Julianne Moore si è prestata a un divertente esperimento. In cambio di piccole mance ha offerto ai passanti di Time Square un assagglio del suo talento d’attrice.
Ecco il video:
Julianne Moore si è prestata a un divertente esperimento. In cambio di piccole mance ha offerto ai passanti di Time Square un assagglio del suo talento d’attrice.
Ecco il video:
Ecco una nuova foto di Captain America Civil War in cui vediamo un faccia a faccia carico di tensione. Si tratta di Tony Stark che fronteggia Steve Rogers. Chi avrà la meglio?
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In Captain America Civil War lo schieramento di Cap sarà formato da Bucky, Falcon, Ant-Man, Agente 13 e Occhio di Falco. Quello di Iron Man invece da Vedova Nera, War Machine, Black Panther e Vision. Al momento non è ancora chiaro che parte prenderanno Spider-Man e Scarlet Witch.
In attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto da Anthony e Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Captain America Civil War arriverà nelle sale italiane il 4 maggio 2016.
La vicenda ha un che di surreale eppure è vera, riportata dall’Associated Press.
Un tribunale turco sta cercando di decidere se Gollum, il personaggio de Il Signore degli Anelli, è un personaggio positivo o negativo.
La questione è nata nel momento in cui un cittadino, tale Bilgin Ciftci, ha accostato l’immagine dell’infelice creatura tolkieniana al contestato presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Come ben sanno i fan di Tolkien e di Peter Jackson, il personaggio è a dir poco ambivalente, in quanto la sua natura (Smeagol) estremamente docile e servile, è stata corrotta dall’Anello, trasformandola in quella aggressiva e cattiva di Gollum.
L’avvocato dello sfortunato signor Ciftci ha deciso che, dopo aver percorso la strada della libertà di pensiero che non ha convinto i giudici, adesso è il caso di dipingere Gollum come un personaggio molto positivo.
Chissaà quale sarà il verdetto!
JK Rowling ha condiviso una foto dal set di Animali Fantastici Dove trovarli che attesta la sua presenza sul posto a supervisionare il lavoro.
Animali fantastici dove trovarli uscirà il 17 novembre 2016, e avrà come protagonista Newt Scamandro, autore de Gli animali fantastici dove trovarli, che avrà esattamente 23 anni. Il film sarà ambientato a New York, 70 anni prima delle vicende di Harry Potter. Nel cast Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Ezra Miller, Dan Folger e Alison Sudol.
La sinossi: Newt Scamandro intendeva fermarsi a New York solamente per poche ore, ma le circostanze gli imposero di restare…
Gli animali fantastici dove trovarli vedrà il debutto della scrittrice stessa, J.K.Rowling, come sceneggiatrice, affiancata da Steve Kloves, sceneggiatore dei film di Harry Potter. Alla produzione ci sarà David Heyman, mentre David Yates sarà il regista.
In attesa degli Oscar del nudo, che ormai sono diventati tradizione, Mr. Skin ha stilato la top 10 dei migliori nudi (esclusivamente di donna) che abbiamo visto al cinema nel 2015.
Ecco la classifica. Siete d’accordo?
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Per la prima volta al mondo Benedict Cumberbatch (nei panni di Sherlock Holmes) e Martin Freeman (in quelli dell’immancabile Watson) sbarcheranno al cinema con Sherlock. L’abominevole sposa, l’inedito episodio speciale in abiti vittoriani della serie investigativa più amata degli ultimi anni. Il 12 e 13 gennaio, infatti, gli spettatori italiani troveranno su grande schermo (elenco delle sale a breve disponibile su www.nexodigital.it) Benedict Cumberbatch e Martin Freeman per un appuntamento cinematografico attesissimo. L’episodio, intitolato Sherlock. L’abominevole sposa e mai visto sino ad oggi, sarà corredato da 20 minuti di riprese aggiuntive e da una visita guidata al 221B di Baker Street con il produttore esecutivo Steven Moffat.
Questa volta saremo
dunque nel cuore della Londra vittoriana (come nell’originale
Sherlock Holmes ideato da Conan Doyle) e Thomas Ricoletti rimarrà
stupefatto nel vedere la moglie vestita con il suo vecchio abito da
sposa. Perché, solo poche ore prima, la donna… ha preso la vita.
Così il fantasma della signora Ricoletti sembra ora aggirarsi per
le strade con un’insaziabile sete di vendetta. Dalla nebbia
avvolgente di Limehouse alle viscere di una chiesa in rovina,
Holmes e Watson dovranno usare tutta la loro astuzia per combattere
un nemico apparentemente già morto e solo il finale del film
rivelerà la scioccante verità su l’abominevole sposa del
titolo.
Sherlock, ispirato alle opere di Sir Arthur Conan Doyle, è una celebre serie tv scritta e creata da Steven Moffat e Mark Gatiss. È prodotto da Sue Vertue coi produttori esecutivi Beryl Vertue, Mark Gatiss e Steven Moffat per Hartswood Films, Bethan Jones per BBC Wales e Rebecca Eaton per Masterpiece. Sherlock, L’abominevole sposa è stato commissionato da Charlotte Moore, controller di BBC One e Ben Stephenson, ex Controller, BBC dramma Messa.
In Italia il film è distribuito da Nexo Digital in collaborazione coi media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.
Già qualche settimana fa si è parlato di Green Lantern Corps e di come questo nuovo momento nella storia dei personaggi DC al cinema avrebbe privilegiato la diversità.
Adesso i sospetti che John Stewart e Hal Jordan possano essere schierati insieme nel film DC/Warner diventano più concreti in seguito al panel Warner durante la Giornate professionali del Cinema di Sorrento. All’evento è stata mostrata una featurette di tutto l’universo DC in progress al cinema e tra le altre cose abbiamo visto un concept del Green Lantern Corps in cui spiccavano chiaramente i due personaggi. Che possa essere l’indizio definitivo?
Con molte probabilità si tratta dello stesso concept mostrato durante il Comic Con dello scorso luglio a San Diego. Vi ricordiamo che potete trovare tutte le news relative al DC Universe nel nostro canale DC FILMS. Vi ricordiamo inoltre che il primo film del nuovo corso DC, Batman v Superman è uscita quest’anno e che potete leggere la nostra sezione dedicata alle recensioni film trovate quella relativa a Batman v Superman Down of Justice.
In redazione è arrivato oggi un pacco misterioso. Si presentava con questo biglietto: “Combatti il lato oscuro con Duracell”. Ecco cosa abbiamo trovato nel pacco:
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In occasione della collaborazione
con Star
Wars, Duracell ha lanciato sul mercato le nuovissime
batterie Collector Packs Limited Edition dedicate
ad alcuni personaggi de Il Risveglio della
Forza
– dagli amatissimi Stormtroopers, Chewbacca, C-3PO e R2-D2, ai
nuovi personaggi Kylo Ren e BB-8, l’attesissimo droide. Questa
speciale edizione di DURACELL Ultra Power sarà disponibile presso i
punti vendita della Grande Distribuzione solo per un breve
periodo.
Ogni pacco di batterie, grazie all’app Blippar (gratuita sia per iOS che per Android), potrà essere scansionato con la fotocamera dello smartphone. Si entrerà così in una realtà aumentata nella quale i personaggi del film prenderanno vita e appariranno in 3D sul pacco.
Sarà possibile creare
contenuti personalizzati – come una foto in compagnia del
personaggio Star Wars appena “materializzato” –
da condividere sui propri profili social e accedere ad esclusivi
contenuti di Star Wars: Il Risveglio
della Forza.
Ecco cosa abbiamo trovato nelle nostre pile Duracell:
Star
Wars Il Risveglio della Forza uscirà
sul grande schermo il 16 dicembre 2015 con un cast che include il
ritorno di Harrison
Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony
Daniels, Peter Mayhew e Kenny
Baker con le nuove
aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
Driver, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christie e Max
von Sydow.
È uno dei grandi classici della letteratura mondiale, un racconto d’avventura e di iniziazione, ma soprattutto una riflessione sull’uomo, la Natura e la volontà umana di governare le Forze con cui invece dovrebbe coabitare. È l’ultimo film di Ron Howard, Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick, ma è anche lo stesso romanzo di Herman Melville.
In Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick lo scrittore Herman è a caccia della storia dell’Essex, una baleniera che nel 1982 affondò nel cuore dell’Oceano Pacifico. Lo squattrinato e tormentato scrittore trova la verità presso l’ultimo superstite di quel tremendo naufragio: Thomas Nickerson. Il vecchio baleniere comincia, riluttante, il suo racconto, prima uno scontro tra uomini, poi tra gli uomini e il demonio, un mostro marino terribile e implacabile, quello che il mondo conoscerà poi con il nome di Moby Dick, nell’eterno classico di Melville.
Ispirato al romanzo Nel cuore dell’oceano – La vera storia della baleniera Essex, Heart of the Sea prosegue il cammino che Ron Howard aveva cominciato con Rush. Sia quest’epopea avventurosa che il film sportivo portano avanti i temi della determinazione, della forza di volontà, della gara. Ma se prima i protagonisti erano esseri umani, qui lo scontro diventa impari, tra Dio (o la Natura) e l’uomo. Non solo i temi ma anche la tecnica di Howard ricorda moltissimo il suo film precedente.
Il regista entra nella nave con la sua macchina da presa, ce ne mostra ogni dettagli, dalla prua alla poppa. Argani, vele, corde e fiocine tutto viene scandagliato e toccato, annodato, sistemato, approntato per l’incredibile battaglia dei marinai contro il mare. Battaglia che si avvia verso l’inevitabile e scontata conclusione quando all’orizzonte compare quel “demonio bianco”. E il cammino dell’obiettivo, ancora una volta, come in Rush, è supportato dalla mano di Anthony Dod Mantle, direttore della fotografia che fa avvertire sulla pelle dello spettatore il sole, il sale, la fame e la sete, in una luce calda, brillante, spietata, così come il tremendo cetaceo.
Ron Howard può
contare su un cast stellare che comprende Tom Holland,
Ben Whishaw,
Cillian Murphy, Brendan Gleeson, Benjamin Walker, Michelle
Fairley insieme a tanti altri volti noti di cinema e
televisione, tutti guidati da
Chris Hemsworth che, ancora una volta in
grande forma, conferma le sue solide doti artistiche in continua
crescita.
Pur trovando il suo punto debole nella scrittura a volte troppo invadente con dialoghi didascalici, Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick riesce a mettere in scena con la potenza delle immagini e della luce l’eterna lotta tra uomo e Dio, tra Natura e cultura, arrivando alla conclusione che ci sono forze, battaglie, mostri che l’uomo non può vincere. A volte bisogna guardare negli occhi l’avversario, come l’Owen Chase di Chris Hemsworth fa con la balena, e ammettere la resa, incondizionata, di fronte alla sua superiorità.
Esce oggi al cinema l’ultimo film di Ron Howard, Heart of The Sea Le origini di Moby Dick, con protagonista Chris Hemsworth.
Di seguti potete vedere una clip dal film che racconta le origini del romanzo di Melville sul Diavolo bianco del mare.
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Con una sceneggiatura firmata da Charles Leavitt (“Blood Diamond- Diamanti di Sangue”), tratto dal romanzo vincitore del National Book Award per la Saggistica “In the Heart of the Sea: The Tragedy of the Whaleship”, il film è ambientato nel New England del 1820. E racconta la storia di un disastro marino realmente accaduto a una nave attaccata da una balena enorme. I superstiti si troveranno a compiere l’impensabile pur di riuscire a salvarsi. Sul set con Ron Howard: Chris Hemsworth (“The Avengers”; “Rush”), Benjamin Walker (“La Leggenda del Cacciatore di Vampiri”), Cillian Murphy (Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno), Ben Whishaw (“Skyfall”), Tom Holland (“The Impossible”), Brendan Gleeson (Edge of Tomorrow- Senza Domani) e Jordi Mollà (“Riddick”).
Nell’inverno del 1820, la baleniera del New England viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una parte della storia. HEART OF THE SEA – LE ORIGINI DI MOBY DICK rivela le conseguenze di quella straziante aggressione, di come i superstiti dell’equipaggio della nave vengono spinti oltre i loro limiti e costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le intemperie, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più radicate: dal valore della vita alla moralità delle loro spedizioni, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta in mare aperto, ed il primo ufficiale tenta di sconfiggere il capodoglio.
I protagonisti di HEART OF THE SEA – LE ORIGINI DI MOBY DICK sono Chris Hemsworth (“The Avengers”; “Rush”) nei panni del veterano primo ufficiale della nave, Owen Chase; Benjamin Walker (“La Leggenda del Cacciatore di Vampiri”) è l’inesperto capitano, George Pollard; Cillian Murphy (“Il Cavaliere Oscuro: Il Ritorno”) ritrae il secondo ufficiale, Matthew Joy; e Ben Whishaw (“Skyfall”) è il romanziere Herman Melville, le cui indagini sul caso hanno contribuito a portare alla luce gli eventi a distanza di 30 anni.
Tom Holland (“The Impossible”), interpreta il giovane marinaio Tom Nickerson, mentre Brendan Gleeson (“Edge of Tomorrow- Senza Domani”) ritrae lo stesso uomo, 30 anni dopo. L’attore spagnolo Jordi Mollà (“Riddick”) è il capitano di un’altra nave, l’Archimedes, che tenta di mettere in guardia l’Essex sui pericoli che avrebbe potuto incontrare.
Howard dirige il film da una sceneggiatura di Charles Leavitt (Blood Diamond- Diamanti di Sangue), da una storia di Charles Leavitt e Rick Jaffa, ed Amanda Silver (“L’Alba del Pianeta delle Scimmie”), tratta dal romanzo “In the Heart of the Sea: The Tragedy of the Whaleship Essex” di Nathaniel Philbrick, vincitore del National Book Award per la Saggistica, del 2000.
Il film è prodotto da Paula Weinstein (Blood Diamond- Diamanti di Sangue), Joe Roth (“Il Grande e Potente Oz”), William Ward, Brian Grazer (“J. Edgar”) e Ron Howard. I produttori esecutivi sono Sarah Bradshaw, Palak Patel, Bruce Berman e David Bergstein. William M. Connor, Rick Jaffa ed Amanda Silver ne sono i co-produttori.
Di seguito nella nostra gallery potete ammirare tantissime nuove immagini dal Macbeth di Justin Kurzel che ha diretto Michael Fassbender e Marion Cotillard nei panni di Macbeth e della folle Lady, sua moglie.
Ecco la recensione del film
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L’adattamento cinematografico dell’opera shakespeariana è presentata come “una rivisitazione di ciò che il periodo di guerra doveva essere stato per uno dei più famosi e interessanti personaggi di Shakespeare, una storia di passione e ambizione ambientata in una Scozia devastata dalla guerra medievale”. Il regista, che ha condotto una ricerca approfondita sul periodo in cui sono ambientati i fatti e sulla brutalità dei combattimenti, ha affermato: “Mi ricorda molto il Western. E un peaesaggio e un’atmosfera molto più pericolosi di quanto abbia mai visto nei precedenti adattamenti di Macbeth”.
L’australiano Justin Kurzel ha d’altra parte già dato prova della sua bravura nella rappresentazione di paesaggi desolati e cupi nel suo – pluripremiato –Snowtown.
Accanto a Fassbender (Macbeth, generale dell’esercito di Duncan) e Marion Cotillard(Lady Macbeth), nel cast anche Paddy Considine (Banquo), Sean Harris (Macduff), e David Thewlis (Duncan).
In occasione
dell’uscita al cinema di Il Ponte delle
Spie di Steven Spielberg, scritto dai
fratelli Coen con Tom Hanks,
Cinefilos.it, in collaborazione con 20th Century Fox, offre la
possibilità agli studenti dei maggiori atenei universitari italiani
e licei di assistere gratuitamente all’anteprima del
film.
La data è unica per tutti: il 10 dicembre alle ore 11 nelle principali sale cinematografiche del circuito Uci Cinemas.
8 le città coinvolte in questa iniziativa sono nello specifico:
Partecipare è semplice! Basta inviare una mail all’indirizzo di posta [email protected] con scritto:
L’invito è valido per due persone, fino ad esaurimento posti.
LA TRAMA
Drammatico thriller a sfondo storico, Il Ponte delle Spie di Fox 2000 Pictures/DreamWorks Pictures, è la storia di James Donovan, un avvocato assicurativo di Brooklyn, che si ritrova catapultato nella Guerra Fredda, quando la CIA lo recluta per negoziare il rilascio del pilota americano dell’aereo spia U-2 catturato dai sovietici.
Ecco il nuovo trailer di Batman v Superman Dawn of Justice nel dettaglio grazie a 65 screenshots in HD che ci mostrano i protagonisti del film in azione.
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Qui di seguito la trama ufficiale del film:
“Temendo le azioni incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.
Ricordiamo che Batman v Superman : Dawn of Justice, Zack Snyder è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. In Batman v Superman saranno presenti Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno anche: Amy Adams, Laurence Fishburne, Diane Lane, Jesse Eisenberg, Ray Fisher, Jason Momoa e Gal Gadot. Batman v Superman : Dawn of Justice arriverà nelle sale di tutto il mondo il 6 maggio 2016.
Nel corso degli anni ’50 e ’60 il genere fantascientifico, divenuto in breve tempo un vero e proprio fenomeno di cultura popolare, dopo aver letteralmente invaso le emittenti radiofoniche grazie ai primi programmi dedicati alle fantastiche e bizzarre storie spaziali ed in seguito anche il cinema con pellicole sempre più orientate verso i viaggi intergalattici e invasioni aliene, anche la neonata televisione incominciava a vedere i suoi piccoli e fievoli schermi riempiti di programmi dedicati esplicitamente a futuribili avventure ambientate in galassie sconosciute.
Mentre nel periodo pre-bellico molti, tra cui il grande Orson Welles, si divertivano spaventare migliaia di radioascoltatori con false cronache di invasioni extraterrestri, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale gli schermi cinematografici di tutto il mondo videro trasportate per i immagini le paure di oscure visite da altri mondi grazie a pellicole del calibro di L’astronave atomica de dottor Quatermass (1955), La guerra dei mondi (1953) e L’invasione degli ultracorpi (1956), in perfetta sincronia con il dilagare della cultura fantascientifica all’interno delle riviste dedicate e dei fumetti. Fu soltanto a partire dai primi anni ’60 che l’interesse di tali racconti si spostò gradualmente verso l’aspetto tecnologico dell’esplorazione spaziale e della scoperta di nuovi orizzonti cosmici, grazie soprattutto alla sempre crescente competizione aerospaziale fra Stati Uniti e Unione Sovietica in seguito al lancio dello Sputnik nel 1957.
Solo un anno prima che l’uomo (americano) mettesse piede sul suolo lunare e coronasse il sogno del grande scrittore Jules Verne, nel 1968 Stanley Kubrick con 2001: Odissea nello spazio aveva definitivamente traghettato l’immaginario della fantascienza al di fuori del nostro pianeta, gettando le basi per nuovi orizzonti all’alba del nuovo decennio. Nel frattempo le emittenti televisive di tutto il mondo, già abituate a seguire in diretta gli ormai consueti lanci di razzi e sonde spaziali, riempivano i loro palinsesti con programmi dedicati, e furono soprattutto gli inglesi, già pionieri radiofonici del settore, a sfornare le prime vere chicche del genere di fantascienza televisiva, soprattutto grazie alla collaborazione della coppia di coniugi e produttori Gerry e Sylvia Anderson, autori di serie di successo fra cui Thunderbirds (1964-66), Captain Scarlet (1967-68), Joe 90 (1968-69) e il celeberrimo UFO (1969-70), la prima vera serie tv ad affermare con chiarezza l’estetica plastificata e multicromatica della fantascienza dei primi anni ’70.
Un volta conclusa fra alti e bassi la prima stagione di UFO, i due autori decisero di metterene in cantiere un possibile seguito, e perciò iniziarono a lavorare ad un progetto denominato provvisoriamente UFO 1999, ambientato su una stazione lunare alle soglie del nuovo millennio, progetto ambizioso e visionario che però venne subito abortito e finì ben presto per arenarsi definitivamente.
Passarono alcuni anni e nel 1973, tra mille difficoltà produttive e logistiche, i coniugi Anderson decisero di riprendere in mano la loro azzardata idea, e grazie ad una co-produzione fra la britannica ITC e l’italiana RAI venne realizzato l’episodio pilota (Separazione) di una nuova serie intitolata Spazio 1999, ambientata per l’appunto sulla base lunare Alpha1, istallazione scientifica di un avamposto umano col compito di organizzare una spedizione sullo sconosciuto pianeta Meta e di cui diviene subito capitano John Koening (Martin Landau) assieme alla collaborazione della dottoressa Helena Russell (Barbara Brain).
Dopo un improvviso e inspiegabile scoppio nella centrale di stoccaggio delle scorie nucleari della base e il conseguente aumento del campo magnetico del pianeta dovuto alle radiazioni, la luna si stacca dall’orbita terrestre ed inizia a vagare nello spazio, rendendo prigionieri tutti i tecnici e gli ufficiali presenti sulla superficie.
Inizia così l’odissea
degli alphaniani alla scoperta di nuovi mondi ai limi estremi dello
spazio e verso la scoperta di un nuovo pianeta su cui poter
ricominciare a vivere. Passata quasi inosservata, la puntata pilota
venne ritrasmessa nel Regno Unito il 4 settembre del 1975 (in
Italia arrivò solo nel gennaio del 1976), e riscosse subito un
grandissimo successo, soprattutto per le storie avvincenti e ricche
di colpi di colpi di scena disseminate per le varie puntate e
soprattutto grazie all’ottimo design (erede dell’estetica di
UFO) e degli strabilianti effetti speciali, realizzati dal
celebre team di Bryan Johnson che aveva già
lavorato a 2001: Odissea dello spazio e sarà nuovamente
presente in Alien
(1979) e
Star Wars: L’impero colpisce ancora
(1980).
La serie colpì subito il pubblico anche per il suo visionario immaginario grafico e le bellissime scenografie ricche di tecnologie futuribili (tra cui computer, visori computerizzati e un pionieristico videotelefono), luci scintillanti e manopole, il tutto in perfetta sintonia con l’atmosfera al cellophane degli anni ’70. Malgrado si fosse attirata addosso le critiche di gran parte della comunità accademica del tempo e di alcuni scrittori di fantascienza del calibro di Isaac Asimov e Harlan Eleison che la tacciavano di scarsa plausibilità scientifica (soprattutto per il dir poco irrealistico effetto slow-motion delle camminate spaziali riprese a 48 fotogrammi al secondo), la prima stagione della serie, costituita da 24 episodi, ottenne un successo clamoroso, tanto da dare subito largo ad un’ampia entusiasta schiera di fans e ad un fiorente e redditizio merchandising, soprattutto legato alle action figures dei personaggi e dei modellini in scala dei veicoli spaziali (modellini per altro utilizzati già in maniera accurata per gli effetti speciali).
Come non ricordare infatti le fantastiche riproduzioni delle Aquile, le astronavi di trasporto galattico provviste di cannoni laser; gli Aphicat, i coloratissimi convogli a quattro ruote per le ricognizioni di terra, oppure la famosa astronave aliena dell’episodio “Fiocco azzurro su Alpha” del tutto simile al Discovery One di 2001, senza poi contare i numerosi giochi da tavolo Clementoni del 1976, i libri illustrati della AMZ e le figurine messe in commercio dalla Panini a distanza di anni.
Tutto ciò condito con le più fantasiose e pseudo-scientifiche teorie cosmiche, che andavano dall’antimateria fino ai buchi neri e al celebre campo di curvatura della serie Star Trek A causa dei numerosi problemi sorti fin da subito riguardo alla programmazione e la distribuzione internazionale, ad oggi non esiste una vera e propria cronologia ufficiale degli episodi (se si escludono “Separazione” e “Psycon” che aprono rispettivamente la prima e la seconda stagione), dunque si è soliti tenere come riferimento la data di produzione ed edizione delle singole puntate, anche se i fans più accaniti usano religiosamente la sequenza di trasmissione ufficiale del Regno Unito.
In Italia addirittura la genesi fu ancora più confusa: nel 1975 venne rilasciato nei cinema un lungometraggio che riuniva gli episodi “Separazione”, “Gli occhi di Tritone” e “Un altro tempo un altro luogo” musicate da Ennio Morricone, prima che l’anno successivo la prima stagione completa venisse rilasciata in concomitanza alla messa in commercio di quaderni scolastici con le immagini promozionali. La colonna sonora della sigla di apertura e chiusura della prima stagione venne composta da Barry Gray, già autore delle musiche Thunderbirds e UFO, mentre la seconda stagione venne affidata alla supervisone di Derek Wadsworth.
Pur mantenendo le sinfonie elettroniche e cariche di distorsioni al theremin dell’edizione originale, alcune variazioni musicali per l’edizione italiana vennero affidate nuovamente a Ennio Morricone, autore di alcune sconclusionate incursioni jazzistiche che non raccolsero il favore dei fans. La prima stagione ottenne un grande riscontro grazie soprattutto alla presenza di un cast di grande spessore e di provenienza muticulturale, tra cui spiccano in prima linea Martin Landau e Barbara Brain rispettivamente nei ruoli del capitano Koening e della dottoressa Russell, all’epoca sposati e già avvezzi a lavorare assieme grazie alla precedente esperienza nella serie cult spionistica Mission: Impossibile (1966-1973).
Accanto ad essi figurano anche Nick Tate nelle vesti del capitano Alan Carter, Barry Morse alias professor Bergman e l’ormai iconica e sensuale Catherine Shell che nella seconda stagione vestirà i panni dell’aliena Maya. Senza poi contare le numerose presenze straordinarie che vanno da attori del calibro di Christopher Lee, Joan Collins e Peter Cushing, fino alle occasionali presenze nostrane di Orso Maria Guerrini, Gianni Garko, Carla Romanelli e Giancarlo Prete. Addirittura in alcuni episodi della seconda sfortunata stagione è più volte presente una mostruosa maschera aliena interpretata dal gigantesco David Prowse, che sarebbe divenuto in seguito famosissimo nell’indossare il celebre e tenebroso costume di Dart Fener nella saga di Star Wars.
Dopo il grande successo ottenuto dalla prima stagione i produttori della serie misero subito in cantiere un ideale seguito, purtroppo funestato da alcuni eventi imprevisti che, uno dopo l’altro, decretarono uno sconvolgente calo qualitativo della seconda stagione. Dopo il divorzio professionale e coniugale degli Anderson, si scelse di coinvolgere l’estroso americano Fred Freiberger, già a suo malgrado conosciuto nell’ambiente come “killer delle serie tv” e responsabile del flop della terza stagione di Star Trek e dell’insuccesso di L’Uomo da sei milioni di dollari e The Wild Wild West. Mosso da una pura e semplice sete di profitto tutta americana e senza alcun interesse particolare nei confronti della resa qualitativa, Freiberger decise di far scomparire alcuni personaggi essenziali e molto amati (tra i quali Victor Bergman, David Kano e Paul Morrow), optò per una radicale riduzione del budget che costruisce a ridurre ed impoverire gli ambienti e le tecnologie, sino ad una scrittura sconclusionata e priva dell’originalità dell’edizione precedente.
Tutto ciò causò non solo lo sconcerto dei fas ma addirittura lo sdegno degli stessi attori e tecnici, i quali ebbero più volte modo di lamentarsi dell’aria di dilettantismo e di poca serietà che si respirava sul set. Tutte queste problematiche non impedirono comunque ai 24 episodi della seconda stagione di venire trasmessi nella stagione 1977-78 (1979-80 in Italia), prima che una brusca interruzione abortisse per sempre l’ipotesi di un ulteriore seguito. Prima di congedare in maniera frettolosa e poco nobile la serie, i produttori avevano pensato ad un ipotetico ed ideale finale ambientato in un remoto futuro nel quale i discendenti degli alphaniani, attraverso un viaggio nel tempo, vengono rimandati nel XXI° secolo per incontrare i loro progenitori, ma purtroppo di questa brillante idea di congedo rimane solo un pallido abbozzo di sceneggiatura mai completato.
Mossi dalla nostalgia e dal grande culto nato attorno alla serie nel corso dei decenni successivi, il 13 settembre 1999 (data coincidente con la famosa detonazione che causa la fuoriuscita della luna dall’orbita terreste e che da il via alla serie), un gruppo numerosissimo di fans vecchi e nuovi si riunì a Los Angeles per una straordinaria conventions a tema dal titolo “Breakway”, durante la quale venne proiettato un cortometraggio dal titolo “Messaggio da base lunare Alpha”, scritto dallo storico sceneggiatore della serie Johnny Bryne e prodotto amatorialmente dal fan club Fanderson, nel quale l’ormai anziana e celebre attrice Zenia Merton ritorna nei nostalgici panni dell’analista dati Sandra Benes per parlare con i terrestri ed informali che gli alphaniani si sono finalmente installati su di un nuovo pianeta.
Pensato come un tanto sospirato prologo ad un possibile sequel della storica serie, in realtà esso rappresenta niente di più che un commosso e definitivo omaggio ad uno dei fenomeni di culto televisivo che, per oltre quarantenni dal suo esordio sui piccoli schermi, è riuscito a crearsi un seguito senza pari, così come testimoniano le numerose riedizioni e le citazioni dirette ed indirette nel corso del tempo, divenendo un vero e proprio caposaldo della fantascienza raccontata in cinquanta minuti.
Sembra un vero e proprio scherzo per i puristi dell’universo di Star Wars, eppure lo spin off su Han Solo, diretto da Phil Lord e Chris Miller, è alla ricerca di un giovane contrabbandiere spaziale. Gli attori visti fino a questo momento, secondo THR, sono addirittura 2500. Di seguito trovate i volti più noti di cinema e tv che sono stati presi in considerazione per il ruolo:
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Considerando che in precedenza Kathleen Kennedy ha dichiarato che il protagonista sarà un teenager, possiamo anche automaticamente scartare dei nomi, purtroppo alcuni di quelli più interessanti, dalla lista.
Lo spin off su Han Solo fa parte dell’Antologia di Star Wars che la nuova era Disney/LucasFilm sta mettendo in piedi e che comincerà con Rogue One.
Trai titoli di fantascienza più interessanti del 2015 c’è il film Listening, diretto da Khalil Sullins con Thomas Stroppel, Artie Ahr, Amber Marie Bollinger, Christine. Haeberman.
David e Ryan sono due brillanti e intraprendenti studenti universitari impegnati a mettere in comune le proprie competenze in ingegneria informatica e biotecnica con le quali raggiungere un ambizioso quanto incredibile progetto: realizzare un dispositivo tecnorganico che permetta la ricezione e la lettura dei pensieri e dell’attività neurale del cervello umano. Trafugando di soppiatto le strumentazioni della facoltà e tenendo totalmente all’oscuro le proprie famiglie e le istituzioni accademiche, i due giovani portano avanti con discreto successo le proprie ricerche, finché l’incontro occasionale con la compagna di corso e promettente psichiatra Jordan costituisce finalmente l’ultimo tassello affinché la tanto agognata scoperta possa vedere la luce. Trovandosi fra le mani il nuovo miracolo della scienza del XXI° secolo, il gruppo ben presto capisce però che qualcosa non sembra andare per il verso giusto e che forse qualcuno di molto più potente e privo di alcuno scrupolo etico è già a conoscenza dell’invenzione e mira a usare questo straordinario congegno telepatico per scopi arcani e poco rassicuranti.
Il filosofo francese Michel Focault, senza aver mai potuto vendere direttamente coi propri occhi lo sviluppo delle tecnologie informatiche e di controllo a distanza cresciute nel corso degli ultimi due decenni del XX° secolo, già nei tardi anni ’70 aveva deciso di riconsiderare profondamente l’idea esposta dal collega tedesco Walter Benjamin di una società moderna caratterizzata dal principio della spettacolarità e del narcisismo mediatico, proponendo invece di leggere la nostra cultura postmoderna come una vera cultura della videosorveglianza, indicando cioè l’idea ormai radicata secondo la quale l’uomo ha sviluppato una tale consapevolezza (e dipendenza) dal fatto stesso di essere costantemente tenuto sotto osservazione dai dispositivi mediali da aver dato luogo a forme di autocontrollo e di autodisciplina anche in assenza di istituzioni e apparati che lo osservino per davvero.
Questa concezione panottica, per usare il termine tecnico di Focault, così radicata nel nostro immaginario collettivo contemporaneo, si nutrirebbe in prima istanza non tanto dalla pervasività dei dispositivi mediali impiegati dalle agenzie di controllo per gestire e organizzare (realmente o per scopi altri) la sicurezza e il benessere pubblico, ma più che altro dipenderebbe da questa ossessione, tutta postmoderna, di sentire su di sé sempre e comunque lo “sguardo dell’Altro”, consapevolezza che ci spinge da una parte a batterci e a rivendicare a gran voce la nostra privacy e dall’altra a esercitare noi stessi un continuo e insistente processo di controllo sugli altri attraverso un atteggiamento a metà strada fra la paranoia e il semplice voyerismo.
Se però, come diceva lo stesso filosofo francese, il cinema in quanto tale è un buon strumento per imporre nei soggetti autocontrollo e autodisciplina attraverso la dolce pillola dell’intrattenimento, allora non c’è da stupirsi più di tanto del fatto che lo stesso immaginario filmico, così come la letteratura distopica di matrice orwelliana e huxleyana prima di lui, abbia più volte fatto propria l’immagine e il desiderio concettuale non solo del controllo diretto della mente altrui, ma molto più candidamente il voler gettare un occhio dentro quell’oscura e labirintica materia grigia nella quale si annidano i nostri pensieri più reconditi.
Il cervello, quella fantomatica black box tanto ripudiata dagli psicologi comportamentisti e che invece gli altezzosi cognitivisti hanno contribuito a riscoprire e rivalutare proprio grazie al cinema nei tardi anni ’80, proprio il cervello in quello stesso decennio diveniva materia di interesse da parte di Croenenberg, che con Scanners già ci proiettava in presente dal sapore futuro popolato da individui dotati di grandiose capacità telepatiche ma già sotto il controllo di macchinazioni governative atte a impossessarsi di un dono così prezioso e potenzialmente letale. Il decennio successivo, pervaso dalla rivoluzione digitale e dall’ossessione incontrollabile e feticistica per le tecnologie informatiche ci ha regalato una profonda riflessione sulle implicazioni e le possibilità di una sincronicità fra mente e computer, attraverso opere come Johnny Mnemonic e Strange Days che hanno figurativizzato la metafora cognitivista della mente considerata come un calcolatore, incrementando la curiosità generale sul reale funzionamento dei nostri meccanismi sinaptici e nutrendo la sempre crescente ambizione, già messa in atto dalle ricerche neuroscientifiche di riuscire un giorno a decrittare i segreti più profondi del nostro subconscio.
Ed è proprio da queste premesse affogate in una curiosità latente e mai assopita che l’ambiziosa pellicola di Khalil Sullins prende il via, premesse che fin dai toni evocativi e ben più che espliciti del titolo sembrano essere la materia plastica da cui il giovane regista dichiara apertamente di voler prendere il via. Accantonando per un secondo le reminiscenze più o meno lecite che possono provenire dall’ottimo film omonimo del 2005 diretto dal sorprendente Giacomo Martelli (nel quale in realtà l’ascolto del titolo principale faceva riferimento alle tecniche di intercettazione e spionaggio telefonico delle polizie di mezzo mondo, a sua volta ulteriormente mutuato dell’ancor più inquietante e morboso Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnesmarck), Listening rimanda invece a ben altre tipologie di ascolto, un ascolto a distanza (come quello telefonico ), un ascolto wireless (come quello della radio) ma che ha come fonte/obiettivo principale la mente umana, lo scrigno dei segreti nel quale ognuno cela e custodisce, più o meno consapevolmente, ogni parte del proprio vissuto e ogni esperienza cosciente e inconscia.
Dirigendo e scrivendo di propria mano un film con tali ambiziose intenzioni, Sullins non ha certamente potuto resistere nel caricare la narrazione di numerose citazioni metafilmiche e riferimenti più o meno espliciti alla numerosa letteratura accademica e apocrifa che circonda il mare magnum della telepatia e delle scienze parapsicologiche, riuscendo però nell’intento di bilanciare in maniera onesta e intelligente le varie componenti e trarne un prodotto di genere che, seppur certo non brilli di fresco né tantomeno di una qualche impronta autoriale, a buon grado si può sicuramente etichettare come godibile e ben riuscito.
In prima istanza è possibile dividere il racconto in due parti ben distinte e marcate da un repentino cambio di stile visivo e registico che si fa notare, forse anche troppo a dire il vero, ma che aiuta sicuramente a leggere con maggiore chiarezza l’intento organizzativo dell’insieme. Si inizia con un primo capitolo nel quale si sviluppa discretamente la matrice fondante di natura fantascientifica, lasciando libero sfogo a tutto un nutrito immaginario tecnologico e videodigitale fatto di computer e consolle ammassate e collegate fra loro, un tripudio di cavi e marchingegni a intermittenza dal sapore casalingo e improvvisato, così come infatti improvvisato è il laboratorio-garage nel quale i due aspiranti inventori decidono di assemblare la loro infernale macchina e creare un miracolo di biotecnologia.
Senza insistere troppo su inutili spiegazioni tecniche né dare troppa importanza alla coerenza e alla fattibilità di un tale esperimento, il film descrive con discreto realismo le piccole vittorie e i grandi insuccessi che conducono i due amici, in seguito coadiuvati da un’affascinate quanto indecifrabile psichiatra in erba dal gusto nerd, verso il loro obiettivo. Se l’universo razionale e calibrato di David risulta difficilmente conciliabile a parole con l’estroversione e l’eccletticità del mondo di Ryan (una diversità di spazi e concetti che viene ben rappresentata dall’impiego di una fotografia differenziata che oppone cromatismi gialli e verdi), è proprio la presenza della perturbante (e conturbante) Jordan che porta disarmonia e scompiglio ad un rapporto tutto sommato equilibrato. Jordan, interpretata da una Amber Marie Bollinger senza troppe pretese ma comunque ottimale, è una figura ibrida, a metà strada fra una femme fatale e una nerd dal sapore cyberpunk, un personaggio destinato ad attirare su di sé non pochi sospetti.
Attraverso l’impiego di soluzioni visive semplici quanto efficaci, le quali strizzano l’occhio tanto al videoclip musicale di Michel Gondry quanto agli studi sulla visione stereoscopica, il primo capitolo procede sena sfrangiature sino alla creazione del marchingegno telepatico, evento che coincide però con altri due punti focali: la scoperta da parte della autorità accademiche degli esperimenti condotti dai due giovani (con i conseguenti problemi legali che né derivano e l’inevitabile incrinatura dei rapporti fra i due amici) e l’interessamento da parte di una oscura agenzia governativa circa i risultati delle scoperte telecinetiche. Ed è proprio da queste premesse che prende il via una seconda parte che si attesta sulle corde di un thriller spionistico che ricorda vagamente la serie di Bourne tanto quanto le puntate adrenaliniche di 24, un susseguirsi di colpi di scena, inseguimenti frenetici e oggetti i-tech che a lungo andare obiettivamente non fanno molto bene alla salute complessiva del progetto, appiattendo lo sviluppo della narrazione e trovando un punto di salvezza solamente nell’onirica sequenza della red room, una stanza a vetri oscurati che ricorda la teoria panottica del carcere progettato da Focault stesso, nella quale controllori specializzati tengono sotto costante monitoraggio i pensieri degli scienziati presenti nel laboratorio per evitare che essi possano ordire a loro volta complotti contro l’agenzia, soggetti che sono osservati senza sapere come e quando, dunque obbligati ad autodisciplinare la propria mente in maniera a dir poco grottesca.
Un gioco di osservatori e soggetti osservati, di controllori e controllati, che però porta con sé sempre e comunque un filosofico dilemma di base: se noi siamo osservati, allora chi osserva coloro che ci osservano? Nel corso delle sequenze finali della pellicola poi la tematica riguardante la capacità di poter spiare (o meglio, di ascoltare) i pensieri altrui diviene ben altro che un semplice attacco ai tentativi di certa governance contemporanea di violare la nostra intimità in nome della sicurezza nazionale (già Nemico pubblico di Tony Scott a fine anni ’90 aveva pensato a metterci in guarda da come la tecnologia sarebbe potuta giungere a tale scopo) e si assesta su una linea più morale che tecnica, più fanta che non scientifica, finendo per riacquisire il valore di una paternale sull’inviolabilità della sfera personale, dei sogni, delle speranze e bla bla bla…
Sullins, coadiuvato dalle eccellenti interpretazioni della coppia Thomas Stroppel e Artie Ahr, regge meglio che può lo sviluppo della storia e riesce a riportare sapientemente i remi in barca per evitare uno spiacevole naufragio, giocando con una certa soddisfazione con l’estetica asettica e cromaticamente simbolica della fotografia di Blake McClure e un montaggio che alterna benissimo tempi e dosaggi di inquadrature dense di immaginario postmoderno e tecnofeticistico, al quale contribuiscono le scenografie a metà strada fra minimal e new i-tech di Chelsea Turner, confezionando un prodotto semplice, chiaro e, seppur con qualche riserva di sceneggiatura e di evoluzione narrativa, ben diretto e strutturato.
Listening non vuole essere nulla di più di ciò che è in realtà, ovvero un ennesimo tentativo del cinema di usare le proprie storie e le proprie immagini per farci capire quanto pericolosa possa essere l’ambizione che ci spinge a voler desiderare di guardare gli altri senza preoccuparci di chi ci guarda, l’aspirazione di sapere tutto degli altri attraverso la tecnologia ma accettando di dover sacrificare un poco anche della nostra privacy per violare quella altrui. Per il momento ciò che le persone possono sapere di noi (e noi di loro) si riduce a una scarna biografia deducibile dai nostri dati, più o meno volontari, contenuti nel profilo di un social network, ma da qui allo spiare la nostra mente e i nostri pensieri il passo potrebbe non essere così lontano. Pensateci! E pensateci bene mentre vedete un film come questo, magari tra un’occhiata al vostro smartphone e una controllata all’ultimo post del vostro amico.
Durante la promozione de Il Ponte delle Spie, Steven Spielberg ha risposto anche ad alcune domande relative al progetto di Indiana Jones 5, a lungo discusso.
Il regista ha dichiarato in maniera piuttosto lapidaria che nessun attore potrebbe mai sostituire Harrison Ford nei panni del personaggio: “Non credo che qualcuno possa sostituire Harrison nel ruolo di Indy, penso che non succederà mai”.
Incalzato sulle voci che vogliono Chris Pratt frontrunner per il ruolo, Spielberg ha chiarito: “Non è certo mia intenzione far vestire i suoi panni a un altro attore, così come tanti attori hanno interpretato Spider-Man o Batman. Ci sarà un solo attore a interpretare Indiana Jones, e si tratta di Harrison Ford”.
Nonostante Harrison, che tornerà a partire dal 16 dicembre nei panni di Han Solo al cinema in Star Wars Il Risveglio della Forza, abbia abbondantemente superato i 70, Steven Spielberg ha specificato che “ci sono ancora più avventure da raccontare che film. E finché ce ne saranno, io ho una frusta, un cappello Fedora, una giacca di pelle e un uomo su un cavallo che sa come portare a termine il lavoro”.
Fonte – CS
Dopo molti mesi di silenzio intorno al film, ecco che in esclusiva per People vediamo la prima immagine ufficiale di The Nice Guy che vede Ryan Gosling e Russell Crowe fare coppia sul grande schermo.
The Nice
Guys è un noir ambientato negli anni ’70 con un cast
di superstar capitanato da Russell Crowe e
Ryan Gosling. Con loro ci saranno anche
Kim Basinger, Matt Bomer, Keith David, Beau Knapp, Angourie
Rice e Margaret Qualley.
Ambientato a Los Angeles negli anni ’70, The Nice Guys racconta la storia di un lottatore e di un detective privato impegnati a risolvere un caso di omicidio. Il film è prodotto da Joel Silver mentre la regia è di Shane Black.
Christopher Nolan è a lavoro su un nuovo film. A rivelarlo il suo attore preferito, Michael Caine. Il feticcio di Nolan, che ha all’attivo con lui ben sei film e una collaborazione/amicizia cominciata 10 anni fa sul set di Batman Begins, ha dichiarato: “Sono stato a cena con lui la notte scorsa, e ha un nuovo lungometraggio. Ovviamente è stato criptico, non mi ha voluto dire nulla, neppure se ha un ruolo per me…”
Durante il tour promozionale di Youth – La Giovinezza di Paolo Sorrentino di cui è protagonista, Michael Caine ha raccontato anche del suo primo incontro con Christopher Nolan: “Ero nella mia casa di campagna e non sapevo che Christopher ne aveva una proprio vicino alla mia proprietà. Così una domenica mattina mi vedo quest’uomo bussare alla porta con in mano una sceneggiatura, e vuole che faccia il film con lui. Allora gli chiedo qual è il titolo e lui risponde Batman Begins, e ho capito subito che voleva che interpretassi il dannato maggiordomo. E’ sempre stato un uomo molto riservato, già quella volta non mi ha lasciato la sceneggiatura ma ha voluto che la leggessi mentre lui era lì con me…”
Dove si spingerà questa volta la fervida immaginazione del regista di Inception e Interstellar?
Un posto sicuro di Francesco Ghiaccio: Casale Monferrato, 2011. Eduardo e Luca sono padre e figlio, ma si sono persi da tempo. Una telefonata improvvisa li rimetterà drammaticamente l’uno davanti all’altro, e questa volta, entrambi lo sanno, non avranno una seconda occasione. Intorno a loro si agita l’intera città, in cerca di riscatto alla vigilia della prima grande sentenza del processo alla fabbrica di amianto “Eternit”. Il bisogno di dar voce a chi non l’ha mai avuta e l’amore per una ragazza daranno a Luca la forza per rinascere, lottare, raccontare una storia fatta di dolori e gioie quotidiane, di ricordi che tornano per farti del male o salvarti per sempre.
11 donne a Parigi di Audrey Dana: Parigi. La primavera. 11 donne. Madri di famiglia, donne d’affari, amiche, single o sposate. Gioiose, esplosive, insolenti, inattese, complesse, gelose… tutte rappresentano un aspetto della donna di oggi: paradossali, un po’ confuse, ma sempre vitali.
Chiamatemi Francesco – il Papa della gente di Daniele Lucchetti: Chiamatemi Francesco è il racconto del percorso che ha portato Jorge Bergoglio, figlio di una famiglia di immigrati italiani a Buenos Aires, alla guida della Chiesa Cattolica. È un viaggio umano e spirituale durato più di mezzo secolo, sullo sfondo di un paese – l’Argentina – che ha vissuto momenti storici controversi, fino all’elezione al soglio pontificio nel 2013. Negli anni della giovinezza Jorge è un ragazzo come tanti, peronista, con una fidanzata, gli amici, e una professoressa di Chimica, Esther Ballestrino, cui rimarrà legato per tutta la vita. Tutto cambia quando la vocazione lo porterà a entrare, poco più che ventenne, nel rigoroso ordine dei Gesuiti. Durante la terribile dittatura militare di Videla, Bergoglio viene nominato, seppur ancora molto giovane, Padre Provinciale dei Gesuiti per l’Argentina. Questa responsabilità in un momento così tetro metterà alla prova, nel modo più drammatico, la fede e il coraggio del futuro Papa. Jorge nonostante i rischi si impegnerà in prima persona nella difesa dei perseguitati dal regime – ma pagherà un prezzo umanamente altissimo vedendo morire o “scomparire” alcuni tra i suoi più amati compagni di strada. Da questa esperienza Bergoglio uscirà cambiato e pronto a vivere il suo impegno futuro nella costante difesa degli ultimi e degli emarginati.
Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick di Ron Howard: Nell’inverno del 1820, la baleniera del New England Essex viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick. Ma l’autore ha descritto solo una parte della storia. Il nuovo film di Ron Howard Heart of the Sea Le Origini di Moby Dick rivela le conseguenze di quella straziante aggressione: di come i superstiti dell’equipaggio della nave si spingono oltre i loro limiti, costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le tempeste, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più profonde, dal valore della loro vita alla moralità dei loro scambi, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta e il suo primo assistente tenta ancora di sconfiggere la grande balena.
Il gesto delle mani di Francesco Clerici: Il film racconta il processo di creazione delle sculture in bronzo dell’artista Velasco Vitali alla storica Fonderia Artistica Battaglia di Milano.
La Isla Minima di Alberto Rodriguez: Profondo sud della Spagna, 1980. In un piccolo villaggio in cui il tempo sembra essersi fermato – nei pressi di un labirinto di paludi e risaie – si e installato un serial killer responsabile della scomparsa di molte adolescenti delle quali nessuno sembra interessarsi. Ma quando due giovani sorelle spariscono durante le festività annuali, la madre spinge per un’indagine e due detective della omicidi arrivano da Madrid per cercare di risolvere il mistero. Sia Juan che Pedro hanno una vasta esperienza nei casi di omicidio, ma differiscono nei metodi e nello stile. Dovranno ben presto fronteggiare ostacoli per i quali non sono preparati….
Mon Roi – Il mio re di Maiwenn Le Besco: Tony è ricoverata in un centro di riabilitazione dopo un grave incidente di sci. Dipendente dal personale medico e dagli antidolorifici, si prende il tempo per guardare indietro ad una relazione turbolenta che ha vissuto con Georgio. Perché si sono amati? Chi è realmente quest’uomo che amava così profondamente? Come ha fatto a sottomettersi a questa passione così soffocante e distruttiva? Per Tony, un difficile processo di guarigione è di fronte a lei, un lavoro fisico che può finalmente liberarla…
Quel fantastico peggior anno della mia vita di Alfonso Gomez-Rejon: E’ la storia divertente e commovente di Greg (Thomas Mann), un liceale che cerca di mimetizzarsi evitando relazioni profonde, come strategia di sopravvivenza in quel campo minato che è la vita sociale dei teenagers. Greg descrive persino il suo costante compagno Earl (RJ Cyler), con il quale realizza cortometraggi-parodia di classici del cinema, più come un collega che come il suo migliore amico. Ma quando sua madre (Connie Britton) insiste affinché lui passi del tempo con Rachel (Olivia Cooke) – una compagna di scuola recentemente colpita da un cancro – Greg scopre pian piano quanto valore può avere un vero legame di amicizia.
Regression di Alejandro Amenábar: Minnesota, 1990. Il Detective Bruce Kenner (Ethan Hawke) sta indagando sul caso di una giovane di nome Angela (Emma Watson), che accusa il padre, John Gray (David Dencik), di un crimine terribile. Quando John, inaspettatamente e senza averne memoria, ammette la sua colpa, il famoso psicologo Dottor Raines (David Thewlis) viene chiamato per aiutarlo a rivivere i suoi ricordi, ma ciò che verrà scoperto smaschererà un orribile mistero.
Oscar Isaac e Garrett Hedlund sono i protagonisti del trailer di Mojave, film scritto e diretto da William Monahan, già premio Oscar per la sceneggiatura di The Departed.
Ecco il trailer:
Da un’idea originale di Monahan, il film racconta del desolato e violento artista, Tom (Hedlund) che scappa nel deserto, dove, invece di solitudine e silenzio, trova quello che cercava, lo spietato omicida Jack (Isaac).
Ecco la colnna sonora dell’epico nuovo trailer di Batman V Superman Dawn of Justice in cui vediamo la trinità schierata e pronta a combattere contro Doomsday.
https://youtu.be/w_cGotw1AmI
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“Temendo le azioni incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.
Ricordiamo che Batman v Superman : Dawn of Justice, Zack Snyder è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. In Batman v Superman saranno presenti Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno anche: Amy Adams, Laurence Fishburne, Diane Lane, Jesse Eisenberg, Ray Fisher, Jason Momoa e Gal Gadot. Batman v Superman : Dawn of Justice arriverà nelle sale di tutto il mondo il 6 maggio 2016.
A breve vedremo on line il trailer di X-Men Apocalypse del quale vi abbiamo già fornito la descrizione (qui). Adesso sappiamo con certezza che il primo video promozionale ufficiale del film di Bryan Singer durerà 2:24 minuti. Inoltre Alberta Film Rating lascia intendere che il trailer arriverà prestissimo in rete, magari entro la prossima settimana.
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“Sin dagli albori della civiltà, è stato venerato come un Dio. Apocalisse, il primo ed il più potente dell’universo degli X-Men della Marvel, ha accumulato i poteri di altri mutanti, diventando immortale e invincibile. Risvegliatosi dopo tanti anni, è disilluso dal mondo che trova e recluta un team di mutanti potenti, incluso uno sfiduciato Magneto (Michael Fassbender), per purificare l’umanità e creare un nuovo ordine mondiale, su cui egli regnerà. Con il fato della Terra in bilico, Raven (Jennifer Lawrence) con l’aiuto del Professor X (James McAvoy) devono guidare un team di giovani X-Men per fermare il loro nemico più potente di sempre e salvare l’umanità dalla distruzione”.
Guarda – X-Men Giorni di un futuro passato: tutte le differenze con il fumetto
Leggi anche – X-Men Apocalypse: Magneto innamorato e paterno
Con Bryan Singer alla regia e allo script, in X-Men Apocalypse tornerà anche Simon Kinberg a scrivere la sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer, Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris.
Inoltre ci sono anche già i primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà ambientato una decina di anni dopo Giorni di un Futuro Passato e rappresenta un passo successivo nella storia. L’aver alterato la storia nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles (James McAvoy), Erik/Magneto (Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence), Wolverine (Hugh Jackman) e Hank/Bestia (Nicholas Hoult) saranno raggiunti da Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere contro il formidabile menico, una antica e potente forza, determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella storia dell’umanità.Oscar Isaac è stato scelto per interpretare Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner (Jean Grey), Tye Sheridan (Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta), Kodi Smit-McPhee (Nightcrwaler), Lana Condor (Jubilee), Olivia Munn (Psylocke).
Come tutti sappiamo, gli Americani sono noti per appellarsi a qualsivoglia cavillo e mettere in piedi polemiche con risonanza internazionale. L’ultima in ordine di tempo coinvolge la rivista Entertainment Weekly e quello che, a quanto pare, è un “commento” irrispettoso e ai margini del razzismo nei confronti di Black Panther, nuovo supereroe Marvel (cinematograficamente parlando) che vedremo rpesto al cinema in Captain America Civil War e che, con Cap e Iron Man, occupa la cover del magazine.
La cover rivelata ieri on-line mostra la pantera nera con ila parola “meow” vicino alla testa, come se questa minacciosa e possente figura miagolasse come un gattino.
Ebbene, il web si è
rivoltato, tramite social ma anche su riviste on line di cinema e
fumetti, dichiarando che il “meow” era offensivo per un
supereroe/principe di una nazione utopica africana, Wakanda,
soprattutto considerato che si tratta del primo supereroe di colore
nella storia dei Marvel Studios ad arrivare al cinema, dopo
Falcon, e il primo ad avere un film tutto per sè.
Secondo il web infatti
la parola giusta che avrebbe dovuto affiancare la testa del fiero e
feroce personaggio era un “roar”, più propriamente un ruggito da
pantera.
Non sappiamo ancora se la rivista rivedrà la sua copertina o se chiederà pubbliche scuse alla parte lesa, ovvero l’eroe Marvel, o forse i fan stessi. Vi terremo aggiornati.
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In Captain America Civil War lo schieramento di Cap sarà formato da Bucky, Falcon, Ant-Man, Agente 13 e Occhio di Falco. Quello di Iron Man invece da Vedova Nera, War Machine, Black Panther e Vision. Al momento non è ancora chiaro che parte prenderanno Spider-Man e Scarlet Witch.
In attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto da Anthony e Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Captain America Civil War arriverà nelle sale italiane il 4 maggio 2016.
The Hollywood Reporter informa che la Marvel ha assunto Stephany Folsom per mettere mano alla sceneggiatura di Thor Ragnarok. La sceneggiatrice rielaborerà il materiale già scritto da Christopher Yost e Craig Kyle.
Sembra che ai vertici Marvel sia nata l’esigenza di avere a bordo più talent appartenenti al gentil sesso, considerando anche che sia per Guardians of the Galaxy che per Captain Marvel sono già state assunte due sceneggiatrici, Nicole Perlman e Meg Lefauve.
Thor Ragnarok sarà diretto da Taika Waititi. Nel film torneranno, confermati per adesso, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Jaimie Alexander, Ray Stevenson, Mark Ruffalo e Anthony Hopkins.
La data d’uscita è prevista per il 3 novembre 2017.
Fonte: THR
Peyton Reed ha dichiarato di aver appena cominciato il lavoro di scrittura per Ant-Man and The Wasp, prossimo sequel di Casa Marvel che vedrà protagonisti i due eroi-insetto che il mondo del cinema ha conosciuto quest’estate e che hanno i volti di Paul Rudd e Evangeline Lilly.
Il regista ha dichiarato che il segreto del film sarà racchiuso nella relazione trai due protagonisti: “Parte di quello che esploreremo, e che è mostrato nei fumetti, sarà come Wasp e Ant-Man sono una coppia vincente. Parte di questa cosa dipende anche da come si approcciano l’uno all’altra come persone. Quale sarà la loro relazione personale e il loro stile di combattimento insieme?”
Il sequel di Ant-Man, Ant-Man and The Wasp, arriverà al cinema il 6 luglio 2018. Alla regia potrebbe tornare Peyton Reed, mantre sono stati confermati i protagonisti Paul Rudd e Evangeline Lilly.
Venerdì 4 alle ore 21 presso il cinema Odeon di Bologna e mercoledì 9 dicembre alle ore 21 al Cinema Colosseo di Milano, Sala Bio presenta l’anteprima di Perfect Day, film rivelazione dell’ultimo Festival di Cannes, diretto dallo spagnolo Fernando León de Aranoa (I lunedì al sole) e interpretato da uno straordinario cast internazionale: Benicio del Toro, Tim Robbins, Mélanie Thierry, Olga Kurylenko, una commedia unica nel suo genere, capace di raccontare il dramma della guerra con le armi dell’ironia e della speranza, affidandosi a un formidabile gruppo di antieroi. Sarà presente in sala il regista.
Il film sarà distribuito nei cinema italiani a partire dal 10 dicembre da Teodora Film.
La Guerra Civile dei fumetti Marvel è un enorme conflitto tra due giganteschi schieramenti di supereroi. Al cinema, ormai lo sappiamo, i protagonisti saranno esclusivamente gli eroi che abbiamo già visto in azione al cinema. Questione di ordine e possibilità di mettere in scena una storia che si presti al racconto cinematografico. Non sembrano quindi fuori luogo le parole dei Russo, registi di Captain America Civil War, in merito alla scena che nel film è stata chiamata dalla troupe la “plash page fight“.
Secondo i registi infatti “La storia parla di una famiglia e di quello che accade quando in questa famiglia le persone non sono d’accordo. Abbiamo paragonato la cosa a una lite durante un matrimonio. Cosa succede quando tuo fratello litiga con tuo cugino? Da che parte tischieri? In pratica ci siamo chiesti come ci si comporta in un momento in cui le persone che si amano si trovano a odiarsi e a farsi del male”.
Cosa ve ne pare?
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In Captain America Civil War lo schieramento di Cap sarà formato da Bucky, Falcon, Ant-Man, Agente 13 e Occhio di Falco. Quello di Iron Man invece da Vedova Nera, War Machine, Black Panther e Vision. Al momento non è ancora chiaro che parte prenderanno Spider-Man e Scarlet Witch.
In attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto da Anthony e Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Captain America Civil War arriverà nelle sale italiane il 4 maggio 2016.
Fonte:EW
Ecco di seguito una nuova featurette su Ant-Man che si concentra sul tank che Hank Pym (Michael Douglas) tiene attaccato alle… chiavi di casa!
Ecco i video:
https://youtu.be/SCvZPmjjqts
Il sequel di Ant-Man, Ant-Man and The Wasp, arriverà al cinema il 6 luglio 2018. Alla regia potrebbe tornare Peyton Reed, mantre sono stati confermati i protagonisti Paul Rudd e Evangeline Lilly.
Sono stati assegnati i New York Film Critics Circle Awards e, trai tanti film concorrenti, atrionfare è stato Carol, di Todd Hayens, che si è portato a casa i premipiù ambiti. Per le categorie degli attori hanno invece brillato Michael Keaton per Spotlight e Saoirse Ronan per Brooklyn. Un po’ di Italia è stata premiata nel riconoscimento speciale al Maestro Ennio Morricone.
Di seguito la lista completa:
Best First Film: “Son of Saul”
Best Foreign Film: “Timbuktu”
Best Supporting Actress: Kristen Stewart (“Clouds of Sils Maria”)
Best Supporting Actor: Mark Rylance (“Bridge of Spies”)
Best Cinematography: Edward Lachman (“Carol”)
Best Screenplay: Phyllis Nagy (“Carol”)
Best Nonfiction Film: “In Jackson Heights”
Best Animated Film: “Inside Out”
Special Award: William Becker and Janus Films
Special Award: Ennio Morricone
Best Actress: Saoirse Ronan (“Brooklyn”)
Best Actor: Michael Keaton (“Spotlight”)
Best Director: Todd Haynes (“Carol”)
Best Film: “Carol”