Questa esperienza cinematografica è
nata da una conversazione durante una cena con Miuccia
Prada mesi fa, incentrata su un artista che era venuta a
trovare a New York. Mi ha raccontato che crede che in futuro
prenderemo una pillola che ci permetterà di fruire di tutti i media
esattamente allo stesso tempo, in un solo momento. Le ho detto che
sembrava un sogno o una crisi epilettica.
La conversazione si è poi spostata
sulla natura del tempo, su quanti diversi noi stessi abbiamo dentro
e su quante esperienze diverse viviamo, e dove sta la bellezza — in
ricordi, suoni, frammenti di vecchi film, dipinti — strati di
tempo, strati di identità, strati di memoria, il futuro come è
immaginato o vissuto in un film o nella vita. Siamo arrivati così a
pensare a questo progetto, a che cosa si poteva creare o esprimere:
una serie di idee allo stato grezzo. Che cos’è il cinema, che cos’è
la memoria, che cos’è la vita, che cosa sono i sogni, tutte domande
correlate.
La cosa magica e strana del cinema
è anche la cosa magica e strana della vita. Che nella quotidianità
può essere normale, andare al lavoro, tornare a casa e così via, ma
allo stesso tempo può avere risvolti strani, inaspettati,
sorprendenti, ricchi di suspense. D’improvviso i nemici sono
alleati, cambia il luogo in cui troviamo l’amore e la sicurezza che
ne deriva, è come un thriller o un film d’avventura, eppure è la
nostra vita quotidiana. Emozioni, storie, ricordi, il passato che
vive nel futuro, il futuro che vive nel passato. Diversi noi
stessi, compresi quelli con cui ci identifichiamo nel cinema,
vivono tutti nella nostra immaginazione e nei nostri sogni, a volte
in contemporanea, a volte a turno.
La signora Prada mi ha offerto la
possibilità di realizzare un’opera cinematografica, come un sogno,
che si nutre di uno strano mistero, suspense, paura, pericolo,
bellezza, conflitto, romanticismo, amore, identità e tempo.
I film sono emozione, le immagini
sono emozione. Per esempio, alcune immagini, inquadrature,
determinati movimenti di macchina, li ho in mente da una vita,
alcuni provengono da sogni infantili ricorrenti. Per i bambini, le
emozioni sono creature grandi e pure che si possono esprimere senza
parole in una sola immagine o associazione. A otto anni, uno dei
miei figli ha fatto un dipinto che ha intitolato “Il buco nero
e la corda rossa che ti tira fuori.” Un altro ha descritto i suoi
nonni come “più vecchi di un ghiacciolo squagliato.”
Dipinti, fotografie, spezzoni di
film hanno cristallizzato pezzi di vita e di emozione per me e
moltissimi miei amici e parenti. Ci sono stati lunghi periodi della
vita in cui ho vissuto in un film mentale, un film che mi saturava
al punto da farne parte — ed è diventata come una canzone che mi
accompagnava durante la giornata: una nave per attraversare momenti
apparentemente casuali o difficili della vita. Grazie all’attrice,
all’attore, all’atmosfera del film, è diventata una nave per
affrontare la vita.
Ed ecco che mi veniva data
l’opportunità di compiere un viaggio cinematografico guidato da
strati di ricordi di film, immagini ed emozioni della vita, senza
altro scopo se non quello di creare arte — come se fosse un dipinto
o una scultura — libero dalla normale narrativa o dalle aspettative
del pubblico. Io e il cast abbiamo lavorato semplicemente per la
gioia di fare arte.
Past Forward
esiste in molteplici versioni intercambiabili come esperimento
visivo e narrativo. È la storia di chi?
È la storia che una donna ha visto
in televisione a casa sua, o è il suo ricordo, o è la sua fantasia,
o è un sogno, o è possibile che sia tutte queste cose insieme? Fare
questo film mi ha riacceso l’ispirazione. Ispirazioni provenienti
da quadri e pittori che ho amato per gran parte della vita, e
registi degli anni ’30 e precedenti, spiriti che vivono in immagini
e sentimenti spettrali, come canzoni.
Maggiori info su
PRADA – PAST FORWARD