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Buon Compleanno Ennio Morricone

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Buon Compleanno Ennio Morricone

Compositore e direttore d’orchestra, sì, ma pop: il preferito di The Edge degli U2, ha ispirato uno dei Kasabian nella scelta del nome del figlio (Ennio, appunto) e viene regolarmente omaggiato da rockstar del calibro dei Muse (che nei live suonano sempre un brano da C’era una volta il West per introdurre la loro canzone Knights of Cydonia), dei Metallica e di Springsteen.  Per non parlare del fan n° 1 di Ennio Morricone, lo stalker Tarantino, che lo ha spudoratamente saccheggiato in Kill Bill e Bastardi senza gloria, finché non ha potuto godere di una collaborazione ufficiale col Maestro in Django Unchained, col brano Ancora qui interpretato da Elisa.

Prima diventare un’icona del cinema mondiale, Morricone fa il trombettista, e nel ‘58 lavora pure in RAI. Per un giorno. Assunto come assistente musicale, si licenzia subito quando scopre che gli è preclusa ogni possibilità di carriera (non si trasmettono brani composti dai dipendenti). Ottima mossa, perché di lì a poco scriverà la prima colonna sonora importante: è il ’64, il regista è un ex compagno delle elementari, Sergio Leone, e Per un pugno di dollari dà inizio a una solida collaborazione, con titoli come Il buono, il brutto e il cattivo, C’era una volta il West, Giù la testa, fino all’ultima opera di Leone, C’era una volta in America. Lanciato dagli spaghetti-western (definizione che lui odia), Morricone in realtà ha prodotto solo una trentina di colonne sonore per questo filone, essendosi poi cimentato in tutti i generi cinematografici nel corso di una carriera lunga mezzo secolo. Dalla fantascienza al thriller, dal film erotico alla commedia: da Carpenter a Verdone, insomma. Indimenticabili le melodie di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Mission, Gli intoccabili, Nuovo Cinema Paradiso, La leggenda del pianista sull’oceano, Canone inverso, Malèna. Ma con più di 500 colonne sonore al suo attivo, e 70 milioni di dischi venduti, l’elenco è piuttosto riduttivo; ed è impossibile riportare tutti i premi vinti dal Maestro, perciò ci limitiamo a quelli alla carriera: il Leone d’Oro nel ‘95 e l’Oscar nel 2007.

Dopo 5 nomination a vuoto, l’Academy riconosce finalmente il suo inestimabile contributo al cinema, e chiede al cowboy Clint Eastwood di consegnare a Morricone l’ambita statuetta. Noi gli consegniamo la torta e lo aiutiamo a spegnere le 85 candeline. TANTI AUGURI MAESTRO!

Buon Compleanno Emma Watson

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Buon Compleanno Emma Watson

È cresciuta tra maghi & babbani, ha studiato a Hogwarts e alla fine è diventata una star internazionale e un’indiscussa icona di stile. Sarà che è nata a Parigi, sarà che col suo conto in banca si può permettere un guardaroba da urlo… sarà che di nome fa Emma Charlotte Duerre Watson.

Sì, proprio lei, la fanciulla che per un decennio ha prestato il volto e la fulva chioma a Hermione Granger è diventata grande e in molti se ne sono accorti. Ad appena 24 anni, Emma vanta già un curriculum che farebbe impallidire perfino Lord Voldemort (uno che nella vita ne ha combinate tante), considerato che la signorina ha solo 9 anni quando viene scelta per la parte della maghetta ‘mezzosangue’ dal nome pressoché impronunciabile della saga di Harry Potter.

Tuttavia, deve superare ben otto audizioni prima che i produttori si convincano che è lei quella giusta. In effetti il ruolo è di primo piano: Hermione è l’inseparabile compagna del protagonista Harry e del suo amico Ron Weasley, dalla prima all’ultima pagina dell’epopea fantasy scritta da J.K. Rowling… Ma Emma si dimostra all’altezza del compito e fa di Hermione un personaggio indimenticabile: saccente al limite della secchioncella, ma leale, impavida e sempre pronta ad aiutare i suoi amici; una tosta, insomma. Come la sua interprete. Emma, infatti, è costretta ad abbandonare la scuola per il set, ma viene comunque seguita da un tutor privato e, quando arrivano gli esami, si becca dei gran bei voti. Non c’è da stupirsi, quindi, se il mese prossimo la vedremo laurearsi alla prestigiosa Brown University (non contenta, Miss Watson ha anche l’abilitazione per insegnare yoga, che non si sa mai).

Com’è noto, la saga di Harry Potter è entrata nella storia del cinema per i record d’incassi registrati anno dopo anno con l’uscita di ogni nuovo capitolo, ed Emma ne ha beneficiato assai: nel marzo 2009 (quando la fine è ancora lontana) la signorina si piazza al 6° posto nella classifica della rivista Forbes dedicata alle “Most Valuable Young Stars”, e a febbraio 2010 è l’attrice più pagata di Hollywood, avendo intascato qualcosa come 19 milioni di sterline solo nell’anno precedente. Il mondo intero ha preso nota e le griffe più importanti se la contendono per farne la loro testimonial d’eccezione.

Comincia Burberry, che segna il debutto della Watson-modella per la campagna autunno/inverno 2009, riconfermandola poi per la stagione successiva, la primavera/estate 2010. L’anno dopo è la volta di Lancôme, che non resiste al bel faccino della ragazza (del resto, c’è lei in pole position nella classifica 2011 dell’Independent Critics List of the 100 Most Beautiful Faces) e chissà quanti ancora la reclameranno. Intanto la ragazza continua a dominare le classifiche dei magazine di mezzo mondo: viene eletta l’attrice più sexy del 2013 dalla rivista Empire (in seguito a una votazione popolare), e GQ la sceglie come Woman of the Year. Insomma, i tempi di Hogwarts sono lontani e lei ha dimostrato di non aver bisogno di una bacchetta magica per ottenere consensi: con gli ultimi progetti ha dato vita a personaggi che più diversi non si può, dalla timida assistente ai costumi di Marylin (2010), all’anticonformista Sam di Noi siamo infinito (2011), per arrivare alla sfacciatissima Nicki di Bling Ring (2013); e attualmente è alle prese niente meno che col diluvio universale in Noah di Darren Aronofsky, al fianco di Russell Crowe. Da J.K. Rowling alla Bibbia il passo non è poi così breve, ma Emma ha calzato le sue Jimmy Choo e si è fatta valere.

Oggi può pure concedersi una pausa da passerelle, red carpet  e quant’altro, per restarsene in ciabatte e godersi il giorno di festa. Noi siamo pronti a stappare lo champagne. HAPPY BIRTHDAY EMMA! P.S. Per dovere di cronaca, il 15 aprile è nata un’altra Emma del cinema brit, la signora Thompson. Auguri anche a lei!

Buon Compleanno Emma Stone

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Buon Compleanno Emma Stone

Si chiama Emily Jean Stone, ma quando si iscrive alla Screen Actors Guild c’è già una Emily Stone in lista, e tocca scegliere un nome d’arte, Emma, nomignolo usato spesso in famiglia. Et voilà Emma Stone.

La fanciulla debutta al teatro regionale di Phoenix a soli 11 anni, comparendo in una miriade di musical, per poi trasferirsi a L.A. con mammà al seguito nel 2004. Così iniziano le apparizioni in TV, fino all’esordio sul grande schermo con Suxbad – Tre metri sopra il pelo (sic!) nel 2007, che dà il la ad una serie di commediole scollacciate, come The rocker – Il batterista nudo e La coniglietta di casa. Da qualche parte bisogna pur cominciare. Il primo ruolo da protagonista arriva nel 2010 con Easy Girl, una sorta di Lettera scarlatta 2.0 per la generazione MTV (e infatti Miss Stone si aggiudica l’apposito Award per la miglior performance comica dell’anno).

Seguono progetti assai variegati: dalla rom-com Crazy stupid love, al fianco del palestratissimo Ryan Gosling (con cui si troverà ad amoreggiare anche in seguito, nel chiassoso Gangster Squad), al film in costume più impegnato, The help (adattamento del bestseller di Kathryn Stockett); per arrivare al reboot di Spiderman, The Amazing Spiderman, in cui è chiamata a prestare il volto (e la chioma bionda naturale) a Gwen Stacy, ruolo che l’attende anche nell’imminente sequel della nuova edizione firmata Marc Webb. Dentro e fuori dal set s’innamora dell’Uomo Ragno in persona, Andrew Garfield, con cui fa coppia fissa da 2 anni ormai. Chissà se a conquistarlo è stata la sua voce graffiata, marchio di fabbrica di Emma… Che poi, in realtà, quel suo timbro inconfondibile pare sia il prodotto di frequenti coliche infantili che, urlo dopo urlo, hanno portato alla formazione di calli sulle corde vocali.

Chi l’avrebbe detto che quella fastidiosa bua al pancino un giorno le avrebbe fatto accalappiare niente meno che un supereroe… Comunque ormai i dolori sono archiviati, e una bella fetta di torta non gliela leva nessuno. HAPPY BIRTHDAY EMMA!

Buon Compleanno Elijah Wood

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Buon Compleanno Elijah Wood

Parliamoci chiaro: Elijah Jordan Wood rimarrà negli annali come il mite-eppur-coraggioso Frodo Baggins della trilogia de Il signore degli anelli, con quei boccoli scuri e i piedoni pelosi da hobbit. Ma se il personaggio creato da Tolkien – e reso immortale una volta per tutte da Peter Jackson – è oggi un’icona pop tra le più amate, è merito anche degli occhioni blu di Elijah. O no?

È vero, Mr Wood è esploso nel 2001 con l’Anello & Compagnia bella, ma ricordiamoci che recita ufficialmente dall’età di 8 anni. Dopo aver preso lezioni di pianoforte (chissà se gli è tornato utile per il suo ultimo film, Grand Piano), essersi cimentato in qualche spettacolo scolastico, e aver fatto il baby-modello nella sua città natale (Cedar Rapids, Iowa), nel 1988 Elijah si trasferisce a Los Angeles con la famiglia e lì debutta come si deve. Compare, infatti, in un video di Paula Abdul diretto da un certo David Fincher, per poi aggiudicarsi una particina in Ritorno al futuro II. Iniziano, quindi, gli anni Novanta e il ragazzino appare in una miriade di titoli di vario genere: La strada per il paradiso, Amore per sempre, Le avventure di Huck Finn, L’innocenza del diavolo, Flipper, solo per citarne alcuni.

Un vero stacanovista. Entrato a pieno regime nell’adolescenza,  il giovanotto passa finalmente a ruoli un po’ più adulti, che lo portano ad affrontare tempeste di ghiaccio (con Ang Lee) e meteoriti impazziti (colpa di Mimi Leder ), per non parlare dei parassiti che infettano tutto il suo liceo (il solito Robert Rodriguez!). Elijah comunque se la cava, ed è un bene perché a breve arriverà il momento della svolta quella vera. Siamo nel 2000 e Peter Jackson ha deciso di portare sul grande schermo la saga dell’Anello del potere, viaggio epico in una Terra di Mezzo popolata da mille creature e insidiata da mille pericoli. Wood viene scelto per il ruolo dell’eroe più eroico della trilogia, l’hobbit Frodo, che, un po’ ingenuamente, accetta di imbarcarsi nell’impresa impossibile di riportare l’anello incriminato nella tana del lupo (o dell’Occhio, che dir si voglia).

Il trittico firmato da Jackson è un successo mondiale e Elijah diventa una superstar, come del resto tutti gli altri membri del folto cast. Oltre alla fama, il giovane si porta a casa un tatuaggio col numero “9” (condiviso con tutti quelli della Compagnia) e, per gentile concessione del regista, una copia del famigerato anello + Pungolo  (la sua spada intercetta-orchi) + un paio di prostetici dei suoi piedi da hobbit. Certo, non sono propriamente i trofei che esporresti sul camino di casa, ma, in mancanza di un Oscar, per ora il signorino si deve accontentare. Grazie all’avventura tolkeniana, Wood è ormai un nome su cui puntare, e negli anni successivi lo troviamo in vari progetti, tutti molto diversi – per genere e portata – dal blockbuster che lo ha catapultato nello star-system. Ecco quindi che il suo faccino compare in pellicole d’autore un po’ indie, come Se mi lasci ti cancello, Hooligans e Ogni cosa è illuminata; ma è anche in Sin City (seconda collaborazione con Rodriguez), in Bobby e in Oxford Murders.

Nel 2012 Elijah fa una toccata e fuga nella sua Hobbiville per un cameo ne Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, dove torna a vestire i panni (e i piedi) di Frodo. Ma la sua vita non è tutta casa & Contea. Wood fa anche il produttore (ha una società, la SpectreVision, che sforna horror) e si occupa di musica: nel 2005 ha fondato la sua etichetta discografica e da un po’ si diletta anche come DJ (nei club lo conoscono col nickname Wooden Wisdom o , ehm… DJ Frodo). Una curiosità: nel 2006 è comparso in una singolare classifica, quella della rivista Autograph Collector Magazine, che lo ha piazzato al settimo posto nella top 10 dei migliori firmatori-di-autografi (?!?). Noi, invece, oggi lo piazziamo al primo posto nella rubrica Buon Compleanno. HAPPY BIRTHDAY ELIJAH!

Buon Compleanno Eddie Redmayne

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Buon Compleanno Eddie Redmayne

Edward Jonh David Redmayne – o, se preferite, Eddie –  nasce il giorno della Befana del 1982. Con quel nome altisonante non sorprende di certo che vada a studiare a Eton (stesso anno del Principe William), per poi dedicarsi alla storia dell’arte a Cambridge, dove si laurea con lode (ti pareva) nel 2003.

Comincia seriamente a recitare a partire dal 2002, quando entra a lavorare al National Youth Music Theatre, debuttando con uno a caso, Shakespeare (La dodicesima notte). Al cinema, invece, esordisce nel 2006 e presto si specializza in storie Tudor-centriche – vedi i ruoli in Elizabeth – The Golden Age e L’altra donna del re – ma solo dopo aver fatto pratica nella miniserie televisiva Elizabeth I. E in TV lo troviamo spesso in abiti d’altri tempi, come nell’adattamento del classico Tess of the D’Urbevilles targato BBC, e nell’altrettanto letterario I pilastri della terra (da Ken Follet), in cui veste i panni del mastro costruttore Jack Jackson. Ma Eddie veste anche Burberry: la celebre firma lo chiama, infatti, come modello prima nel 2008 (insieme a un altro attore in ascesa, Alex Pettyfer), e poi di nuovo per la campagna del 2012 (stavolta al fianco di Cara Delevingne).

Che il gusto per l’abbigliamento lo abbia sviluppato col lavoro di testimonial o che si tratti, invece, di una dote naturale, poco importa: fatto sta che nel numero di settembre 2012 Vanity Fair lo piazza nella lista annuale dei meglio vestiti al mondo. Comunque, fra un set fotografico e un set cinematografico, Redmayne continua a dedicarsi anche al teatro… e fa la sua porca figura, visto che nel 2010 si porta a casa un bel Olivier Award come coprotagonista (di Alfred Molina) per la sua performance nel dramma Red, facendo il bis l’anno dopo, quando (sempre per Red) intasca pure un Tony Award. Come a dire che non ha solo un bel faccino lentigginoso, ecco. Il 2011 è anche l’anno di Marylin, biopic sulla diva-più-amata-di-sempre che lo vede nel ruolo del giovane assistente alla regia con cui la Monroe ebbe un breve flirt durante le riprese de Il principe e la ballerina. Di recente, invece, abbiamo visto Eddie dar prova delle sue notevoli doti canore nella mastodontica trasposizione del musical Les Misérables, dove interpreta un giovane innamorato, infiammato tanto dalla passione quanto dalla rivoluzione. Se i film in costume sono ormai il suo marchio di fabbrica, sarà curioso scoprire cosa combinerà con gli imprevedibili Wachowski bros nel loro prossimo lavoro, Jupiter Ascending, insieme ad altre due giovani stelle, Mila Kunis e Channing Tatum.

Ora, però, è il momento dei festeggiamenti. Leviamo in alto le bandiere, ehm.. i calici, e brindiamo a questo astro nascente. Cento di questi giorni! HAPPY BIRTHDAY EDDIE!

Buon Compleanno Diane Lane

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Buon Compleanno Diane Lane

Con una mamma modella di Playboy, non stupisce che lei sia così affascinante; e con un papà acting coach, non stupisce che abbia deciso di fare l’attrice. Comincia molto presto, Diane Lane, perché a 6 anni è già alle prese col teatro sperimentale, e a 12 ottiene una parte in una pièce con Meryl Streep.

Anche al cinema ci arriva in tenera età, e il debutto al fianco di Sir Laurence Olivier (Una piccola storia d’amore, 1979) fa ben sperare per la carriera di Miss Lane, che, appena tredicenne, viene indicata dal celebre collega come “la nuova Grace Kelly”. Previsione un po’ azzardata, forse, ma Diane ha avuto i suoi momenti di gloria, soprattutto accoppiata con aitanti colleghi. A dire il vero, già dalle prime apparizioni si circonda di maschietti, tanto che agli inizi degli anni Ottanta viene inclusa nel cosiddetto ‘Brat Pack’, il gruppo di attori della new generation, destinati a diventare delle star: gente come Tom Cruise, Patrick Swayze, Matt Dillon.

Il fatto che lei sia l’unica a portare la gonna aiuta, e alla fanciulla basta una manciata di film per farsi notare:  I ragazzi della 56° strada, Rusty il selvaggio e Cotton Club. Purtroppo, quest’ultimo si rivela un fiasco totale;  e, purtroppo, si tratta del secondo flop di Diane nello stesso anno (il 1984), dopo il naufragio al botteghino di Strade di fuoco, progetto su cui aveva puntato tutto, tanto da rifiutare Splash – Una sirena a Manhattan e Risky Business. In sostanza, i titoli che avrebbero dovuto catapultarla nel firmamento hollywoodiano la tradiscono, e lei decide di ritirarsi per un po’.  Torna a far capolino in qualche pellicola sul finire degli Ottanta, quando è ormai la moglie di Christopher Lambert (da cui avrà la sua unica figlia, prima del divorzio nel ’94), e lentamente riprende a lavorare con una certa stabilità, dedicandosi a progetti variegati, dal biopic Charlot di Attenborough, all’action Dredd – La legge sono io, fino alla quarta collaborazione con Coppola in Jack. La rinascita vera e propria arriva alla vigilia del nuovo millennio, col ruolo dell’intraprendente camicettaia in A Walk on the Moon – Complice la luna accanto a Viggo Mortensen, primo di una lunga serie di maschioni che allieteranno la sua carriera negli anni a venire.

Nel 2000, infatti, è la volta di Mark Whalberg (La tempesta perfetta), seguito da non uno, ma ben due amanti d’eccezione, Richard Gere e Olivier Martinez, in Unfaithful, dove Diane è appunto l’infedele del titolo. La sua disinvoltura sentimentale viene premiata con una bella nomination all’Oscar, anche se c’è da chiedersi quanto abbia dovuto sforzarsi per tradire l’ingenuo marito con uno come Martinez… E il maschio latino le deve piacere assai, perché nel carnet artistico c’è pure Raoul Bova (Sotto il sole della Toscana, 2003), anche se poi Diane torna sui suoi passi, ricongiungendosi con Gere in Come un uragano (2008). Ultimamente l’abbiamo vista dismettere i panni di femme fatale per fare la mamma: una mamma molto speciale, con un figlio come Superman (Man of Steel, 2013). In attesa di riprendere il ruolo nel chiacchieratissimo sequel , magari si metterà alla ricerca di un nuovo compagno, dopo la recente ufficializzazione del divorzio da Josh Brolin (suo marito dal 2004). Certo, le premesse per una felice unione non erano delle migliori se, a pochi mesi dalle nozze, lui era già in manette per violenza coniugale in seguito a una lite. È vero che la mogliettina si è affrettata a dire che non aveva nessuna intenzione di far arrestare l’amato consorte (e che era stato tutto un “misunderstanding”), però le basi sembravano un po’ traballanti, ecco.

Le candeline, invece, sono ben salde sulla torta. Il prossimo anno saranno 50 ma, se continua a mantenersi così, la signora non avrà niente da temere. HAPPY BIRTHDAY DIANE!

Buon Compleanno Denzel Washington

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Buon Compleanno Denzel Washington

Di nome fa Denzel Washington, ma nasce dalle parti di New York e, dopo la laurea in giornalismo, decide di coltivare la passione per la recitazione scoperta in occasione di uno spettacolo al college.

Il debutto ufficiale è nel 1977 con un film TV, ed è proprio il piccolo schermo a regalare a Denzel la notorietà quando entra a far parte del cast della serie A cuore aperto, indossando il camice del dottor Chandler dal 1982 al 1988. Il cinema procede di pari passo, con vari ruoli minori fino all’exploit nell’87 in Grido di libertà, che gli fa guadagnare una nomination all’Oscar come non protagonista (nei panni dell’attivista sudafricano Biko), seguita da un’altra candidatura due anni dopo: per la sua performance in Glory – Uomini di gloria l’attore stringe finalmente in pugno la statuetta e si prepara ad affrontare al meglio gli anni Novanta, che lo vedono collezionare un bel numero di ruoli di primo piano in pellicole di successo.

Malcom X, Molto rumore per nulla, Il rapporto Pelican, Philadelphia, Il coraggio della verità, He Got Game, Il collezionista di ossa, Hurricane (Orso d’argento a Berlino per il suo ritratto del pugile Rubin Carter) dimostrano una certa versatilità, anche se i personaggi interpretati da Washington sono tutti più o meno catalogabili come ‘buoni’. Bisognerà aspettare il nuovo millennio, e più precisamente il 2001 con Training Day, per vederlo brutto (beh, mica tanto) e cattivo (questo sì) mentre inizia il povero Ethan Hawke alla vita del poliziotto di strada. Il ruolo del bastardo evidentemente gli si addice, se l’Academy decide di premiarlo di nuovo (stavolta da protagonista), e adesso che il suo talento è indiscutibile, Mr Washington può stare tranquillo… o anche no, dato che i progetti successivi sono tutti action movies ipertestosteronici, a cominciare  dai titoli (piuttosto adrenalinici): Out of Time, Man on Fire – Il fuoco della vendetta, Déjà Vu – Corsa contro il tempo, American Gangster, Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana, Codice Genesi, Unstoppable – Fuori controllo, Safe House – Nessuno è al sicuro, fino ai recenti Flight e Cani sciolti. Tuttavia, le gesta iperboliche dell’ultimo decennio non hanno impedito a Denzel di trovare le energie per dirigere pure due dei film in cui appare, Antwone Fisher e The Great Debaters.

Forse, a una certa età, è bene far vedere ai boss di Hollywood che non hai solo i muscoli dalla tua. E poi, diciamocelo: Washington non è uno che dà fuoco a tutti quelli che incontra, anzi. È un cristiano devoto (pur sempre figlio di reverendo), un marito longevo (sposato dall’83 con la stessa donna) e un padre di famiglia convinto (4 eredi). Se poi però superate il limite, allora sì, è meglio correre ai ripari. Noi corriamo ad accendere le 59 candeline. HAPPY BIRTHDAY DENZEL!

Buon Compleanno David Lynch

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Buon Compleanno David Lynch

David Keith Lynch è uno di quelli che se gli chiedi che lavoro fa, poi ti devi mettere comodo perché la risposta va per le lunghe: regista, sceneggiatore, produttore, pittore, fotografo, musicista, scrittore, etc. Chi s’imbatte nel suo cinema (e nella sua arte in generale) probabilmente aggiungerebbe che è ‘surreale’, ‘onirico’, ‘visionario’, o anche ‘cupo’, ‘inquietante’, ‘ansiogeno’. Insomma ‘uno strano’, fissato col fuoco, le strade notturne, i nani, i motel, i fast food, e le donne complicate.

E pensare che da piccolo era un boyscout… anche se ha sempre saputo di voler diventare un artista e, archiviata l’idea di fare lo psichiatra, avrà pensato fosse più divertente mandare ai matti la gente. Ce l’ha davvero messa tutta per riuscirci, film dopo film. Le prime esperienze con la macchina da presa risalgono alla metà degli anni Sessanta, quando David realizza il corto d’esordio, seguito da altri esperimenti fra cinema e video-arte. Poi decide di fare sul serio e nel ‘71 si trasferisce a L.A.: entra all’AFI e lì racimola i soldi per produrre il primo lungometraggio, Eraserhead – La mente che cancella. Il budget finisce troppo presto, così Lynch chiede aiuto ad amici e parenti, e si mette pure a vendere giornali per far quadrare i conti, finché nel’77, dopo mille vicissitudini, completa l’opera. Tutta questa fatica per poi sentirsi dire che il film è impossibile da distribuire? Sì, certo, parla di un giovane la cui fidanzata partorisce un bimbo mutante, ma che sarà mai? In qualche modo la pellicola si ritaglia uno spazio nel circuito delle proiezioni notturne, ottenendo un inaspettato successo di critica.

Visto che a questo giro l’ha sfangata, David ci riprova, portando sullo schermo la storia di Joseph Merrick, uomo affetto da terribili deformità: The Elephant Man. Fioccano nomination agli Oscar (ben 8) e grandi consensi di pubblico e critica (+ l’offerta di dirigere Il ritorno dello Jedi da Mr Lucas in persona). Siamo nel 1980 e Lynch è ormai un regista più-che-promettente. Peccato che il successivo adattamento del romanzo sci-fi Dune sia un vero fiasco e, per ritrovare la retta via, David si butti sulla pittura e la fotografia. Torna al cinema nell’86 con Velluto blu: uno studente indaga su un orecchio mozzato trovato in un campo. Scabroso ma efficace. Il film gli fa conquistare il cuore di Isabella Rossellini (sua compagna per i 5 anni a venire), il favore della critica (di nuovo fiduciosa) e una candidatura all’Oscar per la regia; e da qui parte anche il sodalizio col compositore Angelo Badalamenti, il suo alter-ego musicale.

Con un curriculum così, è difficile pensare che al maestro interessi la TV, eppure nel 1990 eccolo che ci trascina nei misteri di Twin Peaks, la cittadina dove tutti si chiedono, “Chi ha ucciso Laura Palmer?”. È proprio l’omicidio della giovane studentessa a innescare le vicende di questa serie cult, vero e proprio fenomeno culturale con citazioni che vanno dai soliti Simpson alla new hit dei Bastille. Pur osteggiando la seconda stagione, Lynch realizza un prequel cinematografico, Fuoco cammina con me, che però si rivela un flop: menomale che ha da poco vinto la Palma d’Oro a Cannes per il road movie Cuore selvaggio. La filmografia prosegue quindi con Strade perdute (1997), Una storia vera (1999), Mulholland Drive (ovvero il lato oscuro di Hollywood, premio alla regia a Cannes 2001 e trampolino di lancio di Naomi Watts), fino all’ultimo lungometraggio, Inland Empire, del 2005. Con tutti gli hobby che ha, in questi anni David non si sarà di certo annoiato. È vero, è sparito dagli schermi (e per sicurezza gli hanno già dato il Leone d’Oro alla carriera), ma mica vuol dire che non lo rivedremo più. Magari è impegnato coi 4 figli avuti dalle 4 mogli… Oppure è lì che spolvera casa: 12 stanze non sono poche. Poi c’è la meditazione trascendentale, 20 minuti a botta, almeno 2 volte al giorno.

Tra una sessione e l’altra, noi proviamo a fargli spegnere le candeline: sono 68, ma i fidati Kyle MacLachlan e Laura Dern gli daranno sicuramente una mano. HAPPY BIRTHDAY MR LYNCH!

Buon Compleanno Daniel Craig

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Buon Compleanno Daniel Craig

Il suo nome è Craig, Daniel Wroughton Craig. E non è solo un macho con gli occhi di ghiaccio, no! Il signorino ha frequentato il National Youth Theatre di Londra e si è poi laureato alla prestigiosissima Guildhall School of Music and Drama (nel lontano 1991), facendo la gavetta a teatro, come nella migliore tradizione.

E come da tradizione, Daniel si mantiene agli studi facendo il cameriere, per poi debuttare nel telefilm Le avventure del giovane Indiana Jones (nel ruolo di Schiller) e, dopo tanti ruoli qua e là fra cinema e tv, col volgere del nuovo millennio il giovane approda finalmente al grande pubblico. Comincia da Lara Croft: Tomb Raider, e prosegue con Era mio padre, e poi The Mother, The Pusher, Sylvia, The Jacket… finché Spielberg non lo sceglie per Munich, e ci si comincia a ricordare un po’ meglio di lui. La super-svolta (di quelle da cintura di sicurezza e air-bag alla mano) arriva nel 2006 quando, sbaragliando la concorrenza (gente tipo Clive Owen, Ewan McGregor e Hugh Jackman), Daniel eredita ufficialmente lo scettro – o meglio, lo smoking – di Pierce Brosnan. È proprio Mr Craig, infatti, il 6° Bond cinematografico nel 21° film dedicato alla famosa spia al servizio di Sua Maestà, Casino Royale.

Certo, non mancano le critiche: i fan duri & puri si scatenano sul Web, contestando la scelta dei produttori caduta su un attore che, secondo loro, non ha il physique du rôle per rendere giustizia al mitico 007. È vero, magari Craig ha i lineamenti un po’ ruvidi e una presenza molto (molto, ma molto) maschia, ma alla fine non è forse quella l’essenza di Bond? E poi non è il primo biondo a interpretare il celebre personaggio creato da Ian Fleming  (vedi Roger Moore), e ricordiamoci che Daniel è un britannico D.O.C. e quella è la cosa più importante. Vabbè, comunque sia, i suoi detrattori sono presto costretti a ricredersi, perché l’attore dimostra di saperci fare e il box office lo conferma a suon di zeri un po’ in tutto il globo. Tiè! Daniel può quindi dedicarsi in santa pace ai due capitoli successivi, l’adrenalinico Quantum of Solace del 2008 e l’introspettivo (nei limiti del caso) Skyfall del 2012, lo stesso anno in cui si ritrova al servizio di Sua-Maestà-quella-vera nel cortometraggio Happy and Glorious, in cui il suo 007 appare insieme alla Regina in persona, complice Danny Boyle.

Il regista, infatti, in veste di direttore artistico dei Giochi Olimpici di Londra, sceglie di riunire due delle icone brit per eccellenza in un divertente sketch destinato ad aprire la cerimonia d’inaugurazione. Ma Daniel non è tutto Martini (agitato, non mescolato) e Aston Martin: nel frattempo si è cimentato con vari generi, dal remake sci-fi de L’invasione degli ultracorpi, il catastrofico Invasion, al fantasy La bussola d’oro (entrambi con Nicole Kidman); dal dramma storico Defiance – I giorni del coraggio, al fanta-western Cowboys & Aliens, fino al letterario Millennium – Uomini che odiano le donne, versione a stelle & strisce (firmata David Fincher) dell’omonimo film svedese tratto dalla saga di Stieg Larsson. E ha trovato anche il tempo di calcare le scene di Broadway, dove per 10 settimane ha recitato nell’acclamato A Steady Rain al fianco di Jackman, uno dei suoi rivali nella selezione per il nuovo Bond (ma Hugh si è vendicato a suo modo, soffiandogli il primo posto nella classifica del più sexy del 2008 redatta dalla rivista People). E a Broadway Craig ci è tornato anche di recente, con una pièce (Betrayal) che lo ha visto collaborare nuovamente con la sua dolce metà. Procediamo per gradi: è il 2010 e sul set di Dream House il nostro eroe si innamora della sua partner, una che conosce da anni e che nel giro di pochi mesi diventerà sua moglie (la seconda). Dopo il matrimonio con l’attrice Fiona Loudon (da cui ha avuto una figlia), Craig convola quindi a nozze con un’altra collega, Rachel Weisz (ex signora Aronofsky) in una cerimonia pressoché segreta: pare, infatti, si sia svolta alla presenza di soli 4 ospiti, due dei quali erano i rispettivi figli degli sposi.

Oggi siamo sicuramente di più a festeggiare il suo 46mo compleanno, quindi stringiamoci per fare posto a tutti e aiutiamo il ragazzo a spegnere le candeline. Al regalo ci penserà la mogliettina: l’anno scorso gli ha preso una Aston Martin V12 Vantage Roadster, quindi chissà cosa si sarà inventata a questo giro! HAPPY BIRTHDAY DANIEL!

Buon Compleanno Colin Firth

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Buon Compleanno Colin Firth

E’ entrato con prepotenza nell’immaginario e nel cuore del suo pubblico femminile nel ruolo di Mr. Darcy, per lo show televisivo della BBC (complice anche una sequenza in cui emerge da un lago bagnato, altero e sexy) e da allora non ne è più uscito. Colin Firth, al secolo Colin Andrew Firth, è l’uomo dei sogni, un uomo che una fortunata donna italiana è riuscita a irretire e a sposare, con buona pace di tutte noi (brava e meritevole, tale Livia Giuggioli, a onor del vero, è una bellissima donna di classe). Ma Darcy è solo l’inizio di un lungo e meritato amore che Colin coltiva per il suo pubblico. Ha interpretato la versione moderna dello stesso ruolo per il dittico di Bridget Jones, mini franchise divenuto un piccolo culto, ed è stato una lunga serie di personaggi, reali e inventati, che hanno contribuito, pezzo per pezzo, a costruirne la fama e ad aumentarne la portata artistica. Premio Oscar nel 2011 per Il Discorso del Re, in cui interpreta il sovrano britannico Giorgio VI, era già stato nominato per A Single Man, forse la sua migliore interpretazione. E non conta quanti ruoli da personaggio cattivo, meschino o poco raccomandabile abbia interpretato (vedi Shakespeare in Love oppure il bellissimo La Talpa), Colin ha sempre l’aura di gran signore, affascinante e sorridente, sempre estremamente british (nella migliore accezione del termine).

Oggi, che il nostro compie 54 anni, noi fan non possiamo che capitolare ancora una volta al suo fascino, alla sua bravura e alla sua incredibile eleganza. E se il Mr. Darcy di Jane Austen è l’uomo ideale, nonostante sia un personaggio fittizio, Colin Firth rimane, a tutti gli effetti, la persona reale che, nell’immaginario collettivo, più si avvicina a quell’ideale di perfezione maschile.

Buon compleanno Mr. Dar…. hem, Colin!

Buon Compleanno Colin Farrell

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Buon Compleanno Colin Farrell

Ce lo avreste visto voi a cantare coi Boyzone di Ronan Keating? Oggi sembra quasi un’eresia, ma nei primi anni Novanta Colin James Farrell il provino lo ha fatto per davvero: (s)fortunatamente non è riuscito ad entrare nella boy band irlandese e ha messo in atto il piano B. O meglio, il piano E.T., visto che l’idea di diventare attore gliel’avrebbe ispirata il celebre film di Steven Spielberg che ha ridotto in lacrime il giovane Colin, convincendolo della potenza emotiva del cinema e spingendolo ad iscriversi alla Gaiety School of Acting. Segue un periodo di trasferta in Australia, dove viene scoperto dalla Hume Theatre Company di Sidney e ottiene il suo primo ingaggio sul palcoscenico. Tornato in Irlanda, Mr Farrell si cimenta con un po’ di TV, finché nel 1999 l’attore Tim Roth lo sceglie per il suo esordio alla regia, Zona di guerra. Ci vorrà ancora un annetto buono perché Hollywood prenda nota del suo nome, ma il ruolo in Tigerland di Joel Schumacher gli apre finalmente le porte del cinema-quello-vero e la carriera di Colin comincia ad ingranare come si deve.

Schumacher è il primo a puntare su di lui e il signorino non deve averlo deluso, se poi nel 2002 il regista gli affida un secondo film, per di più, un ‘one man show’ come In linea con l’assassino (= Farrell dentro una cabina telefonica per un’ora e mezza), e l’anno dopo lo richiama per una terza collaborazione, Veronica Guerin – Il prezzo del coraggio. Ma ci sono altri grandi nomi nel curriculum di Colin, a cominciare dallo Spielberg che gli ha fatto scattare la scintilla per la recitazione e che lo inserisce nel cast di Minority Report; proseguendo con Oliver Stone, che lo vuole nei panni del conquistatore Alexander (leggi Alessandro Magno) e per l’occasione lo fa diventare biondo. Terrence Malick, invece, lo vede bene con Pocahontas ed ecco che Colin diventa il John Smith di The New World – Il nuovo mondo. Una volta scoperta l’America, il nostro eroe è quindi pronto a volare a Miami da Michael Mann per la versione cinematografica del telefilm cult Miami Vice, al fianco di Jamie Foxx; poi lo aspettano Woody Allen (Sogni e delitti), Terry Gilliam (Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo), Danis Tanovic (Triage) e Peter Weir (The Way Back).

Questi, comunque, sono solo alcuni dei titoli della sua filmografia, perché dal 2000 a oggi Colin ha preso parte a più di 30 film e, se non tutti sono proprio memorabili (Daredevil, S.W.A.T., Fright Night – Il vampiro della porta accanto, Come ammazzare il capo… e vivere felici, 7 psicopatici, Storia d’inverno), qualcuno si fa ricordare volentieri (La regola del sospetto, Chiedi alla polvere, Pride and Glory – Il prezzo dell’onore, London Boulevard), e qualcun altro resterà sempre lì nel nostro cuore cinefilo (Una casa alla fine del mondo, In Bruges, Crazy Heart, Saving Mr. Banks). Il suo, di cuore, è un po’ alla Little Tony: matto da legare. Dopo il matrimonio il-legale del 2001 con l’attrice Amelia Warner (durato appena 4 mesi), il giovanotto se la intende con la modella Kim Bordenave, da cui avrà il primo figlio. È il 2003 e, nello stesso anno, si dice che Colin abbia arricchito il suo carnet con un bel numero di fanciulle, dalla cantante Britney Spears, alla coniglietta Nicole Narain, alle attrici Angelina Jolie e Demi Moore. Infaticabile. Dopo la parentesi con una studentessa irlandese, ecco la volta della scrittrice Emma Forrest, seguita dalla relazione con la collega Alicja Bachleda-Curuś, conosciuta nel 2009 sul set di Ondine di Neil Jordan e madre del suo secondo figlio. Al momento pare che Farrell sia single, ma non c’è da giurarci. Speriamo solo che non cerchi di consolarsi con tutte quelle sostanze poco raccomandabili che in passato lo hanno cacciato nei guai, con tanto di rehab.

Noi oggi siamo per i festeggiamenti sobri: una spuma bionda, una bella torta a strati e 38 candeline… il cd dei Boyzone di sottofondo e un bel coro di auguri, naturalmente. HAPPY BIRTHDAY COLIN!

Buon Compleanno Clive Owen

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Buon Compleanno Clive Owen

Aniston, Bellucci, Berry, Blanchett, Cotillard, Dawson, Jolie, Kidman, Knightley, Portman, Roberts, Watts. Presenti. Le fanciulle – tutte attrici, e tutte piuttosto carine – compaiono una ad una nel curriculum di Clive Owen. Mica male lavorare con un fustacchione che già agli esordi si è mostrato in tutto il suo splendore (= nudo full frontal, Close my eyes, 1991). E pensare che lui non voleva neanche andarci alla scuola di teatro, ma poi ci ha ripensato. Anche con i registi gli ha detto bene: Altman, Cuaròn, Fuqua, Rodriguez

Dopo la visibilità internazionale di Gosford Park e The Bourne Identity, ecco la notorietà vera con Amore senza confini e King Arthur (dove per fare Re Artù deve imparare a cavalcare – l’unico inglese senza l’hobby dell’equitazione). Certo, le pellicole della consacrazione non sono memorabili (ed è meglio così), ma Clive si riscatta con Closer – storia che ha già interpretato a teatro (seppur in un altro ruolo) e che gli vale una nomination all’Oscar – e con Sin City e I figli degli uomini. Poi c’è il quasi-casting per Bond, James Bond: un sondaggio popolare lo piazza in pole position come erede di Pierce Brosnan, anche se Owen nega di aver mai ricevuto proposte ufficiali. I maligni sostengono che il cachet richiesto sia proibitivo (lui è ormai famoso ai tempi del turn-over), quindi a spuntarla sarà il connazionale Daniel Craig. Fatto sta che quel burlone di Clive appare ne La Pantera rosa presentandosi a Clouseau come l’Agente 006 (frecciatina?).

Smoking o no, nel 2006 viene eletto l’uomo meglio vestito dell’anno. Chissà se si è mai cambiato da allora… Ma sarà di certo stilosissimo per soffiare sulle sue 49 candeline… HAPPY BIRTHDAY, CLIVE!

Buon Compleanno Christopher Lloyd

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Buon Compleanno Christopher Lloyd

Grande Giove!” abbiamo dimenticato di fare gli auguri a Doc! Sono i pochi a non sapere di chi stiamo parlando, un po’ perchè il titolo di questo articolo lascia pochi dubbi, un po’ perchè l’esclamazione e il nome citati si possono riferire ad una sola persona: Christopher Lloyd. Ebbene il nostro carissimo Emmet Brown compie oggi la bellezza di 75 anni e non c’è assolutamente dubbio se diciamo, con assoluta certezza e senza la paura di essere contraddetti, che lui è entrato nella storia del cinema a tutti gli effetti.

Era il 1985, quando Lloyd si trovò a recitare accanto ad un giovane attore semisconosciuto, e per il regista che qualche anno dopo avrebbe portato a casa un premio Oscar per la migliore regia. Il terzetto formato da Christopher Lloyd, Robert Zemeckis e Michael J. Fox arriva per la prima volta sul grande schermo con Ritorno al Futuro, per poi ritornarci per ben due sequel (quando il sequel non era di moda) e realizzare una delle saghe più fortunate della storia del cinema. E gran parte del suo successo, questa saga antesignano dello sci fi lo deve proprio all’eccentrico Doc interpretato con allegra stramberia da un ineguagliabile Christopher Lloyd.

Nonostante la grande fortuna della trilogia di Zemeckis, la sua presenza notevole in alcuni capolavori del cinema (il suo esordio in Qualcuno volò sul nido del cuculo, il ruolo del villain Doom in Chi ha incastrato Roger Rabbit?, il magnifico Zio Fester ne La famiglia Addams), Lloyd ha visto brillare la sua stella maggioimente sul piccolo schermo, partecipando a tantissime serie tv e dando la sua particolare voce a diversi personaggi d’animazione.

Adesso Lloyd è impegnato nelle riprese del film Time, the Fourth Dimension, un film che, avendo a che fare con i viaggi nel tempo, lo vedeo … ritornare al passato! Intanto speriamo che tra un ciak e l’altro sia riuscito a spegnere le candeline. Tanti auguri Doc!

Buon Compleanno Christian Bale

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Buon Compleanno Christian Bale

Oggi sono 40 per Christian Charles Philip Bale, gallese dal temperamento fumino, meglio noto per aver restituito la dignità all’Uomo pipistrello – dopo il Clooneyscempio – e per la sua incredibile capacità di stringere e allentare la cintura a comando. Tutto inizia con le pubblicità, passatempo del piccolo Christian, che evidentemente è un artista nato, perché a 10 anni è già in scena nel West End londinese. Non ci mette molto a farsi notare, tanto che di lì a poco entra ne L’impero del sole di Spielberg: la sua performance attira grande attenzione mediatica, e lui forse è insofferente di natura se, appena tredicenne, si stufa e decide di smettere di recitare.

Per fortuna Kenneth Branagh lo convince a tornare suoi passi (col film Enrico V) e negli anni Novanta è tutto un fiorire di progetti: fra gli altri, Bale partecipa anche al nuovo Piccole donne, per volere della protagonista Winona Ryder. Nel frattempo è diventato un ometto e nel ’98 è pronto per un ruolo adulto al fianco (e non solo) di Ewan McGregor in Velvet Goldmine, anche se abbandona presto i lustrini per vestire ben altri panni, quelli di Gesù (in un tv movie). Eccoci quindi al 1999 e a un’altra trasposizione, American Psycho di Bret Easton Ellis. Lo psicopatico del titolo è proprio Mr Bale, che si prepara al ruolo del sanguinario yuppy Patrick Bateman con infinite sessioni al solarium e in palestra: il film è accolto da pareri contrastanti, ma sono tutti d’accordo che lui d’ora in poi sarà una star. I titoli successivi sono assai eterogenei, vedi Shaft, Il mandolino del capitano Corelli, Il regno di fuoco, Equilibrium, fino al sofferto L’uomo senza sonno. Sì, perché l’insonnia di Trevor Reznick lo porta a perdere quasi 1/3 del suo peso, con l’ausilio di una dieta di caffè, mele e poco altro, più sigarette a go-go per fugare l’appetito. Non una passeggiata di salute. E pensare che l’anno dopo Bale sarà chiamato a interpretare niente meno che Batman nel reboot di Christopher Nolan, il che significa che deve riacquistare un bel po’ di ciccia e mettere su un bel po’ di muscoli. Muscoli ora atrofizzati a causa del dimagrimento coatto, per cui gli allenamenti vanno posticipati per permettere prima al corpo di tornare in sé.

Il signorino continua a mangiare (pare, facendo anche uno strappo alla dieta da sempre rigorosamente vegetariana) e, con 3 ore di pesi al dì, il gioco è fatto: 45 kg in 6 mesi, tiè. Peccato che tutta ‘sta carne a un certo punto è troppa pure per un macho come Bruce Wayne e, alla fine della fiera, Christian è costretto a buttare giù qualcosa per affrontare le riprese col peso forma del supereroe di Gotham. Per carità, il nuovo Batman è un successo planetario, ma che fatica! Prima di tornare a com-bat-tere il crimine per Nolan nei due inevitabili sequel (Il cavaliere oscuro nel 2008 e Il cavaliere oscuro – Il ritorno nel 2012), l’attore lavora col regista anche in The Prestige (ironia della sorte, il nonno era del mestiere), seguito da Quel treno per Yuma e dal corale Io non sono qui. Il 2008 è l’anno di Nemico pubblico e Terminator Salvation, che lo vede protagonista non solo per il ruolo di John Connor, ma anche per l’imbarazzante sfuriata al direttore della fotografia.

Stanco di essere interrotto in una scena emotivamente impegnativa, Christian dà di matto col DoP e la registrazione audio finisce subito in rete, costringendo l’incriminato a scusarsi pubblicamente, senza però impedire la proliferazione di estrosi remix della traccia; e nello stesso anno c’è pure l’arresto, dopo la denuncia di aggressione da parte di mamma & sorella. Morale: rilascio su cauzione e (sembra) fine dei rapporti con le congiunte. Anno nuovo vita nuova? Mica tanto, perché nel 2009 Bale deve dimagrire di nuovo per The Fighter (pesa quasi 30 kg più del suo personaggio, Dicky Eklund), ma almeno stavolta si becca l’Oscar (da non protagonista). Chissà se porterà a casa la statuetta anche quest’anno con American Hustle: il regista è lo stesso (David O. Russell) e i problemi di peso pure, con tutta la panza che ha messo su… per non parlare di quel riporto, tanto più credibile perché Bale prima si è rasato a zero. Ancora una volta, però, in nome della verosimiglianza, ha esagerato: l’andatura strascicata del truffatore Irving Rosenfeld, infatti, gli ha procurato una bella ernia del disco…

Ora non ci resta che aspettare il verdetto dell’Academy il 2 marzo, mentre dovremo aspettare dicembre per vederlo alle prese con l’Exodus di Ridley Sott, che gli ha affidato la parte di Mosé. Certo, a un animalista convinto come lui la storia dell’agnello avrà creato dei problemi. Noi, comunque, abbiamo scelto una torta senza grassi animali. HAPPY BIRTHDAY CHRISTIAN!

Buon Compleanno Chris Evans

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Buon Compleanno Chris Evans

Classe 1981, Christopher Robert Evans – altresì detto Chris Evans – è figlio di un dentista e di una direttrice artistica teatrale, il che spiega sia il sorriso Durbans, sia il pallino per l’arte istrionica. A dire il vero, Chris si appassiona alla recitazione guardando la sorella maggiore che si esibisce sul palco e presto comincia a prender parte alle recite scolastiche, ottenendo un sacco di apprezzamenti. Incoraggiato a proseguire su questa strada, il giovanotto si trasferisce a New York per frequentare il Lee Strasberg Theater Institute e, su consiglio di alcuni amici, riesce anche a farsi prendere come stagista in un ufficio casting durante l’estate. A forza di organizzare provini per altri aspiranti attori, entra in confidenza con un paio di agenti e alla fine uno di loro lo accetta come cliente.

L’avventura di Mr Evans ha ufficialmente inizio nel 2000 con un piccolo ruolo nel film The Newcomers, cui segue una particina in Non è un’altra stupida commedia americana (dove a un certo punto appare tutto nudo ma debitamente coperto di panna montata), prima di aggiudicarsi i titoli di testa in Perfect Score (che segna l’incontro con Scarlett Johansson, amica ormai decennale, nonché collega su altri 3 set) e in Cellular (che menomale che la chiamata è a carico di Kim Basinger). Tra un ciak e l’altro, eccoci al 2005, l’anno di Elizabethtown by Comeron Crowe. Non vi ricordate di Chris in quel film? Certo che no, perché la parte gliela soffia Orlando Bloom (lo stesso farà James Franco nel 2008 con Milk di Gus Van Sant), ma non fa niente: il destino ha in serbo ben altro per lui. Nello stesso anno, infatti, il signorino viene scelto come Torcia Umana ne I Fantastici 4 (con tanto di sequel, Silver Surfer, nel 2007) e la sua stella si accende una volta per tutte.

Comunque Johnny Storm non è che il primo supereroe della sua carriera: ancora qualche anno e sarà proprio Chris a prestare il volto al soldatissimo Steve Rogers, meglio conosciuto come Capitan America, campione d’incassi sia con Il primo Vendicatore (2011) che con The Winter Soldier (2014). Senza contare le apparizioni del suo personaggio nel corale The Avengers (2012) e – seppur fugacemente – in Thor: The Dark World (2013). Ma Evans non è solo muscoli & vendetta: oltre lo scudo c’è di più. Per esempio, un film ‘underground’ come London (in cui l’attore interpreta l’ex della sua vera fidanzata, Jessica Biel, con cui ha una relazione dal 2004 al 2006), uno sci-fi d’autore (=  Danny Boyle) come Sunshine, e una commedia rosa come Il diario di una tata; ma anche il militaresco The Losers, e il futuristico Snowpiercer, dove il regista cult Bong Joon-ho gli fa sfoggiare un look più sporco del solito, ma non per questo meno ‘accattivante’. Magari Gucci, per promuovere la fragranza Guilty, lo preferisce con la barba più corta & il bicipite oliato… questione di gusti. Come per il suo palato: si dice che un tempo Chris fosse vegetariano, ma adesso è diventato meno rigido nella sua alimentazione. Si dice pure che ultimamente se la intenda con una signora un po’ più matura, Sandra Bullock, ma lei ha smentito le voci che già gridavano alla nuova unione (che poi i due sono stati semplicemente avvistati insieme ad una cena di gruppo).Dunque, il nostro eroe è su piazza e sarebbe bene approfittarne prima che Sandra cambi idea!

Oggi possiamo tentarlo con una fetta di torta alla panna, sperando che usi la farcitura come solo lui sa fare… Se non ci casca, ci aiuteremo con un po’ di bollicine! HAPPY BIRTHDAY CHRIS!

Buon Compleanno Chloë Grace Moretz

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Buon Compleanno Chloë Grace Moretz

Ha appena 17 anni, Chloë Grace Moretz, quindi a casa sua (negli Stati Uniti) non può ancora bere, né votare, ma recita da dieci anni ormai e, col curriculum che si ritrova, è promossa maggiorenne già da un po’. Date un’occhiata ai titoli della sua filmografia e capirete perché.

Dopo qualche apparizione televisiva e un primo lavoro cinematografico, nel 2005 la ragazzina si fa notare in Amityville Horror, remake dell’omonima pellicola del ‘79, in cui è la figlia di una sfortunata famiglia alle prese con una casa a dir poco infestata. Ma è solo l’inizio: in una manciata di anni la piccola Chloë colleziona pellicole che si chiamano Zombies – La vendetta degli innocenti, Kick-Ass, Blood Story, Le paludi della morte, Dark Shadows, per finire col più recente, Carrie – Lo sguardo di Satana, altro remake dal sapore ‘Seventies’ in cui, manco a dirlo, è lei quella con l’occhio diabolico. La domanda sorge spontanea: come fai a chiedere a una dodicenne di fare Hit Girl (= una che mena di brutto ed è pure sboccatella) in un film tratto, sì, da un fumetto  ma comunque violento (Kick-Ass, 2010)? E, per di più, prima delle riprese la fai pure allenare per tre mesi con la squadra di Jackie Chan (così poi sul set è in grado di farle lei quasi tutte le acrobazie richieste)? Bisognerebbe domandarlo al regista, Matthew Vaughn, o forse ai signori Moretz, che per primi hanno avviato la figlioletta alla carriera, provino dopo provino.

Fatto sta che, nonostante le obiezioni diffuse, alla signorina Kick-Ass è piaciuto assai, e infatti torna nel sequel del 2013 con l’inconfondibile parrucca colorata & la tutina striminzita della supereroina accanto a Aron Johnson. Nel frattempo, però, Chloë è stata anche la vampira Abby di Blood Story (altro remake: l’originale è lo svedese Lasciami entrare), la Little Anne che viene rapita ne Le paludi della morte, e una parente molto lontana e molto ribelle del non-morto Johnny Depp in Dark Shadows. Con questa galleria di personaggi allegri & spensierati, è una fortuna che Miss Moretz (almeno per ora) non abbia sviluppato disturbi della personalità, o una di quelle patologie da enfant-prodige-col-lato-oscuro che in passato hanno rovinato tante sue colleghe. A questo punto può quasi dirsi salva, no? Magari il merito va anche a Scorsese, che ha alleggerito un po’ i toni affidandole il ruolo di Isabelle in Hugo Cabret: certo, si tratta sempre una tipetta eccentrica, figlioccia niente meno che di Georges Méliès, ma almeno qui Chloë non deve pestare nessuno, né succhiargli via la linfa vitale. Comunque, tranquilli! È solo una parentesi felice in un mare di sangue, per la precisione quello versato da Carrie nell’ultima fatica della giovane attrice, che dire stacanovista è dir poco. Quest’anno, infatti, sono ben 5 le pellicole in uscita che portano il suo nome nei titoli di testa e chissà la poveretta dove troverà il tempo per i suoi hobby: sci, videogame e musica (= Rihanna e Britney Spears) forse dovranno aspettare; la moda magari no, visto che la fanciulla è stata eletta a destra e a manca come un’icona di stile. Noi non possiamo certo competere con le griffe che se la litigano per ogni evento fashion, però la torta gliel’abbiamo preparata, e se viene a spegnere le candeline le offriamo anche un po’ di gazzosa. HAPPY BIRTHDAY CHLOË!

Buon Compleanno Channing Tatum

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Buon Compleanno Channing Tatum

Channing Matthew Tatum cresce giocando a football/calcio/baseball, praticando l’atletica, le arti marziali e chissà cos’altro, col fisico che si ritrova… e che gli vale il primo posto nella classifica degli uomini più sexy del 2012 firmata People.

Ma la sua vita non è tutta rose e fiori. Il giovanotto soffre di dislessia e disturbo dell’attenzione, anche se lui dice che ai tempi della scuola sono le ragazze la sua maggiore distrazione: forse per questo i genitori pensano che l’Accademia militare sia la soluzione migliore per metterlo in riga. Tuttavia, Channing si iscrive regolarmente all’università, salvo poi abbandonare gli studi: per mantenersi finisce a fare un po’ di tutto, dal dog-sitter, al muratore, al commesso, e nel ’99 debutta come spogliarellista in un locale di Tampa, nascondendosi dietro il nom de plume (de struzz) “Chan Crawford”. Beh, il physique du rôle ce l’ha, e l’allenamento di ballerino-da-night-club deve dare i suoi frutti, perché nel 2000 il ragazzo si fa notare nel videoclip di She Bangs di Ricky Martin e successivamente comincia la carriera di modello per un’agenzia di Miami. Eccolo quindi campeggiare sulla copertina di Vogue e nelle campagne di grandi marchi come Emporio Armani, Dolce & Gabbana e Abercrombie & Fitch, dove spesso e volentieri compare munito solo di mutande, che nel suo caso non è così disdicevole. Immancabile, quindi, un giro nel triangolo dei bermuda, ehm… della moda, Parigi-Milano-New York, ma poi Mr Tatum si ritrova nuovamente a Miami per girare un episodio dell’omonimo CSI (2004) ed è così che decide di cimentarsi col mestiere d’attore, aggiudicandosi presto qualche apparizione anche sul grande schermo (Coach Carter, La guerra dei mondi), finché nel 2006 non viene scelto per interpretare il ballerino hip-hop Tyler Gage protagonista del danzereccio Step Up (primo di una lunga – e interminabile – serie).

Il ragazzo ha il ritmo nelle vene (partecipa anche al video Give It Up to Me di Sean Paul tratto proprio dal film) e pure nel cuore, che comincia a battere all’impazzata per la collega Jenna Dewan (sua moglie dal 2009, con tanto di figlia sfornata nel 2013). Una puntatina nell’indie, con Guida per riconoscere i tuoi santi (che gli vale anche una nomination agli Independent Spirit Awards come miglior non protagonista), e lo ritroviamo a combattere in Battle in Seattle e Fighting, per poi vederlo trasformarsi in gangster nel film Nemico pubblico – Public Enemies. L’uniforme da soldato, però, deve mancargli parecchio, se tra il 2009 e il 2010 torna a calarsi per ben due volte nella parte, con G.I. Joe – La nascita dei Cobra (raddoppierà col sequel La vendetta nel 2013) e con Dear John. In realtà, nel secondo caso non è la guerra a farla da padrona, bensì l’amore (per Amanda Seyfried), immortalato sulla pagina dallo specialista Nicholas Sparks, e sullo schermo dal regista Lasse Hallstrӧm.

È un film battagliero anche lo pseudo-storico The Eagle, che Channing non dimenticherà mai per via di un fastidiosissimo inconveniente: pare che l’incaricato della troupe si sia scordato di raffreddare l’acqua in cui il nostro eroe deve immergersi, provocandogli bruciature lì dove non batte il sole (che è appunto la parte in cui non penseresti mai di scottarti). Seguono progetti meno ‘rischiosi’, come 21 Jump Street (adattamento per il grande schermo del celebre telefilm), La memoria del cuore (con Rachel McAdams) e il goliardico Magic Mike di Soderbergh. Col regista, Channing ha già lavorato nel precedente Knockout – Resa dei conti e, fra un ciak e l’altro, gli ha raccontato la sua singolare esperienza da stripper: perché, dunque, non farci un film? Assembli un cast di maschioni-niente-male (vedi anche Alex Pettyfer, Matt Bomer, Joe Manganiello e Matthew McConaughey), li spogli, li ungi, li fai ballare e il gioco è fatto. Il sodalizio con Soderbergh continua su una strada un po’ diversa con Effetti collaterali (2013), cui segue l’action Sotto assedio – White House Down; e l’agenda di Tatum continua ad essere fittissima, perché lo aspettiamo a breve in Jupiter – Il destino dell’universo dei fratelli Wachowski e in 22 Jump Street, sequel del 21 già citato. Di anni lui ne ha un po’ di più: a questo giro sono 34, ma finché l’addominale resta tonico, e il bicipite è scolpito, ha ben poco da temere. HAPPY BIRTHDAY CHANNING!

Buon Compleanno Cate Blanchett

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Buon Compleanno Cate Blanchett

174 cm di fascino ed eleganza, camaleontica nelle performance e impeccabile sui red carpet: questa è Catherine Elise Blanchett (si pronuncia ‘Blencit’), per gli amici Cate. Attrice apprezzata e pluripremiata, pare che la signora sia una maniaca delle liste, quindi è più che probabile che nella borsetta tenga anche un elenco di trofei da spuntare. E deve averne avute di soddisfazioni finora, depennando un premio dietro l’altro.

Da ragazzina Cate studia danza e pianoforte, ma a 18 anni  trova la sua vera strada. Durante un soggiorno in Egitto, un ospite del suo hotel al Cairo le chiede se voglia fare la comparsa in un film (l’arabo Kaboria, roba di pugilato) ed ecco che la fanciulla si  ritrova nel bel mezzo di in una scena di massa, esperienza che in un primo momento la sconvolge. Falso allarme. Presto la signorina si rende conto che in fondo fare l’attrice non le dispiacerebbe affatto; così, una volta tornata nella sua Australia, Cate si iscrive al Sydney’s National Institute of Dramatic Arts e comincia a recitare in teatro (fra gli altri, nel 1992 divide il palco con Geoffrey Rush in Oleanna di David Mamet).

Seguono ruoli in tv e nel ’97 il debutto al cinema con Paradise Road. Deve aspettare solo un anno per ottenere il ruolo che la renderà famosa e le aprirà le porte del successo: nel 1998, infatti, Shekar Kapur la sceglie per il biopic Elizabeth, in cui Miss Blanchett è protagonista assoluta, poiché è suo il volto della giovane regina Elisabetta (la numero 1 della dinastia) che dà il titolo al film – per la cronaca, ad oggi sono ben 7 i film della sua carriera che per titolo hanno il nome del personaggio da lei interpretato.

Cate Blanchett, tra cinema di qualità e grandi titoli

Comunque, il ritratto della celebre sovrana le vale una bella nomination all’Oscar, la prima di una lunga serie: finora Cate ha ricevuto 6 candidature dall’Academy (di cui 4 per aver interpretato persone realmente esistite), con due statuette intascate (una nel 2005 da non protagonista per The Aviator, che fa di lei la prima attrice della storia a vincere un Oscar per l’interpretazione di un altro premio Oscar, Katharine Hepburn; l’altra, invece, appena incassata per Blue Jasmine di Woody Allen).

Tornerà poi a vestire gli abiti sontuosi di Elizabeth I nel sequel del 2007 The Golden Age, sempre diretta da Kapur, ma nel frattempo la signora ha preso parte ad un gran numero di progetti, senza mancare di farsi notare in ogni occasione, vedi Il talento di Mr. Ripley, The Gift – Il dono, Bandits, Charlotte Gray, The Shipping News, Veronica Guerin, Coffee and Cigarettes, The Missing, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Babel, Intrigo a Berlino, Diario di uno scandalo, Io non sono qui (Coppa Volpi a Venezia nel 2007 per la sua versione femminile di Bob Dylan nel curioso ritratto di Todd Haynes), Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, Il curioso caso di Benjamin Button (dove torna a collaborare con Brad Pitt dopo Babel), fino al Robin Hood di Ridley Scott e i Monuments Men di Clooney.

Nell’elenco che ci ha dato Cate spicca di certo la trilogia che ha segnato il nuovo millennio, Il signore degli anelli, in cui la nostra eroina presta il volto luminoso e la grazia infinita a Galadriel, la regina degli elfi, ruolo che ha poi ripreso a distanza di quasi dieci anni per i due capitoli de Lo Hobbit, sempre firmati Peter Jackson. La Blanchett ha dichiarato più volte di aver accettato la parte soprattutto per poter indossare le orecchie appuntite delle creature di Tolkien, quindi non c’è da stupirsi se, finita la lavorazione, se le è portate a casa.

Chissà dove le avrà messe… magari ci giocano i suoi tre figli, o magari le sfoggerà quando vuole sedurre il marito Andrew Upton, sposato nel 1997 nonostante il primo appuntamento semi-disastroso (pare che i due non si siano piaciuti subito, perché lei lo trovava arrogante, e lui la vedeva freddina). Famiglia perfetta: celo. Oscar: celo (x 2). Stella sulla Walk of Fame: celo (dal 2008). Amica famosa quanto me: celo (Nicole Kidman). Non manca proprio niente, no.

In attesa di vedere la divina Blanchett nelle vesti della matrigna cattiva di Cenerentola e in una nuova collaborazione col regista Todd Haynes (Carol), oggi festeggiamo insieme i suoi 45 splendidi anni. Abbiamo preparato una festicciola fra intimi nella sua casetta ottocentesca nei sobborghi di Sydney (casetta costata tipo 10 milioni di dollari ma rigorosamente ‘eco-friendly’). HAPPY BIRTHDAY CATE!!

Buon compleanno Bruno Bozzetto: Minerva Pictures distribuisce tutte le sue opere

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La società di distribuzione cinematografica Minerva Pictures e la Bruno Bozzetto Distribution hanno siglato un accordo per la distribuzione TV, Home Video e digitale in Italia e Nord America delle opere del celebre disegnatore, animatore e regista Bruno Bozzetto, che proprio oggi, 3 marzo, festeggia il suo ottantaduesimo compleanno

Bruno Bozzetto ha trasformato in disegno più di 60 anni di storia d’Italia, è stato autore di alcuni lungometraggi animati e numerosi cortometraggi, molti dei quali vedono come protagonista il suo “Signor Rossi”, simbolo del cittadino italiano medio alle prese con il malcostume della società. Tra i lavori più noti che fanno parte dell’accordo c’è Allegro non troppo (1976) film musicale d’animazione in cui l’arte di Bozzetto incontra le opere classiche di Stravinskij, Debussy, Vivaldi e altri celebri compositori, sulla scia del film Walt Disney Fantasia.

In arrivo in alta definizione anche West and Soda (1965), uno dei primi lungometraggi animati italiani nonché anticipazione in chiave umoristica del genere Spaghetti Western, e Vip, mio fratello superuomo (1968), parodia del mondo dei supereroi, con la voce di MiniVip affidata a Oreste Lionello, che denuncia i rischi in cui s’imbatte una società che rincorre il consumismo.

Tra i cortometraggi in distribuzione di nuova e di vecchia data ci saranno Mister Tao, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival del Cinema di Berlino nel 1990, Cavallette, nominato al Premio Oscar l’anno seguente, e molte altre opere dell’artista milanese rese celebri nelle trasmissioni televisive e di divulgazione scientifica culturale. Tutte le sue “idee con intorno una linea”, come lui definisce, sono talmente riconosciute ed apprezzate nel mondo dell’animazione che il Walt Disney Family Museum di San Francisco gli ha dedicato nel 2013 una mostra retrospettiva dal titolo “Animation, Maestro!”.

Buon Compleanno Bradley Cooper

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Buon Compleanno Bradley Cooper

Irlandese da parte di padre, italiano da parte di madre (da qui, la passione per la cucina), Bradley Charles Cooper nasce a Filadelfia e si laurea con lode in letteratura inglese alla Georgetown University (dove impara anche il francese), salvo poi trasferirsi a New York per frequentare l’Actors Studio. Ha le idee chiare, il ragazzo.

Debutta sul piccolo schermo nel’99 in un episodio di Sex and the City, ma sarà un’altra serie a dargli la popolarità: a partire dal 2001, infatti, Bradley entra a far parte del cast della spy-story Alias, al fianco di Jennifer Garner. Grazie  al ruolo del giornalista Will Tippin, Cooper si aggiudica un posto anche al cinema con film tipo Due single a nozze e A casa coi suoi, finché nel 2005 non diventa lui stesso protagonista, di nuovo in TV, con Kitchen Confidential. Nel frattempo si esibisce anche a Broadway insieme a Julia Roberts e Paul Rudd, e continua la gavetta tra piccolo e grande schermo, con apparizioni nella serie Nip/Tuck e in pellicole quali Yes Man e A proposito di Steve. È il 2009, e Hollywood finalmente comincia a prenderlo sul serio… più o meno. Il titolo in questione, infatti, è la commedia goliardica Una notte da leoni, successo planetario che lo lancia a tutta velocità in serie A, cominciando dall’ A-Team, adattamento cinematografico dell’omonima serie anni’80 in cui Bradley presta il volto al mitico ‘Sberla’. Una canotta aderente e il bicipite oliato bastano a farlo eleggere il più sexy del 2011 dalla rivista People.

Per i progetti successivi, meglio andare sul sicuro: Bradley non si discosta molto dai lavori appena citati, vedi il thriller Limitless e le altre due notti da leoni (che perdono parte della verve dell’originale, pur moltiplicandone gli incassi). Ultimamente, però, Mr Cooper ha deciso di accettare nuove sfide, virando su personaggi meno fisici e più introspettivi, come quelli di The Words e Come un tuono, passando per Il lato positivo e la relativa nomination all’Oscar per la sua irresistibile performance nei panni dell’inguaribile innamorato affetto da bipolarismo & quant’altro. Il regista, David O. Russell, deve essere rimasto assai soddisfatto del risultato, perché lo ha voluto (sempre in compagnia di Jennifer Lawrence) anche in American Hustle, appena uscito sui nostri schermi. Se la carriera sembra ormai aver preso la strada giusta, il cuore fatica un po’ ad assestarsi. Dopo un brevissimo matrimonio con l’attrice Jennifer Esposito, nel 2009 Cooper conferma la chiacchierata relazione con la collega Renée Zellweger, ma nel 2011 anche lei viene archiviata. È dunque la volta di un’altra celebrity, Zoe Saldana, ex pure lei. Pazienza. Col personalino che si ritrova, non gli ci vorrà troppo a trovare un rimpiazzo, no? Comunque le candeline sono pronte e la spuma bionda pure. Il nostro festeggiato è astemio da una decina d’anni e non vogliamo certo indurlo in tentazione. HAPPY BIRTHDAY BRADLEY!

Buon Compleanno Brad Pitt

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Buon Compleanno Brad Pitt

Menomale che William Bradley Pitt ha abbandonato il giornalismo per inseguire il sogno di Hollywood, altrimenti non avremmo mai goduto della sua vista! Ma i sogni non si avverano subito e, prima di sfondare, Brad si cimenta nei lavori più disparati, dal trasportatore di frigoriferi, all’uomo-pollo (per promuovere una catena di ristoranti), all’autista di spogliarelliste in limousine (che poi lo striptease lo avranno chiesto loro a lui).

Finalmente nell’87 comincia ad apparire in TV, e fa capolino anche al cinema in qualche particina, prima di farsi notare davvero (come non potrebbe?) nei panni (o meglio, senza) dell’autostoppista/ladro in Thelma & Louise (1991). La scena superhot con la Davis lo catapulta nell’olimpo dei sex-symbol e, dopo più di vent’anni, ancora sta là, anzi: col tempo il suo appeal è aumentato e oggi, a 50 anni tondi tondi, si può senz’altro dire che Mr. Pitt sia uno degli uomini più affascinanti del globo, con la barba sale e pepe e quelle rughette intorno agli occhi. Peccato per la fiatella (così dice sua moglie), ma forse qualche goccia in più di Chanel N°5 potrebbe aiutarlo a dissimulare (tanto, come testimonial, avrà una fornitura a vita). Comunque, dopo l’exploit con Ridley Scott, Brad è ormai sdoganato e negli anni Novanta prende parte a una serie di film di vario genere che contribuiscono a consolidarne fama e successo. Fra i titoli, In mezzo scorre il fiume, Intervista col vampiro e Vento di Passioni, ma anche Seven, L’esercito delle 12 scimmie e Sleepers; Sette anni in Tibet e Vi presento Joe Black, fino al cult Fight Club, in cui sfoggia un fisico scolpitissimo ma sempre più ammaccato. E poiché la prima regola del Fight Club impone di non parlare del Fight Club, andiamo oltre. È arrivato il 2000: archiviate le relazioni con le colleghe Juliette Lewis e Gwyneth Paltrow, Pitt convola a nozze con Jennifer Aniston, e due anni dopo la coppia fonda la casa di produzione Plan B, abbandonata nel 2005 insieme al matrimonio, che naufraga per colpa di una certa Angelina Jolie. Ma procediamo per gradi: il nuovo millennio è inaugurato da Snatch – Lo strappo (con un Brad zingaro sgangherato) e prosegue con ruoli variegati, vedi The Mexican, Spy Game, la trilogia di Ocean e l’epico Troy, dove Pitt è niente meno che Achille piè veloce (Omero non commenta). Il 2005 lascia il segno con Mr. e Mrs. Smith: la pellicola è di per sé mediocre, e sarebbe del tutto trascurabile, non fosse per quel flirt con Miss Jolie che dominerà i tabloid internazionali, sfociando poi nel divorzio dalla Aniston e nella coniazione del termine “Brangelina”. Dopo la parentesi trash dei coniugi Smith, Brad si dedica a progetti più interessanti al servizio di grandi nomi: da Babel di Iñárritu, a Burn After Reading dei Coen; dal Benjamin Button di Fincher, ai Bastardi senza gloria di Tarantino, senza dimenticare l’incursione d’autore con Malick in The Tree of Life e il blockbuster zombie-centrico World War Z. E a breve ci delizierà in ben due film a fianco del neo sex-symbol Fassbender: The Counsellor e 12 anni schiavo.

Non vediamo l’ora e, in attesa di gustarcelo/i, intanto ci gustiamo la torta! Forse non basterà per tutta la famiglia (i loro Brangelinini sono 6, per ora), ma siamo certi che si consoleranno con l’isola a forma di cuore che la neosignora Pitt ha comprato al maritino per soli 12.2 milioni di dollari. HAPPY BIRTHDAY BRAD!

Buon Compleanno Bilbo e Frodo!

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Buon Compleanno Bilbo e Frodo!

E’ vero, sono personaggi inventati, non si tratta di attori, registi o sceneggiatori particolarmente importanti. Ma se, come dice la saggia Galadriel, “anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro” allora è giusto dare agli Hobbit quel che è degli Hobbit.

Il Buon Compleanno di oggi lo dedichiamo a due persone piccoline, ma piene di forza e di coraggio, piene di integrità, due piccole persone che hanno veramente cambiato il corso del futuro, non solo nel loro mondo, ma, grazie alle loro gesta, anche nel nostro: Bilbo e Frodo Baggins!

I due benestanti hobbit sono infatti i protagonisti del mondo tolkieniano che ha avuto fortuna non solo nelle librerie, ma negli ultimi anni soprattutto al cinema grazie a Peter Jackson. I personaggi sono stati portati sullo schermo, lo ricordiamo, da Elijah Wood (Frodo) e da Ian Holmes e Martin Freeman (Bilbo).

I due hobbit, zio e nipote, sono nati lo stesso giorno di settembre, e uno dei loro compleanni, il 111esimo di Bilbo e il 33esimo di Frodo, è diventato uno dei giorni più importanti della Terra di Mezzo. Durante la ‘festa a lungo attesa’ infatti Bilbo dice addio alla Contea, portando a termine la sua ‘parte nella Storia’, mentre Frodo diventa erede di Casa Baggins, e di tutto (ma proprio tutto) quello che essa contiene, diventando a sua volta protagonista di una Storia davvero grande e importante, che lo condurrà attraverso tutte le Terre dell’Ovest fino al temuto Est, dove compirà il suo destino, per tornare poi sui suoi passi e salvare, infine, la Contea.

E allora, in onore al coraggio che riescono a mostrare anche nelle situazioni più spaventose, all’incredibile forza che essi nascondono nei loro piccoli e minuti corpi, nell’immensa quantità di chilometri che riescono a percorrere con i loro piccoli e pelosi piedi, alla sorprendente capacità di resistere al male che li circonda, auguriamo un caloroso, sentito e affettuoso buon compleanno a Bilbo e Frodo! Che si mangi e si beva a sazietà, al divertimento ci penseranno i fuochi d’artificio!

Buon Compleanno Benicio Del Toro

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Buon Compleanno Benicio Del Toro

È un onore festeggiare il compleanno di Benicio Del Toro, il problema è che quando hai finito di cantargli Tanti-auguri-a-te Benicio Monserrate Rafael del Toro Sánchez, il giovanotto è già invecchiato di un altro anno. Comunque proveremo a imbrigliare il tempo per fermarci alle 47 candeline che gli spettano quest’oggi.

Benicio – che la correzione automatica del computer continua a ribattezzare “Fenicio”, ma che da ragazzino veniva chiamato “Skinny Benny” (= Benny pelle e ossa) o “Beno” –  nasce il 19 febbraio 1967 in Portorico da due avvocati. Purtroppo la mamma muore di epatite quando lui ha solo 9 anni e poco dopo Benicio si trasferisce in Pennsylvania col padre, per poi spostarsi di nuovo (a San Diego) per frequentare la University of California. La laurea in economia non lo appassiona particolarmente, così Mr Del Toro decide di mollare il college e di dedicarsi alla recitazione, cui si è avvicinato partecipando a un corso senza troppe pretese, e che coltiverà invece con determinazione, frequentando scuole serie fra Los Angeles e New York.

Saranno quelle occhiaie profonde che gli solcano il viso, saranno i tratti inconfondibilmente sudamericani, ma le prime apparizioni televisive di Benicio alla fine degli ani Ottanta lo vedono per lo più nei panni di delinquenti e spacciatori di droga (per esempio in Miami Vice), e pure il titolo del suo esordio cinematografico dell’88, Big Top Pee Wee – La mia vita picchiatella (dove incontra la nostra Valeria Golino, sua fidanzata per 4 anni), è piuttosto eloquente. È vero che l’anno prima, nel video de La Isla Bonita di Madonna, il signorino si limitava a stare seduto in macchina senza colpo ferire, ma il futuro ha in serbo per lui ruoli inequivocabilmente ‘illegali’, o comunque poco ‘ortodossi’. Basta scorrere i titoli del suo curriculum per farsi un’idea delle storie che è chiamato a interpretare: da 007 – Vendetta privata (che fa di lui, appena ventunenne, il più giovane scagnozzo che Bond abbia mai avuto), a Lupo solitario (esordio alla regia di un altro ragazzaccio, Sean Penn, con cui tornerà a lavorare anche nel suo secondo film da regista, La promessa) a Fearless – Senza paura, fino a I soliti sospetti, che più esplicito di così non si può.

E proprio il ruolo di Fred il-re-delle-freddure Fenster nel film di Singer gli vale un Independent Spirit Award e lo consacra come caratterista, aprendogli la strada per altri progetti, come Basquiat di Julian Schabel e Fratelli di Abel Ferrara. Poi, nel 1998, arriva Terry Gilliam, che in Paura e delirio a Las Vegas gli affida il ruolo del Dr. Gonzo, il legale tossico dell’altrettanto tossico Thompson/Johnny Depp. Per la parte Benicio prende quasi 20 kg, ma è soprattutto il peso della performance a fare d lui un personaggio di culto: una star di nicchia, per così dire. Il successivo Snatch – Lo strappo rincara la dose, ma è con la guerra alla droga di Traffic firmata Soderbergh che Del Toro fa davvero il botto… e fa pure strike, perché col suo tormentato poliziotto di frontiera, Javier Rodriguez, l’attore si porta a casa Golden Globe, BAFTA, Orso d’argento e Oscar da non protagonista. Ovvio che non si tirerà indietro quando Soderbergh lo richiamerà per interpretare il leggendario Che nella doppietta de L’argentino e Guerrilla (con cui, peraltro, si afferma migliore attore al Festival di Cannes 2008). Comunque, nel frattempo, Benicio ha fatto altri filmetti, tipo The Hunted – La preda, 21 grammi, Sin City… peccato, però, che sia uscito indenne dalla rivoluzione cubana per poi cadere nelle fauci di Wolfman (2010) e, non contento, anche in quelle de Le Belve di Oliver Stone (2012). Ormai solo un supereroe potrà salvarlo e noi confidiamo nei Guardiani della galassia targati Marvel di prossima uscita.

Che dire? La torta è pronta, lo spumante pure… non ci resta che intonare il coro di auguri di cui sopra. Magari ci aiuterà la madre della sua bambina, Miss Kimberly Stewart, che in quanto figlia del celebre Rod forse sarà meno stonata di noi. HAPPY BIRTHDAY BENICIO!

Buon Compleanno Anthony Hopkins

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Buon Compleanno Anthony Hopkins

Con certi mostri sacri ci vorrebbe un bel bignami, tipo: Philip Anthony Hopkins, ‘Sir’ dal ‘93, nasce in Galles nel 1937 da genitori panettieri e da piccolo mostra i segni di una leggera dislessia, ma compensa con una discreta padronanza del pianoforte. Nel 2000 ottiene la cittadinanza americana (con sommo disappunto dei suoi connazionali), e da qualche anno vive stabilmente a Los Angeles. 3  mogli e una figlia all’attivo, di mestiere fa l’attore famoso. Famosissimo.

Ma come si fa a rinchiudere in un paragrafetto la biografia di uno che dopo gli studi alla Royal Academy of Dramatic Arts e la gavetta di rito, nel 1965 entra al celeberrimo National Theatre diretto niente meno che da Sir Laurence Olivier? Che poi, quando il grande istrione sarà colpito da un attacco di appendicite acuta, è proprio Anthony che lo sostituisce in Danza di morte di Strindberg. Come si dice, non tutti mali vengono per nuocere. O era ‘mors tua vita mea’? Vabbè, comunque, dopo tanto teatro, il debutto cinematografico arriva nel ‘67 con Il leone d’inverno, al fianco di Peter O’Toole e Katharine Hepburn. L’enorme successo del film non può che giovare all’attore in ascesa, che d’ora in poi si dedicherà sia al piccolo che al grande schermo, senza però mai abbandonare il palcoscenico.

Tanto che lo chiamano anche a Broadway e, dalla seconda metà degli anni Settanta, Anthony comincerà a divedersi tra la madre patria e gli U.S.A., tra Attenborough (Quell’ultimo ponte) e Lynch (The Elephant Man). Proprio in una produzione americana ottiene il ruolo della vita, prestando il volto (e la mandibola) allo psichiatra cannibale Hannibal Lecter ne Il silenzio degli innocenti (1991). Niente male per un vegetariano dichiarato: si merita senz’altro l’Oscar come miglior protagonista. Se il riconoscimento non desta certo sorpresa, è comunque un record per l’Academy aver premiato l’interpretazione di Hopkins che – per quanto assolutamente incisiva –  occupa poco più di 16 minuti di pellicola, pari a un 14% scarso dell’intero film.  Peccato che le successive apparizioni di Hannibal the Cannibal/Hopkins (Hannibal e Red Dragon) non siano all’altezza dell’exploit, ma Sir Anthony ha altro a cui pensare. I progetti a venire sono – manco a dirlo – numerosi ed eterogenei, anche se, scorrendo i titoli del suo curriculum, si nota una certa predisposizione per gli adattamenti letterari/le saghe familiari (vedi Casa Howard, Quel che resta del giorno, Vento di passioni, Vi presento Joe Black), con una predilezione per registi come Ivory (4 film insieme) e per il compagno di cavalleria Sir Attenborough (5 collaborazioni).

Non mancano nemmeno i drammi storici come Amistad, Titus e Alexander, né le incursioni nel fantastico che, a partire da Dracula di Bram Stoker nel ’92, si ripropongono di quando in quando nella sua filmografia (La leggenda di Beowulf, Wolfman, i due Thor). E sebbene Hopkins faccia capolino anche in pellicole meramente commerciali come Spice Girls: Il film e La maschera di Zorro, la sua reputazione certo non ne risente, visto che è lui il prescelto per interpretare l’icona nazionale Hitchcok nell’omonimo biopic del 2012. Ora, mentre lo aspettiamo nel biblico Noah di Aronofsky, diamo inizio ai festeggiamenti. Forse lui preferirebbe un bel piatto di fave e un buon Chianti, ma noi siamo tradizionalisti e restiamo fedeli alla torta e allo spumante. HAPPY BIRTHDAY SIR HOPKINS!

Buon Compleanno Angelina Jolie

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Buon Compleanno Angelina Jolie

Quel 4 giugno del 1975 l’avevano chiamata Angelina Jolie Voight, ma oggi tutti la conoscono semplicemente come Angelina Jolie, il nome d’arte che dal 2002 è anche sul suo passaporto: dopo l’ennesima sfuriata col genitore/attore Jon Voight, infatti, la signorina ha abbandonato ufficialmente il cognome paterno – vuoto che, comunque, verrà colmato quando Angie convolerà a nozze con Brad Pitt (e sembra che ormai manchi pochissimo).

Speriamo che questa sia la volta buona, considerato il fallimento dei due precedenti tentativi all’altare: Miss Jolie, infatti, è stata sposata prima con Johnny Lee Miller e poi con Billy Bob Thornton, attori come Brad, suo compagno dal 2005, nonché padre dei suoi 6 figli (3 adottivi e 3 naturali). Una vera tribù, quella dei ‘Brangelini’, che pare uscita da una pubblicità, tanto sono belli & multietnici: un incrocio fra Mulino Bianco e United Colors of Benetton, anche se i loro biscotti e i loro vestiti sono sicuramente più costosi, con mamma Angelina che nel 2013 è la più pagata di Hollywood e papà Brad che neanche ti dico… E quella di Forbes non è l’unica classifica in cui compare la Jolie, che oltre ad essere uno dei personaggi più potenti del cinema mondiale, è anche una delle donne più belle del creato, con tutto ciò che ne consegue. È, quindi, difficile – se non impossibile – immaginare che ai tempi del liceo la fanciulla sia sbeffeggiata dai compagni per via del suo corpo esile, degli occhiali e dell’apparecchio ai denti, per non parlare di quel look dark, dell’attrazione per i coltelli e della singolare aspirazione a diventare un necroforo (= becchino). Solo che alla fine è diventata un’attrice e quel corpo lì ne ha fatto un sex-symbol universalmente riconosciuto. La carriera comincia in sordina, con una prima apparizione sul grande schermo a soli 7 anni a fianco del padre (Cercando di uscire) e gli studi al Lee Strasberg Theatre and Film Institute. Da teenager, però, Angelina preferisce fare la modella e, viaggiando qua e là, finisce anche per girare qualche videoclip, fra cui Alta Marea del nostro Antonello Venditti  nel 1991.

Il debutto ufficiale come attrice professionista è di due anni più tardi in Cyborg 2, cui seguono diversi titoli minori, finché nel ’99 la troviamo ne Il collezionista di ossa (accanto a Denzel Washington) e, soprattutto, in Ragazze interrotte, che le fa vincere un Oscar da non protagonista nei panni della sociopatica Lisa. A questo punto la ragazza è pronta per blockbuster come Fuori in 60 secondi e Lara Croft: Tomb Raider, il film che la consacra a livello internazionale e fa di lei una vera star (vuoi per la presenza scenica, vuoi per quella tutina attillata). Il suo sex appeal è innegabile e i ruoli successivi sono tutti più o meno conturbanti, dalla moglie per corrispondenza di Antonio Banderas in Original Sin, all’operatrice umanitaria innamorata di Clive Owen in Beyond Borders – Amore senza confini, fino all’agente dell’FBI di Identità violate. Dove c’è lei è sicuro che la temperatura sale, e sul set di Mr. & Mrs. Smith c’è quasi da ustionarsi: l’incontro col collega Pitt è di quelli che fanno scintille… e che fanno fallire matrimoni (con Jennifer Aniston).

Sarà che la Jolie deve consolarsi dopo la batosta di Alexander (dove è la mamma di Colin Farrell/Alessandro Magno e ha solo 1 anno più di lui), sarà che ‘Dio li fa e poi li accoppia’ e, quando due fighi così si trovano, poi non possono sottrarsi al loro destino… Fatto sta che il marchio ‘Brangelina’ è ormai consolidato da 9 anni e a questo punto manca solo l’anello al dito; e chissà che la signora non decida di farselo tatuare, l’anello, avendo lei una passione per il genere, con 13 tattoo disseminati su tutto il corpo, per la gioia dei truccatori che spesso e volentieri sono costretti a nasconderli sotto strati di make-up. Da The Good Shepherd – L’ombra del potere a La leggenda di Beowulf, da Wanted a Changeling, da Salt a The Tourist, è difficile vederle sfoggiare tutti i simboli, i disegni e le citazioni di una vita. Vita votata al cinema ma anche alle cause umanitarie: Angie è, infatti, un’ambasciatrice ONU fra le più impegnate e apprezzate – che poi con tutti quei figli e quei film, dove lo trova il tempo lo sa solo lei. Noi, invece, sappiamo che in questi giorni è al cinema con Maleficient, ovvero La bella addormentata secondo la strega Malefica, che con le fattezze della Jolie non potrebbe essere più ammaliante.

Prossimamente dovremo ritrovare Angie anche in veste di regista con l’opera seconda, Unbroken, ma intanto vogliamo festeggiarla a dovere: abbiamo fatto una colletta con la prole, quindi possiamo permetterci di brindare a champagne. HAPPY BIRTHDAY ANGELINA!

Buon Compleanno Aishwarya Rai

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Questa indiana dal nome impronunciabile, Aishwarya Rai, e dalle misure invidiabili (81-63-87) – col bonus degli occhioni azzurri incorniciati da una cascata di capelli neri – ha rischiato di tenere per sé cotanta bellezza.

Da ragazzina, infatti, vuole fare medicina, ma poi si butta sull’architettura… salvo finire a fare la modella. Nel 1993 si fa notare in uno spot della Pepsi, e dopo essersi piazzata seconda a Miss India, nel ‘94 viene incoronata Miss Mondo. Fascia e corona le apriranno le porte del cinema, dove Miss Rai debutta nel 1997. L’anno successivo recita in Jeans, successo commerciale con cui Aishwarya cattura l’attenzione di Bollywood (la Hollywood indiana) anche per le sue doti di ballerina. Comincia così ad apparire sempre più spesso nelle produzioni nazionali, partecipando a musical e altre pellicole in stile Bollywood, fino a diventare una star in patria e all’estero. Ottiene riconoscimenti per le sue interpretazioni in lingua hindi, ma compare anche in svariati film in inglese –  come Matrimoni e pregiudizi, versione bollywoodiana-canterina-danzereccia del classicissimo Orgoglio e pregiudizio (nel 2000 Aishwarya ha recitato anche in una trasposizione in lingua tamil di Ragione e Sentimento), L’ultima legione, La pantera rosa 2 – senza però abbandonare la cinematografia indiana, dove è ancora attivissima, anche in veste di produttrice. Nel 2003 diventa testimonial per L’Oréal accanto ad altre morette del grande schermo come Penelope Cruz e Eva Longoria, ma il suo volto viene scelto anche da Longines, Philips, De Beers. Non male per arrotondare, soprattutto quando si mette su famiglia.

Nel 2007 la Rai sposa il collega Abhishek Bachchan: la coppia diventa più famosa di Brangelina in quel di Mumbai, e nel 2011 sforna una bella bambina. Forse talmente bella che per 4 mesi i genitori non sanno come chiamarla, così i fan scelgono un nome provvisorio, Beti B. Noi invece abbiamo scelto la torta. HAPPY BIRTHDAY AISHWARYA!

Buon Compleanno Agente Mulder

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Buon Compleanno Agente Mulder

Fox Mulder

Il 13 ottobre 1961 nasce Fox William Mulder, che dal 1984 è l’agente speciale più ‘spettrale’ che l’FBI abbia mai assoldato.

ATTENZIONE! Questo è un articolo nerd! Non stiamo parlando di David Duchovny (l’attore che ha prestato il volto a Mulder per 10 anni e che oggi è il sexy idolo di Californication). No: qui celebriamo il personaggio creato da Chris Carter per X-Files, show che ha da poco festeggiato i 20 anni dalla messa in onda e che, con 9 paranormalissime stagioni (e 2 film cinema), si è guadagnata il titolo di ‘serie cult’. Con Duchovny il nostro Fox condivide l’altezza (1.80), il peso (83 chili – etto più, etto meno), i capelli castani, gli occhi verdi e un neo sulla guancia destra. Ma Mulder ha una laurea in Psicologia alla Oxford University e si è diplomato all’Aaccademia FBI a Quantico (numero di tessera  JTT047101111): per questo è libero di portare una Smith&Wesson calibro 9. Se mai vi servisse, lo trovate a Vancouver, appartamento 42. La via purtroppo la dovete improvvisare perché è ignota; ma se vi battete tutte le strade, magari vi capita di vedere una X (rimediata con lo scotch) attaccata a una finestra, e allora non potete sbagliarvi. Comunque potete sempre fargli uno squillo al (202) 555-9355: male che vada trovate la segreteria. Non sta spesso a casa, e anche quando c’è non è detto che risponda: è un tipo diffidente, Mulder. E come dargli torto? Il 27 novembre 1973 gli alieni gli hanno rapito la sorellina Samantha e da allora lui va a caccia di UFO, gridando alla cospirazione governativa. Ha pure aperto un X-File (n. X- 40253) per indagare sul caso, ma non ha risolto granché.

Al Bureau lo vedono tutti come uno da evitare, e diciamo che un po’ c’hanno ragione, ecco. Basta buttare un occhio al suo ufficio, e quel poster con scritto “Voglio credere” (con tanto di disco volante) accanto alla scrivania ti mette subito in allerta. Ne sa qualcosa Dana Scully, quando vi fa il suo ingresso per la prima volta il 6 marzo 1992. La scienziata all’inizio è scettica, e Fox pure, ma è questione di tempo e il motto “Non fidarti di nessuno” comincia ad ammettere qualche eccezione. Oltre alla collega, Mulder può contare sui tre amici storici (più nerd di lui), i Guerrieri Solitari, anch’essi convinti che “La verità è la fuori”, ma bisogna sapere dove guardare. E l’osservato speciale è senz’altro l’Uomo che Fuma (chissà se oggi non preferirebbe una sigaretta elettronica, invece delle famigerate Morley). Ma il tabagismo è l’unico elemento che si conosce del losco figuro, e neanche l’aiuto del capo Skinner sembra sufficiente a far luce sul legame con i perfidi E.T.

Mulder_SimpsonSperiamo che almeno oggi Fox si dia tregua e riprenda fiato per soffiare sulle sue 52 candeline. HAPPY BIRTHDAY AGENT MULDER!

Buon compleanno a Sir Ian McKellen

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Buon compleanno a Sir Ian McKellen

Facciamo gli auguri ad un attore che è entrato nel cuore di milioni di fan di tutto il mondo Sir Ian McKellen, tra i maggiori interpreti viventi del mondo shakespeariano, è sopratutto Gandalf e Magneto in due delle sage di maggior successo degli ultimi quindi anni. Nato nel 25 maggio 1939 oggi compie 76 anni e noi lo celebriamo.

Buon compleanno a Julie Andrews

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Buon compleanno a Julie Andrews

Julie Andrews, 1 ottobre 1935: nasce una bimba dalle prodigiose doti canore, destinata a divenire una stella a 360° (vincitrice di tutti i premi più importanti dello spettacolo), oltre a ricevere il titolo di “Dame” dell’Impero Britannico, e ad avere l’onore di accogliere i passeggeri della British Airways con la sua melodiosa voce (registrata).

È infatti merito delle sue corde vocali se Julie Andrews – al secolo Julia Elizabeth Wells – sfonda a Broadway, fino a diventare la tata più desiderata da bambini e genitori di tutto il mondo. Ha solo 27 anni ai tempi di “Supercalifragilistichespiralidoso” e, vuoi per il sorriso, vuoi perché sa volare, con Mary Poppins si becca l’Oscar da protagonista, alla faccia di Audrey Hepburn, che neppure viene nominata per la sua My Fair Lady. Tiè! Quando ci vuole, ci vuole. Eh sì, perché nella versione cinematografica del musical che la Andrews ha interpretato a teatro, i produttori le preferiscono la Hepburn, più celebre (= remunerativa) di lei, ma necessariamente doppiata. Il successivo Tutti insieme appassionatamente – oggi il classico natalizio per antonomasia – rende Julie famosa a tal punto che Hitchcock è costretto a scritturarla ne Il sipario strappato (un successone). Se più tardi la carriera zoppica (con l’eccezione di Victor Victoria, girato col marito n°2, Blake Edwards), poco male: la Andrews si reinventa scrittrice per bambini (ha una certa esperienza, no?).

Julie Andrews

Purtroppo nel ‘97 un’operazione alle corde vocali comprometterà per sempre la sua voce portentosa, ma il risarcimento milionario aiuta… ed eccola sfoderare ancora le sue doti canterine nel revival cinematografico degli ultimi anni. C’è da vergognarsi al confronto, ma le intoniamo comunque il nostro HAPPY BIRTHDAY TO YOU, DAME ANDREWS!

Buon compleanno a Carlo Verdone!!!

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Verdone

Compie oggi 60 anni Carlo Verdone, uno dei comici più longevi ed amati del nostro cinema.