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Venezia 76: Alessandra Mastronardi, madrina 2019

Venezia 76: Alessandra Mastronardi, madrina 2019

La pre-apertura della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 76 si è aperta con il photocall più tradizionale della storia del festival. La madrina, quest’anno Alessandra Mastronardi, che raccoglie il testimone di Michele Riondino, ha posato con leggerezza e grazie sulla spiaggia dell’Hotel Excelsior.

Ecco gli scatti di Luigi de Pompeis e Aurora Leone:

Venezia 76 si svolge al Lido dal 28 agosto al 7 settembre.

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Venezia 76: al Lido, Tiago Guedes e Robert Guédiguian in concorso

Il concorso di Venezia 76 propone, nella giornata di giovedì 5 settembre, A Herdade, di Tiago Guedes, dal Portogallo, e Gloria Mundi, una saga familiare diretta da Robert Guédiguian.

A HERDADE (LA TENUTA)

Il film racconta la storia di una famiglia portoghese che possiede una delle più grandi proprietà fondiarie d’Europa sulla riva meridionale del fiume Tago. A herdade scava nei segreti della loro proprietà, rappresentando le vicende storiche, politiche, economiche e sociali del Portogallo a partire dagli anni Quaranta, passando per la Rivoluzione dei garofani fino ad arrivare ai nostri giorni.

COMMENTO DEL REGISTA

La ‘herdade’, che ha origine dal latino ‘hereditas’, è in questo film un regno dominato da un uomo carismatico e progressista, in un Paese sottoposto a una dittatura fascista. Il luogo funge da metafora di tutto ciò che accade al nostro straordinario protagonista. Sia la proprietà che l’uomo, entrambi inizialmente grandiosi, con il passare del tempo sono inevitabilmente destinati a scontrarsi con i venti del cambiamento, a rivelare le imperfezioni, le zone grigie, e a crollare. Lungo tutto il corso della vita, le scelte che facciamo ci definiscono, ma portiamo con noi qualcosa che non riusciamo a percepire né a controllare. Qualcosa che è nato con noi, che abbiamo ereditato. Questo film ci racconta delle inevitabili connessioni che ci definiscono e ci condizionano.

GLORIA MUNDI

A Marsiglia una famiglia si riunisce per la nascita della piccola Gloria. Nonostante la gioia, per i giovani genitori sono tempi duri. Mentre lottano per uscire dalla difficile situazione, si ricongiungono con il nonno di Gloria, un ex carcerato.

COMMENTO DEL REGISTA

Parafrasando Marx: ovunque regni, il neocapitalismo ha schiacciato relazioni fraterne, amichevoli e solidali, e non ha lasciato altro legame tra le persone, se non il freddo interesse e il denaro, annegando tutti i nostri sogni nelle gelide acque del calcolo egoistico. Ecco cosa vuole dimostrare questo crudele racconto sociale attraverso la storia di una famiglia ricostituita, fragile come un castello di carte. Ho sempre pensato che il cinema dovrebbe commuoverci, a volte donandoci un esempio del mondo come potrebbe essere, altre volte mostrandoci il mondo così com’è. In breve, abbiamo bisogno sia di commedie sia di tragedie per continuare a mettere in discussione il nostro stile di vita. E dobbiamo continuare a interrogarci più che mai in questi tempi difficili, per non soccombere all’illusione che ci sia qualcosa di naturale nelle società in cui viviamo.

Venezia 76: al lido oggi Chiara Ferragni – Unposted

Venezia 76: al lido oggi Chiara Ferragni – Unposted

E’ oggi il “grande” giorni di Chiara Ferragni – Unposted, il documentario diretto da Elisa Amoruso e basato sulla vita della fashion blogger più famosa al mondo Chiara Ferragni. Il film è prodotto da Memo Films (Francesco Melzi d’Eril) e distribuito da 01 Distribution.

Chiara Ferragni – Unposted, la trama

C’è qualcosa che ancora non sappiamo su Chiara Ferragni? Questo film è un’immersione a 360° nella sua sfera pubblica e interiore: per osservare la posizione che ha conquistato nei mercati della moda e del lusso attraverso i social media, per decodificare ciò che rimane incomprensibile per il pubblico dei social e per indagare come le strategie di marketing e i metodi di intrattenimento siano cambiati nell’ultimo decennio. Ferragni è la più potente influencer della moda nel mondo secondo Forbes. È un’icona contemporanea di self made woman attenta ai diritti delle donne e ai diritti alla diversità. Rappresenta una storia di successo femminile, che continua a sedurre e conquistare milioni di fan ogni giorno, in tutto il mondo. Ma chi è la donna dietro l’immagine pubblica? Quali sono i segreti dietro alle sue imprese multimilionarie?

COMMENTO DELLA REGISTA

La rivoluzione digitale sta cambiando il modo in cui comunichiamo e i rapporti tra le persone. Le piattaforme social hanno stravolto il mondo del lavoro, del business e dell’economia: un fenomeno globale che ha ristabilito regole e abbattuto barriere. Chiara Ferragni è stata una pioniera di questo mutamento: a trentadue anni è a capo di due aziende – una delle quali, The Blonde Salad, è diventata un case study della Business School di Harvard – e ha 17 milioni di follower. Il film ricerca il segreto del suo successo rapido e dirompente, con uno sguardo che non vuole essere giudicante, quanto piuttosto indagatore. Chiara Ferragni è anche la persona che sta dietro al suo personaggio, con le sue fragilità e le sue radici. Proprio queste contribuiscono a spiegare il suo successo in un mondo, quello dei social, che non ha leggi, ma è universale e può offrire una chiave di lettura del nostro presente e del nostro futuro.

Venezia 76: Ad Astra e Marriage Story per il primo giovedì della Mostra

Dopo il maestro orientale Kore-eda, Venezia 76 torna a quello che è stato il trend degli ultimi anni, i grandi registi americani. Arrivano oggi in laguna Noah Baumbach e James Gray che presentano, rispettivamente, Marriage Story e Ad Astra.

Con i due registi arriva anche una delegazione di superstar, con Baumbach che porta con sé i suoi protagonisti, Scarlett Johansson e Adam Driver, e Grey che invece ha diretto Brad Pitt, già avvistato ieri al Lido.

Se Baumbach si concentra sulla quotidianità e in particolare sul dolore legato alla separazione di una coppia, Gray proietta lo spettatore in un viaggio fantascientifico oltre le stelle, come aveva già fatto, con grande successo, Alfonso Cuaron, che proprio qui a Venezia aveva presentato Gravity.

Venezia 76: a Luca Bigazzi il premio Campari Passion for Film

Venezia 76: a Luca Bigazzi il premio Campari Passion for Film

La Biennale di Venezia e Campari annunciano che è stato attribuito al direttore della fotografia Luca Bigazzi (La grande bellezza, Così ridevano, Pane e tulipani) il premio Campari Passion for Film della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il premio, istituito l’anno scorso alla 75. Mostra, si propone di valorizzare lo straordinario contributo che i collaboratori più stretti del regista offrono al compimento del progetto artistico rappresentato da ciascun film. Solo occasionalmente, direttori della fotografia, montatori, compositori, scenografi e costumisti vedono adeguatamente riconosciuto il loro apporto, spesso determinante ai fini della qualità del risultato finale. Passion for Film premia a turno una di queste figure (l’anno scorso il premio era stato attribuito al montatore statunitense Bob Murawski), non semplici artigiani ma artisti e co-autori delle opere a cui offrono il contributo del loro insostituibile talento.

La consegna del premio a Luca Bigazzi avrà luogo domenica 1 settembre alle ore 16.30 in Sala Grande (Palazzo del Cinema), prima della proiezione Fuori Concorso, in prima mondiale, del suo nuovo lavoro, la serie The New Pope di Paolo Sorrentino (episodi 2 e 7) con Jude Law, John Malkovich, Silvio Orlando, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, prodotta da Sky con Hbo, Canal+, realizzata da Wildside e distribuita nel mondo da Fremantle.

La 76. Mostra di Venezia si terrà al Lido dal 28 agosto al 7 settembre 2019, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Alberto Barbera ha dichiarato:  “Il cinema italiano, dalla seconda metà degli anni Ottanta a oggi, è legato in larga misura allo straordinario lavoro di Luca Bigazzi. Con un approccio personale e controcorrente, Bigazzi ha rivoluzionato il modo di intendere il lavoro del direttore della fotografia: poco tempo dedicato a posizionare le luci, utilizzo creativo e geniale delle sorgenti luminose naturali, da sempre incollato alla cinepresa per individuare la migliore inquadratura possibile e i più congeniali movimenti di macchina. Privo di qualsiasi atteggiamento reverenziale nei confronti del 35mm, al contrario è aperto alla sperimentazione più gioiosa delle inedite possibilità offerte dallo sviluppo della tecnologia di ripresa e di manipolazione dell’immagine. L’estrema versatilità, che gli consente di lavorare con registi molto diversi l’uno dall’altro – e apparentemente opposti al suo modo di intendere l’approccio al cinema (come nel caso del sorprendente sodalizio con Sorrentino) -, si coniuga perfettamente con le doti di velocità, precisione, sprezzo delle regole consolidate, predisposizione ad adattarsi a ogni tipo di budget, che lo hanno imposto su tutti come il miglior direttore della fotografia italiano degli ultimi trent’anni”.

“Siamo molto orgogliosi di confermare la nostra collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e di avere creato, insieme alla Direzione Artistica, il Premio Passion for Film – dichiara Lorenzo Sironi, Senior Marketing Director Campari GroupMantenendo come filo conduttore tutto ciò che nasce dalla passione, tema da sempre legato in modo indissolubile a Campari, il Premio è volto a valorizzare coloro che, accanto al regista, contribuiscono ogni giorno a rendere eccellente l’arte cinematografica.  In particolare, quest’anno abbiamo premiato una figura artistica cruciale, quella del direttore della fotografia, un vero e proprio maestro della luce che, attraverso le immagini, determina il linguaggio estetico di un film”.

Luca Bigazzi (Milano, 9 dicembre 1958) è un direttore della fotografia italiano. È il professionista che detiene il record di vittorie del David di Donatello per il miglior direttore della fotografia con 7 statuette ed è anche il primo direttore della fotografia italiano ad essere stato candidato al Primetime Emmy Awards nella categoria Miglior fotografia per una miniserie o film per la serie televisiva The Young Pope di Paolo Sorrentino.

Inizia a lavorare nel campo pubblicitario nel 1977 come aiuto regista e parallelamente coltiva la sua passione per la fotografia. Approda al cinema nel 1983 e il suo esordio come direttore della fotografia avviene con Silvio Soldini, nel film Paesaggio con figure, presentato al Festival di Locarno. A poco a poco si dedica sempre di più al cinema, abbandonando il campo pubblicitario. Il sodalizio con Soldini continuerà per molti altri film, con lui vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 1999 per Pane e tulipani. Nel 1994 è chiamato da Gianni Amelio per Lamerica con cui vince un David di Donatello e un Nastro d’argento. Nel 1999 per Così ridevano di Gianni Amelio e L’albero delle pere di Francesca Archibugi vince l’Osella d’oro a Venezia. Collabora fra gli altri anche con Mario Martone, Giuseppe Piccioni, Ciprì e Maresco, Paolo Virzì, Daniele Luchetti, Abbas Kiarostami. Curerà in seguito la fotografia dei film di Paolo Sorrentino a partire da Le conseguenze dell’amore, con cui vince nel 2005 il Nastro d’argento, poi L’amico di famiglia (2006), Il divo (2008), This Must Be the Place (2011), con cui vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 2012, La grande bellezza, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero nel 2014, Youth – La giovinezza, miglior film agli European Film Awards nel 2015, The Young Pope (2016), Loro (2018) e The New Pope (2019).

Ha curato la fotografia di La tenerezza di Gianni Amelio (2017), Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (2017), Ella & John – The Leisure Seeker di Paolo Virzì (2017), Io sono Tempesta di Daniele Luchetti (2018).

Venezia 76: a Lina Wertmüller ospite al premio Kinéo

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Dopo l’emozionante incontro a Cannes, in cui Lina Wertmüller ha ricevuto il Premio Kinéo con Giancarlo Giannini per il film Pasqualino Settebellezze (restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematografia / Cineteca Nazionale diretto da Marcello Foti e presieduto da Felice Laudadio, grazie al sostegno economico di Paolo Rossi Pisu di Genoma Films), il Kinéo renderà nuovamente omaggio alla regista.

In attesa di ricevere l’Oscar a Los Angeles, Lina Wertmüller sarà presente alla 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove verrà celebrata per i suoi 40 anni di carriera il 1 settembre durante la cerimonia di premiazione.

In questo suo percorso verso la statuetta, la regista di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto ha fortemente voluto includere anche la Mostra di Venezia alla quale è da sempre legata da un profondo affetto, rinnovatosi anche in occasione della presentazione del suo ritratto Dietro gli occhiali bianchi, documentario di Valerio Ruiz in concorso nella sezione Venezia Classici nel 2015.

Lina Wertmüller è stata la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar come migliore regista nel 1977, proprio per il film Pasqualino Settebellezze. Il successo allo scorso Festival di Cannes ha accelerato l’iter della sua candidatura all’Honorary Award, che le sarà consegnato a Los Angeles il 27 ottobre al Dolby Theatre.

IL PREMIO KINÉO
Il Premio Kinéo è un riconoscimento al cinema italiano votato dal pubblico, prevalentemente delle sale cinematografiche ANEC (sul sito www.kineo.info), e da una giuria internazionale di personalità eccellenti del mondo del cinema. Giunto alla sua 17^ edizione, si svolgerà durante la 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, domenica 1 settembre.
Progettato nel 2001 al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, contestualmente alle numerose attività per rilanciare il cinema nazionale, il progetto Kinéo debutta a Venezia nel 2002. Grazie a una stretta collaborazione con ANEC (Associazione Nazionale Esercizio Cinematografico), si è riusciti a coinvolgere e a dar voce a decine di migliaia di appassionati, rendendoli partecipi e valorizzando le loro scelte all’interno dei listini delle case cinematografiche. Oggi, il Premio Kinéo, premio del pubblico, continua ad essere promosso dall’Associazione Culturale Kinéo presieduta da Rosetta Sannelli, che lo ha ideato.
Tra le istituzioni che hanno rinnovato il sostegno al Premio: ANEC, il Centro Sperimentale di Cinematografia, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, la Biennale Cinema e la Direzione Generale Cinema del MIBAC, la Regione Veneto.
I premi Kinéo 2019: Miglior film drammatico, Miglior commedia, Miglior opera prima, Miglior regista, Miglior montaggio, Miglior attore protagonista drammatico, Miglior attrice protagonista drammatica, Miglior attrice protagonista commedia, Miglior attore non protagonista, Miglior attrice non protagonista, Premio Kinéo Sncci Pubblico & Critica, Premio Kinéo Giovani, Premi Kinéo Speciali, Kinéo International Awards.

La Premiazione si svolgerà domenica 01 settembre alle ore 19:30 presso lo Spazio Regione Veneto dell’Hotel Excelsior.
La Cena ufficiale esclusivamente per gli artisti, invece, si svolgerà a Cà Sagredo, che fu la casa dei Dogi Morosini, dove la direttrice Lorenza Lain ha voluto accogliere per la seconda volta i premiati.

I partner:

  • Banca Generali Private, l’evoluzione naturale per costruire insieme un sistema economico e finanziario più sostenibile, con nuove proposte orientare in tal senso e strategie inedite;
  • Umberto Cesari Exclusive Wine Partner del Premio Kinéo;
  • Stella Artois, la premium lager del gruppo Ab InBev vicina al mondo del cinema, accompagnerà gli ospiti del Premio Kinéo con il suo gusto unico ed elegante, da assaporare nell’iconico calice in vetro;
  • Eleonora Lastrucci, il brand personalizzato della Haute Couture;
  • Pegaso Università Online, leader europeo nella formazione online, per il secondo anno sponsor della Biennale College Cinema.

Un grazie speciale alla Regione Veneto e alla Biennale Cinema.

Venezia 76: a Julie Andrews il Leone d’Oro alla carriera

Sarà assegnato a Julie Andrews il Leone d’oro alla carriera della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. L’annuncio è stato condiviso sul sito ufficiale della Biennale insieme al commento dell’attrice e del direttore Alberto Barbera.

Sono molto onorata di essere stata scelta per il Leone d’Oro alla carriera. La Mostra del Cinema di Venezia è da lungo tempo considerata uno dei più stimati festival internazionali. Ringrazio La Biennale per questo riconoscimento del mio lavoro, e sono impaziente di arrivare in quella meravigliosa città a settembre per un’occasione così speciale“.

Questa invece la dichiarazione di Barbera con le motivazioni:

[…] Al di là del fatto che sia possibile una diversa lettura dell’immagine generata dai suoi due film più famosi – sottolineando la valenza trasgressiva dei personaggi della governante  piuttosto che il loro apparente conservatorismo – va ricordato come la stessa Andrews abbia significativamente contribuito ad evitare il rischio di rimanere imprigionata nel ruolo di icona del cinema famigliare, scegliendo di cimentarsi in ruoli di volta in volta drammatici, apertamente provocatori o intrisi di graffiante ironia […] Il Leone d’Oro è il riconoscimento doveroso di una carriera straordinaria che ha saputo ammirevolmente  conciliare il successo popolare e le ambizioni artistiche senza mai scendere a facili compromessi”.

Fonte: La Biennale

Venezia 76: a Il Sindaco del Rione Sanità il Leoncino d’Oro

Venezia 76: a Il Sindaco del Rione Sanità il Leoncino d’Oro

Si tiene è tenuta presso la Sala degli Stucchi dell’Hotel Excelsior, alla presenza di Vincenzo Spadafora, Ministro alle Politiche giovanili e allo Sport, e Francesco Samengo, Presidente Unicef Italia, la cerimonia di premiazione del “Leoncino d’Oro”, istituito da Agiscuola nel 1989, giunto alla 31a edizione e divenuto nel tempo uno dei premi collaterali più significativi della Mostra di Venezia. La cerimonia sarà presenziata da Luciana Della Fornace, Presidente Agiscuola.

Il Premio “Leoncino d’Oro” viene assegnato al film Il Sindaco del Rione Sanità, di Mario Martone, con la seguente motivazione: “Un’opera di stampo teatrale, valorizzata da una regia che richiama un’atmosfera da palcoscenico e al contempo che riesce a innovare un genere in ascesa in modo non convenzionale. Per aver saputo rappresentare, con eleganza e brutalità, una realtà in cui la violenza è una prerogativa dell’ignoranza. Per aver portato in scena la figura di un protagonista la cui morale sfugge a qualsiasi stereotipo del genere. Per queste ragioni il Premio Leoncino d’Oro della 76° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, va a “Il Sindaco del Rione Sanità”, di Mario Martone”. Ritirano il Premio il regista Mario Martone e l’attore Francesco Di Leva.

La Segnalazione Cinema For Unicef viene assegnata al film The Painted Bird, di Václav Marhoul, con la seguente motivazione: “Abbandono, violenze, soprusi. Le sfumature di un quadro spietato, dove il colore dell’innocenza è soffocato dalla più cruda brutalità umana. È attraverso gli occhi di un bambino che la storia racconta le proprie colpe, svelando l’impotenza, la fragilità di chi è costretto a subire, inerme, di fronte alle atrocità di cui l’uomo è capace. Ripercorrendo i più grandi drammi del passato si arriva così a comprendere il presente, ove la violenza resta, purtroppo, ancora tragicamente attuale. Per queste ragioni la segnalazione “Cinema for UNICEF” della 76° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, va a “The Painted Bird”, di Václav Marhoul”. Ritira il Premio il regista Václav Marhoul.

Ad assegnare il premio, una giuria di giovani studenti e studentesse rappresentanti di tutte le regioni d’Italia, selezionati, ogni anno, fra gli oltre 6.000 ragazzi che compongono le giurie del David Giovani, l’iniziativa rivolta agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di secondo grado. I giovani giurati – in seguito ad un accordo siglato con il Comitato Italiano per l’UNICEF – assegnano inoltre il prestigioso premio Segnalazione Cinema For Unicef, riconoscimento istituito dal Comitato Italiano per l’UNICEF presso la Mostra sin dal 1980.

Venezia 76: a Ema il premio Arca CinemaGiovani

Venezia 76: a Ema il premio Arca CinemaGiovani

Con il consueto giorno di anticipo sui Leoni d’oro, le Giurie Arca CinemaGiovani hanno proclamato i loro vincitori di Venezia 76.

Miglior film in concorso

EMA – di Pablo Larraín

Per aver saputo esprimere un’idea rivoluzionaria e nuova di famiglia, un’idea che dà voce al bisogno ancestrale di maternità ma allo stesso tempo mette in discussione le costrizioni sociali che lo regolano.

Per aver saputo presentare un concetto avanguardistico di cinema, in cui genere drammatico e musical arrivano a fondersi dando vita a un linguaggio rimodernato, privo dei cliché tipici del genere e ricco di elementi che proiettano l’arte cinematografica nel futuro. Per il suo racconto provocatorio e anarchico, che grazie alla portata straripante del contenuto e dei caratteri dei personaggi, trasforma una tematica classica in rivoluzionaria e innovativa, arrivando a scardinare convenzioni sociali e cinematografiche attraverso una carica esplosiva di cui la danza è espressione universale.

Con più di 60 ragazzi, tra i 18 e i 26 anni, la giuria ARCA CinemaGiovani, è la più numerosa tra quelle presenti al Lido ed è composta da ragazzi provenienti da Italia, Francia, Marocco e Tunisia. Il premio Arca, giunto alla sua diciottesima edizione, è tra i premi collaterali più conosciuti della Mostra. ARCA CinemaGiovani è una manifestazione organizzata da Arca-Enel, Associazione ricreativa culturale sportiva dipendenti Gruppo Enel.

Venezia 76: a Costa-Gavras il premio Jaeger-LeCoultre

La Biennale di Venezia e Jaeger-LeCoultre annunciano che è stato attribuito al grande regista francese di origine greca Costa-Gavras (Z-L’orgia del potere, Missing, Music Box) il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2019 della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (28 agosto-7 settembre 2019), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.

La consegna del premio a Costa-Gavras avrà luogo sabato 31 agosto 2019 in Sala Grande (Palazzo del Cinema) alle ore 22, prima della proiezione in prima mondiale Fuori Concorso del nuovo film da lui scritto e diretto,  Adults in the Room (Francia, Grecia, 124’) con Christos Loulis, Alexandros Bourdoumis, Ulrich Tukur.

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “Sono molte le ragioni per le quali Costa-Gavras merita di essere annoverato fra i grandi registi della modernità, ma una prevale su tutte: l’aver saputo fare della politica un tema affascinante, un soggetto come un altro, da affrontare non fra iniziati consapevoli e già convinti, ma da somministrare al grande pubblico, servendosi di tutti i mezzi che il cinema fornisce per accedere al più grande numero possibile di spettatori. Questo regista, schivo ma determinato, sostiene da sempre che tutti film sono politici. Un modo non solo di sfuggire all’etichetta di regista politico che da sempre gli è stata attribuita – non di rado in maniera polemica e riduttiva – ma per rivendicare la fedeltà tranquilla e sinceramente democratica a un cinema popolare che non rinunci a far riflettere, mettere in discussione, provocare emozioni profonde. Grazie all’indignazione autentica che ispira i suoi film, all’umanesimo profondo che li caratterizza e alla libertà che essi reclamano, Costa-Gavras interroga le nostre debolezze e la nostra arrendevolezza. Come è stato detto, “se ci eravamo addormentati, il suo cinema ci risveglia. E se l’abbiamo perduta, i suo film ci restituiscono la speranza”.

Sinossi

In Adults in the Room, tratto dal libro omonimo di Yanis Varoufakis, a porte chiuse si svolge una tragedia umana. Un tema universale: una storia di persone intrappolate in una rete di potere. La cerchia degli incontri dell’Eurogruppo, che impongono alla Grecia l’austerità. Una trappola claustrofobica senza via d’uscita, che esercita pressioni sui protagonisti e che alla fine li divide. Una tragedia greca nel senso antico. I personaggi non sono buoni o diabolici, ma guidati dalle conseguenze della loro stessa concezione di ciò che è bene fare. Una tragedia dei nostri tempi.

Jaeger-LeCoultre è per il quindicesimo anno sponsor della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, e per il dodicesimo del premio Glory to the Filmmaker.  Il premio è stato assegnato negli anni precedenti a Takeshi Kitano (2007), Abbas Kiarostami (2008), Agnès Varda (2008), Sylvester Stallone (2009), Mani Ratnam (2010), Al Pacino (2011), Spike Lee (2012), Ettore Scola (2013), James Franco (2014), Brian De Palma (2015), Amir Naderi (2016), Stephen Frears (2017), Zhang Yimou (2018).

In linea con lo spirito creativo della sua storia, la Maison Jaeger-LeCoultre è guidata dalla ricerca dell’eccellenza. Condividendo molti valori con l’arte del cinema, la manifattura Jaeger-LeCoultre, con sede nella valle di Joux, in Svizzera, ha elevato la realizzazione di orologi a forma d’arte, unendo abilità tecniche e artistiche.

La 76. Mostra di Venezia si terrà al Lido dal 28 agosto al 7 settembre 2019, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Venezia 76: 5 è il numero perfetto, incontro con il regista e l’autore Igort

Per il suo esordio al cinema, la trasposizione del suo stesso fumetto 5 è il numero perfetto, Igort ha scelto la Mostra di Venezia 76 e Le Giornate degli Autori, dove ha parlato della sua esperienza dietro alla macchina da presa.

“È stato un film di lunghissima gestazione, soprattutto perché avevo molte richieste da ogni parte, non solo dall’Italia. Evidentemente si tratta di un fumetto molto cinematografico. Sono un autore che ha avuto abbastanza fortuna, per cui la mia attività si è svolta a cavallo tra Italia e Giappone, sono stato il primo autore occidentale a lavorare con il manga, e quindi forse nel film troverete delle assonanze con la cultura asiatica e con un certo modo di raccontare.” Ha spiegato alla stampa il fumettista.

Sulla realizzazione del film e sulle sue ispirazioni: “È stato un lavoro corale in cui sono stato aiutato molto per la costruzione del racconto che è da un punto di vista visivo che evocava un lavoro sul colore e sulla costruzione delle scene che deve molto anche alla pittura e alla cultura visiva del nostro Paese. Ho cercato anche di rendere omaggio al cinema italiano, che è per me la quintessenza del cinema moderno, inventato da Fellini e Antonioni e Leone. Questa visione è rimbalzata in Asia, dove Wong Kar Wai o Zhang Yi Mu hanno studiato e hanno assimilato l’idea che l’immagine sia racconto, che sento mia. Sono un narratore che costruisce la parola vignetta per vignetta, e questa cosa cercavamo di reinventarla nel film, partendo dall’assioma che non era un cinefumetto, ma un film.”

Sul fatto che ha scelto lui stesso di dirigere il film: “Se ho diretto il film è tutta colpa di Toni Servillo. Da quando ci siamo conosciuti, io e lui ci siamo riconosciuti, era chiaro che avevamo dei riferimenti culturali comuni che hanno cementato la nostra amicizia, e questa cosa ritornava anche nel pensiero del film. È stato come un lungo work in progress.”

Venezia 76, red carpet: Timothée Chalamet e Lily Rose Depp

Venezia 76, red carpet: Timothée Chalamet e Lily Rose Depp

Timothée Chalamet e Lily Rose Depp sono stati i protagonisti del tappeto rosso della serata del 2 settembre a Venezia 76. I due giovani attori presentano The King nella selezione ufficiale Fuori Concorso. Con loro anche il regista, David Michôd, e gli interpreti Ben Mendelsohn e Joel Edgerton, che firma anche la sceneggiatura.

Venezia 76, red carpet: Penelope Cruz, Meryl Streep, Lina Wertmuller e tanti altri

È stato un red carpet affollato e pieni di star quello che ha impreziosito la serata di domenica 1 settembre, alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 76. Hanno sfilato i protagonisti di Wasp Network, il film di Olivier Assayas, Penelope Cruz, Edgar Ramirez e Gael Garcia Bernal, ma anche i due premi Oscar Meryl Streep e Gary Oldman, protagonisti di The Laundromat, film di Steven Soderberg, pure in concorso.

Ecco tutti gli ospiti negli scatti di Luigi De Pompeis:

 

Venezia 76, red carpet: Luca Marinelli principe della serata

Venezia 76, red carpet: Luca Marinelli principe della serata

Protagonista di Martin Eden, secondo film italiano in Concorso a Venezia 76, Luca Marinelli ha sfilato sul red carpet con il regista Pietro Marcello. Ecco tutte le foto della serata:

Venezia 76, red carpet: la serata di Johnny Depp

Venezia 76, red carpet: la serata di Johnny Depp

Mentre domani il tappeto rosso sarà tutto per la cerimonia di premiazione e per il film di chiusura, questa sera Johnny Depp è stato il protagonista dell’ultimo giorno di concorso di Venezia 76.

Di seguito, eccolo insieme al cast e al regista di Waiting for the barbarians (Ciro Guerra, Mark Rylance e Gana Bayarsaikhan) prima della proiezione ufficiale del film in Sala Grande.

Un magistrato, amministratore di un isolato avamposto di frontiera al confine di un impero senza nome, aspetta con impazienza la tranquillità della pensione, fino all’arrivo del colonnello Joll. Incaricato di riferire sulle attività dei barbari e sulla sicurezza al confine, Joll conduce una serie di spietati interrogatori. Il trattamento dei barbari per mano del colonnello e la tortura di una giovane donna barbara spingono il magistrato a una crisi di coscienza che lo porterà a compiere un atto di ribellione donchisciottesco.

COMMENTO DEL REGISTA

Quando abbiamo incominciato a lavorare all’adattamento del romanzo di J. M. Coetzee, pensavo che la vicenda fosse ambientata in un mondo e in un’epoca lontani. Tuttavia, mentre le riprese del film procedevano, la distanza nel tempo e nello spazio si è ridotta sempre più. Ora che abbiamo concluso, la trama si è trasformata in una storia sulla contemporaneità.

Venezia 76, red carpet: Kristen Stewart e tutti gli altri ospiti del 30 agosto

Kristen Stewart, ma anche Jean Dujardin e Luis Garrel, hanno affollato il tappeto rosso di Venezia 76 nella serata che ha visto presentare in concorso il film di Roman Polanski, L’ufficiale e la Spia, e quello di Benedict Andrews, Seberg, con Kristen Stewart nei panni dell’attrice iconica.

Venezia 76, red carpet: il gala di apertura all’insegna della bellezza

La madrina Alessandra Mastronardi, ma anche la giuria presieduta da Lucrecia Martel, gli ospiti e i protagonisti del film di apertura, in Concorso, Le verità.

Il tappeto rosso del gala di apertura di Venezia 76 è stato ricco di volti, abiti, glamour, e di seguito ecco il nostro racconto della serata in foto:

Venezia 76, red carpet: bagno di folla per Joaquin Phoenix

Venezia 76, red carpet: bagno di folla per Joaquin Phoenix

Joaquin Phoenix ha conquistato tutti a Venezia 76. Forte già di uno status di attore molto amato e apprezzato, Phoenix ha regalato al Festival una delle sue migliori interpretazioni in Joker, di Todd Phillips.

L’attore è stato il protagonista del tappeto rosso della serata di sabato alla Mostra del Lido e con lui, oltre al regista e a Zazie Beetz, che nel film interpreta un personaggio di contorno, c’era anche Rooney Mara, sua collega e compagna. Di seguito le foto:

Venezia 76, Leone d’Oro a Pedro Almodovar: “Una giustizia politica del tempo”

Una giustizia politica ottenuta grazie al tempo, così Pedro Almodovar ha parlato del suo Leone d’Oro alla carriera, riconoscimento che gli viene assegnato nell’ambito di Venezia 76. Il regista, uscito in sala lo scorso maggio con Dolore e Gloria, ha ricordato della sua prima volta alla Mostra e di come proprio al Lido è stato consacrato come regista internazionale.

“All’epoca della mia prima volta a Venezia, nel 1983, il direttore era Gianluigi Rondi e al governo c’era la Democrazia Cristiana. Il mio film era L’indiscreto fascino del peccato ed era stato considerato troppo osceno, ma la stampa ne parlò così tanto che fu impossibile, poi, toglierlo dalla selezione. Questo generò grande empatia e quindi ho un buon ricordo del mio primo Festival.”

Almodovar è poi tornato al Lido nel 1988, con il vitale Donne sull’orlo di una crisi di nervi: “Ricordo la mia seconda volta a Venezia come una festa. Ricordo le attrici, i colori dei loro vestiti, la loro varietà e l’immagine così vitale che davano della Spagna di allora. Abbiamo vinto il premio alla migliore sceneggiatura, quell’anno.”

Il suo ultimo film, Dolore e Gloria, è stato presentato al Festival di Cannes 2019, conquistando il premio alla migliore interpretazione maschile, Antonio Banderas, e ricevendo il plauso della critica internazionale e buone possibilità di arrivare anche agli Oscar.

“Dolore e gloria riassume parole per cui provo pudore, non voglio lamentarmi del dolore né mi piace vantarmi della gloria. Questo Leone d’Oro è un premio importantissimo. Qui a Venezia sono nato come regista, questa è un’emozione speciale. Se si vive abbastanza a lungo, il tempo diventa un elemento importante nella considerazione di ciò che ci accade. Nel ’88, quando ho presentato il film qui, il presidente di giuria era Sergio Leone, e con lei c’era anche Lina Wertmuller. Li ho incontrati per strada, in giro, e mi dissero quanto era importante per loro vedere film come il mio alla Mostra di Venezia. Mi piace considerare questo Leone come un segno di giustizia, poetica e politica, dopo 31 anni da quell’incontro.”

Ma Pedro Almodovar non è solo il regista che racconta di sesso e tabù, è quel regista che lo fa offrendo al pubblico di tutto il mondo una grande lente sulla società spagnola, rappresentando da sempre una grandissima libertà di espressione, di genere, di orientamento.

“Quando ho iniziato a fare il regista, non si parlava affatto di diversità. Gli anni ’80, in Spagna, hanno celebrato la fine di una dittatura di 40 anni e la cosa davvero importante per la popolazione era aver finalmente perso la paura e poter godere di una libertà mai vista prima. Il mio potere da regista mi ha permesso di imporre la varietà della vita che vedevo intorno a me, i miei personaggi stravaganti rappresentavano la vita e tutti gli orientamenti sessuali. Come artista il mio potere è quello di dare libertà morale ai miei personaggi. Quando ho cominciato, la cosa che più mi affascinava era proprio questo cambiamento, che ho visto e assorbito dalle strade, dalle infinite notti di Madrid. Io mi sono formato a questa università e questa ho raccontato, in un tempo in cui la democrazia in Spagna era reale.”

Venezia 76, il programma ufficiale: Polanski, Larraìn e il Joker di Joaquin Phoenix

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È stato presentato, durante una conferenza stampa al cinema The Space Moderno di Roma, il programma di Venezia 76, la settantaseiesima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, che si svolgerà al Lido dal 28 agosto al 7 settembre. A presiedere la giuria del concorso ufficiale di questa edizione 2019 c’è Lucrecia Martel.

Dopo l’annuncio del titolo d’apertura della Mostra di quest’anno, La vérité di Kore-eda Hirokazu, sembrava chiaro che il festival di Baratta e Barbera stesse riabbracciando la sua natura di Mostra del cinema, mettendo un po’ da parte il glamour che ha caratterizzato la selezione degli ultimi anni.

La conferenza stampa e lo svelamento dei titoli scelti da Barbera e dalla sua commissione mostrano invece una equilibrata via di mezzo tra quello che è il glamour da tappeto rosso, l’esigenza cinefila di chi partecipa ai festival epr amore della settima arte, e una manciata di grandi autori che non mancano mai nelle selezioni di questo prestigio.

C’è inoltre la gara sotterranea con Cannes e la “corsa agli Oscar” che da anni è vinta dal festival lidense che presenta i film che più di tutti vengono premiati durante la stagione dei premi fino agli Academy Awards.

Per quanto riguarda il cinema di casa nostra, quest’anno verrà rappresentato da Mario Martone con Il Sindaco del Rione Sanità e dal brillante Franco Maresco, che aveva già fatto sognare il Lido con Belluscone, che presenta in concorso La mafia non è più quella di una volta. Infine Pietro Marcello con Martin Eden.

Kore-eda, Andersson, Assayas, Baumbach, Egoyan, Guerra, Soderbergh formano un gruppo di autori solidi, interessanti e amati dal circuito dei Festival. A questi si aggiungono James Gray e Todd Philips i cui Ad Astra e Joker erano attesi addirittura in apertura di festival. Coronano un Concorso di grande prestigio, nomi del calibro di Pablo Larraìn e Roman Polanski.

Il manifesto di quest’anno, come accadde anche lo scorso anno, è firmato da Lorenzo Mattotti, che però quest’anno sceglie un fotogramma dalla nuova sigla, che vedremo durante il Festival e che quindi immaginiamo disegnata sempre del celebre fumettista e illustratore che, ricordiamo, ha esordito al lungometraggio animato con La famosa invasione degli orsi in Sicilia proprio quest’anno (il film è stato presentato a Cannes).

Nonostante le testate internazionali abbiano già puntato il dito sul fatto che solo due film del concorso sono diretti da donne, sembra che i temi e le storie selezionati siano attenti alla rappresentazione di genere, come si può capire dell’intera selezione ufficiale.

Ecco la SELEZIONE UFFICIALE:

FILM D’APERTURA

“The Truth,” Hirokazu Kore-eda
(in competition)
FILM DI CHIUSURA
“The Burnt Orange Heresy,” Giuseppe Capotondi (out of competition)

CONCORSO

“The Perfect Candidate,” Haifaa Al-Mansour
“About Endlessness,” Roy Andersson
“Wasp Network,” Olivier Assayas
“Marriage Story,” Noah Baumbach
“Guest of Honor, Atom Egoyan
“Ad Astra,” James Gray
“A Herdade,” Tiago Guedes
“Gloria Mundi,” Robert Guediguian
“Waiting for the Barbarians,” Ciro Guerra
“Ema,” Pablo Larrain
“Saturday Fiction,” Lou Ye
“Martin Eden,” Pietro Marcello
“The Mafia Is No Longer What It Used to Be,” Franco Maresco
“The Painted Bird,” Vaclav Marhoul
“The Mayor of the Rione Sanità,” Mario Martone
“Babyteeth,” Shannon Murphy
“Joker,” Todd Phillips
“An Officer and a Spy,” Roman Polanski
“The Laundromat,” Steven Soderbergh
“No. 7 Cherry Lane,” Yonfan

EVENTO SPECIALE

“Goodbye, Dragon Inn,” Tsai Ming-Liang

FUORI CONCORSO – Fiction

“Seberg,” Benedict Andrews
“Vivere,” Francesca Archibugi
“Mosul,” Matthew Michael Carnahan
“Adults in the Room,” Costa-Gavras
“The King,” David Michod
“Tutto Il Mio Folle Amore,” Gabriele Salvatores

FUORI CONCORSO – Non Fiction
“Woman,” Yann Arthus-Bertrand, Anastasia Mikova
“Roger Waters Us + Them,” Sean Evans, Roger Waters
“I Diari Di Angela – Noi Due Cineasti. Capitolo Secondo,” Yervant Gianikian
“Citizen K,” Alex Gibney
“Citizen Rosi,” Didi Gnocchi, Carolina Rosi
“The Kingmaker,” Lauren Greenfield
“State Funeral,” Sergei Loznitsa
“Collective,” Alexander Nanau
“45 Seconds of Laughter,” Tim Robbins

FUORI CONCORSO – PROIEZIONI SPECIALI

“No One left Behind,” Guillermo Arriaga
“Il Pianeta in Mare,” Andrea Segre
“Electric Swan,” Konstantina Kotzamani
“Irreversible,” Gaspar Noe”
“Zerozerozero,” Stefano Sollima
“The New Pope,” Paolo Sorrentino
“Never Just a Dream: Stanley Kubrick and Eyes Wide Shut,” Matt Wells
“Eyes Wide Shut,” Stanley Kubrick

ORIZZONTI

“Zumiriki,” Osker Alegria
“Blanco En Blanco,” Theo Court
“Mes Jours De Gloire,” Antoine De Bary
“Pelican Blood,” Katrin Gebbe
“Un Fils,” Mehdi M Barsaouli
“Nevia,” Nunzia De Stefano
“Moffie,” Oliver Hermanus
“Hava, Maryam, Ayesha,” Sahraa Karimi
“Rialto,” Peter Mackie Burns
“The Criminal Man,” Dmitry Mamuliya
“Revenir,” Jessica Palud
“Giants Being Lonely,” Grear Patterson
“Verdict,” Raymund Ribay Gutierrez
“Balloon,” Pema Tseden
“Just 6.5,” Saeed Roustaee
“Shadow of Water,” Sasidharan Sanal Kumar
“Sole,” Carlo Sironi
“Madre,” Rodrigo Sorogoyen
“Atlantis,” Valentyn Vasyanovych

SCONFINI

“Unposted,” Elisa Amoruso
“The Scarecrows,” Nouri Bouzid
“Once More Unto the Breach,” Federico Ferrone, Michele Manzolini
“Effetto Domino, Alessandro Rossetto

RESTAURI
“The Incredible Shrinking Man,” Jack Arnold (1957)
“The Grim Reaper,” Bernardo Bertolucci (1962)
“The Spider’s Stratagem,” Bernardo Bertolucci (1970)
“The Criminal Life of Archibaldo del la Cruz,” Luis Buñuel (1955(
“The Crossing of the Rhine,” “Andre Cayatte (1960)
“Maria Zef,” Vittorio Cottafavi (1981)
“Crash,” David Cronenberg (1996)
“Francesca,” Manoel de Oliveira (1981)
“The House is Black,” Forough Farrokhzad (1962)
“The White Sheik,” Federico Fellini (1952)
“Current,” Istvan Gaal (1963)
“The Hills of Marlik,” Ebrahim Golestan (1964)
“Death of a Bureaucrat,” Tomas Gutierrez Alea (1966)
“Out of the Blue,” Dennis Hopper (1980)
“Ecstacy,” Gustav Machaty (1932)
“Mauri,” Merata Mita (1988)
“Pigeon Shoot,” Giuliano Montaldo (1961)
“New York, New York,” Martin Scorsese (1977)
“The Red Snowball Tree,” Vasiliy Shukshin (1973)
“Way of a Gaucho,” Jacques Tourneur (1952)

Venice College Cinema
“The End of Love,” Keren Ben Rafael
“Lessons of Love,” Chiara Campara
“This is Not a Burial, It’s a Resurrection,” Jeremiah Lemonhang Mosese

Venezia 76, GdA: You Will die at 20 vince il Leone del futuro

Venezia 76, GdA: You Will die at 20 vince il Leone del futuro

La sedicesima edizione delle Giornate degli Autori si conclude all’insegna dei festeggiamenti per Amjad Abu Alala, il filmmaker sudanese regista e sceneggiatore di You Will die at 20 che si è aggiudicato il Leone del futuro – Premio Venezia opera prima “Luigi De Laurentiis”.

Il film è uno delle quattro opere prime tra gli undici film in concorso alle Giornate. È la quinta volta che un film delle Giornate degli Autori vince questo riconoscimento: nel 2005 con 13 Tzameti di Géla Babluani (Francia), 2006 con Khadak di Peter Brosens e Jessica Woodworth (Belgio), 2007 con La zona di Rodrigo Plá (Spagna, Messico), 2010 con Majority (Cogunluk) di Seren Yüce (Turchia).

Il premio all’opera prima di Amjad Abu Alala è stato assegnato dalla Giuria Internazionale composta dal Presidente Emir Kusturica (Serbia), la regista italiana Antonietta De Lillo (Italia), l’attrice tunisina Hend Sabry, il produttore Michael J. Werner (Hong Kong SAR, USA).

You will die at 20 racconta la voglia di vita di un ragazzo che, secondo una sentenza magica della tradizione popolare, è destinato a una morte precoce.

Il regista ha commentato: “Muzamil è uno di noi, uno dei tanti costretto nel ruolo che la società gli ha affibbiato! Rinchiuso in uno spazio in cui non è possibile annusare l’aria che c’è fuori! […] Il mio film è un invito alla libertà. Nessuno dovrebbe mai dirti: questo è il tuo destino, così è scritto e non puoi far altro che accettarlo. Scappa, ragazzo!”.

“Ecco un premio tanto felicemente inaspettato – dice il delegato Giorgio Gosetti – quanto sperato per la passione con cui abbiamo creduto in questo film fin dal primo momento. Il nostro compito non è cercare gli autori esordienti ma quando il loro talento risplende cristallino come in questo caso siamo fieri e onorati di accoglierli a braccia aperte”.

“Il mandato delle Giornate – scrive il presidente Andrea Purgatori – è da sempre quello di accompagnare la creatività e l’indipendenza degli autori, ovunque la loro voce risuoni chiara e potente. Il Sudan era per la prima volta alle Giornate e questo premio è per noi una bellissima conferma per la quale ringraziamo la Giuria dell’opera prima e la Mostra che lealmente accetta e accompagna la nostra autonomia nella ricerca della qualità”.

Venezia 76 in foto, gli scatti più belli dalla Mostra

Venezia 76 in foto, gli scatti più belli dalla Mostra

Venezia 76 ha chiuso i battenti, il tappeto rosso è stato riavvolto, gli accreditati hanno lasciato il Lido, fiumi di parole e articoli sono stati scritti in merito ai Leoni assegnati dalla giuria presieduta da Lucrecia Martel. Qualcuno dice che è stata fatta la storia, con la vittoria di Joker, qualcuno invece non è contento, perché “non ne possiamo più di fumetti al cinema”, altri ancora gridano vendetta per quei titoli rimasti fuori dal palmares.

Dei dieci giorni di proiezioni, film e ospiti rimane poco, alla fine, tranne qualche scatto memorabile, come quelli che potete vedere di seguito, firmati da Luigi De Pompeis:

I Leoni

Joker venezia 76

di Luigi De PompeisJoaquin Phoenix e Todd Phillips con il Leone d’Oro. Attore e regista hanno ritirato insieme il prezioso premio, il riconoscimento più ambito che arriva inaspettato anche se meritato, foriero di tanti discorsi sulla sua stessa importanza politica all’interno di una Mostra del cinema così prestigiosa.

Party hard

di Luigi De Pompeis

Zazie Beetz arriva sul tappeto rosso di Seberg con tanto di calice di champagne e occhiali da sole. L’attrice è stata presente al festival per più di due giorni, dal momento che ha partecipato sia al Fuori Concorso di Seberg, con Kristen Stewart, e a Joker, vincitore poi del Leone d’Oro.

In nome di Roman

di Luigi De Pompeis

L’attrice Emmanuelle Seigner era presente alla premiazione ed ha ritirato il Leone d’Argento, Premio Speciale della Giuria, a L’ufficiale e la Spia, di Roman Polanski. Impossibilitato a lasciare la Francia, il grande regista polacco ha affidato il compito di presenziare alla premiazione (ma anche all’attività stampa legata al film) alla moglie, l’attrice Emmanuelle Seigner, che qui stringe il premio.

La rock star e i flash

di Luigi De Pompeis

Mick Jagger, con le Nike ai piedi, ha calcato il tappeto rosso della serata di chiusura del Festival, perché faceva parte del cast di The Burnt Orange Heresy, film che ha chiuso la rassegna nella sezione fuori concorso.

Elizabeth spicca il volo

di Luigi De Pompeis

Elizabeth Debicki è la protagonista di The Burnt Orange Heresy, il film di chiusura di Venezia 76. La bellissima e bravissima attrice australiana ha sfilato con un importante abito Schiaparelli Couture che ne risaltava la forma longilinea ed elegante.

Ehi, tu!

di Luigi De Pompeis

Un Johnny Depp in grandissima forma ha sfilato alla presentazione, in concorso, di Waiting for the barbarians, il film di Ciro Guerra che ha chiuso il concorso di Venezia 76. Commosso per la presenza della figlia nella stessa categoria, con The King, e ben disposto verso stampa e pubblico, Depp ha fatto dimenticare della sua ultima volta al Lido, quando sovrappeso e un po’ appannato, presento Black Mass.

Leggende

Roger Waters
di Luigi De Pompeis

Roger Waters, co-fondatore dei Pink Floyd, ha presentato al Lido il documentario Us + Them, un film concerto di sicuro appeal sul pubblico e di grande spettacolo. Lui, da parte sua, si è limitato ad essere come sempre affabile e impegnato, scagliandosi contro la politica europea contemporanea e il bisogno di proteggere il pianeta dall’inquinamento.

Ba-ba-baciami piccina

di Luigi De Pompeis

Teneri e affiatati, Gabriele Salvatores e Valeria Golino si scambiano un casto bacio al photocall di Tutto il mio folle amore, il film che il regista ha presentato Fuori Concorso a Venezia 76.

La notte di Chiara

Chiara Feragni
Chiara Ferragni – di Luigi De Pompeis

In un magico Dior scintillante blu notte, Chiara Ferragni è arrivata sul tappeto rosso della Sala Giardino, per presentare il documentario sulla sua vita, quell’Unposted che ha fatto discutere molto per via della sua natura celebrativa, estremamente lontana da quello che può essere l’intento di ricerca e di originalità che vuole invece promuovere la sezione Sconfini, in cui il doc è stato presentato. Poco importa perché intanto, Chiara ha ottenuto ciò che voleva: essere lei la stella di una delle notti della Mostra di quest’anno, e il pubblico era dalla sua.

Mary perplessa

di Luigi De Pompeis

L’ancora estremamente affascinante Julie Andrews arriva al photocall che precede l’assegnazione del Leone d’Oro alla carriera (che le è stato assegnato insieme a Pedro Almodovar). L’attrice, passata alla storia per il ruolo di Mary Poppins, sembra un po’ perplessa, mentre guarda la schiera di fotografi che per sua richiesta l’ha accolta in religioso silenzio, salutandola poi con un caloroso applauso.

Una rosa nel vento

di Luigi De Pompeis

Lily-Rose Depp ha sfilato a Venezia 76 presentando The King, uno dei film Netflix in concorso. La sua serata è stata ventosa, l’unica che non ha accolto gli ospiti nel torrido caldo lagunare, insieme a quella in cui ha sfilato papà Johnny, quella addirittura sul fastidioso red carpet interno, causa pioggia.

Bagno di folla

venezia 76
di Luigi De Pompeis

Timothée Chalamet si è dedicato tantissimo ai fan, durante la serata che lo ha visto protagonista sul tappeto rosso per The King, film Netflix in Concorso, di cui lui è il protagonista.

Principesca

di Luigi De Pompeis

Regina nel cast di Olivier Assayas, in concorso con Wasp Network, Penelope Cruz ha messo subito le carte in tavola, mostrando a tutti che era lei la più bella del reame. Avvolta in un eccessivo Ralph & Russo e adornata di gioielli Swarovski, marchio con il quale collabora e con cui ha ideato una linea tutta sua, l’attrice spagnola più amata del mondo non lascia dubbi su chi sia la stra più importante sul tappeto rosso.

La più grande di tutte

di Luigi De Pompeis

Per Lina Wertmuller è stato un antipasto del prossimo Febbraio. La regista italiana, prima regista donna a ricevere una nomination alla migliore regia agli Oscar, ha presenziato al festival come ospite al premio Kineo ed ha sfilato sul tappeto rosso, in attesa del prossimo febbraio, appunto, quando le verrà assegnato il premio Oscar alla carriera.

Fermi tutti, passa Meryl

di Luigi De Pompeis

La leggenda del cinema americano, Meryl Streep, ha presentato in concorso The Laundromat, il nuovo film di Steven Soderbergh prodotto da Netflix. Nonostante l’atteggiamento sempre discreto e il tono di voce sempre basso, quando arriva lei tutti si fanno da parte, si tratta di una leggenda!

Innamorati a Venezia

di Luigi De Pompeis

Chi lo segue su Instagram, lo sa, Gary Oldman è praticamente inseparabile dalla bella moglie, Gisele Smith, che con lui cura un account che con gioia, allegria e romanticismo racconta una storia d’amore bellissima. E se spesso i social non rispecchiano la realtà, basta guardarli sul tappeto rosso per vedere quanto di vero ci sia nelle loro foto di vita privata.

La Fenice

joaquin phoenix venezia 76
di Luigi De Pompeis

Joaquin Phoenix è arrivato a Venezia 76 irriconoscibile. L’attore, noto per il temperamento poco docile si è invece lasciato andare con i fan, tra foto e autografi. Sappiamo però che il giorno prima della presentazione del suo film, Joker, non era altrettanto sereno, a giudicare dai racconti che la stampa ha lasciato trapelare!

Ce l’hai con me?

di Luigi De Pompeis

Anche se non è proprio la star più famosa tra quelle sfilate a Venezia 76, Zazie Beetz ha dimostrato spirito e attitude sul red carpet. Qui affronta i fotografi con uno sguardo deciso e bellissimo.

Fate fare a me!

di Luigi De Pompeis

Sembra stia dicendo “fate largo, fate parlare i grandi” e di grande lei ha veramente tutto: Cate Blanchett è davvero una divinità che sembra più bella e affascinante ad ogni red carpet. Vero è che è anche sempre più brava e ogni suo ruolo al cinema lo dimostra. Il fatto che sia affascinante ed elegante aggiunge charme alla sua grandezza.

Kristen 2.0

di Luigi De Pompeis

Kristen Stewart è un’altra persona, da un po’ di tempo a questa parte. Ha abbandonato l’aria dimessa e musona di quando era una giovane attrice intrappolata nel ruolo di Bella Swan e finalmente è una giovane donna consapevole, anche se continua a non amare troppo l’attenzione. Nonostante questo, ha partecipato con grande gioia alla presentazione a Venezia 76 del suo film Seberg, ed eccola, generosa anche con i fan.

La prima volta

di Luigi De Pompeis

La dolcissima Margaret Qualley ha partecipato alla sua prima Venezia, nel cast del film Fuori Concorso Seberg. L’attrice, che presto vedremo anche in C’Era una volta a Hollywood si è distinta per semplicità e delicatezza.

Il più bello di tutti

di Luigi De Pompeis

È sempre lui, il più bello di tutti, nonostante i suoi 56 anni. Brad Pitt è il protagonista di Ad Astra, di James Gray, in Concorso. E consapevole della sua indiscussa bellezza, si sistema la giacca e sale sul red carpet. Applausi per lui.

Da quanto tempo!

di Luigi De Pompeis

Sembrano essersi detto proprio questo Adam Driver e Scarlett Johansson, i due protagonisti di Storia di un Matrimonio di Noah Baumbach. I due attori americani sono stati trai più penalizzati dai premi, visto che entrambi avrebbero meritato almeno la considerazione per le Coppe Volpi alle migliori interpretazioni.

Tatoo

di Luigi De Pompeis

Bella come non mai, forte di una grande interpretazione e di un film bellissimo, Scarlett Johansson ha sfilato a Venezia 76 sfoggiando non solo un bellissimo abito rubino di Celine, ma anche i suoi nuovi tatuaggi.

Kylo Ren

di Luigi De Pompeis

Nonostante la mole impressionante di cinema d’autore che Adam Driver scegli per la sua carriera, è inevitabile che il suo nome e il suo volto siano legati al personaggio di Kylo Ren in Star Wars. E lui sembra comunque gradire, firmando poster e fermandosi per delle foto.

Spice up your life

di Luigi De Pompeis

La vulcanica Mel B ha sfilato sul tappeto rosso di Venezia 76 in occasione della prima mondiale di Ad Astra.

Una madrina impeccabile

di Luigi De Pompeis

Nonostante sia uno dei volti giovani dell’Italia all’estero, Alessandra Mastronardi non è amata all’unanimità. Dopo due anni di “madrinato” al maschile, lei è stata la nuova madrina di Venezia 76, portando a compimento l’incarico con grande classe, con eleganza, senza sbagliare neanche un look, e con la sua consueta leggerezza. In questa foto, il bellissimo abito, che le stava divinamente, che ha scelto per la cerimonia di apertura.

Venezia 75: Yorgos Lanthimos e le sue donne parlano di La Favorita

Alla conferenza stampa di La Favorita, oltre al regista Yorgos Lanthimos, erano presenti le tre protagoniste, Emma Stone, Olivia Colman e Rachel Weisz, insieme a due degli interpreti maschili, rimasti silenziosamente di contorno, come avviene anche nel film.

Il regista racconta che la sceneggiatura non parte da una sua idea originale, ma che ha deciso di portare avanti il progetto perché intrigato dalla complessità dei tre personaggi femminili, che gli hanno permesso di giocare sottilmente con tre diverse personalità intrecciate tra loro. Inoltre, l’idea di fare un film in costume, gli ha consentito di avere la giusta distanza per vedere le cose con più chiarezza e lucidità.

Non è stata assolutamente un’impresa facile, perché ci sono voluti ben nove anni di sviluppo prima di approdare alla realizzazione. L’idea di questo film è partita quindi subito dopo la realizzazione di Dogtooth, il suo lavoro d’esordio.

Emma Stone confessa di aver compreso il suo personaggio a poco a poco e di essere arrivata a capire che il silenzio poteva essere un’arma preziosa a favore della sua interpretazione.

La favoritaHa lavorato sul sopravvivere, sull’istinto naturale che spinge la sua giovane protagonista ad andare avanti a qualsiasi costo, senza scrupoli o timori. Per lei è stata una sfida difficile, perché era l’unica americana in un cast completamente inglese, con tutte le relative difficoltà dovute al suo accento.

Inoltre i magnifici costumi di Sandy Powell per lei sono stati una terribile tortura, perché le limitavano i movimenti e le davano grandi difficoltà di respirazione.

Olivia Colman, che ha interpretato due regine nello stesso anno e in progetti diversi (oltre a La Favorita sarà anche Elisabetta nella terza stagione di The Crown), ha spiegato come il carattere della regina da lei interpretata in questo film fosse assai vicino a quello di una povera bambina viziata, senza la minima fiducia in se stessa e piena di paure e angosce. Per lei la storia è senza tempo e racconta cose che succederanno sempre, ripetendosi all’infinito. Sostiene però che non è possibile fare un paragone tra i due ruoli, perché completamente differenti e non sovrapponibili per nessun aspetto.

Il regista ha infine risposto alla domanda: “Tornerebbe a fare dei film in Grecia, la sua patria di origine?” Lui sostiene che se ci fosse la storia giusta, con i personaggi e l’ambiente giusto non esiterebbe a farlo. E afferma, che più lavora all’estero e più si sente greco.

Venezia 75: tutti i vincitori. Leone d’Oro a Roma di Alfonso Cuaron

La Giuria di Venezia 75, presieduta da Guillermo Del Toro, ha assegnato i premi al Concorso Ufficiale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Ecco tutti i vincitori di Venezia 75

  • Premi della selezione ufficiale

Leone d’oro – Roma di Alfonso Cuaron
Leone d’Argento – Jacques Audiard per The Sisters Brothers
Gran premio della giuria – La Favorita di Yorgos Lanthimos
Premio speciale della giuria – The Nightingale di Jennifer Kent
Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile – Willem Dafoe per At Eternity’s Gate
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile – Olivia Colman per La Favorita
Premio Osella per la migliore sceneggiatura – The Ballad of Buster Scruggs di Joel e Ethan Coen
Premio Marcello Mastroianni – Baykali Gabambarr per The Nightingale

  • Premi della sezione Orizzonti

Premio Orizzonti per il miglior film – Kraben Rahu di Phuttiphong Aroonpheng
Premio Orizzonti per la miglior regia – Emir Baigazin per Ozen
Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura – Pema Tseden  di Jinpa
Premio speciale della giuria di Orizzonti – Anons di Mahmut Fazil Coşkun
Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio – Kado di Aditya Ahmad
Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile – Kais Nashif per Tel Aviv On Fire
Premio Orizzonti per la miglior interpretazione femminile – Natalya Kudryashova per The Man Who Surprised Everyone

  • Premio Venezia Opera prima “Luigi De Laurentiis” – The Day I Lost My Shadow di Soudade Kaadam

Venezia 75: le donne, le storie e il tempo della parola

  • Venezia Classici

Miglior Documentario sul Cinema: The Great Buster: A Celebration di Peter Bogdanovich

Miglior Restauro: La notte di San Lorenzo di Paolo e Vittorio Taviani

  • Venice Virtual Reality

Miglior Storia VR: L’ile des morts di Benjamin Nuel

Miglior Esperienza VR: Buddy VR di Chuck Chae

Miglior VR: Spheres di Eliza McNitt

  • Premi alla carriera

Leone d’oro alla carriera: Vanessa Redgrave e David Cronenberg

Premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker: Zhang Yimou

  • Campari Passion for Film: Bob Murawski

Venezia 75: tutti i vincitori della 33° Settimana Internazionale della Critica

VIDEO CORRELATI

La Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (29 agosto – 8 settembre 2018) ha assegnato oggi, venerdì 7 settembre, i premi della trentatreesima edizione.

Premio del pubblico Sun Film Group

LISSA AMMETSAJJEL (STILL RECORDING) di Saeed Al Batal e Ghiath Ayoub (Siria, Libano, Qatar, Francia, Germania)

Premio realizzato grazie al sostegno di Sun Film Group e consistente in un riconoscimento del valore di € 5.000.

Sono stati inoltre assegnati:

Premio Circolo del Cinema di Verona

BETES BLONDES (BLONDE ANIMALS) di Maxime Matray e Alexia Walther (Francia)

Premio assegnato da una giuria composta da soci del Circolo di Verona e destinato al film più innovativo della sezione.

Motivazione: La testa di Orfeo, separata dal corpo, chiude gli occhi al mondo e li apre alla visione. Non cessa però la sua pena, il suo canto non si interrompe. Per averci invitato ad accogliere questo richiamo, a guardare al dolore del vivere con sorriso assonnato, a viaggiare con vorace smemoratezza ingozzandoci di fiori e quintali di tartine al salmone, in compagnia di giovani feriti e bellissimi alla ricerca di un sapore che pare perduto. Per aver insinuato che la memoria è lo scandaglio del nostro presente, ma scordare è un atto rivoluzionario quanto cercare risposte da una sitcom camp o consigli da gatti risentiti. Per averci immersi in un ciclo di letargie e risvegli che riscrive i tratti del reale e affoga l’immagine nel sogno. Per averci obbligato a resettare i nostri sensi e le nostre costruzioni, dimostrando che un cinema radicale e svergognato è sempre possibile, anzi necessario.

Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia & International per il Miglior Contributo Tecnico

LISSA AMMETSAJJEL (STILL RECORDING) di Saeed Al Batal e Ghiath Ayoub (Siria, Libano, Qatar, Francia, Germania)

Premio sponsorizzato dall’Hotel Saturnia di Venezia e assegnato da un’apposita commissione di esperti.

Motivazione: Nell’inferno della guerra siriana, l’immagine cattura l’orrore della battaglia, l’intensità della condivisione, la verità di un popolo. Dalla teoria dell’azione hollywoodiana all’urgenza del documentario, la tecnica digitale coglie l’assoluto presente della storia, testimoniando la resistenza della vita nei campi di sterminio, con un palpitante montaggio che rende tangibile una tragedia in corso.

Il Delegato Generale Giona A. Nazzaro ha così commentato questa edizione: “Una selezione che porta nel proprio DNA il desiderio del futuro, il piacere della diversità e la ricerca di sguardi nuovi. Una selezione che, nel momento in cui la politica chiude le porte, rossellinianamente vuole aprire tutte le finestre, invitando a ragionare sulle contraddizioni del tempo presente e a lavorare per un cinema non conciliato”. 

Domani 8 settembre, alle ore 14 in Sala Perla si terrà la proiezione per pubblico e accreditati di Lissa Ammetsajjel (Still Recording), film vincitore del Premio del Pubblico Sun Film Group.

Inoltre, una giuria composta dai membri della Woche der Kritik (Settimana della Critica di Berlino), guidati da Michael Hack ha assegnato i premi ai cortometraggi in concorso alla terza edizione di SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica).

Premio al Miglior Cortometraggio

MALO TEMPO di Tommaso Perfetti (Italia, 2018. Col., 19’)

Premio offerto da Frame by Frame e consistente in servizi di post-produzione per il prossimo cortometraggio del regista premiato.

Motivazione: Un giovane gangster confinato nel suo piccolo appartamento – un grande corpo, quasi troppo grande per l’inquadratura e la sua voce. Slegato dai vincoli della situazione Tommaso Perfetti sviluppa un ritratto vivido e sfaccettato di un uomo che cerca di affermarsi e perdersi nel contempo. Astenendosi da ogni giudizio libera sia il protagonista che gli spettatori, attraverso un maturo gesto di cinema documentario.

Premio alla Migliore Regia

GAGARIN, MI MANCHERAI di Domenico De Orsi (Italia, 2018. Col., 20’)

Premio offerto da Stadion Video e consistente nella realizzazione dell’edizione inglese sottotitolata per il prossimo cortometraggio del regista premiato.

Motivazione: Perdersi. Trovare luce e terra, e acqua. Il cielo è blu,ci si prende cura delle galline e forse, solo forse, significa avere qualcosa da fare, lavorare, progettare, costruire. La ricerca che questo film sviluppa è tutta esteriore, rivolta al mondo e alle fantasie che evoca. La sua curiosità non richiede risposte, sebbene ce ne siano alcune.

Premio al Miglior Contributo Tecnico

QUELLE BRUTTE COSE di Loris Giuseppe Nese (Italia, 2018. Col.,11’)

Premio offerto da Fondazione Fare Cinema e consistente nella partecipazione all’edizione 2019 del Corso di Alta Formazione Cinematografica in Regia “Fare Cinema”.

Motivazione: La realtà privata di una famiglia: frammenti del loro passato e presente, momenti condivisi, scorci di intimità. La voce di una figlia scomparsa si confonde con un ritmo della memoria, una densità dell’amore, un flusso di coscienza. Ininterrotto e vivido, come se le separazioni non fossero altro che un’illusione. 

Venezia 75: torna la sala Web, ecco il programma

Venezia 75: torna la sala Web, ecco il programma

Una selezione di 18 lungometraggi, di cui 11 della sezione Orizzonti, due di Biennale College – Cinema, tre di Sconfini, e due Fuori Concorso, formano il ricco programma in prima mondiale della Sala Web della 75. Mostra di Venezia 2018, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.

Dopo il grande successo delle edizioni precedenti, per il settimo anno la Sala Web di Venezia permette la visione online in tutto il mondo, raggiungibile dal sito www.labiennale.org, di film significativi della selezione ufficiale della Mostra del Cinema, per cinque giorni a partire da quello in cui vengono presentati in prima mondiale al Lido.

Venezia 75: il ricco programma. Cuaron, Coen, Guadagnino nel Concorso

E’ possibile acquistare il biglietto o il pass digitale per i 18 film della Sala Web a partire da oggi 21 agosto sul sito della Biennale di Venezia www.labiennale.org.

 

Fra i titoli disponibili online sono inclusi 6 attesi film italiani. Si tratta de La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringi (Orizzonti), Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio (Orizzonti), Il ragazzo più felice del mondo di Gipi (Sconfini), Camorra di Francesco Patierno (Sconfini), Arrivederci Saigon di Wilma Labate (Sconfini), 1938 Diversi di Giorgio Treves (Fuori concorso).

 

Per la sezione Orizzonti, arricchiranno la programmazione della Sala Web, tra gli altri, registi come il francese Mikhaël Hers, già in concorso a Locarno, che qui presenta Amanda, e l’indonesiano Garin Nugroho, il cui musical Requiem from Java era in Orizzonti nel 2006, che quest’anno presenta Memories of my Body.

 

Nella programmazione sono inclusi due titoli realizzati nell’ambito di Biennale College – Cinema, il laboratorio di alta formazione per lo sviluppo e la produzione di lungometraggi a micro-budget, che dal 2012 ha lanciato talenti emergenti quali Duccio Charini con Short Skin nel 2014, Anna Rose Holmer con The Fits nel 2015 e Alessandro Aronadio con Orecchie nel 2016. Quest’anno saranno presenti Deva di Petra Szöcs (Ungheria) e Yuva di Emre Yeksan (Turchia).

Le proiezioni, per conto della Mostra, saranno collocate per il territorio internazionale sul sito protetto operato da Festival Scope (www.festivalscope.com), mentre per quello geolocalizzato al territorio italiano da MYmovies.it e Repubblica.it sulla piattaforma MYMOVIESLIVE – Nuovo Cinema Repubblica (https://www.mymovies.it/live/nuovocinemarepubblica/).

Per le proiezioni sul territorio internazionale, sarà possibile acquistare il biglietto digitale a partire dal 21 agosto sul sito web della Biennale www.labiennale.org e sul sito www.festivalscope.com. Si potrà accedere alla proiezione del film prescelto dopo aver effettuato una registrazione, pagato il biglietto singolo (4 €) oppure un pass per 5 film (10 €) che consentirà una visione non ripetibile per ogni film. Ciascun titolo (in versione originale con sottotitoli in inglese) sarà disponibile per la visione in streaming a partire dalle ore 21 (ora italiana) del giorno della presentazione ufficiale del film al Lido e fino al 19 settembre. Per accedere invece alle versioni sul territorio italiano pubblicate su MYMOVIESLIVE – Nuovo Cinema Repubblica (con i sottotitoli in italiano) basterà attivare un abbonamento MYmovies.it nella fascia di prezzo a partire da 17,90 €, collegandosi a questo indirizzo: https://www.mymovies.it/live/nuovocinemarepubblica/.

L’abbonamento darà l’accesso a tutti i film della Sala Web.

IL PROGRAMMA DELLA SALA WEB

Orizzonti

  • AMANDA di Mikhaël HERS (Francia, 107’, v.o. francese s/t italiano/inglese) – dal 31 agosto
  • DESLEMBRO di Flavia CASTRO (Brasile, Francia, Qatar, 105’, v.o. portoghese/francese/ spagnolo s/t italiano/inglese) – dal 31 agosto
  • ANONS (THE ANNOUNCEMENT) di Mahmut FAZIL COŞKUN (Turchia, Bulgaria, 95’, v.o. turco s/t italiano/inglese) – dall’1 settembre
  • YOM ADAATOU ZOULI (THE DAY I LOST MY SHADOW) di Soudade KAADAN (Siria, Libano, Francia, Qatar, 94’, v.o. arabo s/t italiano/inglese) – dal 3 settembre
  • LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO di Emanuele SCARINGI (Italia, 99’, v.o. italiano/francese s/t inglese/italiano) – dal 3 settembre
  • TCHELOVEK KOTORIJ UDIVIL VSEH (THE MAN WHO SURPRISED EVERYONE) di Natasha MERKULOVA, Aleksey CHUPOV (Russia, Estonia,Francia, 105’, v.o. russo s/t italiano/inglese) – dal 5 settembre
  • UN GIORNO ALL’IMPROVVISO di Ciro D’EMILIO (Italia, 89’, v.o. italiano s/t inglese) – dal 5 settembre
  • SONI di Ivan AYR (India, 97’, v.o. hindi s/t italiano/inglese) – dal 6 settembre
  • HAMCHENAN KE MIMORDAM (AS I LAY DYING) di Mostafa SAYARI (Iran, 73’, v.o. farsi s/t italiano/inglese) – dal 6 settembre
  • KRABEN RAHU (MANTA RAY) di Phuttiphong AROONPHENG (Thailandia, Francia, Cina, 105’, v.o. thailandese s/t italiano/inglese) – dal 7 settembre
  • KUCUMBU TUBUH INDAHKU (MEMORIES OF MY BODY) di Garin NUGROHO (Indonesia, 106’, v.o. indonesiano/giavanese s/t italiano/inglese) – dal 7 settembre

Biennale College

  • YUVA di Emre YEKSAN (Turchia, 127’, v.o. turco s/t inglese/italiano) – dal 30 agosto
  • DEVA di Petra SZÖCS (Ungheria, 80’, v.o. ungherese/rumeno s/t inglese/italiano) – dal 31 agosto

Sconfini

  • IL RAGAZZO PIÙ FELICE DEL MONDO di GIPI (Italia, 90’, v.o. italiano s/t inglese) – dall’1 settembre
  • CAMORRA di Francesco PATIERNO (Italia, 70’, v.o. italiano/dialetto napoletano s/t inglese/italiano) – dal 2 settembre
  • ARRIVEDERCI SAIGON di Wilma LABATE (Italia, 80’, v.o. italiano/inglese/francese s/t inglese/italiano) – dal 5 settembre

Fuori Concorso

  • 1938 DIVERSI di Giorgio TREVES (Italia, 62’, v.o. italiano s/t inglese) – dal 4 settembre
  • INTRODUZIONE ALL’OSCURO di Gastón SOLNICKI (Argentina, Austria, 71’, v.o. inglese s/t italiano/inglese) – dal 5 settembre

Venezia 75: Shin’ya Tsukamoto presenta Killing

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Shin’ya Tsukamoto racconta che da tanto tempo, più o meno vent’anni, era intrigato dal raccontare la storia di un giovane samurai che si rifiuta di uccidere. Nel Giappone del periodo feudale denominato Edo era del tutto normale uccidere, ma oggi, che fortunatamente le cose sono cambiate, uccidere viene immediatamente avvertito come qualcosa di aberrante. Questo lo ha fatto riflettere su come si sarebbe comportato un ragazzo di oggi catapultato a quei tempi, trovandosi nella condizione di essere costretto a togliere la vita ad altre persone.

Nonostante la violenza eserciti sempre un enorme fascino, dice il regista, che il suo non vuole essere  un inno alla violenza, ma anzi dovrebbe far avvertire un senso di rigetto e far riflettere sull’eroismo e sulla figura dell’eroe, su cosa è da applaudire e cosa no.

Gli viene domandato il perché dell’inserimento di tanti momenti di ironia e di battute. Ma lui rimane stupito, affermando che non si è accorto di aver disseminato tali elementi nel suo film. Ironicamente dice che forse è colpa del suo spirito da persona non troppo giovane e che tutto dipende da come si guarda e come si interpreta. Sottolinea che anche in Tetsuo, nonostante fosse un film drammatico, potevano esserci situazioni interpretate come ironiche, ad esempio il pene biomeccanico che continuava a girare dopo la penetrazione. In Zan, forse potrebbe essere preso come ironico il fatto che il film parte con violenti combattimenti, che poi si diradano a partire dalla metà del film, lasciando straniato chi si aspettava altro.

Shin'ya TsukamotoIl protagonista Sousuke Ikematsu, dice che nonostante si tratti di una storia di guerra, in un film storico ambientato nel passato ai tempi feudali, il suo è un personaggio pieno di modernità e di creatività. Il suo ronin, samurai senza padrone, è costretto a vivere in un ambiente ristretto, non adeguato alla sua posizione, ma ci si rifugia sereno, gridando al mondo la sua percezione del dolore.

Confessa di essere stato sempre un grande estimatore del cinema di Tsukamoto e che mai avrebbe immaginato possibile lavorare con lui. Dice che ha un talento incredibile fuori dal comune, in grado di guidare con le parole, con i movimenti, e con le idee.

Anche Yu Aoi, la protagonista femminile, condivide questa opinione e afferma che per lei lavorare con Tsukamoto le ha fatto provare le stesse emozioni che avrebbe un musicista se potesse lavorare con Bach. Yu Aoi, sostiene di non essersi limitata a interpretare il suo personaggio, ma di averle donato tante sfaccettature del femminile, parlando a nome di tutte le donne. Il suo è un personaggio del passato interpretato nel presente e quindi estremamente attuale.

Shin’ya Tsukamoto confessa di aver evitato di incontrare Cronenberg a Venezia. Lo ha sempre ammirato e considerato un padre, tanto da chiamarlo papà, ma nel vederlo si sarebbe sentito in soggezione e sarebbe fuggito a gambe levate.

Venezia 75: secondo giorno con The Favourite di Lanthimos

Venezia 75: secondo giorno con The Favourite di Lanthimos

Secondo giorno intenso per Venezia 75, arrivano in selezione ufficiale The Favourite di Yorgos Lanthimos con protagonisti Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn.

Inizio del XVIII secolo. L’Inghilterra è in guerra con la Francia. Ciononostante, le corse delle anatre e gli ananas ai banchetti spopolano. Una gracile regina Anna occupa il trono, mentre la sua amica intima Lady Sarah governa il paese al posto suo, prendendosi cura della sua salute cagionevole e del suo carattere volubile. Quando arriva Abigail, una nuova cameriera, il suo fascino la fa entrare nelle grazie di Sarah, che la prende sotto la sua ala protettrice, facendole intravedere l’occasione di tornare alle sue radici aristocratiche. Poiché la politica bellica assorbe Sarah quasi completamente, Abigail prende il suo posto come compagna della regina. La loro fiorente amicizia consente ad Abigail di realizzare le sue ambizioni: non permetterà che donna, uomo, questione politica o un coniglio si mettano sulla sua strada.

Riguardo al film The Favourite

Venezia 75: Saverio Costanzo presenta L’Amica Geniale, la serie tratta da Elena Ferrante

La collaborazione tra Hbo-Rai Fiction e Timvision, con a Lorenzo Mieli, produttore con Mario Gianani per Wildside (insieme a Domenico Procacci per Fandango) porta sullo schermo L’Amica Geniale, la serie basata sulla tetralogia di Elena Ferrante, che ha partecipato in prima persona al lavoro di adattamento e di costruzione della serie. Saverio Costanzo , regista della seria, ha parlato del lavoro di adattamento e di cosa ha reso L’Amica Geniale il successo mondiale che l’ha fatta girare in tutto il mondo.

Ma come si lavora con una persona che nasconde la sua identità? Quello di Elena Ferrante è infatti ancora un mistero, un genio della narrativa italiana di cui non si conosce nulla, soltanto un nome, forse fittizio, e la sua incredibile capacità di raccontare. La Ferrante ha portato avanti un fitto scambio di e-mail con Saverio Costanzo, regista che ha diretto la serie ed è “stata molto vicina al progetto e fin dall’inizio è stata una specie di sorvegliante dei libri e di questo tentativo di fare la migliore trasposizione possibile.”

La scrittrice ha quindi collaborato con mente aperta, per il bene dell’adattamento nel rispetto dei suoi romanzi, riponendo grande fiducia nel regista. Il lavoro è stato quello che si fa per un film e il risultato è un insieme di voci, quella dei libri e della grande autrice, ma anche quella dell’autore che era stato chiamato a dirigere.

In merito alle altissime aspettative che tutti ripongono nella serie, Saverio Costanzo ha commentato: “Il mio coinvolgimento in quest’avventura è merito di Elena Ferrante. Avevo letto la tetralogia e non avrei mai pensato di realizzare una serie, ma quando mi è stato proposto non ho avuto nessuna esitazione, perché un regista per riuscire a trovare l’orientamento e decidere se raccontare o meno una storia, deve prima decidere se il nucleo, il cuore di quel racconto somiglia a quello che lui può mettere in scena. Sin dai primi libri di Elena, ho sentito che tra di noi c’era una condivisione di idee e di rappresentazione, un’ostinazione alla ricerca pericolosa di una verità drammaturgica. Il fatto che fosse un progetto molto ampio non mi ha spaventato perché io avevo un nucleo piccolo da salvaguardare e quello non mi avrebbe fatto smarrire. Più che come una responsabilità, ho vissuto il mio lavoro a questo progetto come un privilegio.”

l'amica geniale“Il successo di un’opera è il risultato di tantissimi elementi – ha poi continuato Costanzo, in merito al successo planetario de L’Amica GenialeQuesta è la storia di un’amicizia epica, ma non basta, una storia che dal locale si spinge all’esterno, all’universale, ma nemmeno basta, una storia sull’educazione, ma nemmeno basta questo. Il romanzo di Elena Ferrante riesce a raccogliere una coerenza interna alla storia che le permette di potersi avvicinare al tutto, ovvero raccontare un universo-mondo, ma rimanere molto coerente a quel famoso nucleo. Questo è un miracolo letterario drammaturgico e un’occasione per noi che avevamo questo materiale di partenza. Si potrebbe dire che il successo viene dai sentimenti raccontati. In realtà è anche una storia che trova il suo innesco nel personaggio della maestra di scuola elementare, dunque si può dire che una maestra ti cambia la vita. E in questo concetto si trova la modernità dell’opera, perché L’amica geniale è un’opera profondamente politica e nel momento in cui incontri una maestra, la straordinaria Dora Romano, può cambiare la vita di due bambine ti accorgi sia del valore dell’educazione nella formazione dell’anima di una persona, il valore della conoscenza e ti accorgi attraverso i sentimenti che stai guardando un’opera contemporanea.”

In merito invece alla messa in scena della serie, vista nelle prime due puntate mostrate alla Mostra, Saverio Costanzo ha dichiarato: “Elena Ferrante è molto precisa nelle descrizioni e la soggettività del lettore riempie le facce con la sua storia personale. Ma avendo una matrice così coerente io sapevo esattamente cosa cercare. Cone le quattro attrici protagoniste è stato così, quando le ho viste sapevo che erano loro.”

Venezia 75: Saremo giovani e bellissimi in concorso alla Settimana della Critica

Saremo giovani e bellissimi” l’opera prima di Letizia Lamartire con Barbora BobulovaAlessandro PiavaniMassimiliano Gallo e Federica Sabatini, prodotto da CSC Production con RAI CINEMA,è l’unico film italiano in concorso alla 33ma SIC – Settimana Internazionale della Critica.

Isabella (Barbora Bobulova) ha diciott’anni nei primi anni Novanta, ed eÌ una star. Incide un album che ha un enorme successo e che per un’estate intera passa su tutte le radio e le televisioni. Poi piùÌ niente.

Oltre vent’anni più tardi, canta quegli stessi brani in un locale di provincia con suo figlio Bruno (Alessandro Piavani), chitarrista. È a causa del ragazzo che la sua carriera si eÌ fermata, o almeno questo eÌ quello che si racconta Isabella.

Bruno e Isabella sembrano più fratello e sorella che madre e figlio. Famiglia non convenzionale e sgangherata, i due sono legati da un rapporto a tratti morboso, uniti contro il mondo. Questo legame peroÌ si rompe quando Bruno incontra Arianna, leader di un gruppo rock che gli propone di entrare nella sua band. Completano il cast: Elisabetta de Vito,  Ciro Scalera, Paola Calliari, Victoria Silvestro, Tiziana Viano, Matteo Buzzanca, Gianvincenzo Pugliese, Gianluca Pantosti.

Il soggetto è di Marco Borromei, la sceneggiatura di Marco Borromei, Letizia Lamartire, Anna Zagaglia, la fotografia di Giuseppe Chessa, il montaggio di Fabrizio Franzini, le Musiche e le canzoni originali di Matteo Buzzanca, la Scenografia di Laura Inglese, i costumi di Fiordiligi Focardi, il suono in presa diretta di Denny de Angelis, il fonico di mixage è Alessandro Checcacci, l’aiuto regista è Edoardo Ferraro, l’organizzazione è di Elio Cecchin, il Produttore esecutivo è Elisabetta Bruscolini.

Il film è prodotto da CSC Production con RAI CINEMA in collaborazione con Annamode Costumes, C.A.M. una società del gruppo Sugar, F.lli Cartocci, Do Consulting and Production, Margutta Digital International; film riconosciuto di interesse culturale con il contributo economico del MIBACT – Direzione Generale Cinema con il supporto di Emilia-Romagna Film Commission con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo con il patrocinio dei comuni di Ferrara e Comacchio.