colpi di scena.
Segue Un homme et son chien, remake francese di Umberto D. di Vittorio De Sica, dove recita con Jean-Paul Belmondo, al quale Jean Dujardin è spesso paragonato in patria. Torna poi nuovamente nei panni di Hubert Bonisseur de la Bath in OSS 117: Rio ne répond plus, sequel di successo ancora diretto da Michel Hazanavicius, divenuto uno dei suoi migliori amici. Jean ama infatti collaborare con professionisti di cui ha stima e infatti nel 2009 ritrova James Huth, che lo dirige nel western Lucky Luke, in cui interpreta con brio il celebre cowboy solitario in grado di sparare più veloce della propria ombra.
Tra i lavori più recenti, possiamo citare Le bruit des glaçons diretto da Bertrand Blier e Les petits mouchoirs di Guillaume Canet: quest’ultimo film, presentato al Festival del Film di Roma 2010, uscirà in Italia in primavera con il titolo Piccole bugie tra amici. Jean interpreta Ludo e, benché abbia un piccolo ruolo accanto a un cast stellare che comprende Marion Cotillard e François Cluzet, il suo personaggio è l’anima di tutto il film.
Nel 2010 torna al genere drammatico nello struggente Un balcon sur la mer di Nicole Garcia: è il protagonista, l’agente immobiliare Marc Palestro, che incontra una donna misteriosa (una bravissima Marie-Josée Croze) che lui riconosce come Cathy, la ragazzina di cui era innamorato durante l’infanzia trascorsa in Algeria: ma la verità potrebbe essere un’altra… Nel cast anche Toni Servillo e Claudia Cardinale. In questo film Jean offre la vibrante interpretazione di un uomo tormentato dal suo passato, rivelandosi eccezionale anche nel registro drammatico. Un talento che si paleserà ancora di più nel ruolo della vita.
Il 2011 è infatti l’anno della consacrazione. Michel Hazanavicius gli offre il ruolo più difficile della sua carriera in un film nato come ‘impossibile’ e che il regista sognava di realizzare già da una decina d’anni: si tratta di The Artist, muto e in bianco e nero, che Hazanavicius dirige con maestria e in cui Jean veste i panni del divo George Valentin, star del muto la cui carriera subisce un inevitabile declino con l’arrivo del sonoro, mentre la giovane comparsa Peppy Miller (una brillante Bérénice Bejo, nel frattempo divenuta moglie del regista) diventa una stella proprio grazie ai film parlati. Jean dedica anima e corpo a questo ruolo, recupera i classici muti di Murnau e Borzage, studia Douglais Fairbanks, Gene Kelly, Clark Gable e Vittorio Gassman, prende lezioni di tip tap per cinque mesi e incarna alla perfezione il divo del muto che non vuole rinunciare alla sua integrità di artista sia nelle parti briose che in quelle drammatiche, conquistando critica e pubblico. Ottiene la Palma d’oro di migliore attore a Cannes; mentre sale sul palco, si inchina al presidente di giuria e suo mito personale, Robert De Niro, e improvvisa qualche passo di tip tap. The Artist ottiene riconoscimenti in numerosi festival internazionali, sino alla recente vittoria ai Golden Globe: 3 statuette, tra cui il premio a Jean Dujardin come Migliore Attore in un film commedia o musicale. Durante il discorso di accettazione, in un inglese stentato – giacché sta studiando la lingua da pochissimo dietro la pressione di Harvey Weinstein – si prende una rivincita contro un agente che gli aveva pronosticato che non avrebbe mai fatto nessun film: “Il tuo viso è troppo espressivo, troppo grande”. La straordinaria espressività di Jean Dujardin è, al contrario, uno dei suoi maggiori pregi: sin dagli esordi, la sua recitazione è particolarmente basata sul corpo; si trattava inizialmente di un complesso di inferiorità, non avendo mai frequentato l’accademia d’arte drammatica, dunque la recitazione fisica avrebbe dovuto compensare una presunta mancanza di profondità. La profondità invece c’è, accompagnata da un talento esplosivo che non lascia mai indifferenti e una versatilità da vero Artista.
Amante del cinema italiano di un tempo (soprattutto Vittorio Gassman e Dino Risi), di Charles Baudelaire e del buon vino; battuta sempre pronta e irresistibile sorriso smagliante, Jean affronta il cinema con la genuinità tipica di un bambino: recitare è per lui un modo per prolungare l’infanzia, affinché l’uomo che è diventato riesca ad aiutare il bambino che fu a realizzare i propri sogni. Nominato ai SAG e ai BAFTA per The Artist, Jean non sogna affatto una carriera a Hollywood: se otterrà proposte interessanti, come da lui affermato, non esiterà ad accettare, ma non abbandonerà mai la sua umiltà (“Del resto mi chiamo Jean Dujardin, John Of the Garden, quindi rimango con i piedi per terra”). Né la sua amata Francia. Infatti oltralpe il 29 febbraio uscirà Les infidèles che ha scritto, prodotto, diretto e interpretato insieme al collega e amico Gilles Lellouche: si tratta di un film suddiviso in sette sketch incentrato sull’adulterio da parte del sesso maschile.
Ma febbraio è anche il mese degli Oscar: con una nomination praticamente certa per il suo indimenticabile ruolo nel film muto, chissà se il 26 febbraio l’Artista trionferà nella notte più magica che celebra la settima arte. Nessun francese ha vinto l’Oscar come Migliore Attore protagonista: questa potrebbe essere l’occasione più opportuna per dimostrare che ancora oggi si può essere grandi attori anche senza dire una parola.
Polisse – Trailer italiano
Vi presentiamo il trailer italiano di
Polisse, diretto da Maïwenn, la cui uscita nelle nostre sale è
prevista per il 3 febbraio 2012. Il film, premiato al Festival di
Cannes – Premio della Giuria, è basato su casi di cui la stessa
regista ha avuto esperienza diretta nei mesi che ha passato
affiancata agli agenti della BPM (Brigade de protection des mineurs
– Sezione Protezione Minori) E da un lato ci mostra gli orrori
legati ad abusi sessuali compiuti ai danni dei bambini, dall’altro
vuole in maniera ancora più esplicita raccontare delle
ripercussioni emotive e psicologiche di un lavoro tanto duro in
coloro i quali lo portano avanti con passione e positivo
idealismo.
Millennium: Uomini che odiano le donne – Titoli di testa
Ecco gli splendidi Titoli di testa di Millennium: Uomini che odiano le donne, il film di David Fincher che tra poco arriverà nelle sale italiane.
Dal 3 febbraio al cinema. Diretto da David Fincher, con Daniel Craig e Rooney Mara Le immagini della sequenza di apertura del film che accompagnano la meravigliosa “Immigrant Song” di Karen O, Trent Reznor e Atticus Ross.
Paradiso Amaro – Trailer Italiano
Matt King è un marito e
padre da sempre indifferente e distante dalla famiglia. Ma quando
la moglie rimane vittima di un incidente in barca nel mare di
Waikiki è costretto a riavvicinarsi alle due figlie: e quindi a
riconsiderare il suo passato e valutare un nuovo futuro. Mentre i
loro rapporti si ricompatteranno, Matt è anche alle prese con la
difficile decisione legata alla vendita di un terreno di famiglia,
richiesto dalle elite delle Hawaii ma anche da un gruppo di
missionari. Paradiso Amaro Dal 17 Febbraio al Cinema.
Ulteriori info nella nostra Scheda-Film
Italia fuori dagli Oscar, ancora una volta
Spettatori chiedono il rimborso dopo aver visto The Artist!
I Mercenari 2 vietato ai minori di 13 anni
18/01/02 – 18/01/12: dieci anni di Signore degli Anelli
Dieci anni fa usciva al cinema Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello, e il mondo del cinema cambiò per sempre. Il più bel romanzo del ‘900 trovava finalmente una trasposizione cinematografica degna e invadeva milioni di immaginari individuali, fino a formare un immenso, straordinario immaginario collettivo, come era successo prima solo per Star Wars, e per Harry Potter dopo.
“New Line Cinema presenta” ed è cominciato il viaggio. La profonda voce di Cate Blanchett/Galadriel ci annunciava con solennità e inquietudine che il mondo era in procinto di cambiare e così è stato. Qualcuno riesce ad immaginare il cinema di oggi senza il Signore degli Anelli? Quella ormai tanto abusata motion capture che ha irretito tanti registi non è forse nata per dare corpo a Gollum? Le epiche scene di battaglia del fosso di Helm non riecheggiano nella mente di tutti quelli che guardano un qualsiasi film fantasy? Il Signore degli Anelli ha ridato vita al genere al cinema e l’ha trasformato in un vero must per le industrie cinematografiche di tutto il mondo, ha creato una realtà economica impressionante, ha dato lavoro a moltissimi esperti di special effect, ha fatto sognare gli appassionati di Tolkien, conciliando forse per la prima volta i nerd del romanzo con la trasposizione cinematografica del proprio libro di culto.
Molto di quello che oggi ci sembra normale al cinema non ci sarebbe stato senza la grande visione di Peter Jackson e anche se l’evoluzione naturale del mezzo cinema avesse apportato ugualmente i suoi cambiamenti, non avremmo conosciuto forse mai i tantissimi volti che ora riconosciamo come amici, attori che hanno visto la fama mondiale solo grazie a questo film. Da quelli già grandi, come Cate Blanchet, Ian McKellen, Ian Holm, Hugo Weaving, Christopher Lee, a quelli che si sono affacciati al cinema proprio con questa trilogia come prima esperienza (vedi Orlando Bloom o Dominic Monaghan), a quelli che aspettavano solo il ruolo importante per balzare agli occhi di tutto il mondo (Elijah Wood, Viggo Mortensen, Sean Astin). Ognuno di loro ha lasciato un’impronta nel cinema, e sicuramente in ognuno di loro il Signore degli Anelli ha lasciato un segno profondo.
E pensare che tutto è partito da un rischio incredibile che Peter Jackson si è assunto in prima persona, lui che era noto ‘solo’ per i suoi film splatter/horror ha messo in piedi una produzione neozelandese (!) ed ha creato una delle riduzioni da romanzo migliore se non di sempre, sicuramente degli ultimi 10 anni, conquistando non solo il pubblico, ma anche la critica e soprattutto il prestigio degli Academy Awards: ben 11 per Il Ritorno del Re, come Titanic e Via col Vento, ma su 11 nomination! Non si vuole qui celebrare una trilogia a discapito di molte altre che pure meritano rispetto, ma a tutti i fan di Harry Potter, di Game of Thrones e di tutte quelle saghe e film fantasy che negli ultimi 10 anni hanno proliferato si vuole dire: guardatevi indietro e ringraziate Jackson, e tutti quelli che con lui hanno creduto che un’operazione del genere fosse possibile. Tre film girati in contemporanea, 18 mesi ininterrotti di riprese, comparse, trucchi, costumi, scene, set naturali, modellini in scala e pagine e pagine di sceneggiatura.
A tutti gli adolescenti che hanno aspettato l’ultimo Harry Potter con ansia diciamo che le lacrime a l’attesa per Il Ritorno del Re sono state altrettanto sentite e copiose, a tutti i fan di Steven Spielberg che osannano il suo lavoro in Tin Tin chiediamo di guardare Gollum e di come la tecnologia da allora si sia evoluta, ma sempre da quel punto sia partita, a tutti quelli che non vedono l’ora che arrivi l’1 di Aprile per vedere la seconda stagione di Game of Thrones facciamo notare che il protagonista Sean Bean è e sarà sempre prima di tutto Boromir. Con questo non si sta dicendo bene di qualcosa per screditarne altre, si vuole solo ricordare e ringraziare chi ha reso possibile che questo progetto finisse sul grande schermo, grazie a chi ha ridato vita al fantasy al cinema, infine grazie a chi ha contribuito a fare de Il Signore degli Anelli un punto fondamentale per la storia del cinema. Con emozione e gratitudine grazie per questi di anni di Terra di Mezzo!
The Help – Intervista a Bryce Dallas Howard
Bryce Dallas
Howard ci parla di Hilly Holbrook, il personaggio che
interpreta in The Help. The Help è una storia drammatica,
ambientata a Jackson, nel Mississippi dei primi anni Sessanta ed
esplora i temi del razzismo e del perbenismo di facciata delle
famiglie del Sud. In questo video l’autrice ed il regista parlano
di come sono nati il romanzo ed il film The Help. The Help dal 20
gennaio 2012 al cinema.
Ecco la nostra recensione di The Help
L’ora nera: recensione del film con Emile Hirsch
E’ proprio vero che la fantascienza è in crisi. Nella fattispecie lo Sci-Fi vive uno dei momenti meno prolifici della sua storia, tant’è che è persino difficile individuarne il momento in cui ci si è resi conto che questo storico genere ha iniziato a non riuscire ad essere più originale, intenso. Insieme all’horror ha rappresentato quello spazio nel quale poter rappresentare le angosce dell’uomo, che difficilmente erano rappresentate altrove. L’ora nera è la storia di cinque giovani che si ritrovano a Mosca e che cercano di sopravvivere dopo un devastante attacco da parte degli alieni. Dopo aver superato indenni l’attacco iniziale nascondendosi sotto terra, i cinque emergono ai confini di una Mosca sempre più dominata dagli alieni. La città, un tempo piena di vita, è ormai priva di energia elettrica e di abitanti, se non per una forza di occupazione sconosciuta.
Per quanto l’idea di strani impulsi elettronici discesi dall’abisso dell’universo per sterminare il genere umano e privarlo di tutti i suoi preziosi minerali, potrebbe risultare interessante soprattutto dal punto di vista visivo, non può essere certo l’unica fonte di sostentamento di un film. Passati i primi dieci minuti, dove la sconvolgente comparsa di questi esseri spiazza un po’ tutto e tutti, vengono fuori i grossi limiti di L’ora nera che difficilmente incide per tematiche e per svolgimento.
Uno dei punti più deboli dell’opera è senza dubbio la scrittura, incapace di apportare un reale contributo alla vicenda. Nello specifico sono i dialoghi che sostengono debolmente la narrazione, molto spesso banali e retorici e altre volte fuori luogo e troppo catastrofici. Altra nota negativa è l’intreccio che in genere dovrebbe svolgere un ruolo importante ma che in questo caso è il primo a franare su se stesso. Per quanto L’ora nera sia dotato di una discreta regia ed un attore come Emile Hirsch non riesce a decollare, rimanendo ancorato a difetti che difficilmente sono superabili da una performance eccellente ed una regia incalzante. E se nella prima parte l’unico pregio era quello di una rappresentazione visiva interessante e coinvolgente, anche questo lato crolla quando viene rivelata la vera natura di questi esseri. Totalmente inadatto è il loro concept, poco aiutato anche da una ricostruzione grafica non delle migliori. Sono lontani anni luce gli straordinari concept di Alien o La Cosa. Quello che rimane è un film che incide poco e che è incapace di regalare un vero contributo al genere.
Hugo Cabret, ovvero la magnifica incursione di Scorsese nel 3D
Per la sua nuova opera,
Martin Scorsese traspone al cinema il romanzo di Brian Selznick The
invention of Hugo Cabret: una storia di bambini rivolta a tutte le
fasce d’età. Nella Parigi degli anni Trenta, due bambini (Asa
Butterfield e Chloe Moretz) si incontrano per caso e restano
coinvolti in un’avventura misteriosa ben lontana dall’essere
casuale.
Tommy Lee Jones interpreterà il Generale MacArthur
Ormai specializzato nell’interpretazione di poliziotti, militari, sceriffi e quant’altro, Tommy Lee Jones arricchisce la sua già cospicua collezione, interpretando il Generale Douglas MacArthur in Emperor, colossal bellico ambientato alla fine della seconda Guerra Mondiale, con protagonista Matthew Fox. Quest’ultimo interpreterà il Generale Bonner Fellers, membro dello staff di MacArthur ed esperto di Giappone, incaricato di decidere se l’imperatore giapponese Hirohito debba essere processato (ed eventualmente condannato a morte) come criminale di guerra.
Fellers sarà nel frattempo impegnato in una missione più personale, la ricerca di Aya, una studentessa giapponese conosciuta negli Stati Uniti prima della guerra, della quale si è innamorato; su chi la interpreterà non vi sono ancora conferme. Le riprese del film, diretto da Peter Webber, dovrebbero però cominciare a breve e si snoderanno tra Giappone e Nuova Zelanda.
Fonte: Empire
Tilda Swinton potrebbe partecipare a Snow Piercer
Proseguono le indiscrezioni riguardo il cast che Bong Joon-ho sta assemblando per il suo nuovo lavoro, Snow Piercer: dopo la notizia dei contatti avuti con Chris Evans, escono i nomi di Tilda Swinton e Jamie Bell. Snow Piercer sarà il debutto americano del regista coreano (nonostante le riprese, il cui inizio è previsto per il prossimo marzo, verranno effettuate a Praga) e si concentrerà sui rapporti tra un gruppo di passeggeri a bordo di un treno che attraversa una Terra sconvolta da un nuova glaciazione. Bong ha scritto la sceneggiatura assieme al suo sodale Park Chan-Wook, qui anche in veste di produttore.
Per la Swinton sarebbe un ritorno a climi ‘glaciali’, dopo aver interpretato la Strega Bianca nella saga di Narnia; l’attrice britannica ha conquistato una nomination BAFYA per We Need To Talk About Kevin e ha partecipato a Moonrise Kingdom, prossimo film di Wes Anderson; nel frattmepo, la vedremo in Man On A Ledge, con Elizabeth Banks e Sam Worthington, la cui uscita è fissata per il prossimo 3 febbraio.
Fonte: Empire
Ritiro in vista per George Lucas?
E’ una notizia da prendere con le molle, ma in una recente intervista rilasciata al New York Times George Lucas appare aver deciso di ritirarsi definitivamente dalle scene, dopo aver finito di lavorare su Red Tails. Lucas ha affermato esplicitamente di volersi ritirare dal business, dalla comapgnia e da tutto il resto; a incidere sulla decisione, sarebbero state innanzitutto le grandi difficoltà avute proprio col suo ultimo progetto, rifiutato da tutti i principali studios, costringendolo a finanziarlo completamente da solo; questo l’avrebbe dunque portato a decidere di porre la parola fine alla sua partecipazione a blockbuster, lasciando la porta aperta a progetti di dimensioni più contenute e dall’attitudine sperimentale.
Lucas ha anche mostrato stanchezza per le continue critiche ricevute riguardo la saga di Guerre Stellari, sottolineando come sia difficile pensare di mettere in cantiere qualsiasi ulteriore capitolo, se ogni volta si ricevono critiche anche pesanti. Nel frattempo Red Tails, storia di aviatori afroamericani durante la Seconda Guerra Mondiale, firmato da Anthony Hemingway, protagonisti Cuba Gooding Jr e Terrence Howard, uscità negli U.S.A. il prossimo 20 gennaio.
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American Pie: Reunion, il trailer internazionale
Ecco il trailer internazionale di American Pie: Reunion. Tutto il cast è stato chiamato a raccolta per questa rimpatriata che coinvolgerà quelli che erano adolescenti quando la serie è iniziata
Esordio alla sceneggiatura per Cormac McCarthy
Dopo aver visto alcuni dei suoi romanzi trasposti efficacemente sul grande schermo (Non è un paese per vecchi a cura dei Coen e La Strada, sceneggiato da Joe Penhall), Cormac McCarthy sembra aver deciso di scendere in prima persona nell’agone cinematografico, scrivendo un copione il cui titolo al momento è The Counsellor. Gli editori dello scrittore del Rhode Island sono stati presi contropiede quando, al posto del suo romanzo, si sono visti consegnaree una sceneggiatura, incentrata su un rispettato avvocato che crede di essere scaltro abbastanza per entrare nel business della droga senza venirne travolto, per scoprire, ovviamente, di essersi sbagliato.
I produttori Nick Wechsler, Steve Schwartz e Paula Mae Schwartz sono stati i più rapidi a conquistare i diritti; va peraltro ricordato che gli stessi hanno aiutato il regista John Hillcoat a portare nelle sale The Road. Secondo quanto affermato dallo stesso Steve Schwartz, il lavoro (nel quale spiccheranno le forti figure di due donne in un mondo tipicamente maschile) promette di essere trai più potenti – e disturbanti – dell’intera opera dello scrittore.
Fonte: Empire