The Tree of Life, il nuovo e attesissimo film di Terrence Malick con Brad Pitt e Sean Penn, non era ancora pronto per il Lido di Venezia. All’epoca si disse che il film era al “97% della lavorazione”.
Niente The Dive per James Cameron; c’è Martin Campbell
Niente remake di RoboCop per Hugh Laurie! E ora chi fa il cattivo?
Niente Raoul Bova per Le Guetteur di Michele Placido!
Niente può fermarci: recensione del film
In Niente può fermarci il narcolettico Mattia, l’internet-dipendente Augusto, l’ossessivo compulsivo Leonardo e Guglielmo affetto di sindrome di Tourette si incontrano a Villa Angelika dove hanno deciso di ricoverarsi per i loro disturbi. Ma l’estate è lunga e si propsetta noiosa, così i quattro decidono di lasciarsi tutto alle spalle e rubare la macchina del direttore e partire alla volta di Ibiza.
Luigi Cecinelli riprende e sceneggia a quattro mani, insieme a Ivan Silvestrini, una commedia sui generis. Prendendo l’argomento difficile dei disturbi mentali, che in genere è oggetto di trame drammatiche, la storia viene colorata con il tono della commedia e arricchita di risvolti umoristici. Il film racconta il modo con cui questi ragazzi si rapportano nella loro vita privata e pubblica; e nella condizione in cui si vedono dipinti dalla società. Lo stile è principalmente di un road movie ma con le caratteristiche della commedia corale e il film di formazione.
Ma l’originalità della pellicola risiede risiede proprio nei quattro ragazzi, che essendo automaticamente etichettati nel loro “disturbo” scatenano in svariati siparietti la risata spontanea della sala, senza generare sottintesi che vanno a mischiarsi con la retorica o la parodia. Di fatti nonostante la storia sia di giovani adolescenti, incerti sul loro futuro, da questi personaggi traspare l’ingenuità e la spontaneità che non si è soliti vedere al cinema, il loro istinto è quello spronato dal confronto con i coetanei e dalla voglia di fare. Questo viaggio rispecchia il loro riscatto e il momento di accettarsi per quello che sono realmente. Così, il regista tiene ben saldo per 90 minuti, le linee guida del film e il ritmo non è mai forzato grazie alla freschezza della storia; il finale risulta essere conciliatorio e prevedibile ma senza false morali.
Del cast buona l’interpretazione di Emanuele Propizio, Federico Costantini e Gugliemo Amendola ma chi brilla per interpretazione è indubbiamente Vincenzo Alfieri, il suo Guglielmo oltre ad aver sviluppato e vissuto in maniera approfondita il personaggio, è quello che all’intero del film innesca il contesso ironico della storia a cui a ruota seguono il resto del cast. Buoni anche i genitori, Massimo Ghini, Serena Autieri, Gianmarco Tognazzi e Paolo Calabrese, forti della loro esperienza artistica riescono ad arricchire le sfaccettature dei genitori di figli “diversi” e quindi inevitabilmente mostrano le loro ansie e paure riguardo al loro futuro. Tra le partecipazioni amichevoli spicca d’importanza quella di Gerard Depardieu ma è in Lucia Ocone che la risata incontra piacevolmente la sala.
Niente può fermarci è una commedia fresca e orginale, scritta molto bene anche se un po’ scontata, fa ridere e diverte sulla crescita e sul come la si vive quando si è un po’ emarginati poiché “diversi”. Nelle sale dal 13 Giugno.
Niente può fermarci : la conferenza stampa
Ieri mattina
presso il The Space Moderno di Piazza della Repubblica in Roma è
stato presentato Niente può fermarci. Dopo la
proiezione alla conferenza stampa ha partecipato oltre al regista
Luigi Cecinelli e il produttore Claudio Zamarion, il
cast al completo, Emanuele Propizio, Federico Costantitni,
Vincenzo Alfieri, gugliemlmo Amendola, Maria Chiara Auguenti,
Serena Autieri, Paolo Calabresi, Massimo Chini, Gian Marco
Tognazzi, Gerard Depardieu, Anna Dalton ed Eva Riccobono.
Per il regista, i cast come è stato scelto?
Luigi Cecinelli:Il film ha avuto una vita lunga, abbiamo
cominciato a prepararlo con Claudio Zamarion in tempi non sospetti,
e abbiamo incontrato questi ragazzi, il primo che trovai fu
Vincenzo Alfieri di cui esiste un provino filmato che si
sente Alfieri che recita e noi dietro che ridiamo, con la
telecamera che si muove perché anche l’operatore non reggeva.
Dopodiché ho incontrato Emanuele Propizio, poi è
sopravvenuto Federico Costantini, che fa sempre il bello e
il dannato, gli ho detto se riusciva e lo divertiva fare, lo
sfigato con manie e questa cosa lo ha incuriosito;ed infine è
arrivato Guglielmo Amendola che è stato l’insospettabile,
cercavo una faccia per Mattia e poi l’ho conosciuto ho fatto un po’
di letture e mi è piaciuto, chiudendo così il cast dei ragazzi. Per
i genitori è stato un po’ lo shopping di Natale, nel senso che tu
fai la lista dei desideri e non sempre ti dice bene, invece io a
questo giro ho avuto questi meravigliosi professionisti che poi
hanno dato tanto al film, anche improvvisando tra di loro, quando
hai degli attori così bravi, non si riesce a dare lo stop.
Come è stato recitare in questo
film?
Maria Chiara Aguenti: è stato molto bello perché innanzi
tutto ho recitato con quattro attori molto molto bravi, giovani e
bravissimo, che mi hanno immediatamente integrata nel gruppo, che
mi hanno fare la donna della situazione.
Guglielmo Amendola, come è stato
l’esperienza del film?
G.A: Per me è stata una bellissima esperienza, poiché è da
poco che mi sono affacciato a questo mondo e quindi tutto da
scoprire e tutto nuovo. Mi sono catapultato in questo mondo e
ringrazio veramente tanto Luigi che mi ha dato questa possibilità e
i ragazzi che mi hanno veramente aiutato e integrato sul set. Mi
sono veramente divertito tantissimo e spero che ci sia un
seguito.
Per te Emanuele come è stato recitare con Depardieu?
Emanuele Propizio: è stato un casino perché lui voleva che
bevessi per davvero e invece c’era un succo di frutta al mirtillo
che faceva veramente schifo. Ma è stata una bellissima esperienza,
in due anni ho avuto la fortuna di lavorare con De Niro e con
Depardieu quindi io ho finito qua, è stato un piacere e me ne vado
a casa!…Ringrazio tutti il regista e il produttore che ha creduto
in questo progetto che doveva partire anni fa, ero minorenne e ora
ne ho 22 anni. Con Federico siamo amici da quando eravamo piccoli
abbiamo già lavorato insieme, con Guglielmo siamo diventati amici
sul set e Vincenzo non lo conoscevo ed è stata bellissimo conoscere
anche lui. Ed ho un padre meraviglioso che è Massimo
Ghini.
Eva per te come è stato il
provino?
Eva Riccobono: È stato molto divertente, abbiamo fatto un
primo incontro tre anni fa, ci siamo piaciuti subito mi ha parlato
di questo progetto il mio ruolo mi divertiva, perché potevo far
parte di questa allegra combriccola di giovani ragazzi e quando ci
siamo reincontrati successivamente io avevo questo provino
preparato da un mese e non mi ricordavo bene la parte! Ringrazio
Luigi perché ha creduto in me in tempi non sospetti e non sapevo
come abbia potuto capirlo, ma il suo talento si vede nei ragazzi
che ha scelto.
Federico come ti sei preparato
per il ruolo di Leonardo?
Federico Costantini: Diciamo che il punto d’incontro con
questo personaggio è stato che non sono un amante degli insetti,
preferirei lottare con un coccodrillo che avere un ape che mi ronza
vicino alla faccia, quello è stato il punto d’incontro con il
personaggio, ovviamente non posso dire lo stesso della paura delle
donne! Quindi ho sfruttato la paura degli insetti per proiettarla
su tutto il resto.
Al regista, parte da questa commedia è originale, i quattro
ragazzi non sono amici da una vita, ma hanno dei problemi e sono in
una clinica, voleva raccontare anche un tema oltre che la solita
commedia estiva-romantica?
L.C.: L’idea originale è nata parlando con un amico che
fa il volontario in una clinica di questo tipo e mi ha detto che
anche per brevi periodi alcuni ragazzi con vari tipi di problemi,
andavano in clinica per fare delle terapie. E io ho un amico con la
sindrome di Tourette che fa il fotografo e mi ero informato
sulle alle tra abbiamo scelto insieme a Ivan Silvestrini (lo
sceneggiatore n.d.a.) e capire insieme quelle che potevamo
raccontare. In realtà la cosa che mi piaceva raccontare e che a
volte che questo tipo di diversità o altri tipi di diversità molto
spesso è più negli occhi di chi la vede di chi la vive e mi piaceva
raccontare la storia di quattro ragazzi che come “plus” hanno
queste quattro problematiche ma che in realtà hanno assolutamente
le capacità di gestirle, al contrario dei propri genitori che
spesso e volentieri si rapportano che anche per brevi periodi a
loro più per la malattia e per le problematiche che in prospettiva
il genitore vede per il figlio che non in realtà apprezzandone le
diversità le particolarità le persone che comunque al di là di
quello che potrebbe essere la malattia possono essere. Infatti
secondo me la parte più divertente del film è quando i genitori
vanno ad Ibiza e vanno in discoteca e vedono che i figli hanno
trovato una dimensione e i genitori sono i quattro disadattati
perché non sanno come gestirla la cosa della discoteca.
Il contatto
con Depardieu come è nato?
L.C.: Depardieu è stato Claudio…siamo un po’ come marito
e moglie sono tanti anni che lavoriamo insieme ci si insulta
praticamente ogni tre per due però su questa cosa di Depardieu è
nata perché da sceneggiatura c’è un pezzo in cui vanno in
Francia “pensa se ci fosse Depardieu sarebbe una ficata eh?!”
questa cosa la dici la scrivi e poi si cerca qualcun altro, e dopo
un po’ di tempo è venuto Claudio e mi dice “Guarda che c’è
Depardieu, ha letto la sceneggiatura, lo diverte molto e quindi lui
lo fa” è nato così e poi abbiamo fatto un incontro. È stato
tendenzialmente un grande regalo della produzione perché non me lo
sarei mai aspettato di avere la possibilità di dirigere un attore
come Depardieu che è un esperienza meravigliosa, perché scherza
ride e poi quando stai girando ti da assolutamente il personaggio è
quindi è assolutamente meraviglioso starlo a vedere.
Ghini, Calabresi e Tognazzi, cosa
vi ha attratto dalla commedia?
G.T.: Per quanto mi riguarda essere costretto ad avere
per l’ennesima volta una capigliatura diversa da quella che ho
nella vita, anche per essere adeguato a mio figlio e mi divertiva
molto l’idea di un personaggio così istituzionale che veniva messo
in difficoltà da una patologia del figlio che può creare dei grossi
imbarazzi poiu al di là di tutto, poi quando ci sono queste
operazioni di un cinema rivolto a un pubblico più giovanile, noi
che lo facciamo da un po’ più di tempo troviamo un stimolo in più a
lavorare con dei ragazzi che sono giovani e ce iniziano, perché il
rapporto che ho avuto direttamente con Vincenzo è stato di grande
scoperta, vedo in lui delle grandi doti e quindi vendo una grande
opportunità che mi ha dato Luigi ma conoscevo già
Emanuele.
P.C.: Adesso si producono commedie per vedere e il fatto
che questa è una commedia scritta con ritmo e verosimiglianza, è un
fatto raro. È bello che il messaggio del film dica anche che le
problematiche dei figli spesso sono frutto delle proiezioni che i
genitori nelle loro ansie e nelle loro frustrazioni accumulate
probabilmente gli trasmettono quindi se gli si vuole dare uno
spessore a questa commedia credo che il senso per me è stato
quello.
M.G.: Zamarion mi ha convinto di essere della squadra,
dal livello dei discorsi dei figli poi è normale capire perché
hanno scelto noi come genitori, c’era una cosa che volevo chiarire.
Proprio per non dare l’idea del film estivo, le sindromi di cui
parliamo è una questione molto seria, mi era piaciuta fin
dall’inizio l’idea di trovarsi in chiave di commedia ascoltare un
argomento e più vedere com’era il risvolto della responsabilità dei
genitori.
Niente Paura: recensione del film su Luciano Ligabue
Niente Paura è un film documentario che a piccoli tratti non manca di farci sorridere, ma che è, e rimane fondamentalmente, un invito a specchiarci e a domandarci quanto di noi possiamo riconoscere nei suoi fotogrammi. Ultima fatica del regista Piergiorgio Gay, allievo di Ermanno Olmi, è stato presentato nella categoria fuori concorso alla 67.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un film di una dolcezza molto potente. Nel quale gli sguardi e i gesti di chi lo racconta sono l’espressività più solida. Perché Niente Paura, è effettivamente un “documentario atipico”, per abbracciare la definizione che Lionello Cerri propone, nel quale si punta a raccontare la nostra identità nazionale, da un lato attraverso la musica, quella di Luciano Ligabue, e dall’altro attraverso l’Italia che vive e respira, quella che va da Carlo Verdone, Fabio Volo, Paolo Rossi, Giovanni Soldini e Margherita Hack, alle presenze concrete di studenti, sportivi e sognatori della nostra realtà comune.
Le tematiche, le idee, le riflessioni si ritrovano a galleggiare In un tono confidenziale, colloquiale e spontaneo, tanto che val la pena sottolineare la capacità di questa pellicola di riuscire, prima di qualunque altra cosa, ad annullare lo spazio tra spettatore e commediante. Tutto aderisce, la musica è quella che siamo abituati ad ascoltare mentre svolgiamo gran parte delle nostre usuali e quotidiane attività; la gioia è quella che tutti abbiamo provato nell’estate mondiale del 2006; la nostalgia è quella che a tratti ci coglie quando ci scopriamo incapaci di sentirci, come in quei momenti, parte comune e indiscussa della stessa fertile terra.
Niente Paura, il film
La facilità con cui in un attimo ci si riesce a sentire italiani…è la stessa facilità con la quale spesso ci vorremmo dimenticare di esserlo. E questo documentario è anche questo, non cancella vergogne o responsabilità civili, né aliena meraviglie della nostra terra con una sterile e scontata autocritica. Niente affatto. I suoi fotogrammi semplicemente ci parlano, così, come accade durante le migliori associazioni non veicolate di idee, quelle che occupano i nostri consueti discorsi.
Ed è vero, ci si ritrova, su quella poltrona, a sorridere ed annuire, con una piacevole tenerezza sul viso, prendere atto di ciò che in ogni caso ci rende unici, italiani, senza dover poi combattere con la rabbia e la frustrazione, due malumori che diventano dominanti quando qualcuno ci sbatte in faccia, attraverso lo schermo, qualcosa che non ci piace ma che non si può ignorare. Ci si alza invece rincuorati, nonostante non ci abbiano certo raccontato una favola.
E questo messaggio, d’altra parte, non fa che condire lo spirito con il quale sembra essere stato forgiato il film: non certo quello della commiserazione, quanto piuttosto quello della consapevolezza. Perché ci suggerisce di crederci ancora, cercarci ancora, in quel che vogliamo e preferiamo, anche se spesso quel che vediamo, sembra essere tutto ciò che non potrebbe essere di più lontano da noi. Notevole l’unico intervento di Enzo Biagi nel tessuto narrativo.
Niente paura, Deadpool ha la situazione sotto controllo nel nuovo spot
Ecco un nuovo spot tv di Deadpool in cui il Mercenario Chiacchierone ha la situazione sotto controllo!
Guardalo di seguito:
Guarda il secondo trailer del film
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Il primo film in stand-alone dedicato al mercenario chiaccherone promette un’ enorme dose di politicamente scorretto pronta ad abbattersi sul pubblico all’uscita in sala, il 4 Febbraio. “Questo film funziona tranquillamente all’interno dell’universo X-Men” ha dichiarato Reynolds ad Empire, “ma non per questo include la sensibilità dei film dedicati ai mutanti. È come prendere un personaggio degli X-Men, imbottirlo di LSD e rispedirlo su schermo.”
A proposito di X-Men: chi ha visto il trailer avrà notato che la presenza dei mutanti su schermo sarà decisamente corposa. Andre Tricoteux sostituisce Daniel Cudmore nei panni di Colossus, ed appare nella nuova immagine rilasciata da empire pochi minuti fa a fianco di un Deadpool che pare intento a rompere la quarta parete.
Vi ricordiamo che in Deadpool ci sono confermati con Ryan Reynolds anche Morena Baccarin, T.J. Miller, Ed Skrein, Gina Carano e Daniel Cudmore che tornerà nei panni di Colosso. Deadpool è scritto da Paul Wernick e Rhett Reese, diretto da Tim Miller e sarà nei cinema USA dal 12 febbraio 2016.
Niente Paura – recensione
E’ stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il 5 settembre (fuori concorso) e uscirà nelle sale il prossimo 17 settembre, il lungometraggio diretto da Piergiorgio Gay “Niente paura – Come siamo come eravamo e le canzoni di Ligabue”, film-documentario che mediante le testimonianze di attori, scienziati, intellettuali, sportivi, gente comune, offre uno spaccato del nostro Paese.
Niente Oscar per Nicole Kidman e Grace di Monaco
Gli ultimi anni di carriera di Nicole Kidman non sono stati esattamente gloriosi, e solo nell’ultimo periodo l’attrice premio Oscar sta ricominciando a regalarci un po’ dello splendore che ci aveva fatti innamorare di lei agli inizi. Tuttavia i suoi film restano, in media, tiepidi incassi, e ora che la bella australiana arriverà al cinema con Grace di Monaco, tutti si stanno chiedendo che tipo di pubblico potrà avere un film biopic sulla principessa di Monaco, fu musa di Alfred Hitchcock.
Per Grace di Monaco il destino sembrava diverso, dal momento che il film era stato acquistato dalla Weinstein Company, nota per fare un sacco di soldi con i film che distribuisce, grazie alle nomination che in genere questi ottengono, per un’uscita intorno alla fine di novembre, perfettamente in tempo per la stagione dei premi e per una Nomination alla Kidman.
Lo spostamento alla prossima primavera della data d’uscita del film ha però tolto allo stesso la possibilità di un discreto incasso, sulla scia del periodo natalizio, e alla Kidman di essere considerata per un’altra Nomination. Così Nicole lascerà campo libero alle colleghe, tra le quali spiccano le più accreditate ad oggi Sandra Bullock (Gravity) e Cate Blanchett (Blue Jasmine), ma ci aggiungiamo anche la straordinaria Judi Dench vista a Venezia in Philomena.
Grace di Monaco seguirà la seconda parte della vita di Grace Kelly e il suo ruolo di principessa di Monaco dopo il matrimonio con il Principe Ranieri, interpretato da Tim Roth; del cast faranno parte anche Parker Posey, Frank Langella, Paz Vega e Milo Ventimiglia. La sceneggiatura è opera di Arash Amel (Erased).
Il film ha già suscitato polemiche e l’aperto disconoscimento da parte dei figli della principessa, a partire dal Principe Alberto di Monaco, che ne ha criticato la versione della madre, giudicata eccessivamente glamour, oltre che le gravi imprecisioni dal punto di vista storico e l’inserimento di scene di pura finzione.
Fonte: WorstPreviews
Niente Nolan e Snyder per la Justice League
La Waner Bros ha appena rivelato che il progetto di portare al cinema la Justice League of America non è stato accantonato, anzi si pensa addirittura ad un film che possa uscire in sala già a partire dal 2013.
Dal momento che Christopher Nolan è al lavoro sul terzo episodio del ‘suo’ Batman, e Zach Snyder sta lavorando a Superman, poteva essere probabile che i due registi fossero coinvolti in questo ambizioso progetto. L’unico problema però è che Nolan ha più volte affermato che il suo Batman non può esistere in un mondo dove esistono i supereroi. Quindi, come si comporterà la WB in merito a questa posizione così netta (e condivisibile)? Secondo Snyder, questa collaborazione non ci sarà. Il piano è quindi di realizzare una “Justice League” che non abbia nulla a che fare con il Batman di Nolan o il Superman di Snyder, facendo anche a meno di Christian Bale e di Henry Cavill.
Fonte: Wrostpreviews
Niente Noah per Christian Bale
Christian Bale non sarà il protagonista della prossima fatica di Darren Aronofsky, il film Biblico-epico Noah, nonostante il desiderio del regista newyorkese di averlo a disposizione. Bale non potrà essere nel cast di Noah per gli impegni presi con Terrence Malick: reciterà infatti in entrambi i film che il regista texano girerà nel 2012,King of Cups (con Bale protagonista) e Lawless. Pare che, accantonata l’idea Bale, le attenzioni di Aronofsky si siano spostate su un altro richiestissimo attore, Michael Fassbender (A Dangerous Method).
Fonte: Collider
Niente Marvel Studios e Warner Bros al Comic-Con@Home 2021
Marvel Studios e Warner Bros per il secondo anno consecutivo salteranno la presentazione dei loro panel al Comic-Con@Home 2021.
A causa dell’attuale pandemia di Covid, nel 2020 il Comic-Con di San Diego optò per una presentazione totalmente online per compensare il fatto che le grandi folle di appassionati e giornalisti non potevano radunarsi, e l’unico film portato fu The New Mutants.
Comic-Con@Home 2021 niente panel Marvel o DC
Secondo Deadline, né Marvel Studios né DC Films faranno la loro comparsa e non è ancora stata confermata la presenza di Sony Pictures, che sta producendo Spider-Man: No Way Home (in coproduzione con Marvel), Venom: Let There Be Carnage e Morbius. Warner Bros. e DC Films invece porteranno le loro novità all’evento DC Fandome. I Marvel Studios avevano già saltato l’evento nel 2018 per il D23 della Disney e la Warner Bros. aveva deciso di non mostrare alcun filmato di Wonder Woman 1984 o Birds of Prey al Comic-Con 2019. Sembra ormai certo che questi due colossi cinematografici mostreranno i loro panel solamente nei propri eventi.
Niente Lancillotto per Colin Farrell
Colin Farrell deve rinunciare ad Arthur &
Lancelot; recenti indiscrezioni lo avevano indicato come potenziale
Lancillotto.La parte avrebber richiesto notevoli
Niente Justice League per Gordon Joseph Lewitt
Dopo l’annuncio, la secca smentita: non sarà Joseph Gordon-Lewitt a vestire i panni del Cavaliere Oscuro nel film dedicato alla Justice League. La notizia di una possibile partecipazione al progetto dell’attore, che avrebbe così creato una sorta di ‘filo conduttore’ tra la trilogia nolaniana e il colossal previsto per il 2015 si era diffusa nei giorni scorsi.
A quanto pare però, si è trattato solo di un’indiscrezione priva di fondamento, o di una voce diffusa ad arte dalla Warner per ravvivare l’attenzione su Il cavaliere oscuro – Il ritorno, di cui il 4 dicembre usciranno le versioni Dvd e Blu-ray. La smentita riguardo la partecipazione di Gordon-Lewitt sembrerebbe dunque indicare che il personaggio di Batman come sarà presentato nel film della Justice League sarà in gran parte svincolato dalla trilogia firmata Nolan.
Niente Justice League
Non ci sarà nessun annuncio nei prossimi mesi a proposito dei cinecomic warner/Dc Comics. La DC Entertainment smentisce tutto, anche il possibile progetto circa la Justice League.
Niente Iron Man 3 per la Vedova Nera
Niente Iron Man 3 per Jon Favreau?
Da un po’ di tempo circolava l’idea che Jon Favreau non si sarebbe dedicato a Iron Man 3 dopo Cowboys and Aliens e Magic Kingdom.
Niente Iron Man 3 per Andy Lau!
Diversamente da quanto annunciato nelle scorse settimane, Andy Lau non sarà in Iron Man 3. L’attore avrebbe infatti rifiutato la parte( un ruolo chiave all’interno della pellicola) per motivi personali: “Secondo i media Cinesi Lau ha rifiutato la parte a causa della nascita del suo primo figlio con la moglie Carol Chu il 9 maggio. L’Oriental Morning Post di Shanghai sostiene che i produttori hanno contattato Lau, ma questi ha rifiutato. Ora i favoriti per la parte sono gli attori cinesi Chen Daoming e Wu Xiubo. Uno dei produttori del film, il CEO della DMG Entertainment Group Dan Mintz, avrebbe rivelato alla stampa che uno dei personaggi cinesi del film verrà interpretato da un attore sopra i 40 anni e con una buona capacità di linguaggio in inglese.”
Sul personaggio che Lau avrebbe dovuto interpretare, il produttore ha dichiarato: “L’uomo rappresenta il settore tecnologico della Cina, e utilizzerà gli eroi in armatura prodotti in Cina per aiutare Iron Man per sconfiggere “il Mandarino”, visto come un terrorista sia dai cinesi che dagli americani.”
Iron Man 3 uscirà il 3 maggio 2013.
Niente Hulk in Iron Man 3!
L’Incredibile
Hulk non comparirà in Iron Man 3. A far chiarezza, è arrivato il
secco “No” del boss dei Marvel Studios, Kevin Feige. Il buon feeling tra
Niente Django Unchained per Michael K. Williams
Michael Kenneth Williams, l’Omar di The Wire, attore apprezzato e versatile, era stato inizialmente in lizza per il ruolo principale di Django Unchained, il nuovo film di Quentin Tarantino. Per questioni d’agenda, la parte era andata a Jamie Foxx. In seguito, era nata l’idea di un ruolo minore in Django per M. K. Williams. Tuttavia, ora pare ormai certo che, a causa degli impegni con la serie Boardwalk Empire, non vedremo l’attore afroamericano nel western di Tarantino. Niente paura per i fan dell’Omar Little di The Wire: nel 2012 sarà ugualmente sui grandi schermi con Snitch di Ric Roman Waugh.
Fonte: Deadline
Niente di nuovo sul fronte occidentale: recensione del film Netflix
Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore tedesco Erich Paul Remark, Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues) è una pellicola drammatica, di guerra, diretta dal regista Edward Berger (Patrick Melrose, Deutschland 83). Il film, prodotto da Stati Uniti e Germania, è la terza trasposizione cinematografica della storia. La prima risale al 1930, diretta da Lewis Milestone, e la seconda, diretta da Delbert Mann, è del 1979.
Inoltre, Niente di nuovo sul fronte occidentale è stato selezionato per rappresentare la Germania agli Oscar 2023 nella categoria miglior film straniero. E’ stato compreso nella più recente short list pubblicata dall’Academy. La pellicola ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe 2023 e ben 14 nomination ai BAFTA 2023. Nel cast ritroviamo sia figure già affermate nel cinema internazionale, come Daniel Brühl (il soldato di prima classe Frederick Zoller in Bastardi senza gloria), sia figure emergenti, come l’austriaco Felix Kammerer.
Niente di nuovo sul fronte occidentale: dalla gloria alla distruzione
Partendo dalle ben note vicende della Prima guerra mondiale, Niente di nuovo sul fronte occidentale presenta questo capitolo di storia attraverso gli occhi dei soldati, in particolare attraverso Paul Bäumer (Felix Kammerer). Il ragazzo, appena diciassettenne, viene convinto dai tre amici, Albert, Franz e Ludwig, a partire verso il fronte per combattere gloriosamente per la propria patria, andando anche contro il volere dei genitori. I giovani tedeschi sono convinti ad arruolarsi grazie a vaneggiamenti di imprese eroiche: combattere il nemico, avanzare e conquistare fino a raggiungere Parigi in poche settimane.
Già dai primi giorni nel fronte occidentale la guerra si mostra ai nuovi soldati per quello che è: morte e distruzione. La vita nelle trincee finisce per avere ben poco di eroico, tra il freddo, il fango ed il terrore perenne. Paul resiste al logoramento della guerra grazie all’appoggio di Kat, un soldato più ansiano. Nei periodi trascorsi fuori dalle trincee i due legano molto, insieme ad Albert, Franz e Tjaden, un altro veterano, sognano la loro vita dopo la fine del conflitto. Nel frattempo, l’ufficiale Matthias Erzberger (Daniel Bruhl) inizia le trattative con i comandanti alleati per porre fine alla violenza con un armistizio. Ma, mentre la pace tarda ad arrivare, la Grande Guerra continua a mietere le sue vittime.
Una bellissima rappresentazione di violenza
Prima della visione di Niente di nuovo sul fronte occidentale, è importante avvisare l’aspirante spettatore su ciò che andrà a guardare. Tutta la durata del film è costellata di scene di guerra particolarmente crude e violente, le quali potrebbero urtare la sensibilità anche di un pubblico adulto più suscettibile alla visione del sangue. Questo non è un aspetto prettamente negativo della pellicola, anzi contribuisce all’autenticità stessa della trasposizione.
Analizzando in maniera più tecnica Niente di nuovo sul fronte occidentale, si nota chiaramente una spiccata attenzione alla fotografia. Tutti i fotogrammi sono presentati allo spettatore con particolare chiarezza e nitidezza. Ciò contribuisce a rendere le scene di guerra ed i paesaggi di quieta devastazione sul campo di battaglia ancora più toccanti.
A questi si alternano riprese della natura boschiva innevata dell’Europa centrale, andando a rappresentare quasi come la natura in se si mantenesse ferma, estranea ai conflitti tra gli uomini. L’autenticità della rappresentazione è resa possibile anche dagli effetti speciali. Nel totale, Niente di nuovo sul fronte occidentale permette allo spettatore di calarsi interamente all’interno delle vicende. A questo proposito, non a caso il film ha ottenuto la nomination ai BAFTA anche nelle categorie miglior fotografia e migliori effetti speciali.

Altro fattore rilevante in Niente di nuovo sul fronte occidentale sono le performance degli attori, in particolare di Felix Kammerer e di Albrecht Schuch, il quale per l’interpretazione di Kat ha ottenuto la candidatura ai BAFTA per miglior attore non protagonista. La potenza e la precisione con cui il personaggio di Paul Bäumer sorprende ancora di più se si considera che questo è il primo ruolo di Kammerer per il grande schermo.
La guerra dei potenti combattuta dai soldati
In Niente di nuovo sul fronte occidentale viene presentato un parallelismo tra come la Grande guerra viene vissuta dai soldati e come viene vissuta dai potenti, da coloro che muovono solamente i fili della geopolitica europea lontano dai campi di battaglia. I soldati vengono mandati al fronte con il pretesto di difendere la propria patria. La realtà della Prima guerra mondiale, come di tutte le guerre internazionali, è che si combatte perché chi è al governo, chi ha il potere politico decide così.
Sotto questo aspetto, la situazione di soldati come Paul o Kat non è tanto diversa da quella dei soldati russi che attualmente combattono in Ucraina, molti costretti a combattere per la leva obbligatoria. Una scena iconica in Niente di nuovo sul fronte occidentale in cui è chiaramente esposta questa tematica è il momento in cui il generale Friedrichs osserva dallo sfarzo di una vasta tenuta i soldati tedeschi che muoiono al fronte per un attacco da lui ordinato. Ma la differenza tra i soldati ed i potenti si nota anche in tante altre piccole cose. Al generale ed all’ufficiale Erzerberger continua ad essere garantita la ricchezza nel cibo, la raffinatezza di porcellane e posate, mentre i soldati muoiono di fame.
Niente da fare per il Daredevil retrò di Joe Carnahan
Niente da dichiarare: recensione del film
Le forme più ottuse e grottesche che possono scaturire dalla xenofobia sono per Dany Boon una ricca miniera di spunti. Il regista di Giù al Nord (successo francese più conosciuto in Italia per il discutibile adattamento Benvenuti al sud, di Luca Miniero) con Niente da dichiarare, nelle sale italiane dal 23 settembre, torna a parlare di razzismo campanilista. Stavolta lo fa contrapponendo una nascente Europa senza confini, alle barriere mentali che impediscono persino di conoscere il proprio vicino di casa: “Non ce la faccio ad amare il mio prossimo quando è francese” dice al prete che lo sta confessando un’esilarante Benoit Poelvoorde, l’attore belga che interpreta un “francofobico”.
La spunto di Niente da dichiarare è semplice ma originale: la comunità europea ha deciso che dal primo gennaio del 1993 le frontiere saranno aperte; la notizia turba i doganieri di due paesi confinanti: quelli di Corquain, cittadina francese e quelli belga di Koorkin. Ruben Vandervoode (Poelvoorde) è, tra i doganieri belga, il più xenofobo, sprezzante e violento verso tutti i francesi e soprattutto verso Mathias Ducatel (interpretato dallo stesso Boon). Mathias è però segretamente innamorato di Olivia (Christel Pedrinelli), la sorella di Ruben.
Niente da dichiarare, il film
Con la speranza di conquistare l’amicizia di Ruben e dichiarare ufficialmente la sua relazione con Olivia, Mathias accetta di essere il partner dello xenofobo belga per formare la sperimentale squadra mobile di pattugliamento. Solo superando, con grande difficoltà e molti momenti comici, le barriere del razzismo, i due potranno fermare una banda di trafficanti di droga e, soprattutto, scoprirsi veri amici. La strana coppia Boon-Poelvoorde è perfetta nei tempi comici, con il belga sopra le righe nei suoi accessi d’ira alternati a momenti di ingenuità quasi infantile e il francese che si barcamena tra crisi di nervi frenate e puro timore per la follia omicida, sempre sull’orlo di esplodere, del compagno.
Bravi tutti gli altri interpreti, dalla ribelle Olivia (Christel Pedrinelli) ai cattivi trafficanti di cocaina: il capo Duval (Laurent Gamelon, amato dal regista che già lo ha diretto in La maison du bonheur) e l’imbranato scagnozzo Tiburz (Bruno Lochet), occhi strabici e humor spiazzante alla Igor (M. Feldman) di Frankestein Junior. Bravissimo Boon che riesce a orchestrarli con brio e senso della misura bissando il felice esito di Giù al Nord. Il regista e sceneggiatore usa l’arma dell’ironia e della pura comicità per condannare il razzismo, senza rinunciare a momenti crudi che valicano la commedia nera: quando Vandervoorde punta la pistola contro Mthias, che dopo avergli rivelato il suo amore per Olivia è corso da lei e la protegge tra le braccia, la tensione che si percepisce è quella di una tragedia sfiorata (fortunatamente).
I vari registri si armonizzano alla perfezione e Niente da dichiarare non scade né nel bozzettismo, né nel didascalismo, sebbene lo sviluppo del soggetto si prestasse a questi rischi. Persino la semplice morale, che trova esplicita voce nel figlio di Vandervoorde, non suona retorica: “il mondo è di tutti e non ha frontiere”. Per altro prontamente seguita da una coda agrodolce che le fa da contrappunto.
Niente corsa all’Oscar per i fratelli Taviani
Si è fermata oggi la corsa dei fratelli Taviani verso gli Oscar 2013, corsa che aveva fatto sperare in un ritorno italiano al Kodak Theatre per i due registi. Invece il loro film,
Niente ComicCon 2012 per Il Cavaliere Oscuro: il ritorno!
Era da una settimana che alcune voci davano per certo l’approdo al ComicCon 2012 che si terrà a San Diego dal 12 Luglio, del Cavaliere Oscuro il ritorno. Oggi arriva la smentita ufficiale via Twitter di Hitfix.com, che assicura con assoluta certezza che “Il Cavaliere Oscuro il ritorno non verrà presentato.
Molti speravano che il terzo capitolo del film segnasse per la prima volta l’approdo di Christophern Nolan alla manifestazione di successo. Ora non ci resta che attendere il nuovo trailer del film che secondo alcune fonti dovrebbe uscire presto. Ulteriori info sulla pellicola nella nostra scheda: Il Cavaliere oscuro: il ritorno.
Niente Catching Fire per Gary Ross!
Niente American Assassin per Chris Hemsworth
Sfuma a quanto pare definitivamente l’ipotesi di vedere Chris Hemsworth nel ruolo di Mitch Rapp, il personaggio creato da Vince Flynn, al centro di American Assassin: è stato lo stesso attore a declinare l’offerta. Ispirato ai romanzi di Flynn, American Assassin si concentrerà sugli anni giovanili del personaggio di Mitch Rapp, promettente atleta ai tempi delle scuole superiori: quando un attacco terroristica causerà la morte di qualcuno molto vicino a lui, si metterà al servizio della CIA per dare la caccia ai responsabili.
Alla regia dovrebbe esserci Jeffrey Nachmanoff, mentre la sceneggiatura al momento è stata affidata a Mike Finch; per il ruolo del mentore del protagonista è ancora in trattative Bruce Willis. La rinuncia di Hemsworth appare dovuta a un’agenda già affollata di impegni: l’attore sta per finire le riprese di Thor: The Dark World e sarà impegnato a breve sul set di Robocalypse di Spielberg, mentre più in là tornerà a vestire i panni del dio del Tuono in Avengers 2.
Fonte: Empire
Niente 300: Battle of Artemisia per Gerard Butler
Nido di Vipere: dal 15 settembre al cinema
OFFICINE UBU distribuirà in Italia, a partire dal 15 settembre, il thriller sud coreano campione d’incassi Nido di Vipere (Beasts Clawing At Straws) diretto da KIM YONG-HOON e tratto dall’omonimo romanzo del giallista giapponese Keisuke Sone.
In Nido di Vipere, i destini di quattro personaggi ai margini della società si intrecciano in modo imprevedibile quando un umile inserviente trova una borsa piena di denaro abbandonata in un armadietto. L’inatteso tesoro diventa ben presto un’arma a doppio taglio, nascondendo dietro di sé un intreccio di storie di spietati malviventi ed esistenze miserabili. Tra omicidi, tradimenti, colpi di fortuna e sfortuna, i destini beffardi dei quattro protagonisti s’incrociano, cacciandoli in guai sempre più profondi, in un disperato gioco senza esclusione di colpi.
Ispirato dalle atmosfere pulp di Tarantino e quelle noir dei fratelli Coen, Nido di Vipere vanta un cast corale in cui spiccano Jeon Do-yeon, premiata come Miglior Attrice a Cannes 2007, la star Jung Woo-sung e Youn Yuh-jung, Premio Oscar per Minari. Nido di Vipere ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria al Festival di Rotterdam. Nido di Vipere (Beasts Clawing At Straws) di KIM YONG-HOON sarà nei cinema italiani dal 15 settembre distribuito da Officine UBU.
Il Trailer ufficiale
La trama di Nido di Vipere
Un umile inserviente, costretto a prendersi cura della madre malata, trova una borsa piena di soldi in un armadietto della sauna dove lavora. Ignora però che dietro alla borsa si nasconde un intreccio di storie di spietati malviventi: un doganiere indebitato, un feroce strozzino, un’astuta truffatrice, una giovane escort con un marito violento e un immigrato illegale si danno la caccia nel tentativo di mettere le mani sul denaro. Tra omicidi, tradimenti, colpi di fortuna e sfortuna i loro destini beffardi s’incrociano, cacciandoli in guai sempre più profondi, in un disperato gioco senza esclusione di colpi.