Prosegue l’edizione
2011 del Festival della Fiction all’Auditorium di Roma. Oggi,
quarto giorno della manifestazione, il programma vede una ricca
partecipazione degli italiani con due eventi importanti.
Terraferma di Crialese è la proposta Oscar per l’Italia
Tomboy: recensione del film di Céline Sciamma
Tomboy è un film sulla ricerca della propria identità, sull’avventura di crescere ritrovandosi a essere altro rispetto a ciò che si credeva. Tutto si incastra alla perfezione. Dal ritratto dei bambini a quello degli adulti e della famiglia. In Tomboy Laure ha 10 anni e si è appena trasferita, insieme ai genitori e alla sorellina Jeanne, in un nuovo quartiere di Parigi. Un po’ per gioco e un po’ per realizzare un sogno segreto Laure decide di presentarsi ai nuovi amici come un maschio Mickael. In questi nuovi panni è perfettamente accettato dalla comitiva. L’estate però sta per finire, tra poco inizierà la scuola e il gioco dei travestimenti piano piano si complica.
Con l’utilizzo della camera a mano Céline Sciamma cala il suo pubblico in un’atmosfera profondamente intensa. Lo fa dolcemente, con un tocco materno volto alla protezione, ma anche con poesia insita in ogni momento dell’opera, emozionando ininterrottamente lo spettatore. La seconda opera della talentuosa regista francese si impone per la sua straordinaria semplicità e per una naturalezza assoluta che spiazza e coinvolge lo spettatore. La Sciamma riesce a sviscerare, le personalità dei personaggi senza lasciare nulla al caso. Infatti, nonostante la profonda intensità delle situazioni ciò che prepotentemente emerge è proprio la descrizione e lo studio dei caratteri dei personaggi.
Tomboy, il film
Il dilemma che la protagonista vive rispetto la propria identità, scissa tra ciò che il suo corpo le impone d’essere e l’irrefrenabile desiderio della sua mente che desidera l’opposto, non scade mai in un’eccessiva drammatizzazione delle situazioni. I dialoghi non sono molti, Céline Sciamma lascia molto spazio all’intensità e all’espressività dei volti. I micromovimenti di questi visi, caratterizzati da una struggente bellezza, ci parlano di speranza, timore, gioia, paura, sensualità, facendoci comprendere quanto le parole siano superflue.
Non solo un film sull’infanzia, un’età che molti credono destinata all’innocenza, ma in realtà carica di sensualità e ambigue emozioni, ma sull’identità, in particolare sulla formazione e l’affermazione del proprio “io” più profondo in una delle più delicate stagioni della vita. La giovane regista gioca subito sull’identità ambigua della protagonista: con i capelli cortissimi e con i suoi vestiti da maschiaccio facciamo fatica a riconoscerla come una bambina.
Inoltre Céline Sciamma riesce a incorniciare perfettamente la sintonia e la complicità che nasce tra due sorelle. Il rapporto tra Laure e la piccola Jeanne, carico di un affetto incondizionato, commuove per la sua totale purezza di sentimenti. I piccoli interpreti sono straordinari. La loro è una recitazione naturale, semplice e divertita capace di esprimere senza alcuna falsità o caricatura un’età, l’infanzia, fondamentale per la formazione di un essere umano.
Snow White and the Huntsman: foto dal set
Snow White and the Huntsman procede nella sua fase di produzione, e dopo le immagini delle prove costume, i famosi first look, Rupert Sanders va avanti con le riprese,
Dark Shadows, nuove foto dal set
Ecco altre due foto dal set di Dark Shadows diffuse dalla Warner Bros. Oltre a Johnny Depp, Tim Burton dirigerà un cast molto importante: Chloe Moretz, Helena Bonham Carter, Eva Green, Michelle Pfeiffer, Christopher Lee e Jackie Earle Haley.
Pupi Avati in concorso al Festival del Film di Roma
Jennifer Aniston in Tv
James McAvoy potrebbe diventare Elton John
New Year’s Eve trailer originale
Oltre il mare: la conferenza stampa
Dopo l’anteprima del 26 settembre
all’Anica di Roma, Cesare Fragnelli, insieme al cast completo di
Oltre il mare, ha incontrato i giornalisti cercando di spiegare
l’obbiettivo che si è posto girando la pellicola: il regista
pugliese ha voluto semplicemente fornire un ritratto della gioventù
odierna, senza alcuno scopo didattico. Una fotografia semplice e
pura.
Oltre il mare: recensione del film di Cesare Fragnelli
Distribuito da Microcinema e in uscita nelle sale italiane il 30 settembre, Oltre il mare segna l’esordio di Cesare Fragnelli, regista pugliese autore di numerosi cortometraggi. Scenario delle vicende è Otranto, dove un gruppo di giovani universitari decide di trascorrere le vacanze estive. In Oltre il mare il gruppo è composto inizialmente da cinque ragazzi, Sergio (Alessandro Intini), Francesco (Alberto Galetti), Susan (Giulia Steigerwalt), Giordano (Nicola Mocella) e Guglielmo (Mario Claudio Recchia), accompagnati da tre amiche d’infanzia, Nicoletta (Carlotta Tesconi), Alessandra (Francesca Perini) e Carmen (Lidia Cocciolo). Presto però arrivano da Londra le tre nipoti del professor Ciampi (Cosimo Cinieri): Angie (Laura Bardiger), Mary (Loredana D’andrea) e Betty (Elizabeth Saragnese). Le giovani inglesi si aggregano al gruppo, e questo porterà i ragazzi a non badare più ai propri limiti, né tanto meno alle rispettive fidanzate e ai genitori in ansia.
Fragnelli offre al pubblico il ritratto della gioventù odierna, o perlomeno come lui la vede: troviamo il leader bello, carismatico e libertino, il ragazzo introverso alle prese con le pene d’amore, l’alternativo sinistroide, l’aspirante showgirl e le classiche studentesse inglesi incuriosite dall’Italia. Purtroppo fin dal primo momento si capisce come il regista, più che personaggi, abbia messo sul set degli stereotipi non solo noti, ma probabilmente anche superati: voler racchiudere un’intera generazione di ventenni in quattro-cinque modelli comportamentali risulta un tentativo molto azzardato, anche perché molti ragazzi non si riconosceranno affatto nei personaggi di Oltre il mare.
Tuttavia la maggior pecca della pellicola riguarda soprattutto la scarsa profondità dei protagonisti, caratterizzati da una psicologia debole e con un background inesistente. Ecco quindi che il film si snoda tra tradimenti, baldorie, gozzoviglie, rapporti sessuali a iosa (anche quelli omosessuali) e banali dialoghi: di fronte a questo susseguirsi di elementi a sé stanti si fatica a trovare il senso che il regista (forse) vuole trasmettere. Non bastano purtroppo un paio di scene drammatiche a rivitalizzare una sceneggiatura infarcita di banalità e luoghi comuni.
Unici elementi degni di nota sono rappresentati da un ottimo Cosimo Cinieri, nelle vesti del professor Ciampi, che grazia il finale del film con un discorso dall’altissimo valore poetico, e dal giovane Alessandro Intini, il solo attore a trasmettere vitalità e carisma. Chissà se per quest’ultimo non si prospetti una carriera degna di nota.
Paolo Costella racconta assieme al cast il suo Baciato dalla fortuna
A presentare questa
commedia brillante alla stampa, presso la Casa del Cinema, sono
intervenuti il regista, Paolo Costella e un nutrito gruppo di
attori (Vincenzo Salemme – protagonista nei panni di Gaetano, che
spera da una vita di vincere al lotto – Asia Argento, Nicole
Grimaudo, Alessandro Gassman, Dario Bandiera, Elena
Santarelli).
Once Upon a Time e Revenge: la ABC al RFF 2011
Gli ABC Studios hanno presentato a Roma, nell’ambito del RomaFictionFest, due nuove serie televisive che promettono di avere lunga vita e un buon successo di pubblico. Si tratta di Once Upon a Time e di Revenge
Monica bellissima su Elle Megazine
I Laureati di Leonardo Pieraccioni
I Laureati è il film noto del 1995 di e conLeonardo Pieraccioni, al fianco di Mariagrazia Cucinotta, Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Gianmarco Tognazzi, Massimo Cecchirini.
In I Laureati Leonardo, Rocco, Bruno e Pino sono quattro universitari trentenni fuori corso, che vivono assieme in un appartamento di Firenze. In realtà, sono studenti solo sulla carta e la loro vita privata è tutt’altro che esaltante. Leonardo ha lasciato la moglie dopo pochi mesi di matrimonio, Bruno è iscritto all’università solo per compiacere il ricco suocero, Rocco si mantiene facendo il metronotte e Pino cerca un improbabile successo nel cabaret.
Lungi dal dedicarsi agli studi, i quattro tirano avanti tra momenti di divertimento goliardico ed altri di profonda malinconia, senza nessuna voglia di “crescere” e nessuna prospettiva per il futuro. Solamente il tentativo di suicidio dello strambo professor Galliano fornirà loro un’occasione per riflettere sul proprio futuro.
Mentre la stella di Francesco Nuti si spegneva lentamente fino a un tragico epilogo, un’altra stella toscana faceva breccia nel cielo del Cinema italiano. Parliamo di Leonardo Pieraccioni, fiorentino, che dopo una gavetta tra tv, locali e teatro, sforna questo suo primo lungometraggio nel 1995. Affidandosi a coloro che saranno a lungo suoi fedeli compagni di viaggio, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini, a un figlio d’arte, Gianmarco Tognazzi, alla bellezza prorompente di Maria Grazia Cucinotta e a un attore che non ha bisogno di presentazioni, Alessandro Haber, Pieraccioni propone un film fresco, frizzante, uno squarcio della provincia italiana che può adattarsi alle vite di molti trentenni italiani degli anni ’90.
Momenti di comicità a momenti di profonda malinconia
Il film alterna momenti di comicità a momenti di profonda malinconia. I protagonisti, di fatto, ricordano un po’ quelli di Amici miei. Ovvero persone che camminano su un filo sottile, sospeso tra due cime: da un lato la voglia di scherzare e godersi la vita illudendosi di essere eterni adolescenti, e dall’altro la consapevolezza di non potersi più gongolare. Pieraccioni, appena trentenne, è promosso a pieni voti anche davanti alla cinepresa; dimostrando di saper far ridere e di avere una certa personalità e disinvoltura pure sul grande schermo. La sua verve creativa come regista sarà mantenuta per tutta la seconda metà anni ’90, un periodo nel quale proporrà altri film di buona qualità quali Il ciclone, Fuochi d’artificio e Il pesce innamorato, mentre i film successivi peccheranno di ripetitività.I laureati fece anche la fortuna di Vittorio Cecchi Gori, da poco mandato quasi in bancarotta da un film costato una fortuna ma che fu un flop al botteghino: Occhio Pinocchio, di Francesco Nuti. La pellicola costò 2 miliardi di lire e ne incassò ben 15.
La bussola d’oro, il film fantasy con Nicole Kidman
La bussola d’oro è il film fantasy del 2007 diretto da Chris Weitz e con protagonisti Dakota Blue Richards (Lyra Bevacqua), Daniel Craig (Lord Asriel), Nicole Kidman (Marisa Coulter), Eva Green (Serafina Pekkala), Sam Elliott (Lee Scoresby), Christopher Lee (capo del Magisterium), Tom Courtenay (Fader Cortam), Derek Jacobi (Fra Pavel)
La bussola d’oro, la trama
Ci sono infiniti mondi e dimensioni parallele, oltre a quella sotto gli occhi di tutti: in una di queste, molto simile alla Terra di fine Ottocento ma con più tecnologia, sia pure mescolata con la magia, gli esseri umani hanno la loro anima incarnata nel Daimon, un animale che li accompagna fin dall’infanzia, cambiando forma fino a raggiungerne una definitiva.
Lyra, una bambina di oscure origini che vive nel Jordan College della Oxford di quel luogo, scopre l’esistenza della Polvere, una sostanza misteriosa che il Magisterium, l’organo di dominazione del suo mondo, ritiene l’origine del peccato. La ragazzina è costretta a fuggire dopo l’interesse nei suoi confronti dimostrato dalla misteriosa ed ambigua Marisa Coulter, e parte per un viaggio per svelare il mistero del suo mondo e di altri mondi. Le saranno accanto un orso guerriero in armatura, uno scienziato, i Gyziani, popolo nomade e spesso perseguitato, la strega Serafina Pekkala e forse suo zio lord Asriel, anche lui interessato ai poteri della Polvere.
La bussola d’oro Analisi
La crisi economica
del 2008 ha bloccato, ormai c’è dire praticamente a tempo
indeterminato, le possibilità di avere al cinema i due seguiti de
La bussola d’oro, dal primo romanzo della trilogia di
Philipp Pullman Queste oscure materie. Del resto, gli
incassi non erano stati esaltanti, forse anche a causa delle
polemiche di numerose associazioni religiose sui contenuti della
storia, ma anche perché il fantasy, genere trionfante al cinema
grazie ad Harry
Potter e a
Il signore degli anelli non è
riuscito poi a trovare, nel vasto panorama della narrativa
fantastica degli ultimi decenni, spesso di ottima qualità, degni
sostituti.
C’è da dire peccato, perché, oltre al valore intrinseco della saga di Pullman, da leggere sia per i ragazzi ma anche e soprattutto per gli adulti come inno alla tolleranza, alla libertà e come baluardo oltre ogni forma di oscurantismo, La bussola d’oro al cinema aveva dalla sua molti punti di forza e di interesse, anche se ha pesato sui fan la scelta non felice di chiudere il film in maniera diversa rispetto al libro, in cui veniva svelato il rapporto tra Asriel e Marisa e in cui Lyra si avviava verso nuove avventure.
La realizzazione del mondo di Lyra, così simile e così lontano dal nostro, in cui convergono suggestioni di tanta letteratura per ragazzi, Jules Verne in testa, è impeccabile, e la computer graphic, pur presente, non è ridondante ma al servizio della storia, e dona begli scenari e il personaggio di Iorek Byrnison, l’orso guerriero.
Ne La bussola d’oro il cast è ottimo, e se la giovane Dakota Blue Richards può candidarsi già a volto interessante del cinema futuro, se Daniel Craig e Nicole Kidman si confermano solidi ed affascinanti professionisti, meritano una menzione speciale la strega quasi eterna e conturbante della figlia d’arte Eva Green, una delle più interessanti interpreti del cinema degli ultimi anni non sempre in ruoli all’altezza, e il veterano del cinema anni Sessanta Tom Courtenay (era il marito bolscevico di Lara ne Il dottor Zivago e il militare che inchiodava il generale serial killer ne La notte dei generali) come scienziato alla Verne e amore invecchiato della strega.
La trama deLa
bussola d’oro è avvincente, la metafora del
Magisterium come Chiesa è un po’ edulcorata rispetto al romanzo ma
funziona lo stesso, i Daimon portano simpatia e tenerezza e la
scena in cui si cerca con l’intercisione di separare i bambini dai
loro Daimon è semplicemente terrificante.
Cercare di capire perché il tutto non ha funzionato non è facile: i costi erano alti, in tempi di crisi si preferisce non rischiare, forse la storia non è così facile e commerciale, e forse non si volevano infastidire troppo certe istituzioni, e tutte queste componenti hanno privato gli appassionati della saga letteraria di uno sviluppo al cinema, senza il personaggio fondamentale di Will, vero compagno di Lyra nella sua avventura, e senza gli sviluppi ulteriori di una vicenda che si distingue per la sua originalità e per il suo scegliere di non essere consolatoria come tanta letteratura fantastica, soprattutto quella destinata ad un pubblico di ragazzi.
La bussola d’oro è comunque un film da avere e da guardare, sia per gli appassionati del genere che per chi ama le belle storie, con accanto i libri che spiegano come il tutto andrà a finire davvero.
NURSE JACKIE – TERAPIA D’URTO STAGIONE 1
Baciato dalla fortuna: recensione del film di Paolo Costella
A Natale mi sposo, con Massimo Boldi e Vincenzo Salemme, Paolo Costella torna nelle sale con una commedia dai toni farseschi, in cui a farla da padrone è ancora Salemme, nei panni di Gaetano. In Baciato dalla fortuna Gaetano è un vigile napoletano che vive a Parma, “classicamente” sfortunato: la sua compagna Betty/Asia Argento, ristoratrice supersexy, lo tradisce con l’attraente comandante Grandoni/Alessandro Gassman, mentre lui è occupato a destreggiarsi con sempre crescenti problemi economici, visto l’alto e incongruo tenore di vita che conduce assieme a Betty. È vessato anche sul lavoro dal comandante Grandoni, ha due “sinceri” amici (Dario Bandiera/Nicola e Giuseppe Giacobazzi/Osvaldo), gioca sempre al lotto e non vince mai. Quando pare che finalmente, dopo anni di giocate, abbia vinto il massimo montepremi, tutta la città, che prima lo snobbava, si fa accondiscendente e disponibile con lui, sperando di ottenerne vantaggi, ma non tutto è come sembra.
Baciato dalla fortuna deve molto a Salemme, dal momento che il tutto parte da un atto unico per il teatro utilizzato come soggetto, scritto da Salemme stesso, e dalla sceneggiatura, inizialmente opera sua assieme a Massimiliano Bruno, e che poi ha visto collaborare Paolo Costella, chiamato anche a dirigere.Commedia giocata sul registro farsesco, dicevamo, che punta molto sulla comicità di situazione, sull’equivoco (espediente classico) e su una recitazione spesso sopra le righe. È la concezione comica che hanno sposato tutti gli attori del cast, accentuando moltissimo le caratteristiche dei loro personaggi. Si pensi a quello di Asia Argento, ristoratrice focosissima, “romanaccia” e greve (nella prima scena in cui la vediamo l’elemento della sensualità, come quello di un’aggressività brutale, sono sottolineati il più possibile).
Lo stesso accade per Alessandro Gassman/Grandoni: bello, ma donnaiolo, ipocrita, falso, e chi più ne ha più ne metta. Pregio e difetti sono sottolineati in ogni occasione (ad esempio, più donnaiolo non potrebbe essere: incontra di continuo e guarda sempre interessato le belle donne di Parma, le conosce tutte e ha una relazione in corso con due di loro – oltre a Betty anche Teresa/Elena Santarelli, moglie di Nicola/Bandiera. Anche Nicole Grimaudo (che si cimenta con la sua prima commedia) è un’amica di Gaetano, assillante fino all’esasperazione. Questi toni esageratamente marcati però non giovano, anzi finiscono per risultare ridondanti, e stancare.
Stesso discorso vale per la comicità di situazione, con schemi ripetuti, e dunque prevedibili: la Argento che picchia, dà pugni, gomitate e quant’altro, infierendo su Salemme e Gassman ogni volta che può, anche più volte nella stessa sequenza; Grimaudo/Anna che entra in scena alle spalle di Salemme spaventandolo con uno scherzo (accade più volte); i due vigili “amici” di Gaetano, che prima si mostrano comprensivi con lui e poi lo scaricano, in due scene simili per concezione (dopo la prima, già sappiamo come si evolverà la seconda). Il personaggio centrale, Gaetano/Salemme, poi, condivide con gli altri alcuni dei tratti sopra descritti. Inoltre, come suo costume, ripropone in chiave moderna lo stile della tradizione napoletana, che rimanda a Totò (si pensi alla sua mimica facciale, o ai duetti con Gassman e Maurizio Casagrande – il direttore di banca) senza però i guizzi geniali del grande maestro e puntando su una comicità più facile, anche nelle battute, nei dialoghi.
La commedia Baciato dalla fortuna non vuol essere certo buonista, anzi, fotografa un’Italia meschina, egoista, col mito del denaro, che però scarseggia sempre e si può solo sognare. Un denaro per cui si sarebbe disposti a fare qualunque cosa. L’italiano medio qui è opportunista, ipocrita e vive al di sopra delle proprie possibilità. Dunque, anche attualità e comportamenti riscontrabili nella nostra realtà quotidiana, nonché critica sociale. Il tutto si voleva alleggerire con i toni della farsa, ma forse lo si è fatto troppo, e la cattiveria, l’elemento corrosivo spesso finisce per non essere molto più che un espediente comico.
Piacerà certo a chi trova comici i meccanismi dell’accumulazione e dell’eccesso, e non cerca particolare originalità. Convincerà meno quanti, come chi scrive, preferiscono una comicità più misurata, o più sottile, o vorrebbero essere stuzzicati da una maggiore varietà. Baciato dalla fortuna uscirà nelle sale il prossimo 30 settembre, prodotto da Medusa e Rita Rusic.
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Nightmare – La collezione completa – Edizioni Blu-ray in vendita dal 19 Ottobre 2011
Empire celebra il 10° anniversario de La Compagnia dell’Anello
ARTURO in Blu-ray e DVD!
Elizabeth Bennet avrà il volto di Blake Lively?
Eva Green sarà Maria Callas?
Jassica Chastain in Horyzon
Jessica Chastain ha avuto un ruolo in Horyzon, prossimo progetto di Joseph Kosinski. Nel film ci sono due ruoli femminili importanti: il primo è quello di una viaggiatrice misteriosa, il secondo è quello della moglie del protagonista. Non si sa ancora quale ruolo sarà della Chastain.
Nel film ci sarà anche Tom Cruise che interpreta un soldato rispedito dalla corte marziale sulla superficie terrestre, ormai inabitabile a causa dell’intervento degli alieni che l’hanno distrutta.
Fonte: Collider
Il cavaliere oscuro – Il ritorno: ancora foto-spoiler!
Continua la pioggia di foto dal set deIl cavaliere oscuro – Il ritorno . Oltre agli ormai soliti Catwoman, Gordon e Batman, vediamo qui di nuovo lo strano marchingegno che dovrebbe essere un’arma di Bane e il Batcopter di scena, ovviamente la parte usata per le riprese.
A diffondere le foto sono Superherohype e SlashFilm. Quest’ultimo mettendo in evidenza la divertente foto che vi mostriamo sotto: Sul set c’è decisamente complicità, sarà per l’affinità dei costumi! A seguire le altre foto dal set.
Il cavaliere oscuro – Il ritorno, il film
Il cavaliere oscuro – Il ritorno (The Dark Knight Rises) è un film del 2012 diretto da Christopher Nolan. La pellicola, prodotta da Legendary Pictures e Warner Bros., è il capitolo conclusivo di una trilogia iniziata nel 2005 con Batman Begins e proseguita nel 2008 con Il Cavaliere Oscuro, entrambi diretti da Christopher Nolan con protagonista Christian Bale. L’uscita nelle sale è avvenuta il 20 luglio 2012 negli Stati Uniti e il 29 agosto in Italia.
A guidare il cast di all-star di Il cavaliere oscuro – Il ritorno c’è per la terza volta il vincitore del premio Oscar Christian Bale (“The Fighter”) che interpreta il duplice ruolo di Bruce Wayne/Batman. Nel film anche Anne Hathaway che intepreta Selina Kyle; Tom Hardy, nel ruolo di Bane; il premio Oscar Marion Cotillard (“La Vie en Rose”) che nel film è Miranda Tate; e Joseph Gordon-Levitt, nel ruolo di John Blake.
Le avventure di TintTin: immagini inedite!
Karl Urban ritorna nelle Cronache di Riddick
Uscite al cinema del 30 settembre 2011
A Dangerous Method:
Alla vigilia della prima guerra mondiale, Zurigo e Vienna sono lo
scenario di un racconto oscuro sulla scoperta sessuale ed
intellettuale. Tratto da fatti realmente accaduti, il film è
incentrato sul turbolento rapporto tra il giovane psichiatra Carl
Gustav Jung (Fassbender), il suo mentore Sigmund Freud (Mortensen)
e Sabina Spielrein (Knightley), la giovane donna bella e tormentata
che si frappone tra loro.