Road to Oscar 2024: la Miglior regia

Scopriamo i cinque candidati nella categoria Miglior regista ai premi Oscar 2024 e chi tra questi potrebbe vincere il premio.

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Due debuttanti, due registi alla loro seconda nomination e un venerato maestro: così si presente la cinquina della categoria Miglior regia di questi Oscar 2024. Rispettivamente Justin Triet, Jonathan Glazer, Yorgos Lanthimos, Christopher Nolan e Martin Scorsese. Cinque personalità distintesi nell’ultimo anno grazie ad altrettanti film con il potenziale di rimanere veramente impressi nella storia del cinema da qui in avanti. Benché mantenga uno sguardo principalmente rivolto a ciò che viene prodotto all’interno dell’industria statunitense, la categoria del Miglior regista continua fortunatamente a manifestare anche una maggiore attenzione nei confronti di ciò che avviene anche in altri territori, permettendo così in questo caso di veder candidata la prima regista donna francese e in generale di affermarsi come una delle categorie più entusiasmanti di questa edizione.

Di seguito, ecco i candidati agli Oscar 2024 per la categoria Miglior regista

Justine Triet – Anatomia di una caduta

Justine Triet
Justine Triet al Festival di Cannes. Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

La regista Justine Triet si è decisamente presa una bella rivincita sulla commissione francese incaricata di selezionare il titolo da presentare agli Oscar 2024 per la categoria Miglior film internazionale. Pur non godendo del pieno sostegno del suo Paese, Triet si è comunque fatta largo fino agli Oscar, dove il suo film Anatomia di una caduta (qui la recensione) – già vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes 2023 – è candidato a ben cinque premi (Miglior film, Miglior attrice protagonista, Miglior montaggio, Miglior sceneggiatura originale – di cui Triet è autrice insieme a Arthur Harari – e Miglior regista). Con questo suo quarto lungometraggio, Triet si è dunque affermata come una delle grandi protagoniste di questa stagione, guadagnandosi un meritato posto nella cinquina per la regia agli Oscar.

Anatomia di una caduta, che segna una svolta drammatica nella sua carriera – dopo commedie come Tutti gli uomini di Victoria e Sybl – Labirinti di donna – le ha infatti permesso di dimostrare la sua grande capacità di costruire un racconto che attraversa più generi, dove le certezze sono poche e tassello dopo tassello emerge una vicenda dove risulta difficile distinguere la verità dalla menzogna, fino ad un finale sospeso giungendo al quale ci si rende conto di aver appena assistito ad un film di grandissimo valore, non a caso indicato come uno dei migliori realizzati negli ultimi anni. Per questo suo lavoro, Triet è stata candidata anche ai BAFTA Awards e ai premi César, trionfando presso questi ultimi.

Jonathan Glazer – La zona d’interesse

Jonathan Glazer
Jonathan Glazer al Festival di Cannes. Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Erano dieci anni che il britannico Jonathan Glazer non realizzava un film. Il suo ultimo lungometraggio prima di La zona d’interesse (qui la recensione), con cui ora è tornato in auge, è stato quel bizzarro Under the Skin con protagonista Scarlett Johansson, con cui già si era divertito a dar vita ad un’opera insolita che suscitando un certo disagio spingesse a riflettere sulla natura umana. Un simile approccio a questi temi lo si ritrova dunque anche nel suo nuovo film, con il quale si è aggiudicato il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2023 e che è da molti interni al settore considerato uno dei veri capolavori cinematografici di questi anni. Lavoro che ha portato Glazer ad ottenere nomination come Miglior regista non solo agli Oscar 2024 ma anche ai Satellite Awards e ai Bafta Awards.

Glazer, che adatta con La zona d’interesse il romanzo omonimo di Martin Amis tratto da una storia vera, offre infatti con la sua regia una perfetta dimostrazione della forza che l’immagine cinematografica può avere, di fatto andando oltre il “limite” del libro esaltando ciò che si può raccontare attraverso precise inquadrature e, in particolar modo, il suono. La storia e i dialoghi sono infatti poco più che un pretesto per dar vita a scenari agghiaccianti, difficilmente dimenticabili, attraverso cui il regista riflette sull’indifferenza senza tempo insita nell’essere umano, capace di condurre la propria tranquilla esistenza anche quando oltre il proprio giardino avviene l’orrore.

Yorgos Lanthimos – Povere creature!

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Yorgos Lanthimos alla Mostra di Venezia. Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Il greco Yorgos Lanthimos gode evidentemente – e giustamente – di un certo favore presso l’Academy. Il suo precedente film, La favorita, ottenne ben 10 nomination all’Oscar tra cui quella per la Miglior regia. Con il suo nuovo lungometraggio, Povere creature! (qui la recensione) – già vincitore alla Mostra di Venezia del Leone d’oro – torna dunque a far parte di questa cinquina, mentre il film in sé gode di 11 nomination a questi Oscar 2024. Ed anche in questo caso è difficile non riconoscere la sua come una candidatura più che meritata. Lanthimos prosegue il percorso estetico intrapreso con i suoi ultimi film portandolo però ancor più all’estremo.

Lanthimos dà infatti sfogo a tutta la sua creatività, permettendo allo spettatore di fare esperienza del viaggio di Bella Baxter verso la scoperta di sé e del mondo attraverso l’evolvere della fotografia, dei costumi, della colonna sonora, elementi che da una base di partenza grezza diventano sempre più elaborati e acquistano sempre più grazia, accompagnando l’evoluzione della protagonista. Le idee che il regista concretizza grazie ai suoi collaboratori permettono al film di acquisire un aspetto unico, quasi favolistico ma mai infantile, che sostiene la metafora senza farla risultare fastidiosa. Anche per lui, non sono mancate le nomination ai Critics’ Choice Awards, ai Golden Globe e ai DGA Awards.

Christopher Nolan – Oppenheimer

Christopher Nolan sul set di Oppenheimer
Christopher Nolan con Emily Blunt e Cillian Murphy sul set di Oppenheimer. © Universal. Tutti i diritti riservati.

Christopher Nolan è un altro di quei registi che non ha bisogno di presentazioni. Senza dubbio tra gli autori più indicativi degli ultimi vent’anni, durante i quali ha realizzato blockbuster d’autore come Il cavaliere oscuro, Inception e Interstellar, distinguendosi per il suo continuo giocare con la concezione del tempo e abbattendo la sua noiosa linearità. Con il suo Oppenheimer (qui la recensione) ha tuttavia ridotto gli artifici per concentrarsi sulla storia di quello che ritiene essere “l’uomo più importante mai vissuto”. Non che Oppenheimer (che con 13 nomination è il film più candidato di questi Oscar 2024) non presenti le particolarità per cui Nolan è noto, ma queste sono maggiormente poste al servizio di un racconto che si sviluppa interamente a partire dall’interiorità del protagonista.

Per di più, Nolan costruisce Oppenheimer quasi come fosse un vero e proprio ordigno esplosivo, con una prima ora densissima di nomi, personaggi, eventi, salti temporali, musica, attraverso cui si imposta una tensione crescente. Tensione che nella seconda ora di film non cessa di aumentare fino all’ammutolente esplosione della bomba, una delle sequenze più memorabili dell’annata cinematografica appena trascorsa. La terza ora di film diventa invece un film politico nel quale si esplora l’eredità di Oppenheimer e nella quale emerge il messaggio del film, un monito che dal passato sembra risuonare oggi più forte che mai.

Martin Scorsese – Killers of the Flower Moon

Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese in Killers of the Flower Moon 10 marchi
Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio sul set di Killers of the Flower Moon. Gentile concessione di © 01 Distribution

Difficile che Martin Scorsese non venga nominato in questa categoria quando c’è un suo nuovo film in circolazione. Il regista newyorkese ha con la candidatura per Killers of the Flower Moon (qui la recensione) raggiunto quota 10 presenze, divenendo il secondo più nominato di sempre (altre due ed eguaglierà il record di William Wyler). Difficile poi non essere d’accordo sulla sua presenza anche per questo suo nuovo film, con il quale dimostra (non che ne avesse ancora bisogno) di possedere una conoscenza tale del cinema, dei suoi tempi e dei suoi trucchi da avere pochi o nessun eguale. Scorsese dà forma ad un’epopea che pur estendendosi su una durata di circa tre ore e mezza dimostra una gestione dei tempi e dei segmenti narrativi sbalorditiva.

Scorsese realizza un appassionante incrocio tra un western e un gangster movie, andando alla riscoperta di una delle pagine più nere della storia degli Stati Uniti e delle violenze su cui si sono fondati. La scelta di spostare il punto di vista dagli agenti dell’FBI a quello dei principali coinvolti nella vicenda si è rivelata vincente, avendo permesso al regista di condurre una minuziosa analisi dell’animo umano, della sua perversione e della corruzione a cui è facilmente soggetto. Oltre agli Oscar, Scorsese ha ricevuto la nomination come Miglior regista anche ai Critics’ Choice Awards, ai Golden Globe, ai Satellite Awards e ai DGA Awards, vincendo poi sempre in questa categoria ai prestigiosi National Board of Review.

Oscar 2024: chi vincerà?

Oscar 2024

Dati alla mano, questo sembra decisamente essere l’anno di Christopher Nolan, il quale si presenta agli Oscar 2024 con dalla sua già il Golden Globe, il Critics’ Choice Awards, il Bafta Awards e il Director’s Guild Awards. Basti pensare che dal 2010 ad oggi, ogni regista che ha ottenuto quest’ultimo riconoscimento ha poi vinto – fatta eccezione per due occasioni – l’Oscar per la regia. Non dovrebbero dunque esserci particolari sorprese a riguardo e Nolan potrà finalmente stringere tra le mani l’ambita statuetta, consacrazione (agli occhi di Hollywood) di un percorso artistico tra i più importanti degli ultimi due decenni. Se però si volesse provare a trovare una possibile alternativa alla vittoria di Nolan, questa potrebbe manifestarsi nella figura di Yorgos Lanthimos.

Come si diceva, il regista greco sembra godere di una certa stima nell’ambiente hollywoodiano. Non è infatti da escludere il verificarsi di una situazione come quella vista nel 2020, dove il regista di 1917 Sam Mendes vinse il Golden Globe, il Bafta e il DGA, ma vide poi l’Oscar andare al coreano Bong Joon-ho per Parasite. Certo, si tratta di situazioni diverse, ma l’esempio può essere utile per comprendere che non c’è nulla di assolutamente certo. Non andrebbe sottovalutata neanche la presenza di Jonathan Glazer, che a sua volta ha raccolto numerosi complimenti per il suo lavoro, tra cui quello di Steven Spielberg, che ha giudicato La zona d’interesse il film sull’olocausto più importante dai tempi di Schindler’s List.

Meno probabile (purtroppo) appare invece una possibile vittoria per Martin Scorsese e Justine Triet, per i quali la nomination sembra già il massimo riconoscimento ottenibile. Triet dovrebbe però – salvo sorprese – trionfare nella categoria Miglior sceneggiatura originale, quindi potrebbe non tornare a casa a mani vuote. Alla luce di tutto ciò, però, il nome su cui scommettere è di certo quello di Nolan. Come si diceva, più volte la sua esclusione da questa cinquina è stata accompagnata da polemiche e questa sua seconda nomination agli Oscar 2024 per un film così imponente e attuale nei temi sembra a tutti gli effetti l’occasione giusta per premiare lui e la sua forte idea di cinema.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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