Dopo mesi di curiosità da parte dei
fedelissimi, e dopo un ostinato e religioso silenzio in merito al
suo attuale progetto, finalmente Christopher Nolan rivela la trama di
Inception, che promette già di essere un altro viaggio
allucinante e allucinato nei meandri delle possibilità
cinematografiche e un trip (mai come in questo caso) mentale per lo
spettatore.
Ecco quindi la sinossi ufficiale del film
Inception:
Don Cobb (Leonardo
DiCaprio) è un abilissimo ladro, il migliore in
assoluto nella pericolosa arte dell’estrazione, il furto di
preziosi segreti dal profondo del subconscio durante i sogni,
quando la mente è maggiormente vulnerabile. La rara abilità di Cobb
lo ha reso un ambito attore in questo nuovo ingannevole mondo di
spionaggio industriale, ma lo ha anche reso un fuggitivo
internazionale costandogli la perdita di tutto ciò che ha amato.
Ora a Cobb viene offerta una chance di redenzione.
Un ultimo lavoro gli può ridare
indietro la sua vita ma solo se riuscirà a realizzare l’impossibile
– l’inception. Invece del furto perfetto, Cobb e il suo team di
specialisti devono compiere l’esatto contrario: il loro obiettivo
non è quello di rubare un’idea ma di impiantarne una. Se hanno
successo, potrebbe essere il crimine perfetto.
Ma nessun piano accurato e
nessuna competenza possono metterli in guardia dal pericoloso
nemico che sembra predirre ogni loro mossa. Un nemico che solo Cobb
può aver visto arrivare. Quest’estate, la mente sarà la scena del
crimine.
Mentre il mistero sarà svelato
negli USA già a luglio, in Italia dovremo aspettare settembre per
poter affluire numerosissimi al cinema e ammirare l’ultima fatica
del regista de Il Cavaliere Oscuro.
Rime baciate, conflitti, fame e
miseria per questo film Christine
Cristina che segna l’esordio alla regia di
Stafania Sandrelli. Si racconta la vita di
Cristina da Pizzano, nata a Venezia nel 1364, figlia di un
astronomo chiamato alla corte di Carlo V re di Francia.
A causa della guerra scoppiata tra
Borgognoni e Armagnacchi, Cristina rimane vedova e con due figli da
mantenere, inizia così una vita di stenti dove cerca in tutti i
modi di far fronte alle difficoltà. Grazie all’aiuto di un’amica
sposata con Charleton, un cantastorie che si guadagna da vivere
strimpellando versi nelle locande, ed al prelato Jean de Gerson
riesce a coronare il suo sogno di scrivere e vendere libri di
poesie. Ma essendo la sua un arte irriverente e sprezzante del
potere, la donna viene accusata di eresia e di oltraggio.
Certo l’intento della Sandrelli era
ottimo, rappresentare una donna che grazie al suo coraggio, alla
sua forza d’animo ed anche alla sua grazia riesce (prima nella
storia!) a vivere vendendo i suoi versi…purtroppo però il risultato
non è dei migliori. L’impresa, infatti, risulta alquanto difficile
sapendo che rappresentare una donna con una storia come quella di
Cristina, ambientata nel Medioevo non è di facile realizzazione,
per di più sapendo che non è un genere che attira molti spettatori.
Certamente ha i suoi lati positivi, i costumi per esempio sono
molto realistici, così come le ambientazioni in parte ricreate con
studi riciclati di Cinecittà e in parte sono invece luoghi
tipicamente medievali che in Italia di certo non mancano. Così come
ottima è la performance di Alessandro Haber,
perfetto nei panni del cantastorie perennemente sbronzo ma con il
cuore da poeta, e di Roberto Herlitzka fantastico nei panni del
supremo rettore dell’università di Parigi, riesce a rappresentare
benissimo il personaggio servo delle ragioni di stato ma
affascinato dall’arte popolare e beffarda della poetessa.
Christine Cristina, il film di
Stafania Sandrelli
Per quanto riguarda gli altri
attori forse non è completamente da addossare a loro la colpa, ma
più che altro alla sceneggiatura che presenta
Cristina/Amanda Sandrelli fin troppo leggiadra,
soave e quasi eterea, come se non fosse umana, mancano emozioni
forti che generano reazioni altrettanto forti, mancano scene di
violenza tipiche di quell’apoca che facciano reagire la
protagonista con quella determinazione che, proprio per la sua
storia, avrebbero potuto risultare più realistiche. Così come Jean
de Gerson/Alessio Boni risulta troppo composto,
troppo rigido nei suoi panni di prelato. Come detto sarà colpa
della sceneggiatura che non ricrea pienamente le atmosfere di paura
e miseria medievali, non si vedono, infatti, scene di conflitto, di
battaglie tra le due fazione della guerra civile che potevano
invece far immedesimare maggiormente lo spettatore. Anche i
dialoghi tra i protagonisti per lo più fatti in rime baciate
appesantiscono e rendono noiosa la visione del film che oltretutto
dura ben 92 minuti!
In conclusione si può dire che se
la storia poteva risultare interessante, per un esordio alla regia
era forse troppo, e nonostante la scelta sia stata coraggiosa,
Stefania Sandrelli non è riuscita pienamente nel suo intento.
Lo sceneggiatore Skip Woods è in
trattativa con la 20th Century Fox per scrivere un quinto capitolo
della saga di Die Hard con John McClane/Bruce Willis.
Mila Kunis, di recente al cinema
con Codice Genesi e presto di nuovo sul grande schermo con Notte
Folle a Manahttan, reciterà al fianco di Justine Timberlake in
Friends with Benefits.
Reduce dai progetti passati (500
Giorni insieme), ed in attesa di quelli prossimi (Inception di
Christopher Nolan), Joseph Gordon-Levitt si
dedica a quelli futuri. Dovrebbe infatti cominciare a girare alla
fine dell’estate Premium Rush, un thriller diretto da David Koepp e
prodotto dalla Columbia.
Sam Rockwell e Jon Favreau
lavoreranno nuovamente insieme, dopo l’espeienza in Iron Man 2, nel
prossimo progetto Cowboys & Aliens, prodotto dalla DreamWorks.
Nato dalla collaborazione con
Giorgio Valente, presidente dell’Associazione di cultura
cinematografica “Centro Ricerche Spettacolo- Il Labirinto”,
Fratelli d’Italia, girato da Claudio Giovannesi, si inserisce nel
progetto Educinema che, pratrocinato dall’Assessorato alla
Cultura della Regione Lazio, ha attivato una decina di laboratori
di produzione assistita nelle scuole superiori di Roma e del Lazio,
affidati a giovani registi diplomati del Centro Sperimentale di
Cinematografia.
Fratelli
d’Italia – Tre storie di tre adolescenti
immigrati che frequentano l’Istituto Tecnico Toscanelli di Ostia,
tre vite raccontate in 90 minuti nel documentario di
Claudio Giovannesi, regista di “La casa sulle
nuvole” e del documentario “Welcome Bucarest”. Alin Delbaci, 17
anni, rumeno, vive in Italia da quattro anni, ha un rapporto
difficile con i compagni di classe e con la professoressa di
italiano.
Masha Carbonetti, 18 anni,
bielorussa, è stata adottata quando aveva 4 anni da una famiglia
italiana, si è integrata completamente nella nostra società, ha da
poco ritrovato il fratello e vorrebbe andarlo a trovare in
Bielorussia. Nader Sarhan, 16 anni, di origine egiziana ma nato a
Roma, oltre ad avere problemi scolastici deve affrontare l’ostilità
dei genitori (fortemente legati alla loro religione e molto
tradizionalisti) che non accettano il suo legame con una ragazza
italiana.
Fratelli d’Italia
Sicuramente il tema trattato, i
problemi di integrazione legati anche ai classici problemi
adolescenziali che rendono ogni ragazzo uguale anche se di
nazionalità differente, è molto attuale e molto interessante,
soprattutto per il modo in cui è trattato. Non c’è una trama, una
sceneggiatura da seguire che rischia di non essere realistica, ma è
un racconto di vite vere, un girato di mesi e mesi, tagliato ed
adattato per il grande schermo che segue passo passo i protagonisti
del documentario. Un grande fratello, che ha si dei problemi di
audio e di fotografia, ma che riesce a tenere alta l’attenzione, a
portare gli spettatori ad immedesimarsi con i ragazzi e cercare di
capire i loro problemi e i loro pensieri. Certo il modo di
affrontare il tema è originale o quanto meno poco visto in Italia,
un documentario che non solo spiega il problema dell’integrazione
(che a quanto pare non è tanto posto dai giovani italiani, quanto
piuttosto dall’idea che gli immigrati hanno di noi italiani e di
come si pongono nei confronti della società), ma mostra anche come
la scuola cerca di aiutare questi ragazzi e come i loro problemi
somiglino a quelli di qualsiasi altro ragazzo adolescente. Alin per
esempio non vuole comunicare con i suoi compagni di scuola ne
tantomeno con la professoressa di italiano, sono loro invece che
cercano in tutti i modi di parlare con lui e di farlo ragionare;
mentre, nella storia di Nader sono i genitori di lui, che essendo
islamici tradizionalisti, non vogliono mischiare la loro cultura
con la cultura italiana. Masha invece, ormai pienamente integrata,
cerca di ascoltare i consigli di genitori e insegnanti per
affrontare il suo problema, che non è solo quello di partire per la
Bielorussia ma anche quello di un ragazzo geloso che non la
vorrebbe far partire da sola.
Beh, quale ragazzo non ha avuto
problemi con la scuola? Chi non ha mai litigato con i professori?
Chi non ha mai discusso con i proprio genitori per il/la ragazzo/a?
Insomma ragazzi come gli altri ma con in più il problema
dell’integrazione, ma tutti e tre aiutati e supportati dalla scuola
e dalle proprie famiglie. Anche se a volte sembra che la storia sia
forzata o quantomeno ci sia lo zampino del regista che sperava in
qualcosa in più (anche se lo stesso Claudio afferma che di forzato
non ci sia niente o comunque nulla di rilevante) non risulta essere
un problema, non è un aspetto negativo che distrugge la credibilità
del documentario. Credibilità che risulta non solo dalle
modalità di ripresa ma anche dal linguaggio (a volte anche molto
forte!) e dai fatti raccontati (basta pensare alla scena dove Nader
afferma di essere razzista!). In conclusione quindi si può dire che
sia un ottimo lavoro che, anche se girato con pochi mezzi e con un
badget limitato, è interessante e a tratti anche divertente, una
piacevole novità che si spera abbia il successo che merita.
Arriva al cinema il film
distribuito da Lucky Red Oltre le regole – The
Messenger, il film diretto da Oren
Moverman, con Ben Foster, Woody Harrelson e
Samantha Morton.
“Andiamo solo a notificare, non a
fare le veci di Dio.” – William Montgomery
(interpretato da Ben Foster) è un sergente
dell’esercito americano di ritorno da una missione in
Iraq, rimasto ferito a un occhio gli restano ancora alcuni
mesi prima del congedo, gli viene assegnata però un lavoro gravoso:
la notificazione alle famiglie della morte dei soldati in Iraq
prima che la notizia giunga dai mass media.Verrà affiancato e
supervisionato dal capitano Tony Stone (un bravissimo
Woody Harrelson), all’inizio saranno apertamente in
contrasto tra loro anche per via dei loro caratteri dicotomici.
Oltre le regole – The Messenger, il
film
Stone è un uomo tutto di un pezzo,
fedele all’esercito americano, per cui non prova nessuna difficoltà
ad effettuare i compiti più gravosi, Montgomery è un ragazzo
sensibile ancora provato dalla guerra, è all’inizio restio a
compiere queste operazioni di notifica e finirà per contravvenire a
molte regole dettate dal capitano, innamorandosi di una giovane
vedova di un soldato americano.
Oren
Moverman sceneggiatore israeliano alla sua prima
prova registica, confeziona con maestria una pellicola di una
eleganza stilistica rara, un film dove non viene sparato neanche un
colpo ma che impone una decisa riflessione sugli effetti della
guerra e l’elaborazione del lutto, prima sul giovane montgomery,
eroe militare per caso e sul capitano Tony Stone uomo letteralmente
di pietra ma con un animo pieno di ferite difficili da rimarginare.
Nascerà quindi una particolare amicizia tra i due, superando i
limiti dettati dall’esercito, finendo per essere uno la spalla su
cui piangere per l’altro.
In Oltre le regole – The
Messenger molto riuscita la partecipazione di Steve Buscemi nei panni di una padre distrutto
dal dolore che vorrà (inizialmente) rivalersi negativamente sui due
soldati. Al solito voglio sottolineare il titolo scelto per
l’edizione italiana che travisa completamente quello originale (The
Messenger) facendolo percepire come una pellicola di tutt’altro
genere.
La Warner ha dichiarato la data
d’uscita del suo probabilissimo prossimo campione di incassi: il
terzo Batman diretto da Christopher Nolan uscirà il 20 luglio
2012.
Dopo mesi di silenzio, Roman Polanski ha scritto una
dichiarazione ufficiale sul caso che lo vede coinvolto, diffusa
tramite lo scrittore e filosofo francese Bernard Henry-Levy.
Iron Man 2 ottiene il successo previsto senza
alcun rivale a fungere da ostacolo. Dietro di lui la
sorpresa Oceani 3D e
Matrimoni e altri disastri. Discreti
risultati per le altre new entry.
Era chiaro sin dall’inizio che
questo sarebbe stato il weekend di Iron Man
2: il sequel del cinecomic uscito esattamente due
anni fa conquista senza difficoltà il primo posto al botteghino
italiano con 3,5 milioni. Il risultato non è eccezionale,
considerando soprattutto le 580 sale che distribuiscono la
pellicola con Robert Downey Jr, ma è appena iniziata la stagione
primavera/estate e il pubblico italiano, come di consueto, inizia a
preferire le gite al mare al cinema… In ogni caso, sarà
interessante vedere come reggerà il film, che ha comunque superato
il risultato iniziale di Iron Man.
Sorprende il secondo posto di
Oceani 3D: 908.000 euro per il
documentario narrato da Aldo, Giovanni e Giacomo. Evidentemente, se
la stampa aveva criticato la scelta della Eagle Pictures di
affidare il documentario a tre volti comici del piccolo schermo
italiano, il pubblico mostra di aver invece apprezzato tale
iniziativa.
Scende al terzo posto
Matrimoni e altri disastri, arrivato a
2,3 milioni con i 797.000 euro del weekend. Segue
Scontro tra Titani che, con altri 677.000
euro, arriva a sfiorare i 7 milioni totali.
Quinto e sesto posto per altre due
new entry. Cosa voglio di più ottiene
632.000 euro, risultato non soddisfacente per la critica italiana
che ha decantato le lodi del film di Soldini; The
Last Song, la pellicola sentimentale con
Miley Cyrus, incassa 556.000 euro: sì, in questo film non
interpreta Hanna Montana…
Agora
scende al settimo posto, ottenendo 487.000 euro per 1,4 milioni
totali. Ottava posizione per Basilicata coast to
coast, arrivato a 2,3 milioni con altri 238.000 euro;
nono l’horror La città verrà distrutta
all’alba, che con 233.000 euro giunge a 934.000 euro
totali. Chiude la top10 L’uomo nell’ombra
(191.000 euro per un totale di 3,1 milioni).
Da segnalare infine il risultato di
altre due novità del weekend: Vendicami,
al tredicesimo posto, ottiene 77.000 euro in 79 sale; mentre
Gli amori folli (quattordicesimo) incassa
75.000 euro in appena 31 sale.
Un passato che nel primo capitolo
non si era neppure intuito si affaccia all’inizio di Iron
Man 2, ne aziona i meccanismi d’azione e ne scioglie i
nodi narrativi. Un passato che si bada sull’ereditarietà della
colpa, da padre in figlio, in una sorta di omaggio alla letteratura
classica, dalla tragedia greca al dramma shakespeariano.
Il film è ambientato sei mesi dopo
gli eventi di Iron Man e segue le vicende del
miliardario Tony Stark, che dopo aver rivelato di essere Iron Man è
stato invitato dal governo statunitense a consegnare ai militari la
sua armatura; nel frattempo lo scienziato russo Ivan
Vanko sta costruendo un’armatura simile a quella di Tony e
prepara la sua vendetta nei confronti di quest’ultimo. Una parte
della trama del film è basata su quella del fumetto Iron
Man: il demone nella bottiglia.
Ecco allora Tony Stark che riappare
sugli schermi, beffardo e irriverente, ma ancora più umano, ancora
più partecipe della sua doppia natura, umana e meccanica, e ancora
più consapevole della sua dipendenza dalla tecnologia che lo tiene
in vita. Se questo secondo episodio appare più votato all’azione, è
anche maggiormente sorretto dalla sola presenza fisica e morale di
un Robert Downey Jr che porta su di sé le sorti
del film, non solo da protagonista, ma soprattutto da unico
personaggio capace di far procedere l’azione.
Come mostrato anche nel primo film
e in The Incredible Hulk, il lavoro di
Kevin Feige alla produzione mira a dare omogeneità
ai film, soprattutto nel modus operandi nella costruzione della
storia. Lo spunto è sempre originato dalla lettura dei fumetti,
mentre la trasposizione del film porta la storia in una direzione
ben precisa e prestabilita che condurrà al prossimo eroe, alla
prossima avventura. La base letteraria però è fondamentale e
arricchisce moltissimo tutti i personaggi.
Il villain di turno, un silenzioso
e vendicativo Whiplash/Mickey
Rourke, bilancia bene la sbruffoneria starkiana e ne
mina la sicurezza, senza però metterlo davvero in pericolo. Non si
ha infatti mai la vera impressione che l’eroe sia seriamente in
difficoltà, anche perché ora c’è War Machine/James ‘Rhodey’ Rhodes,
alias Don Cheadle, che malamente sostituisce il più
adatto Terrence Howard del primo capitolo.
Interessante anche il Justin
Hammer di
Rockwell, che da vita ad un personaggio dall’avidità
cieca che parte sconfitto dal confronto sia con l’eroe che con il
succitato villain. Ma non si può prescindere dai personaggi
femminili: Pepper Pots, magnificamente disegnata da
Gwyneth Paltrow e l’affascinante Vedova
Nera di Scarlett Johansson. Se l’una è il naturale
completamente dell’umanissimo Uomo di Ferro, l’altra si rivela una
semplice e bidimensionale figura ponte, insieme al personaggio di
Samuel L. Jackson, per strizzare l’occhio
all’annunciato
The Avenger, anche se non priva di attrattiva e
di promesse per un futuro davvero grandioso.
Qui dove l’azione regna sovrana
però ancora più forte è il legame tra Tony e la sua armatura che
diventa la sua anima, Tony Stark non può esistere senza Iron Man, e
Iron Man non esiste senza la sua anima di carne. Un legame
indissolubile che lega il personaggio al proprio “costume”, un
concetto assolutamente archetipico del racconto dell’eroe e del
legame con la sua arma e con il suo simbolo, e che in questo
episodio lo spinge a guardarsi al passato, per trovare attraverso
la tecnologia che manipola con le sue mani, senza paura di
sporcarsele, un rimedio alla sua dipendenza tossica proprio da
quella stessa tecnologia che contemporaneamente lo tiene in vita.
Si trova qui il senso del cuore di Stark, il senso della sua
volontà di trovare un riscatto personale.
L’uomo e la macchina
L’anima di Iron Man
2 è tutta in questo dualismo che poi verrà spiegato e
chiarito nel futuro dell’universo Marvel al cinema, ma sappiamo che è
un tassello fondamentale per lo sviluppo del personaggio che a oggi
è sicuramente il più amato di questa avventura collettiva che
approderà alla prima riunione dei Vendicatori al cinema.
A tirare le somme di Iron
Man 2, ci si rende conto che davvero Iron Man
senza Tony Star (e senza Robert Downey Jr ) non esiste, che il legame
tra persona e super eroe non è solo importante da un punto di vista
strettamente narrativo, ma soprattutto per la sopravvivenza del
film tout court. Rappresenta il vero cuore del racconto,
contribuisce a strutturare il personaggio leader che, siamo sicuri,
ci darà tante soddisfazioni: un uomo fondamentalmente arrogante e
egocentrico, sgradevole molto spesso, ma con un grande cuore e un
forte desiderio di riscatto, di fare la cosa giusta. Probabilmente
è proprio la presenza carismatica di Robert Downey Jr., e un
leggerissimo accento autobiografico che fa assonanza con le vicende
di Tony Stark, a sopperire a quella mancanza di brillantezza nella
sceneggiatura, a quella sintesi eccessiva nell’esposizione di fatti
e nella strutturazione degli altri personaggi, priva di smalto che
aveva invece caratterizzato con successo il primo episodio di due
anni fa.
Trai cameo divertenti che vediamo
in questo film, c’è naturalmente quello di Stan
Lee, che in questo caso interpreta brevemente
Larry King, ma ci sono anche volti noti al cinema
e alla serialità televisiva:
Olivia Munn,
Kate Mara e Seth Green hanno un loro
piccolo spazio. Infine, durante la scena ambientata a Montecarlo,
c’è un breve cameo, circa dieci secondi, di Elon
Musk che interpreta se stesso. Insomma, sembra fare
parecchio gola apparire in un film Marvel Studios.
Da un punto di vista del disegno
complessivo dei Marvel Studios, questo Iron Man 2
rappresenta un momento centrale nella Fase 1 che dovrebbe
concludersi con il film sui Vendicatori. Per il momento abbiamo
conosciuto soltanto Tony Stark e Hulk, ma sappiamo che sono
collegati e sappiamo che l’introduzione di Nick Fury, con
Vedova Nera al suo fianco, e l’aver sentito nominare per la
prima volta lo SHIELD e il Progetto Avengers, ci
mette di fronte ad un momento storico nella storia del cinema di
intrattenimento e della storia del fumetto. Si sta costruendo
davanti ai nostri occhi una macro-produzione cinematografica che
vedrà realizzati i sogni di intere generazioni di lettori dei
fumetti che hanno sognato questo momento per 50 anni.
Drew Barrymore e John Krasinski (In
amore niente regole e E’ complicato) saranno i protagonisti di
un’avventurosa commedia per famiglia dal titolo Whales, che sarà
diretto dal Ken Kwapis di La verità è che non gli piaci
abbastanza.
Torino sta ospitando l’ostensione
della Sindone e in parallelo a questo si è voluto inserire alcune
altre proposte culturali inerenti la figura di Gesù esaminata da
varie angolature. Una di queste è la mostra Ecce homo, al Museo del
cinema di Torino in via Montebello 20, all’interno della Mole
Antonelliana.
Torino ha ospitato dal 15 al 22
aprile la venticinquesima edizione di Da Sodoma ad Hollywood, il
festival internazionale di cinema dedicato a tematiche omosessuali,
che è stato tenuto a battesimo da una madrina d’eccezione, Claudia
Cardinale, interprete di uno dei film presentati, Le fil di Mehdi
Ben Attia, esordiente regista tunisino che si interroga sui
rapporti tra modernità e tradizione, spesso laceranti, nel suo
Paese.
Iron Man 2: sono
passati sei mesi da quando Tony Stark ha rivelato di essere
l’eroico Iron Man e ora si trova costretto prendersi le
responsabilità della sua invenzione.
Tra gli innumerevoli remake che
Hollywood sta sfornando senza sosta, ci sarà anche quello di
Commando, il film che ha segnato una sorta di apice sopra le righe
di un certo cinema d’azione degli anni Ottanta.
La città verrà distrutta
all’alba è il remake dell’omonimo film del 1973 diretto
dal maestro George Romero (titolo originale “The
Crazies”).
Alla regia c’è Breck
Eisner, regista statunitense non alle prime armi col
genere horror e che già ha mostrato le sue abilità in molti
sceneggiati televisivi in terra americana, come produttore
esecutivo ritroviamo Romero che dovrebbe in un certo senso
garantire una certa qualità sotto la sua supervisione.
La trama di La città verrà
distrutta all’alba
La trama di La città verrà
distrutta all’alba è presto detta: Ogden Marsh è una
cittadina americana dove tutto scorre tranquillamente, gli abitanti
sono i classici cittadini modello e lo sceriffo non ha grossi
grattacapi finché un giorno durante una partita di baseball,
l’agricoltore Rory Hamill non decide di entrare sul campo con un
fucile senza un non ben precisato motivo se non quello che di
uccidere qualche sconosciuto, Dadid Dutton è quindi costretto ad
ucciderlo per non rischiare la vita di nessun innocente.
La cosa sembra finire lì ma ben
presto la maggior parte degli abitanti comincia a comportarsi
stranamente per poi nel giro di 48 ore diventare degli assassini
senza scrupoli. Lo sceriffo decide quindi, in una città allo
sbando totale, di fuggire insieme a pochi superstiti non
contagiati.
La questione sembrerebbe già
complicata così, se non che il governo venuto a conoscenza della
situazione cittadina, decide di intervenire con forze armate alla
disinfestazione e all’uccisione di chiunque mostri i sintomi della
pazzia.
Devo dire che questo è uno dei
pochissimi remake in grado di migliorare le pellicole da cui
prendono spunto, sarà che i mezzi odierni hanno permesso notevoli
migliorie per gli effetti speciali e che la regia di Eisner non è
niente male regalando anche alcune scene particolarmente
affascinanti (una per tutte la moglie dello sceriffo illuminata dai
fari della trebbiatrice abbandonata) sta di fatto che la pellicola
scorre senza problemi ricalcando in pieno lo spirito che faceva
parte dell’originale.
Certamente non vi è nulla di nuovo
sotto al sole e per chi conosce bene le regole di questo genere
cinematografico non vi è nulla di innovativo, ma una buona dose di
colpi scena e una tensione sempre vivida rendono la pellicola
piacevole e sopra la sufficienza.
Bryce Dallas Howard, sostituta di
Rachelle Lefevre nel prossimo The Twilight Saga:
Eclipse, si è aggiunta a Emma Stone e Viola Davis nel cast del film
drammatico della DreamWorks The Help, tratto da un bestseller di
Kathryn Stockett.