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Berlinale 2015, Giorno 7: Cinquanta Sfumature di Grigio, il commento a caldo

In questo settimo giorno di Berlinale 2015 abbiamo visto in anteprima CCinquanta Sfumature di Grigio, del quale vi parliamo a caldo, appena usciti dalla proiezione. Una proiezione in IMAX che ha abbastanza deluso per qualità, perché la conversione ovviamente non rende al meglio e il risultato è un film piuttosto sfocato su tutta la linea. Se la tecnica delude, il resto purtroppo non è da meno..! Presentati inoltre in concorso Aferim!Eisenstein in Guanajuato, il nuovo film di Peter Greenaway che ha diviso la stampa.

http://youtu.be/99wEbGUGE5c

Berlinale 2015, Giorno 6: Wim Wenders presenta Every Thing Will Be Fine e 1992 la serie di Sky

Secondo la Bibbia, il sesto giorno Dio creò gli animali e l’uomo, destinato a dominare su tutti gli elementi del creato. Alla Berlinale 2015 il sesto giorno arriva invece Wim Wenders, destinato a guardare dall’alto tutti i restanti registi della competizione. Every Thing Will Be Fine è una lezione di cinema allo stato puro, una riflessione sulla cura del dolore e sul perdono girata allo stato dell’arte, con una regia autoriale, una fotografia da premio arricchita inoltre da un 3D che amplifica spazio e significati. Nel video daily di oggi il commento a caldo sul film, l’arrivo del regista e del cast in conferenza stampa e tutto sulla nuova serie di Sky 1992 con un gradito ospite, Valentina Ariete di TvZap.

http://youtu.be/6aYEb9RvRK4

Berlinale 2015, Giorno 5: Pablo Larraìn e El Club, il regista cileno mette le mani sull’Orso d’Oro

Dopo il difficile giorno passato ieri con la presentazione in concorso di Knight of Cups, il quinto giorno della Berlinale 2015 mostra il suo titolo migliore sinora: El Club (The Club) del regista cileno Pablo Larraìn, che puzza di Orso d’Oro. Finalmente un’opera che scalda la platea della stampa internazionale e raccoglie tantissimi applausi. Un film claustrofobico, un labirinto senza uscita sulla condizione umana, la fede assoluta e il rapporto con il nostro corpo, la nostra sessualità. Non della stessa qualità il film tedesco As We Were Dreaming di Andreas Dresen, un film piuttosto statico su un gruppo di adolescenti tedeschi che prova a parlare un linguaggio pop, ma fallisce. Domani il gran giorno di Wim Wenders.

http://youtu.be/ZTJmrYwJfHc?list=UUY-_0VBZ3Eku9O6RJ5wqOTA

Berlinale 2015, Giorno 4: Terrence Malick sgancia la bomba Knight of Cups

Il giorno più difficile della Berlinale 2015 sino ad ora, e probabilmente sino alla fine del festival. Presentati in concorso Mr. Holmes con un grande Ian McKellen ma soprattutto Knight of Cups con Christian Bale, Natalie Portman e Cate Blanchett, attesissima nuova opera di Terrence Malick. Il regista texano sfrutta i lati oscuri di Los Angeles per raccontare universalmente le zone d’ombra della nostra vita in un film anarchico, sconnesso, duro da digerire eppure simile ai suoi due predecessori. Vi racconto cos’è successo a Berlino oggi nel video daily.

http://youtu.be/V_cHmprNk8Y

Berlinale 2015, Giorno 2: Nicole Kidman e Werner Herzog, Taxi di Jafar Panahi

Giorno numero due della Berlinale 2015, secondo appuntamento quotidiano con il videolog di Cinefilos.it dedicato al festival. Siamo partiti a pieno ritmo (infatti la stanchezza è purtroppo visibile e palpabile), sotto i riflettori della scena di oggi il film Taxi del regista Jafar Panahi, purtroppo bloccato in patria, ma soprattutto Werner Herzog che presenta The Queen of the Desert, con una Nicole Kidman di una bellezza straordinaria, James Franco, Damian Lewis e Robert Pattinson. Chiude la giornata 45 Years di Andrew Haigh con la statuaria Charlotte Rampling. Ecco il racconto (più o meno) dettagliato di questo 6 febbraio con un grande ospite, Mauro Donzelli di ComingSoon.it.

http://youtu.be/ZoMYm0e1_nQ

Berlinale 2015, Giorno 1: Isabel Coixet e Juliette Binoche inaugurano il Festival

La Berlinale numero 65 apre ufficialmente i battenti, proprio in questi minuti il pubblico sta assistendo all’opera inaugurale Nobody Wants The Night. Firmato dalla regista spagnola Isabel Coixet (Another Me), il film vede protagonisti assolute la bellissima Juliette Binoche e Rinko Kikuchi. Unico interprete maschile Gabriel Byrne. Abbiamo visto il film questa mattina in anteprima e vi dico cosa ne penso nel daily qui in basso. Abbiamo anche incontrato la regista e il cast alla conferenza stampa del pomeriggio, durante la quale Isabel Coixet ha animato un vero e proprio show. Un daily numero 1 in formato ridotto un po’ a causa della stanchezza (abbiamo preso un aereo questa mattina alle 6 da Parigi) ma soprattutto perché il programma odierno prevedeva soltanto l’evento inaugurale. L’appuntamento è per domani, con i film e i protagonisti del giorno.

http://youtu.be/WVibq6ZR4mg

Berlinale 2015, Foto: Wim Wenders, James Franco e …

Continua la Berlinale 2015, e come di consueto arrivata alla sua 65esima edizione e come di consueto vi segnaliamo tutte le foto della giornata di ieri, che ha visto al festival personaggi del calibro di Wim Wenders, Charlotte Gainsbourg, James Franco e molti altri.

Tutte le foto:

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Berlinale 2015Il Festival internazionale del cinema di Berlino, anche noto come Berlinale, è uno dei festival cinematografici di maggior prestigio internazionale. Il festival dura generalmente dodici giorni, ospita in media più di 20.000 addetti ai lavori, tra i quali 4.200 giornalisti da circa 120 nazioni, e si tiene annualmente nel mese di febbraio a partire dal 1951. I premi principali assegnati nel corso della manifestazione sono l’Orso d’oro e l’Orso d’argento, essendo l’orso il simbolo di Berlino.

Berlinale 2015, Foto: Wim Wenders, Alba Rohrwacher e …

Continua la Berlinale 2015, e come di consueto arrivata alla sua 65esima edizione e come di consueto vi segnaliamo tutte le foto della giornata di ieri, che ha visto al festival personaggi del calibro di Wim Wenders, l’Italia con  Alba Rohrwacher e molti altri.

Tutte le foto:

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Alba RohrwacherIl Festival internazionale del cinema di Berlino, anche noto come Berlinale, è uno dei festival cinematografici di maggior prestigio internazionale. Il festival dura generalmente dodici giorni, ospita in media più di 20.000 addetti ai lavori, tra i quali 4.200 giornalisti da circa 120 nazioni, e si tiene annualmente nel mese di febbraio a partire dal 1951. I premi principali assegnati nel corso della manifestazione sono l’Orso d’oro e l’Orso d’argento, essendo l’orso il simbolo di Berlino.

Berlinale 2015, Foto: Nicole Kidman, James Franco e …

Berlinale 2015, Foto: Nicole Kidman, James Franco e …

Continua la sua marcia la Berlinale 2015, arrvata alla sua 65esima edizione e ricca di grandi film in arrivo. Ecco le attese prime star di Hollywood: Nicole Kidman, James Franco, Damien Lewis etc. L’opera inaugurale è Nobody Wants The Night. Firmato dalla regista spagnola Isabel Coixet (Another Me), il film vede protagonisti assolute la bellissima Juliette Binoche e Rinko Kikuchi. Unico interprete maschile Gabriel Byrne

Berlinale 2015, Foto: Jane Malone, Olga Kurylenko e …

Continuano ad arrivare le star alla Berlinale 2015, arrivata alla sua 65esima edizione e ricca di grandi film. Tra le star di oggi Jane Malone, Olga Kurylenko, Christopher Waltz e tanto cinema. Tutte le foto nella nostra gallery di seguito.

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Il Festival internazionale del cinema di Berlino, anche noto come Berlinale, è uno dei festival cinematografici di maggior prestigio internazionale. Il festival dura generalmente dodici giorni, ospita in media più di 20.000 addetti ai lavori, tra i quali 4.200 giornalisti da circa 120 nazioni, e si tiene annualmente nel mese di febbraio a partire dal 1951. I premi principali assegnati nel corso della manifestazione sono l’Orso d’oro e l’Orso d’argento, essendo l’orso il simbolo di Berlino.

Berlinale 2015, Foto: Christian Bale, Natalie Portman, Ian McKellen ..

Continuano ad arrivare grandi nomi alla Berlinale 2015, arrivata alla sua 65esima edizione e ricca di grandi film in arrivo. Ieri è stato il grande giorno di Terrence Malick, ma anche di Mr. Holmes con Ian McKellen. Ecco le foto di protagonisti

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Berlinale 2012: Orso d’oro per Cesare deve morire dei Taviani

I fratelli Taviani hanno vinto l’Orso d’oro alla 62ma edizione del Festival del cinema di Berlino con il semidocumentario Cesare

Berlinale 2012: ecco i primi titoli!

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Berlinale 2012: ecco i primi titoli!

La 62esima edizione Festival Internazionale del Cinema di Berlino si terrà dal 9 al 19 febbraio nella capitale tedesca; presidente della

Berlin, I Love You: il trailer del film con Keira Knightley e Helen Mirren

È online il primo trailer ufficiale di Berlin, I Love You, terzo esperimento corale dopo Paris, je t’aime del 2006 e New York, I Love You del 2009. Nel cast stellare figurano Keira Knightley, Helen Mirren, Luke Wilson, Mickey RourkeJenna Dewan, Diego Luna, Jim Sturgess, Nolan Funk, Charlotte Le Bon, Iwan Rheon, e Dianna Agron.

Tra i registi coinvolti ricordiamo invece Peter Chelsom, Claus Clausen, Fernando Eimbcke, Justin Franklin, Dennis Gansel, Dani Levy, Daniel Lwowski, Stephanie Martin, Josef Rusnak, Til Schweiger, e Massi Tadjedin.

Il film arriverà nelle sale americane il prossimo 8 Febbraio e prossimamente anche in Digital Download e On Demand.

Berlin, I Love You – il trailer

Fonte: Saba Film

Berlin Falling: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Berlin Falling: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Berlin Falling è un film thriller tedesco del 2017 diretto da Ken Duken, dove si racconta la storia di un soldato in pensione che raccoglie un misterioso autostoppista, dando vita ad eventi inaspettati. Giocando nei territori del thriller on the road che può in un primo momento ricordare il classico The Hitcher – La lunga strada della paura, Ken Durken – anche attore protagonista – si dirige in una differente direzione toccando argomenti come il terrorismo di matrice islamica in una prospettiva però piuttosto inusuale.

Per gli appassionati del genere, è dunque un film da non perdere, specialmente ora grazie al suo passaggio televisivo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Berlin Falling. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tom Wlaschiha in Berlin Falling
Foto di Tom Wlaschiha / Berlin Falling – © Edith Held

La trama e il cast di Berlin Falling

Protagonista del film è Frank Balzer (Ken Duken), un ex soldato d’élite che ha abbandonato i Berretti Verdi dell’esercito tedesco nella speranza di rifarsi una vita. Ora vive solo in un appartamento fatiscente, tormentato dal suo oscuro passato di violenza, affogando nell’alcool i ricordi traumatici della guerra. L’unica speranza che lo tiene a galla è il pensiero di riallacciare i rapporti con sua figlia Lilly, che vive lontano da lui con la sua ex moglie Claudia (Marisa Leonie Bach). Così, con l’intenzione di passare un weekend con la figlia dopo tanto tempo, Frank sale in macchina pronto a farsi un viaggio di parecchie ore per incontrarla a Berlino.

Durante una sosta in un’area di servizio, accetta di dare un passaggio a un autostoppista di nome Andreas (Tom Wlaschiha), convinto dalla sua apparente simpatia e desideroso di compagnia durante il lungo tragitto. La situazione precipita quando Frank scopre che Andreas sta trasportando una bomba nel suo zaino. L’uomo ha l’intenzione di compiere un attentato a Berlino e, con la minaccia di una pistola, vuole costringere Frank ad aiutarlo a portare a termine la sua missione. Tra i due uomini inizia un pericoloso confronto serrato fatto soprattutto di astuzia mentre la bomba sta ticchettando.

Ken Duken in Berlin Falling
Foto di Ken Duken / Berlin Falling – © Edith Held

Il finale del film

Nel finale del film, Andreas costringe Frank a salire in macchina e lo fa guidare. Mentre sono in macchina, Andreas rivela che in realtà odia i musulmani e che il video serviva solo a far credere che si trattasse di un attacco in nome dell’Islam, in modo che la gente reagisse contro gli arabi e smettesse di dipendere dagli Stati Uniti per iniziare a difendere la Germania. Arrivano alla stazione di Berlino, dove Andreas dice a Frank che sarà un martire e che dovrà far esplodere la bomba. Frank scende dall’auto e quando esita, Andreas gli ricorda di Lily. Frank reagisce picchiandolo e dicendogli che ricorda i bambini uccisi quella notte, gli odori e il dolore.

Andreas lo colpisce alla testa con una pietra, ma Frank ha la meglio e lo picchia fino a fargli perdere i sensi, poi lo trascina in macchina e fa esplodere la bomba. Nell’ultima scena, si vede la moglie di Frank uscire dalla stazione di polizia con la figlia, con le sirene lontane, ascoltando la segreteria telefonica di Frank. Egli le dice di non credere a tutto ciò che la gente dice e nel messaggio successivo lo si sente respirare a fatica dopo che Andreas lo ha colpito con il taser, implorare sua figlia e dire che farà di tutto per salvarle la vita.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 7 ottobre alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Bergman 100: la rassegna per i cento anni dalla nascita del regista

Nell’atteso centenario della nascita, che tutto il mondo si appresta a celebrare, Bergman 100 rende omaggio al grande regista svedese con un’imperdibile rassegna al Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 18 gennaio al 4 marzo, come sempre a ingresso libero per il pubblico fino a esaurimento posti. Promossa da Azienda Speciale Palaexpo, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e La Farfalla sul Mirino, la manifestazione permetterà agli spettatori di riscoprire sul grande schermo una selezione dei capolavori più amati di Ingmar Bergman, autore tuttora ineguagliato per la ricchezza dei temi affrontati e per la straordinaria ricerca formale e filosofica: si potranno così rivedere pietre miliari della storia del cinema come Il settimo sigillo e Il posto delle fragole, Persona e Sussurri e grida, Il silenzio e La fontana della vergine, presentati nelle preziose copie in pellicola 35mm provenienti dallo Svenska Filminstitutet di Stoccolma, in versione originale e integrale, con sottotitoli italiani. Ma in programma spiccano anche rarità come Crisi, opera prima del maestro diretta nel 1946, o documentari come Images from the Playground, che raccoglie delle inedite immagini amatoriali girate sul set dei suoi film dallo stesso Bergman.

Per comprendere appieno l’universo di questo artista fuori dal comune, la rassegna include anche diversi film e registi che nel corso della carriera Bergman ha indicato più volte come i suoi prediletti, da Chaplin a Fellini, da Tarkovskij a Murnau, da Sjöström a Dreyer: un’occasione unica, quindi, per ritrovare tanti titoli divenuti leggendari, come Andrej Rublëv, Il circo o La strada, senza dimenticare le proiezioni evento di tre capolavori del muto, Il carretto fantasma, La passione di Giovanna D’Arco e La leggenda di Gösta Berling, che saranno accompagnati dal vivo al pianoforte dal Maestro Antonio Coppola. L’inaugurazione di Bergman 100 sarà il 18 gennaio alle 21.00 con Il settimo sigillo, film emblematico dell’intera opera del regista e punto di riferimento per generazioni di cinefili, con la sua celeberrima partita a scacchi tra un cavaliere tornato dalle crociate (un esordiente Max von Sydow) e la Morte in persona. Venerdì 19 sarà la volta di Monica e il desiderio, tra i suoi film più liberi e sensuali, che influenzò tutta la Nouvelle Vague (la foto rubata al cinema dal protagonista de I 400 colpi di Truffaut è proprio di questo film), mentre sabato 20 gennaio sarà proiettato Il posto delle fragole, titolo chiave per la nascita stessa del cinema moderno, interpretato dall’anziano regista e maestro di Bergman, Victor Sjöström, e da due delle sue muse più talentuose, Bibi Andersson e Ingrid Thulin.

ECCO TUTTO IL PROGRAMMA

Giovedì 18 gennaio, ore 21.00
IL SETTIMO SIGILLO
Det sjunde inseglet, Svezia, 1957, 96’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand
Reduce dalle crociate, un cavaliere trova la sua terra devastata dalla peste. Quando la Morte in persona viene a ghermirlo, l’uomo le propone una sfida a scacchi. Titolo emblematico dell’intera opera di Bergman e della sua portata filosofica, resta un punto di riferimento per generazioni di cinefili.

Venerdì 19 gennaio, ore 21.00
MONICA E IL DESIDERIO
Sommaren med Monika, Svezia, 1953, 96’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Harriet Andersson, Lars Ekborg
Entrambi giovanissimi e con una situazione familiare difficile, Monica e Harry si conoscono, si innamorano e decidono di lasciare tutto per vivere su un’isola deserta. Un film libero e sensuale, luminoso e malinconico al tempo stesso, che influenzò come pochi altri i cineasti della Nouvelle Vague.

Sabato 20 gennaio, ore 21.00
IL POSTO DELLE FRAGOLE
Smultronstället, Svezia, 1957, 91’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Victor Sjöström, Bibi Andersson, Ingrid Thulin
L’anziano professore Isak Borg deve ritirare un premio all’Università di Lund e, accompagnato dalla nuora, affronta un lungo viaggio in auto in cui farà i conti con il proprio passato. Un road movie esistenziale la cui straordinaria ricchezza espressiva ha contribuito alla nascita del cinema moderno.

Domenica 21 gennaio, ore 21.00
DIARIO DI UN CURATO DI CAMPAGNA
Journal d’un curé de campagne, Francia, 1951, 110’, v.o. sott. it.
di Robert Bresson, con Claude Laydu, Nicole Ladmiral
Un giovane prete idealista finisce a fare il parroco in un paesino, dove deve scontrarsi con l’ostilità e la diffidenza della gente del posto. Fedele al romanzo di Bernanos, Bresson filma uno dei suoi film più celebri, a cui si ispirerà Bergman per Luci d’inverno, ma anche Scorsese per Taxi Driver.

Mercoledì 24 gennaio, ore 21.00
PERSONA
Persona, Svezia, 1966, 85’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Bibi Andersson, Liv Ullmann
L’attrice Elisabeth Vogler si è chiusa in un inspiegabile mutismo: ricoverata in ospedale, viene assistita dall’infermiera Alma, con cui nasce un rapporto complesso e ambiguo. Forse il film stilisticamente più audace del regista, ricco di invenzioni visive e narrative, con due protagoniste formidabili.
Il film sarà preceduto dal cortometraggio documentario
IMAGES FROM THE PLAYGROUND
Svezia, 2009, 29’, v.o. sott. it.
di Stig Björkman
Il documentario raccoglie rarissime immagini amatoriali girate sul set dei suoi film dallo stesso Bergman, svelando i retroscena (spesso scanzonati) dei suoi titoli più celebri. Accanto al regista compaiono i suoi attori prediletti, da Bibi Andersson a Liv Ullmann, da Max von Sydow a Ingrid Thulin.

Giovedì 25 gennaio, ore 21.00
CONVERSAZIONI PRIVATE
Enskilda samtal, Svezia, 1996, 130’, v. it.
di Liv Ullmann, con Pernilla August, Max von Sydow
Afflitta dal senso di colpa per aver tradito il marito, Anna inizia una serie di incontri con lo zio pastore, scavando nei traumi del proprio passato. Già musa e compagna di Bergman, Ullmann porta sullo schermo una sceneggiatura del regista, dimostrando una sensibilità e un talento fuori dal comune.

Venerdì 26 gennaio, ore 21.00
FANNY E ALEXANDER
Fanny och Alexander, Svezia, 1982, 197’, v. it.
di Ingmar Bergman, con Pernilla Allwin, Bertil Guve, Ewa Fröling
Raccontando la saga della famiglia Ekdhal, Bergman firma il suo maestoso testamento artistico, un compendio di sapore autobiografico in cui vita, arte, religione e filosofia si intrecciano senza scalfire la forza del racconto. Quattro premi Oscar, compreso quello al maestro della luce Sven Nykvist.

Domenica 28 gennaio, ore 21.00
IL CIRCO
The Circus, Usa, 1928, 71’, didasc. it.
di Charlie Chaplin, con Charlie Chaplin, Merna Kennedy
Scambiato per un ladro, Charlot si nasconde in un circo, dove involontariamente riscuote un enorme successo come clown. In un periodo molto travagliato a livello personale, Chaplin riesce comunque a girare un film modernissimo, esilarante e con un ritmo perfetto, adorato da Bergman e Fellini.

Martedì 30 gennaio, ore 21.00
CRISI
Kris, Svezia, 1946, 93’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Dagny Lind, Marianne Löfgren
Nelly ha 18 anni e vive in un paesino con la madre adottiva. Quando si fa viva a sorpresa la madre naturale, che l’aveva abbandonata, la ragazza decide di seguirla a Stoccolma. Debutto alla regia di Bergman, ancora acerbo e funestato da molti imprevisti sul set, eppure da riscoprire assolutamente.

Mercoledì 31 gennaio, ore 21.00
UN’ESTATE D’AMORE
Sommarlek, Svezia, 1951, 96’, v.o. sott it.
di Ingmar Bergman, con Maj-Britt Nilsson, Birger Malmsten
Marie, una ballerina, si vede consegnare in teatro il diario di Erik, il suo primo amore, che la fa tornare con i ricordi a quell’estate indimenticabile. “Vedere questo film”, scrisse Truffaut, “fu un evento eccezionale. È la sua naturalezza che mi ha convinto di poter scrivere dialoghi per il cinema”.

Giovedì 1° febbraio, ore 21.00
CON LE MIGLIORI INTENZIONI
Den goda viljan, Svezia, 1992, 180’, v. it.
di Bille August, con Pernilla August, Max von Sydow
Scritto da Bergman, il film rievoca l’incontro tra i genitori del regista (uno spiantato studente di teologia e una ricca borghese), nonché l’opposizione al matrimonio delle rispettive famiglie. Diretto da Bille August e interpretato da un cast superlativo, vinse una meritata Palma d’Oro a Cannes.

Venerdì 2 febbraio, ore 21.00
ANDREJ RUBLËV
Andrej Rublëv, Urss, 1966, 185’, v.o. sott. it.
di Andrej Tarkovskij, con Anatolij Solonicyn, Ivan Lapikov
Otto momenti nella vita di Andrej Rublëv, il maggiore pittore di icone della Russia medievale. Opera di sconvolgente forza e bellezza, osteggiata all’epoca dal governo sovietico ma acclamata nel tempo come uno dei capolavori di Tarkovskij, a detta di Bergman “il regista più grande di tutti”.

Sabato 3 febbraio, ore 21.00
LA FONTANA DELLA VERGINE
Jungfrukällan, Svezia, 1960, 89’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Max von Sydow, Gunnel Lindblom
Nella Svezia medievale, una giovane viene stuprata e assassinata da tre pastori che, per sfuggire alla cattura, si rifugiano ignari proprio dai genitori della ragazza. Bergman mette in campo una potenza visiva e drammatica inaudita per un film tuttora scioccante sulla fede, la vendetta e l’innocenza.

Domenica 4 febbraio, ore 21.00
IL PORTO DELLE NEBBIE
Le Quai des brumes, Francia, 1938, 91’, v. it.
di Marcel Carné, con Jean Gabin, Michel Simon
Jean, un disertore, vuole lasciare la Francia insieme alla bella Nelly, ma prima è costretto a uccidere il suo tutore e aguzzino Zabel. Pietra miliare del realismo poetico e anticipatore del noir americano, è un film di rara perfezione grazie ai talenti riuniti di mostri sacri come Carnè, Prevert e Gabin.

Giovedì 8 febbraio, ore 21.00
LA STRADA
Italia, 1954, 104’
di Federico Fellini, con Anthony Quinn, Giulietta Masina
L’ingenua Gelsomina è venduta a Zampanò, un rude artista di strada che la porta con sé in giro per l’Italia. Quando Zampanò uccide il Matto, un funambolo gentile amico della ragazza, questa troverà la forza di fuggire. Vincitore dell’Oscar, è il capolavoro che ha rivelato al mondo il genio di Fellini.

Venerdì 9 febbraio, ore 21.00
SUSSURRI E GRIDA
Viskningar och rop, Svezia, 1972, 91’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Harriet Andersson, Ingrid Thulin, Liv Ullmann
In una villa isolata, Agnes sta vivendo i suoi ultimi giorni assistita da una giovane domestica e dalle due sorelle, mentre riaffiorano i ricordi del passato. Anche grazie a un cast magnifico, Bergman non ha paura di scavare nell’animo umano a profondità inimmaginabili per il cinema prima di allora.

Sabato 10 febbraio, ore 21.00
IL CARRETTO FANTASMA
Körkarlen, Svezia, 1921, 98’ (18fps), didasc. it.
di Victor Sjöström, con Victor Sjöström, Hilda Borgström
Accompagnamento dal vivo al pianoforte del M° Antonio Coppola
Nella notte di capodanno, un vecchio alcolizzato vicino alla morte rivive alcuni episodi della sua vita passata, trovando infine la strada della redenzione. Il film più celebre di Sjöström ancora stupisce per l’uso magistrale del flashback, degli effetti speciali e di inquadrature innovative. Imperdibile.

Domenica 11 febbraio, ore 21.00
SORRISI DI UNA NOTTE D’ESTATE
Sommarnattens leende, Svezia, 1955, 108’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Eva Dahlbeck, Gunnar Björnstrand
L’avvocato Fredrik Egerman ha sposato una donna giovanissima, corteggiata anche dal nipote, ma intanto frequenta un’attrice sua ex amante, a sua volta impegnata con un conte… Commedia degli equivoci effervescente e coltissima, fece conoscere Bergman al mondo per il successo al Festival di Cannes.

Martedì 13 febbraio, ore 21.00
LA NOTTE
Italia, 1961, 122’
di Michelangelo Antonioni, con Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau
Il matrimonio tra Giovanni e Lidia è in crisi, ma dopo una festa notturna passata tra flirt deludenti e vagabondaggi, i due riusciranno a ritrovarsi. Antonioni sovverte il racconto tradizionale grazie a una regia capace di captare atmosfere e emozioni in un modo che rivoluzionerà il linguaggio del cinema.

Mercoledì 14 febbraio, ore 21.00
LA PASSIONE DI GIOVANNA D’ARCO
La passion de Jeanne d’Arc, Francia, 1928, 97’ (20fps), didasc. it.
di Carl Theodor Dreyer, con Renée Falconetti, Antonin Artaud
Accompagnamento dal vivo al pianoforte del M° Antonio Coppola
Accusata di eresia, Giovanna d’Arco deve affrontare gli interrogatori e la violenza del tribunale ecclesiastico, fino a una tragica sentenza. Totem della critica mondiale, l’opera di Dreyer resta all’altezza della sua leggenda, una reinvenzione radicale dello spazio cinematografico che ha fatto epoca.

Giovedì 15 febbraio, ore 21.00
LA PRIGIONE
Fängelse, Svezia, 1948, 98’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Doris Svedlund, Birger Malmsten
Thomas, giornalista e scrittore, vorrebbe realizzare un film su una giovane prostituta, ma i rapporti tra i due si complicano in un intreccio fatale tra arte e vita. È forse il primo film in cui un giovane Bergman mette a fuoco la sua poetica, affrontando molti temi che torneranno nelle opere più mature.

Venerdì 16 febbraio, ore 21.00
LA LEGGENDA DI GÖSTA BERLING
Gösta Berling saga, Svezia, 1924, 180’ (18fps), didasc. it.
di Mauritz Stiller, con Lars Hanson, Greta Garbo
Accompagnamento dal vivo al pianoforte del M° Antonio Coppola
Scacciato dalla sua parrocchia per alcolismo, Gösta si aggrega a una confraternita di avventurieri chiassosi e festaioli, al servizio di una nobildonna. Canto del cigno dell’epoca d’oro del muto svedese, aprì le porte di Hollywood a Stiller e alla sua scoperta Greta Gustafsson, presto ribattezzata Garbo.

Sabato 17 febbraio, ore 21.00
IL SILENZIO
Tystnaden, Svezia, 1963, 96’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Ingrid Thulin, Gunnel Lindblom
Durante un viaggio all’estero, due sorelle si fermano in una cittadina misteriosa dove nessuno parla lingue comprensibili. La tensione fra di loro, accentuata dalla convivenza, esplode. Tra i film più criptici e insieme coraggiosi del regista, con una forte componente onirica che affascina e sconcerta.

Domenica 18 febbraio, ore 21.00
COME IN UNO SPECCHIO
Såsom i en spegel, Svezia, 1961, 89’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Harriet Andersson, Max von Sydow
Karin è stata dimessa da una clinica psichiatrica e passa le vacanze con il padre, il fratello e il marito. Ma i rapporti tra i quattro sono più complessi di quanto sembra. Riflessione struggente sull’incomunicabilità e il silenzio di Dio, fece scoprire a Bergman l’isola di Fårö (e vincere il secondo Oscar).

Mercoledì 21 febbraio, ore 21.00
LUCI D’INVERNO
Nattvardsgästerna, Svezia, 1963, 81’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrand
Dopo la morte della moglie, un pastore protestante capisce di aver perso la fede e di essere ormai incapace di aiutare il prossimo. Fedele a una messinscena di grande austerità, Bergman racconta con commozione la crisi emotiva e spirituale di un uomo, con un finale aperto entrato nella storia del cinema.

Giovedì 22 febbraio, ore 21.00
ANNI DI PIOMBO
Die bleierne Zeit, Germania Ovest, 1981, 106’, v. it.
di Margarethe von Trotta, con Jutta Lampe, Barbara Sukowa
Negli anni Settanta Julianne è una giornalista, mentre la sorella Marianne milita clandestinamente nella lotta armata. Quando quest’ultima muore in carcere, Julianne inizia a indagare… Ispirato alla storia delle sorelle Ensslin, vinse il Leone d’Oro a Venezia e diede il nome a un’intera epoca.

Sabato 24 febbraio, ore 21.00
PERSONA (replica)
Persona, Svezia, 1966, 85’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Bibi Andersson, Liv Ullmann
L’attrice Elisabeth Vogler si è chiusa in un inspiegabile mutismo: ricoverata in ospedale, viene assistita dall’infermiera Alma, con cui nasce un rapporto complesso e ambiguo. Forse il film stilisticamente più audace del regista, ricco di invenzioni visive e narrative, con due protagoniste formidabili.

Domenica 25 febbraio
ore 18.00
IL POSTO DELLE FRAGOLE (replica)
Smultronstället, Svezia, 1957, 91’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Victor Sjöström, Bibi Andersson, Ingrid Thulin
L’anziano professore Isak Borg deve ritirare un premio all’Università di Lund e, accompagnato dalla nuora, affronta un lungo viaggio in auto in cui farà i conti con il proprio passato. Un road movie esistenziale la cui straordinaria ricchezza espressiva ha contribuito alla nascita del cinema moderno.
ore 21.00
DOPO LA PROVA
Efter repetitionen, Svezia, 1983, 70’, v. it.
di Ingmar Bergman, con Erland Josephson, Lena Olin
Durante le prove per la messinscena de Il sogno di Strindberg, un regista si abbandona ai ricordi parlando con una giovane attrice, Anna, di cui anni prima aveva amato la madre. Sospeso tra finzione e realtà, il film ricapitola i classici temi bergmaniani in un gioiello di drammaturgia da camera.

Martedì 27 febbraio, ore 21.00
AURORA
Sunrise, Usa, 1927, 80’, didasc. it.
di Friedrich Wilhelm Murnau, con George O’Brien, Janet Gaynor
Irretito da una donna di città, un giovane contadino lascia la famiglia e tenta di annegare la moglie, ma finisce per ricredersi e iniziare una nuova vita. Una delle vette del genio di Murnau e di tutto il cinema muto, una pietra miliare che Truffaut non esitò a definire “il più bel film mai girato”.

Mercoledì 28 febbraio, ore 21.00
IL VOLTO
Ansiktet, Svezia, 1958, 100’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Max von Sydow, Ingrid Thulin
Per vendicarsi dell’arresto e degli scherni da parte di un medico e di un poliziotto, un illusionista che pratica l’ipnotismo ordisce insieme ai soci un piano diabolico. Bergman celebra la forza dell’arte e della finzione contro l’aridità del potere, in uno dei suoi film più atipici e affascinanti.

Giovedì 1° marzo, ore 21.00
L’INFEDELE
Trolösa, Svezia, 2000, 155’, v. it.
di Liv Ullmann, con Lena Endre, Erland Josephson
Marianne e Markus sono felicemente sposati, ma la donna inizia a frequentare un amico di lui, David: l’inaspettata relazione a tre si trasforma presto in tragedia. Dopo Conversazioni private, Ullmann torna a dirigere un copione firmato da Bergman, ricreandone fedelmente l’universo emotivo e stilistico.

Sabato 3 marzo, ore 21.00
IL SETTIMO SIGILLO (replica)
Det sjunde inseglet, Svezia, 1957, 96’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand
Reduce dalle crociate, un cavaliere trova la sua terra devastata dalla peste. Quando la Morte in persona viene a ghermirlo, l’uomo le propone una sfida a scacchi. Titolo emblematico dell’intera opera di Bergman e della sua portata filosofica, resta un punto di riferimento per generazioni di cinefili.

Domenica 4 marzo
ore 18.00
LA FONTANA DELLA VERGINE (replica)
Jungfrukällan, Svezia, 1960, 89’, v.o. sott. it.
di Ingmar Bergman, con Max von Sydow, Gunnel Lindblom
Nella Svezia medievale, una giovane viene stuprata e assassinata da tre pastori che, per sfuggire alla cattura, si rifugiano ignari proprio dai genitori della ragazza. Bergman mette in campo una potenza visiva e drammatica inaudita per un film tuttora scioccante sulla fede, la vendetta e l’innocenza.
ore 21.00
RASHOMON
Rashōmon, Giappone, 1950, 88’, v. it.
di Akira Kurosawa, con Toshirō Mifune, Machiko Kyō
Un bandito è accusato di aver ucciso un samurai e di averne violentato la moglie, ma la versione dell’accaduto che dà ciascun testimone è diversa dall’altra. Il capolavoro “pirandelliano” che aprì la strada in Occidente a Kurosawa e al cinema giapponese. Leone d’Oro e Oscar per il Miglior film straniero.

Bergamo Film Meeting dedica una retrospettiva all’attore e regista polacco Jerzy Stuhr

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Bergamo Film Meeting, in occasione della sua 41ª edizione, in programma dall’11 al 19 marzo 2023, dedica in anteprima nazionale una retrospettiva a Jerzy Stuhr, eclettico e intenso attore di cinema e teatro, interprete amatissimo da autori come Andrzej Wajda e Krzysztof Kieślowski, oltre che sceneggiatore e regista di opere raffinate e malinconiche. Con la retrospettiva su Jerzy Stuhr BFM aggiunge un altro tassello alla proposta messa in campo per la prossima edizione, di cui ha già annunciato la personale completa dedicata all’animatrice ceca Michaela Pavlátová.

Al contempo il Festival, che entra nella sua quinta decade, dà il via alla campagna Support BFM 2023per sostenere le attività che l’Associazione Bergamo Film Meeting Onlus realizza durante tutto l’anno.

Jerzy Oskar Stuhr

Jerzy Oskar Stuhr nasce a Cracovia il 18 aprile 1947. Dopo essersi laureato in letteratura polacca nel 1970 presso l’Università Jagellonian, studia all’Accademia di arti drammatiche di Cracovia (Państwowa Wyższa Szkoła Teatralna). Personalità eclettica, dotata di solide qualità drammatiche, è uno degli attori più popolari e versatili del cinema polacco. Nel corso della sua carriera ha lavorato anche come sceneggiatore, regista, produttore e docente di arte drammatica. Interprete convincente tanto nel registro comico quanto in quello tragico e patetico, a partire dalla metà degli anni ’70 ha offerto il suo volto di uomo qualunque a film di Krzysztof Zanussi, Andrzej Wajda, Agnieszka Holland. Dal film La cicatrice (Blizna, 1976) inizia l’importante collaborazione con Krzysztof Kieślowski, per il quale interpreta, fra gli altri, Il cineamatore (Amator, 1979), Decalogo 10 (Dekalog, dziesięć, 1989) e Tre colori – Film bianco (Trois couleurs: Blanc, 1994).

Parallelamente, sotto la regia di Jerzy Jarocki e Andrzej Wajda, si cimenta a teatro con i classici russi (Čechov, Gogol’, Dostoevskij) e con Shakespeare; intraprende una fortunata carriera televisiva di comico e intrattenitore con l’attore Bogusław Sobczuk; e come regista, insegnante di teatro e attore, nel 1980 riceve il ruolo di Ambasciatore del teatro polacco in Italia e in Europa da L’Atelier di Formia – Istituto Internazionale di Ricerca sul Teatro Contemporaneo, diretto dal regista Giovanni Pampiglione. Da questo momento consolida il rapporto con la cultura italiana, attraverso l’incontro con artisti del teatro e del cinema del nostro Paese come Adriana Asti, Paolo Graziosi, Michele Placido e Nanni Moretti, lavorando al Piccolo di Milano, allo Stabile di Genova e a quello di Trieste. «Tutto ciò lo devo all’Atelier di Formia e a Giovanni Pampiglione, che all’epoca mi invitò in questo magnifico posto… È stato il mio ingresso personale in Europa, nell’Europa del teatro e dell’arte». (Jerzy Stuhr, luglio 2005).

Esordisce con successo alla regia teatrale nel 1985 con il monologo Il contrabbasso (Der Kontrabaß) di Patrick Süskind, del quale è anche interprete. Nel corso degli anni ’90 dirige poi diverse opere shakespeariane. Con Wajda e Kieślowski collabora anche in qualità di assistente alla regia e il suo debutto dietro la macchina da presa avviene nel 1995, con Spis cudzołożnic, tratto da un romanzo di Jerzy Pilch. Nel 1997 firma la sua seconda opera cinematografica, Storie d’amore (Historie miłosne, 1997), dedicata a Kieślowski, morto l’anno precedente. Il film, presentato in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, vince il Premio FIPRESCI e altri riconoscimenti.

Ritorna a Venezia due anni dopo con Sette giorni nella vita di un uomo (Tydzień z życia mężczyzny, 1999), che racconta la storia di sette casi di un magistrato. Il successivo Il grande animale (Duże zwierzę, 2000), da una sceneggiatura di Kieślowski, vince il premio speciale della giuria al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary. Nel 2003 dirige Che tempo fa (Pogoda na jutro), la storia del ricongiungimento di una famiglia, dopo la fuga dalle persecuzioni del regime comunista, mentre, di nuovo a Venezia, nel 2005 gli viene consegnato il Premio Robert Bresson alla carriera. Nel 2007 è autore, regista e interprete di Korowód, un racconto morale che inizia dalla risposta a una chiamata di un telefonino abbandonato sul treno da uno sconosciuto.Con il ruolo di un produttore cinematografico ne Il Caimano (2006), inizia il rapporto di collaborazione e amicizia con Nanni Moretti che proseguirà interpretando Marcin Raijski, portavoce della Santa Sede nel film del 2011 Habemus Papam, presentato lo stesso anno in concorso al Festival di Cannes.
Jerzy Stuhr è tra i protagonisti dell’ultimo film di Moretti Il sol dell’avvenire, in uscita il prossimo anno. In collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma.

Bergamo Film Meeting 2020: focus su João Nicolau, Rúnar Rúnarsson e Danis Tanović

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La ricognizione nel cinema europeo contemporaneo della 38a edizione di Bergamo Film Meeting si soffermerà sul lavoro di João Nicolau (Portogallo), Rúnar Rúnarsson (Islanda) e Danis Tanović (Bosnia ed Erzegovina). Dei tre registi, le cui opere si caraterizzano per l’attenzione alle vicissitudini di individui immersi nelle contraddizioni della società, in balia delle turbolente problematiche generazionali, e straziati dalle complessità dei conflitti socio politici, sarà presentata la personale completa.

La sezione si completerà con Boys & Girls. The best of Cilect Prize, che mostrerà una selezione dei film di diploma delle scuole di cinema europee che aderiscono al CILECT, e con Europe, Now! Film Industry Meetings, due giornate professionali, in programma il 13 e 14 marzo, che intendono essere una piattaforma di networking e aggiornamento sulle opportunità che festival, mercati, training programmes e fondi europei e nazionali offrono oggi a giovani registi e produttori italiani, in un’ottica di internazionalizzazione e professionalizzazione.

Il Festival, in programma dal 7 al 15 marzo, proporrà inoltre 7 lungometraggi in anteprima italiana nella Mostra Concorso; 15 documentari nel concorso Visti da Vicino; la retrospettiva dedicata a Jerzy Skolimowski, regista, sceneggiatore e attore polacco, figura tra le più importanti e originali del cinema d’autore mondiale; l’omaggio, accompagnato dalla mostra Gwen, le livre de sable, al maestro dell’animazione Jean-François Laguionie; il passaggio di testimone con Bergamo Jazz; il Kino Club, sezione per i giovani spettatori; insieme alle anteprime e ad un vivace contorno di appuntamenti realizzati grazie al network di collaborazioni con le diverse realtà culturali del territorio e non solo.
Bergamo Film Meeting inaugurerà ufficialmente la sua 38a edizione venerdì 6 marzo, presso il Teatro Sociale di Bergamo alle ore 21.00 con il film THX 1138 (L’uomo che fuggì dal futuro, 1971) di George Lucas musicato dal vivo dagli Asian Dub Foundation, in anteprima europea.

Il programma completo della 38a edizione sarà annunciato a fine febbraio.

Bergamo Film Meeting – Ursula Meier e Jaco Van Dormael sono i protagonisti di Europe, Now!

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La ricognizione nel cinema europeo contemporaneo della 41a edizione di Bergamo Film Meeting sarà incentrata sul lavoro di Ursula Meier (Francia – Svizzera), le cui opere – che si collocano sulla sottile linea di confine tra finzione e documentario – analizzano abilmente la profonda ambivalenza dei legami emotivi, e Jaco Van Dormael (Belgio), autore dallo stile narrativo sperimentale, non-lineare, onirico e visionario, che ha da sempre indirizzato il suo cinema verso personaggi e temi dell’infanzia, soffermandosi con grande sensibilità sulla raffigurazione della complessità della vita. Dei due registi sarà presentata in anteprima nazionale la personale completa.

La sezione sarà arricchita da una selezione dei film di diploma delle scuole di cinema europee che aderiscono al CILECT – realizzata in collaborazione con la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano -, e da Europe, Now! Film Industry Meetings (13 – 14 marzo) le due giornate rivolte ai professionisti di settore che intendono essere un’occasione di networking e una piattaforma di aggiornamento.

Ursula Meier (Besançon, Francia, 1971)

Ursula Meier è regista e sceneggiatrice. Lavora spesso sulla sottile linea di confine tra finzione e documentario, analizzando con grande abilità la profonda ambivalenza dei legami emotivi. Cresciuta nella Francia orientale, vicino al confine svizzero, studia produzione cinematografica e televisiva in Belgio presso lo IAD – Institut des Arts de Diffusion e inizia a lavorare come assistente di Alain Tanner nella seconda metà degli anni ’90. Il suo film di diploma Le Songe d’Isaac e il successivo Des Heures sans sommeil (1998), che vince il premio speciale della giuria al Festival international du court métrage de Clermont-Ferrand e il Gran Premio Internazionale al Toronto Film Festival, le permettono di dedicarsi completamente al cinema.

Nel 2001 dirige il cortometraggio Tous à table, che racconta di un gruppo di amici che si ritrovano ad una particolare cena di compleanno: il corto vince il premio del pubblico a Clermont-Ferrand. Dopo due documentari, Autour de Pinget (2000) – omaggio al lavoro dello scrittore Robert Pinget – e Pas les flics, pas les noirs, pas les blancs (2002) – sulla straordinaria storia di Alain Devegney, vice sergente della gendarmeria di Ginevra -, dirige Des épaules solides (2003), prodotto per la serie di ARTE “Masculin-Féminin/Petite Caméra”, ottenendo un grande successo di pubblico e una candidatura allo Swiss Film Prize. Il film racconta la storia di Sabine, una giovane atleta di grande talento che vuole intraprendere una carriera sportiva da professionista e per farlo spinge il suo corpo a limiti estremi.

Il suo primo lungometraggio è Home, con Isabelle Huppert, del 2008, in cui racconta le vicissitudini di una famiglia che vive in un villino isolato situato nei pressi di un’autostrada chiusa, che con loro grande sorpresa e preoccupazione sta per essere riaperta, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. Il film è stato presentato durante la Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes 2008 e ha ricevuto la candidatura ai Premi César 2009 nella categoria migliore opera prima, ottenendo inoltre la nomination per la migliore fotografia e migliore scenografia. Nel 2012 con L’Enfant d’en haut (Sister), storia dei fratelli Simon e Louise, riceve una menzione speciale per l’Orso d’argento al Festival di Berlino e rappresenta la Svizzera nell’ambito dei film proposti per l’Oscar 2013 al miglior film straniero; riceve inoltre una candidatura ai Premi Lumière 2013 per il miglior film francofono e una agli Independent Spirit Awards 2013 come miglior film straniero.

Nel 2014 fa parte dei 13 registi che realizzano il film collettivo I ponti di Sarajevo, girato in occasione del centenario della prima guerra mondiale e presentato al Festival di Cannes; il suo segmento, Tišina Mujo, si svolge durante un allenamento di calcio nello stadio Zetra, dove il piccolo Mujo fallisce un calcio di rigore mandando il pallone oltre la recinzione. Realizza poi Kacey Mottet Klein, Naissance d’un acteur (2015), cortometraggio in cui la regista documenta la crescita fisica e professionale del giovane attore protagonista dei suoi due precedenti film, e Ondes de choc – journal de ma tête (2018), lungometraggio con Fanny Ardant, in cui un giovane uccide i genitori dopo aver inviato il proprio diario segreto alla sua professoressa di francese.

La ligne (La ligne – La linea invisibile, 2022), storia di tre sorelle, una madre e una distanza forzata, è l’ultimo lavoro di Ursula Meier presentato in concorso al Festival di Berlino 2022 con protagonista Valeria Bruni Tedeschi. Il film racconta le dinamiche di una famiglia atipica, in cui è soprattutto lo spazio a definire affetti e relazioni. La regista sarà presente al Festival dal 13 al 15 marzo. Con il patrocinio del Consolato Generale di Svizzera a Milano. In collaborazione con SWISS FILMS.

Jaco Van Dormael (Ixelles, Belgio, 1957)

È regista, sceneggiatore e drammaturgo. Cresciuto tra Germania e Belgio, Van Dormael sviluppa in primis la passione per il teatro, che lo accompagna lungo tutta la sua carriera artistica. A diciott’anni intraprende la professione di clown e diventa regista di spettacoli per bambini. Dopo aver studiato cinema alla Louis-Lumière di Parigi e all’INSAS di Bruxelles, agli inizi degli anni ’80 scrive e dirige i suoi primi cortometraggi documentari e di finzione. Il più conosciuto, È pericoloso sporgersi (1984), è la storia di un bambino che vive due possibili versioni del suo futuro. Il corto vince il Gran Prix al festival di Clermont-Ferrand e già rivela il suo stile narrativo sperimentale, non-lineare, onirico e visionario, la predilezione per i personaggi e i temi dell’infanzia, e la quasi ossessione nel raffigurare la complessità della vita, racchiusa tra scelte e destino, tra limitazioni e possibilità.

Il successo di pubblico e critica arriva nel 1991, con il primo lungo, Toto le héros – Un eroe di fine millennio, dove il vecchio Totò è convinto di essere stato scambiato ancora in fasce con il suo vicino di casa ed è deciso a vendicarsi per essere stato derubato della sua vera vita. Al debutto a Cannes, il film vince la Caméra d’Or, cui seguono un César e 4 European Film Award. Nel 1996, presenta L’ottavo giorno, Palma d’oro a Cannes per i due protagonisti, Daniel Auteuil e Pascal Duquenne, che interpretano sullo schermo la speciale amicizia tra un uomo qualunque e un ragazzo Down. Al centro, un altro dei temi che percorrono la filmografia di Van Dormael, ossia quello della disabilità fisica e mentale, sempre affrontata con rispetto e sensibilità. Passano molti anni prima che il regista belga realizzi Mr. Nobody (2009), con Jared Leto e Sarah Polley e premio per la miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia. Riprendendo il soggetto delle vite “alternative” di È pericoloso sporgersi (in realtà tutti i film di Van Dormael si richiamano l’un l’altro), ci racconta di un ipotetico futuro dove Nemo Nobody, l’ultimo dei mortali nonché uomo più vecchio al mondo, ripercorre le possibili versioni del suo passato, in un intrico di vite vissute o immaginate, condizionate da scelte individuali e casualità.

Si arriva al 2015 per vedere Dio esiste e vive a Bruxelles. Ancora una volta una storia fantastica e surreale, dove un Dio dispotico e violento tormenta e controlla i destini degli umani attraverso un vecchio computer. Presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs, il film è stato un nuovo successo di pubblico, di critica e di incassi, ha vinto quattro Magritte Awards, tra cui Miglior Film, Miglior Regista e Miglior Sceneggiatura. Jaco Van Dormael, non è un autore prolifico, abituato a sviluppare le sue sceneggiature per anni, rielaborando idee e suggestioni raccolte in appunti accumulati di giorno in giorno. Tra un film e l’altro può passare oltre un decennio, anche se intervallato da alcuni corti e lavori teatrali. In tal senso, il suo ultimo lavoro rappresenta un’anomalia: Bovary (2021), nato da un adattamento teatrale del romanzo di Flaubert, scritto da Michael De Cock, direttore artistico del Royal Flemish Theatre di Bruxelles. Lo spettacolo originale doveva essere rappresentato dal vivo, ma viene cancellato a causa della pandemia. Pur di consegnarlo a un pubblico, Van Dormael accetta di girare in pochissimo tempo e di dargli vita sullo schermo: «In cinque giorni ho provato a fare qualcosa che non è un film e che non è teatro», facendo largo uso di retroproiezioni e primi piani prolungati o ricorrendo ad altri stratagemmi cinematografici. Un esperimento figlio di una situazione emergenziale, che tuttavia gli consente di unire, per una volta, la sua passione per il cinema e per il palcoscenico.

Berenice Marlohe per Terrence Malick!

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Berenice Marhohe, la provocante Bond Girl al fianco di Daniel Craig in Skyfall di Sam Mendes, è entrata a far parte del cast del progetto senza titolo firmato da Terrence Malick con Natalie Portman, Christian Bale, Cate Blanchett, Michael Fassbender, Ryan Gosling e Rooney Mara.

Il film ruoterà intorno a due appassionati e ossessivi triangoli amorosi, ma come spesso accade con il lavoro di Malick non si conoscono ancora ulteriori dettagli su titolo e trama.

fonte: the Hollywood Reporter

Bérénice Bejo: 10 cose che non sai sull’attrice

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Bérénice Bejo: 10 cose che non sai sull’attrice

Bérénice Bejo è una di quelle attrici che ha contribuito a cambiare il volto del cinema internazionale e continua farlo tuttora. L’attrice, che ha iniziato la sua attività da ragazza, ha catturato sin da subito il cuore del pubblico francese, per poi conquistare quello mondiale grazie al suo grande talento.

Ecco dieci cose da sapere su Bérénice Bejo.

Bérénice Bejo: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attrice inizia nel 1996, quando debutta sul grande schermo in Les soeurs Hamlet, per poi proseguire con La captive (2000), Passionnément (2000), Meilleur espoir féminin (2000), Il destino di un cavaliere (2001), Comme un avion (2002), 24 ore nella vita di una donna (2002) e Sem Ela (2003). In seguito, ha lavorato in Dans le rouge du couchant (2003), Cavalcade (2005), OSS 117: Le Caire, nid d’espions (2006), La maison (2007), Modern Love (2008), Proie (2010) e The Artist (2011). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Tutti pazzi per Rose (2012), Il paradiso degli orchi (2013), Il passato (2013), Le dernier diamant (2014), L’infanzia di un capo (2015), Fai bei sogni (2016), Dopo l’amore (2016), Il mio Godard (2017), Three Peaks (2017), L’incredibile viaggio del fachiro (2018), Il segreto di una famiglia (2018), Il principe dimenticato (2020), La felicità degli altri (2020) e Il materiale emotivo (2021).

2. Ha lavorato in diverse serie tv. Oltre ad aver prestato la sua attività lavorativa per il cinema, l’attrice ha partecipato spesso a progetti per il piccolo schermo. Infatti, ha debuttato nel mondo della recitazione nelle serie Regards d’enfance (1996), per poi proseguire con le serie L’@mour est à réinventer (1996), Julie Lescaut (1997), Alice Nevers – Professione giudice (1997), Un et un font six (1997-1999), Sauvetage (2000), Les redoutables (2000) e Vertiges (2002). In seguito, appare nei film tv Nuages (2006) e Sa raison d’être (2008).

3. Ha partecipato a diversi corti ed è anche doppiatrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha sperimentato solo il mondo del cinema o delle serie per recitare. Infatti, non ha mai disdegnato il fatto di apparire in qualche cortometraggio, come è successo per Pain perdu (1993), Une petite fée (2002), Jeux de plage (2003), Ciao bambino (2004), Sans douleur (2004), Un homme peut en cacher un autre (2007), Le courrier du parc (2008), Love Me Baby (2010) e Aujourd’hui (2012). Inoltre, ha vestito in panni di doppiatrice, prestando la propria voce per il film Funan (2018).

Bérénice Bejo

Bérénice Bejo: OSS 117, il marito e i figli

4. È sposata da diversi anni. L’attrice è impegnata da molti anni con il regista Michel Hazanavicius, conosciuto nel 2006 sul set del film OSS 117: Le Caire, nid d’espions (in Italia distribuito con il titolo Agente speciale 117 – al servizio della Repubblica – Missione Cairo). Da quel momento, i due non si sono più lasciati, convolando a nozze nel 2008 e rimanendo insieme da allora.

5. È stata diretta molte volte dal marito. Oltre a OSS 117, l’attrice è stata diretta dal marito altre tre volte: infatti, i due hanno lavorato insieme in The Artist, The Search e Il mio Godard. Nel 2020 hanno dato luce al loro quinto lungometraggio insieme, dal titolo Il principe dimenticato.

6. È madre di due figli. Dall’unione con il marito Michel Hazanavicius, l’attrice è diventata madre di due figli: Lucien, nato il 25 luglio del 2008, e Gloria, nata il 18 settembre del 2011. Prima di incontrare lei, suo marito aveva avuto da un precedente matrimonio le figlie Simone e Fantine. Tuttavia, l’attrice considera le sue ragazze come figlie sue, senza fare distinzioni con i suoi figli naturali.

Bérénice Bejo non è su Instagram

7. Non ha un account sul noto social. L’attrice, a differenza della maggior parte dei suoi colleghi, ha deciso di non avere un account sul social network Instagram. La Bejo, infatti, ha sempre dichiarato di non apprezzare molto queste piattaforme, troppo spesso invadenti. Standone lontana, ha dunque modo di mantenere più privata la sua vita fuori dal set, evitando di condividere ogni singolo momento della sua vita con persone che non conosce. I suoi fan possono tuttavia ritrovare diversi profili a lei dedicati con notizie sui suoi progetti da interprete.

Bérénice Bejo

Bérénice Bejo in The Artist

8. Ha lavorato molto per una scena del film. Jean Dujardin e l’attrice, protagonisti del film The Artist, hanno provato la sequenza di danza più famosa per ben cinque mesi, esercitandosi quasi ogni giorno nello stesso studio che Debbie Reynolds e Gene Kelly erano soliti usare per Cantando sotto la pioggia (1952). Dopo innumerevoli prove, sono infine riusciti ad eseguire personalmente l’intera coreografia senza mai sbagliare.

9. È stata candidata a diversi premi. Grazie all’interpretazione di Peppy Miller in The Artist, l’attrice ha ricevuto diverse candidature come quella agli Oscar e ai Golden Globe per la Miglior attrice non protagonista, e ai BAFTA per la Miglior attrice protagonista. Tra le varie nomination ricevute, l’attrice è riuscita a vincere un Premio César, gli Oscar francesi, come Miglior attrice protagonista.

Bérénice Bejo: età e altezza

10. Bérénice Bejo è nata il 7 luglio del 1976 a Buenos Aires, in Argentina. La sua altezza misura complessivamente 167 centimetri.

Film: IMDb, Allociné

Bérénice Bejo, Mélanie Laurent e Audrey Tautou per l’Eternité

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Bérénice Bejo, Mélanie Laurent e Audrey Tautou per l’Eternité

Il trio di attrici francesi Bérénice Bejo, Mélanie Laurent e Audrey Tautou reciterà insieme in Eternité, prima pellicola francese di Tran Anh Hung. Bérénice Bejo (Il Passato), Mélanie Laurent (Bastardi Senza Gloria) e Audrey Tautou (Il Codice Da Vinci): tre bellezze del cinema francese, tre talentuose attrici riconosciute anche nel panorama internazionale.

Il trio di interpreti d’oltralpe apparirà per la prima volta nello stesso film, Eternité, tratto dal romanzo inedito in Italia L’Elegance des veuves della scrittrice francese Alice Ferney. Eternité sarà il primo film in lingua francese diretto da Tran Anh Hung, regista de Il profumo della papaya verde (1993) originario del Vietnam del Sud. L’adattamento cinematografico del romanzo copre un arco narrativo di un secolo, dalla fine dell’Ottocento alla fine del Novecento, raccontando la storia di tre generazioni di donne alle prese con la maternità e la loro evoluzione da  ragazze a madri e vedove.

Le riprese del film inizieranno in estate. Una curiosità: Le tre attrici francesi sono state madrine del Festival di Cannes rispettivamente nelle ultime tre edizioni del festival: Mélanie Laurent nel 2011, Bérénice Bejo nel 2012 e Audrey Tautou nel 2013.

Fonte: Variety

Bérénice Bejo sostituisce Marion Cotillard per Asghar Farhadi

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L’attrice francese Bérénice Bejo sostituirà Marion Cotillard come protagonista del prossimo film di Asghar Farhadi. Allociné informa che Bérénice Bejo, candidata all’Oscar come migliore non protagonista per The Artist, sostituirà la star Marion Cotillard nel ruolo di protagonista femminile nel nuovo film del regista Asghar Farhadi, di cui già si parlava durante l’ultimo Festival di Cannes.

Pare infatti che l’attrice Premio Oscar – tra qualche giorno sui nostri schermi ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno – non sia riuscita a conciliare le imminenti riprese del film con gli impegni promozionali di Low Life di James Gray e Un sapore di ruggine e ossa, che vedremo in Italia a ottobre.
Subentra nel progetto la brillante Bérénice Bejo, che sarà affiancata da Tahar Rahim (Il Profeta) nel film del regista di Una Separazione. La pellicola, ancora senza titolo, è descritta come un thriller sociale. Le riprese cominceranno a ottobre a Parigi e dintorni, mentre il film dovrebbe uscire la prossima primavera, magari in tempo per Cannes.

Bérénice Bejo reciterà con Robert Pattinson

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Bérénice Bejo

Bérénice Bejo reciterà insieme a Robert Pattinson in The Childhood of a Leader, debutto alla regia di Brady Corbet.

Berenice Bejo protagonista per Marco Bellocchio

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Berenice Bejo protagonista per Marco Bellocchio

Marco Bellocchio ha trovato la sua nuova protagonista Oltralpe. Si tratta della magnifica Berenice Bejo che sarà la protagonista di Fai bei sogni, prossimo progetto del regista nostrano, che vede già nel cast Valerio Mastandrea, Fabrizio Gifuni, Guido Caprino e Barbara Ronchi.

Il film è basato sull’omonimo romanzo best seller di Massimo Gramellini che racconta il trauma di un bambino alla morte prematura della madre. Abbiamo visto la Bejo di recente in The Search diretta dal marito e regista premio oscar, Michael Hazanavicius.

Fonte: Variety

Berenice Bejo parteciperà al nuovo film di Michele Placido

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Berenice-BejoBerenice Bejo, dopo il grande successo di The Artist, è impegnata nella lavorazione di molti altri film, tra cui The Search del marito Michel Hazanavicius e The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, a cui sembra che andrà ad aggiungersi anche L’innesto,  l’ultimo lavoro di Michele Placido. L’innesto, chesi ispira ad un racconto di Pirandello, narra la storia di una donna che, non rimasta incinta dopo diversi anni di matrimonio, decide di portare avanti una gravidanza conseguenza di una violenza, dovendo però affrontare la contrarietà del marito che vorrebbe invece costringerla ad abortire. Il film, essendo una coproduzione francese, sarà girato in Francia.

Bérénice Bejo è la madrina del Festival di Cannes!

Bérénice Bejo è la madrina del Festival di Cannes!

Bérénice Bejo, la protagonista di The Artist, sarà la madrina della 65^ edizione del Festival di Cannes, presieduto da Nanni Moretti. In attesa della lista ufficiale dei film selezionati in arrivo domani, la stampa francese rivela il nome della madrina dell’imminente edizione del Festival di Cannes. Si tratta di Bérénice Bejo, la brillante protagonista del pluripremiato The Artist, che succede quindi a Mélanie Laurent.

L’attrice francese, sposata con Michel Hazanavicius e madre di due bambini, aprirà e chiuderà il festival presieduto quest’anno da Nanni Moretti il 16 e il 27 maggio. Proprio l’anno scorso la Bejo è stata una delle attrici più apprezzate a Cannes per la sua interpretazione nel film muto, e proprio a Cannes iniziò la corsa trionfale di The Artist con la Palma d’oro per l’interpretazione maschile vinta da Jean Dujardin.

Un anno dopo, Bérénice Bejo tornerà al prestigioso festival in veste di madrina, dopo aver vinto il César come migliore attrice e aver ottenuto una nomination all’Oscar come migliore attrice non protagonista.

Beorn: alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit

Beorn: alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit

Beorn compare solo ne Lo Hobbit ed è uno dei personaggi più misteriosi e interessanti di tutta la mitologia tolkieniana, insieme a Tom Bombadil.

Alcuni dicono che è un orso discendente dai grandi e antichi orsi delle montagne che vivevano lì prima che arrivassero i Giganti. Altri dicono che è un discendente dei primi Uomini che vivevano in questa parte del mondo, prima che vi arrivassero Smaug e gli altri draghi, e prima che gli Orchi arrivassero dal Nord sulle colline. Quale sia la verità non saprei dirlo, anche se personalmente mi pare più verosimile la seconda ipotesi. 

Lo Hobbit

 E’ un mutapelle, in quanto può trasformarsi in orso, anche se non vengono mai ben descritte le modalità in cui egli cambia il suo aspetto. Vive tra le Montagne Nebbiose e il Bosco Atro e aiuterà Gandalf, Bilbo e i 13 Nani a trovare ristoro e riposo dopo la disavventura con gli Orchi. Tornerà poi durante la battaglia dei Cinque Eserciti, uccidendo personalmente Bolg, il capo degli orchetti del Sud.

Il suo aspetto è quello di un “omone dalla fitta barba nera, capelli neri, grosse braccia e gambe nude dai muscoli nodosi”… “indossava una tunica di lana che gli arrivava alle ginocchia, e si appoggiava a un’ascia enorme”. Caratterialmente è invece descritto come schivo e diffidente verso i visitatori, specialmente se nani. Solo l’ingegno di Gandalf permetterà alla compagnia di riuscire ad entrare nella sua casa e di beneficiare della sua ospitalità.

Ama moltissimo gli animali per cui non caccia, e mangia solo panna e miele delle api giganti che alleva lui stesso. Odia sopra ogni cosa gli Orchi che hanno occupato le Montagne che lui riteneva essere suo territorio. In un’occasione, Gandalf afferma che Beornnon è soggetto a nessun potere magico tranne che al suo”. La parola “beorn” significa orso e deriva da béo, ovvero ape, in riferimento all’amore che gli orsi hanno per il miele.

La sua casa fu disegnata da Tolkien stesso sul modello di una tipica sala germanica. Nel film su Lo Hobbit del 1977 il personaggio di Beorn è stato tagliato. Verrà invece compreso nella trilogia di Peter Jackson che ha affidato all’attore Mikael Persbrandt il compito di interpretarlo.

Benvenuto Presidente: recensione del film con Claudio Bisio

Benvenuto Presidente: recensione del film con Claudio Bisio

Arriva al cinema distribuito da 01 Distribution il film di Riccardo Milani Benvenuto Presidente, con protagonista Claudio Bisio.

Ne Benvenuto Presidente il Parlamento Italiano non riesce a trovare un accordo sull’elezione del presidente della Repubblica e a un certo punto tutte le forze politiche per scherno e protesta eleggono Giuseppe Garibaldi. Ma in Italia solo uno ha tutti i requisiti per diventare presidente. “Peppino”, così chiamato dai suoi amici,  è pervaso da uno inguaribile ottimismo e vive nella quiete di un paesino di montagna. Strappato dalla sulla vita si ritroverà a ricoprire un ruolo per quale si pensa essere inadeguato…

Riccardo Milani porta in scena una commedia leggera, che prende uno dei temi più visitati nel cinema “l’uomo qualunque che sale al potere” invaso da quel senso di ingenuità che lo porta ad essere simpatico ed ironico su tutto il severo protocollo del palazzo. Ma più che le gag e i lati comici, che sono ben riusciti e incontrano facilmente il sorriso della platea, si conferma il momento d’oro dello sceneggiatore, Fabio Bonifacci che sarà al cinema con tre suoi lavori (Amiche da morire e Il principe Abusivo).

Viene tracciato un percorso che tocca la cultura popolare e viene riletta nei toni della commedia senza però farsi tentare dalla battuta facile che nasce dalla propaganda o dal consenso generale. La storia che il regista romano riprende è equilibrata nel ripercorre le fasi del personaggio-Bisio che vanno dalla proclamazione sino alla morale sottile ma pungente che il film racchiude in sé. Ma che purtroppo perde di ritmo e verve nei vari appuntamenti “d’agenda” che il Presidente deve rispettare a discapito di una certa continuità narrativa. Altre sequenze invece sono rese ridondati da una musica di repertorio ben curata ma troppo presente.

Nel cast artistico, spicca la bravura di Claudio Bisio anche se nel finale si sfuma facendo vedere di più l’attore; convincente è il ruolo di Kasia Smutniak nel duplice ruolo di donna di palazzo che riscopre la sua doppia identità. Ma l’originalità la rappresentano Giuseppe Fiorello, Cesare Bocci e Massimo Popolizio, i tre politici-eminenze grige che se pur non volutamente schierate da nessuna parte, rendono perfettamente un ritratto agrodolce della politica, con tutte le contraddizioni e le malefatte che nascondo. Altra piacevole sorpresa è scoprire il ruolo “dei poteri forti” in Lina Wertmüller, Pupi Avati, Steve della Casa e Gianni Rondolino, strappando l’ulteriore sorriso e aggiungendo la ciliegina sulla torta.

Benvenuto Presidente è un gradevole film comico che si collega ai recentissimi, Viva la libertà di Roberto Andò, Viva l’Italia di Massimiliano Bruno e Al Tutto Tutto, Niente Niente con Antonio Albanese. Anche se in quest’ultimo caso non c’è nessuna volontà di indirizzare la battuta alla politica ma piuttosto si usa la favola per riscoprire i lati buoni della commedia all’italiana. Dal 21 Marzo al cinema e in anteprima il 16 Febbraio al Festival di Bari.

Benvenuti in Casa Esposito: intervista ai protagonisti

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Benvenuti in Casa Esposito: intervista ai protagonisti

Antonia Truppo e Giovanni Esposito sono trai protagonisti di Benvenuti in Casa Esposito, il nuovo film diretto da Gianluca Ansanelli e presentato in anteprima al Monte-Carlo Film Festival. Il film arriverà in sala il 2 agosto 2021, distribuito da Vision Distribution.

Tenetevi forte. Preparatevi a ridere e a commuovervi. Sono arrivati gli Esposito! Il rione Sanità, dove è nato il principe della risata Totò, è uno dei più affascinanti e misteriosi di Napoli. Qui vive, con la sua famiglia allargata, Tonino Esposito, orfano di un boss della camorra. Tonino riceve dal clan un sussidio mensile e potrebbe vivere di rendita. Invece si intestardisce a voler imitare le gesta paterne, senza riuscirvi. Perché è goffo, sfigato, arruffone, incapace di difendersi: un antieroe tragicomico e decadente, che tra incubi e visioni, ingenuità e imbranataggini, ne combina di tutti i colori. In un mix esilarante tra i Cesaroni e i Soprano, uno spaccato divertente e allo stesso tempo crudele della Napoli contemporanea, città dalle mille contraddizioni e dalle tante difficoltà, capace però di non perdere mai la speranza per un futuro migliore.

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