Big è morto. Aidan è tornato. Eppure
Carrie, in And Just Like That 3, è di
nuovo sola. La penna più brillante di New York continua a muoversi
tra alti e bassi emotivi, senza trovare una rotta stabile. Nella
seconda stagione del revival della serie cult degli anni
Novanta, la scrittrice aveva ritrovato uno dei suoi grandi amori,
Aidan, quello che in Sex & The City aveva lasciato per seguire il richiamo
irresistibile del suo “grande amore”: Mr. Big. Aidan, per tutti,
era però l’uomo perfetto. Quello da sposare (e infatti le aveva
fatto una proposta), ma non aveva il magnetismo e l’aura seducente
che John portava con sé. E aveva fatto bene Carrie a scegliere
John, perché insieme sono stati una delle coppie più iconiche del
piccolo schermo: perché la loro era una relazione turbolenta, ma
passionale, travolgente, quel tipo d’amore che tutti, in fondo,
desiderano.
Dopo la dipartita di Mr Big nella
prima stagione di And Just Like That, le carte sono state
poi necessariamente rimescolate, anche se dobbiamo ammettere che il
ritorno del designer – vera antitesi di John – ha lasciato l’amaro
in bocca. E questo primo episodio della terza stagione ci conferma
ciò che già pensavamo due anni fa: tra Carrie e Aidan non c’è più
una vera connessione, nemmeno se consideriamo gli ostacoli che la
sua situazione familiare porta con sé. And Just Like That
3 è disponibile su NOW
con un episodio a settimana.
And Just Like That 3, la trama
Carrie e Aidan sono lontani.
Quest’ultimo, alle prese con problemi familiari, ha chiesto a
Carrie di aspettarlo per cinque anni: il tempo necessario per
seguire i figli e, poi, iniziare finalmente una vita serena con
lei. Dopo aver accettato, la ritroviamo intenta a scrivergli
cartoline firmate solo da cuori: piccoli gesti simbolici per tenere
vivo il loro legame nonostante la distanza. Nel frattempo, Miranda
è ancora alla ricerca di una nuova compagna e, una sera in un
locale, incontra Mary, una donna sui generis che si rivela essere
una suora.
Lisa è alle prese con la produzione
di un docufilm dedicato a dieci donne afroamericane dimenticate
dalla storia, ma l’insistenza delle colleghe per includere Michelle
Obama la mette in crisi: la figura dell’ex First Lady non si
allinea con la visione iniziale del progetto. Intanto Lily si
invaghisce di un ballerino, mentre Charlotte si trova a difendere
il suo bulldog inglese, accusato ingiustamente di essere aggressivo
da un’anziana vicina pettegola. Seema, infine, affronta le
difficoltà della sua relazione: la mancanza di intimità con il
compagno la spinge a prendere una decisione drastica.
Un revival con un’identità
autonoma… che non funziona più
And Just Like That non sarà
mai Sex & The City. E questo è un fatto. I revival non si
possono misurare con le loro versioni originali: sono storie nuove,
non semplici prolungamenti. In questo caso, l’idea di partenza era
forte: se Sex & The City portava un’ondata di empowerment
femminile in un’epoca – quella tra anni ’90 e 2000 – che ne era
affamata, con un tono provocatorio e dissacrante verso la società
patriarcale, And Just Like That ha cercato di
aggiornarsi ai tempi moderni.
Ha voluto raccontare come una donna
over 50 possa vivere liberamente la propria sessualità oggi, senza
vergogna né maschere. Ma ciò che ormai non regge più – e che emerge
con ancora più forza nel primo episodio della nuova stagione – sono
le storyline delle protagoniste. All’inizio, era intrigante vederle
alle prese con il mondo contemporaneo, tra social network e figli
adolescenti, che portavano con sé un inevitabile confronto
generazionale. Ma con il tempo, questa dinamica si è indebolita. E
le stagioni successive, più che aggiungere, hanno svuotato il
racconto.
Personaggi bloccati e nuove entrate
deboli
Le tre amiche storiche sono
infatti incastrate in dinamiche ormai stantie. Carrie vive
un amore a distanza con un uomo che sembra esser tornato nella sua
vita più per colmare un vuoto che per accendere una nuova fiamma
narrativa. Miranda, invece, cerca disperatamente una nuova compagna
dopo aver abbracciato la sua nuova identità sessuale. A ben
guardare, è Charlotte che resta l’unica ad avere un filo di
coerenza con la sua versione originale, immersa nei doveri
familiari, divisa tra le figlie e il suo amatissimo Mr. Burton.
E neppure le new entry non bastano a
ravvivare la trama: Seema, purtroppo, continua a sembrare la copia
sbiadita di Samantha, come se vivesse all’ombra del personaggio che
ha lasciato un vuoto impossibile da colmare. Lisa, invece, incarna
la classica figura della madre in carriera che vuole emergere e
lasciare un segno, ma finisce per risultare quasi caricaturale
nella sua rappresentazione: la sua complessità viene ridotta a un
cliché.
Guardando questo primo episodio, la
verità è lampante: And Just Like That aveva colpito per la
novità e l’audacia della prima stagione, ma ora sembra aver
perso la direzione. Quello spirito audace, brillante e
pungente che caratterizzava la serie madre è andato dissolvendosi
completamente, e non è stato sostituito da qualcosa di altrettanto
valido. E forse, dopo questa visione – reduci anche da una poco
convincente seconda season – avrebbe fatto meglio a concludersi con
un’unica, solida stagione. Se gli sceneggiatori non riusciranno a
dare un nuovo senso al percorso delle protagoniste, sarà difficile
che anche i fan più affezionati decidano di rimanere a bordo.
La
moda torna preponderante in And Just Like That 2
ma anche le crisi amorose e le incomprensioni. In And Just
Like That 2×01, Carrie (Sarah
Jessica Parker) e Charlotte (Kristin
Davis), rimaste le uniche del gruppo nella caotica New
York si preparano per l’evento dell’anno: il Met Gala. Un evento
cardine della moda della Grande Mela con tutti i riflettori puntati
addosso. Una stagione che si prospetta molto più vicina alla trama
e alle dinamiche della serie tv madre, Sex and the City.
Se
nella prima stagione And Just Like That aveva
esplorato il dramma del lutto dopo la morte di Mr. Big, questa
seconda attraversa invece la rinascita di Carrie
che, come abbiamo visto sul finale della prima stagione,
intraprende una relazione con il produttore del suo podcast. In
onda su Sky Atlantic dal 23 giugno e in streaming
su NOW, And Just Like That 2×01
dà il via a una stagione ricca di colpi di scena dove gli annunci
preventivi del ritorno di Samantha e di Aidan non hanno fatto altro
che aumentarne il desiderio.
And
Just Like That 2×01, la trama
Il
Met Gala è l’appuntamento più atteso a New York e
Charlotte e Carrie cercano di
prepararsi al meglio. Sull’altro lato della costa,
Miranda (Cynthia
Nixon) e Che (Sara
Ramírez) vivono sotto
la luce del sole di Los Angeles la loro relazione. Miranda si è
totalmente lasciata alle spalle la vita misurata e ponderata da
avvocato e si butta a capofitto nella nuova versione di sé stessa,
o per lo meno di prova. La scena in cui cerca di rilassarsi
all’interno del centro benessere riporta a galla la vera
Miranda che non è in grado di stare ferma,
immobile e in silenzio godendosi la pace e la tranquillità del
centro.
Anche
le cose con Che sembrano andare bene, ma la
“nuova Miranda” cade nei vecchi pensieri e perplessità
della vecchia, che, come vediamo, è sempre presente dentro di lei.
Un piccolo problema di comunicazione tra la coppia, che
sessualmente invece sembra aver trovato la giusta combinazione,
porta un po’ di scompiglio che però la coppia riesce a superare
portando la loro relazione a un livello ancora più intimo e
complice.
Calma apparente
Quello che si prova guardando And Just
Like That 2×01 è un senso di calma apparente che aleggia
soprattutto sul personaggio di Sarah Jessica Parker. Carrie
è proprio cambiata e la sua nuova vita da vedova e nuove
consapevolezze dettate dall’età la pongono sotto una nuova luce.
Non batte ciglio e non si scompone nel momento in cui la sua
emergenza moda per il Met Gala si trasforma in un
disastro annunciato, anzi nel brutto riesce a cogliere con ironia
quello che la sorte le sta proponendo. Andare al Met
Gala significa osare e divertirsi e quale miglior modo di
osare se non mettersi in testa una piuma di un uccello e il vestito
del matrimonio andato a monte con Big.
Anche
Charlotte e Harry (Evan
Handler) gestiscono la partecipazione al Met Gala con
calma, seppur ovviamente non mancano i momenti di mania del
controllo tipici del personaggio di Charlotte. In
generale questo primo episodio cerca di ricordarci dove abbiamo
lasciato i personaggi nelle varie fasi della loro vita. Non è un
episodio fatto per sconvolgere lo spettatore, com’era accaduto con
il pilot della prima stagione, e non ha neanche quel brio e
brilluccichio che potremmo aspettarci da un episodio incentrato sul
Met Gala.
Cosa
aspettarci
Seppur introduttivo, però, And Just Like
That 2×01 pone diversi tasselli su quello vedremo nei
prossimi episodi e su due eventi fondamentali nella vita di
Carrie: il ritorno di Samantha e
di Aidan. La prima interpretata da Kim Cattrall farà la sua apparizione in questa
seconda stagione, non si sa ancora in quali termini. La calma
apparente che avvolge Carrie potrebbe infatti
essere legata proprio alla mancanza dell’amica e manager della
scrittrice che di solito si occupava di risolvere tutti i momenti
più difficili. Non a caso è già “apparsa” virtualmente solo come
messaggio di testo che si scambia con Carrie dopo
la morte di Big.
Il
personaggio di John Corbet torna in scena. Il secondo grande
amore di Carrie che potrebbe portare una nuova
consapevolezza alla donna che, come vediamo in And Just
Like That 2×01, non riesce ad andare oltre nella relazione
con Franklyn (Ivan Hernandez).
Carrie e Aidan si sono sempre
rincorsi e sempre mancati, seppur innamorati nessuno dei due ha
saputo cogliere nell’altro il grande amore della sua vita. Quando
ricomparirà nella vita di Carrie, sicuramente la
trama e la seconda stagione prenderà una piega diversa.
Un Cosmopolitan e le chiacchiere fra
amiche che rendono la vita migliore. Sono sempre stati questi i due
tratti caratteristici di Sex & The City. Il marchio di fabbrica che ha distinto
la serie anni Novanta da altri show televisivi. Gli stessi tratti
che abbiamo ritrovato in And Just Like That, in
particolare nel finale della
seconda stagione del revival, in cui Carrie consuma il suo
cocktail baciata dal sole greco insieme a Seema, mentre una borsa
Yves Saint Laurent giace sulla sabbia.
Che fosse la nostalgia della serie
cult ad aver spinto Darren Star (suo creatore) a
farci tuffare di nuovo nelle vite di Carrie, Miranda e Charlotte è
un dato di fatto. Che continuasse a voler essere quasi sua copia
carbone è, invece, qualcosa di inaspettato. Con una prima stagione
avvincente, And Just Like That, a distanza di tredici anni
dal secondo film, ha riaperto le porte sulla quotidianità delle tre
amiche (un tempo erano quattro), per mostrarci quanto fossero
cambiate ed evolute e quanto lo show volesse impegnarsi ad
affrontare tematiche più idonee all’età delle protagoniste
maturate. Se quindi alla prima season era stato riconosciuto il
merito di essere un revival degno, la seconda ha registrato
un cambio di rotta, volendo chiaramente tornare ai
fasti della serie madre. Ma questa, a guardarlo oggi,
funziona ancora?
Quando andrà avanti Carrie?
Nella prima puntata di Sex &
The City, andata in onda sulla HBO nel
1998, un pubblico che stava per entrare nel nuovo millennio fa la
conoscenza di Carrie Bradshaw, una giornalista vivace e romantica
che ha una rubrica sul sesso. Parlare apertamente dell’argomento e
mostrarlo senza filtri è in realtà ciò che ha reso poi lo show così
famoso e apprezzato. Carrie, affascinata dalla moda e dalla vita
frenetica di New York, ci viene presentata come una giovane donna
dai grandi sogni, che – come ribadirà lei stessa nel primo film
della serie – è arrivata nella Grande Mela per cercare il vero
amore.
Mentre scopre e prova, quasi come
fossero cibi diversi, varie tipologie di uomini, insieme alle sue
amiche del cuore, Carrie capisce qual è l’uomo che vuole al suo
fianco, seppur nel corso delle stagioni la persona che desidera
davvero, ossia Mr. Big, non ne rispecchi
esattamente le caratteristiche. È così che la donna comincia ad
avere alte aspettative sugli uomini che frequenta, nella speranza
di poter coronare il suo sogno, che si trasforma quasi in una
missione. Al tempo stesso questo la porta a essere continuamente
illusa e indecisa, piena di preoccupazioni e dubbi e spesso anche
avventata. Un comportamento giustificato dalla sua età e dal suo
essere, in fondo, un’eterna fanciulla a volte anche capricciosa.
Nella prima stagione di And Just Like That, dopo averla
vista mettere in ordine i tasselli della sua vita con i due film
del 2008 e 2010, abbiamo una Carrie leggermente
diversa, più adulta, consapevole di chi è diventata.
È la morte di Big,
e il successivo lutto, a dimostrarcelo: lei sa di
non poter più tornare indietro e riavvolgere il nastro, e l’unico
modo per superare quella sua condizione è guardare verso il futuro,
continuando a crescere, pur essendo rimasta di nuovo sola. La
Carrie matura, che si sente finalmente bene nella sua età e in
quella quotidianità un po’ ordinaria ma stabile, è però spazzata
via nella seconda stagione del revival, innescata dal ritorno di
fiamma con Aidan. Dopo essersi visti ad Abu Dhabi nell’ultimo film,
e aver capito, in seguito al bacio con lui, che è Mr. Big l’amore
della sua vita, in And Just Like That 2 Carrie sembra fare
ancora una volta un passo indietro. O meglio, dieci balzi nel
passato, quando nella stagione quattro crede sia Aidan il partner
giusto con il quale sistemarsi in pianta stabile, vendendo
addirittura il suo appartamento per costruirci insieme un
futuro.
Ma sappiamo molto bene quanto Carrie
si sia pentita allora della decisione, mandando a monte il
matrimonio con Aidan nel giro di poco tempo a causa del suo
sentirsi in gabbia. E soprattutto quanto le sia costato mettere in
vendita la sua bella casetta a Manhattan. Il risultato è che, come
accadde in Sex & The City, la scelta ripetuta in And
Just Like That 2 la porta a rimanere esattamente dove
è sempre stata: in bilico fra l’andare avanti ed essere
felice e il rimanere immobile, in una relazione che non sa dove
attraccherà. Un limbo che non ha mai fine. Soltanto che adesso,
l’aggravante, è che deve aspettare 5 anni per per poter stare
tranquilla.
Big o Aidan?
Ed è in realtà proprio a far
inceppare gli ingranaggi di Carrie in And Just Like That
2. Sin dalle prime immagini, il pubblico che si era legato al
giovane designer di mobili, ha immaginato come potesse essere
l’incontro con la donna dopo l’episodio nelle terre d’Oriente.
Abbiamo conosciuto Aidan nella terza stagione e sembrava essere
perfetto per lei: un uomo strutturato, fatto e finito, con le idee
e gli obiettivi chiari.
Era l’amore che Carrie cercava per
le strade di New York, fra i vicoli, nei bar chic, nelle feste da
sballo, nelle sfilate di alta moda. Salvo poi capire che Aidan non
era – ancora – quello che voleva. Non era pronta ad affrontare un
matrimonio, a impegnarsi sul serio, a fare quel passo avanti che le
avrebbe cambiato la vita. Un comportamento infantile, che ha sempre
caratterizzato la protagonista e che nella fine del rapporto con
lui ha trovato conferma. Cosa voleva davvero Carrie? Solo
Big. Solo il suo John. Ed è questa la consapevolezza a cui
è arrivata nel secondo film, dopo il bacio improvviso con Aidan e
il ritorno a casa da suo marito. Aidan non poteva essere quello
adatto, perché Carrie aveva bisogno di quell’ “amore ridicolo,
scomodo, che consuma, che non può vivere senza l’altro”, come disse
a Petrovsky nel finale della sesta stagione a Parigi, prima di
buttarsi fra le braccia di Big e trovare il suo per sempre. Invece
Aidan era, semplicemente, grigio.
Nonostante Mr. Big sia stato nel
corso delle stagioni sempre indeciso, inaffidabile e a volte
vigliacco, non ha mai voluto davvero cambiarla, a differenza di
Aidan, e ha sempre acceso in lei quella passione che cercava, e che
si conformava bene al carattere sognatore, spensierato e a volte
bambinesco di Carrie. Con lui decide di sposarsi, accetta
l’etichetta di moglie, trovando con lui le regole per vivere un
matrimonio felice e giusto, cosa che con Aidan era stato
impossibile fare (lui la mise davanti ad un ultimatum nella quarta
stagione: o mi sposi o ti lascio).
In And Just Like That 2 è
strano perciò sentire Carrie chiedere a Miranda se Big sia stato un
errore, quando tutti sanno, lei compresa, quanto non fosse così,
soprattutto perché l’uomo è stato l’unico a permetterle di essere
se stessa, soprattutto di essere libera. E se John fosse ancora
vivo, a Carrie questo dubbio non sarebbe mai affiorato, e un
ennesimo ritorno di Aidan non le avrebbe fatto prendere una nuova
casa a Gramercy Park per lui e i suoi figli, come invece avviene
nella season del revival. A livello narrativo, la re-introduzione
del personaggio è stata molto frettolosa, non aderisce bene alla
nuova realtà di Carrie e risulta persino monotona, non apportando
alcun cambiamento o miglioramento significativo né alla
protagonista né al suo modo di intendere i rapporti. Non la fa
crescere ancora, come si sperava di vedere. Non la fa evolvere.
Quello a cui perciò si assiste è un ripetere gli errori fatti in
Sex & The City, constatazione confermata dalla
richiesta di lui di aspettare che il figlio Wyatt finisca la
pubertà per poter stare insieme. Non ci sono soluzioni o
compromessi per lui. Ci sono solo le sue decisioni prese senza un
autentico confronto di coppia. Aidan non è il vero amore di Carrie.
È che Carrie, ancora una volta, si sta accontentando.
Samantha, il cuore pulsante dello
show
E ora arriviamo al cuore pulsante di
Sex & The City: Samantha Jones. Il
cameo di Kim Cattrall in And Just Like That 2, da quando
la stessa attrice lo annunciò sui suoi canali social, è stato il
momento più atteso e desiderato da tutti i sostenitori della serie.
Il personaggio di Cattrall è stato Sex & The City, una
ventata d’aria fresca e nuova che ha dato allo show ciò di cui
aveva davvero bisogno per differenziarsi ed essere risonante:
l’irriverenza. Pur essendo Carrie la protagonista, Samantha è
sempre riuscita a sovrastarla e in più di un’occasione oscurarla.
Era lei il personaggio sovversivo, portatrice di un pensiero
femminista, per non dire che fosse proprio una trasposizione su
schermo del movimento. Jones, da quando è apparsa nella prima
puntata, ha dichiarato subito la sua indole.
In una serie improntata sulla
libertà dell’essere donne, sull’annullare i tabù legati al sesso e
le sue declinazioni, Samantha è stata capace con le sue battute
ironiche, la sua franchezza e il suo savoir fair, di dare un senso
all’intera narrazione e ai suoi intenti. Molto più delle sue
amiche, le quali hanno sempre rappresentato varianti più deboli del
femminismo. Samantha si è battuta sin da subito per l’indipendenza
che merita di avere una donna, anche nel rapporto con un uomo,
tanto che lei stessa più di una volta sottolinea l’importanza di
dominare sotto le lenzuola. Anche quando si innamora – parliamo
sempre della serie – non si lascia sopraffare dal compagno, ma anzi
ad un certo punto, proprio perché crede in se stessa e non vuole
soccombere, lo lascerà con queste iconiche parole: “io ti amo, ma
amo più me stessa.”
Il personaggio portato in scena da
Kim Cattrall è stato da stimolo per tante donne
all’epoca, ed assume ancora più valore nella nostra era
contemporanea, nella quale siamo continuamente tartassati dal
politically correct e dal dare più valore all’apparenza piuttosto
che alla sostanza, oltre ad essere in un momento storico in cui la
donna fa ancora fatica (seppur di meno rispetto a prima) a trovare
il suo posto nel mondo e ad affermarsi. Samantha Jones è stata
fonte di ispirazione, icona, paladina del body positive, devota
alla verità, anche quella più volgare, e mai spaventata
nell’esprimere il suo pensiero, scomodo o meno che fosse. Mai
costretta in una gabbia. Mai etichettata, a meno che non fosse lei
stessa a volerlo, e spesso era per gioco.
Per tutte queste ragioni, l’avere
avuto anche solo 75 secondi all’interno di And Just Like That
2, pagati fra l’altro a Cattrall un milione di dollari – ha
permesso alla serie di poter, anche solo per poco, tornare ad avere
quell’armonia tipica dello show, in cui l’amicizia e l’humor sono
la vera colonna portante. L’entusiasmo del pubblico nel rivedere la
sua beniamina è servito a dare una scossa agli ultimi episodi
sottotono, e seppur Samantha non sia ufficialmente tornata sulla
giostra, la sua breve presenza è stata capace di imprimersi anche
là dove non ci fosse. Inoltre, ha fatto sì che il personaggio
avesse una sua meritata conclusione narrativa, che poi conclusione
in realtà non è stata: mostrarci che Samantha esiste ancora
nell’universo di And Just Like That e che sia ancora in
buoni rapporti con le sue amiche, ma in particolare con Carrie, è
stato il miglior modo per omaggiarla e dare a noi
spettatori la conferma che sta bene. È presente. E lo sarà
sempre.
Conclusioni
Sulla base di quanto detto, And
Just Like That 2 sembra non trovare una propria forma come
accaduto con la prima season, e perciò tenta di modellarsi seguendo
la stessa traccia della serie madre. Non considerando, però, che i
tempi sono cambiati e che oggi le tematiche trattate negli anni
Novanta sono affrontate tutti i giorni, esplorate in lungo e in
largo nella maggior parte dei prodotti audiovisivi. Per cui, ciò
che dovrebbe essere essenziale, e che speriamo di trovare nella
terza stagione già annunciata, è una scrittura che, pur ancorandosi
all’ossatura narrativa di Sex & The City, trovi una propria strada per parlare e
raccontarsi a un pubblico diverso, evoluto, tanto quanto lo sono –
o dovrebbero esserlo – le sue protagoniste.
Intanto, è un bene che la stagione
abbia lasciato una porta aperta su quella che potrebbe
essere, eventualmente, una presa di consapevolezza
definitiva di Carrie riguardo il suo futuro. Dopo aver
deciso di affittare il suo appartamentino floreale alla vicina di
casa, la giornalista sceglie, nelle ultime battute, di non tornare
sui suoi passi nonostante il periodo di pausa con Aidan, ma prova a
guardare avanti e rimanere ferma nella sua ultima decisione di aver
comprato una nuova casa. Soprattutto, fronteggia la sua ennessima
situazione critica davanti ad un Cosmopolitan, per ricordare al suo
pubblico che tutto si può affrontare davanti a un buon
cocktail.
Oggi apre ufficialmente
la 64esima edizione del Festival di Cannes. Il giorno di
apertura è sempre quello più intenso e sospeso. Tutti gli addetti
ai lavori sono in constante movimento per assicurarsi che tutto sia
pronto.
Christopher Nolan supervisionerà lo sviluppo di Lanterna Verde,
The Man of Steel (che verrà diretto da suo fratello) e The Flash, e
dopo Batman 3 dirigerà la Justice League…
Continuano ad arrivare video dal
set giapponese di The Wolverine con Hugh Jackman che ritorna nei
panni di Logan dopo il primo film non completamente riuscito.Questa
volta tocca ad un inseguimento con tanto di sparatoria nel traffico
della città e nell’attesa ì di sapere se la star arriverà al
Festival di Roma per presentare Le 5 Leggende godiamoci questi
dietro le quinte rubati.
Nel panorama cinematografico
attuale, i film d’azione continuano a rappresentare un genere
amatissimo, capace di attrarre un vasto pubblico grazie a sequenze
mozzafiato e storie avvincenti. Ancora una
possibilità, approdato il 4 ottobre su Prime Video, si inserisce in questo filone,
proponendo agli appassionati una trama piuttosto lineare e non
particolarmente originale, ma soprassediata da una componente
action all’ennesima potenza: il film è, infatti, un lunghissimo
longtake. Diretto da James
Nunn e scritto da Jamie Russell e
dallo stesso Nunn, il film narra le avventure del Navy SEAL
Jake Harris, interpretato da Scott
Adkins, il quale si trova ad affrontare una situazione di
grande tensione e pericolo.
One more Shot, la trama: Jack
Harris torna in azione
Riunito per la quarta volta con il
sodale Scott Adkins, Nunn ambienta il sequel di
One Shot (2021) praticamente dopo il finale del primo
film, con il Navy Seal Jack Harris (Adkins) che
scorta il terrorista Amin Mansur (Waleed Elgadi)
negli Stati Uniti per informare la C.I.A. della posizione di una
bomba sporca. Per costringere Mansur a dare loro queste
informazioni, hanno portato con sé la moglie incinta
Niesha (Meena Rayann) per convincerlo.
Jack non viene accolto a braccia
aperte: il pezzo grosso della C.I.A. Mike Marshall
(Tom Berenger) fa ricadere sulle sue spalle il
fallimento dell’ultima missione; il nostro Navy Seal si accinge
dunque a lasciare l’aeroporto, mentre origlia una conversazione tra
due passanti che discutono su come catturare nuovamente Mansur. Non
passa molto tempo prima che i proiettili volino ancora una volta,
con una squadra di mercenari guidati da Robert
Jackson (Michael Jai White) che cerca di
prendere Mansur, abbattendo chiunque si trovi sulla loro strada.
Ora, Mansur deve affidarsi ancora una volta a Jack se vuole che lui
e sua moglie sopravvivano alla notte.
One More Shot non brilla nella scrittura, ma restituisce con
l’azione
A prima vista, la trama di One
More Shot potrebbe sembrare poco originale e di facile
previsione; tuttavia, la sua semplicità si rivela un punto
di forza, permettendo al film di svilupparsi come un
ottimo esempio di narrazione action. Gli eventi si susseguono
rapidamente, e ciò consente agli spettatori di lasciarsi
trasportare dagli avvenimenti, apprezzando i colpi di scena che
interrompono l’azione e mantengono elevate le aspettative. La regia
di James Nunn, abile nel creare tensione e
adrenalina, contribuisce notevolmente alla realizzazione
di sequenze coinvolgenti, arricchendo ulteriormente uno scenario
carico di tensione.
Il principale vantaggio
dell'”approccio one take” è che non si può mascherare il
combattimento con primi piani scuri o tagli di montaggio rapidi.
Per rendere le sequenze d’azione efficaci, sono necessari
stuntman di talento e attori esperti in arti
marziali, come Scott Adkins,
Aaron Toney e Michael Jai White.
Lo stesso Adkins, noto per le sue performance fisiche, veste i
panni di Jake Harris con grinta e determinazione, incarnando
perfettamente il prototipo del soldato d’elite. Sebbene la storia
non si concentri esclusivamente sul suo personaggio, l’interprete
riesce a portare in vita un protagonista credibile e
affascinante. Al suo fianco, Michael Jai
White, un’altra grande voce del cinema d’azione, che
riesce a conferire al suo personaggio un carisma e una gravitas che
arricchiscono ulteriormente il film.
Scott Adkins e Michael Jai White: un confronto carico di
aspettative
Tuttavia, è proprio nell’attesa di
un confronto tra i due che si potrebbe avvertire una certa
delusione: la costruzione di questo tête-à-tête, carico di
aspettative, non si concretizza come sperato. Nonostante il culto
che circonda entrambi gli attori e la tensione accumulata,
alcune sequenze di combattimento appaiono un po’
sottotono: i due personaggi, per gran parte del film, si
sfuggono attraverso i corridoi di un aeroporto devastato, creando
inevitabilmente un contrasto tra le aspettative del pubblico e la
risoluzione finale, che risulta piuttosto fiacca rispetto al
potenziale del confronto.
Ancora una
possibilità si presenta come un film d’azione che,
nonostante la sua trama semplice e alcune sequenze di combattimento
che potrebbero deludere le aspettative, riesce a intrattenere e
coinvolgere. La regia dinamica di James Nunn e le interpretazioni
energiche di Scott Adkins e Michael Jai White offrono un’esperienza
cinematografica ricca di adrenalina e colpi di scena,
perfetta per chi cerca una serata di intrattenimento senza
troppe pretese. Non è un film che rivoluzionerà il genere,
ma è indubbiamente un’opzione appetibile per gli appassionati di
azione desiderosi di rilassarsi e godersi un’avventura intensa.
Ancora un nuovo poster online
pubblicato dalla Warner Bros per l’attesissimo L’uomo
d’Acciaio (The Man of Steel), dopo il
rilascio inedito della notte scorsa che aveva fatto ben sperare i
fans. A tempo di record dunque è stata rilasciata una nuova
versione del poster direttamente sulla pagina Facebook ufficiale
della casa di produzione americana.
I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection hanno messo on line le clip italiane di
ANCORA UN GIORNO di Raúl de la
Fuente e Damian Nenow, adattamento del
reportage-capolavoro “Another Day of Life” sul viaggio in Angola
nel 1975 del maestro del giornalismo Ryszard
Kapuściński premiato come miglior film d’animazione agli
European Film Awards 2018.
In ANCORA UN
GIORNO, al cinema dal 24 aprile, è un racconto emozionante
e coinvolgente, in cui spettacolari sequenze animate si alternano a
interviste in live action ai veri protagonisti. E se i
sopravvissuti parlano alle telecamere, i caduti non sono perduti
per sempre: la memoria di chi era con loro, gli scritti di chi li
ha raccontati, quell’ultima foto che li ritrae fanno sì che chi è
scomparso non sia dimenticato. E permettono alle molte vittime
della Storia di vivere ancora un giorno.
«Fai in modo che non ci
dimentichino». È questo l’imperativo che risuona nella mente del
reporter Ryszard Kapuściński mentre percorre le strade sterrate e i
villaggi dell’Angola in piena guerra civile per raccontare al mondo
le storie di chi sta vivendo quei tragici giorni; come il
riluttante comandante Farrusco, che ha deciso di schierarsi con i
più deboli, o l’affascinante guerrigliera Carlota, che anziché
sparare alle persone vorrebbe guarirle… Finché, nei suoi
peregrinaggi, il giornalista entra in possesso di una notizia che,
se divulgata, potrebbe cambiare le sorti della guerra fredda e
causare la morte di migliaia di persone. Il suo dovere di cronista
gli imporrebbe di diffonderla, ma come può la sua coscienza
sopportare un simile peso?
ANCORA UN GIORNO sarà distribuito
nei cinema italiani a partire dal 24 aprile da I Wonder Pictures e
Unipol Biografilm Collection e l’edizione italiana del film sarà
arricchita dal brano originale “Ancora un giorno”, scritto per
l’occasione da The Bluebeaters e Willie Peyote. Prodotto da
Garrincha Dischi, “Ancora un giorno” uscirà nei prossimi giorni
supportato dal videoclip curato dal regista Davide Spina (già
dietro la macchina da presa con Lo Stato Sociale, Luca Carboni,
etc.) e farà parte della colonna sonora originale in uscita per la
nota label bolognese.
È stato presentato in anteprima
mondiale al festival di Cannes 2018, nell’ambito delle proiezioni
speciali, ed ha vinto l’European Film Awards del 2018 per il
miglior film d’animazione, oltre ad essere stato presentato nel
concorso internazionale di Cartoons on the Bay
2019, dove è stato insignito della menzione speciale per
la regia, Ancora un giorno (Another Day of
Life), collaborazione tra il documentarista Raúl de la
Fuente e il regista d’animazione Damian Nenow, arriva in sala il 24
aprile.
Il film racconta la storia del
giornalista polacco Ryszard Kapuscinski, che nel
1975 partecipa in prima linea alla cronaca del processo di
indipendenza dell’Angola. Mettendo a rischio la sua vita, Ricardo,
come viene chiamato dai suoi amici in quei posti, decide di coprire
la resistenza del fronte socialista, sostenuto dall’URSS e più
avanti da Cuba, contro il fronte imperialista che usa il Sud Africa
come forza d’invasione. Nel processo, il giornalista si trova a
diventare custode insignito di raccontare delle storie importanti e
potenti: quella della guerrigliera Carlota, del comandante Farrusco
e di tutti quelli che sono disposti a dare il sangue e la vita per
l’indipendenza.
Il film si caratterizza, oltre che
per la potenza e l’importanza della testimonianza che offre sul
conflitto in Angola, per la fusione di registri cinematografici che
accosta le due anime dei filmmaker che firmano la regia: il
documentario e l’animazione. Il risultato è un racconto che si
scopre sia oggettivo, cronachistico, che emozionante e umano, in
quanto mostra in maniera molto chiara il la dedizione di
Kapuscinski e la volontà di ogni persona che incontra nel suo
viaggio.
Le scene animate di fiction si
alternano alle interviste ai protagonisti delle vicende narrate che
sono ancora in vita, con lo stile animato semplice, costruito sulla
motion capture, con linee di contorno spesse e colori piatti. A
questi due blocchi di immagini principali, si uniscono anche
immagini che ritraggono la vita reale in Angola oggi, con un
formato video anche differente da quello delle intervista o da
quello adottato dalle sequenze animate.
Il risultato di questo linguaggio
composito è l’eterna attualizzazione di ciò che la cronaca potrebbe
rendere passato e soltanto ricordo. In questo senso, Ancora
un giorno è non solo un’opera d’arte, ma anche un’ottimo
strumento informativo su una parte di storia che ha ancora
strascichi, fa ancora male, ma che è perlopiù dimenticata dal
mondo.
Ci sono saghe che finiscono dopo
una decina di anni, perché i loro protagonisti sono cresciuti
troppo per essere ancora maghetti ingenui o perché gli attori
vogliono slegarsi in modo più o meno definitivo dal ruolo che li ha
fatti conoscere al grande pubblico. Poi ci sono i classici, che
invecchiano o si rinnovano insieme al suo protagonista o che
semplicemente, sono una sicurezza nella loro immutabilità.
Capostipite di ogni saga è
inevitabilmente quella di 007, giunta quest’anno al ventitreesimo
episodio, è una di quelle serie che ha saputo sfidare i tempi,
creare tendenze, imporre attori come sex symbol indiscutibili, e
anche rimettersi in discussione, autocitandosi, sgretolando
l’identità del suo stesso protagonista come accade in
Skyfall. Inamovibile nella sua struttura è invece
la serie di Resident evil, che nel suo piccolo va
avanti dal 2002, mentre ha appena inserito nuova linfa nella sua
struttura già di per sé intrigante sebbene molto simile a quella
dei film di James Bond, la saga relativa a Bourne e agli altri
agenti speciali della Cia. E’ uscito questa estate infatti
Bourne legacy, appunto, un’eredità del Jason
Bourne/Matt Damon passata nelle sapienti mani di
Jeremy Renner.
Quindi si arriva a chi invece
l’azione la fa almeno dagli anni novanta, anzi, qualche cosa prima:
è del 1988 infatti, il primo episodio di Die Hard,
franchise che sta per uscire nelle prossime settimane nelle sale
nordamericane e che apparve nelle nostre sale come Trappola
di cristallo. Protagonista: Bruce Willis, fino a
quel momento conosciuto per alcune serie tv, che si impone nel
ruolo pistola e canotta di John McClane, poliziotto di poche parole
e molti fatti in grado di salvare da solo un intero grattacielo,
curarsi ferite da taglio, ma dalla parlantina alquanto
limitata.
I successivi episodi in Italia
riconquistano il titolo originale, il secondo infatti si intitola
58 minuti per morire: Die harder, parafrasando in
qualche modo il titolo originale, per poi essere finalmente eletto
come “titolo da serie” nel terzo, il più importante quanto meno per
il cast: Die hard: duri a morire in cui John
McClane salva New York messa a ferro e fuoco dallo psicotico
terrorista Jeremy Irons. Così come accade per
molte altre serie, nate in sordina per poi essere elette classico,
aumentano i cameo o le presenze importanti; nel terzo episodio c’è
anche Samuel L.Jackson, mentre nel quarto,
Die hard: vivere o morire, fa la sua comparsa
Justin Long, attore amato da molto cinema d’autore di genere, come
in From hell di Sam Raimi, mentre
già nel secondo appariva Franco Nero, attore
italiano di genere, utilizzato soprattutto nei cosiddetti
“poliziotteschi” e negli spaghetti western tanto cari anche a
Quentin Tarantino.
In questo ultimo episodio John
MacClane, come accade a molti eroi d’azione anni novanta e ottanta,
trova il suo erede nel figlio Jai Courtney, con il quale John si
unisce per una battaglia che sa molto di altri tempi: i due infatti
devono impedire che alcuni malavitosi russi smercino armi
nucleari.
A dirigere troviamo John Moore,
specializzato nell’azione avendo nel suo portfolio altre pellicole
come Behind enemy lines e Max Payne
spy story ispirata all’omonimo videogioco.
Se da Venezia Steve Soderbergh ci racconta
con il suo Contagion che la paura è un’epidemia senza possibile
cura, George Lucas sembra godere della diffusione di panico trai
suoi fan.
Continua la pre-produzione di Transformers 3: i preparativi per
le riprese (che dovrebbero iniziare a maggio) proseguono, e nelle
varie location le troupe stanno effettuando delle prove. Una di
queste verrà realizzata il 12 aprile, come spiega Production
Weekly:
Una scena di pre-visualizzazione verrà girata al Casinò Majestic
Star a Gary, nell’Indiana.
Il report è stato confermato da un
articolo del Post-Tribune: Il consiglio cittadino ha dato il via
libera alle riprese di un film. Le riprese si terranno il 12 aprile
su una proprietà del Casinò Majestic Star al porto di Buffington.
La scena verrà girata di giorno e coinvolgerà una sessantina di
persone. Nella scena, piuttosto semplice, si vedranno dei veicoli
avvicinarsi a una proprietà industriale. E’ ambientata in Ucraina.
Nessuna delle star del film sarà sul set, ma è possibile che nuove
scene vengano girate in futuro.
L’adattamento della serie La torre
nera di Stephen King è stato fermato di nuovo, sembra che la
Warner Bros abbia fatto un passo indietro. Il motivo è una serie di
preoccupazioni che riguardano
A quanto pare la voce del Bane di
Tom Hardy sta creando non poche difficoltà alla
Warner Bros, ma anche ai tanti fan che, privilegiati, hanno
assistito alla proiezione dei primi sei minuti de Il cavaliere oscuro – Il ritorno.
Come detto, la voce inizialmente
era poco comprensibile. In una seconda visione però risulta molto
più chiara, per cui sarebbe legittimo pensare che la WB e Nolan
abbiano rimixato il video. Tuttavia sia Nolan che la Warner
rinnegano di aver ripreso in mano l’audio del film. L’affermazione
quindi risulta abbastanza strana date le testimonianze di chi ha
visto il film.
La questione si sta protraendo da
diversi giorni e sembra che non ci sia una chiarificazione, nè
tantomeno una comunicazione ufficiale da parte della Warner.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Ancora più
Bello, sequel di Sul più
bello al cinema dal 16 settembre. Ludovica
Francesconi, Giancarlo Commare e il regista
Claudio Norza sono i protagonisti di questa
intervista.
Il film – prodotto da Eagle Pictures
in collaborazione con Weekend Films, diretto da Claudio
Norza, da un’idea di Roberto Proia, che
lo ha anche sceneggiato insieme con Michela
Straniero – si svolge esattamente un anno dopo i fatti
raccontati nel primo capitolo (Sul più bello, diretto da
Alice Filippi). Nel cast: Ludovica Francesconi, Giancarlo
Commare, Gaja Masciale, Jozef Gjura, Jenny De Nucci, Diego
Giangrasso.
La trama di Ancora più bello
Dopo dodici mesi, la storia tra
Marta (Ludovica Francesconi) e Arturo è finita. “In amore gli
opposti si attraggono ma alla fine si lasciano”, si ripete Marta,
che giura a se stessa di voler rimanere da sola per un po’ e
continua a convivere con ottimismo con la malattia che da sempre
l’accompagna. Ma quando arriva Gabriele (Giancarlo Commare), un
giovane disegnatore tanto dolce e premuroso quanto buffo e
insicuro, Marta riconosce che potrebbe essere lui l’anima gemella
che non riusciva a trovare in Arturo. Ma prima di farsi coinvolgere
del tutto in una nuova storia, è sempre meglio aver chiuso
definitivamente con quella precedente. Approfittando di un
temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi, Marta cerca di
schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi amici di sempre
Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura). Mentre ormai è
sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia con Gabriele, il
ragazzo in preda alla gelosia commette un errore imperdonabile, che
li farà separare. Quando tutto sembra andare storto arriva però una
telefonata dall’ospedale che cambia le priorità di tutti: c’è un
donatore compatibile per Marta.
Il resto sarà svelato nel terzo
capitolo della trilogia, Sempre più bello, in uscita nelle
sale cinematografiche nel 2022.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Ancora più
Bello, sequel di Sul più
bello al cinema dal 16 settembre. Jozef Gjura,
Gaia Masciale e Jenny De Nucci sono i protagonisti di
questa intervista.
Il film – prodotto da Eagle Pictures
in collaborazione con Weekend Films, diretto da Claudio
Norza, da un’idea di Roberto Proia, che
lo ha anche sceneggiato insieme con Michela
Straniero – si svolge esattamente un anno dopo i fatti
raccontati nel primo capitolo (Sul più bello, diretto da
Alice Filippi). Nel cast: Ludovica Francesconi, Giancarlo
Commare, Gaja Masciale, Jozef Gjura, Jenny De Nucci, Diego
Giangrasso.
La trama di Ancora più bello
Dopo dodici mesi, la storia tra
Marta (Ludovica Francesconi) e Arturo è finita. “In amore gli
opposti si attraggono ma alla fine si lasciano”, si ripete Marta,
che giura a se stessa di voler rimanere da sola per un po’ e
continua a convivere con ottimismo con la malattia che da sempre
l’accompagna. Ma quando arriva Gabriele (Giancarlo Commare), un
giovane disegnatore tanto dolce e premuroso quanto buffo e
insicuro, Marta riconosce che potrebbe essere lui l’anima gemella
che non riusciva a trovare in Arturo. Ma prima di farsi coinvolgere
del tutto in una nuova storia, è sempre meglio aver chiuso
definitivamente con quella precedente. Approfittando di un
temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi, Marta cerca di
schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi amici di sempre
Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura). Mentre ormai è
sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia con Gabriele, il
ragazzo in preda alla gelosia commette un errore imperdonabile, che
li farà separare. Quando tutto sembra andare storto arriva però una
telefonata dall’ospedale che cambia le priorità di tutti: c’è un
donatore compatibile per Marta.
Il resto sarà svelato nel terzo
capitolo della trilogia, Sempre più bello, in uscita nelle
sale cinematografiche nel 2022.
Eagle Pictures ha
diffuso il teaser trailer di Ancora più
Bello, il sequel del film Sul più Bello da Settembre 2021 al cinema!
Nel cast ritroviamo
Ludovica Francesconi, Jozef Gjura, Gaja Masciale, Riccardo
Niceforo e le new entry Giancarlo Commare, Jenny De Nucci, Giuseppe
Futia e Diego Giangrasso.Ancora più
Bello sarà nelle sale a settembre 2021 – Diretto da
Claudio Norza . Il soggetto è di Roberto
Proia e le sceneggiatura è scritta da
Roberto Proia e Michela Straniero. I film
è prodotto da Eagle Pictures con il sostegno di Film
Commission Torino Piemonte.
Dopo il grande successo ottenuto
dal film Sul più
Bello, basato sull’omonimo romanzo
di Eleonora Gaggero, dal 16 settembre
2021 sarà al cinema il suo sequel Ancora
più bello. Il film, scritto da Roberto
Proia e Michela Straniero, è diretto da
Claudio Norza e
prodotto da Eagle Pictures con il sostegno della
Film Commission Torino Piemonte. A poco più di un mese dall’uscita,
è ora tempo di scoprire il trailer ufficiale del film, che vedrà
nel cast gli attori LudovicaFrancesconi, nuovamente nei panni della
protagonista Marta, e Jozef Gjura, Gaja Masciale, Riccardo
Niceforo e le new entry Giancarlo Commare, Jenny De Nucci, Giuseppe
Futia e Diego Giangrasso.
Sono passati esattamente 12 mesi e
proprio sul più bello, la storia tra Marta (Ludovica
Francesconi) e Arturo è finita. “In amore gli opposti
si attraggono ma alla fine si lasciano” si ripete Marta. La
ragazza giura ora a sé stessa di voler rimanere da sola per un po’
e continua a convivere con ottimismo con la malattia che da sempre
l’accompagna. Ma quando arriva Gabriele (Giancarlo
Commare), un giovane disegnatore tanto dolce e premuroso
quanto buffo e insicuro, Marta riconosce che potrebbe essere lui
l’anima gemella che non riusciva a trovare in Arturo.
Ma prima di farsi coinvolgere del
tutto in una nuova storia, è sempre meglio aver chiuso
definitivamente con quella precedente. Approfittando di un
temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi, Marta cerca di
schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi amici di sempre
Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef
Gjura). Mentre ormai è sempre più convinta a lasciarsi
andare alla storia con Gabriele, il ragazzo in preda alla gelosia
commette un errore imperdonabile, che li farà separare. Quando
tutto sembra andare storto arriva però una telefonata dall’ospedale
che cambia le priorità di tutti: c’è un donatore compatibile per
Marta!
Dopo il grande successo
di Sul più
Bello che, nonostante la turbolenta uscita in
sala (tra improvvise chiusure e riaperture delle strutture a causa
della pandemia), è riuscito ad arrivare al cuore degli spettatori,
arriva, sempre al cinema, Ancora più bello, il primo di due sequel già
annunciati dalla Eagle Pictures, o, per chiamarlo altrimenti, il
secondo capitolo di una trilogia che racconta la storia di
Marta.
La trama di Ancora più
bello
Ludovica
Francesconi torna infatti a vestire i panni della giovane
donna affetta da mucoviscidosi che, nonostante la condizione medica
molto grave in cui versa, affronta la vita con un grande sorriso e
con un contagioso ottimismo. Con lei tornano Jacopo e Federica
(Jozef Gjura, Gaia Masciale), i suoi migliori
amici, la sua unica famiglia, visto che è rimasta orfana da
bambina. Archiviata la storia d’amore a sorpresa con il bello e
impossibile Arturo, in questa seconda avventura Marta incontra
Gabriele (Giancarlo Commare, visto in Skam
Italia), un artista sensibile e appassionato, totalmente
preso da lei, galante e gentile, che non si risparmia per questa
relazione che ritiene importantissima e per la quale è pronto a
rinunciare anche alla sua carriera.
Claudio Norza
raccoglie il testimone di Alice Filippi, che aveva
diretto Sul più Bello,
e si impegna ad amalgamare una storia molto più densa e
stratificata rispetto a quella del primo film. È importante tenere
a mente che se nel primo capitolo si era immaginata una storia
unica e coesa, per questo secondo appuntamento (strettamente legato
a un terzo capitolo, Sempre più bello, annunciato
per il 2022), l’operazione che è stata fatta è stata quella di
sviluppare delle trame a partire da un concept
concluso.
Tante storie in una
Questo è il primo
elemento che si evidenzia in questa recensione di Ancora
più bello: la necessità di raccontare tante cose,
concetti, problematiche, temi e situazioni, e la poca attenzione
nel renderli effettivamente parte di un’unica storia. La coralità
di questo film si rivela episodica, dal momento che le trame
secondarie non influiscono assolutamente su quella principale
legata a Marta, e sembrano (quello che in effetti sono) dei
riempitivi per dare spazio ad altri personaggi e argomenti la cui
introduzione nella storia risulta forzata.
Dividendo il terzetto
protagonista si incorre poi in un altro problema del film, perché
si rinuncia a ciò che nel primo capitolo aveva funzionato davvero,
cioè l’alchimia tra Francesconi, Masciale e Gjura. I tre giovani
interpreti hanno dimostrato di essere in grande sintonia, e questo
ha permesso loro di dare un’anima al primo film. Quest’anima, in
questo secondo capitolo, si annacqua e viene fuori come un fiotto
d’acqua fresca nel deserto, solo nelle scene in cui i tre compaiono
a schermo insieme.
La grande alchimia del trio
protagonista
Forse sono proprio questi
i momenti per i quali vale davvero la pena ritrovare questi
personaggi, perché nonostante il film sia debole e farraginoso da
un punto di vista della storia, con sotto-trame che sembrano
davvero superflue, l’energia che si forma sullo schermo trai tre
protagonisti è un’esperienza rara, degna dei più celebri coming of
age che il cinema ci abbia mai raccontato.
Il finale aperto su un
cliffhanger inaspettato ma ben costruito lascerà senza
dubbio gli spettatori affezionati con il bruciante desiderio di
sapere “come va a finire”, e questo, dopotutto, è tutto quello che
viene chiesto a prodotti cinematografici di questo genere: fare
breccia nel cuore del pubblico di riferimento. Da questo punto di
vista, Ancora più bello è un’operazione da
manuale.
Ecco la prima foto dal set di
Ancora più Bello, il
sequel di Sul più Bello, diretto da Claudio
Norza.
Nel cast ritroviamo Ludovica
Francesconi, Jozef Gjura, Gaja Masciale, Riccardo Niceforo e le new
entry Giancarlo Commare, Jenny De Nucci, Giuseppe Futia e Diego
Giangrasso.Ancora più Bello sarà nelle
sale a settembre 2021 – Diretto da Claudio Norza . Il
soggetto è di Roberto Proia e le
sceneggiatura è scritta da Roberto Proia e
Michela Straniero. I film è prodotto da
Eagle Pictures con il sostegno di Film Commission Torino
Piemonte.
SINOSSI
Sono passati esattamente 12 mesi e
proprio sul più bello, la storia tra Marta (Ludovica Francesconi) e
Arturo è finita. “In amore gli opposti si attraggono ma alla fine
si lasciano” si ripete Marta, che giura a se stessa di voler
rimanere da sola per un po’ e continua a convivere con ottimismo
con la malattia che da sempre l’accompagna. Ma quando arriva
Gabriele (Giancarlo Commare), un giovane disegnatore tanto dolce e
premuroso quanto buffo e insicuro, Marta riconosce che potrebbe
essere lui l’anima gemella che non riusciva a trovare in Arturo. Ma
prima di farsi coinvolgere del tutto in una nuova storia, è sempre
meglio aver chiuso definitivamente con quella precedente.
Approfittando di un temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi,
Marta cerca di schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi
amici di sempre Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura).
Mentre ormai è sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia
con Gabriele, il ragazzo in preda alla gelosia commette un errore
imperdonabile, che li farà separare. Quando tutto sembra andare
storto arriva però una telefonata dall’ospedale che cambia le
priorità di tutti: c’è un donatore compatibile per Marta.
Inizieranno Venerdì 9 aprile tra
Torino e Parigi le riprese di Ancora più
Bello e Sempre più
Bello i due sequel del fortunato film Sul più
bello, che, uscito ad Ottobre 2020, fu l’ultimo film a
conquistare il numero 1 del botteghino prima della chiusura delle
sale.
Nel cast ritroviamo
Ludovica Francesconi, Jozef Gjura, Gaja Masciale, Riccardo
Niceforo e le new entry Giancarlo Commare, Jenny De Nucci, Giuseppe
Futia e Diego Giangrasso.
Entrambi i film saranno diretti da
Claudio Norza (Un medico in famiglia, La squadra, Compagni di
scuola, Cuori rubati). I soggetti sono di Roberto
Proia e le sceneggiature sono scritte da Roberto Proia e
Michela Straniero. Le riprese dureranno 10
settimane, fino a fine giugno. I film sono prodotti da Eagle
Pictures con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
Andrea Goretti,
Amministratore Delegato di Eagle Pictures ha dichiarato: “Siamo
molto contenti, ma non sorpresi, che il pubblico abbia richiesto a
gran voce di continuare la storia di Marta, moderna Amelie. Per
Eagle Pictures la trilogia di “Sul Piu Bello” è un progetto
importante e a dimostrazione di ciò per i prossimi due episodi
abbiamo messo in campo risorse economiche ancora più ingenti per
poter dare alla “saga” la conclusione che merita”.
Sono passati esattamente 12 mesi
e proprio sul più bello, la storia tra Marta (Ludovica Francesconi)
e Arturo è finita. “In amore gli opposti si attraggono ma alla fine
si lasciano” si ripete Marta, che giura a se stessa di voler
rimanere da sola per un po’ e continua a convivere con ottimismo
con la malattia che da sempre l’accompagna. Ma quando arriva
Gabriele (Giancarlo Commare), un giovane disegnatore tanto dolce e
premuroso quanto buffo e insicuro, Marta riconosce che potrebbe
essere lui l’anima gemella che non riusciva a trovare in Arturo. Ma
prima di farsi coinvolgere del tutto in una nuova storia, è sempre
meglio aver chiuso definitivamente con quella precedente.
Approfittando di un temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi,
Marta cerca di schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi
amici di sempre Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura).
Mentre ormai è sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia
con Gabriele, il ragazzo in preda alla gelosia commette un errore
imperdonabile, che li farà separare. Quando tutto sembra andare
storto arriva però una telefonata dall’ospedale che cambia le
priorità di tutti: c’è un donatore compatibile per Marta.
Manca poco per vedere
L’Uomo
d’Acciaio sul grande schermo, eppue continuano a
fioccare novità riguardo al film che vedrà tornare al cinema
Superman. E’ notizia recente che il film abbia ricevuto un rating
PG-13 (vietato ai minori di 13 anni non accompagnati) a causa di
“sequenze di intensa violenza, azione e distruzione, e per
linguaggio inappropriato”.
Nel film non apparirà il
personaggio iconico di Jimmy Olsen, il fotografo del Daily Planet,
ma stando a quanto dice IMDb c’è un parsonaggio che si chiama Jenny
Olsen, interpretato da Rebecca Buller. Da uno screen shot del
trailer sembra inoltre che Perry White, sia diventato … balck! E’
infatti interpretato da Laurence Fishburne, e così Snyder non solo
ha trasformato Olsen in una donna ma ha anche fatto cambiare razza
a White.
Inoltre la London Toy Fair ha
svelato la versioni Lego dei personaggi del film e tra quelli
canonici spunta anche Tor-An, un nuovo villain kryptoniano mai
visto prima al cinema che nel fumetto viene portato da Zod sulla
Terra.
Il canale di informazione locale
WTOV9 ha pubblicato alcune informazioni e un filmato sulle location
dove stanno per iniziare le riprese di Super 8, il nuovo film di
J.J. Abrams prodotto assieme a Steven Spielberg.
David Fincher sta ancora
cercando la sua Lisbeth Salander per la sua versione di The Girl
with the Dragon Tattoo, adattamento a stelle e strisce del romanzo
“Uomini che odiano le donne”.
Il cast d’attori del terzo episodio
della saga diretta da Michael Bay, Transformers 3, si è appena
impreziosito con la nuova entrata Alan Tudyk, caratterista visto in
opere come Wonder Boys e Il destino di un cavaliere.
Avevamo già detto che era entrato
nell’operazione Patrick Demspey e che erano stati coinvolti nel
progetto anche John Malkovich e Frances McDormand. Nel prossimo
film dovremmo poi vedere anche l’attrice Kym Whitley, che era stata
scritturata anche per il secondo episodio ma che poi aveva visto il
suo personaggio tagliato via in fase di montaggio.
Intanto Shia LaBeouf è tornato a
parlare della saga: dopo aver esternato il suo disamore per il
secondo episodio, l’attore ha dichiarato che nel prossimo “Ci
saranno un sacco di perdite umane. Sarà il più folle action-movie
mai realizzato.”
Fan di Harry Potter in tutto il mondo:
attenzione. J. K. Rowling ha appena dichiarato di
voler tornare sulle avventure di Harry Potter, magari raccontando,
da qui ai prossimi dieci anni, cosa è accaduto ad Harry e ai suoi
amici (e figli) dopo Harry Potter e i Doni della
Morte.
Inutile dire che se i Harry Potter,
Ron Weasley e Hermione Granger, con tutti i loro amici, hanno
trovato un perfetto happy ending, è anche vero che ci sono
moltissimi personaggi di cui vogliamo sapere: i figli di Harry e
Ginny ad esempio, e anche i loro cugini; gli amici di Harry
sopravvissuti alla battaglia di Hogwarts, i professori e tutti i
personaggi secondari; e ancora, la storia dei fondatori (facendo un
grande balzo indietro nel tempo); e ancora la storia dei Malandrini
(James, Sirius, Peter e Remus) e dell’incontro con Lily.
Tutti questi filoni narrativi, che
la Rowling ha lasciato sotto silenzio ma che nella sua mente,
immaginiamo, hanno una ben precisa storia, nella realtà sono già
stati sviscerati dai fan che con le fanfiction si divertono a
scrivere la loro storia e a condividerla sui social.
Chissà se la Rowling interverrà a
porre fine alle fantasie dei fan, con altre bellissime storie e con
altre tragiche e imperdonabili morti (vedi Fred Weasley)?
Altri impegni per la bella Malin
Akerman (Watchmen). Oltre ad affiancare Ethan Hawke nel thriller
The Numbers Station, che vi avevamo già segnalato una settimana fa,
è entrata a far parte del cast della commedia Wanderlust.
Pare proprio che in questi giorni Russell
Brand voglia farsi notare più per piccoli reati che per meriti
artistici. Se, infatti, una notizia ancora fresca