Innocenti Bugie:
June Havens è una sfortunata casalinga single che dopo aver
conosciuto Roy Miller durante un appuntamento al buio, si trova
invischiata in un pericoloso intrigo internazionale. June scopre
che Roy è una spia alla ricerca di un invenzione che potrebbe
risolvere i problemi energetici della Terra, ossia lo Zefiro fonte
perpetua di energia.
Ci aveva già provato Peter Jackson
in qualità di produttore, con Neill Blomkamp alla regia, ma il
progetto era naufragato. E’ noto comunque che la Microsoft non ha
mai accantonato l’idea di un adattamento del suo videogame
Halo.
Annunciato il programma ufficiale della 5° edizione del Festival
Internazionale del Film di Roma che si svolgerà nella capitale dal
28 ottobre al 5 novembre 2010.
Annunciato il programma ufficiale della 5° edizione del Festival
Internazionale del Film di Roma che si svolgerà nella capitale dal
28 ottobre al 5 novembre 2010.
Dopo alcuni giorni di trattative,
Natalie Portman e i produttori di Gravity –
il film fantascientifico di Alfonso Cuaron con
Robert Downey Jr. – non sono riusciti a trovare un
accordo, e così l’attrice – proprio come Angelina Jolie – ha deciso
di tirarsi indietro.
Ora, secondo Deadline, la Warner
Bros. si sta rivolgendo a Sandra Bullock, già
presa in considerazione per la parte. La casa di produzione
starebbe “facendo di tutto” per convincere l’attrice ad accettare,
anche perché la Bullock è da tempo la scelta preferita della
Warner. Le riprese del film si terranno nel 2011, probabilmente tra
quelle di Sherlock Holmes 2 e quelle dei Vendicatori, in modo da
permettere a Robert Downey Jr. di partecipare al
film.
Scritto da Alfonso
e Jonas Cuaron, il film ruota attorno alla figura
di Ryan, una astronauta che rimane da sola in mezzo allo spazio
quando una reazione a catena causata dall’autodistruzione di un
satellite russo causa una pioggia di detriti che finisce per
spazzare via lo Space Shuttle su cui lei si trovava assieme
all’equipaggio. Dovrà cercare di raggiungere, da sola nell’immensa
vastità del vuoto spaziale e a gravità zero, la stazione spaziale
internazionale. La donna farà di tutto per salvarsi e tornare sulla
Terra da sua figlia.
Sono state pubblicate dalla fanpage
ufficiale di facebook una sfilza di character poster dell’ultimo
attesissimo atto della saga di Harry Potter. Per vedere i
poster..
Sono state pubblicate dalla fanpage
ufficiale di facebook una sfilza di character poster dell’ultimo
attesissimo atto della saga di Harry Potter. Per vedere i
poster..
“Il nostro scopo era di
realizzare Indiana Jones dentro una cassa“. Rodrigo Cortes
definisce così il pensiero che è stato dietro la volontà di
realizzare “Buried”, tratto da una sceneggiatura che stava girando
da molto tempo di mano in mano negli studios di Hollywood ma che
nessuno pensava fosse possibile realizzare.
Pare che Jack Nicholson e Tom
Cruise, stando alle voci in circolazione, torneranno a recitare
insieme a distanza di diciotto anni dal famosissimo Codice d’onore,
che vide il giovane avvocato Cruise opporsi al veterano
Nicholson.
Darren Aronofsky era trai papabili
per la regia del reboot di Superman, ma una volta che questa è
stata ufficialmente affidata a Snyder (come annunciato ieri), il
regista di Requiem for a Dream si rifà avanti per un altro super
eroe.
Continua il casting di Ghost Rider:
Spirit of Vengeance. Oggi apprendiamo che Idris Elba e Johnny
Whitworth stanno finalizzando i loro contratti con la Sony per un
ruolo nel film di Mark Neveldine e Bryan Taylor.
Collider ha visitato il set del prequel della
Cosa, diretto da Matthijs van
Heijningen Jr e cronologicamente collocato prima
dell’omonima pellicola di John Carpenter uscita
nel 1982.
Sembra ormai imminente l’annuncio
da parte della MGM e della Warner Bros. che darà il via libera alla
produzione dello Hobbit. Nell’attesa, continuano ad arrivare report
con informazioni aggiuntive su quello che, effettivamente, verrà
annunciato. Oggi si segnala che Peter Jackson è praticamente a un
passo dal firmare il contratto da regista (cosa che probabilmente
sbloccherà l’annuncio): le percentuali sugli incassi e il suo
ingaggio sono già stati fissati.
Secondo il sito, l’accordo con Jackson prevede anche che il film
(che verrà diviso in due parti, una in uscita a dicembre 2012,
l’altra a dicembre 2013) venga girato in stereoscopia. Jackson ha
già una certa esperienza nel campo: nei suoi teatri di posa in
Nuova Zelanda James Cameron ha girato buona parte del suo Avatar, e
Jackson stesso ha lavorato come co-regista con Steven Spielberg al
primo episodio di una possibile trilogia di Tintin, in arrivo a
natale 2011, interamente realizzato in performance capture 3D.
Nel frattempo l’Hollywood Reporter
conferma che il governo Neozelandese è entrato ufficialmente come
mediatore tra il sindacato degli attori e la produzione del film:
l’intenzione è di impedire in tutti i modi che le riprese dello
Hobbit lascino il Paese, creando un notevole danno all’industria
cinematografica locale (e a quella Australiana). Il primo ministro
John Key ha affidato al ministro dello sviluppo economico Gerry
Brownlee e al ministro delle arti Chris Finlayson l’incarico di
incontrare sia l’unione degli attori e il regista Peter Jackson e
la sua compagna e partner produttiva Fran Walsh per discutere delle
varie possibilità. Irlanda, Scozia, Australia, Canada e Repubblica
Ceca stanno già facendo di tutto per convincere la Warner Bros. a
spostare la produzione nelle loro location: nei prossimi giorni
scopriremo come si evolverà la situazione.
Sembra ormai imminente l’annuncio
da parte della MGM e della Warner Bros. che darà il via libera alla
produzione dello Hobbit. Nell’attesa, continuano ad arrivare report
con informazioni aggiuntive su quello che, effettivamente, verrà
annunciato. Oggi si segnala che Peter Jackson è praticamente a un
passo dal firmare il contratto da regista (cosa che probabilmente
sbloccherà l’annuncio): le percentuali sugli incassi e il suo
ingaggio sono già stati fissati.
In occasione del 25° anniversario
della morte di Orson Welles, che cadrà domenica 10 ottobre, esce
domani in dvd JANE EYRE – LA PORTA PROIBITA, con cui la collana “Il
Piacere del Cinema”, diretta da Vieri Razzini, vuole rendere
omaggio a uno dei massimi maestri della settima.
Se l’intento in Una
Sconfinata Giovinezza è quello di passare un’ora e mezza
nella spensieratezza di immagini facili e rasserenanti, di
distrarsi dopo una giornata di vita, di uscire dal cinema senza
l’amaro in bocca, Una sconfinata giovinezza è il film sbagliato. A
Pupi Avati interessa indagare la mente umana nelle
situazioni più estreme, quando le logiche quotidiane si
capovolgono, quando ciò che è dato per scontato perde la propria
ovvietà.
Per questo compone qualcosa di
denso, pesante, profondo, qualcosa che ti chiede di immergerti
nella sofferenza, di respirarla. Eppure è costantemente visibile il
tentativo di equilibrare cautamente e continuamente la tragicità
del tema con dosi di leggerezza, con attimi d’ironia che si
trasformano nel cervello di chi guarda in un domandarsi come si può
sorridere di una situazione del genere. Il regista con Una
Sconfinata Giovinezza affronta il dramma di un uomo
colpito dall’Alzheimer, che se tra tutte le malattie si potesse
scegliere la più cattiva, la più umiliante, questa forse vincerebbe
la medaglia d’oro. E così, mentre un famoso giornalista sportivo,
diviso tra tv e carta stampata, inizia a dimenticare, giorno dopo
giorno, il significato delle parole, suo pane quotidiano ormai da
anni, la moglie ne spia spaventata i movimenti, i cambiamenti.
In Una Sconfinata
Giovinezza Lino e Chicca sono sposati ormai da venticinque
anni quando lui inizia ad allontanarsi sempre di più dal presente
per vagare altrove, nella sua Bologna dell’infanzia, nell’auto
distrutta dei genitori morti in un incidente a cui è sopravvissuto
solo il cane, nella casa della zia, dall’amico senza palato che
sapeva a memoria le tabelline. La perdita di controllo, di dignità,
di credibilità, la violenza, non allontanano la moglie che decide
di accompagnarlo nel processo regressivo, iniziando a giocare con
lui, insegnandogli la matematica, trasformando un amore, intriso di
stima, verso un compagno di vita, in quello viscerale e nuovo per
un figlio mai avuto prima.
Del film restano nella mente i
paesaggi, i colori, i dialetti emiliani che si è poco abituati a
sentire sul grande schermo. Colpisce la perfetta interpretazione di
Francesca Neri, invecchiata ad hoc, nei panni
della donna, docente universitaria, appartenente a una famiglia
borghese che sforna figli come conigli. Sofferente ma lucida nelle
decisioni, forte e sicura nonostante le botte mai prese prima, è
lei l’eroina, la vera protagonista del dramma. Nella parte del
malato recita
Fabrizio Bentivoglio, in quelli della zia,
Serena Grandi. Una sconfinata giovinezza mostra il
legame che noi tutti abbiamo con il ragazzino che siamo stati: c’è
chi riesce a relegarlo nel passato, chi, invece, lascia tutto per
cercarlo.
Renée Zellweger, premio Oscar per
Ritorno a Could Montain e amatissima per la sua Bridget Jones, e il
lanciatissimo Bradley Cooper, che dopo “Una notte da Leoni” e
“A-Team” è assurto a status di stella. Una coppia da copertina
nella vita reale che adesso ‘rischia’ di diventarlo anche sullo
schermo.
Torna The Bourne!
Il quarto episodio della saga interpretata da Matt Damon sarà
girato da Tony Gilroy, regista di Michael Clayton
e Duplicity, ma anche sceneggiatore di The
Bourne Supremacy e The Bourne
Ultimatum.
Zack Snyder è
ufficialmente il regista di Superman. Il villain
sarà il Generale Zood… Da tempo ormai aspettavamo questa notizia,
che finalmente è ufficiale: Zack Snyder, è il regista del reboot di
Superman, uno dei supereroi più noti della Dc
Comics, prodotto da Christopher Nolan, sul quale
già nel 2004 Bryan Singer aveva realizzato un reboot
cinematografico. il film uscirà nelle sale a Natale 2012.
Proprio i dirigenti della
Warner Bros hanno scelto Snyder. Inoltre, avendo già
diretto per la Warner Bros, anche i produttori, Christopher Nolan e
Emma Thomas, erano perfettamente favorevoli a questa scelta. In
questi giorni è nelle sale statunitensi la sua ultima fatica,
Il Regno di Ga’Hoole – La Leggenda dei Guardiani,
mentre debutterà a marzo il controverso Sucker
Punch.
Snyder è stato scelto tra candidati
di tutto rispetto, quali: Darren Aronofsky, Duncan Jones e
Ben Affleck. Parlando a Deadline.com, il regista ha
spiegato: “Sono stato un grande fan del personaggio per molto
tempo, è sicuramente il re di tutti i supereroi, l’unico. E’ ancora
presto, ma posso dirvi ciò che David S. Goyer e Christopher Nolan
hanno fatto con la storia del film mi ha decisamente fatto trovare
un modo per rendere il personaggio moderno. Ho sempre sentito che
era qualcosa di straordinario. Finirò Sucker Punch, e poi mi
dedicherò a questo progetto“.
The Hollywood Reporter e Slashfilm,
intanto, rivelano che lo script di Goyer ha un collegamento con i
vecchi film di Richard Donner: il villain del film dovrebbe essere
infatti il Generale Zod. Naturalmente questi dettagli
verranno approfonditi nei prossimi mesi. Le riprese inizieranno nel
2011. Il nuovo Superman è stato scritto da David S. Goyer, con
Christopher Nolan a supervisionare la produzione.
Giovedì prossimo il Festival
Internazionale del Film di Roma 2010 ufficializzerà
finalmente il proprio programma. A poco più di 20 giorni dal via
ufficiale della 5° stagione, cil Festival svela un’anteprima di
grido e di sicuro impatto tramite le pagine di LaRepubblica. Perso
il ‘treno Twilight’, che negli ultimi due anni aveva portato
centinaia di fan un po’ da tutto il mondo, il ‘Festival’ capitolino
ha subito trovato un sostituto all’altezza, ovvero Dylan Dog.
Aliens – Scontro
finale è il film del 1986 diretto da James Cameron e l sequel di Alien
del 1979, diretto dal regista Ridley Scott.Aliens – Scontro
finale ricomincia lì dove il primo ci aveva lasciati.
L’astronave con a bordo Ripley (Sigourney
Weaver) ha vagato per un tempo lunghissimo nello
spazio senza meta, la fortuna o il destino hanno voluto che 57 anni
dopo, venga trovata e riportata sulla Terra.
Dopo essersi ripresa, racconta ciò
che è successo al suo equipaggio ad una commissione mandata dalla
compagnia proprietaria del cargo del primo film, ma nonostante la
sua testimonianza stentano a crederle vista anche l’assenza di
prove dell’esistenza dell’alieno. Ripley comincia in seguito a
lavorare in una catena di stoccaggio ma continua ad avere incubi
frequenti che la fanno svegliare di soprassalto, purtroppo non
riesce a dimenticare la stirpe degli Alien e ciò che ha passato. La
compagnia decide in seguito di mandare un gruppo di marines
addestrati sul pianeta LV-426 sul quale Ripley e gli altri
trovarono l’astronave abbandonata con le uova dell’Alien; sembra
infatti che ci sia qualche problema con una colonia di famiglie
trasferitasi lì, non arrivano più messaggi da loro e non è
possibile comunicarci in alcun modo.
Burke (Paul Reiser), un uomo della
compagnia le propone di far parte della missione con il ruolo di
consulente, ad un primo rifiuto netto della donna sussegue però la
voglia di poter sconfiggere i propri incubi solo annientando
veramente la stirpe aliena, decide così di salire a bordo della
nave spaziale USS Sulaco.
Aliens – Scontro
finale è uno dei migliori sequel che siano mai stati
girati
Una volta giunti sul pianeta
scoprono un luogo disabitato ed in rovina.Riescono però a trovare
un’unica superstite, una bambina bionda di nome Rebecca che in
preda ad un trauma psichico non proferisce parola, la squadra dei
marines parte quindi alla ricerca di altri superstiti fino ad una
terribile scoperta….Senza troppi giri di parole Aliens
– Scontro finale è uno dei migliori sequel che siano
mai stati girati, seppur questa pellicola perda rispetto al
predecessore in atmosfera e stile ne guadagna in velocità, ritmo e
pure violenza.
Qualcosina viene perso nel cast che
rispetto al primo film comprende comunque l’ottimo Michael
Biehn nei panni del vice capitano Dwayne Hicks che
tantissimi ricorderanno per il ruolo in Terminator di Reese l’uomo
che veniva dal futuro. Poi l’ottimo Lance Henriksen in quel di
Bishop il cyborg medico di bordo e la brava baby attrice Carrie
Henn.
Proprio riguardo a quest’ultima è
curioso il modo in cui il regista la scelse: Cameron dopo i casting
a decine di bambini attori era rimasto deluso, perché i piccoli,
abituati a recitare prevalentemente nelle pubblicità sorridevano
dopo ogni battuta e visto che il personaggio da interpretare era
una bimba traumatizzata li scartò tutti quanti; la scelta cadde
quindi sulla figlia di un ufficiale della U.S. Air Force di stanza
vicino il luogo delle riprese. Dall’altro lato ci sono alcuni
personaggi abbastanza stereotipati e insopportabili come la
soldatessa Vazquez col suo fastidioso modo di fare “spacco tutto
io” e il suo accento spagnolo.
James Cameron marchia Aliens con la sua
impronta inconfondibile, dona ritmo a livelli vorticosi, come già
aveva dimostrato in Terminator e dopo qualche anno in Terminator 2, le sequenze spettacolari sono
innumerevoli e pur avendo una durata di oltre due ore il tutto
scorre senza problemi, senza noia e facendo rimanere la soglia di
attenzione sempre alta. La conclusione poi è una delle più famose
forse della storia del cinema, si rifà ampiamente al primo con
doppi e tripli finti finali, e c’è anche il tempo per la Ripley di
rispolverare il suo completino grigio sexy.
Aliens – Scontro
finale a livello di scenografia ed effetti speciali è
incredibilmente avanti per gli standard dell’epoca, a differenza
del primo qui escono a profusione decine di Alien, spettacolari poi
tutte le scene in cui compare la “Madre”, alta più di quattro
metri, comandata da due uomini della troupe. Sigourney Weaver anche qui si trova
perfettamente nei suoi panni, seppure la situazione in cui è
immersa sia un po’ diversa, portata direttamente in prima linea, è
un po’ tuttofare: scuote l’equipaggio rimasto orfano del
capitano ufficiale, si prende cura personalmente della bambina
ritrovata, comanda robot giganti e usa il lanciafiamme come se non
avesse fatto altro nella vita.Oltre quindi ad essere più impegnata,
in questo sequel viene anche sottolineata in primis la sua
femminilità.
Tolti i panni della burbera e forse
un po’ fredda Ripley del primo capitolo, qui si intuisce una certa
attrazione tra lei e il vice capitano Hicks, nonché il rapporto
chiaramente filo-materno tra lei e la piccola Rebecca. Una
curiosità a riguardo è che anche qui come nel primo capitolo alcune
scene sono state tagliate perché spiegavano con troppo anticipo
alcuni aspetti della trama, ad esempio alla fine del film Rebecca
chiama la Ripley “mamma”, ciò che può sembrare un gesto d’affetto
dovuto agli eventi del film si comprende meglio sapendo che la
Ripley in alcune scene tagliate spiega che sua figlia naturale è
morta di vecchiaia durante i 57 anni di sonno profondo e che quando
la lasciò per la missione aveva gli stessi anni di Rebecca.
Fortunatamente per noi tutta la
quadrilogia di Alien è stata
rimasterizzata in dvd comprese le scene eliminate che permettono
come in questo caso di approfondire alcuni aspetti altrimenti
“monchi”. Così si comprende anche lo scontro tra le due madri nella
seconda parte; l’agguerrita Ripley che va a riprendersi nella tana
del nemico la piccola Rebecca e dall’altra parte la madre Alien che
vuole difendere le sue uova. Splendida la scena in cui sotto
la minaccia del lanciafiamme contro le sue uova, la madre aliena
lascia fuggire la Ripley con la bambina dopo che si erano guardate
negli occhi per un buon due minuti. Da segnalare inoltre ciò che si
nasconde dietro l’ottusa sicurezza dei marines nello sconfiggere il
nemico mostrata durante il viaggio di andata dei nostri;
James Cameron voleva mostrare una situazione
analoga a quella della guerra in Vietnam dove l’esercito americano
doveva stanare un nemico che si muoveva nei sotterranei e sbucava
di sorpresa; non sorprende quindi vedere soldati spocchiosi come la
mascolina Vazquez e il poco coraggioso Hudson, troppo sicuri di
risolvere la questione alieni in poche ore e tornare a casa dopo
aver fatto man bassa di cadaveri e successi.Proprio per far
interpretare al meglio i marines spaziali, Cameron fece svolgere
agli attori un intenso corso di addestramento militare e gli fece
leggere il romanzo militaresco “Starship Troopers”.
La pellicola ottenne nove
nominations e cinque premi Oscar, confermandosi poi con un grande
successo di pubblico con 180 milioni di dollari come incasso
totale. Chi si aspetta il solito polpettone tutto effetti speciali
e niente più rimarrà sconcertato, qui di carne al fuoco ce n’é
parecchia, e la maestria di Cameron nel miscelare il tutto senza
sbagliare è ammirevole, una gemma da riscoprire.
L’ultima produzione di Pupi Avati è
il suo primo film che tratta di “una storia d’amore e in cui i
protagonisti sono tutti e due molto belli”, riassume così
scherzando il regista bolognese, a conclusione della conferenza
stampa che si è tenuta oggi a Roma.