Dopo le riprese di
Wonder Woman, l’Italia, in
particolare la costiera amalfitana, potrebbe essere di nuovo set
per un film DC Comics: Aquaman.
James Wan, regista
del film con protagonista Jason Momoa, ha infatti pubblicato sul
suo account Instagramd elle immagini che lo ritraggono in vacanza
ad Amalfi, mentre la didascalia della foto recita: “Che
meravigliosa e pittoresca location. Magari per un film di avventure
in alto mare? #amalficoast”.
In realtà l’incanto è
durato molto poco, dal momento che lo stesso Wan
ha confermato su Twitter che si tratta solo di vacanze e
non di sopralluoghi per il film, non ancora per lo meno.
Aquaman sarà diretto da
James Wan (Insidious, L’evocazione The
Conjuring, Fast and Furious 7) e vedrà protagonista
Jason Momoa (Game of
Thrones). Con lui ci sarà Amber
Heard (Magic Mike XXL, The Danish
Girl) nei panni di Mera. Il cinecomic arriverà al
cinema nel 2018.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Will Beall (Gangster Squad).
Natalie Portman e
Lily-Rose Depp sono state le stelle del tappeto
rosso della serata venezia di giovedì 8 settembre. Le due attrice
hanno presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2016
Planetarium, film diretto da
Rebecca Zlotowski. Di seguito le foto dal red
carpet:
[nggallery id=2918]
Festival di Venezia 2016 –
Planetarium: Natalie Portman e Lily-Rose Depp nel primo trailer
TRAMA: Anni 30. Laura e Kate Barlow
sono due giovani sorelle americane che praticano sedute spiritiche.
A Parigi, durante il loro tour europeo, incontrano André Korben, un
rinomato produttore cinematografico francese. Visionario e
controverso, Korben è il proprietario di uno dei più grandi studios
della Francia, dove produce film utilizzando costose tecniche
americane all’avanguardia, senza badare a spese nonostante la
Grande Depressione. Benché scettico, Korben decide di sottoporsi ad
una seduta spiritica privata con le sorelle Barlow: gli eventi ai
quali assisterà provocheranno in lui un forte shock. Profondamente
colpito, offre ospitalità alle ragazze stipulando con loro un
contratto annuale allo scopo di sfruttarle per realizzare il primo
vero film di fantasmi. Ma le intenzioni di Korben sono ben altre e
Laura capisce ben presto che vi sono ragioni più oscure che lo
legano a loro.
Ecco ancora nuovi concept di
X-Men Apocalypse in cui vediamo delle
versioni alternative di Xavier (James McAvoy) con
il casco che indossa in Cerebro, dei visori di Ciclope, del casco
di Bestia e della gabbia contenitiva per Nightcrawler:
Con Bryan Singeralla regia e allo
script, in Apocalypsetornerà
anche Simon
Kinberga scrivere la
sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer,
Kinberg, Michael
Dougherty e Dan Harris.
Inoltre ci sono anche già i
primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà
ambientato una decina di anni dopo Giorni di un
Futuro Passatoe rappresenta un passo successivo
nella storia. L’aver alterato la storia
nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e
incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles
(James McAvoy), Erik/Magneto
(Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence) e Hank/Bestia
(Nicholas Hoult) saranno raggiunti da
Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere
contro il formidabile menico, una antica e potente forza,
determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella
storia dell’umanità. Oscar Isaac è stato scelto per interpretare
Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner(Jean
Grey), Tye
Sheridan(Ciclope), Alexandra
Shipp (Tempesta),Kodi
Smit-McPhee(Nightcrawler), Lana
Condor(Jubilee), Olivia
Munn (Psylocke).
X-Men
Apocalypse è arrivato il 18 maggio 2016 nelle sale
italiane.
In The Woman Who
Left nelle Filippine, Horacia, una donna viene
riconosciuta innocente dopo aver trascorso trent’anni in prigione.
Il suo rilascio avviene nel 1997 in un momento molto fragile e
problematico per il paese, scosso da un aumento incontrollato di
rapimenti ai danni di gente facoltosa e turisti. Per tutto il
periodo della sua detenzione, Horacia ha svolto attività di
insegnante e di lavoratrice agricola e la sua vita è trascorsa
lenta e rassegnata, nella routine imposta dalle regole del centro
di detenzione femminile in cui è rinchiusa.
Una volta libera, dopo un naturale
stupore e senso di spaesamento, torna alla sua vecchia casa e
si mette alla ricerca della sua famiglia. Rintraccia la figlia
Minerva, alla quale racconta la dolorosa verità, ovvero di essere
stata incolpata del suo crimine dall’ex marito Rodrigo, furibondo
con lei perché lasciato per un altro uomo. Cerca anche di trovare
notizie del figlio Junior, scomparso da tanto tempo. Horacia però
non si accontenta di ritornare a poco a poco alla sua vita normale,
ormai segnata dalla lunghissima detenzione, non riesce ad accettare
i drammatici cambiamenti del suo paese e l’aumentare dei crimini e
della violenza; la sua indole è tranquilla e generosa. Questo
fa scattare qualcosa nella sua mente e comincia così a spiare
Rodrigo, meditando sentimenti di vendetta.
La trama del film The Woman Who Left
Lav Diaz, l’autore del film,
sostiene L’esistenza è fragile e ancora
Alla fine di una giornata, in
fondo, noi non sappiamo nulla. Partendo da queste
considerazioni costruisce, con The Woman Who
Left, una storia semplice, ma estremamente complessa
al tempo stesso, che vuole portare a chiedersi quale sia la logica
di quello che ci accade e soprattutto il perché. Le riprese si sono
svolte nelle Filippine, in un momento cruciale e con un approccio
quasi documentaristico, cosa che ha conferito realtà e drammaticità
al tono della storia. Anche il bianco e nero e la camera fissa
supportano uno sguardo drammatico e quasi asettico.
Le inquadrature sono studiate
accuratamente, in maniera quasi maniacale, anche se costruite
abilmente in modo da sembrare rubate. Il regista lascia accadere in
tempo reale quello che è richiesto dall’azione, senza interferenze
o stacchi di montaggio per aumentare il ritmo. Ma nonostante la
sapiente regia, la bella fotografia e la naturale bravura degli
interpreti, il film non è di facile fruizione e risulta di una
lunghezza e lentezza esasperante. La storia è raccontata come se
fosse rubata dal reale, inquadratura dopo inquadratura, in una
serie di istantanee che si dipanano per diversi minuti
ognuna, portando la pellicola alla ragguardevole durata di 226
minuti.
Diaz costruisce la
storia tragica e delicata di una donna, un’opera importante, un
documento toccante calato in una realtà storica e sociale molto
lontana dalla nostra percezione, ma che rimarrà purtroppo distante
dalla fruizione per le sue scelte drastiche e lontane dalle
convenzioni ormai imposte dal cinema occidentale.
È stato l’acclamato
regista Christopher Nolan a moderare l’evento
che celebra per l’AcademyHeat La Sfida,
il film diretto da Michael Mann e con protagonisti
indimenticabili Al Pacino e Robert De Niro.
Ecco di seguito tutti i video dell’evento. Se qualcuno non lo
sapesse vi ricordiamo che Nolan è un grande fan del film, tanto da
omaggiarlo dichiaratamente nella scena d’apertura del
Il Cavaliere Oscuro, dove il
Joker di Heath Ledger mette a
segno una rapina che per messa in scena ricalca il film di
Michael Mann.
Mentre sono tutt’ora in corso le
riprese di Justice League, il neo capo della
DC FILMSGeoff Johns durante la
lunga intervista rilasciata al Wall Street
Journal oltre
a confermare Deathstroke, ha parlato anche del
nuovo corso e delle nuove direttive che avrà tutto il DCCU.
Nel particolare Geoff
Johns ha anticipato che l’universo avrà un tono un
po’ più ottimistico rispetto a Batman v Superman e a tal proposito
ammette:
“Per errore in passato
credo che lo studios abbia pensato “Oh i film DC sono più dark e
grintosi e questo è ciò che li rende diverso, ma penso che questo
non potrebbe essere più sbagliato, perché le storie hanno una
visione ottimistica e speranzosa della vita. Anche Batman ha un
barlume di luce in lui. Se lui non covasse speranza in un
domani migliore si sarebbe già fermato.”
In merito ai personaggi
“Pensiamo che questi personaggi siamo parte integrante
della cultura pop e ne siamo entusiasti, anche se ovviamente siamo
rimasti molto delusi dalle recensioni
negative”
A tal proposito ammettono di aver
lavorato con Chris Terrio per cambiare lo
script vecchio v: “Abbiamo accelerato i processi in
modo da arrivare più velocemente ad una visione più
ottimistica”.
L’altra variazione importante è che
il film non avrà una seconda parte nel 2019: “Stiamo
cercando di lavorare bene al meglio per rendere giustizia e fedeltà
ai personaggi e raccontare storie che li celebrano. “
Tutte le news sul mondo dei film
della DC COMICS
nel nostro canale dedicata alla DC FILMS.
Sinossi: Alimentato dalla sua
fede verso l’umanità, restaurata e ispirata dall’atto altruistico
di Superman, Bruce Wayne chiede l’aiuto all’alleata, Diana Prince,
per affrontare un nemico ancora più grande. Insieme, Batman e
Wonder Woman lavoreranno velocemente per trovare
e reclutare una squadra di metaumani per controbattere questa
grande minaccia che li attende. Ma nonostante la formazione di
una squadra di eroi senza precedenti composta da Batman,
Wonder Woman, Aquaman, Cyborg e The
Flash potrebbe già essere troppo tardi per salvare il
pianeta da un attacco di proporzioni catastrofiche.
Justice
League sarà diretto ancora una volta da Zack
Snyder ed è previsto per il 10 novembre 2017. Nel film
vedremo protagonista Henry Cavill come Superman, Ben Affleck come Batman, Gal
Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman, e Ray
Fisher come Cyborg. Nel cast confermati anche:
Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem Dafoe, J.K.
Simmons e Jeremy Irons. I produttori
esecutivi del film sono Wesley Coller,
Goeff Johns e Ben Affleck
stesso.
Gal Gadot ha
pubblicato sul su profilo Twitter un’altra immagine del lavoro sul
set di Batman v Superman. Nella foto
l’attrice sta combattendo contro un uomo nel costume della motion
capture. Potrebbe essere una delle scene in cui si batte con
Doomsday.
Vi ricordiamo che Gal
Gadot è pronta e diventare protagonista nel film in
solitaria su Wonder Woman.
Gal Gadot ha fatto
il suo esordio nei panni di Wonder Woman in Batman v
Superman Dawn of Justice di Zack
Snyder, al fianco di Ben Affleck e
Henry Cavill.
Trama: “Prima di diventare
l’eroina che tutti conosciamo, Wonder Woman era Diana, principessa
delle Amazzoni, addestrata per diventare una guerriera invincibile.
Cresciuta in una paradisiaca isola protetta, quando un pilota
americano, in seguito a un incidente, approda sulle sue rive e
annuncia un grandissimo conflitto che infuria nel mondo esterno,
Diana lascia la sua casa, convinta di poter fermare la minaccia.
Combattendo insieme all’uomo in una guerra che potrebbe mettere
fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi straordinari poteri
andando incontro al suo vero destino”.
Il film è prodotto
da Charles Roven, Zack
Snydere Deborah Snyder,
con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller,
Geoff Johns, Connie Nielsen e Rebecca
Roven come executive producers.
Vi ricordiamo che il film è diretto
da Patty
Jenkinse vedrà protagonista Gal
Gadot affiancata da Chris Pine, Connie
Nielsen, Robin Wright, David Thewlis, Danny Huston,
Elena Anaya, Ewen BremnereSaïd
Taghmaoui. Il film arriverà al cinema il 23 giugno
2017.
Focus Features ha pubblicato
quattro character poster di drammatico Nocturnal
Animals, che segna il ritorno di Tom Ford dietro alla
macchina da presa dopo il successo di A Single
Man. Eccoli:
[nggallery id=2880]
Il progetto, prodotto
dalla Focus Features, adatta il romanzo di Austin Wright
Tony e Susan e il cast comprende già
Jake Gyllenhaal, Amy Adams,
Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon e Kim
Basinger.
La storia racconta di una donna
(Adams) di nome Susan che riceve un manoscritto dal suo ex-marito,
un uomo che ha lasciato 20 anni prima, chiedendo la sua
opinione.
Il libro segue poi due storie: la
storia nel romanzo, dal titolo Nocturnal
Animal, che racconta di un uomo (Gyllenhaal) la cui
vacanza in famiglia diventa violenta e mortale; e la storia di
Susan, che si ritrova a ricordare il suo primo matrimonio e ad
affrontare alcune oscure verità riguardo se stessa.
Paramount Pictures e Skydance Media
hanno pubblicato il nuovo poster di Jack Reacher Punto di Non Ritorno, sequel
del film con protagonista l’eroe che Cruise ha già interpretato una
volta. Alla regia del film c’è Edward Zwick. Ve lo
mostriamo.
Jack
Reacher Punto di Non Ritorno: trailer italiano con
Tom Cruise e Cobie Smulders
Il primo film era l’adattamento
cinematografico del romanzo La prova decisiva, scritto da
Lee Child nel 2005. Il sequel sarà l’adattamento del romanzo
Punto di non ritorno.
Nel cast di Jack Reacher
Punto di Non Ritorno ci sono Tom Cruise,
Cobie Smulders, Aldis Hodge, Danika Yarosh
e Patrick Heusinger.
Edward Zwick, che
aveva già diretto Tom in L’Ultimo
Samurai, tornerà a lavorare con la star di Hollywood
per il film che arriverà nei cinema USA il 21 ottobre 2016.
Di seguito la sinossi del
primo film: In una città pacifica e tranquilla, cinque persone sono
uccise da un cecchino. Gli indizi portano velocemente ad un ex
soldato di nome James Barr. Tace durante l’interrogatorio, ma
scrive il nome di Jack Reacher, un ex poliziotto militare. Durante
il trasporto verso il carcere viene lasciato in balia di altri
carcerati che lo riducono in coma. La polizia non ha idea di come
rintracciare Jack Reacher ma è lui a presentarsi spontaneamente,
intenzionato a confermare la condanna di Barr a causa di un crimine
da lui commesso in passato, ma sa anche che questi non avrebbe mai
chiesto il suo aiuto se fosse davvero colpevole.
Tra i prossimi progetti di
Tom Cruise figurano lo sci-fi Mena, che lo
vedrà di nuovo collaborare con Doug Liman (già
regista di Edge of Tomorrow), e
l’annuncio reboot deLa
Mummia. L’attore tornerà anche protagonista
dell’annunciato sesto capitolo della saga di Mission
Impossible.
Altre novità
riguardo Doctor Strange, l’atteso
film Marvel Studios con
protagonista Benedict Cumberbatch. È
stata svelata la durata del film.
Secondo Cinema Event, una catena di
teatro australiana, la pellicola durerà 130 minuti. La cifra
sembrerebbe in linea con i recenti film Marvel. 126 minuti per
Iron Man, 115 per il primo
Thor, Captain America: The First
Avenger 124 minuti.
Ma altri film avevano una durata
anche superiore: gli eventi di The
Avengers sono stati raccontati per 143 minuti,
Age of Ultron si attestava sui 142 e
Captain America: Civil
War è stato programmato per una durata di 147
minuti.
[nggallery id=2163]
Doctor
Strange: il trailer italiano del film conBenedict
Cumberbatch
L’uscita di
Doctor Strange è prevista per il 4
novembre 2016. Dirige Scott Derrickson da una
sceneggiatura diJon Aibel e Glenn
Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel
cast del film al fianco del protagonistaBenedict Cumberbatch sono stati
confermati Tilda
Swinton, Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor.
Ispirato all’omonimo e celebre
personaggio dei fumetti, apparso per la prima volta nel luglio del
1963 nel numero 110 di “Strange Tales”, il film Marvel Doctor Strange racconta la
storia del neurochirurgo Stephen Strange, che dopo un terribile
incidente automobilistico scopre un mondo nascosto fatto di magia e
dimensioni alternative.
Produttore del film, Kevin Feige, con Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e
Stephen Broussard come produttori esecutivi.
Warner Bros. ha pubblicato online
il primo trailer di Live By Night,
prossimo film da regista di Affleck, che arriverà al cinema il 20
ottobre 2017. Il film è tratto dall’ennesimo best seller di
Dennis Lehane. Un autore che ha già dato
ispirazione ad uno dei film più riusciti di Ben
Affleck, Gone baby Gone.
[nggallery id=2286]
In Live by
Night l’autore della sceneggiatura, Ben Affleck,
interpreterà anche il protagonista Joe Coughlin, un astro
nascente della malavita che nell’America del proibizionismo degli
anni Venti saprà costruire un impero tra la Florida e Cuba. Al suo
fianco, ci saranno Elle Fanning,
Sienna Miller e Zoe
Saldana,
Ben Affleck è,
inoltre, produttore insieme a Jennifer Todd e
a Leonardo DiCaprio con la sua Appian Way.
Allo stato attuale,
Live By Night resta programmato
per l’ottobre del 2016.
Bisognerà aspettare ancora molto
prima di vedere al cinema Avengers Infinity
War. Eppure il cast si sta già preparando alle
riprese, che partiranno a Novembre.
Joe e Anthony Russo hanno infatti
pubblicato un’immagine dal dietro le quinte sulla loro pagina
di Facebook, dandoci un assaggio delle prove con Josh Brolin,
scelto per interpretare Thanos, nel costume da motion capture.
Anche se non è ancora stato confermato, lo scatto sembrerebbe
ritrarre proprio l’attore di Los Angeles. Ve lo mostriamo:
Avengers Infinity
War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018.
Christopher Markus eStephen
McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film,
mentre la regia è affidata a Anthony e Joe
Russo.
Durante il Fan
Expo in Canada Stan Lee è stato uno dei
protagonisti più acclamata e
dopo aver rivelato quali prossimi camei in arrivo, oggi in un
video in rete vediamo come l’autore abbia offerto un suggerimento
ai rivali della DC FILMS.
Infatti, come potete vedere di
seguito nel video, un fan ha chiesto a Stan Lee“cosa dovrebbe fare la DC a fare film che siano anche delle
opere apprezzate dalla critica” e la risposta è stata:
“Dovrebbero farli scrivere a me”
Chiaramente si tratta di una
battuta esilarante ma come spesso accade nelle battute c’è sempre
un fondo di verità. Ecco il video di seguito.
La Disney ha diffuso un nuovo
spettacolare poster di Doctor Strange, l’atteso film
Marvel Studios con
protagonista Benedict Cumberbatch.
[nggallery id=2163]
Doctor
Strange: il trailer italiano del film con Benedict
Cumberbatch
L’uscita di
Doctor Strange è prevista per il 4
novembre 2016. Dirige Scott Derrickson da una
sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn
Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel
cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati
confermati Tilda
Swinton, Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor.
Ispirato all’omonimo e celebre
personaggio dei fumetti, apparso per la prima volta nel luglio del
1963 nel numero 110 di “Strange Tales”, il film Marvel Doctor Strange racconta la
storia del neurochirurgo Stephen Strange, che dopo un terribile
incidente automobilistico scopre un mondo nascosto fatto di magia e
dimensioni alternative.
Produttore del film, Kevin Feige, con Louis
D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e
Stephen Broussard come produttori esecutivi.
Scritto
e diretto da Mike
Flanagan Ouija L’origine del
male arriverò al cinema da
giovedì 27 OTTOBRE.
Protagonisti sono Elizabeth
Reaser (The Twilight Saga, The Good
Wife), Annalise Basso (Oculus,
The Red Road), Henry Thomas
(E.T.), Lulu Wilson (Deliver Us From
Evil), Lin Shaye (Insidious),
e Doug Jones (Hellboy, Pan’s
Labyrinth).
Los Angeles, 1965. Una
madre vedova e le sue due figlie tentano di rivitalizzare la loro
attività commerciale con qualche nuova trovata e inavvertitamente
invitano una forza malefica nella loro casa. Quando la figlia
minore diviene preda dello spirito maligno, la famiglia sarà
costretta ad affrontare le proprie paure per salvare la ragazzina e
rispedire il maligno da dove è venuto.
Il film di oggi è Questi
giorni di Giuseppe Piccioni e parla di ragazze. Sono
quattro amiche che si mettono in viaggio e a un certo punto
cominciano a scassarsi il cazzo l’una dell’altra, quindi da amiche
che erano iniziano a smadonnarsi addosso, sputarsi in faccia e
strapparsi i capelli con una ferocia che manco le indemoniate di
Liberami, il film sugli esorcismi che ho visto ieri
sera e che – questo ve lo devo dire – finisce col prete che per i
troppi impegni si trova a dover scacciare Satana via telefono.
In sostanza, è
esattamente quello che succede qui al Lido dopo ormai dieci giorni
di convivenza forzata a quelli che devono condividere
l’appartamento con una ciurma di pirati, roba che al militare negli
anni settanta c’era più privacy e meno nonnismo. A parte me che
sono una star e ho l’appartamento da solo e per questo mi sono
permesso di fare il gesto dell’ombrello a Mel Gibson
rischiando lo sbranamento per il mio fare smargiasso, la vita in
casa può essere veramente dura.
Ognuno ha le sue
esigenze: chi fa tardi la notte perché deve assolutamente andare a
quel party glamour dove forse passa l’uomo delle pulizie
dell’attore che gli piace. Chi invece deve svegliarsi alle 6.00
perché l’intervista con il regista di turno l’hanno messa alla
Giudecca alle 8.00 per fare più folklore, chi porta
nell’appartamento un barbone dichiarando con fare lacrimevole ‘mi
ha seguito fino a casa, possiamo tenerlo?’, chi ha la diarrea e
colonizza il bagno per tre quarti d’ora, chi deve scopà.
E’ inevitabile dunque che i ritmi di ciascuno
vadano a cozzare con quelli degli altri, e che nel giro di qualche
ora, complice magari qualche fattore esterno come l’inaspettata
entrata in scena di un face-hugger nella camera di Marilena Vinci
(che è aracnofobica, e Gozer sa se non la capisco) faccia esplodere
le tensione convertendo nel giro di poche ore i ‘tesoro’ e ‘cicci’
iniziali in ‘quello stronzo’ e ‘quella zoccola’.
Nessuno però s’offende più di tanto, è tutto
folklore. Non appena si potrà tornare a farsi una doccia al giorno
e agli orari che vogliamo, l’amore regnerà nuovamente sovrano. E’
che stiamo alla frutta. Ragà, voglio dì, siamo partiti con Ryan
Gosling e stiamo a finì co’ Piccioni.
ComunqueQuesti giorniè un capolavoro imperdibile,
assolutamente da vedere, una rivoluzione generazionale che
sconvolge gli animi e lascia senza fiato, senza parole, solo con
una lacrima.
Fica sta recensione, eh? Ma il film mica l’ho
visto, io sto sulle Giornate Orizzontali degli Autori,
ricordate? Scrivo così solo perché in questo modo l’ufficio stampa
prende solo la frase in cui lo elogio (come si fa sempre) e la
riporta sulle copertine dei DVD quando il film esce per l’home
video, cita me, cita ‘Venezia è bella ma non ci vivrei’ e il
blog diventa famoso, in culo al mondo. E ve saluto, che adesso come
adesso gli unici piccioni che voglio vedè so’ quelli de Piazza
San Marco poco prima de prende il treno pè tornà a casa.
*Il titolo del post,
richiamante un Leone d’oro di un paio d’anni fa, l’ho
fregato a Max Borg, che ci legge sempre con avidità e
cupidigia, e che salutiamo.
Brandizzazioni cazzare dei film al
Lido sempre a opera di Nicola Calocero, ormai ufficialmente
cellula dormiente romana di questo blog.
(Ang)
Scusate la latitanza, ma io qui sarei anche un
po’ in vacanza, tra na sciagura e l’altra quest’anno è stato molto
difficile quindi ho deciso di prendere il Festival in maniera
blanda. Che significa non lo so, visto che sta lingua di terra ti
mette alla prova manco dovessi diventare un supereroe, sto a superà
le piaghe d’Egitto.
Dormo di merda da dieci giorni, lotto con
l’aspirapolvere in mano contro insetti delle specie più rare (di
quello dell’altra notte vi ha parlato Ang, un essere mezzo bruco e
mezzo Michele Santoro in ciavatte, una cosa terrificante), me metto
in fila pure pe mandà un whats’app tra un po’, qua non piglia manco
il cellulare figuriamoci internet.
Comunque, volevo dirvi che ieri ho battuto la
testa, poi ho visto Paradise di Konchalovsky e mi è sembrato molto
breve, avrei voluto star lì almeno per altre 3 ore, però non
diciamolo a Lav Diaz sennò dice come sempre (‘na sinabi ko sa
iyo? C’avevo dahilan na ang ilang mga tao ay pagpunta seized ng
hindi bababa sa 4 na oras? ‘/ ‘che t’avevo detto? Non c’avevo
ragione che certa gente va sequestrata minimo 4 ore così se la
levamo dalle palle?’)
Ritorniamo a Konchalovsky: batto la testa ed
esco. Entro in sala e inizio ad avere le allucinazioni. Il film è
un bellissimo film, ma la mia reazione è stata esagerata, non solo
ho pianto come Rocco Siffredi davanti a una domanda scomoda, ma
continuavo a parlarne a rota. E il dramma continua stamattina
quando vado a vedè Piccioni e lo trovo persino un filmetto
simpatico, nonostante ci siano Margherita Buy e la lesbica più
antipatica del globo terrestre. Simpatico se me lo vedevo su canale
5 mentre me limavo le unghie. Ma io m’ero scordata che stavo qua,
oggi in sala non faceva nemmeno il solito gelo simile a quello che
provi davanti alle battute del film di Muccino, quindi tutto
sommato me so un attimo rilassata e non me la sento di incarognirmi
contro il poro Piccioni.
Ad ogni modo, oggi è un giorno speciale. Ve ne
avevamo parlato nel preambolo al blog, siamo tutti in attesa
febbrile del Film di questa edizione della Mostra, insomma sì,
parliamo ancora di lui, del nostro eroe dell’anno, di Lav Diaz. E
la mia attesa è talmente febbrile che non vedo l’ora di chiudere
questo post, scendere ai Leoni (1) e decidere con Ang dove annamo a
magnà. Perché caro Lav, i tuoi film saranno pure belli, ma a
vastità del cazzo che te ne frega rispondiamo ad armi pari.
Ang, prenoto io, per
tre. Co’ Lav se beccamo direttamente al ristorante, arriva fa finta
d’entra in sala, fa il gesto dell’ombrello e ce raggiunge. Vuole le
sarde in saor. Ho provato a dirgli che non sono belle ragazze di
Cagliari.
noto bar
davanti al red carpet dove passano gli attori, praticamente se hai
la fortuna di trovare un tavolo e sederti te senti immediatamente
una stracazzutissimastar e inizi a firmà autografi a chiunque, pure
sul taccuino di quella che prende le ordinazioni. Noi no, noi siamo
#teamlooser da sempre e ci sentiamo fighi così, anzi continuateci a
invità a una festa si e 12 no così abbiamo materiale per
percularvi). (Che tra l’altro, non s’è mai capito perché cazzo lo
chiamiamo tutti ‘i Leoni’, al plurale, dato che sull’insegna c’è
scritto ‘il Leone d’oro’, al singolare. NdAng)
Dopo i rumors che vi abbiamo rivelato, oggi arriva
la conferma che l’attore Joe Manganiello sarà
in The
Batman, il titolo provvisorio del film standalone
diretto e interpretato da Ben Affleck.
La conferma arriva grazie alle
parole di Geoff Johns rilasciate durante
un’intervista con il Wall Street Journal. Il produttore a capo della
DC FILMS ha inoltre confermato che Joe Manganiello è l’attore sotto
al costume visto nel
video pubblicato da Affleck stesso. Il produttore non ha
voluto confermare se il personaggio apparirà anche nella Justice League.
Dunque non resta che aspettare ulteriori notizie. Intanto, vi
chiediamo di esprimere il vostro giudizio in merito al casting
appena confermato.
The
Batman (titolo provvisorio) sarà scritto da
Ben Affleck e Geoff Johnsesarà diretto da Affleck.Nel cast J.K.
Simmonssarà Jim
Gordon.
Secondo le prime anticipazioni,
Arkham in questa storia potrebbe avere un ruolo chiave se non
addirittura importantissimo. Pare infatti che tutto il film
racconterà di un Batman bloccato proprio in Arkham
Asylum e che si ritroverà costretto ad affrontare
molti dei suoi nemici. Vi ricordiamo
che lo stesso Ben Affleck ha confermato che il film
chiaramente si ispirerà ad una o più storie dal fumetto seppur
mantenendo un’originalità predominante.
A quattro anni da Il
Rosso e il Blu, Giuseppe Piccioni
torna dietro la macchina da presa e presenta in Concorso a Venezia
73 Questi Giorni, road movie con
quattro giovani e brave protagoniste alle prese con il mondo, la
paura, le scelte e la crescita.
Una città di provincia. Tra le
vecchie mura, nelle scorribande notturne sul lungomare,
nell’incanto di un temporaneo sconfinamento nella natura, si
consumano i riti quotidiani e le aspettative di quattro ragazze la
cui amicizia non nasce da passioni travolgenti, interessi comuni o
grandi ideali. A unirle non sono le affinità ma le abitudini, gli
entusiasmi occasionali, i contrasti inoffensivi, i sentimenti
coltivati in segreto. Il loro legame è tuttavia unico e
irripetibile come possono essere unici e irripetibili i pochi
giorni del viaggio che compiono insieme per accompagnare una di
loro a Belgrado, dove le attendono una misteriosa amica e
un’improbabile occasione di lavoro.
Questi giorni – trailer del film di
Giuseppe Piccioni in concorso a Venezia 73
Caterina (Marta
Gastini), Angela (Laura Adriani), Liliana
(Maria Roveran) e Anna (Caterina Le
Caselle) potrebbero essere ognuno di noi, in un momento
della vita in cui la vita appare confusa e incerta, in cui le
scelte sono difficili e tutto ciò che sembra avere un senso
improvvisamente si sgretola. Ma Questi
Giorni è anche un semplice racconto di quattro
amiche, un film che non ha altra ambizione, all’apparenza, che
raccontare un viaggio, incontri, litigi, vicende che si susseguono,
uno spaccato di vita.
Il risultato però è stentato, le
interpreti brave ma non supportate da una sceneggiatura sostanziosa
e realistica e i piccoli ruoli affidati ai grandi del nostro cinema
(Margherita
Buy,
Filippo Timi e Sergio Rubini tra gli altri), costituiscono
una parte così frivola e trascurabile della storia che, invece di
impreziosire il film, potevano anche non essere chiamati in causa,
lasciando che la totale attenzione della macchina da presa fosse
sulle quattro protagoniaste. Questi
Giorni è un lavoro poco realistico che nel
road movie trova una collocazione di genere ma non una
sostanza narrativa che manca già in fase di scrittura.
In un bianco e nero elegante e
pastoso, Andrei Konchalovsky
torna in Concorso a Venezia
73 con Paradise
(Rai), un film che nel titolo espone il
suo scopo, il suo senso ultimo: la ricerca per l’uomo di un
paradiso misterioso e sconosciuto, che per alcuni è il tradizionale
oltretomba tra gli angeli, secondo la propria fede, per altri è la
realizzazione di un sogno in terra. Lo scopriamo solo
successivamente che questo sogno è quello della perfezione razziale
nazista, della pulizia etnica, dell’orrore che tante volte è stato
raccontato al cinema.
Attraverso tre interrogatori di un
soldato tedesco, una prigioniera ebrea-russa e un poliziotto
francese, entriamo a far parte dell’orrore dei campi di sterminio
durante la Seconda Guerra Mondiale. La prospettiva inedita ci
consegna un racconto molto lungo, 130 minuti, in cui una prima
parte relativamente farraginosa ci mostra solo quadri e momenti
apparentemente non legati tra loro. Il film si fa più coeso nella
seconda parte, dove la violenza imperversa unitamente a una storia
d’amore atipica, tratteggiata con pennellate altrettanto insolite
dal regista che segue i personaggi sempre da una distanza di
sicurezza. La camera fissa, i fuori campo, ciò che accade ma che
non vediamo si fa parte integrante e fondamentale di un racconto
doloroso.
L’intensità di
Konchalovsky si fa opera d’arte nel momento in cui
riscrive la Shoah come una convinzione, senza giustificare, ma
adottando i punti di vista di vittime e carnefici. Perché alla
fine, come ci dice l’eroina della storia, il male fluisce
incontrollato, mentre il bene ha bisogno di un piccolo aiuto, un
contributo che possa portare frutto.
Con
Paradise, Andrei
Konchalovsky si conferma il maestro di un cinema difficile
ma capace di contribuire non solo all’arte ma anche alla persona,
al bene.
Arriva online la prima clip tratta
da Jackie, il film del regista cileno
Pablo Larraín (Il Club)
con protagonista Natalie Portman (Il
Cigno Nero) nei panni di Jackie Kennedy, che è stato
presentato ieri a Venezia
73.
Potete vedere il video di
seguito:
Jackierecensione del film
di Pablo Larraín con Natalie Portman
Nel cast del film oltre a
Natalie Portman anche Greta
Gerwig, Peter Sarsgaard, Max Casella, Beth Grant e John
Hurt. Il film uscirà in Italia a gennaio, distribuito da
Lucky Red.
Jackie si concentrerà sui
quattro giorni successivi all’attentato di Dallas del 1963, quando
Jackie Kennedy (interpretata nel film dalla Portman) è costretta ad
affronta la disperazione per l’assassinio del marito, il
presidente Usa John F. Kennedy, diventando al contempo
un’icona agli occhi degli americani e non solo.
Nel cast ci sarà anche Peter
Sarsgaard (An Education, Experimenter) che
interpreterà il ruolo Robert Kennedy, fratello di John.
Natalie Portman è
stata la protagonista assoluta della serata di ieri al Festival di Venezia 2016. Radiosa e
sorridente, ha accompagnato il regista di
Jackie, Pablo Larrain,
alla premiere del film che è presentato in concorso alla
Mostra.
Festival di
Venezia 2016: Natalie Portman e Pablo Larrain sul
red carpet di
Jackie
Prodotto dalla Ghost House
Picture di Robert Taper e Sam Raimi, esce
nelle sale il prossimo 8 settembre Man in The
Dark (titolo originale Don’t
Breathe).
Il film è un thriller ad
alta tensione, e narra la vicenda di tre improvvisati ladruncoli
d’appartamento che, per concludere in bellezza la loro “carriera”,
decidono di svaligiare la casa sbagliata. Il proprietario – un uomo
apparentemente innocuo, anziano e cieco – è in realtà più
pericoloso di quanto i ragazzi possano immaginare e darà loro filo
da torcere.
La regia è affidata a Fede
Alvarez, già avvezzo ai film dalla suspense elevata, in
quanto direttore del remake de La casa.
Direttamente dalla sua opera precedente Alvarez
ripropone sullo schermo la brava Jane Levy, forse qui in un ruolo più riuscito
e meno sopra le righe di quello della ragazzina tossicodipendente e
posseduta del remake horror.
Al pari dell’attrice, per bravura e
magnetismo, c’è Stephen Lang
(Avatar), magistrale nel ruolo
dell’anziano e solitario abitante di una casupola diroccata che
nasconde terribili segreti. Nel disvelarsi dei torbidi segreti
dell’uomo cieco si fonda e si sviluppa tutta la tensione del film,
sapientemente rilasciata nei momenti adatti, in un crescendo finale
che rende edotto e sconvolto lo spettatore. Ogni qual volta si
pensa di essere arrivati ad un punto di svolta, subito ne arriva un
altro che stravolge e rimescola le carte in tavola. Ed è questo il
lato vincente del film.
Tuttavia non si può fare a meno di
contestualizzare la pellicola all’interno della nuova generazione
filmica che, volente o nolente, sta rovinando
Hollywood. L’esiguità della sceneggiatura, la
mancanza di nuove idee, la volontaria manifestazione su schermo di
un mondo che viaggia alla velocità della luce, ecc ecc. Nella
generazione dei social network, degli incontri mordi e fuggi, dei
viaggi lampo, nulla rende meglio (anzi peggio) la realtà di un
cinema che immette immediatamente lo spettatore al centro
dell’azione, senza dare troppe spiegazioni e negando ogni attimo di
sospensione per raccogliere fiato e idee.
Contestualmente al mondo
superficiale che vuole raccontare, il cinema hollywoodiano non
cammina ma corre, e non dialoga più. Al massimo urla. Esprimendo
così ancor più pervicacemente la propria ambiguità. Che in un
thriller come Man in the dark risiede anzitutto
nell’empatizzazione, da parte dello spettatore, dapprima con
l’anziano abitante vittima dei ladri, e successivamente con i tre
“poveri” ladruncoli prede del loro stesso carnefice.
Man in the
Dark è un film estremamente americano, la cui cultura
e comprensione – in parte s’intende – è fortemente radicata nella
convinzione tutta made in USA di essere la nazione über alles,
l’Unica, la più forte. Quella fondata sul motto, troppo spesso
frainteso, del “Proteggere e Servire”.
Risale allo scorso giugno la notizia
che Daniel Day-Lewis e Paul Thomas Anderson sarebbero
tornati a lavorare insieme dopo Il
Petroliere.
La notizia di oggi, riportata da
Deadline, è che la Focus Features ha battuto la
Fox Searchlight ed è riuscita ad accaparrarsi i diritti per la
produzione del progetto. I piani sono quelli di iniziare le riprese
all’inizio del 2017, e di far uscire la pellicola nei cinema alla
fine dello stesso anno.
Daniel Day-Lewis,
che non torna davanti alla macchina da presa dal 2012, quando ha
recitato in Lincoln, è stato per un po’
collegato al progetto di cui Anderson sta ancora ultimando la
sceneggiatura, mentre procedono i casting per le attrici di
supporto. Il film sarà ambientato a Londra e probabilmente anche a
New York, e parlerà dell’industria della moda, anche se la trama
esatta è ancora segreta.
La recente filmografia di
Daniel Day-Lewis conta pochi film in molti anni.
Prima di Lincoln c’era stato
Nine, del 2009 e prima ancora, nel 2007,
Il Petroliere, proprio con Anderson. Per
quanto riguarda il regista, il suo ultimo lavoro è stato il
videoclip dei Rediohead, Junun. Il
chitarrista del gruppo, Jonny Greenwood, ha anche
composto le ultime tre colonne sonore per i film di Paul
Thomas Anderson.
Il progetto è in produzione presso
la Annapurna production, che ha lavorato anche a Vizio
di Forma e The Master.
Empire Magazine ci informa che un
nuovo progetto vedrà presto coinvolto Johnny Depp.
Si tratta di un thriller indipendente dal titolo
Labyrinth, in cui il celeberrimo attore
interpreterà Russell Poole, un detective
incaricato di indagare sugli omicidi di Tupac
Shakur e Biggie Smalls (conosciuto anche
come The Notorious B.I.G.).
Il film si baserà sull’omonimo
libro Labyrinth, scritto da Randall Sullivan. La
sceneggiatura del film porterà la firma di Christian
Contreras, mentre alla regia dovremmo trovare Brad
Furman, regista di The Infiltrator
con Bryan
Cranston.
L’ultima volta che abbiamo visto
Johnny Depp nelle nostre sale è stato in Alice attraverso lo
specchio, sequel di Alice in
Wonderland in cui l’attore è tornato a vestire i
panni del Cappellaio Matto.
Prossimamente lo vedremo in
Yoga Hosers, il nuovo film di
Kevin Smith che ha come protagonista la figlia di
Depp, Lily-Rose Depp, e la figlia di Smith,
Quinn Smith. Per il 2017 è atteso invece Pirati dei Caraibi
5, quinto capitolo della saga con protagonista
Depp nei panni dell’ormai iconico Jack Sparrow.
In occasione della premiere a New
York di Cirque du Soleil – Toruk, James Cameron ha
avuto la possibilità di parlare degli attesissimi sequel di
Avatar.
Intervistato da Variety, il regista
ha dichiarato: “Abbiamo buona parte del materiale dei sequel
già pronta. Devo ammettere però che mi piace questo andare
costantemente avanti e indietro tra i due mondi: quello reale e
quello dei sequel. La storyline dei nuovi film sarà incentrata su
Jake, Neytiri e sul loro bambino. Sarà più una saga incentrata
sulla famiglia e sulla loro lotta con gli umani. Da un punto di
vista tematico, lo spettacolo Toruk riesce a rendere molto bene il
tipo di direzione che le storie dei sequel
prenderanno”.
Le riprese di
Avatar sono cominciate in Nuova Zelanda a
partire dalla metà del mese di aprile. Possiamo ragionevolmente
pensare che si prolungheranno per oltre un anno, trattandosi delle
riprese back to back di quattro grossi kolossal.
Nei sequel di
Avatar troveremo di nuovo i protagonisti
del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen
Lang e Sigourney Weaver. I sequel sono
stati scritti da James Cameron in collaborazione con Josh Friedman,
Rick Jaffa, Amanda Silver e Shane Salerno.
“Ci siamo imbarcati in
un imponente progetto cinematografico – ha dichiarato
Cameron – formato da quattro film epici che, singolarmente,
hanno una propria storia ma che insieme
delineano un’unica saga completa. Ciò che è stato ideato fino
ad ora va davvero oltre il primo film”.
Costato 237 milioni di dollari,
Avatar ha incassato circa 2,8 miliardi,
diventando il film con maggiori incassi nella storia del cinema
(seguito da Titanic, sempre di James
Cameron, e da Star
Wars Il Risveglio della Forza di JJ Abrams).
In GANTZ O il
giovanissimo Masaru Kato, vive con il fratello più piccolo, che
accudisce dalla prematura scomparsa dei genitori. Una sera,
tornando a casa, viene accoltellato da un folle in metropolitana e
muore. Si sveglia catapultato in un gioco assurdo, dove le persone
morte sono impiegate per difendere le città giapponesi
dall’invasione di un orda di mostri di origini aliene. Le regole
sono semplici e spietate. Se si viene uccisi durante il gioco la
morte è definitiva e irreversibile. Se si riesce a finire il gioco
si accumulano punti, in base alla quantità e all’ importanza dei
mostri massacrati. Arrivati a 100 punti si può scegliere se
possedere armi potentissime, o far resuscitare un compagno ucciso,
oppure tornare in vita ed essere liberati per sempre dal gioco,
tornando alla propria vita.
Ma non si tratta di un semplice
gioco virtuale, perché i mostri uccidono le persone vive e
minacciano il Giappone. Inoltre vari team sono in gara tra loro, in
particolare quello di Tokyo, a cui appartiene Kato e quella di
Osaka. Se si rimane feriti, anche gravemente, tutto viene risanato
alla fine del gioco, comprese amputazioni e ferite gravissime.
Durante i cruenti scontri Kato si avvicina a Anzu Yamasaki, giovane
madre single e combattente del Team Osaka; sarà lei, oltre al
fratellino, a spingerlo a tentare l’impossibile.
Esordio alla regia per l’esperto
creatore di videogame e animazioni Yasushi
Kawamura, che decide di portare al cinema il manga di
grandissimo successo creato da Hiroya Oku. Il film è interamente
realizzato in animazione digitale 3D, caratterizzata da un grande
realismo, accuratissima nei dettagli e in perfetto, quanto
accattivante, stile videogame. I personaggi sono ben caratterizzati
visivamente e si dimentica quasi immediatamente che sono
completamente sintetici, nonostante la mancanza di una maggiore
tavolozza espressiva. Ma sicuramente il fruitore di questa
tipologia di cinema non cerca certo la buona recitazione, ma
altresì tanta adrenalina, azione concitata e sangue a fiumi, e in
questo non rimarrà certamente deluso.
Sarebbe stata una scelta molto
azzeccata differenziare la vita reale con il gioco, utilizzando
magari attori in carne e ossa per le brevi sequenze iniziali.
Divertenti e a volte piacevolmente sorprendenti gli innumerevoli
mostri scellerati, di fogge e dimensioni varie, dai giganti feroci
con arti multipli, artigli, zanne e ali da pipistrello, ai nanetti
malefici dalle armi inaspettate. Su tutti sorprende un vecchietto
calvo e capoccione che una volta minacciato rigetta dal proprio
occhio seni e glutei femminili, che a poco a poco si aggrovigliano
andando a formare un gigante fatto di suadenti ragazze nude.
GANTZ O è un
giocattolone tecnologico ben riuscito, dove la violenza è talmente
esagerata da trasformarsi in un qualcosa di godibile in tutta
tranquillità. La storia è semplice, lineare, ma funzionale. I
personaggi sono ben assortiti e discretamente raccontati, pur nella
loro semplicità e funzione basilare, dichiarata fin dai primi
minuti.
Nonostante la fuga dalla sala degli
spettatori più spocchiosi, o semplicemente impreparati su
cosa stavano per vedere, fa piacere trovare nel programma del
festival un prodotto come questo, perché conferma la volontà dei
selezionatori di voler cercare di dare uno sguardo più ampio
possibile sui modi di fare cinema, senza preclusioni di temi,
tecniche e generi. Solo per sanguinari amanti del sushi con tanto
wasabi. Sconsigliato a chi cerca metafore sofisticate o emuli di
Kurosawa & co.
Natalie Portman ha
sfilato in Valentino e Bulgari al Festival di Venezia 73. L’attrice, che
presenta alla Mostra Jackie di
Pablo Larrain, è tra le favorite alla Coppa Volpi,
premio assegnato alla migliore interpretazione.
Di seguito le immagini del premio
Oscar sul red carpet, dove ha esibito delle forme sospette. Che sia
in arrivo il secondo bebè?
Nel cast del film oltre a
Natalie Portman anche Greta
Gerwig, Peter Sarsgaard, Max Casella, Beth Grant e John
Hurt.
Jackie si concentrerà sui quattro
giorni successivi all’attentato di Dallas del 1963, quando Jackie
Kennedy (interpretata nel film dalla Portman) è costretta ad
affronta la disperazione per l’assassinio del marito, il
presidente Usa John F. Kennedy, diventando al contempo
un’icona agli occhi degli americani e non solo. Nel cast ci sarà
anche Peter Sarsgaard (An Education,
Experimenter) che interpreterà il ruolo Robert Kennedy,
fratello di John.
A spiccare per originalità e
coraggio in questo Venezia 73 è senza alcun dubbio la regista
americana di origini iraniane Ana Lily Amirpour,
che ha presentato il suo secondo lungometraggio, The Bad
Batch, in concorso al festival. Nonostante la sua carriera
sia appena agli inizi, la Amirpour sembra già una regista navigata
e dalle idee molto chiare.
Criticata per aver presentato un
film visionario e quasi psichedelico dalla tematica profondamente
disturbante, la regista ha condiviso con noi qualche dettaglio del
processo creativo del suo The Bad Batch.
“Quando inizio a lavorare su di
un nuovo progetto, parto prima dalla musica. Lo so, è strano, ma a
volte quando ascolto delle canzoni è come se le scene poi si
scrivessero da sole”. Non a caso infatti, uno dei tanti punti
di forza del film di Ana è proprio la travolgente colonna sonora
che sembra uno strano mix di generi (proprio come The Bad Batch)
perfettamente funzionale alla storia. “Tra i tanti pezzi
utilizzati, le canzoni che ho scelto sin da subito per il mio film
sono state quelle dei White Lies; non so perché, è
una questione di pura chimica.”
Venezia 73:
The Bad Batch
recensione del film di Ana Lily Amirpour
Decidere di ambientare la sua storia
in una realtà distopica e nel bel mezzo del deserto non è stata per
la regista una scelta facile e ha richiesto un gran lavoro: “Ho
fatto tantissime ricerche sull’argomento e sono stata in giro per
circa un anno. Ho deciso di allontanarmi dai centri abitati per
esplorare tutta quella desolazione, lontana dalle abbaglianti luci
delle metropoli. Ho passato molto tempo nel deserto e ho visitato
quella che viene chiamata Slab City,
un accampamento situato a sud-est della California, abitato da una
comunità nomade”. Non è la prima volta che il cinema e la
letteratura prendono spunto dallo stile di vita di queste persone;
nel 1997 John Krakauer ha scritto il suo
Into The Wild proprio ispirandosi alla Slab City e
dieci anni più tardi, nell’omonimo
adattamento cinematografico di Sean Penn con
Emile Hirsch, sono anche apparsi alcuni membri
della comunità.
A chi la accusa di non aver saputo
rendere chiaro il messaggio del suo film, la regista risponde
ammettendo che accendere un dibattito su argomenti socio politici
non era il suo scopo. “Fare film per me significa semplicemente
raccontare una storia, raccontare cosa penso e sento. Non parlo
della società e men che meno di politica, parlo solo per me stessa
e non cerco di imporre il mio punto di vista. Nella mia vita ho
sempre cercato ed inseguito la libertà, dalla società, dalla
politica e dal sistema”. E questa libertà di cui la regista
sente tanto la necessità, regna sovrana anche e soprattutto nel
finale di The Bad Batch che alcuni purtroppo hanno definito
inconcludente. “Ho creduto che fosse giusto optare per un
finale aperto perché per me la vita stessa è un finale aperto.
Nessuno sa mai cosa accadrà in futuro ma, proprio come Arlen,
[interpretata da Suki
Waterhouse] continuiamo a sperare.”
Natalie Portman è
stata la protagonista assoluta della serata di ieri al Festival di Venezia 2016. Radiosa e
sorridente, ha accompagnato il regista di
Jackie, Pablo Larrain,
alla premiere del film che è presentato in concorso alla
Mostra.
Nel cast del film oltre a
Natalie Portman anche Greta
Gerwig, Peter Sarsgaard, Max Casella, Beth Grant e John
Hurt.
Jackie si concentrerà sui quattro
giorni successivi all’attentato di Dallas del 1963, quando Jackie
Kennedy (interpretata nel film dalla Portman) è costretta ad
affronta la disperazione per l’assassinio del marito, il
presidente Usa John F. Kennedy, diventando al contempo
un’icona agli occhi degli americani e non solo. Nel cast ci sarà
anche Peter Sarsgaard (An Education,
Experimenter) che interpreterà il ruolo Robert Kennedy,
fratello di John.
Arriva la prima scena tagliata
da X-Men Apocalypse, il film di
Bryan Singer che si appresta a debuttare in Home
Video. Nella scena protagonista è Sophie Turner
come Jean Grey:
Con Bryan Singeralla regia e allo
script, in Apocalypsetornerà
anche Simon
Kinberga scrivere la
sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer,
Kinberg, Michael
Dougherty e Dan Harris.
Inoltre ci sono anche già i
primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà
ambientato una decina di anni dopo Giorni di un
Futuro Passatoe rappresenta un passo successivo
nella storia. L’aver alterato la storia
nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e
incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles
(James McAvoy), Erik/Magneto
(Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence) e Hank/Bestia
(Nicholas Hoult) saranno raggiunti da
Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere
contro il formidabile menico, una antica e potente forza,
determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella
storia dell’umanità. Oscar Isaac è stato scelto per interpretare
Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner(Jean
Grey), Tye
Sheridan(Ciclope), Alexandra
Shipp (Tempesta),Kodi
Smit-McPhee(Nightcrawler), Lana
Condor(Jubilee), Olivia
Munn (Psylocke).
Oggi ho scoperto la ‘sala Web’. A
parte averci messo quaranta minuti prima di connettere i neuroni e
capire che era uno spazio virtuale (abbiate pazienza. Quando io
andavo a scuola i cellulari pesavano ancora due chili e ce li
avevano solo i figli dei ricchissimi, che comunque li nascondevano
per paura di essere perculati a vita, e Internet era solo un mezzo
alternativo per guardare foto porno scaricando a 36k. La mattina
decidevi su cosa volevi masturbarti e la sere, se avevi fortuna,
era tutto pronto, mentre tua madre bestemmiava perché gli tenevi la
linea del telefono occupata), l’avevo presa come una buona
occasione per recuperare qualche bel film che mi sono perso causa
mio tumulamento per ragioni lavorative al Palazzo della Settimana
Orizzontale degli Autori. Vado lì e che te scopro? Che ci sono solo
i film più sfigati. Attenzione, non i più brutti.
Avete presente quei film degli anni
’80 tipo Passaggio per il paradiso, dove c’era un nerd demmerda con
la faccia piena di brufoli, i capelli a forma di Pandoro, gli
occhiali spessi come una fetta di polenta gialla e la maglietta
unta di baccalà mantecato, che poi grazie all’intervento di un
mentore più esperto a metà film si toglieva gli occhiali, se faceva
la lampada, indossava un giubbotto di pelle e riusciva a
rimorchiare la più bella della classe che fino ad allora lo aveva
sempre ignorato?
Ecco, questa è la differenza tra
‘brutto’ e ‘sfigato’. Parentesi. Io di questo plot ho sempre
preferito la variante in cui alla fine del film lui, ormai
infighito e diventato l’eroe della classe, si avvicinava alla bella
e chiedeva ‘Mi puoi fare un favore?’ e poi, alla risposta di lei
con sguardo sognante ‘Tutto quello che vuoi’ l’apostrofava con un
‘Vai a fare in culo’.
Ma tornando a noi, nella sala Web
non ci trovi certo Jackie, che tutti oggi ne parlano come il film
che non puoi perdere nella vita e io alle prese con una specie di
docu-fiction sui Testimoni di Geova. Tanto sticazzi domani il film
che non puoi perdere sarà, boh… a occhio e croce quello di
Lav Diaz, che i divi ormai se so’ rotti i cojoni
pure loro e stanno tutti sull’aereo per casa, per cui per i selfie
glamour ci dovremo accontentare. In finale, dopotutto, è pur sempre
l’unico filippino al mondo che si presenta più come Bon Jovi che
come Ariel di Marco Marzocca. Noi s’è già deciso che se possibile
il suo film lo pisciamo per goderci il Lido transumanato manco ci
fosse la partita dell’Italia.(Nel frattempo come avrete
notato continua la brandizzazione dei film alla cazzo di cane a
opera di Nicola Calocero, Dio l’abbia in gloria).
Comunque, in sala Web c’è un film
che mi interessa. Si chiama Liberami ed è un’allegra storia di
esorcismi. Sarebbe stato utile ieri alla Carducci e alla Serafini –
a cui facciamo tanti auguri che oggi compie gli anni – che si sono
trovate alle prese con un autobus driver indemoniato che manco
Nicolas Cage in Ghost Rider. Non pago di aver chiuso loro le porte
in faccia mentre stavano terminando l’acquisto del biglietto, voci
certe avrebbero riferito che costui ha sequestrato un di loro
accompagnatore caricandolo sul mezzo con la ferocia di un moderno
Caronte e portandolo direttamente con sé tra le fiamme
dell’Inferno, inneggiando a Belzebù.