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Beorn: alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit

Beorn: alla scoperta dei personaggi de Lo Hobbit

Beorn compare solo ne Lo Hobbit ed è uno dei personaggi più misteriosi e interessanti di tutta la mitologia tolkieniana, insieme a Tom Bombadil.

Alcuni dicono che è un orso discendente dai grandi e antichi orsi delle montagne che vivevano lì prima che arrivassero i Giganti. Altri dicono che è un discendente dei primi Uomini che vivevano in questa parte del mondo, prima che vi arrivassero Smaug e gli altri draghi, e prima che gli Orchi arrivassero dal Nord sulle colline. Quale sia la verità non saprei dirlo, anche se personalmente mi pare più verosimile la seconda ipotesi. 

Lo Hobbit

 E’ un mutapelle, in quanto può trasformarsi in orso, anche se non vengono mai ben descritte le modalità in cui egli cambia il suo aspetto. Vive tra le Montagne Nebbiose e il Bosco Atro e aiuterà Gandalf, Bilbo e i 13 Nani a trovare ristoro e riposo dopo la disavventura con gli Orchi. Tornerà poi durante la battaglia dei Cinque Eserciti, uccidendo personalmente Bolg, il capo degli orchetti del Sud.

Il suo aspetto è quello di un “omone dalla fitta barba nera, capelli neri, grosse braccia e gambe nude dai muscoli nodosi”… “indossava una tunica di lana che gli arrivava alle ginocchia, e si appoggiava a un’ascia enorme”. Caratterialmente è invece descritto come schivo e diffidente verso i visitatori, specialmente se nani. Solo l’ingegno di Gandalf permetterà alla compagnia di riuscire ad entrare nella sua casa e di beneficiare della sua ospitalità.

Ama moltissimo gli animali per cui non caccia, e mangia solo panna e miele delle api giganti che alleva lui stesso. Odia sopra ogni cosa gli Orchi che hanno occupato le Montagne che lui riteneva essere suo territorio. In un’occasione, Gandalf afferma che Beornnon è soggetto a nessun potere magico tranne che al suo”. La parola “beorn” significa orso e deriva da béo, ovvero ape, in riferimento all’amore che gli orsi hanno per il miele.

La sua casa fu disegnata da Tolkien stesso sul modello di una tipica sala germanica. Nel film su Lo Hobbit del 1977 il personaggio di Beorn è stato tagliato. Verrà invece compreso nella trilogia di Peter Jackson che ha affidato all’attore Mikael Persbrandt il compito di interpretarlo.

Benvenuto Presidente: recensione del film con Claudio Bisio

Benvenuto Presidente: recensione del film con Claudio Bisio

Arriva al cinema distribuito da 01 Distribution il film di Riccardo Milani Benvenuto Presidente, con protagonista Claudio Bisio.

Ne Benvenuto Presidente il Parlamento Italiano non riesce a trovare un accordo sull’elezione del presidente della Repubblica e a un certo punto tutte le forze politiche per scherno e protesta eleggono Giuseppe Garibaldi. Ma in Italia solo uno ha tutti i requisiti per diventare presidente. “Peppino”, così chiamato dai suoi amici,  è pervaso da uno inguaribile ottimismo e vive nella quiete di un paesino di montagna. Strappato dalla sulla vita si ritroverà a ricoprire un ruolo per quale si pensa essere inadeguato…

Riccardo Milani porta in scena una commedia leggera, che prende uno dei temi più visitati nel cinema “l’uomo qualunque che sale al potere” invaso da quel senso di ingenuità che lo porta ad essere simpatico ed ironico su tutto il severo protocollo del palazzo. Ma più che le gag e i lati comici, che sono ben riusciti e incontrano facilmente il sorriso della platea, si conferma il momento d’oro dello sceneggiatore, Fabio Bonifacci che sarà al cinema con tre suoi lavori (Amiche da morire e Il principe Abusivo).

Viene tracciato un percorso che tocca la cultura popolare e viene riletta nei toni della commedia senza però farsi tentare dalla battuta facile che nasce dalla propaganda o dal consenso generale. La storia che il regista romano riprende è equilibrata nel ripercorre le fasi del personaggio-Bisio che vanno dalla proclamazione sino alla morale sottile ma pungente che il film racchiude in sé. Ma che purtroppo perde di ritmo e verve nei vari appuntamenti “d’agenda” che il Presidente deve rispettare a discapito di una certa continuità narrativa. Altre sequenze invece sono rese ridondati da una musica di repertorio ben curata ma troppo presente.

Nel cast artistico, spicca la bravura di Claudio Bisio anche se nel finale si sfuma facendo vedere di più l’attore; convincente è il ruolo di Kasia Smutniak nel duplice ruolo di donna di palazzo che riscopre la sua doppia identità. Ma l’originalità la rappresentano Giuseppe Fiorello, Cesare Bocci e Massimo Popolizio, i tre politici-eminenze grige che se pur non volutamente schierate da nessuna parte, rendono perfettamente un ritratto agrodolce della politica, con tutte le contraddizioni e le malefatte che nascondo. Altra piacevole sorpresa è scoprire il ruolo “dei poteri forti” in Lina Wertmüller, Pupi Avati, Steve della Casa e Gianni Rondolino, strappando l’ulteriore sorriso e aggiungendo la ciliegina sulla torta.

Benvenuto Presidente è un gradevole film comico che si collega ai recentissimi, Viva la libertà di Roberto Andò, Viva l’Italia di Massimiliano Bruno e Al Tutto Tutto, Niente Niente con Antonio Albanese. Anche se in quest’ultimo caso non c’è nessuna volontà di indirizzare la battuta alla politica ma piuttosto si usa la favola per riscoprire i lati buoni della commedia all’italiana. Dal 21 Marzo al cinema e in anteprima il 16 Febbraio al Festival di Bari.

Benvenuti in Casa Esposito: intervista ai protagonisti

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Benvenuti in Casa Esposito: intervista ai protagonisti

Antonia Truppo e Giovanni Esposito sono trai protagonisti di Benvenuti in Casa Esposito, il nuovo film diretto da Gianluca Ansanelli e presentato in anteprima al Monte-Carlo Film Festival. Il film arriverà in sala il 2 agosto 2021, distribuito da Vision Distribution.

Tenetevi forte. Preparatevi a ridere e a commuovervi. Sono arrivati gli Esposito! Il rione Sanità, dove è nato il principe della risata Totò, è uno dei più affascinanti e misteriosi di Napoli. Qui vive, con la sua famiglia allargata, Tonino Esposito, orfano di un boss della camorra. Tonino riceve dal clan un sussidio mensile e potrebbe vivere di rendita. Invece si intestardisce a voler imitare le gesta paterne, senza riuscirvi. Perché è goffo, sfigato, arruffone, incapace di difendersi: un antieroe tragicomico e decadente, che tra incubi e visioni, ingenuità e imbranataggini, ne combina di tutti i colori. In un mix esilarante tra i Cesaroni e i Soprano, uno spaccato divertente e allo stesso tempo crudele della Napoli contemporanea, città dalle mille contraddizioni e dalle tante difficoltà, capace però di non perdere mai la speranza per un futuro migliore.

Benvenuti in Casa Esposito: il trailer ufficiale e il poster

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Benvenuti in Casa Esposito: il trailer ufficiale e il poster

Arriva il 23 settembre al cinema Benvenuti in Casa Esposito, un film di Gianluca Ansanelli con Giovanni Esposito, Antonia Truppo e con Francesco Di Leva, tratto liberamente dal romanzo Benvenuti in Casa Esposito di Pino Imperatore.

Francesco Di Leva: intervista al protagonista di Benvenuti in Casa Esposito

Benvenuti in Casa Esposito: intervista ai protagonisti

Tonino Esposito è il figlio di un celebre boss della Camorra del Rione Sanità. Goffo e maldestro, non è in grado di far male ad una mosca e per questo, alla morte del padre, tutto passa nelle mani di un altro affiliato. È un buono Tonino, ce la mette tutta a riscuotere il pizzo, a fare la voce grossa, a imitare il padre, ma non è il suo mestiere. Tonino conduce così una vita da mediocre camorrista, senza riuscire a farsi rispettare né da chi dovrebbe odiarlo per i suoi soprusi, né da chi dovrebbe amarlo per i suoi successi. Quando scoprirà che sua figlia si è fidanzata proprio con il figlio del magistrato che dà la caccia al boss del Rione Sanità, Tonino avrà però l’occasione per riscattare la sua figura davanti alla propria famiglia e a tutta Napoli.

Una produzione Bartlebyfilm, Buonaluna Vision Distribution, in collaborazione con Sky, in associazione con Imprebanca, opera co-finanziata dalla Regione Campania. Realizzato da Run Film, produttori esecutivi Alessandro Andrea Cannavale. Produttori Massimo Di Rocco, Luigi Napoleone, Alessandro Siani.

Benvenuti in casa Esposito, recensione del film di Gianluca Ansanelli

Benvenuti in casa Esposito è il nuovo film del regista Gianluca Ansanelli che, dopo aver diretto i due lungometraggi All’ultima spiaggia (2012) e Troppo Napoletano (2016) e con una lunga carriera da sceneggiatore alle spalle (Si accettano miracoli, Omicidio all’italiana e Chi ha incastrato Babbo Natale?, tra gli altri) ritorna in cabina di regia ispirandosi direttamente all’omonimo romanzo di Pino Imperatore, che racconta le avventure tragicomiche di una famiglia camorrista. Il film è attualmente disponibile su Amazon Prime Video; nel cast Giovanni Esposito, Antonia Truppo, Francesco Di Leva, Nunzia Schiano, Salvatore Misticone.

Un racconto umoristico che si apre alla speranza

Tonino non è credibile nei panni del boss camorrista e non riesce a farsi rispettare, né dalla sua famiglia né da quelli sui quali dovrebbe comandare. Così alla morte di suo padre l’eredità di capozona del rione Sanità non passa a lui ma a don Pietro De Luca, che cerca di tenerlo alla larga il più possibile dai suoi affari. La vicenda si complica quando la figlia di Tonino si innamora del figlio di un magistrato, incaricato di indagare proprio sui traffici illeciti di don Pietro.

Proponendosi come uno spaccato umoristico e al contempo crudele della Napoli contemporanea, Benvenuti in Casa Esposito riesce a mettere in risalto le mille contraddizioni dell’ambiente urbano, senza mai chiudere la porta alla speranza di un futuro migliore.

La sceneggiatura del film riesce a cogliere la fluidità di scrittura di Imperatore, confezionando un’atmosfera da tarantella napoletana che vive di ironia arguta e mai banale, giocando con i luoghi comuni tipici dell'”essere simpaticamente napoletani”. Benvenuti in casa Esposito non pretende mai di infarcire il filo narrativo con sottotrame o messaggi impliciti: lo scopo primario è il beffarsi della quotidianità, efficace proprio perché resa da una prospettiva parziale, lucida, tangibile.

Pur notandosi ingenuità rispetto alla scrittura di Imperatore, e prendendosi qualche licenza nel trattamento della storia principale, Benvenuti in casa Esposito risulta un prodotto di intrattenimento che fa della grande comicità napoletana il proprio fine. Si ride di gusto delle vicende bizzarre che accompagnano quotidianamente i membri della famiglia, ci si emoziona assecondando un messaggio di speranza per una città che non è mai rispecchiata veramente dai cliché delle fiction nostrani, dall’imperversare delle brutte notizie, da chi vuole controllare la città ma non la sta realmente abitando.

Benvenuti in Casa Esposito

Benvenuti in casa Esposito: le sfaccettature di una famiglia e dell’ambiente urbano

Con qualche strizzatina d’occhio a Totò e Troisi, è difficile rimanere indifferenti di fronte alla bravura di Giovanni Esposito, vero e proprio mattatore, ingenuo sciosciammocca, un boss totalmente inadeguato.

Giovanni Esposito è sicuramente una scelta di antieroe atipico per il cinema, con alle spalle una carriera di personaggi fortemente caratterizzati e di ruoli da non protagonista; questa prova attoriale, nello specifico, è da considerarsi il vero punto di luce del film, che riesce a convogliare la tenerezza e la goffaggine insite al personaggio, assieme all’intuizione che lo differenzia all’interno del nucleo familiare: Tonino scopre improvvisamente che c’è un’altra strada che nessuno gli aveva mostrato prima. Gli avevano dato un binocolo che mostrava solo la strada impervia della camorra e della criminalità, ma si accorge invece che c’è un posto in cui c’è spazio per la bontà del suo animo.

Il conflitto non è mai uniforme in Benvenuti in casa Esposito, così come non lo è la cosiddetta “buona famiglia”, al cui interno emergono differenti psicologie. Abbiamo la figlia di Tonino che mira a una precisa direzione, verso cui l’istruzione riveste una funzione salvifica e, dall’altra parte, ci sono i suoceri che, come molti napoletani, vivono la condizione di gente comune assuefatta a una situazione che devono (o vogliono) accettare così com’è. Il resto della famiglia sta nel mezzo: la moglie Patrizia, la suocera Assunta e il marito sono indolenti, accettano la vita così com’è, dato che è Tonino  quello che porta i soldi a casa; non sono criminali, ma non sono neanche buoni fino in fondo. Le divergenze si creano all’interno della stessa famiglia e sarà proprio questa commistione a condurre ad una scelta: alla fine, quello che conta è che il livello di istruzione della ragazza e la sua capacità di andare oltre sono così forti da portare anche il padre lontano.

E’ da questo comico e improbabile sodalizio che nascono gli episodi più esilaranti del film, per mettere alla berlina gli aspetti più cafoni e ridicoli della criminalità. Benvenuti in casa Esposito non riesce mai effettivamente a porsi sullo stesso livello del romanzo da cui è tratto, che è stato un vero e proprio caso letterario, scalando le classifiche grazie al passaparola e all’entusiasmo dei lettori di tutta Italia, nonché adottato da scuole, istituzioni pubbliche, associazioni antimafia, comitati civici e gruppi che si battono per la Legalità. L’intento della pellicola è altresì quello di divertire, consolidare un ulteriore tassello della commedia all’italiane, di quelle che riempiono le sale per le feste natalizie, con le imbranataggini e le avventure tragicomiche di Tonino Esposito.

Benvenuti al Sud: recensione del film con Claudio Bisio

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Benvenuti al Sud: recensione del film con Claudio Bisio

Remake del fortunatissimo film francese Giù al Nord, Benvenuti al Sud ne ripercorre tutte le tappe narrative, ovviamente adattando gli stereotipi e le modifiche del caso, in modo da adattare la storia a quello che è il nostro conflitto nazionale tra nord e sud.

In Benvenuti al Sud Alberto è il direttore di un ufficio postale nella periferia di Milano, il suo sogno è quello di essere trasferito all’ombra del Duomo con la sua famiglia, moglie e figlio. Per ottenere il trasferimento Alberto si finge disabile, e scoperto, viene peggio che licenziato, trasferito al Sud in un paesino vicino Salerno. Terrorizzato dall’affrontare la delinquenza la spazzatura e la grettezza (nel suo modo di vedere) degli abitanti, Alberto parte solo e sconsolato per il Sud, senza sapere che una volta arrivato, troverà ad aspettarlo ben altro che camorra e immondizia.

Benvenuti al Sud, il film

Benvenuti al Sud

Rispetto all’originale però, dove le differenze maggiori tra il protagonista e gli abitanti del nord della Francia erano rintracciate nel dialetto, qui lo spettro si amplia e Alberto, interpretato da Claudio Bisio, si troverà ad avere a che fare con impiegati scansafatiche e irrispettosi, ma dal cuore d’oro, incomprensibili, ma generosi, e finirà per amare questa terra tanto paventata. I pregi di questa piccola commedia sono decisamente numerosi, a partire dalla delicatezza del tema che viene trattato, per scelta dello sceneggiatore Massimo Gaudioso, con un approccio a tratti edulcorato e a tratti invece pesantemente stereotipato, come il caldo africano al sud o la nebbia persistente al nord.

Tuttavia la commedia risulta piacevole, forse troppo lunga ma a suo modo elegante con una struttura narrativa accettabile e soprattutto senza alcuna volgarità che tanto facilmente straripa dai film comici che siamo abituati a vedere in sala. Accanto a Claudio Bisio nei panni di Alberto, Alessandro Siani interpreta Mattia, giovane postino con ‘il complesso di Edipo’ innamorato della procace ma generosa Maria interpretata da una convincente Valentina Lodovini, soprattutto per l’uso discreto e cadenzato di un accento, quello napoletano, che facilmente si storpia e che lei non conosce per natura (essendo toscana) ma per cultura. Nei panni della spalla Siani si conferma un bravo attore di commedia, sempre pronto a pescare espressioni e battute dal suo repertorio teatrale, come ogni cabarettista che si rispetti, e con la faccia da bravo ragazzo per suscitare simpatia nel pubblico che sta dimostrando di apprezzarlo anche oltre il territorio partenopeo.

Oltre alla sempre straordinaria Angela Finocchiaro nei panni di Silvia (moglie di Alberto/Bisio) il film si popola di una serie di caratteristi ben noti al cinema italiano: da Nando Paone, già visto in diversi film come ottimo caratterista al fianco di Vincenzo Salemme, e Giacomo Rizzo, affacciatosi al cinema addirittura con Sergio Citti e Pier Paolo Pasolini, e visto più di recente nella parte del protagonista ne L’Amico di Famiglia di Sorrentino.

Benvenuti al Sud è una sorta di commedia sociale che si lascia guardare, senza avere uno scopo sociologico ma con un sottile messaggio di invito all’apertura e alla curiosità verso chi ci sembra diverso ma in realtà non lo è poi tanto. Tuttavia il film pecca un po’ nella sceneggiatura a tratti troppo affrettata nel dispiegare le dinamiche dell’incontro tra le due realtà messe a confronto, ma è accompagnato da una colonna sonora discreta e interessante che riprende le sonorità tradizionali del Cilento.

Benvenuti al sud in Tv

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Benvenuti al sud in Tv

benvenuti_al_sudBenvenuti al sudSerata all’insegna delle comincità quella in programmazione in televisione. Infatti il film che vi segnaliamo oggi per la prima serata è il campione d’incassi Benvenuti al sud che andrà in onda alle 21:10 su Canale 5.

Benvenuti al Sud è un film del 2010 diretto da Luca Miniero, remake del film francese del 2008 Giù al Nord. La versione italiana è stata realizzata con la tecnica shot-for-shot: ripercorre infatti in larga parte la stessa trama, e riproduce molti dei dialoghi dell’originale francese – specialmente per quanto riguarda la prima parte del film, prima cioè dell’arrivo nella destinazione forzata –; nella seconda parte, invece, molte situazioni sono state aggiunte, modificate o cambiate per renderle più aderenti agli stereotipi italiani. Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche a partire dal 1º ottobre 2010, dopo l’anteprima al Giffoni Film Festival tenuta in luglio e la proiezione integrale a Santa Maria di Castellabate il 29 settembre. Benvenuti al Sud è stato dedicato alla memoria di Angelo Vassallo, sindaco del comune di Pollica, assassinato nel 2010.

Curiosità:

  • Dany Boon, già regista e attore di Giù al Nord e co-produttore di Benvenuti al Sud, ha un cameo in cui impersona la parte di un turista francese che entra nell’ufficio postale di Castellabate per spedire un pacco e viene capito solo dal signor Scapece, il personaggio che parla il dialetto più stretto.
  • Valentina Stella è la cantante che si esibisce durante la festa.

Benvenuti al Nord: recensione del film di Luca Mieniero

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Benvenuti al Nord: recensione del film di Luca Mieniero

L’uscita al cinema di Benvenuti al Nord ha dato così tanto ossigeno ai botteghini italiani che era matematico, dopo i primi dati positivi legati agli incassi del film, che si pensasse ad un sequel ‘al contrario’.

In Benvenuti al Nord Luca Mieniero e la sua banda ci hanno infatti pensato bene, insieme alla Medusa e alla Cattleya, e così eccoci arrivati a Milano, con Benvenuti al Nord, sequel ideale in cui Mattia Volpe (Alessandro Siani) è costretto a trasferirsi su a Milano a lavorare nell’ufficio postale diretto dall’amico Alberto Colombo (Claudio Bisio) che sta attraversando un brutto periodo, sia a lavoro che a casa con la moglie (Angela Finocchiaro). Se la premessa di Benvenuti al Sud era il pregiudizio di Alberto verso il sud, qui si parte da un punto di vista diverso: Mattia, costretto ad andare a Milano, ha già conosciuto Alberto che si è rivelato un buon amico, per cui non ha alcun tipo di pregiudizio. Tuttavia il suo capitare al posto sbagliato nel momento sbagliato gli faranno ripensare con un po’ di tristezza al suo caro amico conosciuto nel piccolo ufficio postale di Castellabate.

Benvenuti al Nord, il film

Così come nel primo film l’ago della bilancia pendeva su Bisio, straniero in terra straniera, qui la situazione si capovolge, e così Siani diventa il protagonista, sempre sottilmente comico anche solo nei suoi sguardi da ragazzino che si adattano così bene all’immaturità cronica di Mattia. Miniero dipinge con la sua mano leggera una città grande e veloce, riuscendo a realizzarne un ritratto palpitante e divertente di una coppia di uomini che, in balia di se stessi e senza la guida delle proprie compagne, rischiano di perdersi, o peggio, di morire di fame.

La carta vincente di Benvenuti al Nord è senza dubbio la sua originalità, perché se da un lato la struttura base è esattamente come ce la aspettiamo, avendo visto Benvenuti al Sud, dall’altro dettagli e piccole finezze ne fanno un film autonomo e godibile, abilmente scritto e sicuramente ben interpretato da una coppia comica che ha trovato qui il suo stato di grazie. Come sempre succede, anche qui i comprimari fanno la differenza: anche se in ruoli un po’ sacrificati a nome della sceneggiatura, Giacomo Rizzo, Nando Paone e Nunzia Schiano sono dei grandissimi attori, con una storia professionale alle spalle che trasuda da ogni divertente smorfia che ci propongono sullo schermo.

Sicuramente Benvenuti al Nord non è una perla del cinema, ma è un prodotto buono, con una certa dignità, e sicuramente di un livello superiore rispetto alla valanga di commedie italiane che nell’ultimo anno hanno invaso i cinema del nostro Paese.

Benvenuti al Nord, il full trailer

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Dopo i fasti e il grandissimo successo di Banvenuti al Sud, ecco che al cinema arriva Benvenuti al Nord, sequel un po’ scontato ma che sembra riservare qualche bella sorpresa, a giudicare dal

Benvenuti al Nord – Teaser

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Benvenuti al Nord. Anche questo secondo capitolo è stato scritto da Luca Miniero e da Massimo Gaudioso, e ha come protagonista principale Alessandro Siani, che dovrà ripercorrere questa volta l’Autostrada del Sole al contrario, lasciando quindi il Sud per trasferirsi al Nord, dove troverà ad attenderlo il settentrionale Claudio Bisio. Le riprese sono iniziate nel giugno 2011 in diverse località, tra cui Lodi e Milano.

Benvenuti a Zombieland: tutto quello che c’è da sapere sul film

Benvenuti a Zombieland: tutto quello che c’è da sapere sul film

La figura dello zombie è stata trattata in innumerevoli modi al cinema, dal classico La notte dei morti viventi al più recente horror World War Z, al romantico Warm Bodies alla commedia I morti non muoiono, fino all’esperimento metacinematografico di Zombie contro Zombie. Un altro titolo recente e particolarmente amato di questo filone, che riadatta a suo modo tali spaventose creature, è Benvenuti a Zombieland, uscito nel 2009 per la regia di Ruben Fleischer (Venom, Uncharted), che mescola insieme orrore, commedia, fantascienza e azione in un film tanto esplosivo quanto caotico e divertente.

La storia, scritta da Rhett Reese e Paul Wernick, era inizialmente stata concepita per una serie televisiva, salvo poi essere riadattata per un film, ottenendo così una forma più organica e compiuta. Mantenendo ben centrato il contesto dell’invasione di zombie, il film riesce anche a far emergere ulteriori tematiche come ad esempio il legame famigliare che si instaura tra i protagonisti, il tutto inserito in situazioni ormai divenute iconiche. Girato con un budget particolarmente basso considerati gli effetti speciali e il trucco richiesto, Benvenuto a Zombieland si è poi affermato come uno dei film sugli zombie dal maggior successo di sempre.

A oltre dieci anni di distanza non manca di essere citato nei discorsi su questa tipologia di racconti, segno che il suo è un lascito duraturo. Per gli amanti del genere è dunque un titolo da non perdere, che offre rocambolesche avventure e tanto intrattenimento. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Benvenuti a Zombieland: la trama del film

La vicenda del film ha inizio nel momento in cui il virus della mucca pazza mutando e diffondendosi trasforma gran parte della popolazione mondiale in famelici zombie. Ha così inizio una vera e propria apocalisse, che porta i pochi superstiti a dover trovare riparo al più presto. Uno di questi è il giovane e timido Columbus, il quale durante il suo viaggio verso casa si imbatte nell’intrepido Tallahassee, che si offre di proteggerlo e di far viaggiare il giovane con sé. A loro si uniranno poi le sorelle Wichita e Little Rock, astute truffatrici. Le due rivelano l’esistenza di un parco di divertimenti apparentemente privo di zombie, a Los Angeles.

Per il gruppo questo diventa dunque l’obiettivo da raggiungere, dove potersi accasare e trovare riparo dalle infernali creature. Nessuno è in realtà certo che il luna park sia effettivamente la zona sicura che si crede essere, ma per scoprirlo non hanno altro modo che arrivare lì di persona. Lungo il viaggio, naturalmente, si troveranno a doversi confrontare con numerosi ostacoli, alcuni spaventosi altri molto buffi. Ogni tappa li porterà inoltre a consolidarsi come gruppo, permettendogli di conoscersi meglio e confidarsi le rispettive vite. Affezionarsi troppo ad altre persone in un contesto come quello, tuttavia, può essere un pericoloso errore.

Benvenuti a Zombieland sequel

Benvenuti a Zombieland: il cast del film

Ad interpretare il giovane Columbus vi è l’attore Jesse Eisenberg, celebre per i film The Social Network e Now You See Me. Accanto a lui, nel ruolo di Tallahassee vi è invece Woody Harrelson, il quale ha accettato la parte solo ad alcune condizioni. Tra queste vi era il rendere il set un luogo attento alla conservazione dell’ambiente e che il regista seguisse insieme a lui una dieta vegana. Harrelson si dedicò poi moltissimo alla costruzione del suo personaggio, ricercando personalmente molti degli abiti che gli si vede indossare nel film. L’attore entrò poi talmente tanto nella testa del suo personaggio che in un occasione aggredì un fotografo convinto che fosse un vero zombie.

Nei ruoli delle due sorelle Witchita e Little Rock si ritrovano invece le attrici Emma Stone e Abigail Breslin. La Stone, inizialmente, era stata contatta per il personaggio noto come 406, salvo poi essere preferita per la parte di Witchita. Ad interpretare 406 vi è dunque Amber Heard. Particolarmente celebre di Benvenuti a Zombieland è infine il cameo di Bill Murray nei panni di sé stesso in versione zombie. Originariamente, però, al suo posto doveva comparire Patrick Swayze. A causa della malattia dell’attore, però, vennero considerati anche Sylvester Stallone, Mark Hamill, Matthew McConaughey e Joe Pesci. Per un motivo o per un altro, nessuno di loro poté partecipare e così Harrelson contattò Murray, che fu ben lieto di partecipare.

Benvenuti a Zombieland: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

A distanza di dieci anni, nel 2019, è infine arrivato al cinema il sequel del film, dal titolo Zombieland – Doppio colpo. Nuovamente diretto da Fleischer e con protagonisti gli stessi quattro attori del precedente film, questo è ambientato sei anni dopo e vede il gruppo intento in nuove avventure nel mondo invaso dagli zombie. Anche questo sequel si affermò poi come un grande successo, con un guadagno di oltre 122 milioni di dollari in tutto il mondo. I due sceneggiatori, dato il confermato interesse da parte del pubblico, si sono dichiarati disposti ad ideare ulteriori film, anche se per ora non ci sono certezze circa un terzofilm.

È possibile fruire di Benvenuti a Zombieland grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 14 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Benvenuti a Marwen: trailer italiano del film di Robert Zemeckis con Steve Carell

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Ecco il trailer italiano di Benvenuti a Marwen, il nuovo film diretto da Robert Zemeckis con protagonista Steve Carell e in sala a partire dal 10 Gennaio 2019. Nel cast anche Leslie Mann e Diane Kruger.

Il regista premio Oscar Robert Zemeckis (Forrest Gump, Flight, Cast Away) dirige Steve Carell in Benvenuti a Marwen, la commovente storia vera della disperata lotta di un uomo psicologicamente distrutto che scopre come l’immaginazione artistica possa contribuire a guarire lo spirito. 

La sceneggiatura di Benvenuti a Marwen è stata scritta da Caroline Thompson e Robert Zemeckis, mentre il produttore premio Oscar Steve Starkey (Forrest Gump, Flight), Jack Rapke (Cast Away, Flight) e Cherylanne Martin (The Pacific, Flight) per il marchio di Zemeckis ImageMovers, con base alla Universal, producono il film insieme al regista. I produttori esecutivi sono Jackie Levine e Jeff Malmberg, che ha diretto l’avvincente documentario del 2010 su cui è basato questo film.

Benvenuti a Marwen, recensione del film di Robert Zemeckis

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Benvenuti a Marwen, recensione del film di Robert Zemeckis

Maestro di viaggi di fantasia, ma mai troppo distanti dalla realtà, Robert Zemeckis torna al cinema con una nuova avventura fantastica, che ci porta a Marwen, una immaginaria cittadina del Belgio assediata dai nazisti, durante la Seconda Guerra Mondiale. In Benvenuti a Marwen, il regista di Ritorno al Futuro parte da una storia vera e racconta la fatica di una risalita, dopo il tonfo e il dolore di una profonda caduta.

Mark Hogancamp è un fotografo e un artista, che dopo una violenta aggressione a opera di cinque omofobi perde tutta la memoria della sua vita precedente e fatica a rimettersi in piedi, diventa dipendente dalle sue medicine e si inventa un posto dove poter curare la sua anima fatta a pezzi, la sua mente a cui è stato strappato il passato e anche il suo fisico, malridotto e ancora convalescente dopo il coma. A questo posto attribuisce un nome, Marwen, una popolazione, il soldato Hoggie e la sua squadra di soldatesse che sembrano provenire da tutto il mondo, e dei nemici da combattere, cinque soldati tedeschi. Hoggie è il salvatore e l’eroe della città, protegge le soldatesse e ogni volta sconfigge i nemici che puntualmente si rianimano, pronti per una nuova battaglia.

Si scopre presto che nel racconto di Zemeckis, come accaduto nella realtà a Hogancamp, che è stato aggredito nel 2000, Hoggie è un alter ego, un pupazzo su cui il protagonista riversa le sue paure ma anche le sue aspettative e i suoi desideri, tanto che quando arriva una nuova vicina, Nicol, e Mark si infatua di lei, la sua soluzione è quella di far sposare Hoggie con una nuova bambola, di nome… Nicol. Hoggie è il salvatore, il leader e il centro di Marwen, la sua speranza.

Il percorso lento verso la risalita ci porta in un mondo senza antefatto, così come la memoria di Mark che è stata cancellata dall’aggressione. Anche noi siamo proiettati nel suo eterno presente, senza una spiegazione che ci contestualizzi la sua situazione, ma soltanto un progressivo scoprire ciò che è accaduto attraverso le sue crisi e attraverso le donne che popolano il suo mondo, le stesse donne che diventano bambole, con cui lui gioca, che protegge e con cui “si cura”.

Zemeckis sembra quasi essere il protagonista, sembra quasi che il regista trovi nel cinema e nella creazione dell’immagine, una cura, una via per rigenerarsi. E lo fa mescolando la live action con i toni fantastici e con la motion capture, il cui utilizzo ha perfezionato nei suoi tre film realizzati con questa tecnica.

Dal canto suo Steve Carrell, protagonista assoluto di Benvenuti a Marwen, riesce ancora una volta a sorprendere, e come spesso accade agli attori di grande talento, riesce a trasmettere maggiore empatia con ruoli del genere, che hanno “pochi mezzi” esteriori, niente trucco o protesi per cambiare fisionomia, ma soltanto l’intensità e la delicatezza di un interprete poliedrico.

Benvenuti a Marwen ci accoglie in un mondo spezzato che cerca faticosamente, attraverso la fantasia, di rimettersi insieme, di ricucirsi da solo. Nonostante il grande amore e la compassione da cui è sempre circondato il protagonista, il suo è un cammino solitario e doloroso, ma coraggioso ed emozionante.

Il trailer di Benvenuti a Marwen

Benvenuti a ieri trailer e data d’uscita

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Benvenuti a ieriUscirà il 13 novembre 2014 Welcome to Yesterday (Benvenuti a Ieri) il film diretto da Dean Israelite e prodotto da Michael Bay con Jonny Weston, Sofia Black-D’Elia, Sam Lerner.

Ecco di seguito il trailer originale del film e a seguire la trama:

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Un gruppo di amici fa una scoperta folle che li porta a sviluppare una macchina che viaggia nel tempo. Mantenendo segreta la loro incredibile scoperta, il gruppo, affiatato, inizia a viaggiare indietro nel tempo, portando dei piccoli ritocchi negli avvenimenti del passato, che alla fine vanno a cambiare il corso delle loro vite future.  Ad ogni viaggio l’avventura per loro cresce, ma aumentano anche i rischi e la posta in gioco si fa sempre più alta. Nel tentativo di piegare il mondo ai loro voleri, le loro azioni iniziano a creare effetti a livello globale che si ritorcono loro contro. Alla fine i protagonisti si troveranno ad affrontare una corsa contro il tempo, passato e futuro, per poter correggere i propri errori e mettere la propria vita di nuovo in pista.

Fonte: Paramount

Benvenuti a casa mia: anteprima gratuita con Cinefilos.it, cerca la tua città!

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Uscirà in Italia distribuito da Adler Entertainment il prossimo 8 Marzo Benvenuti a casa mia, che riporta sugli schermi italiani la stessa banda di Non sposate le mie figlie, campione di incassi e di risate. Il film è diretto da Philippe De Chauveron, e vede nel cast Christian Clavier, Ary Abittan e Elsa Zylberstein.

Cinefilos.it offre la possibilità a pochi fortunati di vedere il film gratis, in anteprima, in 25 cinema del circuito THE SPACE, in diverse città, e sono tutte programmate per il 20 Febbraio alle ore 20.30.  Ci sono a disposizione circa 20 inviti gratuiti validi per l’ingresso di 2 persone, per ognuna delle 25 città.

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Il trailer di Benvenuti a casa mia

Jean-Etienne Fougerole è una figura di spicco della scena letteraria e mediatica francese. E’ uno scrittore intellettuale, sposato con una ricca ereditiera che vive totalmente distaccata dalla realtà.

Durante un dibattito televisivo nel quale Fougerole promuove il suo nuovo romanzo, intitolato ‘Benvenuti a Casa Mia’, lo scrittore invita i ricchi e i benestanti ad accogliere nelle loro case i più bisognosi. Ma a un certo punto, il suo avversario lo sfida a mettere in pratica quello che suggerisce ai suoi lettori. In evidente imbarazzo, Fougerole accetta la sfida per non perdere la faccia.

Ma quella stessa sera qualcuno bussa alla porta della sua suntuosa abitazione a Marnes-la Coquette…

Da quel momento in poi le convinzioni della famiglia Fougerole saranno messe a dura prova!

Benvenuti a casa mia, recensione del film di Philippe de Chauveron

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Dopo il successo travolgente di Non sposate le mie figlie, torna nelle sale italiane Philippe de Chauveron con Benvenuti a casa mia e, dopo i neri, gli ebrei, gli arabi e gli asiatici, prende a soggetti del suo nuovo racconto i Rom. Un’altra comunità nella Francia di oggi utilizzata come veicolo narrativo per raccontare una storia che, dietro l’intenzione di voler smascherare vizi e virtù della borghesia francese, sembra virare netamente verso una direzione politica precisa.

Jean-Etienne Fougerole, intellettuale di sinistra, sedicente progressista e di vedute ampie e comunitarie, promuove in televisione il suo ultimo libro (“A braccia aperte”). Durante il dibattito in diretta nazionale, incalzato dalla provocazione del suo rivale, un giovane candidato (anche lui scrittore) di destra, Fougerole afferma che, in linea con le sue ideologie, sarebbe disposto ad accogliere in casa sua una famiglia Rom se questa fosse venuta a bussare. La famiglia di Babik, simpatico Rom con tanto di madre, moglie figli e nipoti, riunita intorno al televisore, raccoglie l’invito e si presenta alla porta della lussuosa villa dell’intellettuale. Questi, per non venir meno alla parola data davanti alla nazione, invita la famiglia Rom ad accomodarsi in giardino, con roulotte, automobili sgangherate e animale domestico, un maiale.

Benvenuti a casa miaPhilippe de Chauveron ha un approccio buonista e divertito, sia nei confronti della borghesia intellettuale di sinistra, aperta ma non troppo all’accoglienza dell’altro, sia nei confronti della rumorosa famiglia Rom. A nessuna delle due parti si risparmiano cliché fastidiosi, come l’esigenza di Fougerole di essere un intellettuale attivo nella vita reale, che si scontra con la naturale avversione nei confronti del diverso e colorito popolo Rom. Dall’altro lato però Babik e famiglia sono un riassunto sgradevole dei luoghi comuni legati ai Rom: misogini, ladri, sporchi, sgradevoli, con denti di metallo e cattive abitudini igieniche.

Insomma, se con Non sposate le mie figlie de Chauveron realizzò una commedia sul pregiudizio “fatta in casa”, pur con le sue implicazioni sociali, con questo film dice male dei Rom, della sinistra intellettuale francese, sembra schierarsi, risolvendo le questioni prettamente narrative e cinematografiche con soluzioni populiste e semplicistiche.

Tuttavia Benvenuti a casa mia riesce a far sorridere, specialmente quando le vicende assumono pieghe surreali ma nel complesso è un lavoro poco ispirato, strutturato su cliché.

Benur – un gladiatore in affitto : la conferenza stampa

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Benur – un gladiatore in affittoVenerdì mattina alla Casa del Cinema di Roma è stato presentato alla stampa Benur – un gladiatore in affitto di Massimo Andrei. In sala erano presenti il regista, la produttrice Flavia Parnasi, il produttore esecutivo Mario Mazzarotto, e i protagonisti: Nicola Pistoia, Paolo Triestino ed Elisabetta De Vito. Presente anche Gianni Clemente, autore del soggetto e della sceneggiatura di “Benur” nonché dell’omonima commedia teatrale.

D: Perché la scelta di “Benur”?

FLAVIA PARNASI

R: Sono andata a teatro con una mia amica a vedere una pièce teatrale, non sapevo bene di cosa si trattasse, e mi sono emozionata e affezionata alla storia e agli attori. Quindi ho pensato perché non condividere tutto questo con il pubblico e farne un film? Mi è capitato poi di vedere “Mater Natura” di Massimo Andrei, e ho capito che lui sarebbe stata la persona giusta cui affidare la regia del film.

D: Cosa può dirci sulla genesi del film a partire dalla commedia di teatro?

MASSIMO ANDREI

R: Ovviamente ho rimesso mano al copione teatrale, il plot è più o meno lo stesso ma abbiamo fatto molte modifiche. Anzitutto, siamo potuti uscire fuori dal salotto in cui era relegata l’azione a teatro…

D: Come mai avete deciso di cambiare il finale, di farne uno in fondo più consolatorio?

MASSIMO ANDREI

R: Abbiamo preso le distanze dal messaggio inziale della pièce teatrale. Il finale è quello di un italiano: ho pensato di non dare solo lo sguardo di chi ha trattato male un extra-comunitario. Ho voluto dare anche un’altra possibilità, l’idea che quest’entusiasmo venuto da fuori, questa voglia di fare alla fine ti premia.

Qui l’extra-comunitario esce vincente rispetto all’italiano che resta seduto e torna a fare quello che faceva prima, anche se ha avuto un momento di splendore… Se il finale sia sogno o realtà l’ho lasciato alla libera interpretazione dello spettatore.

D: Nel suo caso si parlava di un personaggio con una certa indolenza: cosa vuol dirci a proposito? Vuole aggiungere qualcosa sulla trasposizione da testo teatrale?

NICOLA PISTOIA

 R: Per me è stata una grande soddisfazione rivedere tutto nel cinema, c’era la stessa tensione drammaturgica, gli applausi scattavano nelle stesse scene a cinema e teatro.

Per quanto riguarda il mio personaggio, io come attore sono un po’ cialtrone, la mia indole rispecchia quella di Sergio – non mi va mai di provare e ripetere le scene.

Per il finale io sono più legato a quello originale, ma capisco la scelta di Andrei, è una scelta che ci può stare nella trasposizione filmica.

D: Avete affrontato dei temi sociali (l’illegalità, l’infortunio e lo sfruttamento sul lavoro, ecc). Come avete scelto questi argomenti?

Benur – un gladiatore in affitto posterELISABETTA DE VITO

R: Io posso raccontare un aneddoto. Quando feci il provino per il film, stavo girando per “Uno Mattina” un fiction proprio sul tema delle morti bianche sul lavoro, e si parlava proprio di un clandestino che resta ferito durante il lavoro. Sono storie purtroppo quotidiane, che si verificano di continuo nel nostro mondo.

GIANNI CLEMENTI

R: Guardavo sempre i centurioni davanti al Colosseo che tornavano a casa dal lavoro e mi chiedevo sempre cosa ci fosse dietro queste persone. La mia storia di fantasia si incrocia con la realtà; avevo sentito di un immigrato che era morto di fatica mentre raccoglieva dei pomodori in un campo, ed era stato trascinato qualche kilometro più avanti e abbandonato lì.

MASSIMO ANDREI

R: Ciò che volevo era raccontare la miseria umana (altra cosa rispetto alla miserabilità), ma volevo farlo con il riso, con battute a volte irriverenti, con una recitazione forte, aggressiva e urlata com’era quella di Pistoia – una recitazione che ricorda un po’ quella vecchia commedia italiana “caciarona”. Il tema del disagio civile è qualcosa che mi sta molto a cuore, io sono napoletano e guardo a Napoli gli immigrati con molta ammirazione per questa loro voglia di fare – una voglia che deriva dalla fame e dalla miseria.

D: Il film è stato girato tra il Colosseo e la zona di Tor Sapienza: cosa ci può dire di questa periferia?

NICOLA PISTOIA

R: Sono zone certo pericolose, ma esistono e ho imparato a conoscerle mentre giravo; e ho conosciuto persone di una semplicità e di una generosità che mai avrei incontrato altrimenti. Per me è stata una vera e propria lezione di vita.

PAOLO TRIESTINO

R: Volevo aggiungere che nel film non si vede mai la Roma borghese e Umbertina, ma solo quella archeologica e quella della periferia. Questa per me è la cosa più bella del film.

Benur – Un gladiatore in affitto – recensione

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Benur – un gladiatore in affittoRaccontare il dramma sociale attraverso una commedia: da qui è partito Massimo Andrei, già regista di quel Mater Natura che nel 2006 gli valse il Premio della Critica a Venezia, ora tornato dietro la macchina da presa per dirigere questo divertito ritratto della miseria umana: Benur – Un gladiatore in affitto.

Sergio e Maria (Nicola Pistoia ed Elisabetta De Vito) sono due fratelli-coinquilini cinquantenni alle prese con i loro stravaganti lavori: lui, ex stuntman di Cinecittà infortunatosi gravemente sul set di un kolossal, fa il Centurione romano al Colosseo, lei si guadagna da vivere attraverso una hot-line telefonica.

Vivono a Tor Sapienza, tra l’affitto che incombe, pochi svaghi e i soldi che non bastano mai. A cambiare il corso delle loro esistenze ci penserà Milan (Paolo Triestino), bielorusso clandestino disposto a tutto pur di lavorare – anche a diventare lo “schiavo” personale di Sergio, sostituendosi allo sfortunato romano nel suo ruolo di gladiatore. In poco tempo l’extracomunitario diventa il beniamino dei turisti, integrandosi con la banda di squattrinati “colleghi” e garantendo a Sergio e Maria quell’agiatezza economica da sempre ricercata.

Benur – un gladiatore in affitto posterPresentato fuori concorso al Festival del Cinema di Roma 2012 e prodotto da Flavia Parnasi, Benur – Un gladiatore in affitto si muove su due poli narrativo-geografici: la Roma archeologica del Colosseo e quella della periferia estrema, dove le difficoltà economiche si riflettono  nell’impoverimento e nel degrado morale senza speranza che ha colpito i due protagonisti. L’unica via di fuga allora è quella dello sfruttamento e del guadagno facile, ottenuto grazie alla genialità instancabile di chi non ha più nulla da perdere e che è sempre pronto a trovare nuovi strumenti di sopravvivenza (come quello di costruire una biga romana per aumentare le mance giornaliere).

Tratto dall’omonimo testo teatrale di Gianni Clementi, qui autore del soggetto e della sceneggiatura, la prova registica di Andrei vanta una buona idea di partenza ma delude per il modo in cui viene sviluppata, basandosi per la maggior parte del tempo su una recitazione aggressiva, quasi urlata, eccessiva nella sua voglia di rappresentare l’abbrutimento umano di Sergio.

Anche la figura dell’extracomunitario rasenta a tratti il clichè dello straniero sprovveduto, che sfoggia un italiano semi-inventato e approssimativo per poi convertirsi a metà storia al dialetto romanesco del suo padrone e alla grossolanità delle sue battute.

Interessante però la riflessione agro-dolce condotta sui poveri di oggi – quegli italiani disperati che, alla prima occasione, ostentano macchine di lusso e costosi impianti stereo come simbolo indispensabile di un nuovo status sociale. Sullo sfondo, la tragicità di una crisi che porta i più alla rassegnazione, nella credenza comune che combattere sia, in fondo, inutile.

Gli eventi sono scanditi dal ritmo implacabile e dal brio delle musiche di Nicola Piovani, mentre la fotografia ha potuto contare sulla bravura di Vittorio Omodeo Zorini (candidato al David di Donatello 2011 per “Venti Sigarette”).

In uscita il 1 maggio, “Benur” è stato realizzato con il sostegno del MiBAC e della Regione Lazio.

Bentu: recensione del film di Salvatore Mereu

Bentu: recensione del film di Salvatore Mereu

Dopo Bella mariposas Assandira, Salvatore Mereu torna a dirigere un lungometraggio che parla di Sardegna e di vita contadina. Presentato alle Giornate degli autori della 79ª Mostra internazionale di VeneziaBentu segue passo a passo la vita di Raffaele, anziano contadino che aspetta il vento (il bentu appunto) per completare la raccolta del grano.

La sinossi di Bentu

Il film è ispirato ad un raconto di Antonio Cossu. Siamo negli anni Cinquanta. Nelle  colline del Trexenta, in Sardegna, vive Raffaele (Giuseppe ”Peppeddu” Cuccu), un contadino che ha da poco colto un misero mucchio di grano. Il raccolto deve ancora essere concluso: l’arrivo del vento permetterà ai chicchi di dividersi dalla paglia e concluderà la trebbiatura. Nell’attesa del ”bentu”, Raffaele sceglie di rimanere nel suo piccolo casolare in campagna. Tuttavia, il vento non sembra voler arrivare. A tenere compagnia al contadino c’è però il piccolo Angelino (Giovanni Porcu), un ragazzino invadente e affascinato dall’attività di Raffaele. Ciò che più di tutto attrae Angelino è la cavalla di Raffaele, ma il bambino è ancora troppo leggero per poterla cavalcare…

Un film che segue i ritmi della natura

Bentu ruota attorno a tre personaggi: Raffaele, Angelino e la cavalla indomita del contadino. Questi soggetti si muovono sullo schermo in funzione dei ritmi della natura. La campagna della Sardegna, ampia e seccata dal caldo estivo, è la regina delle inquadrature di Mereu. Campi lunghi e lunghissimi esaltano l’ampiezza delle ambientazioni naturali. La pittoricità delle immagini è incantevole: i colori sono vividi come quelli usati da Van Gogh nei suoi quadri rupestri (come non citare Casa di campagna in provenzaMietitura). Esattamente come in un dipinto paesaggistico, Raffaele e Angiolino sono le sole scarne figure umane che vagano negli spazi raffigurati.

È quindi l’ambiente naturale a dominare sia a livello visivo che a livello narrativo: la giornata di Raffaele ruota attorno al campo e al vento. Infatti, il film procede seguendo cronologicamente la quotidianità dell’uomo: la raccolta del grano, i pasti semplici nel piccolo casolare, il riposo e, soprattutto, l’attesa del vento. La semplicità del racconto è in linea con la storia, una storia contadina fatta di figure scarne, case spoglie e parole dialettali (tutti i dialoghi sono in dialetto sardo).

Raffaele è l’emblema del burbero contadino

BentuRaffaele è il personaggio principale di Bentu e rappresenta lo stereotipo dell’anziano contadino: solitario, burbero, silenzioso, indaffarato. Cuccu parla solo in dialetto sardo  e sembra rifiutare il progresso con tutte le sue forze. Nell’attesa del vento, più volte viene esortato ad utilizzare la mietitrebbiatrice, ma si rifiuta di far fare alla macchina un lavoro che spetta all’uomo e alla natura. La trebbiatura, la separazione del frumento dalla paglia, è per Raffaele un rito e attendere il bentu è come una pratica religiosa.

Angelino bentu recensione film

Il protagonista è accompagnato da un personaggio antitetico: Angelino. Il bambino che si intromette in casa sua, lo stuzzica, lo provoca, è l’emblema di quel progresso e di quella modernità che il protagonista di Bentu rifiuta. Al contrario di RaffaeleAngelino è vivace, iperattivo, è incuriosito dalle novità, parla in italiano. Le due figure sono tra loro contrapposte e affini: giovane e vecchio si uniscono in un luogo eterno, la campagna, che sembra la stessa delle poesie di Pascoli – o dei film del Neorealismo – e che esalta gli ambienti bucolici e le piccole cose (le famose myricae).

In conclusione, Bentu è un film che procede a ritmo lento, richiedendo allo spettatore di avere la stessa pazienza di Raffaele. Mereu sfrutta la settima arte e, come altri prima di lui hanno fatto attraverso il cinema, la poesia e l’arte pittorica, realizza un’opera contemplativa sulla ciclicità della vita contadina, un continuo confronto tra vita, morte e rinascita.

Bentornato Presidente: al cinema dal 28 marzo

Bentornato Presidente: al cinema dal 28 marzo

Arriva al cinema il 28 marzo Bentornato Presidente, di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, distribuito da Vision Distribution in 500 copie.

Nel cast ritroviamo Claudio Bisio insieme a Sarah Felberbaum, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Guglielmo Poggi, Roberta Volponi, Antonio Milo, Antonio Petrocelli, Marta Gastini, Franco Ravera, Marco Ripoldi, Iago Garcia, Maria Chiara Giannetta, Liliana Fiorelli, Francesco Zenzola, Gigio Morra e con Ivano Marescotti, con Cesare Bocci e con Massimo Popolizio.

Sono passati otto anni dalla sua elezione al Quirinale e Peppino Garibaldi vive il suo idillio sui monti con Janis e la piccola Guevara. Peppino non ha dubbi: preferisce la montagna alla campagna… elettorale. Janis, invece, è sempre più insofferente a questa vita troppo tranquilla e soprattutto non riconosce più in lui l’uomo appassionato, di cui si era innamorata, e che voleva cambiare l’Italia. Richiamata al Quirinale, nel momento in cui il Paese è alle prese con la formazione del nuovo governo e appare minacciato da oscuri intrighi, Janis lascia Peppino e torna a Roma con Guevara. Disperato, Peppino non ha scelta: tornare alla politica per riconquistare la donna che ama.

Bentornato Presidente é una coproduzione Indigo Film e Vision Distribution. In collaborazione con Sky Cinema ed in collaborazione con TIMVISION.

Produzione esecutiva di HT Film. Uscirà nelle sale italiane distribuito da Vision Distribution.

Bentornato Presidente! con Claudio Bisio, dal 28 marzo al cinema

Bentornato Presidente! con Claudio Bisio, dal 28 marzo al cinema

Il 28 Marzo è la data di uscita di Bentornato Presidente! con Claudio Bisio – distribuzione Vision Distribution.

Dal 28 Marzo il Presidente Peppino Garibaldi alias Claudio Bisio, tornerà a portare scompiglio nei palazzi della politica nella commedia Bentornato Presidente! , l’atteso sequel di Benvenuto Presidente!, campione di incassi e vincitore di tanti premi e nomination, tra cui quella all’European Film Award come miglior commedia.

Accanto a Bisio,  nei panni dell’amata Janis, ci sarà Sarah Felberbaum. Nel cast, e nello staff del suo governo, ci saranno Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Massimo Popolizio, Cesare Bocci, Ivano Marescotti, Antonio Petrocelli e Guglielmo Poggi. La regia di Bentornato Presidente! è di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, giovani e talentuosi registi che hanno esordito l’anno scorso con la commedia di successo Metti la nonna in freezer.

Scritto da Fabio Bonifacci, da un’idea di Nicola Giuliano e dello stesso Bonifacci, il film è una coproduzione Indigo Film e Vision Distribution, prima collaborazione tra le due società, e sarà distribuito da Vision Distribution  dal 28 marzo.

Bent – Polizia criminale: trama e cast del film con Karl Urban

Bent – Polizia criminale: trama e cast del film con Karl Urban

Oggi celebre per il personaggio di William “Billy” Butcher nella serie targata Amazon The Boys, l’attore Karl Urban vanta nella sua carriera diversi ruoli oggi iconici, tra cui Éomer nella trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli e Leonard “Bones” McCoy nei nuovi film di Star Trek. Uno dei suoi ultimi, e meno noti, ruoli cinematografici, è però quello nel thriller poliziesco Bent – Polizia criminale, diretto nel 2018 da Robert Maresco. Questi è meglio noto per essere stato lo sceneggiatore e il produttore di Crash – Contatto fisico, per il quale ha anche vinto un premio Oscar.

Sceneggiatore anche di questo suo nuovo lungometraggio, Maresco si è basato sul romanzo Deadly Codes, scritto da JP O’Donnell, dando vita ad un intricato crime dove bene e male non fanno che mescolarsi e confondersi continuamente. Il film, nonostante il cast e la produzione internazionale, è stato girato interamente in Italia, in particolare a Roma. Tale ambientazioni non fanno che conferire ulteriore fascino alla vicenda, la quale si presenta come una continua sorpresa per lo spettatore.

Pur se poco noto, anche a causa della sua distribuzione prevalentemente in home video, il film è un titolo che ogni amante del genere potrà apprezzare. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Bent – Polizia criminale

Protagonista del film è Danny Gallagher, un detective della narcotici che, mentre sta indagando su un caso, si ritrova incastrato per un omicidio che non ha commesso: quello del suo fidato partner. Danny finisce dunque in prigione e alla sua scarcerazione, dopo un periodo di detenzione, la prima cosa che è intenzionato a fare è quella di elaborare un piano per vendicarsi di chi lo ha tradito. Prima di tutto deve scoprire come sono andati esattamente i fatti la notte in cui il suo compagno è rimasto vittima dell’omicidio. Durante la sua indagine, il detective, con l’aiuto del suo mentore Jimmy Murtha, un ex poliziotto in pensione e all’agente governativo Rebecca, scopre qualcosa di molto importante.

Egli individua infatti un filo rosso che collega l’omicidio del suo collega ad un altro, ovvero la morte misteriosa di una donna di nome Jennifer Pierce. Quest’ultima era la sorella di un allibratore di zona, sulla cui uccisione, regna ancora un alone di mistero. Più Danny andrà avanti con le indagini e più riuscirà a ricostruire un complicato puzzle, in cui emergerà come l’omicidio del suo collega non sia che uno dei tanti tasselli di un complicatissimo complotto internazionale. Ormai consapevole di star rischiando la vita, Danny dovrà andare fino in fondo a quella storia, cercando di far emergere la verità.

Bent - Polizia criminale cast

Bent – Polizia criminale: il cast del film

Come anticipato ad interpretare il protagonista Danny Gallagher vi è l’attore Karl Urban, dal regista considerato l’unico a poter fornire al personaggio la giusta ambiguità che lo rende sia tanto misterioso quanto carismatico. L’attore, inoltre, ha qui avuto la possibilità di condividere una scena con il figlio Indy. Il bambino, infatti, compare come figlio del personaggio di Dougie, che Danny va a trovare a circa un’ora dall’inizio del film. Accanto a lui, nei panni del mentore Jimmy Murtha vi è invece l’attore Andy Garcia, celebre per film come Gli intoccabili, Il padrino – Parte III e Ocean’s Eleven.

L’attrice Sofia Vergara, nota nota soprattutto per il ruolo di Gloria Delgado-Pritchett nella acclamata serie televisiva Modern Family, è qui l’agente governativo Rebecca. Stando a quanto da lei dichiarato, per Bent – Polizia criminale l’attrice si è trovata a dar vita alla sua prima scena di nudo, condivisa con Urban e ambientata all’interno della doccia. L’attore italoamericano Vincent Spano interpreta Charlie Horvath, mentre Grace Byers e Trai Byers sono rispettivamente Kate e Chuck. Questi ultimi due, come anche il cognome suggerisce, sono sposati nella realtà.

Bent – Polizia criminale: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Bent – Polizia criminale è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

https://www.youtube.com/watch?v=lUqvIu1gRC8

Fonte: IMDb

Bennet Miller riporterà sullo schermo A Christmas Carol

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Bennet Miller, regista di Foxcatcher – Una storia americana, e il drammaturgo e sceneggiatore Tom Stoppard (premio Oscar per lo script di Shakespeare in Love) lavoreranno a un nuovo adattamento di A Christmas Carol, il classico di Charles Dickens che ha avuto numerose trasposizioni per il cinema e il piccolo schermo, tra cui ricordiamo il film di Robert Zemeckis in CGI con Jim Carrey e Gary Oldman.

Bennet Miller torna a lavorare con l’Annapurna Pictures di Megan Ellison dopo Foxcatcher. Ellison, Miller, Scott Rudin e Jennifer Fox produrranno questo nuovo A Christmas Carol, che sarà comunque un film d’epoca ambientato nel 19° secolo come il romanzo originale.

Attendiamo nuovi sviluppi per questo progetto che si preannuncia interessante, soprattutto per i due nomi in campo: uno dei più talentuosi registi del cinema americano (e non solo) e il prolifico drammaturgo inglese, che ha curato l’adattamento anche di Tulip Fever con la neo premio Oscar Alicia Vikander e Christoph Waltz.

Fonte: The Hollywood Reporter

Benjamin Walker scala la Grande Muraglia

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Si intitolerà The Great Wall il nuovo film di Ed Zwick (Attacco al potere, L’ultimo Samurai, Blood Diamonds), incentrato sulla costruzione della chilometrica muraglia cinese: protagonista, a fianco di Henry Cavill (prossimo Superman nel film di Zack Snyder), Benjamin Walker (protagonista dell’imminente Abraham Lincoln: Vampire Hunter).

La pellicola sarà ambientata nel XV secolo: un gruppo di sodati britannici arriva in Cina mentre la muraglia sta venendo edificata in tutta fretta: al contrario di quanto  comunemente risaputo però, la struttura non servirà a difendere la Cina contro le invasioni mongole, ma da qualcosa di molto più oscuro e pericoloso. Walker e Cavill sono al momento gli unici nomi confermati per il cast. Le riprese inizialmente previste l’autunno, sono state rinviate alla primavera 2013, per poter godere di migliori condizioni climatiche sui set, previsti in Cina e Nuova Zelanda.

Fonte: Empire

Benjamin Walker sarà l’arcangelo Michele

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Benjamin Walker sarà l’arcangelo Michele

Benjamin Walker, l’uomo che sarà Abraham Lincoln: Vampire Hunter, è in trattative con la Legendary Pictures per recitare nell’adattamento di Paradise Lost diretto da Alex Proyas.

Benjamin Walker e Teresa Palmer nel trailer di La Scelta

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Benjamin Walker e Teresa Palmer nel trailer di La Scelta

Ecco il primo trailer di La Scelta (The Choice), nuovo adattamento cinematografico da uno dei romanzi d’amore di Nicholas Sparks. Protagonisti di questa nuova pellicola sono Benjamin Walker e Teresa Palmer.

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A dirigere The Choice ci sarà Ross Katz (Adult Beginners) mentre alla sceneggiatura troviamo Bryan Sipe (Alpha Mail). Nel cast Tom Welling, Alexandra Daddario, Maggie Grace e Teresa Palmer, con quest’ultima che dovrebbe avere una parte più importante rispetto ai colleghi.

Di seguito la trama di The Choice tratta dalla sinossi del libro:

Travis è un giovane veterinario convinto di non essere destinato alle relazioni a lungo termine. Gabby è un’affascinante pediatra con tutte le carte in regola per fargli cambiare idea. Dopo un primo, burrascoso incontro, pian piano i due si innamorano e capiscono di non poter fare a meno l’uno dell’altra. Un giorno, però, la vita di lui subisce una drammatica svolta. Straziato dal dolore e dilaniato dai dubbi, Travis continua a porsi la stessa, angosciante domanda: fino a che punto si può arrivare per amore? Un romanzo delicato e intenso che vi farà commuovere e sognare. Contiene un estratto del nuovo libro di Nicholas Sparks, “La risposta nelle stelle”. 

Benjamin McKenzie: 10 cose che non sai sull’attore

Benjamin McKenzie: 10 cose che non sai sull’attore

Grazie ad una celebre serie televisiva dei primi anni del nuovo millennio, l’attore Benjamin McKenzie è in breve tempo diventato uno dei volti di punta del piccolo schermo. Interprete carismatico e versatile, McKenzie ha poi saputo rinnovarsi prendendo parte ad apprezzati film per il cinema come anche a nuovi titoli per la televisione, che gli hanno permesso di ottenere ulteriori riconoscimenti nel corso della sua carriera.

Ecco 10 cose che non sai di Benjamin McKenzie.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Benjamin McKenzie Morena Baccarin

Benjamin McKenzie: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti film per il cinema. McKenzie fa il suo debutto sul grande schermo nel 2005, con il film Junebug, con Amy Adams. Successivamente recita in 88 minuti (2007), con Al Pacino, Johnny Got His Gun (2008), Annie Parker (2013), Il fidanzato di mia sorella (2014), con Pierce Brosnan, e The Report (2019), con Adam Driver. Sempre nel 2019 è al cinema anche con l’action Line of Duty.

9. È celebre per i suoi ruoli televisivi. Il primo ruolo importante nella carriera dell’attore è quello di Ryan Atwood, protagonista della serie The O.C. (2003-2007). Grazie ad essa è diventato in breve tempo un’icona della TV, ottenendo popolarità e apprezzamenti generali. Terminata questa, ha continuato a lavorare prevalentemente in televisione, prendendo parte a serie Southland (2009-2013) e la celebre Gotham (2014-2019), dove ha interpretato il personaggio del commissario James Gordon, protagonista principale.

8. È anche regista e sceneggiatore. Particolarmente legato alla serie Gotham, l’attore si è cimentato per essa anche nel suo debutto alla scrittura e alla regia. Ha infatti diretto gli episodi Heroes Rise: These Delicate ad Dark Obsessions (sedicesimo episodio della terza stagione), A Dark Knight: One of My Three Soups (sedicesimo episodio della quarta stagione) e Legend of the Dark Knight: 13 Stitches (sesto episodio della quinta stagione). Ha invece collaborato alla sceneggiatura di A Dark Knight: The Demon’s Head (quarto episodio della quarta stagione) e Legend of the Dark Knight: The Trial of Jim Gordon (nono episodio della quinta stagione).

Benjamin McKenzie è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 628 mila persone. All’interno di questo McKenzie è solito condividere immagini e video promozionali dei suoi progetti da interprete, come anche foto di backstage e interviste rilasciate. Non mancano però anche post più generici, relativi a propri momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, come anche a curiosità a lui legate.

Benjamin McKenzie e Morena Baccarin

6. Ha conosciuto sua moglie sul set. Durante la lavorazione della serie Gotham, McKenzie ha modo di conoscere l’attrice Morena Baccarin, che lì interpretava Leslie Thompkins. I due intraprendono una relazione a partire dal 2015, per arrivare poi a sposarsi nel giugno del 2017. Prima del matrimonio, la coppia ha avuto una bambina, nata nel marzo del 2016. Particolarmente riservati, i due coniugi non sono soliti rilasciare particolari notizie sulla propria vita privata, tenendo lontani da essa i riflettori del proprio mestiere.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Benjamin McKenzie Gotham

Benjamin McKenzie in The O.C.

5. Fu scritturato all’ultimo minuto. Pur essendo stato il protagonista della serie, l’attore fu l’ultimo ad entrare a far parte del cast. I produttori, infatti, non riuscivano a trovare un interprete che li convincesse a pieno, continuando a rimandare la scelta per poter visionare ulteriori candidati. Quando McKenzie si presentò ai provini, l’inizio delle riprese era fissato a poche settimane da quel momento. Fortunatamente, i produttori rimasero particolarmente colpiti dal suo carattere, scegliendolo per il ruolo.

Benjamin McKenzie in Gotham

4. Ha amato il suo personaggio. Scelto per dar vita al celebre commissario Gordon, l’attore ha affermato di aver particolarmente apprezzato tale ruolo, considerandolo uno dei più importanti della sua carriera. McKenzie ha in particolare descritto il lavoro attuato per dar vita all’arco narrativo del personaggio come particolarmente complesso, affermando di aver continuamente dovuto seguire l’istinto per capire quali fossero le scelte migliori per il ruolo.

Benjamin McKenzie: il suo fisico

3. È un appassionato di sport. Da sempre l’attore è noto anche per la sua grande passione per lo sport. In particolare, è molto interessato al pugilato e al culturismo, a tal punto da arrivare a praticare abitualmente tali attività. Ciò lo ha inevitabilmente portato a costruirsi un fisico particolarmente atletico e scolpito, che gli è poi tornato utile per alcuni dei ruoli da lui ricoperti.

Benjamin McKenzie: il suo patrimonio

2. Ha guadagnato molto grazie alla televisione. Pur con diverse presenze al cinema, il vero guadagno dell’attore proviene dalla televisione. Grazie alle serie a cui ha partecipato, quasi sempre nel ruolo del protagonista, ha potuto raggiungere un patrimonio stimato di circa 13 milioni di dollari. Questo gli ha inoltre permesso di riaffermare continuamente il proprio status, divenendo uno degli attori meglio retribuiti della televisione.

Benjamin McKenzie: età e altezza

1. Benjamin McKenzie è nato a Austin, in Texas, il 12 settembre 1978. L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Benjamin Franklin, recensione della serie Apple TV+ con Michael Douglas

Il ritorno di Michael Douglas alla serialità televisiva dopo il successo di The Kominsky Method su Netflix arriva grazie ad Apple TV+. Il ruolo è uno di quelli iconici per il pubblico americano, ovvero uno dei padri fondatori Benjamin Franklin. Ispirata dal libro di Stacy Schiff A Great Improvisation: Franklin, France and the Birth of America, la miniserie racconta degli otto anni spesi dallo statista in terra transalpina al fine di convincere il suo governo ad appoggiare gli Stati Uniti nella Guerra d’Indipendenza dall’Inghilterra.

Benjamin Franklin, la trama

Iniziare questo articolo ricordando il precedente lavoro del grande attore premio Oscar nel 1987 per Wall Street era sorprendentemente necessario: il successo di The Kominsky Method deve infatti aver spinto sia Douglas che gli scrittori dello show a puntare con addirittura troppa convinzione sui toni leggeri della commedia. In questo caso ovviamente commedia di costume. Specialmente nelle prime puntate lo show infatti soffre di un prematuro stridore tra il tono della narrazione, tra la frivolezza dei personaggi e la drammaticità dello scopo. Il fatto che sull’altra sponda dell’Oceano Atlantico si sta combattendo una guerra che per molti versi ha deciso la forma geopolitica Occidentale nei secoli a venire rimane un evento storico costantemente citato ma mai significativamente vissuto dai personaggi.

Uno stratega senza profondità emotiva

Lo stesso Benjamin Franklin risulta uno stratega di raffinata intelligenza ma di profondità emotiva in alcuni momenti fin troppo nascosta dalle facezie e dall’ironia retorica che ostante in praticamente ogni scena in cui compare. Questo non significa che la miniserie non riservi allo spettatore momenti di ottima fattura, anche perché quasi sempre in scena c’è quel grande mattatore che risponde al nome di Michael Douglas. Rimane comunque un piacere gustare l’attore divertirsi e divertire il pubblico sfoggiando quell’eleganza guascona e seducente che lo hanno reso uno dei grandi della Hollywood contemporanea. Gli sceneggiatori delle varie puntate hanno comunque fatto uno un lavoro certosino nel tirar fuori dal cappello dialoghi raffinati e doppi sensi che potessero calzare a pennello sia alla star che al ruolo. Sotto questo punto di vista Benjamin Franklin si conferma un piacere piuttosto efficace, anche quando la narrazione e il ritmo in particolar modo nelle prime puntate non siano dei maggiormente incisivi.

Per entrare nel vivo la miniserie ci mette un po’, forse addirittura troppo, ma grazie alla bellezza delle ambientazioni e alla bravura del cast di certo non ci si annoia. Anche perché attori del calibro di Eddie Marsan (al quale è andato il ruolo di quel John Adams straordinariamente interpretato da Paul Giamatti nella famosa miniserie HBO), Ludivine Sagnier e il “rampollo” Noah Jupe stanno al gioco con adesione e precisione.

Un tono leggero e affabulatore

Sarà che il recentissimo e poderoso Manhunt ha settato dei paramentri davvero altri riguardo gli eventi più importanti e drammatici della storia americana raccontata attraverso la serialità, ma da Benjamin Franklin ci aspettavamo un prodotto capace di penetrare con maggiore efficacia nella sfera emotiva dello spettatore. Per quanto sapientemente orchestrato a livello di messa in scena, lo show rimane piuttosto in superficie, fattore dovuto alla scelta di puntare principalmente su un tono leggero e affabulatore. Una decisione che certamente non affonda Franklin ma neppure lo rende un qualcosa di memorabile, e questo nonostante un Michael Douglas in piena forma.

Certo, quando si accosta questo nome alla politica americana non può che tornare alla mente un capolavoro di commedia romantica quale era Il presidente – Una storia d’amore. E forse proprio dal film diretto da Rob Reiner e sceneggiato da Aaron Sorkin Franklin avrebbe dovuto prendere ispirazione. Perché in quel caso dietro le spoglie della commedia sofisticata venivano invece sviluppati dei discorsi estremamente precisi sull’America e sulla sua politica, interna e internazionale. Un approfondimento che alla miniserie di Apple TV+ manca del tutto o quasi.

Benjamin Franklin

Benjamin Franklin, il trailer della serie con Michael Douglas

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Benjamin Franklin, il trailer della serie con Michael Douglas

Apple TV+ ha presentato oggi il trailer di “Benjamin Franklin“, la nuova serie limitata, interpretata e prodotta esecutivamente dal vincitore dell’Oscar®, dell’Emmy e dell’AFI Lifetime Achievement Award Michael Douglas, che farà il suo debutto su Apple TV+ il 12 aprile con i primi tre episodi degli otto totali, seguiti da un nuovo episodio ogni venerdì fino al 17 maggio.

Basata sul libro di Stacy Schiff, vincitrice del premio Pulitzer, “A Great Improvisation: Franklin, France, and the Birth of America”, “Benjamin Franklin” esplora l’emozionante storia della più grande scommessa della carriera di Benjamin Franklin. Nel dicembre del 1776, Franklin è famoso in tutto il mondo per i suoi esperimenti elettrici, ma la sua passione e il suo potere vengono messi alla prova quando – mentre il destino dell’indipendenza americana è in bilico – si imbarca in una missione segreta in Francia.

All’età di 70 anni, senza alcuna formazione diplomatica, Franklin convince una monarchia assoluta a sostenere l’esperimento americano di democrazia. Grazie alla sua fama, al suo carisma e al suo ingegno, Franklin superò tanti ostacoli, spie britanniche, informatori francesi e colleghi ostili, per organizzare l’alleanza franco-americana del 1778 e il trattato di pace con l’Inghilterra del 1783.

La missione francese, durata otto anni, è il servizio più importante reso da Franklin al suo Paese, senza il quale l’America non avrebbe potuto vincere la Rivoluzione. I diplomatici e gli storici la considerano ancora oggi come il più grande incarico di un singolo ambasciatore nella storia della nazione.

“Benjamin Franklin” è interpretata anche da Noah Jupe nel ruolo di Temple Franklin, Thibault de Montalembert nel ruolo del Comte de Vergennes, Daniel Mays nel ruolo di Edward Bancroft, Ludivine Sagnier nel ruolo di Madame Brillon, Eddie Marsan nel ruolo di John Adams, Assaad Bouab nel ruolo di Beaumarchais, Jeanne Balibar nel ruolo di Madame Helvetius e Theodore Pellerin nel ruolo del Marchese de Lafayette.

Oltre a Douglas, il team creativo comprende lo scrittore e produttore esecutivo Kirk Ellis (“John Adams”), vincitore di un Emmy e di un WGA Award, e lo scrittore e produttore esecutivo Howard Korder (“Boardwalk Empire – L’impero del crimine”), nominato agli Emmy, ai WGA e al Premio Pulitzer. Tim Van Patten (“Masters of the Air”, “I Soprano”), vincitore di un Emmy e di un DGA Award, è regista e produttore esecutivo. Richard Plepler produce esecutivamente attraverso la EDEN Productions, Tony Krantz attraverso la Flame Ventures; Philippe Maigret e Mark Mostyn sono produttori esecutivi, Stacy Schiff è co-produttrice esecutiva. “Franklin” è una coproduzione tra ITV Studios America e Apple Studios.

Benjamin Bratt: 10 cose che non sai sull’attore

Benjamin Bratt: 10 cose che non sai sull’attore

Con una carriera divisa tra il cinema e la televisione, Benjamin Bratt ha negli anni costruito la sua fama recitando in noti titoli per il grande e il piccolo schermo, guadagnando le lodi della critica e del pubblico. Ad oggi, viene in particolare apprezzato per i suoi ruoli action, ma grazie alla versatilità sfoggiata negli anni, Bratt ha potuto ricoprire ruoli sempre diversi e sempre con grande naturalezza.

Ecco 10 cose che non sai di Benjamin Bratt.

Benjamin Bratt moglie

Benjamin Bratt: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore inizia a farsi notare al cinema grazie ai film Patto di sangue (1993), Sotto il segno del pericolo (1994) e Sai che c’è di nuovo? (2003). Negli anni seguenti ha poi guadagnato sempre maggior popolarità grazie a titoli come Catwoman (2004), con Halle Berry, The Great Raid – Un pugno di eroi (2005), L’amore ai tempi del colera (2007), con Javier Bardem, Trucker (2008), Snitch – L’infiltrato (2013), Un poliziotto ancora in prova (2016), con Kevin Hart, Special Correspondents (2016), di Ricky Gervais, The Infiltrator (2016), Doctor Strange (2016), con Benedict Cumberbatch, e La fratellanza (2017).

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Parallelamente all’attività per il grande schermo, Bratt recita anche per la televisione, dove ha dato vita ad alcuni dei suoi personaggi più noti. Il primo di questi è il detective Ray Curtis di Law & Order – I due volti della giustizia (1995-2009). In seguito, ha recitato anche nelle serie E-Ring (2005-2006), The Cleaner (2008-2010), Modern Family (2010-2020), Private Practice (2011-2013), con Caterina Scorsone, e in 24: Live Another Day (2014), con Keifer Sutherland.

8. È anche doppiatore. Negli ultimi anni l’attore si è distinto anche per la sua attività di doppiaggio. Ha infatti prestato la propria voce per alcuni noti film d’animazione. Tra questi si annoverano Piovono polpette (2009) e Piovono polpette 2 – La rivincita degli avanzi (2013), dove interpreta Manny, Cattivissimo Me 2 (2013), nel ruolo di El Macho, e Coco (2017), il film della Pixar premiato con l’Oscar al miglior film d’animazione, dove Bratt dà voce al personaggio di Ernesto de la Cruz.

Benjamin Bratt è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 218 mila persone. All’interno di questo egli è solito condividere in prevalenza immagini o video promozionali dei suoi progetti futuri come interprete. Diverse a riguardo sono anche le foto di backstage scattate sui set a cui ha preso parte. Non mancano però anche diversi post relativi a luoghi visitati o momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Molto presenti sono inoltre le immagini legate alla sua famiglia.

Benjamin Bratt: chi è sua moglie

6. Ha sposato un’attrice. Nell’aprile del 2002 Bratt si sposa per la prima volta con l’attrice Talisa Soto, con cui aveva una relazione dal 2001. I due si erano però conosciuti per la prima volta durante i provini per il film Patto di sangue. Da quel momento, rimasti in contatto, si sono frequentati di tanto in tanto, arrivando però a concretizzare la loro relazione soltanto durante le riprese del film Piñero. La coppia ha ad oggi due figli, nati rispettivamente nel 2002 e nel 2005, di cui si possono ritrovare alcune foto sul profilo Instagram dell’attore.

Benjamin Bratt Modern Family

Benjamin Bratt e Julia Roberts

5. Ha avuto una relazione con la celebre attrice. A partire dal 1998, Bratt ha avuto una relazione con l’attrice Julia Roberts. I due, molto legati, si sono ben presto affermati come una delle coppie più in voga ad Hollywood, e fu proprio lui ad accompagnare la Roberts alla cerimonia dei premi Oscar nel 2001, dove lei vinse il premio come miglior attrice. In quello stesso anno, tuttavia, i due hanno annunciato la loro separazione, senza chiarire il motivo di tale decisione.

Benjamin Bratt in Modern Family

4. Ha interpretato un ruolo ricorrente. Nel corso della celebre sit-comedy Modern Family, l’attore ha partecipato a diversi episodi nel ruolo di Javier, l’ex marito di Gloria e il padre biologico di Manny. Questi ha fatto la sua prima comparsa nell’episodio Up All Night, l’undicesimo della prima stagione, ed è apparso negli anni in un totale di sei episodi, ovvero Lifetime Supply, Flip Flop, Patriot Games, The Graduates e Dead on a Rival, dell’undicesima stagione.

3. Ha sostituito un altro attore per il ruolo. Originariamente, il ruolo di Javier avrebbe dovuto essere interpretato dall’attore Alfred Molina. Tuttavia, poiché i produttori desideravano dare al personaggio delle origini sudamericane, il casting di questo venne ripensato, e la parte andò infine a Bratt, il quale avendo origini peruviane corrispondeva meglio al profilo del personaggio.

Benjamin Bratt in Law & Order

2. Ha ricevuto una nomination ai premi Emmy. Nel 1999 Bratt ottiene una nomination agli Emmy Awards come miglior attore non protagonista. Diventa così uno degli unici cinque interpreti principali della serie a ricevere tale riconoscimento. Tuttavia, ciò non fece cambiare idea all’attore circa la sua volontà di lasciare la serie, desideroso di lavorare maggiormente per il cinema. Tornerà però a recitare in un episodio della serie nel 2009, apparendo come guest star.

Benjamin Bratt: età e altezza

1. Benjamin Bratt è nato a San Francisco, in California, Stati Uniti, il 16 dicembre del 1963. L’attore è alto complessivamente 187 centimetri.

Fonte: IMDb

 

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