Cold Case – La
giovane detective Lily Rush coordina con i colleghi Nick Vera,
Scotty Valens, Will Jefferies, Kat Miller e il suo capo John
Stillman le indagini sui casi irrisolti, i cosiddetti cold cases,
all’interno del dipartimento di polizia di Filadelfia.
- Cold case
- Stagioni: 7,
conclusa
Anno: 2003-2010
Numero episodi: 157
- Ideato da:
Meredith Stiehm, Jerry Bruckheimer
- Cast: Kathryn
Morris, Danny Pino, John Finn, Jeremy Ratchford, Thom Barry, Tracie
Thoms.
- Guest Star:
Adrienne Barbeau, Lee Majors, Meredith Baxter, Daniel Baldwin,
Raymond J. Barry, Keith Szarabajka.
La trama di Cold Case
La giovane detective Lily Rush
coordina con i colleghi Nick Vera, Scotty Valens, Will Jefferies,
Kat Miller e il suo capo John Stillman le indagini sui casi
irrisolti, i cosiddetti cold cases, all’interno del dipartimento di
polizia di Filadelfia.
Di solito si riapre un caso o di
fronte a nuovi indizi, o per richiesta di qualcuno legato alla
vittima, o ancora perché dopo magari anni si è ritrovato il
cadavere. Ogni indagine è un momento di riflessione e di immersione
nell’animo di persone, vive o morte, tutte toccate in qualche modo
dagli eventi accaduti spesso molto tempo prima e mai
dimenticati.
Analisi – Cold Case
Jerry Bruckheimer
produce questa serie ideata da Meredith Stiehm che si distacca
nettamente dai vari CSI, distinguendosi in particolare per il
carattere introspettivo e di ricerca della verità non tanto con
mezzi scientifici, ma con l’indagine nell’animo della vittima e di
chi può essere coinvolto nel caso, anche per semplice conoscenza.
Non manca mai un grande spazio dato ai sentimenti e spesso anche
alla commozione di fronte all’inellutabilità di fatti ormai
incancellabili e che hanno segnato la vita e la morte di qualcuno e
di chi gli era vicino.
Cold case ha spesso lanciato uno
sguardo su fatti e eventi più o meno recenti della storia
americana, dall’assassinio di Kennedy alla seconda guerra mondiale,
dalla guerra di Corea a quella del Vietnam, dalle battaglie per i
diritti civili alla fuga degli esuli di Cuba, dimostrando
sensibilità nel trattare tematiche come il razzismo, il femminismo,
i diritti degli omosessuali, la situazione dei quartieri disagiati.
Il tutto inoltre senza praticamente mai dare giudizi sugli
assassini, tanto che viene da dire che è una serie che parla di
vinti, vinte sono le vittime, di tutte le età, che non hanno potuto
realizzare il loro sogno interiore, emblema del sogno americano ma
non solo, ma lo sono anche i carnefici, spesso assassini per caso e
quasi mai per crudeltà.
La struttura di ogni episodio è in
definitiva regolare: si parte conoscendo la vittima nel suo
ambiente, con magari i suoi sogni e le sue aspirazioni, di colpo la
si vede morta, passa del tempo, anche molto, e poi il caso viene
riaperto. Lily e i suoi colleghi conducono l’indagine, si arriva
sempre ad una soluzione, mai facile, sempre dolorosa.
L’unico appunto che si può fare è
che forse è un po’ improbabile il pensare che a Philadelphia, città
emblematica degli Stati Uniti, centro culturale e sede della
dichiarazione di Indipendenza, primo atto a favore dei diritti
dell’uomo dell’era moderna, ci siano tutti questi delitti
irrisolti, che vengono risolti episodio per episodio, ma nonostante
questo la serie continua a funzionare, complici diversi elementi
ben amalgamati che hanno saputo conquistare il pubblico.
L’ottima ricostruzione di ogni
epoca richiamata nei singoli episodi, dagli anni Venti a tempi più
recenti, che hanno reso Cold case una delle serie
più costosa, dove niente è mai lasciato al caso, è uno dei punti
forti della serie: ricostruzione che viene amplificata da una
colonna sonora di prim’ordine, principale causa però di una mancata
uscita delle stagioni in dvd. Ogni storia è condita dalle canzoni e
dalle musiche di quell’anno, con la presenza di artisti come
The Byrds, Frank Sinatra, Bruce Springsteen, Sarah MacLahlan,
gli U2, con canzoni che iniziano spesso con un brano d’impatto
per poi finire nella scena finale con brani più melodici e
commoventi e in linea con gli eventi narrati.
I personaggi ricorrenti di
Cold Case, Lily Rush e i suoi colleghi, non
invadono le singole storie con le loro vicende personali, che
restano sullo sfondo, ma man mano nello scorrere degli episodi
hanno avuto le loro gioie e dolori, crescendo e cambiando. Tutti
sono single, o di ritorno come divorziati (John Stillman), o vedovi
(Will Jeffreys) o perché non riescono o non sono interessati a
cercare qualcuno con cui stare (Lily Rush, Scotty Valens, che molti
vedrebbero come una coppia possibile). C’è anche una mamma single,
Kat Miller: ciascuno di loro rappresenta quindi una caratteristica
comune alla società di oggi nei Paesi industrializzati, la
solitudine per svariati motivi, solitudine che può risultare in una
maggiore dedizione al lavoro, in una ricerca romantica dell’anima
gemella, nel riannodare vecchi legami familiari, come succede a
Lily, cresciuta con una madre alcolista poi morta e che ritrova il
padre ormai adulta.
Umanità e commozione sono quindi le
carte vincenti di Cold Case ,una serie che
rimanendo in generale sempre fedele a se stessa, senza grandi
cambiamenti, è arrivata comunque alla settima stagione,
conquistando un pubblico che al rigore scientifico e all’azione
preferisce l’introspezione e il ricordo, i sentimenti negativi e
positivi e tutte le emozioni che albergano nell’animo umano.
Forse a volte si esagera sul pedale
della commozione (Kathryn Morris ha dichiarato in un’intervista ad
un noto periodico di spettacolo italiano di non poterne più certi
momenti di storie troppo tristi) ma la ricetta ha sempre
funzionato, anche qui in Italia, dove Cold case ha
avuto una collocazione fissa con le nuove stagioni al sabato sera
più varie repliche, stimolate anche dal fatto che un’uscita in dvd
della serie è poco proponibile in quanto i diritti per la musica
riprodotta in ogni episodio ammazzerebbero ogni possibile ricavo
della vendita.
Gli appassionati si sono sentiti
rassicurati da una struttura sempre uguale, ma nella quale trovano
spazio le mille sfaccettature dell’animo umano, discorsi anche
impegnativi sui diritti civili, sentimenti e commozione, e hanno
imparato ad amare dei protagonisti discreti ma attivi, dediti al
lavoro come ad una missione, il cui scopo è la ricerca della verità
e il dare giustizia e ricordo a qualcuno che in un giorno magari
lontano ha visto finire la sua vita per fatalità o crudeltà, per
errore o per disgrazia. E Cold case rimarrà come
esempio di thriller fatto con il cuore, partendo dai mille aspetti
del sentire umano, per sondare le motivazioni alla base di scelte
estreme, ma anche semplicemente del continuare a vivere malgrado
tragedie e problemi.