Road to Oscar 2023: la miglior regia

In attesa della notte degli Oscar 2023, analizziamo insieme le nomination nella categoria della miglior regia e chi potrebbe vincere.

Steven Spielberg 2018 David
Steven Spielberg alla 62esima edizione dei David di Donatello - Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

La categoria dei nominati alla Miglior Regia agli Oscar 2023 contiene un coacervo di visioni uniche, che vanno dall’intimità del racconto personale al vero e proprio surrealismo. Non solo: vi è anche un’apertura alla commedia come genere rivendicato dalla satira sociale, dall’umorismo nero e dalla parodia. Sono le storie confezionate da questi candidati a farle brillare, tanto che tutti concorrono anche nella categoria della migliore sceneggiatura originale.

Da un lato, il duo The Daniels e lo svedese Ruben Östlund osano trasgredire visivamente con sequenze deliranti, rendendo veramente d’impatto il loro debutto agli Oscar. Dall’altro, Martin McDonagh e Todd Field presentano una narrazione molto più lineare, ma che cerca di affascinare con la sua fotografia e non per questo meno mordace. In mezzo a tutte queste proposte, Steven Spielberg non solo ci ricorda perché è un’istituzione vivente del cinema, ma lo dimostra proprio raccontandoci la storia delle sue origini. Analizziamo insieme tutti i candidati alla Miglior Regia agli Oscar 2023 che, ricordiamo, verranno trasmessi su Sky e NOW dalle 23:15 italiane di domenica 12 marzo.

5Daniel Kwan e Daniel Scheinert, Everything Everywhere All At Once

SAG Awards Michelle Yeoh in Everything Everywhere All At Once
 

Il duo di registi americano conosciuti come i The Daniels è nato con la regia di video musicali, quali “Rize of the Fenix” dei Tenacious D e “Turn Down for What” di DJ Snake e Lil Jon, quest’ultimo un successo senza tempo su Internet. Già a quel punto il loro stile caratteristico, che mischia surrealismo, umorismo assurdo e montaggi esplosivi, saltava all’occhio. Sebbene abbiano diretto alcuni progetti individualmente, i Daniels lavorano come un’unica mente e potremmo definire la stramba commedia dell’A24 Swiss Army Man (2016) il loro biglietto da visita.

Ora, con il loro secondo lungometraggio, Everything Everywhere at Once, si presentano come favoriti agli Oscar 2023 con 11 nomination, tra cui miglior film, sceneggiatura originale e regia. Hanno già iniziato a collezionare premi su premi ad altre prestigiose cerimonie, come i Critics Choice Awards e i Directors Guild Award (DGA). In questo caso, i registi hanno dato prova del loro caratteristico stile stroboscopico, dando vita a un’estetica molto originale, ricca di colori vivaci e coreografie d’azione fluide, unite al metalinguaggio e a riferimenti ad altri film che li hanno formati, che vanno dall’omaggio alla parodia.

Ma se c’è una cosa che affascina di Everything Everywhere at Once è il modo in cui riesce a essere così eclettico senza mai perdere la sua coerenza. Sa muoversi tra generi come la commedia e il dramma come se si trattasse di un vero e proprio salto multiversale. Sopratutto, i Daniels sono riusciti a gestire una sceneggiatura a diversi livelli, in cui la storyline più leggera è capace di contenere importanti riflessioni sull’esistenzialismo, su ciò per cui veniamo messi al mondo e sulla complessità delle relazioni che intrecciamo nel corso della nostra vita, essendo unica e preziosa indipendentemente da quante realtà alternative possano spaventarci.

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