Martedì 8 marzo al
Cinema Colosseo di Milano, torna Sala Bio, l’evento settimanale
dedicato alle più grandi anteprime cinematografiche in lingua
originale promosso e organizzato da Biografilm Festival di Bologna,
il primo festival interamente dedicato alle biografie e ai racconti
di vita.
La prossima settimana Sala
Bio presenta l’anteprima in versione originale
sottotitolata di Ave Cesare!, la
nuova travolgente commedia dei registi quattro volte premi Oscar®
Joel ed Ethan Coen. Il film, ambientato nella
Hollywood degli anni Cinquanta, racconta le vicende che si
susseguono in una sola giornata della vita di un fixer
degli studios cinematografici, chiamato a risolvere una marea di
problemi.
A interpretare il film, un cast
stellare: Josh Brolin, il premio Oscar®
George Clooney, Ralph Fiennes, il
premio Oscar® Tilda Swinton, Channing
Tatum, Scarlett Johansson, Jonah
Hill e il premio Oscar® Frances
McDormand.
Ave
Cesare! sarà presentato in anteprima in contemporanea
anche a Sala Bio Bologna (Cinema Capitol, ore 21.30) e distribuito
nelle sale italiane a partire dal 10 marzo da Universal Pictures
Italia.
Per il suo primo
appuntamento di novembre Sala Bio, la sala cinematografica a cura
di Biografilm Festival dedicata ai migliori biopic e ai grandi
racconti di vita, raddoppia e offre al suo pubblico ben due
anteprime in lingua originale sottotitolate.
Lunedì 3 novembre
alle ore 21.00 al Cinema Odeon Sala Bio e Be
Original presentano l’anteprima di Clouds of Sils
Maria, il nuovo film di Oliver
Assayas. La pellicola vede protagonista il Premio Oscar
Juliette Binoche nei panni di Maria Enders,
attrice all’apice del successo, chiamata a partecipare al revival
del film che l’ha resa famosa vent’anni prima. Maria, che vanta
come unica amica e confidente la sua assistente personale,
Valentine (Kristen Stewart), entra subito in
conflitto con la divetta con la passione per lo scandalo Jo-Ann
(Chloë Grace Moretz)
Martedì 4 novembre
invece Sala Bio si sposta al Cinema Capitol, dove
sempre alle 21.00 si terrà l’attesissima anteprima di
Get On Up, il biopic su James Brown
diretto da Tate Taylor e interpretato da
Chadwick Boseman. Nato nei sobborghi poveri della
South Carolina, nel pieno della Grande Depressione, Brown è
sopravvissuto a un’infanzia fatta di abbandono, abusi, riformatori
e prigione. Nessuno gli ha mai insegnato il rispetto delle regole.
Ed è così che ha iniziato a infrangerle. Dalla boxe amatoriale
all’elemosina agli angoli delle strade, la sua vita è stata
scandita da duri colpi che hanno riecheggiato per tutti gli anni a
seguire. E nonostante ciò è divenuto uno degli interpreti più
affermati sulle scene della musica mondiale. Il film offre uno
spaccato unico della musica, delle scelte e dei capricci di
un’icona, accompagnando il pubblico in un viaggio dalla sua povera
adolescenza alla trasformazione che lo ha reso uno dei personaggi
più carismatici e riconosciuti del ventesimo secolo.
Entrambi i film saranno distribuiti
nelle sale italiane a partire dal 6 novembre, rispettivamente da
Good Films e da Universal.
CLOUDS OF
SILS MARIA
(Francia, Germania,
Svizzera, Stati Uniti/2014/124’)
Regia di Oliver
Assayas
All’apice della sua carriera
internazionale, a Maria Enders (Juliette Binoche) viene offerto di
recitare in un revival della commedia che l’aveva resa famosa
vent’anni prima. A quei tempi interpretava il ruolo di Sigrid,
un’affascinante ragazza che spinge al suicidio il suo capo, Helena.
Mentre ora le chiedono di interpretare l’altro personaggio, quello
di Helena. Così, Maria parte assieme alla sua assistente (Kristen
Stewart) per andare a Sils Maria, un remoto paese delle Alpi, dove
si preparerà per il ruolo.
Una giovane starlet di Hollywood con
una spiccata propensione per gli scandali (Chloë Grace Moretz)
interpreterà il ruolo di Sigrid; e così Maria si ritrova dall’altra
parte dello specchio, faccia a faccia con una donna ambiguamente
affascinante: un inquietante riflesso di lei stessa.
GET ON UP
(Stati
Uniti/2014/139’)
Regia di Tate
Taylor
L’incredibile storia della vita del
“Padrino del Soul”, James Brown. Attraverseremo con la musica
il viaggio di Brown, dalla misera infanzia in Georgia fino alla
trasformazione in una delle più influenti figure della scena
musicale del ventesimo secolo. Chadwick Boseman, guadagnatosi
numerosi apprezzamenti per la sua interpretazione come Jackie
Robinson nel film 42, è James Brown, affiancato da Viola Davis e
dal premio Oscar® Octavia Spencer. Il film è prodotto da Imagine
Entertainment di Brian Grazer e da Jagged Films di Mick Jagger.
Martedì 30
settembre alle ore 21.00 torna al Cinema Colosseo di
Milano l’appuntamento con Sala Bio, la sala cinematografica a cura
di Biografilm Festival dedicata ai migliori Biopic e ai grandi
racconti di vita.
Sala Bio nasce come estensione nel
corso dell’anno di Biografilm Festival – International
Celebration of Lives di Bologna, il primo festival
italiano dedicato alle biografie e ai racconti di vita i cui ambiti
spaziano dal cinema alla letteratura, dal documentario alla
fotografia, dall’arte al teatro, alla musica.
Dopo il successo della scorsa
edizione nel capoluogo lombardo, Sala Bio, in collaborazione con il
Cinema Colosseo, ha deciso di riproporre per tutta la stagione 2014
/2015 una programmazione eterogenea e di qualità che spazia dalla
fiction ai documentari e che sarà densa di anteprime, eventi ed
incontri. Un nuovo pubblico per il cinema di qualità che si ritrova
ogni settimana per scoprire le storie di grandi personaggi, che ha
piacere a condividere esperienze e visioni in un contesto culturale
continuativo arricchito dalla presenza di ospiti e critici
importanti.
L’obiettivo è offrire al pubblico
l’opportunità di entrare a far parte di una community che ogni
settimana si ritrova in Sala Bio per scoprire importanti,
appassionanti, divertenti storie di vita. Rispondendo così alla
richiesta di un nuovo pubblico che ama il cinema di qualità e che
ha piacere di condividere esperienze e visioni in un contesto
culturale coerente e continuativo.
Per questo terzo appuntamento, Sala
Bio presenterà una proiezione speciale di The Look of
Silence, il documentario di Joshua Oppenheimer che, dopo aver vinto il Gran Premio
della critica e altri quattro premi collaterali alla 71° Mostra del
Cinema di Venezia, ha conquistato anche la critica e il pubblico
del Toronto International Film Festival ed è stato distribuito
nelle sale italiane a partire dall’11 settembre scorso da I Wonder
Pictures e Unipol Biografilm Collection.
Tra i più vivaci sostenitori del
film, Werner Herzog, che lo ha descritto come un
film «profondo, visionario, sconvolgente» e Tim
Roth, che alla cerimonia di premiazione di Venezia ne ha
parlato così: «È un capolavoro, è stato spettacolare e mi ha
commosso al di là di qualsiasi parola possibile […] È un’esperienza
straordinaria, come vedere la nascita dei propri figli»
THE Look of Silence
di Joshua Oppenheimer
(Danimarca, Finlandia, Indonesia,
Norvegia, Gran Bretagna/2014/98′)
Indonesia: tra il 1965 e il 1966 il
generale Suharto prende il potere e dà il via a una delle più
sanguinose epurazioni della Storia. Con la complicità e il supporto
dell’esercito indonesiano, gruppi para-militari massacrano oltre un
milione di persone, tra comunisti, minoranze etniche e oppositori
politici.
Nato nel 1968, Adi non ha mai
conosciuto suo fratello, mutilato e ucciso barbaramente da alcuni
membri del Komando Aksi nell’eccidio del Silk River. Il regista
Joshua Oppenheimer, che già aveva rotto il silenzio sul genocidio
indonesiano con il suo acclamato The Act of Killing
scioccando pubblico e critica di tutto il mondo, porta
Adi, il protagonista, a incontrare e confrontarsi con i
responsabili di quell’atroce delitto, in un percorso che ha come
obiettivo quello di tutti i grandi viaggi: la ricerca e
l’affermazione della verità.
Sala Bio Milano è realizzata
da Biografilm Festival in collaborazione con il Cinema Colosseo di
Milano e si svolge con la partnership di Unipol
Gruppo Finanziario, Lufthansa, Coin, Mymovies, Zero Edizioni, TVN
Televisionet.tv.
MODALITÀ DI
ACCESSO
Per consultare le modalità di
accesso e scoprire tutti le promozioni riservate alla community di
Sala Bio è possibile consultare il sito www.salabio.it o diventare fan
della pagina Facebook ufficiale www.facebook.com/SalaBio
Frank In virtù del grande
successo riscosso dai primi appuntamenti della stagione 2014/2015,
raddoppia l’appuntamento settimanale con Sala Bio a Milano:
settimana prossima, martedì 28 e mercoledì 29 ottobre, sarà la
volta dell’anteprima, in lingua originale sottotitolata, di Frank,
pellicola dell’acclamato regista irlandese Lenny Abrahamson, in
uscita con I Wonder Pictures in collaborazione con la Unipol
Biografilm Collection. Il film, liberamente ispirato alla figura
del personaggio di Frank Sidebottom, alter ego del
musicista britannico Chris Sievey, vede protagonista il candidato
al Premio Oscar Michael Fassbender nei panni di un misterioso e
carismatico musicista, il cui volto è sempre celato da una
gigantesca maschera di cartapesta. Quando il tastierista originale
della band viene ricoverato a seguito di un tentato suicidio, alla
band si unisce un nuovo tastierista, Jon (Domnhall Gleeson). Il
giovane crede di essere un ottimo creativo, ma quella che credeva
essere l’opportunità di dimostrare il suo talento si rivela
l’esatto contrario. Jon rimane sempre più affascinato dalla figura
di Frank, e la sua volontà di capire ciò che si nasconde dietro la
maschera del misterioso frontman diventerà una vera e
propria ossessione, che trascinerà tutto il gruppo in una spirale
autodistruttiva…Oltre a Fassbender e Gleeson, il cast del film
annovera anche Maggie Gyllenhaal, Carla Azar e François Civil.
FRANK
di Lenny Abrahamson
(Irlanda, UK/2014/95′)
Per un aspirante musicista è una
fortuna finire a suonare con Frank, o un terribile guaio? Perché
Frank non è solo il leader di una band dal nome impronunciabile, i
Soronprfbs. Frank non è solo un genio della musica. Frank ha un
vezzo inquietante: porta una gigantesca maschera di cartapesta.
Forse è un pazzo, forse un profeta. Ma dopo aver lavorato con lui
non sarai mai più lo stesso. Ispirato a Frank Sidebottom, alter ego
del comico e musicista Chris Sievey, e ai cantautori Daniel
Johnston e Captain Beefheart, questa vicenda ci porta sul confine
tra genio e follia. Sotto la maschera l’acclamato attore Michael
Fassbender.
Sala Bio Milano è realizzata
da Biografilm Festival in collaborazione con il Cinema Colosseo di
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Ancora un doppio appuntamento con
Sala Bio a Bologna la prossima settimana.
Lunedì 4 aprile alle ore
21.15 al Cinema Odeon, Sala Bio presenta l’anteprima in
versione italiana de IL COMPLOTTO DI CHERNOBYL – THE
RUSSIAN WOODPECKER, di Chad Gracia.
Il film, già vincitore del Gran Premio della Giuria a
Sundance 2015, a 30 anni dall’esplosione del reattore a
Chernobyl getta una nuova luce sulle origini e le motivazioni
dietro il disastro.
Presentato in anteprima italiana a
Biografilm 2015, dove ha vinto il Premio Hera “Nuovi
Talenti” per la migliore opera prima e il
LifeTales Award, IL COMPLOTTO DI
CHERNOBYL sarà distribuito nei cinema italiani da I Wonder
Pictures a partire dal 7 aprile.
Martedì 5 aprilealle ore 21.15 sempre al Cinema Odeon, sarà la
volta dell’anteprima in versione originale sottotitolata di
Una notte CON LA Regina, una divertente
commedia degli equivoci ispirata a un episodio della gioventù della
regina Elisabetta, diretto dall’acclamato regista inglese
Julian Jarrold (Becoming Jane – Il ritratto di
una donna contro, Ritorno a Brideshead). La regina
Elisabetta è interpretata dalla giovane promessa Sarah
Gadon (A Dangerous Method, Enemy,
Dracula Untold).
Una notte con la regina sarà
distribuito nelle sale italiane da Teodora Film a partire dal 7
aprile.
IL COMPLOTTO DI CHERNOBYL –
THE RUSSIAN WOODPECKER
di Chad Gracia
(Ucraina, Stati Uniti, Regno
Unito/2015/82′)
30 anni fa l’incidente di Chernobyl
ha risvegliato nel mondo l’attenzione sui rischi dell’energia
nucleare. Ancora oggi è l’unico grande disastro nucleare
riconosciuto ufficialmente come causato da un errore umano. Ma se
non si fosse trattato di un errore? Fedor nel 1986 aveva solo
quattro anni. Quando sceglie d’indagare su quella catastrofe,
arriva a scoprire la Duga, una gigantesca antenna che doveva
interferire con le comunicazioni occidentali e infiltrarle di
propaganda sovietica. Una struttura che non ha mai funzionato e
che, forse, non è estranea allo scoppio del reattore… Nel bel mezzo
della rivoluzione ucraina, Fedor porta alla luce una verità
pericolosa per sé e per chi gli sta accanto, in un thriller
politico scandito dal rumore inquietante e cadenzato della
minacciosa Duga, simile in tutto e per tutto a quello di un grosso
picchio.
Uscita: 7 aprile (I Wonder
Pictures)
Una notte con la
regina
di Julian
Jarrold
(Regno Unito/2015
/97’)
8 maggio 1945 – Giornata della
Vittoria in Europa. Gli Alleati accettano la resa incondizionata
dell’esercito nazista e per le strade di Londra esplode la gioia
della gente per la fine della lunga e gravosa guerra. Le due
giovani principesse Elizabeth e Margaret Windsor, affascinate da
quel brulichio di persone, riescono a strappare al Re e alla Regina
il permesso di uscire, a patto che accettino la scorta di due
Guardie Reali, che non lascino l’Hotel Ritz e che rientrino a
Palazzo entro mezzanotte. Trascinata da un gruppo di ufficiali di
Marina festanti, con un po’ di furbizia Margaret riesce a
sgattaiolare via dall’hotel, costringendo Elizabeth a inseguirla
per tutta Londra. Durante il suo viaggio alla ricerca della folle
sorellina, la futura Regina d’Inghilterra s’imbatte in Jack, un
giovane aviere che, colpito dalla sua totale mancanza di senso
pratico, decide di aiutarla e accompagnarla attraverso le vie di
una città ben più complicata di quanto Elizabeth avesse mai
immaginato. Quando le due Principesse, decisamente in ritardo,
riescono a tornare a Buckingham Palace, Elizabeth capisce di essere
cambiata per sempre.
Martedi 16
settembre, presso il Cinema Colosseo di
Milano, ritorna la nuova stagione milanese di Sala
Bio, la sala cinematografica a cura di Biografilm
Festival dedicata ai migliori Biopic e ai grandi racconti
di vita.
Sala Bio nasce come estensione nel
corso dell’anno di Biografilm Festival – International Celebration
of Lives di Bologna, il primo festival italiano dedicato alle
biografie e ai racconti di vita i cui ambiti spaziano dal cinema
alla letteratura, dal documentario alla fotografia, dall’arte al
teatro, alla musica. Dopo il successo della scorsa edizione nel
capoluogo lombardo, Sala Bio, in collaborazione con il Cinema
Colosseo, ha deciso di riproporre per tutta la stagione 2014 /2015
una programmazione eterogenea e di qualità che spazia dalla fiction
ai documentari e che sarà densa di anteprime, eventi ed incontri.
Un nuovo pubblico per il cinema di qualità che si ritrova ogni
settimana per scoprire le storie di grandi personaggi, che ha
piacere a condividere esperienze e visioni in un contesto culturale
continuativo arricchito dalla presenza di ospiti e critici
importanti.
L’inaugurazione
della nuova stagione si terrà martedi 16
settembre, alle ore 21.00 presso il
Cinema Colosseo con Jimi: All Is by My
Side, il primo film dedicato alla leggenda del rock
diretto dal premio Oscar® John Ridley, e con Andre Benjamin, leader
degli OutKast, nei panni di Hendrix. Un’occasione unica, per i fan
del chitarrista e non solo, di vedere la tanto attesa pellicola,
distribuita in Italia da I Wonder Pictures in collaborazione con la
Unipol Biografilm Collection, in anteprima e in versione originale
sottotitolata in italiano. La proiezione sarà inoltre presentata
dal critico musicale Enzo Gentile. Maggiori informazioni sul film
disponibili su http://www.jimi-film.it.
Sala Bio Milano è realizzata
da Biografilm Festival in collaborazione con il Cinema Colosseo di
Milano e si svolge con la partnership di Unipol
Gruppo Finanziario, Lufthansa, Coin, Mymovies, Zero Edizioni, TVN
Televisionet.tv.
Info sulla programmazione, sul
calendario e le modalità di accesso su www.salabio.it
e sulla pagina facebook ufficiale. Inoltre, entrando a far parte
della community di Sala Bio, è possibile usufruire di sconti e
promozioni.
Sakamoto Days era
una delle uscite anime più attese del 2025. Basata sul manga Shōnen
Jump omonimo di Yuto Suzuki, l’anime avrebbe
dovuto essere uno degli show principali dell’anno di Netflix,
arrivando grazie alla piattaforma a un pubblico molto vasto, che si
sarebbe aggiunto a quello del manga. Tuttavia, dopo l’uscita
del primo trailer e della sequenza di apertura dell’anime, i
fan si sono riversati su Internet per esprimere le loro
lamentele.
Sakamoto Days è una
serie comica d’azione che fonde sequenze di combattimento intense e
magistralmente coreografate con il suo tono generale umoristico e
spensierato. Un adattamento del manga avrebbe dovuto essere
sapientemente realizzato per catturare la giusta atmosfera della
serie; una larga parte dei fan credeva che l’anime in arrivo non ci
sarebbe riuscito prima ancora di avere la possibilità di vedere il
prodotto in onda. Ora, dopo la première di Sakamoto
Days su Netflix,
quei fan hanno iniziato a cambiare idea.
Sakamoto Days sta dimostrando che
gli haters si sbagliavano
I critici dell’anime sono stati
messi a tacere dopo la sua première
Sakamoto Days è
prodotto da TMS Entertainment e, sebbene lo studio non sia famoso,
è uno degli studi più antichi e rispettati nel campo degli anime.
Con titoli che spaziano da iconici a estremamente popolari, come
Akira,Detective Conan e, più di
recente, Dr. Stone e Blue Box,
chiunque conosca lo studio avrebbe saputo quanto è capace, ben
prima che i trailer di Sakamoto Days causassero
polemiche.
Sfortunatamente, però, molti si sono
affrettati a liquidare lo show prima ancora che andasse in onda. Il
primo episodio della serie, intitolato “The Legendary Hit
Man“, ha rapidamente dimostrato che i suoi detrattori si
sbagliavano, con animazioni fluide e sequenze di combattimento
d’impatto. Sebbene la scena di flashback iniziale dell’episodio e
la sparatoria finale abbiano contenuto la maggior parte
dell’azione, non c’è mai stato un calo di qualità evidente, nemmeno
nei suoi momenti più lenti.
Per quanto riguarda i primi episodi,
Sakamoto Days ne offre uno che tocca tutte le note
giuste, pur mostrando le capacità dello studio di animazione che lo
ha creato. Le immagini di apertura potrebbero essere un po’ deboli
rispetto alle più memorabili degli ultimi anni, come la seconda
stagione di Jujutsu Kaisen o l’omaggio di
Chainsaw Man all’industria cinematografica, ma non
sono affatto male, né sono indicative della qualità della serie
stessa. Finora è andato in onda solo un episodio, ma sembra che le
masse critiche abbiano lasciato cadere la palla nelle loro prime
impressioni sull’anime.
Sakamoto Days sta dando una spinta
iniziale per essere il miglior anime del 2025, anche se avrà
concorrenza
Il 2025 si sta delineando come un
anno di successo per gli anime
Se Sakamoto
Days riuscirà a mantenere la qualità del suo primo
episodio per tutta la sua prima stagione, potrebbe diventare un
serio contendente per il riconoscimento di anime dell’anno.
Tuttavia, ci sarà una dura concorrenza nel 2025 e, prima che possa
posare gli occhi sull’anno nel suo complesso, l’anime potrebbe
avere difficoltà a rimanere trai migliori dell’anno. Essendo una
serie d’azione, Sakamoto Days probabilmente
combatterà con Solo Leveling per la ribalta questa
stagione invernale, un anime che ha raggiunto livelli di popolarità
da record.
Più avanti nel corso dell’anno,
serie come Jujutsu Kaisen e Chainsaw
Man torneranno con le loro attesissime uscite, che
sicuramente attireranno l’attenzione del grande pubblico.
Fortunatamente per Sakamoto Days, il suo manga
originale è diventato incredibilmente popolare senza il lusso
dell’adattamento anime che ne aumenta la portata e fornisce alla
serie un pubblico integrato.
Indipendentemente da quale anime
diventerà più popolare, il 2025 è un anno che prevede di
presentare alcune delle più grandi uscite anime degli ultimi
tempi e Sakamoto Days si sta dimostrando
un solido punto di partenza. Dopo un primo episodio che ha sfidato
le aspettative dei più severi critici della serie, gli appassionati
di anime non vorranno perdersi le imprese da assassino sovrumano di
Taro Sakamoto in questa stagione.
Netflix
ha presentato oggi il trailer e la finestra di uscita di
Sakamoto Days, una nuova serie
anime in arrivo nel catalogo dello streamer. La serie è incentrata
su Taro Sakamoto (doppiato da Tomokazu Sugita), un
ex sicario che era considerato il migliore nella sua professione,
fino a quando non ha deciso di smettere, mettere su famiglia e
gestire un minimarket. La serie anime è prevista per
l’inizio del 2025.
Il trailer di Sakamoto
Days mette in risalto il contrasto tra le vecchie abitudini di
Sakamoto e la sua vita attuale, e sembra che questa differenza sarà
un tema ricorrente nella serie. Mentre il passato del protagonista
ha un aspetto serio e quasi privo di colori, il presente di
Sakamoto è vivace e ricco di momenti d’azione e di commedia.
Questo significa, ovviamente, che i fan di Sakamoto Days
avranno due serie in una. Insieme al trailer, Netflix
ha svelato anche il poster della serie, un’opera in bianco e nero
che mostra entrambe le versioni del protagonista come una carta di
un mazzo.
Allo stesso tempo, c’è molto
potenziale per le sequenze d’azione nel presente di Sakamoto, dato
che il personaggio non ha dimenticato tutte le arti marziali e le
armi da fuoco che lo hanno reso il migliore nel suo campo.
Tuttavia, la comicità dello show deriverà dal fatto che i nemici di
Sakamoto lo sottovaluteranno perché sembra essere invecchiato e
rammollito da quando ha smesso di uccidere. Come sottolinea
il trailer, tuttavia, Sakamoto sarà ancora un avversario
formidabile che potrebbe essere ancora più pericoloso di quello di
un tempo, perché ora è in gioco la sicurezza della sua
famiglia.
Sakamoto Days è basato su un manga?
Sakamoto Days è basato
sulla serie manga dell’autore Yuto Suzuki. I
capitoli del manga sono iniziati nel 2020 e
attualmente il titolo ha 5 milioni di copie in circolazione. Gli
episodi della serie anime sono diretti da Masaki
Watanabe (Seikaisuru Kado), che all’inizio di
questo mese ha condiviso un messaggio con i fan per rivelare
la sua eccitazione per l’adattamento e ciò che spera di ottenere
con la casa di produzione TMS Entertainment (Dr.
Stone, Lupin the Third). Ha scritto:
“Quando ho letto il manga
Sakamoto Days, ricordo di essere stato entusiasta delle
scene d’azione dinamiche.Per l’anime, vorremmo incanalare
quell’eccitazione attraverso l’azione e la velocità, utilizzando il
“movimento”, il “colore” e il “suono” unici dell’animazione.Speriamo di preservare l’umorismo disseminato nella storia, pur
rappresentando appieno il personaggio di Sakamoto come il killer
no-kill amante della famiglia che è.L’intero staff di
produzione è attualmente al lavoro, quindi vi invitiamo a
pazientare fino alla prima della serie!”.
Netflix presenterà Sakamoto Days nel
gennaio 2025. In deroga alla sua strategia di rilascio, lo streamer
rilascerà gli episodi con cadenza settimanale. Lo streamer non ha
ancora rivelato una data di uscita specifica. È possibile vedere il
trailer qui sotto:
Esordio al cinema di
fiction della documentarista Alice Diop,
Saint-Omer è uno dei titoli più interessanti del
Concorso della Mostra Internazionale del Cinema di
Venezia 79. Pur trattandosi di cinema di finzione, Diop parte
dalla storia vera di Laurence Coly, accusata di
aver ucciso la figlia di 15 mesi, ma posizionando la sua camera
lontano dall’accusata, spostando l’attenzione su Rama, una
scrittrice che segue il processo.
Saint-Omer, la storia vera
Nel 2016, nell’aula di
tribunale di Saint-Omer, tra Calais e Lille, si è svolto un
processo a carico di una giovane donna franco-senegalese accusata
di aver ucciso sua figlia di 15 mesi. L’atto, considerato tra i
gesti più assurdi che si possano compiere perché contrario a tutte
le idee, biologiche e sociali, legate alla maternità, renderà la
giovane autrice di uno dei peggiori crimini mai commessi da una
persona. Tutta la storia però è raccontata dal punto di vista di
Rama, che fa sua quella paura e quel trauma.
Il film si fonda su un
linguaggio estremamente intimo e pittorico che associa la bellezza
di inquadrature sobrie e fisse, dei veri e propri quadri, ai lunghi
discorsi, spesso in camera, che i protagonisti rivolgono prima
ancora allo spettatore che agli altri personaggi in scena. Questo
connubio regala un approccio estremamente personale, di fronte al
quale ci sentiamo nudi e coinvolti in maniera totale.
Ma è nel dialogo tra
Rama e l’imputata, tra le loro storie così diverse che però Rama
sente affine che si nasconde tutta la meraviglia della storia e il
senso di ciò che Diop cerca di fare, regista che pure quando
racconta di personaggi inventati non riesce a fare a meno di
partire da uno spunto reale, che la metta a suo agio con persone e
fatti.
Razzismo e conoscenza di sé
Metterci nei panni di
Rama, secondo quella che doveva essere l’intenzione del regista,
potrebbe essere un aiuto per sentire fino alla fine l’approccio
profondamente razzista che l’imputata vive, per estrazione sociale
ma soprattutto per etnia. Quello sguardo discriminatorio annulla
tutte le possibilità di entrare dentro a una psicologia disturbata
che però nel finale trova la sua legittimazione anche attraverso
un’arringa conclusiva che sta dalla parte di Laurence ma che ne fa
una pazza, una persona fuori controllo.
Quello che sembra voler
dire Alice Diop con Saint-Omer è che l’indagine sulla propria
esistenza ed essenza non è mai un viaggio facile e che possiamo più
e più volte metterci nei panni dell’altro ma anche osservarlo e
scoprire in questo modo nuovi strumenti per capire noi stessi.
Disney+ ha diffuso il trailer
del dramma psicologico originale Saint X,
tratto dall’omonimo romanzo d’esordio best-seller di Alexis
Schaitkin, che debutterà sulla piattaforma streaming il
prossimo 7 giugno.
Saint X è
un dramma psicologico raccontato attraverso molteplici linee
temporali e prospettive, che esplora e stravolge il filone delle
ragazze scomparse. La serie racconta come la misteriosa morte di
una giovane donna, durante un’idilliaca vacanza ai Caraibi, crei un
effetto a catena traumatico che finisce per trascinare la sorella
sopravvissuta in una pericolosa ricerca della verità.
Leila Gerstein
(The Handmaid’s Tale) è
sceneggiatrice ed executive producer insieme a Dee Rees (MUDBOUND),
regista ed executive producer della serie composta da otto episodi.
Anche Stephen Williams (Watchmen) sarà executive producer al fianco
di David Levine e Zack Hayden per Anonymous Content, Aubrey Graham
alias Drake, Adel “Future” Nur e Jason Shrier per DreamCrew
Entertainment (Euphoria), oltre ad Alexis Schaitkin e Steve
Pearlman (C’era una volta). Saint X è una produzione ABC
Signature.
Saint X è
interpretata da
Alycia Debnam-Carey, Josh Bonzie, West Duchovny, Jayden Elijah,
Bre Francis, Kenlee Anaya Townsend, Betsy Brandt e Michael
Park. Leila Gerstein (The Handmaid’s Tale) è
sceneggiatrice ed executive producer insieme a Dee Rees
(MUDBOUND), regista ed executive producer della serie
composta da otto episodi. Anche Stephen Williams (Watchmen)
sarà executive producer al fianco di David Levine e Zack Hayden per
Anonymous Content, Aubrey Graham alias Drake, Adel “Future” Nur e
Jason Shrier per DreamCrew Entertainment (Euphoria), oltre
ad Alexis Schaitkin e Steve Pearlman (C’era una volta).
Saint X è una produzione ABC Signature.
A ogni segno corrisponde un
Cavaliere d’Oro, uno scontro/incontro e
una storia. Tutti gli appassionati de I Cavalieri dello
Zodiaco – Saint Seya conoscono le vicende e adesso la
Bandai mette a disposizione dei veri fan della saga gli anelli, in
argento placcato in oro, con lo stemma dei 12 segni d’Oro.
Saint Seiya, meglio conosciuto in
Italia come “I cavalieri dello Zodiaco” è un famossismo anime, cioè
cartone animato giapponese, nato dal manga di Masami Kurumada, e
animato dal maestro Shingo Araki.
Di recente è uscito al
cinema un lungometraggio in computer grafica, tratto da tale serie,
dal titolo Legend of Sanctuary – La leggenda del grande tempio, che
unitamente ad altre opere collaterali, videogame, ecc, sta tenendo
alta la popolarità anche oltre 20 anni dalla sua prima uscita.
I ragazzi della casa di produzione
italiana indipendente Dream Factory Studio, hanno realizzato una
web serie in live action, dal titolo Saint Seiya Rebirth: la
rinascita dei cavalieri dello zodiaco, che si è consacrata con
oltre 2.500.000 di visualizzazioni su youtube, come una
delle serie made in Italy più viste al mondo.
Da molti fans è reputata ormai
un punto di riferimento per i live action, in quanto nonostante
realizzata a basso budget e con quindi i relativi limiti nei
costumi e negli effetti speciali, non stravolge lo spirito della
serie come spesso accade con i prodotti americani, quando riportano
in vita gli anime (tipico l’esempio di Dragonball Evolution).
La serie è stata presentata al
Lucca Comics & Games in diverse
edizioni, ogni volta che usciva un episodio nuovo, e all’evento
“Sotto le stelle di Seiya” in cui dopo la reunion storica dei
doppiatori, veniva proiettato un lungometraggio che fondeva le
varie puntate che compongono la serie. Infatti Saint Seiya Rebirth
vanta del cast delle voci dell’edizione italiana, cosa non da poco,
come Ivo De Palma, Danja Cericola, Andrea Denisco e tanti
altri.
Nel cast anche alcuni nomi
conosciuti nel panorama cinematografico italiano come Rita
Rusciano (Io e mia figlia di R.Deodato, Oggi a te domani a me con
G.Giannini) e Damiano Verrocchi (La notte del mio primo amore,
Reality di M.Garrone). Il tutto diretto da Carlo Trevisan.
Di recente, viste le continue
richieste dei fans, Dream Factory Studio sta pensando di realizzare
una seconda season, sempre ovviamente no profit.
Per anticipare ciò, ha deciso di mettere online una versione deluxe
dell’ultimo episodio (Light vs Darkness part 2) che potete vedere
al seguente link:
La storia di Rebirth è una storia originale, che prende parte
dopo gli eventi narrati nella guerra di Ade.
La cosa incredibile è che nella nuova serie a cartoni animati,
Omega, sembra che gli autori abbiano guardato all’operato della
serie di Dream Factory Studio, nonostante fosse una serie fan made
e non ufficiale, e abbiano tratto numerosi spunti, che i fans
segnalano puntualmente agli autori della serie e potete trovare nel
loro sito:
Saint Seiya Rebirth si rifà agli eventi dell’anime, e tiene in
considerazione il passato, che viene raccontato in Lost Canvas,
senza considerare il sequel del manga, che è Next Dimension.
Per chi non lo sapesse, Rebirth racconta la storia dei cavalieri
divisi, dopo il conflitto con il re degli Inferi, che dopo aver
combattute le battaglie con il proprio passato, devono nuovamente
riunirsi, per combattere una nuova minaccia.
Si chiama Saint Seiya
New Confessions ed è un nuovo progetto in live action
che riporta all’opera i mitici Cavalieri dello Zodiaco. E’ un
cortometraggio completamente italiano, basato sui classici fumetti
di Masami Kurumada. Ecco un promo lungo di sette minuti.
“L’idea è quella di
realizzare un live action del mitico fumetto di Masami Kurumada. La
storia è originale e si basa sugli eventi narrati nel fumetto
originale (non prendiamo quindi in considerazioni le edizioni
postume come Next Dimension, Omega, Lost Canvas, etc.) e presenta i
cinque cavalieri di Atena diversi anni dopo le imprese della saga
di Ade, che hanno ormai deposto le proprie armature ma sono
costretti a tornare a combattere per l’arrivo di una nuova minaccia
divina che mette in pericolo la terra. Sarà compito di Seiya
riunire la squadra e tornare a far bruciare il proprio cosmo come
un tempo.
Vogliamo creare un prodotto che
possa essere apprezzato dai fan della serie e non solo. Presteremo
attenzione ad ogni dettaglio, dalla fisicità dei personaggi, alle
armature che indosseranno e ovviamente agli effetti speciali. E’
per questo che ci rivolgiamo al web per creare un prodotto
collettivo dove chiunque, può essere coinvolto.
Quello che chiediamo è prima di
tutto un contributo economico che ci aiuti a sostenere le spese di
produzione del progetto. Specifichiamo che non abbiamo i diritti su
questo manga e il progetto è senza scopo di lucro, nessuno dei
creatori trarrà un guadagno personale dal progetto, motivo per cui
abbiamo deciso di renderlo disponibile per l’intero web, caricando
il film direttamente su Youtube (o eventuali altri
portali).
Tuttavia non sono solo soldi quelli che chiediamo. Siamo
infatti alla ricerca di professionalità del settore che possano
aiutarci ad organizzare al meglio tutte le fase di pre e post
produzione: macchinisti, operatori, sceneggiatori, VFX, truccatori,
costumisti e chi più ne ha più ne metta. Ogni aiuto sarà ben
accetto e ci piacerebbe che provenisse dal mondo intero, non solo
dall’Italia.
Ovviamente non possiamo non
pensare alla realizzazione delle armature che hanno reso celebre il
fumetto ed è per questo che ci rivolgiamo alla comunità di
cosplayer e costumisti del mondo affinchè possano aiutarci a
realizzare il miglior lavoro possibile! Potrete contattarci
mandando un’email alla nostra produzione
[email protected] indicando nell’oggetto per quale
ruolo vi presentate e magari mandandoci foto o video dei vostri
lavori.”
Dopo il
grande successo di Capitan Harlock, Lucky Red porta sul
grande schermo la rivisitazione di un altro grande classico
dell’animazione firmato Toei, I Cavalieri dello
Zodiaco, per la prima volta in grafica 3D (CGI).
Il film rilegge in chiave moderna il
manga originale di Saint Seiya, pubblicato su Weekly
Shonen Jump dal 1985 al 1990.
Diventato fin da subito un fenomeno
di culto per il suo inedito mix di mitologia greca e segni
zodiacali, I Cavalieri dello Zodiaco ha dato vita a un
manga venduto in 24 milioni di copie e ad una popolarissima serie
tv trasmessa in oltre 80 paesi – tra cui l’Italia – conquistando
ragazzi e ragazze di tutto il mondo.
Diretto da Keiichi Sato, il film
vanta la collaborazione (in qualità di produttore
esecutivo) di Masami Kurumada, creatore del manga
originale.
I Cavalieri dello
Zodiaco sarà presentato in anteprima mondiale al
Festival di Annecy (il più importante appuntamento dedicato
all’animazione), per poi sbarcare nelle sale giapponesi a
giugno.
Un’affascinante leggenda narra che, nelle situazioni
disperate, sorga un’antica schiera di guerrieri: sono i Cavalieri
dello Zodiaco, mitici eroi devoti ad Atena e sacri protettori della
Terra.
Esattamente come loro, l’ “antica
schiera” delle voci storiche, che l’affetto dei fan ha spesso
definito, a loro volta, “mitiche”, si prepara a regalare le
emozioni che gli appassionati da sempre si attendono dai Cavalieri
della Dea Atena.
“Ringrazio di vero cuore Lucky
Red per aver incaricato me e il mio team del doppiaggio del film
‘La Leggenda del Grande Tempio’, edizione italiana di ‘Saint Seiya
Legend Of Sanctuary’, prevista a novembre sui nostri schermi,”
dichiara il direttore del doppiaggio Ivo De
Palma.
“Da parte di una realtà
produttiva e distributiva attenta e scrupolosa come Lucky Red, lo
considero un importante riconoscimento verso la peculiare storia
della versione italiana di una delle serie animate più importanti
degli ultimi anni: la “prima volta” dei Cavalieri dello Zodiaco nei
cinema italiani non poteva restare orfana della componente emotiva
più intensa e riconoscibile, cioè il cast vocale che da vent’anni
dà lustro alla saga, che ha letteralmente “cresciuto” migliaia di
appassionati e che, nella veste grafica completamente rinnovata in
cui le vicende sono presentate, è ancora in grado di farli
sognare.”
Ecco il trailer di Saint
Seiya Legend of Sanctuary, il film in CGI
completamente dedicato ai Cavalieri dello Zodiaco, storici
personaggi creati da Masami Kurumada.
Il film segue le vicende dei cinque
cavalieri di bronzo, così come vengono raccontate nella serie del
Santuario, la prima e la più celebre, resa nota in Italia
soprattutto dalla serie animata che ha accompagnato l’infanzia di
tanti trentenni di oggi.
Nel primo trailer, sotto, si può
vedere davvero poco, con l’eccezione di uno sguardo fugace allo
scrigno dell’armatura d Pegasus, al Gran Sacerdote e a quello che
sembra essere il cavaliere d’oro Shaka della Vergine. I più
preparati, riconosceranno anche le travolgenti note della sigla
Pegasus Fantasy.
Ecco il trailer finale di
Saint Seiya Legend of Sanctuary, il film
in CGI completamente dedicato ai Cavalieri dello Zodiaco, storici
personaggi creati da Masami Kurumada.
Il film segue le vicende dei cinque cavalieri di bronzo,
così come vengono raccontate nella serie del Santuario, la prima e
la più celebre, resa nota in Italia soprattutto dalla serie animata
che ha accompagnato l’infanzia di tanti trentenni di oggi.
Nel primo trailer, sotto, si può
vedere davvero poco, con l’eccezione di uno sguardo fugace allo
scrigno dell’armatura d Pegasus, al Gran Sacerdote e a quello che
sembra essere il cavaliere d’oro Shaka della Vergine. I più
preparati, riconosceranno anche le travolgenti note della sigla
Pegasus Fantasy.
Saint Seiya Legend of
Sanctuary uscirà in Giappone nella prima parte
di quest’anno e probabilmente arriverà da noi solo in versione home
video.
Dopo essere stato presentato
in concorso all’ultima edizione della
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, arriva nelle sale italiane Saint Omer, acclamata opera prima
della documentarista Alice Diop (vincitrice del
Premio César per il miglior cortometraggio con Vers la
tendresse).
Liberamente ispirato a un fatto di
cronaca che ha sconvolto l’opinione pubblica francese, nel film la
scrittrice Rama, in cerca di spunti per una rivisitazione del mito
di Medea, segue il processo di Laurence, accusata di aver ucciso la
figlioletta abbandonandola di notte su una spiaggia.
A vestire i panni di queste due
carismatiche protagoniste, Kayije Kagame
(vincitrice del premio Goncourt con Trois femmes
puissants) e Guslagie Malanda (Mon amie
Victoria), affiancate da Valérie Dréville
(Suite Armoricaine) e Xavier Maly (La
ragazza con il braccialetto).
Vincitore a Venezia del Leone d’Argento – Gran premio
della giuria e del Leone del Futuro – Premio
Venezia opera prima “Luigi De Laurentiis” – nonché per la
Miglior sceneggiatura al Chicago International Film
Festival, come Miglior film al Gent International
Film Festival, Miglior film e Miglior sceneggiatura al
Sevilla International Film Festival e come Miglior
film al Geneva International Film Festival –
Saint Omer rappresenterà la Francia agli Oscar
2023, nella categoria Miglior film internazionale.
Il film arriverà in tutte le sale cinematografiche italiane
l’8 dicembre distribuito da Medusa
Film per Minerva Pictures.
La trama di Saint Omer
Tribunale di Saint-Omer. La
scrittrice trentenne Rama assiste al processo di Laurence Coly, una
giovane donna accusata di aver ucciso la figlia di 15 mesi dopo
averla abbandonata sulla riva di una spiaggia del nord della
Francia. Rama intende trarre dal caso una rivisitazione
contemporanea del mito di Medea. Ma mentre il processo va avanti,
nulla procede come previsto e la scrittrice, incinta di quattro
mesi, si ritroverà a mettere in discussione ogni certezza sulla
propria maternità.
SAINT OMER di
Alice Diopè stato
designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale
Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente
motivazione: “Una infanticida alla sbarra e una scrittrice venuta a
seguire il processo, entrambe di origini senegalesi, per un film
che scava nelle ferite del post-colonialismo con sguardo nuovo e
rara potenza. Se i dialoghi vengono dai verbali autentici del
processo, le immagini stravolgono il nostro rapporto con le culture
“altre”, costringendoci a confrontarci fino in fondo con la loro
ambiguità e complessità. Un viaggio vertiginoso che segna l’esordio
di una promettente regista”.
Dopo essere stato presentato
in concorso all’ultima edizione della
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, arriva nelle sale italiane Saint
Omer, acclamata opera prima della documentarista
Alice Diop (vincitrice del Premio César per il
miglior cortometraggio con Vers la tendresse). Liberamente
ispirato a un fatto di cronaca che ha sconvolto l’opinione pubblica
francese, nel film la scrittrice Rama, in cerca di spunti per una
rivisitazione del mito di Medea, segue il processo di Laurence,
accusata di aver ucciso la figlioletta abbandonandola di notte su
una spiaggia.
A vestire i panni di queste due
carismatiche protagoniste, Kayije Kagame
(vincitrice del premio Goncourt con Trois femmes
puissants) e Guslagie Malanda (Mon amie
Victoria), affiancate da Valérie Dréville
(Suite Armoricaine) e Xavier Maly (La
ragazza con il braccialetto). Vincitore a Venezia del
Leone d’Argento – Gran premio della giuria e del
Leone del Futuro – Premio Venezia opera prima “Luigi De
Laurentiis” – nonché per la Miglior sceneggiatura al
Chicago International Film Festival, come Miglior
film al Gent International Film Festival, Miglior
film e Miglior sceneggiatura al Sevilla International Film
Festival e come Miglior film al Geneva
International Film Festival – Saint Omer
rappresenterà la Francia agli Oscar 2023, nella
categoria Miglior film internazionale.
Il film arriverà in tutte le sale
cinematografiche italiane l’8 dicembre distribuito
da Medusa Film per Minerva
Pictures.
Saint Omer, la trama
Tribunale di Saint-Omer. La
scrittrice trentenne Rama assiste al processo di Laurence Coly, una
giovane donna accusata di aver ucciso la figlia di 15 mesi dopo
averla abbandonata sulla riva di una spiaggia del nord della
Francia. Rama intende trarre dal caso una rivisitazione
contemporanea del mito di Medea. Ma mentre il processo va avanti,
nulla procede come previsto e la scrittrice, incinta di quattro
mesi, si ritroverà a mettere in discussione ogni certezza sulla
propria maternità.
Presentato in anteprima nel 2019 al
Toronto
Film Festival, Saint Maud, esordio
alla regia della britannica Rose Glass raggiunge
le piattaforme on demand italiane solo a partire dal 16 Aprile.
Protagoniste di questo horror indipendente sofisticato e pregno di
intuizioni suggerite e metaforiche, sono Morfyyd
Clark e Jennifer Ehle, entrambe punti
cardine di una narrazione che fa leva su come un dualismo dialogico
alterato e storpiato sfoci nell’auto possessione di una voce
trainante tutt’altro che salvifica.
Saint Maud come apogeo materico
dell’horror di possessione
In Saint Maud Maud
(Morfydd Clark) è una giovane infermiera, che
soffre di forti dolori allo stomaco e vive in una stanzetta spoglia
di una cittadina di mare, Scarborough, dove lavora per un’agenzia
medica privata. La ragazza si è recentemente convertita e vede nel
mistero religioso un progetto per lei: diventare missionaria di
fede, per salvare e redimere l’anima di Amanda Kohl
(Jennifer Ehle), ex ballerina e coreografa con un
male terminale. L’ambientazione gotica della magione isolata e
scricchiolante di Amanda e il monolocale squallido e claustrofobico
di Maud, in cui l’unico sguardo verso l’esterno sono due ampie
finestre rialzate, che simboleggiano la condizione servile
autoimpostasi da Maud, che guarda a un Assoluto esterno, diventano
teatro di un tacito e suggerito gioco di seduzione, che trascende
il fisico ed è tutto mentale, psicologico e spirituale e che trova
la sua risonanza filmica nell’abbracciare le tinte non solo
dell’horror, ma anche del dramma e del thriller psicologico. Una
messa in scena curata al dettaglio unita a una fotografia-specchio,
riflesso distorto della percezione di Maud, fanno svettare
pienamente un prodotto in cui è difficile distinguere il fervore
religioso dalla follia, le apparizioni sovrannaturali dalle
proiezioni mentali.
Rose Glass, qui anche
sceneggiatrice, ci consegna un soggetto narrativo dallo svolgimento
piuttosto lineare, che non intende soffermarsi troppo su possibili
colpi di scena: lo spofondamento psicofisico di Maud è già sancito
dall’inizio, ma è il come ci si approda a conferire passo a passo a
noi spettatori le informazioni chiave per poter delineare la psiche
emotivamente disgregata di Maud. Glass ci regala un prodotto
superbamente confezionato, che conferma come alcune registe
contemporanee stiano svettando nel panorama horror (Coralie
Fargeat con Revenge; Julia
Ducournau con Raw – Una cruda
verità). Il crescendo tensivo si innalza
lentamente ma in maniera inesorabile, potenziato dalla
fotografia lugubre e tenebrosa di Ben Fordesman,
giocata sui toni del rosso, marrone e beige, e la colonna sonora
spettrale di Adam Janota.
La personale apologia di Maud, in
perenne cerca di redenzione
Un male incurabile costringe Amanda
a letto; un ulteriore male è insito nella memoria di Maud: vorrebbe
pulirlo, sciacquarlo via con il medesimo zelo maniacale che pone
nella sua professione, eppure la missione di Maud è troppo grande
per essere adempita nella dimensione terrena. Maud deve
necessariamente abbracciare una dimensione altra, in cui lei stessa
si configura come regista e attrice: Maud diventa paladina della
chiamata ricevuta, moderna alterazione della figura di
Giovanna D’Arco, vittima di ferite auto-inflitte, flagelli
ricercati, croci da innalzare come portavoce di una chiamata
ricevuta che diventa unico scopo di una vita vuota e solitaria, in
cui l’alterazione percettiva si configura come unica chiave di
sopravvivenza.
Saint Maud è il
racconto della dolorosa e fluttuante fede della protagonista, alla
ricerca di un’identità indefinita, tra ascetismo e momenti di
perdizione. E’ una visione enigmatica, che ci fornisce dettagli
captabili da un’unica prospettiva, che ha a che fare con la realtà
esperienziale del personaggio. Maud è un personaggio estremamente
complesso e caratterizzato con accurata precisione, secondo uno
schema narrativo che segue la metodologia estatica di Maud. La
mente e il corpo di Maud sono i veicoli di connessione con il
divino, che si vanno a scontrare con la controparte della ragazza:
Amanda. La natura delle due è infatti agli antipodi, non solo per
quanto riguarda i tratti caratteriali ma anche il retaggio
culturale: Maud è gallese, Amanda americana. Non è un caso che Maud
sia diventata religiosa in un Paese ampiamente laico, mentre Amanda
non creda in nulla e l’unico rifugio che cerca sono esperienze e
piaceri fisici, corporali. Ognuna, a sua modo, ha rifiutato la
comunità: la desolata casa di Amanda è correlativo oggettivo del
suo corpo, destabilizzato, mentre Maud non vuole far altro che
trascendere il proprio. La conversione religiosa si configura qui
come profezia negativa autoavveratasi: una personale crociata
scelta per sopperire ai danni di un trauma che hanno alienato Maud,
rendendola schiava di un soggettivismo esasperato.
L’A24
Films ha diffuso il trailer ufficiale di Saint
Maud, lo spaventoso horror esordio alla regia di
Rose Glass. Protagonisti del film presentato in
anteprima mondiale al Toronto
International Film Festival sono Morfydd Clark
e Jennifer Ehle. L’uscita è prevista nel Regno Unito il 1°
maggio 2020 da StudioCanal.
Saint Maud
racconta del”infermiera dell’ospedale Hospice Maud ( Morfydd Clark
) che si è recentemente convertita al cattolicesimo romano ed è
preoccupata di poter essere posseduta quando si infatua di Amanda
(Jennifer Ehle), ex ballerina alle sue cure.
Nel cast protagonisti sono
Morfydd Clark nel ruolo di Maud, Jennifer
Ehle nel ruolo di Amanda, Lily Knight come Joy, Lily
Frazer nel ruolo di Carol, Turlough Convery come Christian, Rosie
Sansom nel ruolo di Ester, Marcus Hutton come Richard, Carl Prekopp
come un senzatetto e Noa Bodner nel ruolo di Hilary.
In occasione della Giornata
internazionale della donna, viene trasmesso in televisione il film
del 2019 Saint Judy, diretto dal regista
Sean Hanish (autore anche di Da tre a
zero e Sister Cities), interpretato da Michelle
Monaghan e incentrato su una precisa vicenda che ha
riguardo l’avocatessa Judith L. Wood. Si tratta di
un caso relativo al trattamento degli immigrati, al diritto
all’asilo e al riconoscimento delle donne quale classe protetta.
Wood è dunque diventata un esempio per queste tematiche, essendosi
scontrata apertamente contro le istituzioni che non ritenevano
validi tali argomenti.
Il film racconta dunque questo
preciso caso evidenziando i grandi cambiamenti di prospettiva che
esso ha introdotto, ma offrendo anche l’occasione al pubblico di
scoprire questa figura femminile probabilmente poco nota al di
fuori del territorio degli Stati Uniti, ma il cui impatto è stato
estremamente significativo per il miglioramento delle condizioni di
vita delle donne e in particolar modo di quelle che vivono ogni
giorno sulla propria belle i drammi delle guerre e delle dittature
e cercano un posto migliore dove poter poter esecitare il proprio
diritto alla vita.
Opera emozionante e socialmente
impegnata, Saint Judy è un film adatto a questa giornata,
da non lasciarsi sfuggire se si è alla ricerca di un titolo di
questo genere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Saint
Judy. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Saint
Judy
Protagonista del film è Judy
Wood, avvocatessa americana che a seguito dell’incontro
con l’afgana Asefa Ashwari intraprenderà un’accesa
battaglia per cambiare un’importante legge sul diritto di asilo
negli Stati Uniti, battendosi affinché le donne immigrate
entrassero a far parte della classe protetta. Ashwari le racconta
infatti di come, incriminata in patria per aver voluto insegnare a
scrivere alle bambine, sia stata imprigionata e violentata,
riuscendo poi a salvarsi fuggendo negli Stati Uniti. Colpita da
quella vicenda, Judy sceglierà di non rimanere indifferente ma di
ottenere giustizia per Ashwari e tutti gli altri rifugiati come
lei.
Ad interpretare Judy Wood vi è
l’attrice Michelle Monaghan, nota per la sua
partecipazione alla prima stagione di True
Detective e vista anche nei film
Mission: Impossible III,
Source Code e Gone Baby Gone. Nel ruolo di Asefa
Ashwari, invece, vi è Leem Lubany, attrice
palestinese recentemente vista nella serie The Old Man. Il rapper e attore
Common, invece, ricopre il ruolo di Benjamin
Adebayo. Alfred
Molinaè invece Ray Hernandez. Recitano poi
nel film Peter Krause nel ruolo di Matthew e
Ben Schnetzer in quello di Parker. La vera Judith
“Judy” L. Wood, inoltre, fa un cameo come sé stessa prima dei
titoli di coda.
La storia vera dietro il film
Saint Judy
Quella narrata nel film è dunque la
storia vera di Judith “Judy” L. Wood, avvocatessa
specializzata in immigrazione che ha cambiato la legge sulla
concessione dell’asilo negli Stati Uniti per salvare le vite delle
donne. La stessa Wood non avrebbe mai immaginato che la sua vita
sarebbe stata la base di un film. “Ho pensato di fare film su
alcuni dei miei casi. Ma non ho mai pensato di fare un film su di
me come avvocato“, ha dichiarato nel corso di un’intervista. A 78 anni, Wood è
ancora molto conosciuta nel centro di Los Angeles, dove esercita la
professione di avvocato dell’immigrazione da più di 30 anni.
Eppure, nega il titolo di santa che
alcuni le hanno attribuito: “A volte i clienti arrivano e mi
dicono: “Vogliamo che ci salvi”. E io dico loro: ‘Non posso
salvarvi, non sono Dio, sono solo il vostro avvocato‘”.
Sebbene non consideri il suo lavoro particolarmente angelico, per
coloro che ha aiutato è difficile credere il contrario. “Per me
Judy è un angelo, è il mio angelo“, ha detto Hilda
Moalmi. Dopo aver vissuto negli Stati Uniti per più di 20
anni, Moalmi stava per essere espulsa, strappata ai suoi figli e a
suo marito e rispedita in Messico.
“Sinceramente volevo
morire“, ha detto, “perché la mia famiglia vive qui, i
miei figli vivono qui, e volevano portarci via dai nostri figli.
Judy ci ha restituito la nostra vita”. L’ufficio di Wood
gestisce circa 6.000 casi di immigrazione alla volta. Scatole e
schedari traboccano di casi che altri si rifiutano di prendere, ha
detto Greg Russel, avvocato associato di Wood. Per
quanto riguarda il film, questo si basa sul caso reale di
un’insegnante afghana di 39 anni. All’inizio degli anni ’90 era
stata imprigionata dai Talebani perché non era d’accordo con il
loro fondamentalismo e insegnava alle ragazze.
È stata rapita, picchiata e
torturata, prima di riuscire a raggiungere gli Stati Uniti nella
speranza di ottenere asilo. Ma, come mostra il film, un tribunale
di grado inferiore ordinò che fosse nuovamente deportata. Secondo
la legge dell’epoca, le donne non erano infatti riconosciute come
classe protetta. Judy Wood portò quindi il caso alla Corte
d’Appello del 9° Circuito di Pasadena e ha sostenuto che rimandare
la sua cliente in Afghanistan era quasi una condanna a morte,
soprattutto perché era una donna.
“Le donne attraversano molte
tragedie, molte difficoltà. E non è lo stesso tipo di difficoltà
che affrontano gli uomini. La persecuzione delle donne assume
questa natura invasiva, non solo del loro corpo, ma anche della
loro anima“. La corte d’appello si dimostrò poi d’accordo,
stabilendo che ci sarebbe stata una “chiara probabilità di
persecuzione” se la donna fosse stata deportata, e ha
annullato la sentenza della corte inferiore. Da allora, Wood ha
sostenuto le cause di altre donne con storie simili in tutto il
mondo.
Il trailer di Saint Judy e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Saint Judy grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di
Now, Rai Play e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 8
marzo alle ore 21:20 sul canale.
Il mondo della settima arte così
come lo conosciamo è il paradiso delle saghe
cinematografiche. Dal franchise di Star
Wars e quello Marvel, passando per
Star Trek, le varie saghe horror, ma anche i
franchise che hanno fatto la storia di Hollywood, dalla tradizione
di Indiana Jones, al rombo di motori pop di
Fast and Furious.
Quando queste saghe si sviluppano
molto a lungo nel tempo, è purtroppo possibile che qualche
componente del cast, a causa di incidenti o per ragioni naturali,
esca di scena anzitempo. E spesso è capitato che alcuni attori
venissero rimpiazzati, anche in franchise importanti, come è
accaduto a Richard Harris in Harry
Potter, sostituito da Michael Gambon. Ma
in alcuni casi, degli attori sono insostituibili e di seguito ve ne
elenchiamo alcuni:
Paul Walker – Brian O’Conner
Mentre il cast e la troupe di
Furious 7 erano in pausa per il Ringraziamento, Paul
Walker è morto in un incidente d’auto. Sulla scia di
questa triste vicenda, il regista James Wan ha
scelto di riorganizzare la storia esistente e, con l’assistenza di
una varietà di sofisticate tecniche di effetti visivi, ha
realizzato con amore un film che rappresentasse anche una lettera
d’addio all’attore.
L’ultima apparizione di Walker
coincide anche l’ultima apparizione del suo personaggio, Brian
O’Conner.
L’arco narrativo di O’Conner è
stato intenzionalmente portato ad una conclusione soddisfacente in
Furious 7, e il personaggio, che adesso vive una vita felice con la
famiglia, lontano dai rombi di motori, è stato successivamente
“ritirato” dal franchise. La saga di Fast and Furious continuerà,
ma senza nessuno che sostituirà Brian O’Conner.
Sean Conner – Henry Jones
Senior
George Lucas e
Steven Spielberg avrebbero voluto
il ritorno di Henry Jones Senior in Indiana Jones e il Regno dei
Teschi di Cristallo. Tuttavia, nell’intervallo di 19 anni tra
quando Sean Connery ha interpretato per la prima
volta il personaggio e quando il sequel è entrato in lavorazione,
l’icona si era ritirata dalla recitazione.
Connery ha chiarito presto a Lucas e Spielberg che non aveva
intenzione di tornare nei panni del personaggio. Ciò ha fornito
alla coppia il tempo sufficiente per sviluppare un altro
personaggio simile – Harold “Ox” Oxley di John
Hurt – per assumere i doveri di Henry, evitando la
necessità di scegliere un altro attore per la parte, visto che
Connery è insostituibile (e molti fan di James
Bond la penseranno allo stesso modo).
Carrie Fisher – Principessa
Leia
La scomparsa di Carrie Fisher poco
prima dell’uscita di Star Wars: Gli Ultimi Jedi ha
significato che l’attrice ha l’uscita di scena dell’attrice con il
ruolo che maggiormente ha caratterizzato la sua carriera: la
Principessa Leia.
All’epoca, c’è stata una
discussione tra Lucasfilm e Disney che aveva per oggetto la
possibilità di scegliere una nuova Leia o di rimpiazzare il
personaggio per Episodio IX.
Tuttavia, queste voci sono state
bloccate dalla presidente della Lucasfilm, Kathleen Kennedy, che ha
confermato che la principessa diventata generale non comparirà
affatto nel film, il che esclude anche la parte sia affidata ad
un’altra attrice.
Anthon Yelchin
– Pavel Chekov
L’attore Anton Yelchin è morto
all’età di 27 anni, dopo aver subito lesioni critiche in un assurdo
incidente automobilistico, nel 2016.
Uno dei pochi aspetti positivi che
circondano questa straziante perdita è che Yelchin aveva finito di
girare le sue scene per Star Trek Beyond, dando ai fan un’ultima
possibilità di godersi la sua divertente interpretazione sul
dinamico Pavel Chekov.
Il regista J.J. Abrams ha poi
confermato che il ruolo di Chekov non verrà assegnato a nessun
altro nel seguito, ancora senza titolo, di Beyond, per rispetto a
Yelchin e al suo lavoro.
Will Smith – Steven Hiller
Quando Roland Emmerich ha
annunciato il progetto di un sequel per Independence Day, Will
Smith, che nell’originale del 1996 interpreta il Capitano Steven
Hiller, ha detto “no” a tornare nei panni del personaggio, e i fan
hanno avuto timore che la produzione potesse scegliere un attore
diverso per lo stesso ruolo. Fortunatamente così non è andata e il
personaggio è stato fatto morire “fuori scena”.
Durante il film scopriamo, intatti
che Hiller è morto durante un’esercitazione. Il figlio di
Hiller, Dylan (interpretato da Jessie Usher), è stato messo a
disposizione dei fan per continuare la tradizione di famiglia nel
salvare la Terra dagli alieni, ma l’assenza del personaggio
originale si fa sentire.
Heath Ledger – Joker
Quella di Heath Ledger, vincitore
dell’Oscar nei panni dell’arcinemico di Batman, il Joker, in Il
cavaliere oscuro, è giustamente considerata uno delle migliori
interpretazioni in assoluto della storia dei cinecomic.
Il fatto che Ledger sia stato
vittima di una overdose fatale prima dell’uscita del film non solo
ha contribuito al leggendario status della sua performance, ma ha
anche messo un veto sul personaggio che sarebbe dovuto apparire nel
sequel del film, Il Cavaliere Oscuro – Il
Ritorno.
Secondo quanto riferito, Ledger era
pronto a tornare per l’ultimo capitolo della trilogia del Cavaliere
Oscuro di Christopher Nolan. Dopo la sua tragica scomparsa, Nolan
ha abbandonato qualsiasi progetto di mettere in scena il Joker nel
terzo film, in segno di rispetto per la stella scomparsa.
Marlon Brando – Vito Corleone
Tecnicamente parlando, la parte di
Vito Corleone è stata assegnata a un altro attore nel Il Padrino
Parte II, ovvero a Robert De Niro, che ha ritratto il Don della
mafia italo americana nelle scene ambientate diversi decenni prima
del primo film. Tuttavia, il leggendario Brando sarebbe dovuto
apparire in un flashback di Michael Corleone (Al Pacino) nel finale
del film. Il giorno in cui la scena doveva essere girata,
Brando non arrivò sul set a causa di dispute con i dirigenti della
Paramount Pictures.
Francis Ford Coppola ha quindi
rielaborato la scena in fretta, perché non ha avuto il tempo – e
diciamocelo, probabilmente neanche la volontà – di sostituire
l’attore assente.
Con il film Spider-Man: Far From
Home si è conclusa quella che è oggi nota come la
Saga dell’Infinito, comprendente le prime tre fasi del
Marvel Cinematic Universe.
Con un totale di 22 film, questa saga ha rappresentato una vera
rivoluzione nell’industria cinematografica, proponendo una
narrazione epica composta da molteplici scenari, personaggi e
tematiche. Giunta a conclusione, la
Saga dell’Infinito ha ora lasciato spazio alla Saga del
Multiverso, che comprenderà la
Fase 4,
Fase 5 e
Fase 6 dell’MCU. Mentre non tutto è ancora
stato rivelato o chiarito di tale saga, iniziano però a delinearsi
alcune prime certezze, a partire dai film e le serie che la
comporranno fino a quelle che possono essere considerate le fonti
di ispirazione a livello narrativo.
Se la Saga
dell’Infinito era visto come un progetto estremamente
ambizioso, la Saga del Multiverso lo è decisamente
di più. Con l’introduzione del concetto di Multiverso, infatti,
sono infinite le possibilità narrative che i Marvel Studios hanno a disposizione per i loro
prossimi progetti. Naturalmente, per non dar vita a qualcosa di
troppo caotico e dispersivo sono già stati imposti una serie di
confini, lasciando però intuire quanto tale nuova saga del Marvel Cinematic Universe possa
rivelarsi continuamente ricca di sorprese. Per essere pronti ad
esse, si riportano qui le principali cose da sapere, dai titoli già
usciti a quelli annunciati, fino alle fondamenta su cui si sta
costruendo tale saga.
L’ordine di uscita di tutti i film
e le serie della Saga del Multiverso
Ad oggi, sono 17 i film confermati
per la Saga del Multiverso, suddivisi in Fase 4,
Fase 5 e
Fase 6. A
questi titoli, di cui undici sono già usciti in sala, se ne
aggiungeranno presumibilmente altri ancora non annunciati,
specialmente per l’ultima delle tre fasi. Quasi tutti questi film
saranno dunque legati dal concetto di Multiverso e come tale realtà
influenza il destino dei personaggi e dei loro mondi. Qui di
seguito si riportano tutti i film ad oggi annunciati, con indicata
anche la loro data di uscita in sala o in streaming.
Oltre ai film, come noto, a partire
dalla Saga del Multiverso i Marvel Studios stanno realizzando
anche diverse serie televisive da distribuire su Disney+, con cui espandere
ulteriormente i racconti legati a determinati personaggi. Qui di
seguito si riportano dunque tutte le serie ad oggi annunciate, già
disponibili o quelle di prossima uscita, con indicata anche la loro
data di rilascio in streaming.
Come si può notare, i film fin qui
riportanti riportano sul grande schermo personaggi già noti come
Thor, Doctor Strange,
Spider-Man, Captain Marvel e
Ant-Man, i quali sono interpretati naturalmente da
Chris
Hemsworth, BenedictCumberbatch, Tom Holland,
Brie Larson e PaulRudd. Questi sono dunque dei nomi
assolutamente confermati all’interno della Saga del
Multiverso e che avranno ovviamente un ruolo molto
importante. Accanto a loro e ad altri volti noti come
il Loki di Tom Hiddleston,
il Nick Fury di Samuel L.
Jackson o la Shuri di Letitia
Wright, faranno il loro ingresso nell’MCU diversi nuovi personaggi e,
dunque, attori. Tra questi si annoverano
Shang-Chi, interpretato da Simu
Liu, la Ms Marvel interpretata da
Iman Vellani e
il vampiro Blade interpretato da Mahershala
Ali.
Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Ebon Moss-Bachrach e Joseph Quinn interpretano i Fantastici
Quattro, altri personaggi che si preannunciano molto
importanti all’interno di questa saga. Infine, come noto,
Jonathan Majors aveva
l’onore di interpretare il principale villain, ovvero Kang il Conquistatore, ma è stato licenziato
in seguito ai suoi problemi giudiziari. Come svelato a luglio di
quest’anno, dunque, Kang verrà messo da parte in favore di un nuovo
potente villain, Dottor Destino, che sarà
interpretato niente di meo che da Robert Downey Jr., che torna dunque nel
MCU ma con un ruolo diverso da
quello dell’eroico Iron Man.
Il villain e i fumetti a cui si
ispira la nuova saga
Contrariamente alla
Saga dell’Infinito, che era basata sulla miniserie a fumetti in
sei albi Il guanto dell’infinito, per quanto riguarda le
ispirazioni della Saga del Multiverso,
non ci sono diretti riferimenti quanto più il recupero di
determinati elementi, il primo dei quali è ovviamente quello del
Multiverso. Questo è stato introdotto per la prima
volta nei fumetti Marvel negli anni ’60 e ’70. In
Strange Tales#103 (1962), il personaggio Johnny Storm
dei Fantastici Quattro viene teletrasportato in una realtà
alternativa per la prima volta nella storia della Marvel, con il personaggio inviato
nella Quinta Dimensione (in seguito designata Terra-1612). Il
concetto di multiverso è stato poi completamente esplorato in
What
If…?#1 (1977) e
Marvel Two-in-One#50 (1979), con il termine “multiverso”
usato per la prima volta nel primo dei due.
La realtà principale presente nei
fumetti, Earth-616, è stata nominata per la prima
volta in The Daredevils#7 (1983) per differenziare i personaggi
dalle loro versioni alternative. Sulla base di quanto in tali opere
stabilito, i Marvel Studios hanno poi recuperato
le principali caratteristiche del Multiverso per applicarle ai
nuovi film. Non esiste dunque una miniserie esclusivamente dedicata
a questo concetto, esplorato invece in modo più frammentato e
sporadico. La narrazione che la Saga del
Multiverso porterà avanti tra cinema e televisione non è
dunque facilmente prevedibile, in quanto non segue di preciso
nessun riferimento.
C’è però una certezza in quanto ad
oggi annunciato dai Marvel Studios, ovvero che la
Saga del Multiverso si concluderà con il film
Avengers: Secret
Wars. Quest’ultimo, idealmente e come suggerito dal
titolo, sarà basato sulla miniserie a fumetti Secret
Wars, composta da 9 albi e pubblicata tra il 2015 e
il 2016. La trama vede gli ultimi due universi sopravvissuti al
fenomeno conosciuto come “Incursioni” (già introdotto in
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia), l’Universo Marvel e l’Universo Ultimate
scontrarsi e distruggersi, venendo trasportati nel
Battleworld, un pianeta diviso in molti territori, ciascuno
combinazioni di vari universi. Nel film, dunque, avverrà
probabilmente questo epico scontro, che riscriverà nuovamente le
sorti dell’MCU in vista del futuro.
Dato che la
Saga del Multiverso non è riuscita a connettersi con il
pubblico nel modo sperato dai Marvel Studios, nessuno di noi è
rimasto sorpreso nell’apprendere che Kevin Feige
sta pensando di rimettere insieme i
sei Vendicatori originali.
La Infinity Saga è
stata costruita attorno a Capitan America, Iron Man, Thor,
Occhio di Falco, Vedova Nera e Hulk.
Anche se alcuni di loro sarebbero quasi certamente
varianti, riproporre quella squadra è sicuramente
un modo per riportare le persone nei cinema per i prossimi film
degli Avengers.
Parlando con Josh
Horowitz, alla star di Occhio di Falco, Jeremy Renner, è stato chiesto cosa pensasse
di rimettere insieme la banda. “Forse se passa abbastanza
tempo, giusto? Penso che a questo punto sia così, ma qual è lo
scopo della narrazione [e] della storia?” si chiede l’attore.
“Questi sono personaggi amati. Abbiamo trascorso 23 film
insieme essenzialmente come collettivo. Qual è il motivo? Qual è la
storia? Devi fare altro dopo? Come risolverai questo problema? Ho
dei sentimenti al riguardo. Penso che tutti li abbiano. Penso che i
ragazzi che sono morti abbiano dei sentimenti al
riguardo.”
E mentre Renner crede che ci debba
essere una buona ragione per rimontare la versione originale degli
Eroi più potenti della Terra, è chiaramente d’accordo con l’idea di
riunirsi con loro. “No, no, non ho mai chiesto di essere
ucciso”, ammette Jeremy Renner. “Cose come [un film di
squadra] sono sempre interessanti ed emozionanti. Potresti
coinvolgere così tante persone solo per quello. L’atmosfera di Mr e
Mrs Smith sarebbe piuttosto interessante. Qual è l’idea di mettere
insieme The Avengers? Come e perché? Qual è lo scopo?”
Per quanto riguarda la questione se
sa qualcosa di Secret
Wars, ha aggiunto. “Non so cosa sia. Sono sempre
d’accordo, amico. Penso che sarebbe fantastico. Sarebbe fantastico.
Mi piacerebbe stare di nuovo con tutti.”
Con la Saga del
Multiverso del MCU
in pieno svolgimento e con il ritorno del Mjolnir, ci si chiede
ancora una volta chi tra gli attuali eroi possa essere degno di
brandirlo. Il leggendario martello di Thor è
riuscito a consolidarsi come figura centrale del MCU
nel corso degli anni, con la Saga
dell’Infinito che è culminata in uno dei più grandi
momenti del MCU,
quando Steve Rogers ha evocato Mjolnir nella sua mano. Senza una
voce propria, tuttavia, il valore di ogni eroe attuale del MCU
è sempre in discussione finché non lo dimostrano.
La clausola di “valore” di Mjolnir
nel MCU
è un argomento scottante, con teorie che abbondano sulle specifiche
di chi può soddisfare i criteri. Tuttavia, incrociando tutti coloro
che sono stati in grado di brandire il martello finora e
confrontandoli con gli attuali eroi della Saga del
Multiverso, non è impossibile ipotizzare chi altro
potrebbe essere in grado di farlo. Per quanto riguarda gli eroi
della Saga del Multiverso del MCU,
ce ne sono parecchi: scopriamoli assieme.
Carol Danvers
Capitan Marvel, oltre a essere
incredibilmente potente, è una delle candidate favorite per guidare
i nuovi Vendicatori, un ruolo precedentemente ricoperto dallo
stesso Capitan America. Sebbene Carol Danvers non
abbia ancora fatto nulla che le precluda la possibilità di
impugnare il Mjolnir, c’è tutto il tempo per
affermare il suo valore sia nel brandire il Mjolnir che nel
conquistare la lealtà della nuova squadra degli Eroi più potenti
della Terra. Anche se una Capitan Marvel che brandisce il Mjolnir
sarebbe uno spettacolo terrificante per qualsiasi avversario
sfortunato, è difficile immaginare come potrebbe effettivamente
rafforzare il suo già potente arsenale di poteri.
Visione Bianca
Visione
Bianca è attualmente un enigma: l’ultima volta si è visto
proclamare di essere la vera Visione prima di spiccare il volo per
iniziare la propria serie Disney+. Tuttavia, sono stati proprio i
suoi ultimi istanti prima di scomparire a mettere Visione Bianca in
lizza per diventare un possibile eroe della Saga del Multiverso degno di brandire
Mjolnir. Visione si è già dimostrato all’altezza
durante Avengers: Age of Ultron, dopo aver impugnato
il martello con facilità, e poiché Visione Bianca è sia il corpo
originale di Visione che la sua coscienza, è logico che Visione
Bianca possa brandire Mjolnir. Questa probabilmente costituirà una
questione centrale che riguarda la sua vera identità nella sua
prossima serie in solitaria.
Valchiria
In quanto attuale Re di
Asgard, Valchiria sarebbe un successore adatto a
brandire Mjolnir, che Odino una
volta descrisse come “un compagno adatto a un Re”. Dall’essere una
potente valchiria alla caduta in disgrazia fino a diventare il
sovrano della Nuova Asgard, il viaggio di Valchiria, spesso
ignorato, ricorda quello di Thor, con l’unica
differenza che non ha ancora tentato di impugnare il Mjolnir,
almeno sullo schermo. Se Valchiria riuscisse a
impugnare il martello in una scena culminante, potrebbe davvero
contribuire a completare il suo arco narrativo e ad affermare
definitivamente Brunnhilde come uno dei
protagonisti del MCU.
Peter Quill
Trovandosi spesso a fare da
tramite per il sollievo comico, è facile dimenticare quanti traumi
Quill abbia sopportato, per poi uscirne come un vero eroe disposto
a compiere l’ultimo sacrificio in più di un’occasione. Essendo un
mezzo umano senza superpoteri distinguibili dopo la morte del
padre, Ego, Quill ha faticato a
venire a patti con la potente presenza di Thor tra
i Guardiani quando si sono incontrati per la prima volta. Ora che
Quill ha raggiunto un nuovo livello di maturità, sarebbe
soddisfacente vederlo seppellire l’ascia di guerra brandendo il
martello, ma evitando di sbatterlo in faccia al suo ex rivale.
Sostituire il suo scettro con il Mjolnir sarebbe
il modo perfetto per concludere la sua intera carriera nel MCU.
Axl Heimdallson
In Thor: Love and Thunder, Axl
ha dimostrato di essere molto promettente, assumendo una posizione
coraggiosa contro Gorr il Macellatore di Dei e assumendo un
ruolo di guida quando è stato rapito insieme agli altri bambini
asgardiani. Ha dimostrato di essere più che in grado di essere
all’altezza della nobile eredità paterna e vederlo raccogliere il
Mjolnir come risultato del suo valore sarebbe una soddisfacente
rivendicazione della sua potenziale posizione di leader della
gioventù asgardiana. In qualità di potenziale giovane Vendicatore,
Axl ha tutte le possibilità di far arrivare Mjolnir alla nuova
generazione di Vendicatori.
Okoye
Vera guerriera disposta a
sacrificare tutto per il suo popolo, c’è poco di ciò che Thor
mostra che Okoye non rispecchi. È difficile
immaginare che lo stemma del Mjolnir non si
applichi a Okoye, che ha dimostrato più volte di essere ferocemente
leale, estremamente potente e quasi incurante di perdere la vita
per servire gli altri. Sebbene sia un personaggio minore nel
MCU,
vedere Okoye raccogliere il Mjolnir aiuterebbe a illustrare
l’importanza della dedizione dei mortali al dovere e del sacrificio
in nome di ciò che è giusto.
Sam Wilson
Se si deve credere a
Steve Rogers, che ha avuto decenni per riflettere
sulla decisione di chi dovesse portare lo scudo, non c’è motivo di
pensare che anche Sam Wilson non sia degno di
portare Mjolnir come il suo predecessore. Falcon and the Winter Soldier hanno fatto di
tutto per stabilire l’idoneità di Sam a portare lo scudo rispetto
ad altri candidati, con lo scudo che ora funge da simbolo evidente
del suo bel carattere. Basti dire che tutto ciò che Mjolnir ha
visto in Steve Rogers, molto probabilmente lo vede
anche in Sam Wilson.
Peter Parker
Dalla sua ostinata ricerca
della “cosa giusta da fare” al sacrificio enorme alla fine di
No Way Home, Peter è quasi troppo qualificato
per brandire Mjolnir a questo punto. Anche se ha rischiato di
crollare quando ha cercato di vendicare la morte di zia
May, il Peter Parker della
Saga del Multiverso ha raggiunto uno zenit nella
sua maturità e nello sviluppo del personaggio. Forse la sua prima
apparizione con lo scudo di Cap in mano è stata un’abile
prefigurazione della sua ascesa come sostituto di Steve
Rogers e successivo detentore del
Mjolnir. In ogni caso, vedere Spidey che combina
la sua corsa in ragnatela con potenti colpi di martello sarebbe
sicuramente uno spettacolo stupefacente.
Loki
Sarebbe una conclusione
davvero toccante per l’arco di redenzione di Loki
se si concludesse con lui finalmente degno come suo fratello di
brandire il Mjolnir. La serie di Loki sta facendo miracoli per la
sua eredità, posizionandolo come un vero e proprio eroe nonostante
abbia causato molta morte e distruzione per il proprio ego pochi
istanti prima di essere preso dalla TVA. Ora Loki
è una figura fondamentale nella Saga del Multiverso – avendo valorosamente
cercato di fermare la genesi di Kang come
arcicattivo – e il suo valore cresce di episodio in episodio.
Sostituire il suo scettro con il Mjolnir sarebbe
il modo perfetto per concludere la sua intera carriera nel MCU.
I membri del
SAG-AFTRA hanno votato per ratificare il
loro contratto, ponendo ufficialmente fine alla più lunga
battaglia sindacale nella storia di Hollywood. Il contratto è stato
approvato con il 78% dei voti favorevoli. L’affluenza è stata del
38%. “Questo contratto è un’enorme vittoria per gli artisti che
lavorano e segna l’alba di una nuova era per l’industria”, ha
detto Fran Drescher, presidente del sindacato, in
un messaggio ai membri.
SAG-AFTRA ha
sospeso il suo sciopero di 118 giorni contro i principali studi
cinematografici l’8 novembre, dopo aver raggiunto un accordo
provvisorio. L’accordo doveva ancora essere ratificato per porre
fine formalmente allo sciopero. Se i membri avessero votato contro
la proposta, lo sciopero probabilmente sarebbe ripreso.
L’Alleanza dei produttori
cinematografici e televisivi (AMPTP), che
rappresenta gli studi cinematografici nelle trattative, ha
rilasciato una dichiarazione in cui applaude il voto. “Le
aziende associate all’AMPTP si congratulano con SAG-AFTRA per la
ratifica del suo nuovo contratto, che rappresenta guadagni storici
e tutele per gli artisti”, ha detto un portavoce dell’AMPTP.
“Con questo voto, l’industria e i posti di lavoro che essa
sostiene potranno ritornare in pieno vigore”.
L’accordo prevede un aumento del 7%
delle tariffe minime nel primo anno del contratto e un bonus
residuo di 40 milioni di dollari per gli attori che partecipano
alle serie in streaming. L’accordo prevede inoltre la prima
protezione contro l’uso dell’intelligenza artificiale per replicare
prestazioni. Secondo l’accordo, gli attori devono acconsentire alla
replica e l’uso previsto delle prestazioni dell’IA deve essere
precisato in termini “ragionevolmente specifici”.
Tuttavia, in merito a questo punto
dolente, non tutti i membri del SAG-AFTRA sono
soddisfatti dell’accordo. Il contratto non vieta agli studi
cinematografici di addestrare l’intelligenza artificiale sulle
immagini degli attori per creare artisti “sintetici” che non
somigliano ad alcun attore della vita reale. Il sindacato aveva
cercato di darsi un diritto di veto su tale utilizzo, ma gli studi
hanno rifiutato, accettando solo di avvisare il sindacato.
L’accordo prevede inoltre che se un attore “sintetico” include un
tratto facciale riconoscibile di un attore reale, quell’attore deve
acconsentire a tale utilizzo.
Sembrano comunque interessanti le
percentuali di voto e di affluenza, le prime sono decisamente a
favore dell’accordo ma le seconde dimostrano una mancata volontà di
partecipare a quello che era sembrato un momento di aggregazione
totale, a tutti i livelli, degli aderenti al sindacato. Cosa che
non si è poi verificata in occasione della ratifica.
Ci sono aggiornamenti, purtroppo non
positivi, sullo
scioperoSAG-AFTRA. Il sindacato ha infatti
risposto negativamente all’offerta “ultima,
migliore e definitiva” degli studios. Lo sciopero degli
attori prosegue da 116 giorni.
In un messaggio ai membri, il
sindacato ha affermato che sta lavorando per porre fine allo
sciopero “responsabilmente”, ma che le due parti hanno
ancora divergenze. “Ci sono diversi temi essenziali sui quali
non abbiamo ancora un accordo, compresa l’intelligenza
artificiale”, ha affermato il sindacato. “Vi terremo
informati sull’evolversi degli eventi.”
Il comitato negoziale del sindacato
ha trascorso quasi 12 ore domenica per elaborare la sua risposta.
L’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi ha indicato
che la sua offerta attuale è la migliore che può fare e che non
negozierà ulteriormente. L’offerta prevede un bonus per gli
spettacoli in streaming, aumenti delle tariffe minime e tutele
contro l’intelligenza artificiale.
Diversi membri del comitato
negoziale SAG-AFTRA hanno segnalato su Twitter il
loro malcontento nei confronti dell’offerta. Quattro di loro hanno
ritwittato un appello rivolto ad attori di alto profilo per fare
pressione sugli amministratori delegati dello studio affinché
riuscissero ad ottenre un accordo più favorevole.
Il sindacato è intenzionato a
continuare a lottare per i propri diritti, ma utilizzando il
termine “ultimo, migliore e definitivo”,
l’AMPTP sta cercando di comunicare che ha
ascoltato le argomentazioni del sindacato e non può fare ulteriori
concessioni.
Gran parte dei negoziati che hanno
preceduto l’incontro di sabato si sono concentrati sulla questione
dell’intelligenza artificiale. Tra le altre cose, il sindacato sta
cercando di imporre il veto sugli usi dell’intelligenza artificiale
per creare “doppi digitali”. Il sindacato vuole
anche tariffe salariali minime per l’uso dell’intelligenza
artificiale per creare somiglianze digitali, nonché requisiti di
consenso ferrei. Nel frattempo, il sindacato ha continuato a
manifestare a New York e Los Angeles. SAG-AFTRA ha
programmato picchetti regolari fino a giovedì, con un giorno libero
previsto venerdì per il Veterans Day.
È stata una grande settimana per il
CEO della Disney, Bob Iger. Dopo aver
annunciato che rimarrà in quel ruolo fino al 2026, il dirigente si
è poi
dichiarato sincero in un’intervista quando ha parlato dei recenti fallimenti
di Marvel, Star Wars e
Pixar. Nella stessa intervista, a Iger è stato
chiesto quale fosse allora la conseguenza in merito allo scipero
SAG-AFTRA e ha detto: “È molto inquietante per me … questo
è il momento peggiore al mondo da aggiungere a quella interruzione
[post-COVID]”.
Inutile dire che questi commenti di
un capo dello studio che guadagna decine di milioni di dollari ogni
anno non sono stati accolti affatto bene. Parlando
con Variety durante il picchetto, la
presidente di SAG-AFTRA Fran Drescher ha fatto
conoscere i suoi sentimenti su Iger e sicuramente non si è tirata
indietro. “Li ho trovati terribilmente ripugnanti e
fuori dal mondo. Assolutamente stonato. Non credo che gli sia
servito bene”, ha detto delle recenti osservazioni di
Iger. “Se fossi quella compagnia, lo rinchiuderei
dietro le porte e non lo lascerei mai parlare con nessuno di
questo.”È così ovvio che non ha idea di cosa stia
realmente accadendo sul campo con persone che lavorano sodo e che
non guadagnano nemmeno lontanamente lo stipendio che sta
guadagnando lui”, ha aggiunto la Drescher”.
Compensi altisette cifre, otto
cifre, questo è pazzesco soldi che guadagnano, e a loro
non importa se sono baroni terrieri di un’epoca medievale”.
Non è l’unica ad aver preso di mira
i commenti di Iger, anche la star
dei Guardiani della
GalassiaSean Gunn ha
commentato le parole del CEO della Disney e lo ha fatto durante un
discorso appassionato sul perché questo sciopero è importante e
cosa significa per i suoi colleghi attori. Puoi guardare il
video qui sotto, ma qualcosa ci dice che Iger si è inavvertitamente
trasformato in qualcuno contro cui i membri della WGA e SAG-AFTRA
possono mobilitarsi.
Variety riporta la notizia che i
negoziatori del sindacato SAG-AFTRA hanno approvato un accordo
provvisorio che porrà fine al più lungo sciopero degli attori
contro gli studi cinematografici e televisivi nella storia di
Hollywood. In un annuncio di mercoledì, il sindacato ha
dichiarato che lo sciopero, durato 118 giorni terminerà
ufficialmente alle 12:01 (ora americana) di giovedì. Il comitato di
negoziazione del sindacato, si riporta, ha approvato l’accordo con
voto unanime. L’accordo passerà poi al consiglio nazionale della
SAG-AFTRA per l’approvazione definitiva di venerdì.
Le due parti hanno trascorso gli
ultimi giorni a dare gli ultimi ritocchi all’accordo proposto dagli
studios e definito come “l’ultima, migliore e
definitiva offerta“, che prevede la prima protezione in
assoluto per gli attori contro l’intelligenza artificiale e un
aumento storico delle retribuzioni. L’accordo prevede inoltre un
aumento del 7% per la maggior parte dei minimi garantiti, due punti
percentuali in più rispetto agli aumenti ricevuti dalla Writers
Guild of America e dalla Directors Guild of America.
L’accordo include anche un “bonus di
partecipazione allo streaming”, secondo un’e-mail inviata ai membri
della SAG-AFTRA, oltre ad aumenti dei contributi pensionistici e
sanitari. Il sindacato ha infine dichiarato che il contratto ha un
valore complessivo di oltre 1 miliardo di dollari. “Siamo
giunti a un contratto che consentirà ai membri della SAG-AFTRA di
ogni categoria di costruire carriere sostenibili“, ha
dichiarato il sindacato nell’e-mail. “Molte migliaia di
artisti, ora e in futuro, beneficeranno di questo lavoro“.
L’AMPTP, l’alleanza dei produttori
cinematografici e televisivi, ha a sua volta rilasciato una
dichiarazione mercoledì affermando che il contratto
“rappresenta un nuovo paradigma“. “L’AMPTP è lieta di
aver raggiunto un accordo provvisorio e si augura che l’industria
riprenda a raccontare grandi storie“, ha dichiarato il gruppo
datoriale. I membri del sindacato degli attori dovranno ora votare
per ratificare l’accordo, un processo che probabilmente richiederà
almeno una settimana o più. Ma lo sciopero è già stato revocato, il
che significa che gli attori potranno tornare al lavoro giovedì
stesso.
La maggior parte della produzione
televisiva e cinematografica è infatti stata sospesa da quando gli
sceneggiatori hanno scioperato
sei mesi fa. Il sindacato degli attori si è poi unito a loro a metà
luglio, bloccando tutte le produzioni cinematografiche
indipendenti, tranne un numero relativamente ridotto. Con la
risoluzione dello sciopero, tutti i progetti ad oggi rimasti
sospesi potranno riprendere le attività, permettendo dunque ad
Hollywood di garantire una stagione cinematografica del 2024 che,
pur risentendo di quando accaduto, segnerà il ritorno ad una
normalità lavorativa.