Alberto Barbera e Paolo
Baratta hanno presentato il programma completo di
Venezia 75, l’edizione 2018 della Mostra Internazionale del
Cinema di Venezia che si svolgerà al Lido dal 29 agosto all’8
settembre.
In apertura, il Presidente
Baratta ha anticipato le due iniziative che celebrano il
75° anni della manifestazione. Il primo è una Mostra di
“compleanno”, curata da Alberto Barbera, e la
seconda è una ricerca in forma di volume sulla storia della Mostra
stessa. Barbera invece esordisce con i ringraziamenti,
preannunciando, prima di passare a sfogliare con i presenti tutto
il programma, che l’edizione di quest’anno conta tanti film di
genere che sono anche film d’autore, con spazio a grandi nomi ma
anche a esordienti e scommesse su opere prime e seconde.
L’attenzione ai generi conferma anche la tendenza degli anni
passati, che hanno visto la presenza in concorso di film come
La la Land e Ammore e
Malavita.
La prima novità della selezione
ufficiale è che Cinema in Giardino diventa
Sconfini, e presenta i primi nomi interessanti,
dal ritorno di Gipi al cinema con Il
ragazzo più felice del mondo al documentario di
Francesco Patierno intitolato
Camorra, passando per la Extended Cut di
The Tree of Life di Terrence Malick in
anteprima mondiale e in uscita per la Criterion
Collection. La sezione Orizzonti aprirà con la storia
di Cucchi, Sulla mia pelle, con Alessandro
Borghi, diretto da Alessio
Cremonini.
La presentazione del Fuori Concorso
inizia invece con l’annuncio dell’Evento Speciale, The
Other Side of the Wind di Orson Welles,
il film mai completato del grande genio, il cui completamento è
stato promosso prima di tutto da Frank Marshall,
storico produttore di Welles stesso. Ci sarà anche L’amica
geniale, serie HBO/Rai/Wildeside, girata da
Saverio Costanzo, basata sui romanzi di
Elena Ferrante, in un’operazione simile a quella
portata avanti con The Young Pope di Paolo
Sorrentino, due anni fa. Sempre nella sezione Fuori
Concorso, per la categoria Non Fiction, arriva anche il nuovo film
di Errol Morris, l’attualissimo American
Dharma, ma anche il documentario 1938
Diversi, un’indagine sulle Leggi Razziali che, ancora, si
rivelano attuali. Ma la sezione dà spazio anche a grandissimi nomi,
come Tsai Ming-liang e Fredrerick
Wiseman.
Il Fuori Concorso
Fiction si apre invece con l’italiano Roberto
Andò, Una Storia senza nome, su cinema e
politica, e con lui anche l’autobiografico Les
Estivants di Valeria Bruni Tedeschi. Poi
c’è il grande titolo hollywoodiano, già annunciato, A Star
Is Born, esordio di Bradley Cooper dietro
alla macchina da presa. Torna anche Dupras, che
nel 2016 era in concorso con Il Cittadino Illustre
(Coppa Volti), e torna Trapero, dopo la migliore
regia nel 2015 con El Clan, con La
Quietud. Sempre nella stessa sezione, sarà di nuovo al
Lido Zhang Yimou, con un film di genere in
costume, dopo i due Leoni d’Oro nella storia del Festival.
Il Concorso di
Venezia 75 apre con First Man di
Damien Chazelle, che a Venezia presentò La
la Land, e che adesso torna con Ryan Gosling per il suo terzo
film. Assayas porta la commedia nel Concorso con
Doubles Vies, mentre Audiard il
western con The Sisters Brothers. Il genere si
replica con i Fratelli Coen, prodotto da Netflix, The Ballad of Buster
Cruggs, sei episodi diversi, per tono e generi, un film
anche sulla morte della mitologia del western e sull’America
contemporanea. Torna al Lido anche Brady Corbet
con Vox Lux, dopo il successo, sempre a Venezia,
de L’Infanzia di un Capo. Anche Alfonso
Cuaron torna alla manifestazione veneziana con Roma,
film autobiografico in bianco e nero, anche questo acquistato da
Netflix. Una lunga produzione per una storia che racconta
l’adolescenza del regista messicano. Più serio il tono di
Paul Greengrass che racconta il terribile attacco
neonazista in Norvegia del 22 luglio 2011, con 22
July. Nel Concorso anche Suspiria di
Luca Guadagnino, remake ma anche progetto
personalissimo, a detta di Barbera il più ambizioso del regista,
con una straordinaria Tilda
Swinton. Florian Henckel von
Donnersmarck, premio Oscar per Le Vite degli
Altri, torna con un film ambientato nella Germania divisa,
un film sull’arte e sul valore della storia, dal titolo
Opera senza Autore. L’australiana di
Babadook, Jennifer Kent, presenta
in concorso la sua opera seconda, The Nightingale,
film storico su una donna che persegue la sua vendetta.
Yorgos Lanthimos e Mike Leigh
portano al festival due film storici, da una parte intrighi di
corte, dall’altra una riflessione sul potere in una repressione
sanguinosa rimossa dalla storia inglese. Dopo Il Giovane
Favoloso, Mario Martone torna a Venezia
con Capri-Revolution, con Marianna
Fontana, in cui una pastorella dell’isola entra in
contatto con una società proto-hippie degli anni ’10,
mentre Roberto Minervini, documentarista
italiano che vive negli USA, racconta il razzismo della società
americana contemporanea. Barbera ha scelto anche un altro Premio
Oscar, László Nemes, che dopo Il
Figlio di Saul porta al Lido Sunset, film
fondato sulla partecipazione dello spettatore. Carlos
Reygadas, abitudinario di Cannes, sbarca al Lido con un
nuovo tassello nel suo linguaggio cinematografico, con tutti
elementi realistici. Julian Schnabel racconta
invece con grande ambizione quello che c’era dentro alla testa di
Vincent Van Gogh, in un’indagine di sugli ultimi
anni del pittore. Torna anche Shinya Tsukamoto con
un film di samurai decisamente atipico (il protagonista si scopre
incapace di uccidere).
Il programma, nella sua
complessità, sembra ricalcare il percorso degli anni precedenti,
con tanto spazio ai grandi autori affermati, ma con un occhio anche
a opere prime e secondo, persino nel concorso. Il giudizio di
Barbera sul cinema italiano è quello di una realtà propositiva e in
movimento, giudizio attendibile dal momento che la commissione ha
visionato circa 150 titoli presentato dal nostro Paese, scegliendo,
per il concorso, Martone, Minervini e
Guadagnino. A differenza di
Cannes, Venezia presenta ben sei titoli importanti
provenienti da Netflix, un approccio molto differente alla
piattaforma, che però Barbera giustifica parlando
delle leggi precise che in Francia regolano il passaggio in
streaming dei film dopo l’uscita in sala.
IL PROGRAMMA
COMPLETO
CONCORSO UFFICIALE
– First Man di Damien Chazelle (Film d’apertura)
– The Mountain di Rick Alverson
– Doubles Vies di Olivier Assayas
– The Sisters Brothers di Jacques Audiard
– The Ballad of Buster Scruggs di Joel e Etan Coen
– Vox Lux di Brady Corbet
– Roma di Alfonso Cuarón
– 22 July di Paul Greengrass
– Suspiria di Luca Guadagnino
– Werk Ohne Autor (Opera senza autore) di Florian Henckel von
Donnersmarck
– The Nightingale di Jennifer Kent
– The Favourite di Yorgos Lanthimos
– Peterloo di Mike Leigh
– Capri-Revolution di Mario Martone
– What You Gonna Do When the World’s On Fire di Roberto
Minervini
– Napszállta (Sunset) di László Nemes
– Frères Ennemis di David Oelhoffen
– Nuestro Tiempo di Carlos Reygadas
– At Eternity’s Gate di Julian Schnabel
– Acusada di Gonzalo Tobal
– Zan (Killing) di Shin’ya Tsukamoto
ORIZZONTI
– Sulla mia pelle di Alessio Cremonini (Film d’apertura)
– Kraben Rau (Manta Ray) di Phuttiphong Aaronpheng
– Soni di Ivan Ayr
– Ozen (The River) di Emir Baigazin
– La noche de 12 años di Alvaro Brechner
– Deslembro di Flavia Castro
– Anons (The Announcement) di Mahmut Fazil Coşkun
– Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio
– Charlie Says di Mary Harron
– Amanda di Mikhael Hers
– Yom Adaatou Zoli (The Day I Lost My Shadow) di Soudade
Kaadan
– L’Enkas di Sarah Marx
– The Man Who Surprised Everyone di Natasha Merkulova e Aleksy
Chupov
– Kukumbu Tubuh Indakuhn (Memories of My Body) di Garin
Nugroho
– As I Lay Dying di Mostafa Sayyari
– La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringi
– Erom (Stripped) di Yaron Shani
– Jinpa di Pema Tseden
– Tel Aviv On Fire di Sameh Zaobi
– Un Peuple et son roi di Pierre Schoeller
– La quietud di Pablo Trapero
– Ying (Shadow di Zhang Yimou
– Dragged Across Concrete di S. Craig Zahler
FUORI CONCORSO (fiction)
– A Star Is Born di Bradley Cooper
– Una storia senza nome di Roberto Andò
– Mi obra maestra di Gastón Duprat
– A Tramway in Jerusalem di Amos Gitai
FUORI CONCORSO (documentari)
– A Letter to a Friend in Gaza di Amos Gitai
– Aquarela di Victor Kossakovski
– El Pepe – Una vida suprema di Emir Kusturica
– Process di Sergei Loznitsa
– Carmine Street Guitars di Ron Mann
– Isis, Tomorrow. We Lost Souls of Mosul di Francesca Mannocchi
e Alessio Romenzi
– American Dharma di Errol Morris
– Introduzione all’oscuro di Gaston Solnicki
– 1938 diversi di Giorgio Treves
– Ni De Lian (Your Face) di Tsai Min-Liang
– Monrovia, Indiana di Frederick Wiseman
SCONFINI
– Blood Kin di Ramin Bahrani
– Il banchiere anarchico di Giulio Base
– Il ragazzo più felice del mondo di Gipi
– Arrivederci Saigon di Wilma Labate
– The Tree of Life Extended Cut di Terrence Malick
– L’Heure de la sortie di Sébastien Marnier
– Magic Lantern di Amir Naderi
– Camorra di Francesco Patierno
PROIEZIONI SPECIALI
– The Other Side of the Wind di Orson Welles
– They’ll Love Me When I’m Dead di Morgan Neville
– L’amica geniale di Saverio Costanzo (primi due episodi)
– Il diario di Angela – Noi due cineasti di Yervant
Gianikian
BIENNALE COLLEGE
– Deva di Petra Szocs
– Yuva di Emre Yeksan
– Zen sul ghiaccio sottile di Margherita Ferri
La 75° Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia si svolgerà dal 29 agosto all’8
settembre 2018. Guillermo Del Toro sarà il
Presidente della Giuria del Concorso, mentre Vanessa
Redgrave riceverà il Leone d’Oro alla carriera.
Michele Riondino sarà il padrino del Festival,
presentando le cerimonie di apertura e di chiusura.