Il MCU, o Marvel Cinematic Universe, è pieno di segreti nascosti tra le pieghe dei film, e da dieci anni continua a stupire il pubblico per la maniera in cui questi perfettamente celati (tranne agli occhi dei più esperti osservatori).
Alcuni sono semplici easter egg utili a compiacere i fan dei fumetti originali, altre vere e proprie chicche che vanno oltre l’omaggio, ma spesso poco evidenti nel marasma di effetti speciali e combattimenti. Ma non dimentichiamoci ciò che accade dietro le quinte della realizzazione dei film, curiosità ancora più interessanti soprattutto per i fan.
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Ecco di seguito 10 cose che probabilmente non sapevate dal backstage della Fase 3:
La simpatica “minaccia” di Sebastian Stan a Robert Downey Jr.
Captain America: Civil War ha riunito quasi tutti i Vendicatori sullo schermo mettendo in scena una delle più grandi battaglie della storia del MCU. Ciò ha dato modo ad alcuni attori che non avevano ancora lavorato insieme di confrontarsi in durissime sequenze, tra cui ricordiamo quella con Robert Downey Jr. e Sebastian Stan.
Il giorno prima delle riprese sembra che Stan abbia inviato Downey Jr. un video di lui che si allenava con l’elmetto di Iron Man di fronte. Nel messaggio di sfida c’era scritto: “Non vedo l’ora di lavorare con te domani, Robert.“
Le t-shirt troppo strette di Chris Evans
Tanti aspetti di Captain America: Civil War sono stati incredibili e resi sullo schermo con grande efficacia, tuttavia nessun effetto speciale potrà mai battere il bicipite di Chris Evans che sotto sforzo riesce a trattenere il volo di un elicottero con a bordo Sebastian Stan aka Bucky Barnes.
Ma, dettaglio ancora più esilarante, a quanto pare la costumista Judianna Makovsky fu incaricata dalla produzione a vestire l’attore con magliette almeno un paio di taglie più piccole, così da sottolineare la forma dei suoi muscoli durante la scena.
L’80% di Thor: Ragnarok è stato improvvisato
Thor: Ragnarok ha segnato un drastico cambio di tono nel franchise del Dio del Tuono, finora più serioso e teatrale, grazie alla scrittura e alla mano in regia di Taika Waititi.
Tuttavia sembra che la maggior parte dello humor del film non era nemmeno sul copione, come affermato da Waititi: “Direi che abbiamo improvvisato probabilmente l’80% delle scene, buttando dentro un sacco di roba“. Una strategia che di sicuro ha fatto centro!
Il ballo di Groot
Una delle scene più memorabili (o forse la migliore di tutto il film) di Guardiani della Galassia vol.2 arriva proprio all’inizio, mentre la maggior parte degli eroi è impegnata a combattere un mostro interdimensionale e Baby Groot coglie l’opportunità per ballare a ritmo di “Mr. Blue Sky.
L’adorabile sequenza di danza era in realtà frutto di una motion capture del regista James Gunn, che ha eseguito i passi utilizzati dagli animatori che far muovere il piccolo Groot.
Joaquin Phoenix avrebbe potuto recitare la parte di Doctor Strange
Prima di scegliere Benedict Cumberbatch, i Marvel Studios considerarono Joaquin Phoenix per interpretare Doctor Strange nello standalone, tuttavia l’attore rifiutò il ruolo e oggi è impegnato con le riprese di Joker per la concorrenza Warner Bros.
Inizialmente fu Cumberbatch a dare forfait a causa dei conflitti di programmazione con il suo lavoro a teatro con Amleto, e Phoenix era la seconda scelta, ma quando quest’ultimo si tirò indietro la Marvel proseguì il progetto con in mente il britannico andando incontro ai suoi impegni.
John Boyega era stato considerato per un ruolo in Black Panther
Finn nella nuova trilogia di Star Wars, John Boyega è uno dei volti più interessanti della giovane Hollywood, dove si è fatto notare in blockbuster come Pacific Rim: Uprising o film d’autore come Detroit. La star inoltre venne considerata nel 2016 per unirsi al cast di un futuro successo di casa Marvel, ovvero Black Panther.
Tuttavia Boyega ha smentito qualsiasi voce, affermando che non ha nemmeno intenzione di partecipare al sequel già confermato (anche se a quanto pare ci sono stati degli incontri negli uffici di Kevin Feige e co…).
Il cast di Spider-Man: Homecoming ha fatto una maratona di tutti i film di John Hughes
Spider-Man: Homecoming ha riavviato splendidamente il personaggio di Peter Parker sul grande schermo adattandolo alle necessità del Marvel Cinematic Universe e rendendolo un eroe originale rispetto ai veterani Avengers. Un fattore importante può essere l’ambientazione negli anni del liceo, e questo ha spinto il regista Jon Watts a “chiedere aiuto” ad un mostro sacro del teen movie: John Hughes.
Il cast ha così avuto l’opportunità – sotto consiglio di Watts – di fare una maratona di film di Hughes per capire cosa voglia dire essere un adolescente e cosa significhi per i loro personaggi.
I “riposini” di Tom Holland
Il poster promozionale di Spider-Man: Homecoming catturò immediatamente l’attenzione dei fan e fu in grado di riprodurre alla perfezione lo spirito del film: nell’immagine c’era infatti Peter Parker sdraiato mentre si rilassava ascoltando della musica come ogni adolescente che si rispetti.
Si è scoperto solo più tardi che il poster era il frutto di una foto scattata a Tom Holland durante le riprese quando l’attore schiacciava un pisolino tra un ciak e l’altro. “Ero solo addormentato sul pavimento, e il fotografo mi fece una foto. Quando ho visto la locandina ero tipo ‘Cosa? Che diavolo, ragazzi!‘”.
Il cameo di Tobias Funke
Avengers: Infinity War ha esplorato quasi tutti i mondi possibili finora introdotti nel MCU, tra cui ovviamente lo spazio. In una scena vediamo poi Gamora e Star-Lord mentre si confrontano con Thanos su Knowhere, il pianeta dove il Titano Pazzo usa la gemma della realtà per ingannarli, ma di rivelare che questo luogo è stato distrutto, un oggetto particolare del Collezionista appare sullo sfondo…
Si tratta di Tobias Funke, uno dei personaggi di Arrested Development, dipinto di blu e con addosso i suoi pantaloncini jeans. Questo cameo è stato voluto dai fratelli Russo che hanno anche cercato di convincere David Cross a riprendere il suo ruolo, ma sfortunatamente l’attore stava lavorando a Londra e non è riuscito ad essere sul set.
La sceneggiatura “speciale” per Vin Diesel
Sebbene sia in grado di pronunciate solo le parole “Io sono Groot“, il personaggio dei Guardiani della Galassia ha avuto modo di esprimere una vasta gamma di emozioni a seconda del tono con cui venivano dette queste tre parole.
Questo anche grazie all’eccellente lavoro svolto da Vin Diesel, che ha doppiato Groot in ben sedici lingue diverse, ma ora sappiamo che l’attore – proprio per capire meglio cosa stesse succedendo nella testa dell’eroe – aveva a disposizione una sceneggiatura speciale scritta da James Gunn appositamente per lui. È così che Diesel è riuscito a catturare l’intonazione perfetta di tutto ciò che diceva il personaggio.