Oscar 2024: i momenti memorabili della serata

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Nella notte degli Oscar 2024 che ha visto il trionfo di Oppenheimer e del suo ingegnere capo, Christopher Nolan, la serata si è svolta seguendo una rotta più o meno tracciata dalla maggior parte dei pronostici. Il film Universal ha portato a casa sette statuette, forse una di meno del previsto, dato che il sonoro è andato a La Zona di Interesse che ha portato a casa due premi; Emma Stone ha vinto il suo rush finale contro Lily Gladstone; Godzilla Minus One ha sbaragliato la concorrenza di grandi e costosi blockbuster.

Ci sono stati diversi momenti memorabili, in questa serata dei 96esimi Academy Awards, che, pure se non entreranno negli annali degli Oscar, vale la pena raccontare, per chi non ha seguito la cerimonia e per chi vuole ripassarla insieme a noi.

Oscar 2024: i migliori momenti della serata

John Cena nudo

Nel 1974, il fotografo americano Robert Opel, dopo essersi infiltrato nel backstage del palcoscenico degli Oscar, fece irruzione sul palco completamente nudo, mostrando il segno della pace. David Niven era sul palco in quel momento e stava per presentare Elizabeth Taylor, e la sorpresa fu genuina per tutti.

Nell’anniversario dei 50 anni da quel gesto politico, John Cena si presta a replicare lo sketch. Entra nudo sul palco, coperto solo dalla busta con dentro il nome del vincitore per i Migliori Costumi (andato a Povere Creature!). C’è chi ha storto il naso, noi invece pensiamo che da una parte si sia trovato un modo carino per ricordare il fuori programma del ’74 e dall’altra che John Cena abbia un futuro di attore comico davvero radioso.

Wahzhazhe (A Song for My People)

Tutte le canzoni nominate hanno avuto il loro spazio sul palcoscenico, con gli interpreti che le hanno eseguite in versione ridotta per rientrare nei tempi di una cerimonia per fortuna tendenzialmente sintetica anche se generalmente sottotono.

E proprio una delle esibizioni è stato uno dei momenti più toccanti della Notte. L’esibizione degli Osage che hanno intonato la potente ed emozionante Wahzhazhe (A Song for My People), che chiude lo splendido (e ingiustamente a mani vuote) Killers of the Flower Moon. Complice anche la scenografia, l’esibizione è stata davvero potente, riuscendo a trasmettere la dignità e la bellezza di questo popolo.

Mstyslav Černov

20 Days in Mariupol recensione

Il regista di 20 Days in Mariupol, Mstyslav Černov, ha vinto il premio Oscar per il miglior documentario. Salito sul palco, emozionato e felice per la vittoria, non ha però perso l’occasione di una vita, per portare l’attenzione del Dolby Theatre sul conflitto in Ucraina. 

Stringendo la sua statuetta, ha detto nel suo discorso di ringraziamento: “Vorrei non aver fatto questo film, vorrei non aver mai vinto questo Oscar e che la Russia non avesse mai invaso l’Ucraina. Scambierei con la pace questa statuetta anche subito”. (qui il video)

Godzilla distrugge Hollywood

godzilla minus one Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One 291 milioni di dollari, Guardiani della Galassia Vol. 3 250 milioni di dollari, Napoleon 200 milioni di dollari, The Creator 80 milioni di dollari. E il premio per i migliori effetti visivi va a Godzilla Minus One, budget stimato 10 milioni di dollari.

Hollywood è un posto pieno di contraddizioni, si sa. Ma riuscire a smascherarsi da sola, in questo modo disarmante, è stato davvero un momento divertente. Il film di Takashi Yamazaki, sceneggiatore, regista e autore degli effetti, potrebbe indicare un nuovo percorso per l’industria, una via in cui non servono poi così tanti soldi per fare bene. Dopotutto anche The Creator di Gareth Edwards, in maniera meno estrema, ha dimostrato che quella è una strada percorribile.

I Gemelli vs Batman

La Notte degli Oscar 2024 ha visto partecipare alla cerimonia molti presentatori, alcuni in solitaria, altri in coppia. Occasione perfetta per mettere in scena siparietti e reunion, come quello tra Kate McKinnon e America Ferrera, co-star di Barbie, o quello tra Emily Blunt e Ryan Gosling che si sono presi in giro con il Barbienheimer, o ancora la reunion di Beetlejuice, con Michael Keaton e Catherine O’Hara.

Ma una coppia di presentatori ha davvero rubato la scena. Arnold Schwarzenegger e Danny De Vito hanno proposto una reunion de I Gemelli che si è poi trasformata in una sfida a… Batman! Entrambi gli attori, in progetti diversi, hanno avuto modo di interpretare dei villain dell’Uomo Pipistrello al cinema. Schwarzenegger per Joel Schumacher in Batman e Robin, e De Vito il Pinguino in Batman – Il Ritorno. Non c’è da stupirsi se la regia della cerimonia ha indugiato a lungo sul volto impassibile e “in character” di Michael Keaton!

In memoriam

Trai grandi snobbati di questa edizione ci sono anche tutti i dipartiti che dovevano essere ricordati nella classica e sempre commovente sequenza In Memoriam. Momento imprescindibile di ogni cerimonia degli Academy Awards, il segmento è quasi sempre costituito da un montaggio che mostra e omaggia coloro che appartenevano a Hollywood e che sono scomparsi nell’ultimo anno, accompagnato da musica e molto spesso canzone.

Quest’anno si è deciso però di strafare. Ballerini, strumentisti e pure Bocelli padre e figlio sul palco hanno letteralmente rubato la scena al video In Memoriam, frammentato su diverse superfici, schermi mobili, pannelli luminosi, con scritte e foto che scorrevano rapidissime. La scelta di affollare così tanto il palcoscenico e di rendere “movimentato” il classico video era forse un azzardo, che non è stato premiato dal risultato finale. Quello che ricorderemo di quel momento sono solo le brutte giacche dei Bocellis, e non i nomi di tutti quegli artisti che ci hanno lasciati.

Gli Oppenheimer boys

Christopher Nolan, Robert Downey Jr. e Cillian Murphy hanno tutti vinto i loro premi individuali per Oppenheimer e si sono assicurati le frasi/battute più divertenti nei loro discorsi di ringraziamento, tre momenti distinti che però meritano uno spotlight, dal momento che hanno colpito particolarmente.

Robert Downey Jr. ha cominciato il suo discorso ringraziando la sua “terribile infanzia”, riferendosi chiaramente alla sua giovinezza turbolenta, passando poi a ringraziare il suo avvocato che ha lottato tutta la sua vita per concedergli le assicurazioni sui vari set. Cillian Murphy, il più dimesso ma anche il meno avvezzo a questo tipo di circostanze ha concluso il suo discorso dichiarandosi un “fiero irlandese”, il primo a vincere quel premio. E se anche i due attori hanno ringraziato le rispettive compagne con parole d’amore, Christopher Nolan li ha superarti tutti, ringraziando Emma Thomas, con la quale lui lavora da sempre, dicendo che lei “è la produttrice di tutti i nostri film… e di tutti i nostri bambini, ti amo”.

Lui è solo Ryan

Già l’annuncio della sua performance live nel corso della Notte degli Oscar 2024 ha fatto tremare i polsi del suo pubblico, ma interpretando I’m Just Ken in completo rosa e paillettes, con l’ironia che lo contraddistingue, Ryan Gosling ha davvero conquistato il palcoscenico del Dolby e offerto l’unico momento di vero intrattenimento della serata. Di fronte a un Jimmy Kimmel estremamente cauto e ingessato e a una cerimonia concisa e sottotono, lui ha brillato come una vera stella.

L’esibizione è stata accompagnata da scenografie, luci, balli e da tutto il cast di supporto di Barbie, tutti i Ken del film, che hanno sostenuto il loro portavoce nella ballad in cui si interroga su se stesso. Colpo di scena, sul finale, è intervenuto anche Slash, il chitarrista dei Guns N’ Roses che ha eseguito l’assolo di chitarra per il singolo.

Jonathan Glazer

Oscar la zona d'interesse jonatan glazer

Il regista britannico ha vinto il premio Oscar per il miglior film Internazionale, La Zona di Interesse, un dramma che racconta l’orrore dell’olocausto senza mai mostrarlo, attraverso un muro che separa un campo di sterminio dalla villetta immersa nel verde della famiglia di un SS. Il film ha vinto anche il premio al miglior sonoro.

Glazer ha preso la parola per ringraziare l’Academy e non si è fatto sfuggire l’occasione per portare sul palcoscenico gli orrori della guerra in corso a Gaza, senza puntare il dito su nessuna delle parti coinvolte: “Il nostro lavoro è stato rivolto non al raccontare cosa hanno fatto allora, ma a cosa facciamo oggi. Il film mostra dove la disumanizzazione porta al suo peggio. Ha plasmato tutto il nostro passato e il nostro presente. In questo momento siamo qui come uomini che rifiutano la loro ebraicità in un olocausto dirottato da un’occupazione che ha portato al conflitto per così tante persone innocenti. Che si tratti delle vittime del 7 ottobre in Israele o dell’attacco in corso a Gaza – tutte vittime di questa disumanizzazione, come possiamo resistere?”. Chapeau.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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