Kirsten Dunst, premiata come miglior
attrice femminile al Festival
di Cannes 2011 per l’interpretazione di Justine in Melancholia
di Lars von Trier, entra
Michael Kenneth
Williams, l’Omar di The Wire,
attore apprezzato e versatile, era stato inizialmente in lizza per
il ruolo principale di Django
Unchained, il nuovo film di Quentin Tarantino. Per
questioni d’agenda, la parte era andata a Jamie Foxx. In seguito,
era nata l’idea di un ruolo minore in Django per M. K. Williams.
Tuttavia, ora pare ormai certo che, a causa degli impegni con la
serie Boardwalk Empire, non vedremo l’attore afroamericano nel
western di Tarantino. Niente paura per i fan dell’Omar Little di
The Wire: nel 2012 sarà ugualmente sui grandi schermi con Snitch di
Ric Roman Waugh.
Hugh Jackman ha
cominciato con Wolverine. Si può
tranquillamente prendere per buona questa affermazione, se
consideriamo che quello del mutante è il suo primo ruolo di una
certa importanza e che gli ha dato anche notorietà. La sua carriera
cinematografica, cominciata con il quasi sconosciuto Paperback Hero
nel 1999, subisce nel 2000 una svolta decisiva con il film di
Bryan Singer, e quest’anno, con un piccolo cameo
inX Men: L’inizio,
ha compiuto il suo undicesimo anno e chiuso una sorta di cerchio
ideale.
Quella col personaggio di
Wolverine è la tipica ‘identificazione’
che rischia di rivelarsi un’arma a doppio taglio: certo
l’interpretazione, riuscitissima, del personaggio ha dato a
Hugh Jackman una popolarità che forse altrimenti
non avrebbe avuto, tuttavia vi è sempre il rischio che certi ruoli
finiscano per ‘imprigionare’ l’attore, impedendogli di mostrare
pienamente le proprie potenzialità.
A guardarli nel loro insieme, nel
corso di questi undici anni abbiamo visto Hugh
Jackman (nato a Sidney nel 1968) impegnato in due filoni
principali: da una parte l’azione, quella certo della trilogia
degli X-Men (meglio forse il primo e il
terzo, più debole il secondo capitolo), ma anche di un film
ambizioso quanto dagli esiti abbastanza scontati come
Codice Swordfish, o il più riuscito
Van Helsing, in cui ha vestito i panni
del cacciatore di vampiri in una rilettura (forse un pò troppo
libera) del personaggio di Bram Stoker.
All’opposto, vi sono i film della categoria ‘commedie romantiche’,
come Qualcuno come te, che lo ha visto recitare a fianco di
Ashley Judd, o Kate & Leopold con Meg
Ryan, in cui il nostro ha interpretato un gentiluomo
ottocentesco catapultato ai giorni nostri.
Ma è nel musical che Hugh
Jackman trova la sua vera vocazione. Nel 2002 canta il
ruolo di Billy Bigelow nell’edizione di Carousel
presentata alla Carnegie Hall mentre nel 2003 debutta a Broadway
come protagonista dell’acclamato spettacolo The Boy
from Oz. La sua interpretazione del musicista Peter
Allen riceve grandi apprezzamenti da parte di pubblico e critica,
ottenendo, nel 2004, il Drama Desk Award e il
Tony Award come miglior interpretazione maschile in un
musical. Per tre stagioni successive (2003, 2004 e 2005) presenta
la cerimonia di premiazione dei Tony Awards (vincendo, nel 2004,
l’Emmy come miglior presentatore). Nel 2003 la sua interpretazione
di Peter Allen nell’ edizione newyorkese di The Boy
from Oz gli vale il Tony Award come miglior
interprete maschile e nell’estate del 2006 riprende il ruolo Peter
Allen nello show Boy From Oz – Arena Spectacular, (un’ edizione
speciale del musical, diretta da Kenny Ortega). Sempre nel
2006 esce una tripletta di lavori che, grazie soprattutto al
livello della regia, hanno senz’altro contribuito alla crescita
professionale dell’attore, che si è dedicato alla recitazione dopo
gli studi di giornalismo: Scoop, secondo
film londinese di Woody Allen, The Fountain (in
italiano: L’albero della vita di Darren Aaronofsky) e soprattutto
The Prestige di Christopher Nolan dove, complice anche il
dividere la scena con Christian Bale,
Jackman ha offerto una delle sue interpretazioni
più convincenti.
Hugh Jackman: a Broadway con gli
artigli di Wolverine
Poi è il turno di una
scelta sbagliata: nel 2008 Baz Luhrmann mette
insieme un cast di australiani per portare al cinema una grande
epopea su quella terra, in stile Via Col Vento. Purtroppo però il film
è un vero fiasco e Hugh si ritrova con la collega Nicole Kidman a dare volta al più brutto film
di Luhrmann.
Non appare casuale, quindi, che il
nostro sia spesso tornato ‘sul luogo del delitto’, interpretando a
più riprese Wolverine, fino al film omonimo
dedicato alle origini del personaggio, forse per restare ‘fedele’
(o cementare la fedeltà) del suo pubblico.
Nel corso di questi undici anni
Hugh Jackman si è tolto qualche soddisfazione
‘importante’, come la conduzione della cerimonia degli Oscar nel 2009, qualche altra più
‘frivola’, come l’elezione a uomo più sexy del mondo da parte di
“People” nel 2008, e ha forse visto svanire ‘l’occasione della
vita’, essendo stato per qualche tempo trai ‘papabili’ per il ruolo
di nuovo ‘007’, assegnato a Daniel Craig.
Più recenti sono i
ruoli ne Il ventaglio segreto e in
Real steel, variazione futuristica sul rapporto
‘padre – figlio’ che vedremo e breve sugli schermi italiani.
Per Hugh Jackman
sembra che non sia ancora arrivata la grande occasione al cinema,
uno di quei ruoli che consacrano un attore, e quindi per ora si
impegna affinchè arrivi al cinema ancora una volta il suo
personaggio feticcio, quel Wolverine che
l’ha reso noto, con una produzione che però fatica a decollare. Per
ovvie ragioni d’età non sappiamo quanto a lungo Hugh potrà ancora
contare sul mutante artigliato, tuttavia speriamo che la sua
vocazione musicale non venga accantonata.
Sharon
Stone interpreterà la madre di Linda Lovelace
(1949-2002) nel film biografico Inferno: a Linda Lovelace Story,
diretto da Matthew Wilder. Il film, che avrà come protagonista la
svedese Malin Akerman (Watchmen), sarà basato sul libro Ordeal: An
Autobiography by Linda Lovelace with Mike McGrady.
La Stone, prima di dedicarsi a
Inferno, prenderà parte a The Mule, un thriller firmato Michael
Radford.
Quentin Tarantino,
nel settembre 2010, ha perso la fedele montatrice di tutti i suoi
film, Sally Menke, scomparsa a soli 56 anni. Ora sembra averne
individuato il successore in Fred Raskin, che con Tarantino ha già
collaborato in qualità di assistente al montaggio nei due Kill
Bill.
Sciolto anche il nodo del direttore
della fotografia: toccherà a Robert Richardson, già agli ordini di
Tarantino nella saga di Bill e in Bastardi senza gloria, nonché
vincitore di due premi Oscar per la miglior fotografia con The
Aviator e JFK.
E’ arrivato online
Scrat’s Continental Crack-Up — Part 2. Il cortometraggio è una
sorta di presentazione del quarto episodio della serie L’Era
Glaciale ed anche il seguito di Scrat’s Continental Crack-Up
Il trailer ufficiale di
“Titanic 3D”, riadattato in 3D da James Cameron, con Leondardo
DiCaprio, Kate Winslet, Gloria Stuart, Billy Zane, Frances Fisher,
Bernard Hill e Bill Paxton.
Dopo il poster ecco il trailer, il Titanic di
James Cameron si prepara a tornare più in forma che mai in un 3D
che, siamo sicuri, sarà spettacolare. Ritroveremo Jack e Rose
“New Years Eve” celebra l’amore, la
speranza, il perdono, le seconde possibilità e le ripartenze, in
storie intrecciate tra impulso e promesse della citta di New York
nella notte più splendente dell’anno.
Il NICE (New Italian Cinema Event)
torna negli Stati Uniti. Il festival, fondato a Firenze nel 1991,
era nato con l’idea di promuovere il nuovo cinema italiano
all’estero, obiettivo che svolge eccellentemente da 21 edizioni.
Inauguratosi all’Anthology Film Archives-Courthouse Theatre a New
York il 10 novembre, si è trasferito a San Francisco al Landmark
Embarcadero Center Cinema, il 13 novembre.
Il primo trailer
ufficiale del film “Young Adult” di Jason Reitman, con Charlize
Theron, Patrick Wilson, J.K. Simmons, Elizabeth Reaser, Patton
Oswalt, Emily Meade, Collette Wolfe e Louisa Krause.
Il buono, il matto, il
cattivo Kim Ji-woon è uno dei registi coreani più
interessanti che ci sono in circolazione, noto per lo stile
adrenalinico e sanguinolento dei suoi notevoli lungometraggi.
Questa volta il talentuoso regista affronta il western alla Sergio
Leone (citato sin dal titolo e ricordato nelle spettacolari
sequenze iniziali della corsa del treno che danno il via alla
storia), regista che rappresenta una inesauribile fonte di
ispirazione per tantissimi maestri del cinema.
Ne esce un bizzarro action movie
ambientato tra le valli desertiche della Manciuria durante gli anni
’30, che ricorda tanto il mitico Far West fasullo (e
spagnolo) degli spaghetti western, popolato di loschi banditi mossi
da avidità e sete di potere. Un bizzarro individuo (il matto del
titolo, ossia la star Kang-Ho Song molto
apprezzata in film come “Thirst”,“The host”, “Secret
sunshine” e “Mr. Vendetta”) ruba ad un ricco
contrabbandiere una famosa mappa che porterebbe al nascondiglio di
un immenso tesoro nascosto nell’antichità.
Quest’ultimo assolda un killer (il
cattivo, Byung.Hun Lee, attore feticcio di Kim Ji-woon che lo ha
diretto sia in “Bittersweet life” che in “I saw the devil”)
per recuperarla, ma sulle tracce di entrambi giunge un famoso e
abilissimo cacciatore di teste (il buono), non del tutto
indifferente all’idea di un bel malloppo di cui impadronirsi che si
andrebbe da aggiungere alla taglia che pende sui due
malviventi.
Lo scontro e la fuga tra i tre
protagonisti sono rocamboleschi e si snoda in un crescendo di
inseguimenti e sparatorie. Si deve ammettere che Ji-woon convince
di più nei magnifici thriller che hanno preceduto questa bizzarra
pellicola ma è importante ricordare che in Corea è conosciuto come
un regista pop, capace di alternare horror e noir girando storie
che viaggiano sempre a grandi velocità, tanto che in estremo
oriente i suoi film sono dei blockbuster annunciati.
Il buono, il matto, il
cattivo è un vero e ossequioso omaggio agli
spaghetti western, in cui la ricerca di personaggi iconici
sono parte di un teatrino variopinto e grottesco, in cui si possono
intravedere le tracce di Sukyiaki Western Django
di Takashi Miike. Mescolando il western e la pura avventura Kim
stupisce soprattutto per le scelte registiche al limite
dell’acrobatico, con piani sequenza ed altri spettacolari movimenti
della macchina da presa che rivelano le grandi abilità tecniche del
regista. Il buono, il matto, il cattivo arriva in
Italia dopo aver incassato nel mondo ben 44 milioni di dollari, e
vederlo in sala (rendendosi sempre conto che Sergio Leone è
tutt’altra cosa) è la classica occasione da non perdere.
La HBO ha lanciato una delle serie di punta
della sua nuova stagione. Si tratta nientemeno che di Luck, la
serie creata da David Milch (NYPD, Deadwood).
Tratto dal bestseller di Fabio Volo,
dal 2 dicembre al cinema. La storia di Giacomo Bonetti: bravo nel
lavoro, con le donne e soprattutto nell’evitare accuratamente ogni
sorta d’impegno affettivo e sentimentale. La sua vita cambia quando
incontra una ragazza su un tram (Isabella Ragonese): un’apparizione
improvvisa in mezzo ai passeggeri, uno scambio di sguardi, una
bellezza sfugg…ente che divengono presto una vera e propria
ossessione. La incontra tutte le mattine andando a lavorare sul
trenta barrato che attraversa la città. Ma si può amare una donna
di cui non si conosce nemmeno il nome? Quando finalmente riesce a
parlarle e passare una serata con lei viene a sapere che si chiama
Michela e che è il suo ultimo giorno in Italia; sta per andare a
vivere a New York dove le hanno offerto un incarico in una
prestigiosa casa editrice. Un bacio lunghissimo e poi più niente,
solo un saluto dal finestrino di un taxi. Si sono incontrati troppo
tardi. A Giacomo propongono un grosso affare in Sud America, lui
accetta, ma durante il trasferimento l’aereo fa scalo in una città
non troppo distante da New York. È un attimo, un impulso
irresistibile. È il cuore a comandare. Giacomo scende dall’aereo.
La va a cercare…
Sono iniziate a Roma, e dureranno 5
settimane, le riprese di Come Non Detto opera prima di
Ivan Silvestrini, diplomato presso il Centro Sperimentale di
Cinematografia.
Poche volte ormai capita di uscire
dal cinema con la faccia tirata da un sorriso di soddisfazione,
soprattutto quando non ti aspetti di vedere un film che ti piacerà.
Ma questo è quanto succede con Scialla! (stai
sereno), esordio alla regia di Francesco
Bruni, già sceneggiatore di successo con film importanti
alle spalle (vedi La prima cosa bella, Tutta la vita
davanti), inaspettata commedia ‘scialla’, ovvero
rilassata, comoda e incredibilmente divertente, anche se attenta a
problemi importanti e temi che toccano il quotidiano e la vita dei
giovani e dei meno giovani.
In Scialla! (Stai
Sereno) Luca è un coatto tipico, è svogliato, è un po’
scontroso e non ha ambizioni. La sua vita si incrocia con quella di
Bruno, ex docente di lettere e impantanato in un lavoro
(ghost-writer di biografie altrui) che sembra non dargli molta
soddisfazione, che gli fa ripetizioni. Ben presto però una
rivelazione porterà i due ad avvicinarsi così tanto, da cambiare
per sempre il corso delle loro stesse vite. Bruni porta al cinema
prima di tutto una bellissima sceneggiatura, con personaggi
minuziosamente costruiti, verosimili e incredibilmente simpatici
che coronano perfettamente l’idea di commedia che un ottimista
amante di cinema ha nella testa.
Scialla! (Stai Sereno), il film
Con Scialla! (stai
sereno) si ride e si riflette e il merito, oltre che alla
sceneggiatura, va agli attori. Fabrizio Bentivoglio nei panni del professore
Bruno riesce a trasmettere tutta la pigrizia, il senso di rinuncia
e anche un po’ il disfattismo di un certo tipo di persona che
arrivato alla soglia dell’anzianità si sente fallito, riuscendo poi
piano piano a ringiovanire, nei movimenti, nell’abbigliamento ma
anche e soprattutto nell’animo. Fa da contraltare un bravissimo
Filippo Scicchitano, per la prima volta sullo
schermo nei panni di Luca, che riesce a dare dolcezza e simpatia ad
un prototipo di persona, l’adolescente medio romano, che il più
delle volte, se incontrato per strada riesce a suscitare solo forte
irritazione. Nel cast anche Barbora
Bobulava (qui straordinariamente somigliante a
Toni Collette) che interpreta l’ex prono diva
dell’est Tina, amica di Bruno e per certi versi sua salvatrice.
I rapporti tra padre e figlio, la
difficile adolescenze che i ragazzi vivono cercando di fare scelte
diverse da quelle della massa, l’importanza del rispetto dovuto e
non solo preteso, fanno di questa commedia un ottimo prodotto del
nostro cinema, soprattutto perché la leggerezza e il non prendersi
troppo sul serio sono il filo conduttore del film.
Bellissimo il piccolo ruolo
ritagliato per Vinicio Marchioni, che qui interpreta un
criminale soprannominato ‘er Poeta’, molto convincente nel
prendersi in giro, il Freddo di Romanzo
Criminale – la serie regala nella bonus scene alcune
delle risate migliori.
Del progetto di un nuovo film su
Cleopatra si parla da quando il produttore Scott Rudin acquisì nel
2006 i diritti della biografia di Stacy Schiff “Cleopatra: A Life
back”. Il progetto non è mai entrato in fase di realizzazione e
vari sono stati i nomi di scrittori e registi associati di volta al
film; l’unico punto fermo è restato quello della protagonista:
Angelina Jolie. Se ne ritorna a parlare oggi: per scrivere la
sceneggiatura, sarebbe stato contattato Eirc Roth, un ‘veterano’
che, tra gli altri ha lavorato su “Forrest Gump” e nella prossima
versione cinematografica del romanzo di Jonathan Safram Foer,
“Molto forte, incredibilmente vicino”, con Tom Hanks e Sandra
Bulock.
Il film, come il libro,
narrerà la vicenda di Cleopatra sotto un punto di vista
strettamente femminile; ora si cerca il regista di quella che
ovviamente sarà una produzione mastodoncita e costosa; tra gli
altri, aveva mostrato interesse James Cameron (che ovviamente
l’avrebbe girato in 3D), ma la Jolie e Rudin hanno da tempo cercato
di coinvolgere David Fincher. Il regista di Denver ha da poco
terminato di lavorare su “The girl with the Dragon Tattoo),
adattamento del primo libro della trilogia “Millennium” di Stieg
Larsson (uscito in Italia col titolo di “Uomini che odiano le
donne”). Fincher ha tra l’altro già lavorato con Roth nel “Curioso
caso di Benjamin Button”.
Potrebbe essere l’adattamento del
romanzo “Miss Peregrine’s Home For Peculiar Children” di Ransom
Riggs la prossima impresa nella quale si cimenterà Tim Burton. Il
libro, uscito negli U.S.A. lo scorso giugno, è diventato subito un
caso editoriale e la Fox non ci ha pensato due volte ad acquisire i
diritti per la sua versione su grande schermo. Peraltro non è
ancora chiaro se il libro avrà un seguito e se di conseguenza si
profili all’orizzonte l’ennesima ‘saga cinematografica’.
Il protagonista della storia è il
sedicenne Jacob, cresciuto ascoltano dal nonno le storie legate a
Miss Peregrine, al suo orfanotrofio e ai suoi ospiti ‘particolari’,
trai quali ragazze capaci di levitare, gemelli connessi
psichicamente, o ancora individui capaci di toccare il fuoco senza
bruciarsi. Quando il nonno di Jacob muore improvvisamente, il
ragazzo si reca a casa sua, su una strana isola posta al largo
delle coste gallesi: qui, trai resti dell’orfanotrofio, scoprirà
che quelle non erano propriamente favole, che quel posto
assomigliava più a una prigione per persone dotate di poteri
pericolosi, e che il luogo non è del tutto disabitato.
Se Burton accetterà l’incarico, il
passo successivo sarà cercare lo scrittore adatto e coinvolgere
come al solito Johnny Depp, magari facendogli interpretare lo
stesso Jacob, attraverso la tecnologia della ‘motion capture’. Il
progetto dovrà tuttavia attendere, dato che Burton è attualmente
impegnato a completare “Dark Shadows”, sempre con Johnny Depp
protagonista, nei panni di un vampiro.
Dopo il successo ottenuto con la
saga di “Twilight” e il ruolo da protagonista nell’imminente “Snow
White And The Huntsman”, Kristen Stewart potrebbe partecipare ad
un’altra, attesissima pellicola, la trasposizione cinematografica
dell’anime cult giapponese “Akira”, tratto dall’omonimo manga di
Katsuhiro Otomo.
Il film, ambientato in un prossimo
futuro, vedrà il protagonista Kaneda, capo di una banda di
adolescenti motociclisti, mettersi alla ricerca dell’amico Testsuo,
oggetto di un esperimento governativo (il Progetto Akira) ne
libereranno i tremendi, distruttivi e incontrollabili poteri.
Kaneda sarà probabilmente interpretato da Garrett Hedlund (“Tron
Legacy”), mentre la Stewart vestirà i panni di Kay, membro di un
gruppo di rivoluzionari che si oppongono al Progetto; del cast
faranno parte anche Gary Oldman ed Elena Bonham Carter. Le riprese
del film, diretto da Jaume Collet-Sera dovrebbero cominciare in
marzo.
Riuscirà Steven Spielberg a separare le acque del Mar
Rosso? Non è una domanda tanto retorica se si pensa che il regista
e produttore è entrato in trattative per portare sullo schermo Gods
And Kings
Ecco il trailer di
Mirror Mirror, altra rilettura del mito di Biancaneve ad opera del
regista del momento, quel Tarsem che sta spopolando al cinema con
il suo Immortals.
Il Kolossal di James Cameron che
nel 1998 vinse 11 premi Oscar, uscirà il 6 aprile 2012 in
contemporanea mondiale riconvertito in 3D. Oggi arriva il poster
ufficiale del film, che ci mostra due giovanissimi Leonardo
DiCaprio e Kate Winslet, che ad oggi sono fra gli attori più
richiesti di Hollywoond.
1921 — Il Mistero di Rookford è ambientato in
un’Inghilterra postbellica, in cui molti superstiti cercano
conforto nello spiritismo. Tormentata dalla morte del fidanzato,
Florence Cathcart (REBECCA HALL) è impegnata a smascherare le teorie sul
sovrannaturale, dando spiegazioni di tipo metodico e razionale.
Tuttavia, quando viene chiamata a visitare Rookford, un collegio
situato nella campagna, per indagare sulle presunte apparizioni di
un fantasma di un bambino, Florence si sente costretta ad accettare
il compito.
Arriva, dopo tanti spasimi e sospiri, The Twilight Saga:
Breaking Dawn – Parte 1 e gli ormoni di milioni di
fan schizzano alle stelle al solo pensiero. Ritroviamo in questo
film tutti i fascinosi beniamini che con gli anni abbiamo imparato
a riconoscere, qualcuno addirittura ad amare, e con loro ritornano
i famosi sospiri, le intense emozioni dell’introverso Edward, un
Robert Pattinson straordinariamente mono espressivo, e
i drammatici pensieri dell’imbranata
Kristen Stewart/Bella, molto aiutata dal photoshop
nella seconda parte del film, entrambi alle prese con qualcosa di
molto misterioso e di molto importante.
La trama di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1
La pioggia cade fitta e a casa
Black arriva un biglietto. E’ piccolo e bianco e nel vederlo il
giovane Jacob (Taylor
Lautner), ormai uomo, cambia espressione e in un
impeto d’ira si straccia la maglietta e comincia a correre mentre
assume le ormai familiari sembianze di lupo mannaro. Si tratta di
un invito a nozze: Bella e Edward coronano finalmente il loro sogno
d’amore con una cerimonia a casa Cullen.
I due giovani partono poi per la
luna di miele, con tutte le aspettative e i sospiri di due sposini
normali che si avviano verso la loro prima notte di nozze … Ma come
tutti ormai ben sappiamo, non sono ‘normali’ e le conseguenze dei
loro gesti li porteranno a strazianti decisioni. Intanto la
comunità di lupi mannari si agita e Jacob si troverà ancora
costretto a scegliere tra il suo amore per Bella e il suo amore per
il branco.
Ultimo capitolo diviso in due
parti
La notizia che l’ultimo capitolo
fosse stato diviso in due film è stata motivata ufficialmente per
dare giustizia ai fan, che vogliono ogni riga sullo schermo, ed
ufficiosamente per dare soddisfazione alla produzione e agli
incassi. Tuttavia il film si dilunga nei suoi 117 minuti con ritmi
eccessivamente blandi e riflessivi, quasi a voler entrare nei
processi mentali dei protagonisti, tecnica che funzionerà in
letteratura ma non di certo al cinema. E così per tutta la prima
parte del film (matrimonio e luna di miele) ci si trascina uno
snervante senso di sospensione per qualcosa che deve accadere ma
che non avviene.
Poi la svolta, il colpo di
scena, ciò che sembrava impossibile e che nemmeno le antiche
leggende (o Google) sanno spiegare. E la faccenda assume il
consueto tono drammatico, con sguardi contriti, sensi di colpa e
dichiarazioni di eterno amore. Ad appesantire il ritmo del film ci
aiutano i protagonisti, particolarmente sottotono, che infieriscono
con vaghe e fisse espressioni di sofferenza dipinte sul volto
mentre snocciolano dialoghi al di là di ogni banalità. Nonostante
la presenza di una colonna sonora invadente e di scene ai limiti
del ridicolo sparse per tutto il film The Twilight Saga:
Breaking Dawn – Parte 1, si riesce comunque a costruire
una trasposizione cinematografica fedele della storia originale
della Meyer, che a detta dei fedelissimi, cambia solo in pochi
punti ma riesce bene a ritrasmettere l’atmosfera del libro.
Forse in questo va ricercato il
punto di forza in questo tipo di lavoro: la costruzione esasperata
e dilatata di avvenimenti e dinamiche personali che tutti i fan
desiderano vedere sullo schermo e che viene centellinata,
minuto dopo minuto, per dare a tutti quelli che lo desiderano la
possibilità di gustare il momento tanto atteso e gioire, piangere
ed emozionarsi con personaggi che, nonostante tutto, sono in
moltissimi ad amare.
Il caso MatteiAnno: 1972 Regia: Francesco Rosi
Cast: Gian Maria Volontè
Dalla morte di Enrico Mattei,
precipitato con il suo aereo nella campagna di Bascapè (Pavia)
durante il ritorno da un viaggio in Sicilia, in circostanze ad oggi
ancora non chiare, inizia la rievocazione del periodo da lui
trascorso alla guida dell’Agip e dell’Eni. Nominato nel 1945
commissario straordinario dell’Agip, con il difficile compito di
liquidarla, svenderla a privati o a grandi compagnie, l’ingegner
Mattei riesce abilmente a mantenere la società in vita e,
addirittura, a potenziarla e renderla più efficiente, evitando in
questo modo la vendita. Nel biennio 1946-1948 nasce la rete
dell’Agip, e si hanno le prime scoperte di petrolio e metano in
diverse parti d’Italia.
Mattei, spregiudicato ma geniale,
cerca di dimostrare che può esistere un’efficiente industria
italiana degli idrocarburi e, a tale scopo, s’ingegna per offrire
ai paesi arabi ed africani produttori di greggio condizioni di
sfruttamento delle loro risorse più vantaggiose di quelle proposte
dai rappresentanti dei trust anglo-americani del petrolio.
Inimicandoseli mortalmente.
Dal connubio Francesco
Rosi-GianMaria Volonté non poteva che nascere un grande film dal
sapore storico-documentaristico su uno dei tanti misteri della
Repubblica italiana. Non a caso, il film vinse la Palma d’oro a
Cannes ex aequo con La classe operaia va in paradiso, sempre con
Volonté (regia di Elio Petri).
Questa pellicola traspone la
biografia di Enrico Mattei che fino in fondo difese l’Eni dai
settori deviati dello Stato e dalle speculazioni dei privati,
pagando però questo suo fare coscienzioso con la vita.
Partendo proprio dalla morte di
Mattei, Rosi ricostruisce il modo in cui si è giunti a quel tragico
epilogo, incentrando tutto il lungometraggio sulla figura
dell’ingegnere senza emettere giudizi di valore sull’Italia, senza
alcun tentativo di innalzarlo ad eroe, o emettendo alcuna condanna
storica di parte. La figura di Mattei viene presentata esaltandone
proprio il lato umano, la semplicità, la solitudine, il suo essere
un Davide al cospetto dei Golia rappresentati dalle istituzioni
italiane. D’altronde, con questo taglio obiettivo e genuflesso alle
esigenze della cronaca, Rosi ha raccontato molti eventi nefasti del
nostro Paese.
La sceneggiatura si attiene bene ai
fatti, anche le varie ambientazioni – in giro per l’Italia e nel
Mondo – proprio come gli spostamenti che effettuò Mattei,
rispecchiano fedelmente lo stato d’animo di Enrico.
Quanto a Volonté, Il caso Mattei è
solo uno dei tanti film d’impegno politico e sociale che l’attore
ha interpretato. Magistralmente aggiungiamo. Il fatto che intorno a
Volonté non appaiono altri attori noti o vicini al suo carisma, ne
esalta ancora di più le sue doti istrioniche, la sua abilità
mimica, anche quando i personaggi che interpreta sono miti in
sordina.