Nel cuore di Sidney, il
quartiere di Kings Cross accende con sfavillanti
luci le notti della città, per accogliere tutti coloro che cercano
ogni tipo di divertimento e vizio. È proprio qui che è ambientata
la nuova serie Sky Original
ispirata all’omonimo bestseller autobiografico di John Ibrahim,
L’ultimo Boss di Kings Cross, di cui oggi viene
rilasciato il trailer ufficiale.
La serie, in arrivo il 26
luglio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, racconta
l’ascesa in società di due fratelli, arrivati dal Libano con il
grande sogno di trovare fortuna, che si sono faticosamente fatti
strada nell’ambiente criminale della città fino ad arrivare al
successo.
Lincoln
Younes (Grand Hotel) veste i panni di
John Ibrahim, immigrato libanese a Sidney che sogna di fare
fortuna: alla fine degli anni ‘80, lui e suo fratello Sam –
Claude Jabbour(Stateless) –
rimangono estasiati dalle luci di Kings Cross, un luogo noto per
“ospitare” ogni forma di criminalità. John apre un nightclub e
inizia ad avere successo nel suo campo, fino a diventare il più
famigerato magnate dei locali notturni della zona. Fino a quando
un’ondata di cocaina travolge Sidney come un’epidemia, l’ecosistema
criminale di Kings Cross vacilla ed è ora di combattere per
stabilire chi comanda. I fratelli Ibrahim si troveranno a
fronteggiare il re in carica, Ezra Shipman
(Tim
Roth – Pulp Fiction, Le Iene), astuto
e molto conosciuto boss del crimine. Ora che è diventato anziano,
l’uomo più potente e temuto di Sydney si rende conto che non c’è
nessuno capace di portare avanti l’eredità che ha costruito per
decenni. Finché non entra in scena John Ibrahim…
Nel cast anche
Callan Mulvey (The Luminaries) e
Matt Nable (Hyde & Seek). Una
produzione Sky Studios e Cineflix.
Ecco una clip esclusiva da
L’ultima sfida, film di Antonio Silvestre, che
arriverà al cinema dal 3 aprile distribuito da Amaranta Frame e Pfa
films.
“L’ultima sfida” è una storia di
sogni infranti e desideri mai realizzati, dove il calcio è qualcosa
di più di una metafora di vita, dove le partite si vincono e si
perdono, senza mai smettere di mettersi in gioco e rischiare.
Al centro della
vicenda Massimo De Core (interpretato
da Gilles Rocca), calciatore a fine
carriera e incrollabile bandiera della sua squadra, che per
anni ha sfiorato la possibilità di vincere un importante trofeo
senza mai riuscirci. Quando finalmente raggiunge l’insperata finale
della Coppa di Lega, la città esplode di entusiasmo. Ma anche
nell’ultima partita della sua vita, il Capitano rischia di veder
sfumare il suo sogno: un’organizzazione criminale vuole manipolare
il risultato della partita e far perdere la sua squadra.
Protagonista del
film Gilles Rocca, interprete di numerose fiction di
successo come Carabinieri, Distretto di polizia, Don
Matteo, I Cesaroni, Ris, Le tre rose di Eva, Nero a
metà, e per il cinema di “Tre
Tocchi” diretto da Marco Risi, “Natale a
Londra” e “Lo sposo indeciso”, e vincitore di
programmi come Ballando con le stelle e Tale e quale
Sanremo. Protagonista femminile Michela
Quattrociocche, già protagonista di “Scusa ma ti
chiamo amore” e “Scusa ma ti voglio sposare” tratti
dai romanzi di Federico Moccia, e interprete dei
film “Natale a Beverly Hills” di Neri Parenti, “Una
canzone per te” di Herbert Simone Paragnani, e “Sharm el
Sheikh – Un’estate indimenticabile”, qui nuovamente
protagonista nel ruolo di Germana, moglie e per anni procuratore
del calciatore Massimo De Core, oggi influencer da milioni di
follower che avrà un ruolo decisivo nella vicenda. Completano il
cast Chiara iezzi, già interprete in diversi progetti, tra cui
film e serie tv come Alex&Co 2 della Disney e la
serie Mare
Fuori per la quale riceve il prestigioso Filming Italy
Award durante il Festival del Cinema di Venezia 81, e Giorgio
Colangeli.
E’ il
film di Giovanni Veronesi L’Ultima Ruota del
Carro il vincitore del premio cinematografico
Il Sesterzio d’Argento – Roma il Set nella Città al Gran
Melià Rome Villa Agrippina.
La giuria, composta da
Silvia D’Amico, Adriano Amidei
Migliano, Paolo Sorrentino,
Alessandra Levantesi e Michele
Placido ha individuato ne L’Ultima Ruota
del Carro il film della stagione che ha saputo meglio
rappresentare le atmosfere della città di Roma, con un intelligente
excursus attraverso gli ultimi decenni.
Il premio speciale della
giuria è stato assegnato all’attrice romana di testaccio
Giovanna Ralli, per l’alto valore della sua
attività artistica. L’attrice, a causa di un lieve infortunio non
sarà presente, ma ha mandato un breve saluto video, che verrà
proiettato durante la cerimonia di premiazione.
Il premio “Romani si
diventa”, destinato a personalità non romane del mondo
della cultura che hanno scelto Roma come città adottiva è
conferito, con giudizio unanime a Raffaele La Capria,
pietra miliare dell’attività culturale e intellettuale
italiana.
Il premio, sostenuto da
Montblanc dall’Hotel Gran Melià Rome Villa Agrippina
, vede l’assegnazione de Il Sesterzio – offerto
dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato spa,
una targa in argento realizzata appositamente dagli allievi della
Scuola dell’Arte della Medaglia, applicando
l’antica tradizione della modellazione in bassorilievo e della
fusione in terra refrattaria. La targa riproduce un sesterzio del
tipo coniato nell’80-81 d.C. dall’imperatore Tito con l’immagine
del Colosseo. inserito in motivi grafico-plastici che
progressivamente si trasformano in una pellicola
cinematografica.
La consegna del premio avverrà nel
corso di una serata di gala ad invitiche si
terrànella suggestiva cornicedel parco del Gran Melià Rome Villa
Agrippina, che si erge sul sito che un tempo ospitava la villa di
Agrippina, madre di Nerone. Quale luogo migliore, dunque, se non
questo, per assegnare gli ambiti Sesterzi?
A fare da scenografia
suggestiva della serata sarà l’opera pittorica del maestro
Stefano Mingione, un enorme olio su tela di 4 metri per 2 che
raffigura, in un tutt’uno organico, tutti i registi italiani
vincitori del Premio Oscar. Un omaggio al cinema italiano,
e a tutti quegli autori del cinema italiano che hanno reso famosa
l’Italia nel mondo.
Il gala di assegnazione dei premi
sarà condotto da Benedetta Rinaldi. I premi
verranno consegnati dall’Assessore alle attività produttive e al
Turismo del Comune di Roma Marta Leonori e dal
Direttore della Zecca dello Stato Angelo
Rossi.
Una cena, creata per l’occasione
dallo Chef del Ristorante Viva Voce del Gran Melià Rome, il famoso
Don Alfonso Iaccarino, ha chiuso l’evento con
piatti d’eccezione, tra cui alcune sue specialità come il
panzerotto, il gazpacho di melone con emulsione di pinoli, il sartù
di riso, il baccalà cotto all’olio extravergine, salsa di tartufo e
spuma “pil-pil” o la millefoglie di verdure e pesce azzurro in
carpione con salsa mentuccia.
Di tutto rispetto il parterre, 100
selezionatissimi ospiti accolti dal direttore generale dell’albergo
Francesco Ascani: Michele Placido,
Federica Vincenti, Giovanni Veronesi, Domenico Procacci, Francesca
D’Aloja, Francesco Rosi, Raffaele La Capria, Ilaria Occhini,
Alessandro Haber, Federica Valtorta, Luca Calvani, Gaetano
Castelli, Katy Saunders, Paolo Stella, Miriam Dalmazio, Andrea
Gherpelli, Federico Costantini, Annalisa de Simone, Francesca
Tasini, Benedicta Boccoli
L’ultima luna
di settembre è il film d’esordio dell’attore mongolo
Amarsaikhan Baljinnyam che, oltre ad aver scritto
la sceneggiatura, ha anche ricoperto il ruolo da protagonista.
Durante la sua carriera, vissuta prevalentemente nel suo Paese, si
era già sperimentato nella scrittura di lungometraggi con
Under the turquoise sky del 2021, ma questa volta
sceglie di spostarsi dietro la macchina da presa per il profondo
legame con la sua terra e il bisogno di raccontarlo. La storia è
tratta da un romanzo breve scritto da T. Bum-Erden intitolato
Tuntuulei, che è il nome dell’altro giovane
protagonista, interpretato dal piccolo e talentuoso Tenuun-Erdene
Garamkhand. Il regista è venuto a conoscenza del libro quasi dieci
anni fa mentre collaborava con lo scrittore ad alcune produzioni.
Interrogandosi su come mettere in scena certe tematiche, si è
trovato il romanzo tra le mani ed è stato amore a prima
lettura.
Amarsaikhan
Baljinnyam, noto anche per la sua interpretazione del
personaggio Ariq Boke nella serie NetflixMarco Polo del 2014, decide così di
rielaborare il testo di Tuntuulei e trasformarlo ne
L’ultima luna di settembre con lo scopo di
mostrare la Mongolia al mondo occidentale o, meglio, raccontare
l’incursione dell’uno attraverso l’altra.
L’ultima luna di
settembre, la trama
Tulga (Amarsaikhan
Baljinnyam) è quasi un uomo di mezza età che vive in città e lavora
come capo chef in un hotel a cinque stelle. Viene contattato da un
conoscente del padre che lo avvisa essere in fin di vita e di
affrettarsi a raggiungerlo.
Si spalanca così uno
scenario che non abbandonerà la macchina da presa nemmeno per un
momento. Un mondo fatto di praterie sconfinate, poche capanne,
pascoli a perdita d’occhio, mandrie. Un luogo fuori dal tempo, con
suoni e ritmi impensabili, dove il cellulare non prende se non
sopra una montagna, e comunque tenendolo su un’asta stando in
bilico sulla sella di un cavallo.
È geniale l’uso di brevi
e asciutti elementi che narrano l’invadenza della produttività e
della modernità, perché è evidente che siano mostrate da un autore
che ha vissuto in prima persona la dilatazione di quegli spazi la
durata delle giornate, ad oggi inconcepibile.
L’uomo è ospitato
dalla natura
Ne L’ultima
luna di settembre è descritto un mondo rurale del
quale l’uomo è ospite che, pur non essendo né selvaggio né
inospitale, lo fa adeguare a una vita fatta di agricoltura e
allevamento e, più di tutto, ogni azione non è finalizzata
all’accumulo, bensì alla semplice sussistenza.
Ciò in cui riesce
impeccabilmente il regista, considerando l’aspetto contenutistico
del film, è far calare perfettamente lo spettatore nella logica di
quel tipo di vita che è, di fatto, più simile alle inclinazioni
esistenziali, mostrando parallelamente e con chiarezza il
disorientamento di un uomo che ha imparato a preferire la
città.
Lontano dalla retorica
industrializzata pentita
Tulga viene a salutare il
padre e s’impegna per qualche settimana a falciare un prato per
mettere da parte del fieno destinato al bestiame. In quei giorni
farà la conoscenza del piccolo pastore Tuntuulei e dei suoi nonni e
tante cose si scioglieranno nel suo cuore. L’ultima luna
di settembre è lontanissimo dalle retoriche di uno
sguardo industrializzato pentito sulla natura selvaggia, non ha
nulla di rievocazioni hippie on the road. È una battuta d’arresto
di fronte al silenzio tombale di un paesaggio sterminato rotto solo
dal ronzio di qualche insetto, ma è soprattutto l’angoscia
dell’uomo moderno disperso e infantilizzato che fugge con
immaturità da qualunque cosa lo faccia stare davanti a se stesso,
soprattutto la semplicità di un ragazzino che ha ben presente ciò
che conti nella vita: costruire relazioni autentiche.
Per alcuni aspetti è
straziante il film di Amarsaikhan Baljinnyam, ma
riesce a consegnare risposte molto lineari allo spettatore,
palesando l’impronta di un autore che sa intimamente ciò che sta
facendo vedere attraverso le immagini che sceglie.
L’ultima
discesa è una storia vera, coinvolgente e
mozzafiato, basata sull’esperienza estrema vissuta dal campione
olimpico di hockey su ghiaccio Eric LeMarque, poi
raccontata nell’omonima biografia edita in Italia da Sperling &
Kupfer.
Una desolazione selvaggia, una
tormenta di neve e condizioni ai limiti della sopravvivenza, fanno
da sfondo allo straziante tentativo di Eric di sfuggire alla morte
nella remota e gelata zona dell’High Sierra in California, dopo
essere stato sorpreso da una tormenta di neve mentre faceva
snowboard fuori pista.
Il campione non solo dovrà vincere
la sfida contro una natura tanto affascinante quanto implacabile,
ma dovrà sostenere una prova ancora più grande, venire a patti con
il suo passato e le scelte autodistruttive che lo hanno portato a
rimanere bloccato, per otto giorni, nella tundra ghiacciata.
Il film, diretto da Scott
Waugh (Need for Speed, Act of
Valor) che ha lavorato con estrema cura affinché il film
fosse il più realistico possibile, è stato realizzato con il
nuovo formato panoramico Escape che dà vita a un’esperienza in
grado di far immergere totalmente lo spettatore nella storia.
Nel cast troviamo Josh
Hartnett (Penny Dreadful, Slevin – Patto
criminale,Black Dahlia), la vincitrice
dell’Oscar Mira Sorvino (La dea
dell’amore) e Sarah Dumont (The
Royals, Manuale scout per l’apocalisse
zombie, Don Jon).
L’ultima
discesa mostra la rinascita di un uomo, un
campione, costretto a una continua lotta per la sopravvivenza per
imparare a vivere non solo per se stesso.
L’ultima discesa, trama
Eric LeMarque (Josh
Hartnett), un ex giocatore di hockey professionista, dopo aver
causato un incidente automobilistico fugge sulle montagne in cerca
di adrenalina facendo dello snowboard. Dovendo fare i conti con una
dipendenza da metanfetamine e una vita che gli sta sfuggendo di
mano, Eric decide di prendersi un giorno per staccare, ignorando i
numerosi avvertimenti sull’imminente arrivo di una tempesta.
Durante un’imponente tormenta di neve LeMarque si allontana dalla
pista perdendo l’orientamento. Nessuno sa che si è perso, nessuno
sa dove si trova. È completamente solo.
In un primo momento il campione non
si rende conto di quanto la situazione sia disperata e cerca di
trovare un riparo e dell’acqua. Le sue condizioni precipitano
quando è inseguito da un branco di lupi e precipita in un
ghiacciaio.
Intanto Susan (Mira Sorvino), la
madre di Eric, intuisce che qualcosa non va e inizia a ripercorrere
i movimenti del figlio.
Con l’avanzare del congelamento e
la continua lotta per la sopravvivenza, Eric è costretto a mangiare
la sua stessa carne, mentre la preoccupazione della madre la porta
e mettere in atto un disperato tentativo di salvataggio, anche se
la squadra di recupero pensa sia ormai troppo tardi.
Quando Eric si rende conto
dell’arrivo dei soccorsi, la sua unica chance di farsi localizzare
dai soccorritori è arrampicarsi su una parete rocciosa alta 1300
metri, ma il suo corpo inizia a cedere.
L’oro di Napoli del 1954 con Vittorio
De Sica, con Eduardo De Filippo, Sophia Loren,
Silvana Mangano, Paolo Stoppa e
Totò, il film di Preapertura di
martedì 27 agosto dell’81.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della
Biennale di Venezia, in occasione dei 50
anni dalla scomparsa di Vittorio De Sica e dei 70
anni del film.
In Sala Darsena al
Lido, alle ore 20.30 del 27
agosto è stato proiettato, L’oro di
Napoli in prima mondiale nella
versione restaurata digitale 4K a cura di
Cinecittà per iniziativa della Filmauro
Srl di Aurelio e Luigi De Laurentiis, a
partire dal negativo scena 35mm e dal negativo colonne ottiche 35mm
mono, e con la supervisione artistica di Andrea De
Sica.
Alla serata di Preapertura
del 27 agosto è stato invitato il pubblico
di Venezia attraverso la collaborazione con i quotidiani
IlGazzettino,
La Nuova di Venezia e Mestre e il
Corriere del Veneto.
L’81. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia
si terrà al Lido dal 28 agosto al 7 settembre
2024, diretta da Alberto Barbera.
L’Oro di Napoli
L’oro di Napoli,
suddiviso in 6 episodi tratti dall’omonima
raccolta di racconti di Giuseppe Marotta,
sceneggiato insieme al regista da Cesare Zavattini
e prodotto da Carlo Ponti e Dino De
Laurentiis, racconta alcune delle tante facce di
Napoli attraverso i capitoli: Il guappo,
Pizze a credito, Il funeralino, I
giocatori, Teresa e Il professore.
Presentato in concorso a Cannes nel 1955, venne
premiato ai Nastri d’argento per la miglior
attrice a Silvana Mangano e per il miglior attore
a Paolo Stoppa e selezionato fra i 100
film italiani da salvare.
“L’oro di Napoli –
ricordava Martin Scorsese – a New York era
trasmesso a quei tempi in televisione, e tutti nel quartiere lo
rivedevano ogni volta e lo amavano molto. […] È un film che
offre una meravigliosa gamma di stili comici e incorpora qualcosa
che apprezzo molto nel cinema italiano: il modo in cui si muove
senza sforzo tra la commedia e la tragedia” (M. Scorsese, My
Voyage to Italy, 1999).
Su L’oro di NapoliCarlo Lizzani ha scritto: “De Sica […] realizzerà
dal bel libro di Marotta un film dalle alte qualità, pieno anche di
pagine ispirate e di momenti degni del miglior De Sica. Il funerale
del bambino (tagliato nella versione presentata al pubblico) e quel
gioiello che è la partita a carte tra De Sica stesso in veste
d’attore e il bambino, potrebbero figurare degnamente in
un’antologia del cinema italiano.” (C. Lizzani, Storia del
cinema italiano, Parenti, Firenze, 1961).
Note su restauro
Il negativo scena presentava numerose macchie, vecchie giunte
riparate a scotch e una grande quantità di righe, graffi e
spuntinature. Alcuni strappi e rotture importanti hanno reso
indispensabile la ricostruzione di diversi fotogrammi. È stato
necessario il trattamento per la rimozione del flicker su molte
inquadrature. Un color grading accurato ha ricreato contrasti e
look originale della fotografia. Sulla colonna sono stati eliminati
i classici difetti presenti in un supporto dell’epoca, intervenendo
sul rapporto segnale-rumore per ricreare il giusto equilibrio tra
suono d’ambiente e dialoghi. La presenza di una rottura del
supporto ha reso necessaria la ricostruzione di una battuta.
Al cinema dal 5 dicembre,
dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma
2024, arriva L’Orchestra
Stonata (qui
la recensione), di Emmanuel Courcol,
che racconta una storia di famiglia, amicizia e soprattutto amore
per la musica.
Quando al celebre direttore
d’orchestra Thibaut viene diagnosticata la leucemia, un test del
DNA per trovare un donatore di midollo osseo rivela che è stato
adottato. Thibaut rintraccia e incontra così il fratello biologico
Jimmy, un operaio che suona il trombone in una banda musicale
locale a Lille. Quando la banda perde il suo direttore, Thibaut
subentra come sostituto e i fratelli apprendono di più sulle
circostanze che hanno plasmato le rispettive vite, condividendo la
passione e la vocazione per la musica.
In occasione del festival
Capitolino, abbiamo incontrato il regista e sceneggiatore
Emmanuel Courcol e la sceneggiatrice,
Irène Muscari, alla sua prima prova con la
scrittura per il cinema.
Intervista a Emmanuel Courcol e
Irène Muscari, il regista e la co-sceneggiatrice de L’Orchestra
Stonata
Quanto è
importante il contesto sociale quando si ha un’ambizione
artistica?
Emmanuel
Courcol: “L’importanza del contesto sociale viene
principalmente dall’educazione che si riceve, artistica e
scolastica. Ma ancora prima, in ambienti sociali più sfavoriti,
spesso non si hanno neanche le ambizioni, si vive in un contesto in
cui neanche viene in mente di poter ambire a determinate carriere.
L’ambiente che ti circonda fa sì che neanche si possa avere un
sogno o pensare in grande. Nel film, i due fratelli hanno entrambi
un grande talento musicale, ma Jimmy nella sua vita non ha mai
pensato di poter trasformare il suo talento naturale in un lavoro,
non ha mai pensato che sarebbe potuto diventare un grande artista o
un direttore d’orchestra. Il primo limite è
l’autocensura.”
Irène
Muscari: “A contatto con Thibaut, Jimmy comincia a
sognare di fare qualcosa di diverso. Per lui il ventaglio delle
possibilità si allarga improvvisamente ed è il fratello che gli
offre questa prospettiva, però il problema è che la vita non
aspetta. Se a tre anni sei stato messo in una casa di accoglienza
invece che davanti a un pianoforte, a 30 anni non puoi pensare di
arrivare a suonare nell’Orchestra di Lille, perché troppo
tardi.”
L’Orchestra
Stonata è stato scritto a quattro mani, ma com’è nata l’idea del
film?
Irène
Muscari: “L’incontro è avvenuto sul precedente film di
Emmanuelle, Un triomphe (qui la recensione del remake
italiano,
Grazie Ragazzi), che racconta la storia di un regista
di teatro che va a lavorare in un carcere e monta una messa in
scena di Becket, Aspettando Godot, e con questa
compagnia insolita va in tournée. Dal momento che io lavoro in un
istituto carcerario, e mi occupo di attività culturali per i
detenuti, Emmanuelle mi ha chiesto una consulenza scientifica per
la sceneggiatura di quel film. E durante il montaggio di Un
triomphe, mi ha parlato di questa idea di far incontrare
due mondi musicali diversi, primo germe della storia di
L’Orchestra Stonata. Io lavoro tanto con le
orchestre sinfoniche e conosco molto bene la musica classica, e lui
è un grande melomane. Abbiamo cominciato a parlarne, gli ho portato
l’idea dell’innesco che gira intorno alla malattia e pian piano è
nata la storia. La creazione artistica è un processo molto
delicato. Noi siamo una coppia nella vita e siamo fatti per vivere
insieme, ma questo non vuol dire che siamo fatti per lavorare
insieme. Invece il nostro confronto si è rivelato proficuo anche
lavorativamente parlando, ci intendiamo benissimo e abbiamo gli
stessi obbiettivi. Vogliamo parlare di determinismo sociale e di
quello che l’approccio alla pratica artistica può offrire alle
persone per evolversi. Questi argomenti ci stanno a
cuore.”
Per quello che riguarda
l’aspetto musicale, nel film c’è tanta musica di diversa
estrazione, alta e bassa, come l’avete scelta?
Emmanuel
Courcol: “Abbiamo cominciato da quello che sono i
nostri gusti musicali, ma abbiamo avuto un consulente per il film
che è anche il compositore della colonna sonora originale e del
pezzo di musica sinfonica che si sente alla fine del film,
Michel Petrossian. Il brano di Aznavour e il
Bolero li avevamo scelti sin dall’inizio, ma abbiamo cercato di
essere dalla parte del pubblico pur proponendo una musica
orchestrale contemporanea, che si sente molto poco nel cinema di
oggi. Anche scegliendo un brano di Beethoven, abbiamo optato per un
pezzo poco conosciuto. Abbiamo cercato di mettere insieme diverse
anime.”
Irène Muscari: “Emmanuelle mi ha molto aiutata
con la sua esperienza. Ma mi ha lasciata anche esprimermi perché
c’era molta empatia. Da un punto di vista formale per il primi
tempi è lui che ha strutturato la storia, per me l’inizio del
lavoro è stata la parte più difficile perché non ero capace di
avere una visione globale del film, ma ho imparato ormai e infatti
abbiamo già scritto il prossimo film. Adesso il processo è più
rapido, ho dall’inizio una visione globale del lavoro. Per quello
che invece riguarda il metodo, scriviamo contemporaneamente,
abbiamo lo stesso testo davanti e ci lavoriamo insieme, lo scambio
è in diretta rispetto alla scrittura.”
Emmanuel Courcol
è stato anche attore, prima di passare dietro alla macchina da
presa. Come si lavora con degli attori quando si conosce la
condizione psicologica dello stare davanti alla macchina da
presa?
Emmanuel
Courcol: “Il fatto di essere stato attore mi dà dei
vantaggi da regista, perché so cosa si prova quando si sta davanti
alla macchina da presa, so cosa vuol dire stare dalla parte degli
attori. Ho un comportamento empatico e solidale con i miei
interpreti e do loro fiducia. Voglio metterli in condizione di
avere spazio per provare e anche tempo per sbagliare. Questo l’ho
imparato sul set. Voglio si sentano liberi di fare proposte e di
avere la possibilità di aggiustare quello che non va bene, gli
errori si possono riparare. In questo modo risparmio molto
tempo.”
Distribuito da Movies
Inspired, L’Orchestra Stonata è in sala dal 5
dicembre.
Dal 28 agosto al 13 settembre, per
tre weekend consecutivi, l’Arena Forlanini ospiterà la rassegna
L’Italia vista da Roma, durante la quale
saranno presentati i migliori film italiani delle passate edizioni
della Festa del Cinema. Le proiezioni, a ingresso gratuito fino a
esaurimento dei posti disponibili (previo ritiro di un coupon),
saranno accompagnate da incontri aperti al pubblico con autori e
attori.
L’evento rientra nelle attività di
CityFest, il grande contenitore di eventi speciali, intrattenimento
e formazione della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Piera
Detassis, e si svolgerà in collaborazione con la Regione Lazio che
ha realizzato l’Arena Forlanini con l’obiettivo di portare
nell’area dell’ex ospedale nuovi funzioni utili per il
miglioramento della qualità della vita nel quartiere.
Il programma della rassegna –
realizzato grazie a Warner Bros. Entertainment Italia, 01
Distribution, Medusa Film, Microcinema, Bim Distribuzione,
Mikado/Lucky Red – sarà inaugurato e si chiuderà con le opere di
due fra i più importanti e apprezzati sceneggiatori italiani,
passati poi dietro la macchina da presa: La kryptonite nella
borsa di Ivan Cotroneo e L’ultima ruota del carro di
Giovanni Veronesi. Ci sarà inoltre spazio per film di celebri
autori come La giusta distanza di Carlo Mazzacurati e
L’uomo che verrà di Giorgio Diritti; per il cinema di
genere con Una vita tranquilla di Claudio Cupellini,
Song’e Napule dei Manetti Bros., e Si può fare di
Giulio Manfredonia; per le pellicole di alcuni giovani interessanti
autori come L’aria salata di Alessandro Angelini e Alì
ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi. In occasione delle
proiezioni, il pubblico potrà incontrare registi e protagonisti dei
film in rassegna, da Claudio Bisio a Giovanni Veronesi, da Ivan
Cotroneo a Antonio Manetti da Alessandro Angelini al produttore
Domenico Procacci.
“La rassegna ‘L’Italia vista da
Roma’ è una straordinaria opportunità per celebrare i primi dieci
anni della Festa attraverso le scoperte del nostro cinema nelle
precedenti edizioni – ha spiegato Piera Detassis, presidente della
Fondazione Cinema per Roma – Nove film, nove piccole e grandi
rivelazioni, tanti modi diversi di raccontare il Paese”.
IL PROGRAMMA DELLA
RASSEGNA
La rassegna “L’Italia vista da Roma”
inizierà venerdì 28 agosto alle ore 21 con La kryptonite nella
borsa: l’esordio alla regia di Ivan Cotroneo, sceneggiatore e
scrittore di successo, racconta da un’originale prospettiva le
vicissitudini di un’affollata e scombinata famiglia napoletana. Il
regista sarà protagonista di un incontro con il pubblico.
Sabato 29 agosto alle ore 21 sarà la
volta di Si può fare: la commedia, presentata a Roma nel
2008, porta in scena la storia vera della cooperativa “Noncello” di
Pordenone, nata per dare lavoro ai pazienti dimessi dai manicomi in
seguito alla Legge Basaglia. Il protagonista, Claudio Bisio,
incontrerà il pubblico.
Domenica 30 agosto alle ore 21 sarà
proiettato La giusta distanza di Carlo Mazzacurati: sullo
sfondo dell’immutabile provincia italiana, il pluripremiato
cineasta padovano filma gli eventi inaspettati e dolorosi che
vedono protagonisti un meccanico tunisino e una giovane maestra con
il volto di Valentina Lodovini, premio “Guglielmo Biraghi” per la
sua interpretazione. Il produttore Domenico Procacci presenterà la
proiezione.
Venerdì 4 settembre alle ore 21
CityFest presenterà L’aria salata, primo lungometraggio di
Alessandro Angelini, che narra l’incontro-scontro fra figlio e
padre, il primo educatore sociale, il secondo detenuto,
interpretati da Giorgio Pasotti e Giorgio Colangeli, quest’ultimo
premiato alla Festa come miglior interprete e poi al David di
Donatello come miglior attore non protagonista. Il regista
incontrerà il pubblico della rassegna.
Sabato 5 settembre alle ore 21 si
terrà la proiezione di Alì ha gli occhi azzurri di Claudio
Giovannesi, fiaba contemporanea in bilico fra finzione e
documentario che punta lo sguardo sulla vita, le contraddizioni e
le difficoltà di un adolescente proveniente da una famiglia
egiziana stabilitasi a Ostia. Alla Festa, il film ha ottenuto il
Premio Speciale della Giuria e quello alla Migliore opera prima e
seconda.
Il secondo weekend di programmazione
si chiuderà domenica 6 settembre alle ore 21 con L’uomo che
verrà di Giorgio Diritti: l’autore bolognese porta sul grande
schermo la strage di Marzabotto, attraverso uno stile realista e
una ricostruzione rigorosa delle vicende e dei dettagli di vita
quotidiana. A Roma, giuria e pubblico lo hanno premiato come
miglior film, stesso riconoscimento ricevuto ai David.
Venerdì 11 alle ore 21, si terrà la
proiezione di Una vita tranquilla, opera seconda di
Claudio Cupellini, un torbido noir in cui il passato, sotto le
sembianze di un figlio dimenticato e ora improvvisamente riapparso,
rischia di mettere a soqquadro un’esistenza famigliare ordinata e
prospera. Protagonista uno straordinario Toni Servillo,
Marc’Aurelio della Giuria come miglior attore.
Il giorno successivo, sabato 12
settembre, alle ore 21, l’Arena Forlanini ospiterà la proiezione di
Song’e Napule dei Manetti Bros. L’ultimo film prodotto da
Luciano Martino è, naturalmente, una pellicola di genere, in grado
però di ampliare e riscrivere con intelligenza e ironia il filone
del poliziottesco. Song’e Napule, molto applaudito a Roma
nel 2013, ha ricevuto il Nastro d’Argento come migliore commedia.
Il regista Antonio Manetti sarà al centro di un incontro con gli
spettatori.
La rassegna si chiuderà domenica 13
settembre alle ore 21 con L’ultima ruota del carro di
Giovanni Veronesi: il regista e sceneggiatore toscano, che
incontrerà il pubblico della rassegna, racconta trent’anni di
storia italiana attraverso lo sguardo di Ernesto Fioretti (Elio
Germano), trasportatore che gira la penisola in lungo e in largo
con il suo camion.
L’attività di CityFest è
realizzata grazie ai Soci Fondatori della Fondazione Cinema per
Roma, Roma Capitale, Regione Lazio, Camera di Commercio, Istituto
Luce Cinecittà (in rappresentanza del Ministero dei beni e delle
attività culturali e del turismo), Fondazione Musica per Roma,
Città metropolitana di Roma Capitale e con il supporto di BNL
Gruppo BNP Paribas.
Nei primi giorni di Netflix in Italia, iniziati nel 2015, c’era un certo
grado di scetticismo. Infatti, come avrebbe potuto una realtà
americana cogliere e soddisfare la complessità della cultura
italiana? Tuttavia, Netflix ha persistito, puntando fermamente sui
contenuti originali italiani e dimostrando che i dubbi iniziali
erano infondati. Ne è prova ‘Suburra: sangue su Roma’, la prima
opera che ha dimostrato al pubblico globale il fascino universale
delle storie italiane.
Il successo di Netflix non sarebbe
stato tale se non si fossero verificate delle condizioni
tecnologiche particolari, che hanno permesso al servizio di
streaming di diffondersi con facilità nel grande pubblico:
smartphone performanti e connessioni da mobile stabili.
Il successo tecnico delle slot
online e della TV in streaming
Negli anni della diffusione di
Netflix, un’altra industria ha registrato una crescita importante:
quella del gaming online. Grazie alla facilità di accesso da mobile
attraverso dispositivi sempre più potenti, si sono affacciate e
consolidate sul mercato italiano piattaforme di gaming online che
mettono a disposizione tantissimi giochi come, ad esempio, le slot.
La facilità di accesso a questi casinò online, così come quella di
poter vedere un film in o una serie tv in qualsiasi momento, ha
decretato il successo di queste due tipi di piattaforme.
Inoltre, proprio come Netflix, le
piattaforme di gioco online hanno ottenuto un notevole successo
grazie alla loro capacità di comprenderne e adattarsi al mercato
italiano.
Crescita e domanda del
pubblico
L’introduzione di Netflix in Italia
non è stata esente da sfide. Inizialmente, la piattaforma ha dovuto
fronteggiare una forte concorrenza da parte di
Sky Italia e Mediaset. L’elemento decisivo per il successo di
Netflix è stata la sua capacità di unire un’offerta internazionale
a contenuti locali di rilevanza, rispondendo a una domanda che gli
altri service provider sembravano incapaci di soddisfare.
Secondo uno studio condotto da
Variety, il numero di
abbonati Netflix
in Italia è passato da 1,4 milioni nel 2017 a oltre 2,3 milioni nel
2020, con un aumento di quasi il 64%. Questi dati riflettono
l’abilità di Netflix di catturare efficacemente l’immaginario
collettivo italiano, consolidando la posizione dell’Italia
all’interno della strategia globale di Netflix.
Modifiche normative come
catalizzatori di crescita
Le modifiche alla normativa italiana
rappresentano un ulteriore motivo per cui Netflix guarda all’Italia
come a un punto strategico importante. La riforma del 2018 ha
richiesto ai servizi di streaming di investire il 30% dei loro
profitti in Italia nella
produzione locale, spingendo Netflix a intensificare la
creazione di contenuti specificamente orientati al pubblico
italiano, incrementando così la sua attrattiva locale. Netflix ha
reagito con rapidità, non solo rispettando questi obblighi, ma
superandoli con l’investimento in varie produzioni originali.
Il contributo di Netflix
all’economia italiana
L’impegno di Netflix in Italia va
oltre la semplice conquista di una quota di mercato, ma porta
vantaggi concreti all’economia. Uno studio del 2020 del Boston Consulting Group ha calcolato che
Netflix ha iniettato direttamente circa 110 milioni di euro nelle
produzioni italiane e quasi 200 milioni in totale nella nostra
economia, un contributo che ha generato quasi duemila posti di
lavoro a tempo pieno in Italia.
In conclusione
In sintesi, l’Italia ha guadagnato
una posizione chiave nelle ambizioni globali di Netflix.
Interpretando e successivamente valorizzando l’enorme potenziale
che il nostro paese rappresenta, Netflix ha saputo elaborare una
strategia vincente. Oggi l’Italia non è solo un mercato per
Netflix, ma anche un centro di creatività e una fonte di stimolo
economico, evidenziando l’influente ruolo italiano nel panorama
globale dello streaming.
Man mano che l’avventura italiana di
Netflix si evolve, altre multinazionali potrebbero prendere atto
delle opportunità che offre il panorama locale, posizionando la
nazione come un importante protagonista nell’industria digitale
globale. Con un’offerta unica di potenziale di mercato, talento
creativo e normative favorevoli, l’Italia rappresenta una
prospettiva vantaggiosa per le imprese pronte a investire tempo e
risorse.
Ambientata nella romantica isola
greca di Passo, L’isola e il maestro è una
nuova serie ideata e diretta dal regista e attore greco Christoforos
Papakaliatis. Composta, al momento, da una sola
stagione di nove episodi, ognuno da circa cinquanta minuti, L’isola
e il maestro è una storia che unisce insieme l’elemento romantico
con il crime, aggiungendo riferimenti a problematiche attuali e
reali. La serie è andata in onda per la prima volta in lingua
originale lo scorso tredici ottobre. Nel cast ritroviamo figure
emergenti nel cinema nazionale: lo stesso Papakaliatis qui
interpreta Orestis, il maestro di musica, mentre Klelia
Andriolatou è nel ruolo di Klelia, una giovane bella ed
affascinante.
L’isola e il maestro, gli amori ed
i delitti di Passo
Durante l’estate della rinascita
dopo la pandemia, approda a Passo, piccola isola greca, Orestis,
musicista e maestro di musica; questo ha il compito di organizzare
il festival della musica. Il destino porterà Orestis ad incontrare
Clelia, già conosciuta l’anno prima durante un viaggio, tramite un
app di incontri. Tra i due scatta una passione incontrollabile, e
contrastata da tutti gli abitanti dell’isola, dal padre di Clelia,
Fanis, ed ,all’inizio, anche dallo stesso Orestis. Gli intrecci
amorosi si mescolano con i traffici illegali dello stesso Fanis
insieme a Haralambos, un uomo burbero e violento. A questo si
uniscono a creare una cornice completa degli avvenimenti sull’isola
le vicende di altri personaggi: la relazione clandestina tra
Anthonis, figlio di Fanis, e Spyros, figlio di Haralambos,
contrastata da entrambi i padri, con la manipolazione dal primo, e
con la violenza dal secondo; l’amore extraconiugale tra Sofia ed il
medico dell’isola, i soprusi subiti da Maria per mano del marito
Haralambos. Tra amori e delitti i colpi di scena non vengono a
mancare!
Due antagonisti, simili ed
opposti
Ne L’isola e il
maestro sono presenti due figure identificabili come i
“cattivi” nello svolgimento delle vicende: si tratta di Fanis e di
Haralambos. Questi sono due uomini con storie, caratteri e modi di
fare ben diversi; ciononostante, questi finiscono per avere
alcuni elementi in comune, ed a sviluppare un importante
collaborazione.
Fanis è un personaggio razionale,
freddo e manipolatore; cerca in ogni modo di controllare la propria
famiglia, proteggendo, a suo modo, i figli e Sofia, sua moglie.
Haralambos, invece, è un uomo forte, burbero e violento; tende ad
imporsi con la forza nella sua famiglia, tentando di trasformare
Spyros in un uomo come lui, cercando di eliminare con la forza la
sua omosessualità. Non ha rispetto per la moglie, sulla quale sfoga
la sua rabbia.
Elemento interessante della serie è
il connubio equilibrato di romanticismo e crime: la presenza di
entrambe queste sfumature rende L’isola e il
maestro una storia mai monotona. Molti degli episodi si
focalizzano su singoli personaggi, venendo narrati allo spettatore
in prima persona: questo permette di esplicitare al massimo i
sentimenti delle singole figure, insieme ai loro antefatti. Alla
fine di ogni episodio vengono mostrate delle scene su un omicidio
avvenuto in un vicino futuro: puntata dopo puntata, vengono svelati
tutti i misteri dietro il delitto, fino al finale di stagione, in
cui tutti i pezzi vengono uniti insieme.
Altro intreccio narrativo
interessante è la relazione tra il vecchio Dionysis e la nonna di
Klelia: nei lontani anni 70, infatti, Dionysis era il maestro di
musica della giovane. Si tratta di una storia speculare alla
relazione tra Orestis e Klelia.
Inoltre, tutti questi avvenimenti
hanno come sfondo una romantica e magica isola greca nel pieno
dell’estate. Questo crea un clima ancora più avvolgente,
riportandoci in una realtà in stile Mamma
mia, anche se un po’ più dark.
La narrazione della
violenza domestica
Una tematica ricorrente è la
violenza subita da Spyros e Maria. Ne L’isola e il
maestro viene riportata una rappresentazione puntuale di
ciò che, per alcune donne, è la realtà quotidiana. Nell’episodio
che ripercorre le vicende di Haralambos ci viene mostrato come la
mentalità dell’uomo forte e violento viene innestata con la forza
dal padre di Haralambos: questa estrema mascolinità tossica viene
tramandata di generazione in generazione, sembra ad un certo punto
raggiungere anche Spyros, che, grazie alla madre, riesce a
resistervi.
Per quanto la triste situazione di
questa famiglia fosse nota a tutti gli abitanti dell’isola, nessuno
sembra preoccuparsene, tranne lo stesso Orestis. Maria prova a
chiedere aiuto alle autorità, da cui non riceve alcun appoggio ed
aiuto. Per quanto la donna cerchi di ergersi dinanzi al marito
violento, finisce sempre per esserne sovrastata.
La Basilicata protagonista
della ventiduesima edizione de L’Isola del Cinema
(Isola Tiberina, Piazza San Bartolomeo all’isola – Roma): dopo il
successo di pubblico degli eventi passati, saranno tre gli
appuntamenti che quest’anno puntano i riflettori sulle eccellenze
artistiche di questa incantevole regione.
L’Apt Basilicata e la Lucana Film
Commission, impegnate insieme nella promozione del cineturismo
lucano, ritornano per il sesto anno a Roma per presentare i lavori,
corto e lungometraggi, che nel corso dell’ultimo anno hanno
immortalato la Basilicata consacrandola al mondo del cinema. Ampia
anche quest’anno la visibilità data a film, docufilm e
cortometraggi, questi ultimi realizzati con il contributo della
Lucana Film Commission.
Si parte domani, 19
luglio con “Corti lucani di sera”, alle
ore 20.30 presso lo spazio Renault Lounge, quattro giovani registi
mostreranno al pubblico de L’Isola i loro recenti lavori
cinematografici, accompagnati in alcuni casi dal cast.
Adelaide De Fino, autrice, regista e
sceneggiatrice presenterà Papaveri e
papere, pellicola ambientata nella Matera del
1952 che pone l’attenzione sulla sfida canora tra i pargoli di due
famiglie che arriveranno a contrapporsi pur di averla vinta.
Attraverso gli occhi innocenti di due bambini, la regista svela le
bizzarrie e le contraddizioni del mondo degli adulti di un tempo
antico eppure mai così attuale.
La riva è
il cortometraggio di Nicola Ragone, vincitore nel 2015 del Nastro
d’Argento per il Miglior Cortometraggio a Sonderkommando
(in pellicola 35 mm con la sceneggiatura di Silvia Scola e la
fotografia di Daniele Ciprì), che torna dietro la macchina da presa
per raccontare l’evasione dal quotidiano di un uomo che attende la
sua occasione in una commedia dal sapore grottesco.
Emanuela Ponzano, attrice e regista,
sceglie per il suo secondo corto il tema dell’intolleranza: in
La Slitta permette ad un bambino di
superare letali pregiudizi sugli immigrati che, in modo insano, gli
sono stati trasmessi da genitori intolleranti e repressi.
Infine,
Cenere è l’ultimo lavoro di Gianni
Saponara sui silenzi e i dialoghi vuoti che alimentano la crisi di
una coppia, la cui relazione è minacciata da un insanabile corto
circuito.
La serata, aperta dal video omaggio
di giovani artisti lucani dal titolo “Inno alla Basilicata”, sarà
moderata dal Presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti
Cinematografici Italiani, Laura Delli Colli; interverrà al suo
fianco Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission.
Agli spettatori sarà inoltre dedicato un Aperitivo Lucano.
“La scelta di considerare il cinema
un asset fondamentale della strategia di promozione turistica della
Basilicata – dice Mariano Schiavone, appena nominato Direttore
Generale di Apt Basilicata – ha portato negli anni al
raggiungimento di risultati positivi, sia per quanto attiene al
posizionamento del brand ‘Basilicata Terra di cinema’ sia per la
nascita dell’offerta legata al cineturismo da parte degli operatori
turistici. Un percorso che asseconda la necessità di caratterizzare
la nostra offerta con prodotti promozionali e comunicativi adatti
alle esigenze del turista contemporaneo. Le location
cinematografiche della Basilicata – continua -, a partire
ovviamente da Matera, presentano dunque quelle unicità che, sulla
scia delle produzioni cinematografiche nazionali e internazionali,
invogliano i visitatori a venire in Basilicata per vivere
‘un’esperienza da film’”.
Il 1 agosto
appuntamento con Un paese quasi perfetto
diretto dal celebre sceneggiatore Massimo Gaudioso, per la prima
volta regista, ed interpretato da Fabio Volo, Silvio
Orlando, Carlo Buccirosso, Maria
Paiato, Nando Paone e Miriam Leone. Il film, in programma
alle ore 21.30 in Arena Groupama, si basa sulla pellicola La
grande seduction scritta da Ken Scott e diretta da
Jean-François Pouliot, ed è una commedia sulla voglia di restare e
quella di cambiare e sull’unione che fa sempre la forza. I
protagonisti muovono i passi nel piccolo paese sperduto nelle
Dolomiti lucane di Pietramezzana che rischia di scomparire visto
l’abbandono dei giovani e le situazioni lavorative precarie dei
pochi che ancora lo abitano e che, trascinati dal vulcanico
Domenico (Silvio Orlando) non demordono e si attivano affinché il
progetto di apertura di una nuova fabbrica vada a buon fine. Ospite
della serata proprio Maria Paiato, attrice
teatrale nel cast del film di Gaudioso, che in occasione
dell’evento a L’Isola introdurrà la proiezione del film leggendo al
pubblico alcuni estratti del libro “Vito ballava con le streghe”
del giornalista, autore teatrale e scrittore lucano Mimmo
Sammartino, che indaga e mette in scena una visione arcaica e
magica dei suoi loghi d’origine, coincidenti con quelli di
ambientazione del film. La serata sarà accompagnata inoltre dalla
musica della band Musicamanovella, che
suonerà brani del proprio repertorio e arrangiamenti originali
composti appositamente per il reading della Paiato.
L’ultimo degli appuntamenti è
dedicato alla cinematografia internazionale che con la Basilicata
ha un solido legame: l’Arena Groupama accoglierà il 29
agosto, alle 21.30, il documentario The Family
Whistle – Il fischio di famiglia diretto da Michele
Russo che per anni si è documentato sulla famiglia Coppola.
Presentato nella sezione Cannes Classics nel corso della 60esima
edizione del Festival
di Cannes, il lavoro si è aggiudicato l’Indie Spec Best
Cinematography Award per la Miglior Fotografia al Boston
International Film festival ed è stato girato tra l’Italia ( in
Basilicata, in particolare nella zopna di Bernalda, luogo d’origine
della famiglia Coppola) e gli Stati Uniti raccontando attraverso
interviste, testimonianze e ricostruzioni storiche le origini della
famiglia Coppola: quattro generazioni di talenti a cui appartengono
Francis Ford, Sofia, Roman, Nicholas Cage e molti altri cineasti e
musicisti, come il padre del regista di Apocalypse Now,
Carmine. Michele, inoltre parente dei Coppola, è riuscito a
ristabilire dopo più di un secolo i contatti con i cugini e a
ricostruire l’albero genealogico di famiglia di Bernalda. In 65
minuti trasporta lo spettatore in un viaggio che percorre le radici
dei Coppola con l’intenzione di svelare i segreti che ancora oggi
continuano ad alimentare la loro vena artistica. La ricostruzione
storica e antropologica, condotta attraverso archivi comunali,
ecclesiastici e racconti popolari, si è avvalsa anche d’inserti
tratti da vecchi documentari e reportage sulla Basilicata attinti
dalla Cineteca Lucana di Oppido Lucano e
canti tratti dalla collezione della fondazione Alan Lomax, un
antropologo della musica popolare che nel dopoguerra raccolse dai
contadini nelle terre lucane canzoni e ballate di tradizione
millenaria.
“L’esperienza di Basilicata Terra di
Cinema nella capitale del cinema italiano – afferma il direttore
della Lucana Film Commission, Paride Leporace -, è un impegno che
continua nel tempo e che certifica le buone politiche attuate sul
versante della settima arte, riuscendo ad affrontare le sfide della
modernità senza dimenticare la memoria. La consolidata presenza a
L’Isola del Cinema testimonia una proposta editoriale apprezzata
dagli spettatori romani che siamo certi risponderanno anche a
questa ennesima chiamata. Cineturismo, valorizzazione dei giovani
talenti e grande cinema internazionale sono gli ingredienti di una
manifestazione che in forma leggera intrattiene, informa, diverte e
fa riflettere”.
La ventiduesima edizione de L’Isola
del Cinema – Hollywood sul Tevere – propone questa
sera, alle 21.30 presso l’Arena Groupama, la proiezione
del lungometraggio Disney•Pixar più visto in Italia negli ultimi
dieci anni, Inside Out, il capolavoro
d’animazione diretto dal regista Premio Oscar® Pete
Docter che condurrà gli spettatori in uno straordinario e
inaspettato viaggio nel luogo più sorprendente di tutti: la mente
umana. Sempre oggi il CineLab ospiterà, alle 22, Youth
– La Giovinezza, l’ultima opera del regista italiano
Premio Oscar® Paolo Sorrentino, con Michael Caine e
Harvey Keitel. Nell’ambito di Cinema&Libri, alle 19 presso lo
Schermo Tevere si terrà la presentazione di “Tragicamente rosso” di
Michela Zanarella (ArteMuse, 2015), progetto editoriale che
raccoglie quarantadue poesie ed il testo integrale di un intenso
monologo che sarà interpretato dall’attrice Chiara Pavoni. Lo
Schermo Tevere si tingerà di azzurro in occasione degli Europei di
Calcio 2016: sarà possibile assistere all’esordio della Nazionale
Italiana contro il Belgio, a partire dalle 21.
Martedì 14 giugno appuntamento alle
21.30, in Arena Groupama, con La Felicità è un sistema
complesso, commedia a tratti speranzosa verso le
nuove generazioni di Gianni Zanasi con Valerio Mastandrea e
Giuseppe Battiston, presentata nel corso della 33esima edizione del
Torino Film Festival. Il CineLab, alle 22, ospiterà invece
Mirafiori Luna Park, storia diretta da
Stefano Di Polito in cui tre operai in pensione – interpretati da
Antonio Catania, Alessandro Haber e Giorgio Colangeli – progettano
di costruire un luna park in una fabbrica abbandonata.
Il 15 giugno L’Isola potrà contare
su una ricca programmazione: alle 21.30 Francesco Micciché
presenterà al pubblico dell’Arena la sua opera prima
Loro chi?, divertente commedia sugli
equivoci diretta con Fabio Bonifacci ed interpretata da Marco
Giallini ed Edoardo Leo. Inaugura la sezione Fuoco sul Reale,
dedicata al genere documentaristico, la proiezione di
Napolislam (alle 22 in CineLab),
pellicola girata dopo gli attentati di Parigi del gennaio 2015 che
racconta le vite di dieci napoletani convertiti all’Islam. La
visione sarà preceduta dall’incontro con il regista Ernesto Pagano
che con questo documentario si è aggiudicato nel 2015 il Biografilm
Italia Award. Allo Schermo Tevere alle 19, sarà inoltre possibile
prendere parte alla presentazione de “La Pianista di Van Gogh” di
Carlo Ferrucci (Rogas, 2015), diario immaginario tenuto dalla
giovane pittrice Margherita nei tragici e conclusi giorni della
vita del grande pittore olandese.
Il regista Massimiliano Bruno,
giovedì 16 giugno introdurrà al pubblico il commovente
Gli ultimi saranno gli ultimi, storia
drammatica sulle difficoltà di una coppia nel tempo della
disoccupazione.
Inoltre, un’anteprima italiana sarà
ospitata al CineLab: il regista Enzo Papetti ed i protagonisti di
Calcolo Infinitesimale, Stefania Rocca e
Luca Lionello, accompagneranno la proiezione del film, in occasione
dell’uscita nelle sale prevista proprio il 16 giugno.
Sempre in questa data, alle 19, è
prevista la presentazione del libro “Vite sotto assedio” di
Nazzareno Pietroni (David and Matthaus, 2016), ambientato nella
Roma criminale svelata dopo i fatti di Mafia Capitale; a seguire lo
spazio de L’Isola ospiterà “Una finestra sui talenti del cinema
mediterraneo. À première vue”, organizzato dall’Università
Telematica Internazionale Uninettuno di Roma e dalla Copeam
(Conferenza Permanente dell’Audiovisivo Mediterraneo). In questa
occasione saranno proiettati in anteprima i migliori cortometraggi
realizzati dai giovani registi delle scuole di cinema del Libano
(ALBA), del Marocco (ESAV) e della Tunisia (ESAC) – Il lamento
del pesce rosso (di Oubayd Allah Ayari, Tunisia),
Sagar (di Pape Abdoulaye Seck, Marocco), Un grande
film (di Mir-Jean Bou Chaaya, Libano). Prenderanno parte alla
serata i registi dei film presentati e i direttori delle tre
scuole, l’evento ha come obiettivo la promozione dei giovani
talenti dell’area mediterranea, lo sviluppo della cooperazione
internazionale e interculturale tra le nuove generazioni ed inoltre
la facilitazione dell’accesso al mercato delle opere realizzate da
una nuova generazione di cineasti provenienti dal Mediterraneo e
dall’Africa.
Continua la
programmazione cinematografica dell’edizione numero ventidue de
L’Isola del Cinema, ospitata nell’esclusiva
location dell’isola tiberina di Roma sino al 4
settembre. Questa sera, 15 luglio, l’Arena Groupama presenta
alle 21.30 la proiezione di Room
dell’irlandese Lenny Abrahamson basato
sull’omonimo romanzo di Emma Donoghue, tra i film
più apprezzati dell’ultima stagione. Interpretato da Brie
Larson, che si è aggiudicata il Premio Oscar per la
categoria Miglior Attrice, il film racconta di una madre e di un
figlio costretti a vivere in una stanza di 9mq senza finestre fino
a quando la forza di volontà e l’indissolubile legame li
spingeranno a progettare la fuga. Dopo l’esordio di ieri, continua
fino a domenica la quarta edizione della Rassegna Romana del Cinema
Catalano organizzata da Atrium Film: stasera, alle 22 al Cinelab,
proiezione in lingua originale di Barcelona nit d’ivern
– Barcellona notte d’inverno, di Dani de la Orden in
cui nel corso di una magica notte sotto il cielo di Barcellona vari
personaggi si incrociano tra storie di amore passionali e
agrodolci. Il lungometraggio sarà preceduto dal corto
La inquilina; al termine gli spettatori
potranno degustare vini e prodotti tipici di questa regione
autonoma situata nel nord est della Spagna. Alle 19 prevista
allo Schermo Tevere la presentazione del libro “Sfida all’ok Dakar”
(Neo Edizione, 2015) di Otello Marcacci, romanzo beffardo e
picaresco che rintraccia gli ingredienti alla base di ogni
rinascita. A seguire Francesco Miccichè mostra Lino
Miccichè, mio padre, documentario del 2013 che
racconta della vita del noto critico e storico del cinema Lino
Miccichè.
Domani, sabato 16 luglio alle 21.30
in Arena, è la volta del film campione di incassi
Spectre, ultimo episodio della saga
dedicata all’agente 007 (Daniel Craig) diretto da Sam Mendes
(American Beauty, Era mio padre,
Revolutionary Road, Skyfall) e girato anche a
Roma, nei luoghi più iconici della Capitale e sulle sponde del
Tevere dove sorge l’Isola Tiberina e dove la celebre Aston Martin
DB10 ha sfrecciato a tutta velocità grazie alle doti memorabili
dell’ammaliante ed abile agente segreto. Dalle ore 22, al CineLab,
il terzo appuntamento con la Rassegna Romana del Cinema Catalano
prevede la proiezione del corto 2037
seguito da El camí més llarg per tornar a casa – Il
cammino più lungo per tornare a casa, film
indipendente diretto dallo scrittore e regista Sergi Perez che, in
questo suo lungometraggio di esordio, racconta del dolore della
perdita e del bisogno di ricominciare. Il libro di Maria Castaldo e
Michele Gardoni, “Il senno di noi” (David and Matthaus, 2016), sarà
presentato alle 19 presso lo spazio letterario dello schermo;
l’opera tratta argomenti delicati e purtroppo sempre attuali, come
la violenza sulle donne in ogni sua forma, sia fisica che
psicologica. Subito dopo, nello stesso spazio, atteso il convegno
dedicato alle donne.
Chiude la settimana
L’attesa, film diretto da Piero
Messina tra le opere che si contenderanno il Premio
Groupama Assicurazioni Opera Prima e seconda. Nel corso della
serata il regista introdurrà il film ed al suo fianco ci
sarà Giorgio Colangeli, tra i protagonisti di
questo racconto a metà tra morte e sopravvivenza. Ultimo dei film
in programma al CineLab, nell’ambito della Rassegna Romana del
Cinema Catalano, è il documentario (in versione originale
sottotitolato in italiano) del regista Albert Solè, Los
recuerdos de hielo – I ricordi del ghiaccio, su una
eccezionale scienziata che ha dedicato la vita alla ricerca in
Antartide. La pellicola sarà inoltre preceduta dal cortometraggio
El Corredor.
Allo Schermo Tevere, alle 19,
presentazione de “Il bacio di Siviglia” (San Paolo Edizioni, 2016)
di Davide Rondoni che ha voluto indagare sull’origine del celebre
don Giovanni per comprendere l’animo di questo personaggio
chiacchierato. Alle 22, infine, in programma il secondo incontro
della terza edizione “Essere Donne e insegnare la Bellezza”, evento
multidisciplinare dedicato alle donne che con il loro lavoro e
l’impegno creano, ispirano, insegnano, conservano, riusano e
valorizzano la “bellezza”. In questa occasione Cecilia Pagliarini
presenta “L’amore in camera”, proiezioni di cinema vintage con
musica swing e tip-tap live.
Imperdibile
appuntamento con il Brasile a L’Isola del Cinema. L’Ambasciata del
Brasile, in collaborazione con L’Isola del Cinema, Verdeoro
Produzione e l’Associazione Controluce, porta quest’anno sulle
sponde del Tevere, ben tre film della sua recente e vivace
produzione cinematografica, tutti non distribuiti nelle sale
italiane.
Avrà inizio questa sera
dalle ore 20.00 la serata L’ISOLA DEL
BRASILE. Protagonista di due film su tre, tutti in
lingua originale con sottotitoli italiano, il bravissimo attore
brasiliano Rodrigo Santoro.Un’atmosfera
travolgente vi trasporterà nel grande paese che ospita i Mondiali
di Calcio 2014, grazie al ritmo della musica live sul palco
dell’Arena, con il concerto Itinerario
Brasile con Gianluca Persichetti e Stefano Rossini. Cosa
ancora più importante, è che l’ingresso a tutti gli
spettacoli è gratuito.
La sera
seguente, venerdì 11, sarà il turno
dell’Argentina, che proporrà alla rassegna de Il
Festival Isola Mondo, una meravigliosa performance di tango e un
film straordinario, LA GUERRA DEL PORCO di David Maria Putortì, a
soli 6 Euroin Arena.
Programma
dell’ARENA:
Questa sera
– ARENA
-ore
20.15 concerto Itinerario Brasile con
Gianluca Persichetti e Stefano Rossini
-ore
21.30 presentazione sul palco dell’Ambasciatore del
Brasile Sua Eccellenza Ricardo Neiva Tavares, il produttore
Daniele Mazzocca della proiezione del film MEU
PAIS (Il Mio Paese) di Andrè Ristum, una coproduzione
Italia/ Brasile.Sinossi: Marcos (Rodrigo Santoro) è un uomo
d’affari in Italia, sposato(con Anita Caprioli) e di successo. Dopo
anni fuori dal Brasile, si trova costretto a tornare nel suo paese
quando suo padre, Armando (Paulo José), viene colpito da un ictus.
Al ritorno, trova suo fratello Tiago (Cauã Reymond) che, al
contrario di lui, non è portato per gli affari. Durante il periodo
del lutto, Marcos e Tiago devono convivere appianando le loro
differenze. Ad aumentare il conflitto tra i due fratelli è la
scoperta dell’esistenza di una sorellastra che soffre di problemi
mentali, Manuela (Débora Falabella), una figlia che Armando ha
sempre tenuto nascosta a tutta la
famiglia.
“Festival di particolare
interesse per la vita culturale della Città 2014-2016, L’Isola del
Cinema 2.0 – XX Edizione è realizzato con il sostegno di Roma
Capitale in collaborazione con Acea e Siae ed è inserito nel
programma ESTATE ROMANA
2014”.
Programma del CINELAB
GROUPAMA:
Questa sera – CINELAB
GRUPAMA
-Ore 22.00 Proiezione
film HELENO (Heleno, Il principe
Maledetto), regia di Josè Henrique Fonseca.
DRAMMATICO, BRA -2012 –V.O. SOTT.
ITA
Sinossi: Rio negli
anni quaranta era un’oasi di pace in un mondo di guerra. La sua
stella era Heleno de Freitas (Rodrigo Santoro), famoso calciatore
del Botafogo. Girato in bianco e nero, l’ultimo film di José
Henrique Fonseca evoca i giorni di gloria di Heleno, quando a Rio
era il re sia della notte che del giorno, fino a raccontarne la sua
fine solitaria in un ospedale. Fonseca ci mostra non tanto l’Heleno
calciatore, quello che riempiva gli stadi bensì la sua figura
umana, il cui temperamento violento dentro e fuori dal campo lo ha
portato al declino verso la fine degli anni cinquanta.
-Ore 23.30 Proiezione
film O PALHAçO (Il Pagliaccio) Regia di
Selton Mello
COMMEDIA, BRA -2011 -90’ –V.O SOTT.
ITA
Sinossi : Benjamim (Selton
Mello) lavora presso il circo Esperança, il cui direttore è
suo padre. Insieme a quest’ultimo, recita nel ruolo del pagliaccio
Fastidio, in uno spettacolo che sta girando per il Brasile, facendo
tappa in diversi paesini di campagna. Il suo numero cambia ogni
volta, adattandosi ai personaggi del luogo, e gli applausi non
mancano mai. Tuttavia, mano, a mano, che la tournée procede,
Benjamim si sente pervadere da un crescente malessere: lui desidera
lasciare il circo per provare una vita che non ha mai avuto, una
vita fatta di comune normalità, con una casa, dei documenti
anagrafici, una donna da amare. Così se ne va via, portando con sé
la sua malinconia e l’ossessione per i ventilatori nelle strade di
una vita che spera nuova e diversa.
ARGENTINA
VENERDì 11 LUGLIO, il testimone
passerà nelle mani di un altro grande paese: l’Argentina!
L’Isola del Cinema in
collaborazione con l’Ambasciata dell’Argentina in Italia, presenta
la serata dedica a questo straordinario paese. Avrà inizio
alle ore 21.15 presso l’Arena con
l’esibizione di tango sul palco con Laura Casco Zorzon e Mario
Sette, successivamente alle ore 21.30 seguirà la proiezione del
film LA GUERRA DEL PORCO di David Maria
Putortì, che sarà presente in sala per introdurre la pellicola al
pubblico.Sinossi:La
guerra del maiale, adattamento cinematografico del romanzo “Diario
de la guerra del cerdo”, dello scrittore argentino Adolfo Bioy
Casares, smonta la comune convinzione che l’uomo, invecchiando,
finisca col maturare serenità e saggezza. In realtà ogni individuo,
una volta superata la giovinezza, viene sopraffatto dalla paura,
scadendo nell’egoismo e nella pavidità. Il paradosso vuole che
siano proprio questi uomini a concentrare nelle loro mani poteri
politici ed economici. Costo dell’ingresso
di 6 Euro intero – 5 Euro ridotto.
Liz Taylor è la
protagonista della campagna di comunicazione della ventiduesima
edizione de L’Isola del Cinema (9 giugno-4 settembre). Lo
sguardo della diva dall’indefinibile colore degli occhi, nel
ritratto fotografico di Gianni Bozzacchi, così intenso, riflessivo,
attento, incisivo è lo sguardo del cinema e sul cinema, raccontato
nelle sue varie forme nel corso di questa nuova edizione intitolata
“Hollywood sul Tevere”.
Due volte Premio
Oscar® per le sue interpretazioni
in Venere in visione (1961) e Chi ha
paura di Virginia Wolf? (1967), la pluripremiata attrice
britannica si aggiudicò anche il Golden Globe alle carriera e
numerosi riconoscimenti che la confermarono una tra le più grandi
attrici della storia del cinema.
Al via da domani, 9 giugno,
Hollywood sul Tevere, ventiduesima
edizione de L’Isola del Cinema, che dal
1995 ad oggi ha accolto oltre sei milioni di spettatori nella
splendida cornice dell’isola Tiberina, salotto stellato simbolo per
eccellenza dell’estate romana.
Novanta giorni di
proiezioni, incontri, eventi speciali ospitati in quattro sale –
l’Arena Groupama, il CineLab, lo Schermo Tevere, la Sala
dell’Assunta – con l’unico obiettivo di offrire visibilità a tutte
le forme di cinematografia: dalle opere di registi emergenti ai
documentari che riflettono sull’attualità, dal cinema indipendente
alle grandi produzioni internazionali. L’Isola si trasformerà
quest’anno anche in suggestiva vetrina per The Walt Disney Company
Italia, Warner Bros. Pictures, Universal Pictures Italia, Adler
Entertainment – tra le maggiori case di produzione e distribuzione
italiane – e Comedy Central (Canale 124 di SKY) che presenteranno
al pubblico contenuti esclusivi nel corso di queste settimane di
cinema.
La programmazione, che comprende
circa duecento opere scelte per qualità e varietà, dà spazio ad
opere internazionali inedite nella sezione storica del Festival,
Isola Mondo, realizzata in collaborazione con le
Ambasciate e gli Istituti di Cultura. Oltre all’appuntamento con
“Estate Giapponese”, anche il focus sulla cinematografia bulgara
che, attraverso la proiezione di tre opere inedite, programmate nel
corso dell’ultima settimana di luglio – Sadilishteto (Il
Giudizio, 2014), Svetat e golyam i spasenie debne
otvsyakade (Il mondo è grande e la salvezza ci
aspetta dietro l’angolo, 2008) e Tilt (2011) – indaga
sul fenomeno attuale dell’immigrazione.
La Francia è il Paese protagonista
della sezione European Woman Filmmaker (EWF) che celebra
il talento registico femminile attraverso la selezione e visione di
cinque opere recenti, tra cui l’ultima della cineasta Céline
Sciamma (Diamante nero) che a Roma incontrerà il pubblico
per discutere dell’apprezzato Naissance des pieuvres, film
presentato a Cannes nel 2007 e mai distribuito in Italia. Con
l’intento di valorizzare la connessione tra cinema ed
enogastronomia, torna per la quarta edizione la Rassegna Romana del
Cinema Catalano (RRCC): nel corso di quattro serate esclusive
verranno mostrati tre lungometraggi ed un documentario preceduti
ognuno da un diverso cortometraggio, a cui seguiranno degustazioni
di vini e prodotti catalani. Il regista croato Dalibor Matanić
incontrerà il pubblico per parlare di Sole alto, film
vincitore del Premio Un certain regard.
Le pellicole selezionate comprendono
i migliori film della stagione presentati in molti casi da autori,
attori e filmmaker, tra i tanti: il film record di incassi Quo
vado con Checco Zalone; Bella e perduta, visionaria
opera di Pietro Marcello; ed ancora Revenant – Redivivo –
diretto, co-scritto e co-prodotto da Alejandro González Iñárritu ed
interpretato dal Premio Oscar® Leonardo Di Caprio;
Room, toccante e applaudito lavoro di Lenny Abrahamson
interpretato da Brie Larson, Premio Oscar® come Miglior
attrice protagonista; il thriller di spionaggio Il Ponte delle
Spie, di Steven Spielberg con Tom Hanks. Molti gli
ospiti attesi, come Carlo Verdone per L’abbiamo fatta
grossa, da lui diretto ed interpretato; il regista
Massimiliano Bruno, che introdurrà al pubblico il commovente
Gli ultimi saranno gli ultimi; Paolo Genovese e parte del
cast di Perfetti Sconosciuti, Premio David come Migliore
Film dell’anno e vincitore al Tribeca Film Festival per la migliore
sceneggiatura straniera; il regista Gabriele Mainetti e il cast de
Lo chiamavano Jeeg Robot, celebrato dalla critica e
vincitore di sette Premi David di Donatello; Alessandro Borghi che
svelerà le curiosità di Non essere cattivo, capolavoro di
Claudio Caligari presentato postumo alla Mostra del Cinema di
Venezia; Marco Giallini racconterà cosa è successo dietro le
quinte di Loro chi?; Laura Morante per il suo
Assolo; la protagonista di Nemiche per la pelle
Claudia Gerini; Stefania Rocca, Luca Lionello ed il regista Enzo
Papetti con l’anteprima di Calcolo infinitesimale;
Rossella Infanti per il film Una nobile causa; Stefano
Sollima racconterà della sua Suburra ed ancora i registi
Alberto Caviglia, Davide Grieco, Piero Messina.
La musica sarà protagonista di tre
eventi dedicati ad altrettanti celebri talenti dalla creatività
esplosiva, la cui tormentata vita ne ha determinato il destino:
Janis: Little Girl Blue, il documentario che Amy J. Berg
ha dedicato all’icona rock Janis Joplin; il documentario Premio
Oscar®Amy – The Girl Behind the Name di Asif
Kapadia, opera sulla ventisettenne jazz singer Amy Winehouse,
piccola grande donna dalla voce atipica deceduta in seguito ad un
arresto cardiaco; ed infine Jimi – All is By My Side
scritto e diretto da John Ridley sul più grande chitarrista di
tutti i tempi, Jimi Hendrix.
L’Isola è anche contaminazione, per
questo anche l’arte sarà celebrata, attraverso la proiezione di
Renoir – Oltraggio e seduzione, documentario di Phil
Grabsky sul controverso espressionista, e Goya – Visioni di
carne e sangue, alla scoperta dell’artista spagnolo precursore
dell’arte moderna attraverso lo sguardo del regista David
Bickerstaff.
Ampio spazio alla sezione Fuoco
sul reale che farà luce sul genere documentaristico grazie
alla proiezione di alcune tra le opere più apprezzate nei Festival
Internazionali. Tra gli altri Napolislam, il lavoro di
Ernesto Pagano sulla conversione all’Islam di dieci napoletani;
Il Sale della Terra, capolavoro di Wim Wenders per
“ritrarre con la luce” i capolavori di Sebastião Salgado;
Fuocoammare, di Gianfranco Rosi vincitore dell’Orso d’Oro
alla 66esima edizione della Berlinale; e The Look of
Silence, del regista Joshua Oppenheimer che torna a volgere lo sguardo su un
tragico capitolo della storia indonesiana.
Arricchiscono il programma il
Premio Groupama Assicurazioni Opera Prima e Seconda, la
cui specificità è la promozione e la diffusione delle opere prime e
seconde di giovani talenti, e “Mamma Roma e i suoi quartieri”,
concorso di cortometraggi prodotto in collaborazione con
Biblioteche di Roma e Maiora Film. Tra le iniziative culturali: “I
Mestieri e le Professioni del Cinema”, una serie di appuntamenti
con i professionisti del settore, tra cui sceneggiatori, direttori
della fotografia, tecnici degli effetti speciali; dal 18 al 24
luglio L’Isola ospiterà parte della 36esima edizione del
Fantafestival, immancabile appuntamento per tutti gli appassionati
di cinema fantastico che programmerà proiezioni in CineLab e gli
incontri dedicati al 50esimo anniversario di “Star Trek” allo
Schermo Tevere.
Inoltre, dal 25 al 31 luglio L’Isola
ospiterà la seconda edizione degli UniVision Days, con un ricco
calendario di appuntamenti fatto di incontri, dibattiti, confronti,
proiezioni di anteprime per tutte le fasce di età e di spettatori,
alla presenza di registi, attori ed editori audiovisivi per la
promozione e la valorizzazione dell’home entertainment in
Italia.
Grande risalto alla presentazione di
libri e all’incontro con grandi autori del nostro tempo grazie alla
collaborazione con la casa editrice David and Matthaus e il ricco
calendario di eventi inseriti nel Festival Cinema&Libri. Due
appuntamenti settimanali saranno inoltre dedicati al reading di
poesie di autori emergenti e affermati, rispettivamente curati da
Agostino Raff e Roberto Piperno. A partire dall’ultima metà del
mese di agosto l’artista e performer Alessia Babrow proporrà agli
ospiti de L’Isola l’installazione “Out of The Box”, il cui
obiettivo è quello di indagare sul concetto di arte come funzione
sociale, di fronte ad una crisi esistenziale nell’impresa
collettiva dell’umanità.
Come ogni anno lo spazio
dell’accoglienza e della solidarietà è coordinato dalla Comunità di
Sant’Egidio che volgerà la sua attenzione verso tematiche solidali.
Sempre attenta nel garantire pari servizi alle persone con
disabilità, L’Isola volge particolare attenzione a questo tema con
l’inserimento in programmazione di alcune pellicole dedicate e
ancora assicura accessibilità alle proiezioni ai disabili
sensoriali che potranno servirsi di MovieReading, un’applicazione
per smartphone e tablet che favorisce l’ascolto dell’audio
descrizione o della lettura dei sottotitoli senza bisogno di alcuna
infrastruttura da installare nei cinema e senza alterare il
processo di realizzazione e distribuzione dell’opera. Il servizio
di sottotitolazione è garantito inoltre per tutte le proiezioni su
Schermo Tevere, gratuite per il pubblico.
L’isola dei cani,
il nuovo film d’animazione in stop motion di Wes
Anderson in sala dal 1 maggio, invade la mostra
“Mangasia: Wonderlands of Asian Comics”,
esposizione sull’evoluzione dell’arte del fumetto in Asia ospitata
presso la Villa Reale di Monza.
Per i prossimi due fine settimana –
21 e 22 aprile ed ancora 28 e 29 aprile –, dalle 12 alle 17, gli
spettatori della mostra potranno partecipare ad un’esperienza
inedita: ovvero sperimentare la realtà virtuale realizzata per
quest’opera alternativa ambientata in una città ed in un tempo
inventato che con licenza artistica fonde il vecchio e il più
moderno Giappone tutto filtrato attraverso lo sguardo del cineasta
che per la realizzazione di questa sua opera ha deciso di servirsi
dell’originalità e artigianalità della tecnica della stop motion,
in cui anche il più piccolo elemento è differente dagli altri e con
un proprio stile grafico.
Attraverso visori dedicati e
l’applicazione “Isle of Dogs Behind the Scenes (in Virtual
Reality)” disponibile nell’app Google Spotlight Stories, gli
utenti potranno conoscere i cani protagonisti di questa avventura
attraverso la voce originale di celebri doppiatori, muovere i passi
sulle scene più suggestive del film e conoscere tutte le curiosità
che hanno portato alla creazione di questo lungometraggio, grazie
anche al coinvolgimento in alcune parti del regista. Dopo
l’esperienza VR i partecipanti potranno ritirare l’esclusiva poster
che Otomo, fumettista e regista, ha realizzato come omaggio al film
di Wes Anderson.
L’Isola dei
cani arriverà al cinema il 1 maggio distribuito da
20th Century Fox.
L’isola dei cani,
la recensione del film di
Wes Anderson
Sinossi:
Nel futuro 2037, la crescita
incontrollata dei cani e la diffusione di una misteriosa “influenza
canina” impone al sindaco della città di Megasaki, nell’arcipelago
giapponese, di adottare una drastica misura d’emergenza: mettere in
quarantena tutti i cani del Paese, segregandoli su un’isola
destinata all’accumulo di rifiuti e immondizia. In seguito alla
scomparsa del suo cane da guardia Spots, un dodicenne di nome Atari
Kobayashi dirotta eroicamente un piccolo aeroplano e lo pilota fino
all’Isola dei cani. Dopo il brusco atterraggio, viene soccorso da
un manipolo di meticci, disposti a tutto pur di sfuggire alla
deprimente condizione in cui versano. Commossi dal coraggio e dalla
devozione del ragazzino nei confronti dell’animale domestico
smarrito, Capo (voce originale di Bryan Cranston),
Rex (Edward Norton), Boss (Bill
Murray), Duke (Jeff Goldblum) e King
(Bob Babalan), si impegnano a proteggerlo dagli
uomini che gli danno la caccia e scortarlo nel pericoloso viaggio
che deciderà il destino dell’intera prefettura.
I Wonder
Pictures diffonde il trailer de L’invenzione della
neve, il film diretto da Vittorio Moroni
con Elena Gigliotti, Alessandro Averone, Anna Ferruzzo,
Anna Bellato, Eleonora De Lucae con Carola
Stagnaro in arrivo nelle sale italiane giovedì 14
settembre con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol
Biografilm Collection.
Il film sarà
presentato in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale
d’arte cinematografica di Venezia, all’interno delle
Notti Veneziane, sezione realizzata dalle Giornate
degli autori in accordo con Isola Edipo.
L’invenzione della neve è prodotto da
50N in associazione con Crédit
AgricoleItalia (ai sensi delle norme sul
tax credit) e con la collaborazione di Cinnamon Digital
Cinema, con il contributo dell’Assessorato
regionale Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film
Commission, realizzato nell’ambito del Programma Sensi
Contemporanei Cinema e con il contributo di Apulia Film
Fund di Apulia Film Commission e
Regione Puglia a valere su risorse del POR
Puglia FESR-FSE 2014/2020, con la sponsorizzazione di
VIS e il supporto di Ala Bianca
Group.
L’invenzione della
neve vede protagonista Carmen – interpretata magistralmente da
Elena Gigliotti – una donna dalla forza ancestrale, eccessiva,
invadente, sbagliata e, forse, pericolosa. Carmen agisce usando
bugie, manipolazioni e seduzione, come ha imparato fin da piccola,
per non perdere sua figlia e l’uomo che dice di amare, Massimo. Una
favola, animata da Gianluigi Toccafondo, fa da
fil rouge alla storia che strega lo spettatore e lo
accompagna nelle vite di Carmen e Massimo, dalle tinte fosche,
spietate e paradossalmente romantiche. “Il film, a suo modo un
noir, un thriller dell’anima” dichiara il regista “cerca di portare
alla luce l’umanità che si cela dietro il loro costante bisogno di
aggredirsi e di amarsi. Nonostante la loro crudeltà, Carmen e
Massimo sono creature giuste, a modo loro, all’interno del modello
che si sono dati, nonché l’unico che conoscono per esistere”.
L’invenzione della neve è stato girato in 18
giorni e le 6 scene principali sono state riprese senza
interruzioni per 30 minuti in media, chiedendo agli attori di
considerare ogni imprevisto come un’opportunità, di abitare la
scena come un documentario, come la vita.
Carmen ama
troppo intensamente, troppo a modo suo e il mondo non glielo
perdona. Lei e Massimo si sono lasciati, ma Carmen continua a
considerarlo l’uomo della sua vita. Adora Giada, la figlia che
hanno avuto insieme e che adesso ha 5 anni. La bambina è stata
affidata al padre, alla madre il permesso di vederla una volta ogni
quindici giorni. Carmen non ci sta: sa di aver commesso degli
errori, ma anche di essere una buona madre e non permetterà che
accada di nuovo quello che è successo a lei da bambina. Se il mondo
la vuole distruggere, lei trasformerà il mondo.
L’invenzione della neve,sarà nelle sale
italiane giovedì 14 settembre con I Wonder Pictures in
collaborazione con Unipol Biografilm Collection, dopo
l’anteprima mondiale all’interno delle Notti
Veneziane, sezione realizzata dalle Giornate degli
autori in accordo con Isola Edipo.
Arriva il 28 settembre il nuovo film
con protagonista Richard
Gere, L’incredibile Vita di Norman.
Di seguito ecco due clip dal film:
L’incredibile Vita di
Normanrecensione del film con
Richard Gere
Trama:
Se chiedi a Norman Opphennaimer
quale sia il suo mestiere, la risposta sarà “se le serve qualcosa
io gliela
trovo!”. Norman (Richard
Gere) è dunque un mercante di promesse, un trafficante di
favori, un sistematico investitore di aspettative a lungo termine;
la sua incredibile vita è una ragnatela
di relazioni superflue, volte ad acquistare fama e potere a spese
altrui, senza ombra di parassitismo, ma come riscossione di un
antico debito non ancora saldato. In poche parole: il navigato
affarista di New York fiuta una necessità, poi la soddisfa con
l’astuzia e la lungimiranza che lo contraddistinguono.
Quando Micha Eshel(Lior
Ashkenazi), un giovane politico che alcuni anni prima ha
ricevuto la solidale “consulenza” di Norman, viene eletto Primo
Ministro, il giorno che l’uomo ha tanto desiderato sembra
finalmente arrivato. Ma sarà davvero come lo immaginava?
Il prossimo 28 settembre verrà
distribuito in 150 copie L’incredibile Vita di
Norman, piccolo film indipendente diretto e sceneggiato da
Joseph Cedar. Di origini israeliane,
Cedar ha puntato sempre molto sulle tematiche
proprie del suo paese di origine, e con questo film –il primo in
lingua inglese –non fa eccezione.
Come recita il sottotitolo «La
moderata ascesa e la tragica caduta di un faccendiere newyorchese»,
la pellicola è incentrata sulle vicende di un strambo tuttofare di
nome Norman (Richard
Gere). Non si sa bene perché, ma lo scopo di questo
personaggio è regalare favori a personaggi di grande potere.
Diviene amico del futuro Primo Ministro israeliano comprandogli un
paio di scarpe. Intrattiene rapporti importanti con la comunità
ebraica di New York promettendo laute donazioni. Insomma è un uomo
che fa della condiscendenza il suo stile di vita, e dalla menzogna
crea il suo personaggio, dal quale però non riesce più a
distaccarsi. E la verità viene sacrificata in nome di un mondo
fatto di illusioni.
Gere
interpreta questo personaggio sui generis senza troppi sforzi e con
grande credibilità, sebbene si discosti di molto dai suoi ruoli
precedenti. Imbruttito (se così si può dire) appositamente, gli
sono state inserite delle protesi dietro le orecchie per renderle
“a sventola”, e la folta chioma bianca è perennemente nascosta
sotto un cappellino che fa da pendant con la mise infagottata nella
quale Norman si nasconde.
Regista e attore hanno specificato
quanto il personaggio di Norman, ovvero quello dell’ebreo
“cortigiano” che si pone al servizio di un uomo potente, sia un
personaggio tipico della cultura classica (dal Giuseppe biblico in
poi), curiosamente dimenticandosi che anche la storia della
cinematografia non è da meno.
Perché l’immediata impressione che
si ha guardando L’Incredibile Vita di Norman non è
quella di rivedervi personaggi come lo Shylock shakespeariano o il
Fangin di Oliver Twist…ma più semplicemente i vari protagonisti di
una commedia di WoodyAllen.
Norman è il classico anti eroe alleniano: un piccolo ebreo medio
borghese dalle manie di controllo e vittima di una società nella
quale non riesce mai ad inserirsi.
L’omaggio ad Allen
è evidente anche nella colonna sonora – un allegro motivetto
eseguito in clarinetto e flauti dolci – che è uno degli elementi
tipici della commedia di Woody, scanzonata ma dal
sapore dolce-amaro. Stesso dicasi per le inquadrature ravvicinate e
i tempi suddivisi in Atti, a mo’ di piéce teatrale. A tal proposito
è divertente notare come le scenografie spesso si confondano le une
con le altre, proprio come su di un palcoscenico dove – per
motivi di tempistica – si mostrano due location
contemporaneamente.
Pur non brillando quindi per
originalità, L’incredibile Vita di Norman è una
commedia godibile, dove Gere raggiunge uno dei punti più alti della
sua carriera e l’importanza della trama lascia spazio alla
serratezza dei dialoghi.
In un momento storico in
cui registi affermati sembrano rivolgersi a se stessi per trovare
ispirazione di nuove storie, anche Emanuele
Crialese sceglie di raccontarsi con
L’Immensità,
film biografico presentato in concorso a Venezia 79.
L’Immensità, la trama
Roma, anni 70: un mondo
sospeso tra quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e
nero, conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara
e Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il
loro matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a
lasciarsi. A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa
tutto il suo desiderio di libertà. Adriana, la più grande, ha
appena compiuto 12 anni ed è la testimone attentissima degli stati
d’animo di Clara e delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana
rifiuta il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di
essere un maschio e questa sua ostinazione porta il già fragile
equilibrio familiare ad un punto di rottura. Mentre i bambini
aspettano un segno che li guidi, che sia una voce dall’alto o una
canzone in tv, intorno e dentro di loro tutto cambia.
Impossibile scindere la
storia dalla persona con L’Immensità, film per cui
Crialese ha rilasciato molte dichiarazioni, tutte
attentissime nella scelta delle parole e nell’equilibrio delle
affermazioni. Perché se da una parte è
legittimo raccontarsi nel profondo attraverso il cinema, è
altrettanto legittimo scegliere fino a che punto esporsi. E così il
regista sceglie di raccontare la sua adolescenza alla ricerca di un
corpo che lo rappresentasse, ma non solo.
Penelope Cruz diventa la madre di Crialese
L’Immensità è un racconto di famiglie, di tempi
che non esistono più, di ispirazioni e di voglia di libertà, di
autenticità e di onestà, come comunica la scena molto intensa di
Penelope Cruz in chiave almodovariana, che
interpreta la madre (di Crialese) e che chiede al padre la libertà
di lasciarsi, l’onestà di accettare che quel matrimonio è
finito.
Forse proprio per il
grande coinvolgimento emotivo che c’è dentro a L’Immensità, sembra
che il racconto di Crialese sia spesso fuori fuoco, disorientato da
tanti spunti, alcuni onirici altri terribilmente realistici, con la
ferma intenzione di raccontare tanto senza però poi riuscire ad
approfondire nulla.
Il racconto di sé
Il risultato è un film
che procede per episodi e impressioni, ambientato in una calda luce
estiva, affogato in un’emozione fortissima che si avverte ma che
non riesce a fluire dallo schermo alla sala e che lascia
disorientati. Tra musical e racconto drammatico, autobiografia
romanzata e storia di formazione e accettazione,
L’Immensità è un film che si fa sommergere
dall’incertezza e della reticenza, come quando ci si sente
costretti a raccontare un segreto che non si è pronti a
condividere.
L’Immensità, il film di
Emanuele Crialese che vede protagonista
Penelope Cruz, sarà disponibile da oggi,
giovedì 22 dicembre, per l’acquisto e il noleggio su tutte le
principali piattaforme digitali per Warner Bros. Home
Entertainment. Il film è stato presentato in concorso alla 79.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel cast
anche Luana Giuliani, Vincenzo Amato, Patrizio Francioni, Maria
Chiara Goretti, Penelope Nieto Conti, Alvia Reale, India Santella,
Mariangela Granelli e Valentina Cenni.
L’Immensità è una produzione Wildside (una società del
gruppo Fremantle), Warner Bros. Entertainment Italia, Chapter 2,
Pathé, France 3 Cinema.
L’Immensità – la
trama
Roma, anni 70: un mondo sospeso tra
quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero,
conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara e
Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro
matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a lasciarsi.
A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo
desiderio di libertà. Adriana, la più grande, ha appena compiuto 12
anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo di Clara e
delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana rifiuta il suo
nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio
e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare
ad un punto di rottura. Mentre i bambini aspettano un segno che li
guidi, che sia una voce dall’alto o una canzone in tv, intorno e
dentro di loro tutto cambia.
È attorno alla Graphic novel che
ruoterà l’evento primaverile del Festival del film Locarno,
previsto dal 10 al 13 marzo 2016.
Dopo essersi concentrata sulla
scrittura in prima persona di Emmanuel Carrère, la quarta edizione
de L’immagine e la parola ha deciso di indagare il mondo della
Graphic novel, accogliendo due tra i più stimolanti interpreti
della contemporaneità. Se il cinema è l’arte del movimento, il
fumetto – al suo opposto – utilizza immagini e parole per fermare
l’attimo caricandolo di un forte significato. Come se si trattasse
di fotogrammi rubati allo scorrere del tempo, le vignette
sviluppano un linguaggio che con il cinema intrattiene un rapporto
intimo e mai banale.
“In questi anni il mondo della
Graphic novel sembra aver invaso gli schermi cinematografici,
portandovi il suo tratto iperrealistico e il suo graffio surreale.
Guardando oltre le mode del momento e cercando di andare alle
radici di un rapporto tra due strumenti espressivi da sempre in
dialogo, abbiamo invitato due artisti unici cercando di vedere come
guardano al cinema e come questo s’interfaccia con la loro pratica.
Blutch e Lorenzo Mattotti – due tra i più visionari scrutatori del
presente – più che ospiti sono i compagni a cui abbiamo consegnato
le chiavi della prossima edizione de L’immagine e la parola,
chiedendo loro di indicarci i film da mostrare, accostando due
universi artistici senza volerli ridurre a unità. Ringrazio fin
d’ora Blutch e Lorenzo Mattotti che con la loro generosità e con il
loro contributo sapranno arricchire e intrattenere il pubblico
della prossima edizione”. Carlo Chatrian, Direttore
artistico
Blutch è uno dei principali autori
della Graphic novel francese. Conosciuto per le avventure di Petit
Christian, pubblicato per la prima volta nel 2008 su Charlie
Hebdo, è stato tradotto in tutto il mondo vincendo il Grand
prix del festival del fumetto d’Angoulême nel 2009. L’artista con
un solido rapporto con il cinema, ha collaborato con Alain Resnais
e con cineasti della nuova generazione come Mathieu Amalric e Bruno
Podalydès. La sua pubblicazione Pour en finir avec le
cinéma(Per farla finita con il cinema), definito dai
Cahiers du Cinéma uno dei più grandi saggi teorici sul
cinema, è una riflessione sulla settima arte all’alba del XXI
secolo.
Lorenzo Mattotti esordisce alla fine
degli anni ’70 all’interno del collettivo bolognese
Valvoline, nel 1984 realizza Fuochi, storia della
progressiva pazzia di un militare, tradotto in tutto il mondo
vincendo importanti premi internazionali. Oggi Mattotti lavora come
illustratore per le più importanti riviste internazionali, tra cui
The New Yorker, Le Monde, Das Magazin,
Süddeutsche Zeitung, Nouvel Observateur,
Corriere della Sera e La Repubblica. Numerose le
mostre personali a lui dedicate, tra cui la più recente inaugurata
presso la fondazione Leclerc. Tra i suoi libri si ricorda
Signor Spartaco, Doctor Nefasto, L’uomo alla
finestra e Dr. Jekyll & Mr. Hyde. Famoso per il suo
tratto onirico che ha attirato l’attenzione di grandi artisti
contemporanei, il disegno di Mattotti apre un dialogo prolifico con
il cinema. Nel 2000, realizza per il festival
di Cannes il manifesto ufficiale e nel 2004 contribuisce al
film Eros di Michelangelo Antonioni, Wong Kar-wai e
Steven Soderbergh, realizzando i segmenti di collegamento fra i tre
episodi. Assieme a Blutch partecipa nel 2007 al film d’animazione
collettivo Peur(s) du noir e nel 2012 lavora al film
d’animazione Pinocchio, diretto dal regista Enzo D’Alò,
ideatore de La gabbianella e il gatto.
La quarta edizione de L’immagine e
la parola, sotto la direzione artistica di Carlo Chatrian e a cura
della critica cinematografica Daniela Persico fa parte del
programma della Primavera Locarnese e avrà luogo al Teatro Kursaal
di Locarno e al Monte Verità di Ascona.
Si terrà dal 12 al 13 marzo al
PalaCinema di Locarno la nona edizione di L’immagine e la
parola, l’evento primaverile del Locarno Film
Festival. L’iniziativa quest’anno sarà dedicata al futuro
delle immagini in movimento e ai territori di frontiera
dell’audiovisivo. Per l’occasione, Michelangelo
Frammartino presenterà in anteprima svizzera il suo ultimo
lavoro, Il
buco (2021), con la fotografia di Renato Berta.
Alberto Barbera,
direttore della Mostra internazionale d’arte cinematografica di
Venezia, il professor Kevin B. Lee, lo scrittore e autore Bepi
Vigna e il regista Stefano Knuchel, di cui sarà
proposto Hugo in Argentina (2021), saranno gli
altri ospiti con cui ci si interrogherà sulle nuove frontiere del
cinema e della creazione. Il programma sarà arricchito da proposte
formative rivolte alle giovani generazioni, con le attività di
Locarno Kids e la Spring Academy.
Alla sua nona edizione, L’immagine e la parola si prepara a
guardare avanti, riscoprendosi evento completamente dal vivo, in
cui il pubblico potrà tornare a essere protagonista nella casa
ticinese della settima arte, il PalaCinema di
Locarno. Marzo sarà anche il mese che il Locarno Film
Festival intende dedicare al futuro, e dunque il consueto
appuntamento sarà arricchito da nuove iniziative legate alla
riflessione sull’avvenire dell’audiovisivo e il coinvolgimento
delle giovani generazioni.
Sabato 12 marzo alle ore 14.00 il “Locarno
Film Festival Professor for the Future of Cinema and Audiovisual
Arts” all’Università della Svizzera italiana
(USI), Kevin B. Lee, terrà una masterclass
dedicata al cinema all’ epoca di Netflix, seguita dalla proiezione del film di
animazione Bombay Rose di Gitanjali Rao
(2019), distribuito proprio dalla popolare piattaforma.
Alle 18.30 il direttore artistico del Locarno Film
Festival Giona A. Nazzaro si confronterà
sul futuro dei festival cinematografici con un ospite
d’eccezione, Alberto Barbera, direttore della
Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
All’incontro seguirà la proiezione, in anteprima svizzera, di uno
dei titoli più entusiasmanti visti in laguna nel
2021: Il bucodi Michelangelo
Frammartino, vincitore del Premio speciale della giuria,
fotografato dal maestro della luce bellinzonese Renato Berta.
L’opera, capace di sondare i limiti dell’immagine cinematografica,
a partire dal racconto della più grande impresa speleologica
italiana di tutti i tempi, sarà presentata dal regista e dalla
co-autrice Giovanna Giuliani. All’insegna
delle scoperte avventurose sarà anche il programma
di domenica 13 marzo, con il
film Sasha e il Polo Nord (Tout en
haut du monde, di Rémi Chayé, 2015), presentato
nell’ambito dei Locarno Kids Screenings in collaborazione
con Cinemagia, e, alle 10.30, con la
masterclass di Michelangelo Frammartino, in
collaborazione con il CISA e moderata dal direttore della
fotografia de Il buco,Renato Berta.
Alle 16.00, con il regista Stefano
Knuchel ci si addentrerà nel linguaggio del fumetto,
in un incontro con il creatore di Nathan
NeverBepi Vigna dal titolo “La
formazione di un artista”. Seguirà la proiezione del documentario
di Knuchel Hugo in Argentina, nuova
tappa di un meraviglioso viaggio cinematografico sulle tracce di
Hugo Pratt, di cui Vigna ha raccontato la biografia nel
volume La ballata di Hugo (2021).
Le modalità di accesso all’intero programma saranno in linea con
le disposizioni federali in merito alle sale cinematografiche e
agli eventi al chiuso al momento della manifestazione.
Alla Casa del Cinema
per la presentazione di Bloodline sono intervenuti
il regista Edo Tagliavini, i produttori di Opencinema – anche
autori del soggetto e di parte della sceneggiatura – Virgilio
Olivari e Mario Calamita, Giovanni Costantino di Distribuzione
Indipendente, gli attori: lo stesso Olivari, Francesco Malcom,
Paolo Ricci. Assenti invece Francesca Faiella e Marco
Benevento.
Evento Speciale alle
Giornate degli Autori, “L’Expérience ZOLA”
di Gianluca Matarrese, con Anne
Barbot e Benoît
Dallongeville è una produzione Bellota
Films e Stemal Entertainment,
prodotto da Dominique
Barneaud e Donatella Palermo,
distribuito
da Luce Cinecittà.
«Con “L’Expérience Zola” Gianluca
Matarrese torna al Lido di Venezia portandoci in un altrove
linguistico e letterario con un film che passa senza soluzione di
continuità dalla finzione al documentario, dalla vita alla
lettaratura e al teatro», dichiara
Gaia FurrerDirettrice artistica
delle Giornate degli Autori.
Anne è una regista teatrale. Si è
separata dal marito e sta cambiando casa. È spenta, senza desideri.
Conosce Ben, vicino di casa servizievole e attore senza scritture.
Lui la guarda con occhi appassionati, lei non vuole mai più
legarsi a un uomo. Ma quando decide di mettere in
scena L’assommoir di Zola, è a lui che propone il
ruolo di Coupeau, riservandosi quello di Gervaise. Man mano che la
storia si sviluppa, il confine tra la vita reale e la
rappresentazione teatrale si riduce sempre di più. Tra letture e
prove, tra ricerca e studio, la realtà sfuma nella finzione e
i due sembrano ripercorrere esattamente tutti i passaggi della
storia di Coupeau e Gervaise, fino alla rovina.
«Anne Barbot e io ci siamo
formati insieme alla École Internationale de Théâtre Jacques Lecoq
– racconta
il regista–
Entrambi mettiamo in discussione la nozione di prospettiva e la
porosità tra realtà e finzione. Insieme abbiamo sperimentato la
creazione di ponti tra due linguaggi: quello del teatro e quello
dell’audiovisivo. L’adattamento teatrale di L’Assommoir di
Emile Zola da parte di Anne è sembrato un ottimo soggetto per
l’esperienza che avevamo in mente».
Nato e cresciuto a Torino,
Gianluca Matarrese si è trasferito a Parigi,
all’età di 22 anni, dove ha completato gli studi di cinema e
teatro. Nel 2008 ha iniziato la sua carriera in televisione come
autore di programmi di entertainment e fiction. Negli ultimi cinque
anni ha realizzato otto film documentari che hanno girato numerosi
festival internazionali (Settimana della Critica, IDFA,
Thessaloniki, CPH, Hot Docs, DMZ, Torino Film Festival, Vision du
Réel, Festival dei Popoli), sostenuto regolarmente da broadcaster
come France Télévisions e Arté.
Sono state rilasciate
ben 6 clip dalla Warner Bros per L’Evocazione – The
Conjuring, pellicola horror diretta da James
Wan(Saw, Insidious) che arriverà in italia ad agosto.
Il film racconterà la storia di due
investigatori di oscure presenze alle prese con una misteriosa
forza in una fattoria e vedrà Vera Farmiga e
Patrick Wilson nel ruolo dei protagonisti.
Nonostante abbia garantito alla
Warner Bros un nuovo franchise di successo che si sta già
replicando con un sequel attualmente in fase di riprese,
L’Evocazione – The Conjuring, horror del
2013 firmato da James Wan, è stato anche la causa
di qualche grattacapo per lo studio al momento alle prese con una
denuncia.
Si tratta dei proprietari della casa
in cui è stato in parte girato il film (Harrisville, Rhode Island),
Gerald Helfrich e Norma
Sutcliffe, che hanno citato in giudizio la WB per dei
problemi con fan un po’ troppo accaniti che hanno addirittura
assediato la proprietà privata circostante all’abitazione, quasi si
trattasse di una meta di villeggiatura.
I proprietari hanno addirittura
parlato di minacce di violenza fisica e violazione di
proprietà privata da parte di queste persone evidentemente non
troppo tranquille.
A dare la notizia ufficiale è EW che
però non riporta alcuna replica ufficiale da parte della Warner
Bros.
Arriva da CS.net il
nuovo Trailer dell’atteso L’Evocazione – The Conjuring
del registaJames Wan (Saw e
Insidious). Protagonisti del film Vera
Farmiga e Patrick Wilson, in quello che potrebbe essere il
Thriller/Horror dell’estate prossima.
Sorprendente successo
al Box Office USA per l’atteso nuovo film del regista di
Saw, James Wan, L’Evocazione The
Conjuring. La pellicola scalza
dalla prima posizione l’invincibile Cattivissimo Me 2 e
segna un’apertura importante di ben 41,5 milioni di dollari con cui
si assicura il primo posto di questo week end. Ma non è tutto, il
film riesce a battere anche la nuova uscita
Turbo, altro film d’animazione che in
genere hanno la meglio sul box office negli USA.
La pellicola doveva uscire a
Gennaio, ma la Warner Bros ha deciso di spostarlo in estate negli
USA, il 19 Luglio 2013 mentre da noi come già detto arriverà il 21
Agosto.
Trama: ispirato a eventi realmente
accaduti, L’Evocazione The Conjuring racconta la storia degli
investigatori Ed e Lorraine Warren, chiamati ad aiutare una
famiglia per liberare la loro casa da una presenza
maligna. Il demone contro cui si troveranno a combattere terrorizza
gli stessi Warren, che dovranno affrontare il caso più inquietante
della loro vita.