Leonardo DiCaprio, da idolo delle adolescenti a star di Hollywood

Leonardo DiCaprio

Leonardo DiCaprio – Agli inizi della sua carriera pochi avrebbero scommesso su quel nome così tipicamente italiano, lontano dall’appeal internazionale  delle platee americane e mondiali, tanto che gli fu consigliato di cambiarlo in favore di un insignificante Lenny Williams. Ma il suo fiuto e l’attaccamento alle sue radici familiari, gli suggerì di non cedere, vista anche la fama raggiunta da altri italoamericani ad Hollywood. Così, oggi tutti lo conosciamo col suo nome di battesimo, come uno degli attori più apprezzati della sua generazione e dei più pagati dello star system. Negli anni ’90 è stato l’idolo delle adolescenti con due film di culto come Romeo+Giulietta di Baz Luhrmann e Titanic di James Cameron. Ma chi pensava che sarebbe stato una meteora, si è dovuto ricredere.

 

Da allora infatti, ha inanellato collaborazioni illustri ed enormi successi di pubblico, che lo ha sempre seguito fedelmente, mentre la critica non ha potuto non riconoscerne il talento spregiudicato che ne ha segnato gli esordi, come la versatilità e la volontà di sperimentare senza farsi imprigionare da facili cliché recitativi, dimostrate in seguito. Tra i sodalizi più fecondi, quello ormai decennale con Martin Scorsese, che ha dato origine a pellicole di grande successo come Gangs of New York, The Aviator – per cui ha vinto il Golden Globe – The Departed e Shutter Island. Ma a dirigerlo sono stati anche Woody Allen, Stephen Spielberg, Clint Eastwood, Christopher Nolan e da ultimo Quentin Tarantino, che gli ha offerto il ruolo del cattivo in Django Unchained. Dopo il passaggio a Cannes il 15 maggio prossimo, dal 16 sarà nelle nostre sale con Il grande Gatsby, nuova trasposizione dell’omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald. Qui, sarà diretto di nuovo da Baz Lhurmann a diciassette anni di distanza dalla loro ultima collaborazione ed interpreterà il ruolo che nel ’74 fu di Robert Redford.

Leonardo Wilhelm DiCaprio nasce a Los Angeles l’11 novembre del 1974 da George DiCaprio, fumettista americano di origini italo tedesche, e Irmelin Inderbirken, di origini tedesco russe. Fin da piccolissimo lavora in tv, partecipando a show televisivi e spot pubblicitari. Si diploma a Los Angeles, mentre i suoi genitori si sono già separati, sebbene resteranno in buoni rapporti. Tra le prime apparizioni sul piccolo schermo ricordiamo la partecipazione alla serie Genitori in blue jeans. Nel 1991, a soli 17 anni, debutta al cinema nel genere horror con Critters 3. Due anni dopo, DiCaprio già fa parlare di sé per le sue doti attoriali: in Voglia di ricominciare affianca addirittura Robert De Niro, mentre in Buon Compleanno Mr. Grape di Lasse Hallström recita accanto a Johnny Depp e Juliette Lewis dimostrando un talento non comune nel tratteggiare in maniera assai vivida il personaggio del giovane Arnie Grape, affetto da ritardo mentale e accudito dal fratello Guilbert/Depp in un paesino della provincia americana. Un’ottima prova, per la quale riceve la sua prima nomination all’Oscar e al Golden Globe, come miglior attore non protagonista.

Leonardo DiCaprio, da idolo delle adolescenti a star di Hollywood

Leonardo DiCaprio RomeoLa prima grande occasione arriva però nel 1996 grazie a Baz Luhrmann, che vuole DiCaprio nei panni di Romeo per la sua originalissima trasposizione di una delle più note tragedie shakespeariane: Romeo e Giulietta. Il tutto diventa, nelle mani del regista, Romeo+Giulietta. L’esperimento è ardito, l’ambientazione è più che moderna, in una fantomatica Verona Beach che ha il sapore dei sobborghi americani, dove le nobili famiglie rivali del testo si trasformano in potenti famiglie di industriali, che si combattono a colpi di pistola e non di spada. Ma tutto è giocato sui contrasti e la fedeltà al testo nei dialoghi è altissima. L’alchimia tra i due protagonisti – accanto a DiCaprio nei panni dell’amata Giulietta c’è Claire Danes – funziona e la narrazione riesce palpitante e coinvolgente, comunque la si pensi sulla forte attualizzazione operata dal regista, che può turbare i “puristi”. A DiCaprio stavolta va niente meno che l’Orso d’Argento a Berlino per la migliore interpretazione. Dello stesso anno, La stanza di Marvin, che lo vede impegnato in un ruolo di adolescente problematico accanto a due grandi attrici come Maryl Streep e Diane Keaton, ma anche a Robert De Niro.

Il 1997 è l’anno dell’esplosione della “DiCaprio mania”, grazie allo strepitoso successo della pellicola diretta da James Cameron, Titanic, che racconta con toni romantici e immagini di forte impatto il disastroso naufragio del famoso transatlantico.

Leonardo DiCaprio TitanicA toccare le corde romantiche degli spettatori sono Leonardo DiCaprio, nei panni di Jack, disegnatore che viaggia in terza classe, e Kate Winslet/Rose, ricca e giovane viaggiatrice di prima classe, insoddisfatta della sua vita omologata e di un noioso fidanzato che vuole controllarla. La storia d’amore tra Jack e Rose durerà il tempo del viaggio e terminerà con la sua tragica fine e con la morte di lui, ma il ricordo di quei momenti vissuti intensamente riempirà il resto dell’esistenza di Rose, sopravvissuta al disastro. La canzone interpretata da Celine Dion, My heart will go on resterà anch’essa celeberrima, inscindibilmente legata alla scena che mostra come il sentimento nato tra i due giovani sembri capace di volare e superare qualunque ostacolo, come fa Rose, sporta sulla prua della nave, sorretta dall’abbraccio di Jack. L’abilità di Cameron nell’uso della macchina da presa e nel sapiente ricorso agli effetti speciali, oltre ai potenti mezzi tecnici ed economici, rendono realistico e assai coinvolgente anche l’aspetto scenografico del film: la furia dell’acqua che ingloba la nave e  trascina via tutto e tutti è certo l’altra grande protagonista. La pellicola fa incetta di Oscar: non solo per il miglior film e la miglior regia, ma ad essere premiati sono anche fotografia, scenografia, montaggio, effetti speciali e ovviamente la miglior canzone e colonna sonora. Quattro anche i Golden Globe.

Dopo questo strepitoso successo, arriva per Di Caprio l’occasione di lavorare con Woody Allen, che lo dirige assieme a un folto manipolo di attori, fra cui Kenneth Branagh e Melanie Griffith, in una commedia in bianco e nero incentrata sul rutilante e vacuo mondo delle celebrità hollywoodiane, Celebrity. DiCaprio interpreta il ruolo di Brandon Darrow, dando corpo alle bizze di una giovane e volubile star. Dicaprio-BeachNel 2000 a volerlo nel suo The Beach è invece Danny Boyle, che, due film dopo il folgorante successo di Trainspotting, è alla ricerca del bis. Qui, l’attore è un turista americano in Thailandia, che approda su un’isoletta abitata da una comunità hippie, al cui vertice c’è Sal/Tilda Swinton. L’atmosfera, però, si rivela presto tutt’altro che di “love and peace” e l’isola che sembra un paradiso si scopre una prigione da cui è difficile evadere. Il contrario della vacanza perfetta, insomma. Il protagonista finisce per auto isolarsi e il mito sessantottino è demolito, così come l’illusione di trovare fuori di sé benessere e felicità, in un luogo ancor prima che in sé stessi. L’ambientalista DiCaprio dovrà affrontare per questo film critiche sullo sfruttamento e snaturamento paesaggistico dell’isola scelta per le location – Phi Phi Le, vicino a Phuket. La produzione si impegnerà poi a ripristinare l’equilibrio iniziale. Inoltre, questo lavoro che lo ha visto anche collaborare alla sceneggiatura di alcune scene, non convincerà fino in fondo né la critica, né il pubblico.

È poi la volta di Prova a prendermi, in cui l’attore è diretto da un altro grande cineasta americano: Steven Spielberg, che lo utilizza sfruttandone le molteplici capacità e potenzialità espressive per una sua opera inconsueta quanto riuscita. Questa movimentata e rutilante commedia poliziesca vede l’attore nei panni dell’esperto e spregiudicato frodatore del fisco Frank Abagnale jr., mago della truffa che nell’America degli anni ’60 emise assegni falsi per milioni di dollari, scatenando una spietata caccia all’uomo da parte dell’FBI. Il personaggio è quello di un ragazzo che si trova a far fronte al fallimento finanziario del padre, un sempre ottimo Christopher Walken, in maniera illegale. Inizierà così una rocambolesca corsa guardia-ladro – nel ruolo del poliziotto c’è Tom Hanks – e si creerà tra i due un rapporto quasi padre – figlio, risvolto che amplia il raggio del film facendolo esulare dalla classica commedia poliziesca. Il ritmo è coinvolgente, DiCaprio tratteggia con estro il suo poliedrico personaggio, mentre Tom Hanks sa sfruttare con maestria tutte le potenzialità del proprio ruolo.

Leonardo DiCaprio GangsIl 2002 è un anno importante nella carriera di DiCaprio, perché vede l’inizio della sua longeva e proficua collaborazione con uno dei più grandi registi americani di sempre, Martin Scorsese. Il regista lo dirige infatti per la prima volta in Gangs of New York, in cui condivide il set con Daniel Day-Lewis e Cameron Diaz per una storia di vendetta tutt’altro che edificante, ambientata nell’America di metà Ottocento. Nella New York del 1846 regnano violenza e malaffare. Le due fazioni contrapposte sono quella degli emigranti, protetta da padre Vallon, e quella dei nativi, capeggiati da Bill Poole/Day-Lewis. Quest’ultimo uccide Vallon e anni dopo suo figlio, Amsterdam Vallon/DiCaprio, cercherà vendetta, mentre il paese è sull’orlo della guerra civile. Non siamo per nulla dalle parti del mito fondativo edificante, ma nelle mani di uno Scorsese che non teme di guardare là dove le radici dell’essere americano realmente risiedono: in un’eterna lotta tra bande, combattuta con crudeltà, coraggio e fiera rozzezza. Il film si rivela commercialmente un indiscusso successo: in Usa è uno dei più fruttuosi nella carriera di Scorsese, che ottiene inoltre il Golden Globe.

Leonardo DiCaprio The AviatorIl regista prepara poi un altro lavoro che vede nell’attore di Los Angeles il protagonista ideale. È il biopic The Aviator, sul produttore, appassionato di aviazione e affetto da disturbi psichici, Howard Hughes, che tra gli anni ’20 e i ’40 fu il grande mentore del cinema americano ed è per Scorsese una chiave ideale per farci perdere nei colori, nelle luci e nel glamour del mondo hollywoodiano di quegli anni. Ma ciò che preme al regista non è solo restituirci quell’atmosfera. Il film è infatti anche un’occasione imperdibile per affrontare una personalità complessa come quella di Hughes, in cui convivono il miliardario vincente col fiuto per gli affari, modano e donnaiolo, e l’individuo che combatte con le proprie ossessioni, che cerca nell’ebbrezza del volo lo stordimento, così da dimenticare nodi irrisolti, quelli che lo porteranno a concludere la sua esistenza in completa solitudine e follia molti anni dopo. Un DiCaprio istrionico è dunque quello che serve al film ed è ciò che l’attore riesce ad essere, dimostrando di essersi evoluto ed emancipato definitivamente dai cliché che rischiavano d’imprigionarlo dopo lo strepitoso e repentino successo di Romeo+Giulietta e soprattutto di Titanic. Il successo è decretato oltre che dagli ottimi incassi, da un numero cospicuo di statuette: Oscar vanno a Cate Blanchett per la sua interpretazione di Katharine Hepbourne, alla fotografia, alla scenografia di Dante Ferretti, ai costumi e al montaggio, ma il film guadagna anche il Golden Globe come miglior pellicola drammatica, mentre DiCaprio ottiene il premio come miglior attore.

leonardo-dicaprio-the-departedOrmai l’attore è stabilmente parte dello star system hollywoodiano, sceglie con cura i ruoli da interpretare e continua a restare fedele a quei registi che lo hanno messo maggiormente a suo agio e coi quali ha ottenuto i maggiori successi. Non per nulla, nel 2006 sarà diretto ancora da Scorsese in The Departed – Il bene e il male, thriller ispirato a Infernal affairs di Andrew Lau. Ma mentre lì l’ambientazione era Hong Kong, il poliziesco di Scorsese si svolge a Boston, dove DiCaprio/Billy Costigan è infiltrato dalla polizia nella banda del boss di turno, interpretato da Jack Nicholson. Durante le indagini, si ritrova alle prese con Colin Sullivan/Matt Damon, che è invece l’infiltrato del boss nella polizia. Il film è una creazione ardita, giocata sui ruoli opposti dei due poliziotti, sulla labilità dei confini tra bene e male e sull’incertezza dell’identità che investe vari aspetti del film. Questa prova recitativa complessa è superata da un ormai maturo e sicuro DiCaprio. Il film, presentato in anteprima alla prima edizione del Festival del Cinema di Roma, riceve una buona accoglienza. Gli incassi sono ragguardevoli e in più arrivano premi pesanti. Scorsese ottiene il Golden Globe e finalmente l’Oscar per la migliore regia, ma quest’ultimo riconoscimento va anche al film, alla sceneggiatura non originale e al montaggio.

Nel frattempo, il nostro attore è anche impegnato nelle cause ambientaliste e nell’attività di documentarista.

leo revolutionary road Nel 2008, a undici anni da Titanic, DiCaprio torna a recitare con l’amica Kate Winslet nel film Revolutionary road, diretto dal marito di lei Sam Mendes e tratto dall’omonimo romanzo di Richard Yates. I due interpretano magistralmente i coniugi Wheeler e la loro stanca e vacillante vita di coppia nella provincia americana bigotta e perbenista degli anni ’50. L’ammirazione di cui godono nel vicinato per la loro unione che dall’esterno pare perfetta è pari alla crisi che in realtà vivono. L’alchimia di coppia si rinnova qui come nel precedente lavoro che li aveva visti insieme, anche se i toni sono decisamente diversi: lì c’era l’amore eterno e totalizzante che trionfava al di là di tutto; qui, una relazione che sta per rompersi, un equilibrio che è retto solo dalla necessità di mantenere le apparenze. La Winslet merita senz’altro il Golden Globe che guadagna per la sua interpretazione e dimostra come anche il suo percorso artistico si sia evoluto nel corso del tempo.

Due anni dopo è la volta di una nuova collaborazione con Scorsese, che sceglie DiCaprio per il non facile ruolo di un folle in Shutter Island. In questa pellicola ambientata negli anni ’50 dal sapore gotico e inquietante, il punto di vista scelto dal regista spiazza lo spettatore e lo conduce per mano in un vortice di follia, in una costruzione visionaria che lo spettatore scambia per realtà, proprio come il protagonista che ne è vittima. Ancora una vota e in modo ancor più estremo, dunque, il regista mette il suo attore di riferimento degli ultimi anni  alle prese con una realtà dalla quale è avulso, stavolta totalmente e irrimediabilmente, a differenza di Howard Hughes. DiCaprio porta a casa il personaggio ancora una volta con successo, dimostrandosi sempre più a suo agio nel dare corpo a individui dai marcati lati oscuri  o dalla personalità decisamente disturbata. Al suo fianco Mark Ruffalo, Ben Kinsley e Michelle Williams.

Film Review InceptionNel 2010 DiCaprio diventa poi per Christopher Nolan il ladro di sogni Dom Cobb in quell’architettura intricata e visionaria che è Inception. Alle collaborazioni illustri il nostro attore aggiunge nel 2011 quella con l’immarcescibile Clint Eastwood, che da regista lo vuole per vestire i panni di J. Edgard Hoover, approfittando della controversa figura del primo capo dell’FBI per mettere in risalto luci e ombre dell’America in una visione al solito realista e che non risparmia critiche al sistema, pure intendendo conservarlo. Hoover era noto per i suoi metodi rigidi e godeva di un immenso potere per via dello sterminato archivio d’informazioni che custodiva con la collaborazione della sua fedele segretaria, qui interpretata da Naomi Watts. Ma era anche, ci fa sapere Eastwood, un uomo ossessionato dall’ordine e dal rispetto delle regole, che aveva deciso di sacrificare tutto al lavoro e nascondeva tra le mura dell’ufficio anche il sentimento nato nei confronti del collega, Clyde Tolson. Si tratta dunque di una biografia che ci parla dell’uomo J. Edgar, ma anche di un’America senza scrupoli nel nome della “nazione”, con un DiCaprio ancora impegnato a tratteggiare le mille sfaccettature dell’animo umano.

leo djangoLo scorso anno abbiamo invece visto l’attore, forse in uno dei suoi migliori ruoli di cattivo, nell’ultima fatica di Quentin Tarantino, Django Unchained. Mentre, dal prossimo 16 maggio sarà nelle sale italiane diretto di nuovo da Baz Lhurmann, che torna a puntare su di lui dopo ben diciassette anni, facendone il protagonista della sua versione de Il grande Gatsby. Il film sarà presentato il giorno prima in apertura del Festival di Cannes e sarà in 3D. Jay Gatsby era stato già interpretato da Robert Redford nel ’74, per la regia di Jack Clayton. Vi erano state precedentemente altre due trasposizioni: una muta, all’indomani dell’uscita del romanzo di Fitzgerald, nel ’26 e l’altra nel ’49. Stavolta accanto a DiCaprio ci saranno Tobey Maguire nel ruolo di Nick Carraway e Carey Mulligan in quello di Daisy. Sul tocco eccentrico e originale di Baz Lhurmann c’è poi da scommettere.

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