Il Concorso Internazionale della
nona edizione del RomaFictionFest 2015 ospita una
rassegna composta da pilot e prime stagioni delle migliori
produzioni televisive. Il titolo scelto a rappresentare l’Italia è
Limbo, con Kasia
Smutniak nei panni di una reduce da una missione di pace
in Afghanistan e vittima di Disturbo Post-Traumatico da Stress. Due
le serie americane in gara: Mr. Robot,
sul mondo dell’hacktivism che ha ricevuto l’endorsement di
Edward Snowden e The Man in the High
Castle, adattamento curato da Frank
Spotnitz del romanzo di Philip K. Dick, “La svastica sul
sole”. Due i titoli britannici: Glue di
Jack Thorne, uno degli autori più interessanti
d’oltremanica, ambientata nell’Inghilterra rurale tra una comunità
di giovani che conducono una vita ai limiti della legalità tra
sesso, droga e alcol, e Capital,
adattamento del celebre romanzo omonimo di John
Lanchester, specchio di un mondo borghese e
multietnico, interpretata dai grandi attori inglesi Toby
Jones e Gemma Jones. Due titoli anche dal Nord Europa:
Occupied, da un’idea di Jo
Nesbø, che immagina un futuro non lontano in cui i Russi
invadono la Norvegia e rapiscono il primo ministro;
Trapped di Baltazar
Kormàkur (regista di
Everest), crime drama ambientato sullo
sfondo di una magnifica Islanda. Dalla Francia, la serie
Trepalium, ambientata in un futuro in cui
vengono applicate misure estreme per gestire la disoccupazione.
Dalla Germania, Deutschland 83 che segue
le vicende di un ventenne della Germania dell’Est costretto a
sostituire un militare nella Germania dell’Ovest e a lavorare come
spia. Dall’Australia, Glitch, dove i
defunti tornano misteriosamente in vita, con sviluppi del tutto
inattesi. Dal Sud America, O
Hipnotizador, adattamento del fumetto omonimo
dell’argentino De Santis che racconta la vicenda onirica e surreale
di una lotta tra due ipnotisti in una città di confine tra Brasile
e Argentina. Infine, dalla Corea del Sud, il tv-movie con inserti
documentari The Trial of Chungyang – A Girl
Prosecuted by Feudalism che mette in scena una storia
di emancipazione femminile dalla tradizione di una forma di
performance coreana: il pansori. La replica domenicale sarà
preceduta da una performance di pansori dal vivo, realizzata con la
collaborazione dell’Ambasciata della Repubblica di Corea ed
eseguita da Jong Hyuk Park e da Cecilia
Soojeong.
Lea di
Marco Tullio Giordana aprirà la nona edizione del
RomaFictionFest. Marco Tullio Giordana – autore de I cento
passi, film nominato al Golden Globe, vincitore di cinque
David di Donatello, e de La meglio gioventù,
esempio eccellente di osmosi tra cinema d’autore e serialità,
premiato a Cannes e, successivamente, con sei David – torna sul
piccolo schermo per dirigere un potente political
crime, racconto civile e storia vera ispirata alle
drammatiche vicende di Lea Garofalo, vittima della ‘ndrangheta.
Nel cast Vanessa
Scalera, Linda Caridi, Alessio Praticò,
Mauro Conte. Lea – coprodotto da Rai Fiction
eBibi Film Tv di Angelo
Barbagallo con il sostegno della Regione
Lazio-Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo e il contributo
della Apulia Film Commission – inaugura la manifestazione
all’Auditorium Conciliazione e andrà in onda il 18 novembre in
prima serata su Rai Uno.
Nel giorno inaugurale della
manifestazione, il programma del Fuori Concorso
propone in prima mondiale l’episodio uno di The Last
Panthers: la serie, creata da Jack
Thorne, pluripremiato autore di Skins e
The Fades, è firmata da Johan
Renck, l’ecclettico regista, musicista e fotografo svedese
che ha firmato tre episodi di Breaking Bad e
The Walking Dead e ha realizzato video musicali
per alcune fra le più importanti popstar internazionali, fra cui
Madonna, Kylie Minogue e Robbie Williams.
La nuova coproduzione
internazionale di sei puntate, voluta da Sky Atlantic
UK e Canal+, in onda in Italia dal 13
novembre su Sky Atlantic Hd, si basa su una storia vera e percorre
le vie della corruzione che attraversano l’intera Europa, unita nel
segno di una malavita organizzata che prolifera sulla guerra civile
dell’ex-Jugoslavia, si evolve e genera i “Banksters”, gangsters e
banchieri senza scrupoli. La sigla di apertura è firmata dal duca
bianco David Bowie; nel cast Samantha
Morton, candidata a due premi Oscar® e vincitrice del
Golden Globe per il tv-movie Longford di Tom Hooper, Tahar
Rahim, César per il suo ruolo in The Prophet, e
John Hurt, straordinario interprete la cui
carriera esemplare – cinque decenni di grande cinema e teatro – lo
ha visto lavorare al fianco di Ridley Scott, Alan Parker, David
Lynch, Michael Cimino, Sam Peckinpah, Robert Zemeckis, fra gli
altri, e ricevere due candidature all’Oscar®.
La nona edizione del
RomaFictionFest omaggia Sergio Sollima, scomparso
a luglio all’età di 94 anni. Il regista e sceneggiatore, esponente
fra i più apprezzati dello spaghetti-western, sarà ricordato con la
proiezione di uno degli sceneggiati più amati della storia della
televisione italiana, Sandokan, firmato proprio da
Sollima, tratto dai romanzi di Emilio Salgari e
andato in onda sulla Rai nei primi mesi del 1976. Il Festival
proporrà al pubblico una vera e propria maratona durante la quale
saranno proiettati i sei episodi che costituiscono la serie. Nel
segno di una serialità famigliare, l’evento sarà presentato dal
figlio Stefano, regista di
Suburra, ACAB – All Cops Are
Bastards, delle serie Romanzo criminale e
Gomorra, nell’ambito di un incontro a cui
parteciperà l’amato e indimenticabile volto di Sandokan,
Kabir Bedi, conCarol Andrè,
Andrea Giordana, i fratelli Guido
e Maurizio De Angelis, autori della celebre sigla
dello sceneggiato, e Federico Scardamaglia che lo aveva prodotto
per la Leone Film.
La novità della nona edizione è il
ritorno al Concorso Internazionale, tenutosi per
l’ultima volta nel 2010. Il presidente della Giuria sarà il
chitarrista e icona della musica rock Steven Van
Zandt, in arte Little Steven, al fianco di Bruce
Springsteen nella leggendaria E-Street
Band, reso celebre dalla sua interpretazione nella serie
televisiva HBO I Soprano, diretta da David
Chase. Dopo aver vestito i panni del consigliere del boss
Tony Soprano, interpretato dal compianto James Gandolfini, Little
Steven torna ad essere uno spassoso criminale spedito in Norvegia
sotto copertura in Lilyhammer, la brillante serie
televisiva da lui ideata e prodotta, trasmessa da SkyAtlantic e
realizzata da Netflix. Tra i suoi ultimi lavori il musical “Piece
of My Heart: The Bert Berns Story”, di cui è produttore e direttore
musicale.
Una delle novità del 2015 è la
sezione YAS (Young Adult Special) che getta un
ponte tra la parte Kids&Teens e la Selezione Ufficiale e ospita
serie tv e web dedicate al pubblico giovane: fra queste, la
serieZio Gianni 2 di Sidney Sibilia (prodotta da
Ascent Film per Rai Fiction), il documentario
Animeland di Francesco Chiatante, dedicato ai
manga e agli amanti dei cartoon con interviste inedite a Maurizio
Nichetti, Caparezza, Paola Cortellesi e ad altri artisti e attori
amanti del genere.
SERIAL
CRIME
Una
selezione dei migliori titoli da tutto il mondo del genere più
frequentato dalla serialità televisiva.
Per gli
Stati Uniti due successi della nuova stagione americana:
Quantico con Priyanka Chopra, Miss Mondo indiana,
che si destreggia tra gli intrighi dell’FBI, e
Limitless, sequel seriale dell’omonimo film con
Bradley Cooper, qui anche nella veste di produttore della serie e
interprete di un piccolo ruolo. ProtagonistiJake
McDorman e Jennifer Carpenter, nota al
pubblico italiano nelle vesti di Debra Morgan, sorella di Dexter.
Nutrita
la presenza dal Vecchio Continente con una selezione dei titoli più
visti nel Nord Europa, a partire dal thriller psico-sociale
norvegese Acquitted, protagonista un giovane
agente di borsa costretto a tornare nel Paese d’origine dopo
vent’anni passati in Asia per salvare una società di energia
sostenibile sull’orlo del fallimento.
Dalla
Danimarca due serie: Follow the Money ambientata
nel mondo della finanza, in borsa e nelle sale del potere dove
trafficano speculatori, magnati di grandi imprese e organizzazioni
criminali che riciclano i loro guadagni illeciti;
Norskov, cittadina portuale nel nord dello
Jutland, dove il dilagare della droga tra i giovani ostacola i
progetti del sindaco per dare alla città una nuova
identità.
Dalla
Spagna, l’inchiesta ricca di colpi di scena di Mar de
Plástico, e Refugiados firmato dal
celebre duo creativo spagnolo Ramón Campos e Gema R.
Neira.
La
Francia sarà presente con la seconda stagione del crime femminile
Candice Renoir e una produzione polacca,
Wataha, ambientata al confine tra Ucraina e
Polonia, in un piccolo e pacifico villaggio polacco colpito da una
bomba che uccide diverse persone e alcune guardie di
confine.
Quattro
le serie dall’emisfero sud: la neozelandese
Westside tra dramma e commedia; l’australiana
The Principal ambientata in una scuola superiore;
l’argentina Entre Canibales del premio Oscar Juan
José Campanella (Il segreto dei suoi occhi); la sudafricana
Swartwater, dove il crimine dà vita a una
impossibile elaborazione di un lutto. Infine, la sudcoreana
Bad Guys caratterizzata dall’estetica dei gangster
movie del Far East e la messicana Señorita
Pólvora, con una ragazza ribelle immischiata nel mondo dei
narcotrafficanti.
PERIOD DRAMA
Il
RomaFictionFest dedica una sezione alle serie “in costume”, in
grado di rappresentarne le diverse anime e le diverse declinazioni
in varie parti del mondo.
Immancabile naturalmente la Gran Bretagna con Wolf
Hall, plurinominata agli ultimi Emmy e tratta dai romanzi
di Hilary Mantel. Ambientata alla corte di Enrico VIII vanta tra
gli interpreti Damian Lewis, Jonathan Pryce, Mathieu Almaric e il
prossimo Spider-Man Tom Holland.
Lady Chatterley’s Lover con
Richard Madden e Holliday Grainger incarna il lato romantico del
filone in un classico della letteratura di Lawrence riletto per la
televisione da Jed Mercurio, mentre la rivisitazione
diJekyll & Hyde firmata da Charlie Higson vede un
novello Doctor Jekyll (Tom Bateman) a metà tra un dandy dell’epoca
coloniale e Hulk.
The Book of Negroes rappresenta invece la versione più impegnata del Period Drama,
con il racconto del viaggio della giovane Amindata Diallo, rapita
dai trafficanti di schiavi in Africa occidentale e venduta in
America. La miniserie in sei puntate è basata sul best-seller di
Lawrence Hill “Someone Knows My Name” e vede nel cast Cuba Gooding
Jr. e Louis Gossett Jr.
Dal
Brasile, Magnifica 70 sul cinema exploitation
brasiliano che contestava il regime e cercava soluzioni per
sfuggire alla censura.