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Une Vie: recensione del film di Stéphane Brizé

Une Vie: recensione del film di Stéphane Brizé

Ad un anno di distanza dal suo La Loi du marché – presentato in concorso alla scorsa edizione del Festival di CannesStéphane Brizé cerca di incantare il pubblico veneziano con Une Vie, il suo nuovo dramma in costume.

Tratto dall’omonimo romanzo del 1883 di Guy de Maupassant, il film narra la storia di Jeanne (Judith Chemla), unica figlia del barone Simone-Jacques Le Perthuis (Jean-Pierre Darroussin) e di sua moglie Adelaide (Yolande Moreau), una ragazza semplice ed ingenua che, dopo aver studiato in collegio per anni, fa ritorno a casa e si prepara a prendere marito. Il suo pretendente, il visconte Julien de Lamare (Swann Arlaud), sembra un uomo gentile e sensibile e Jeanne acconsente alle nozze. Soltanto più tardi scoprirà davvero cosa si cela dietro la mite facciata del suo amato Julien.

Une Vie

La vita sofferta di una giovane donna aristocratica, raccontata da Brizè, si trasforma presto in un insopportabile melodramma, fin troppo melenso, tanto lento da sembrare quasi immobile, che mette a dura prova la pazienza anche degli spettatori più sensibili. I lunghi primi piani della protagonista, la soffocante presenza della natura in ogni scena, i violenti ed incomprensibili stacchi di montaggio – ad una scena luminosa e rumorosa ne segue sempre una più scura e silenziosa –, l’eccessiva retorica della sceneggiatura, sono tutti elementi che contribuiscono a dilatare i tempi narrativi e a dare l’impressione che il tempo trascorra molto più lentamente. Assistiamo per due ore, inermi, al pietoso spettacolo della vita di Jeanne, che sembra non poter mai trovare pace, senza purtroppo riuscire a provare empatia per lei e le sue disavventure. Nonostante la presenza di un marito fedifrago, di una madre bugiarda e di un figlio ingrato, Jeanne è convita di poter costruire, fagocitando i peccati delle persone che fanno parte della sua vita, la sua utopia, un mondo dove la menzogna e il peccato non trovano posto e dove è soltanto l’amore a governare indisturbato.

Une Vie

Il regista, più concentrato sui dettagli della sua splendida location che suoi suoi personaggi, trascura la narrazione trasformando con Une Vie il film  in una sorta di quadro in movimento; tutto è piatto, quasi bidimensionale, senza accelerate o frenate brusche e i colpi di scena, a causa di questo andamento così orizzontale, passano inosservati senza produrre nessun effetto nello spettatore che intanto continua a sbadigliare. Il meraviglioso romanzo di de Maupassant fa quindi una pessima fine nella mani di Stéphane Brizé che qui a Venezia non riesce a far innamorare il suo pubblico. Eppure una domanda sorge spontanea: ma se l’adattamento cinematografico di Une Vie fosse stato affidato ad un altro regista, come Stephen Frears, abituato a gestire storie di questo tipo, il risultato sarebbe stato lo stesso?

X-Men Apocalypse: un concept mostra Elle Fanning nei panni di Jean Grey

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Tutti abbiamo amato l’esordio di Sophie Turner nei panni di Jean Grey in X-Men Apocalypse ma sembra che l’attrice del Trono di Spade non fosse la prima scelta per la Fox. Un concept del film, realizzato in una fase iniziale della produzione, mostra infatti la giovanissima Elle Fanning nell’iconico costume giallo e blu della Fenice.

Eccolo di seguito:

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Leggi la recensione di X-Men Apocalypse

Sfoglia la nostra guida ai personaggi di X-Men Apocalypse

Con Bryan Singer alla regia e allo script, in Apocalypse tornerà anche Simon Kinberg a scrivere la sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer, Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris.

Inoltre ci sono anche già i primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà ambientato una decina di anni dopo Giorni di un Futuro Passato e rappresenta un passo successivo nella storia. X-Men ApocalypseL’aver alterato la storia nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles (James McAvoy), Erik/Magneto (Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence) e Hank/Bestia (Nicholas Hoult) saranno raggiunti da Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere contro il formidabile menico, una antica e potente forza, determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella storia dell’umanità. Oscar Isaac è stato scelto per interpretare Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner (Jean Grey), Tye Sheridan (Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta), Kodi Smit-McPhee (Nightcrawler), Lana Condor (Jubilee), Olivia Munn (Psylocke).

X-Men Apocalypse è arrivato il 18 maggio 2016 nelle sale italiane.

Transformers The Last Knight: ecco Mark Wahlberg sul set

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Transformers The Last Knight: ecco Mark Wahlberg sul set

Just Jared ha diffuso le prime immagini dal set di Transformers The Last Knight in cui vediamo il protagonista Mark Wahlberg in compagnia di Laura Haddock.

 

Si intitola Transformers The Last Knight il quinto capitolo della saga miltimilionaria della Hasbro portata al cinema dal genio fracassone di Michael Bay. Anche se non si hanno dettagli sulla trama, è probabile che l’ultimo cavaliere del titolo sia proprio Optimus Prime che, come abbiamo scoperto in Age of Extinction, appartiene ai Cavalieri di Cybertron.

La storia ruoterà intorno a Optimus Prime che scopre che è stato lui la causa della distruzione di Cybertron. Per riportare ilpianeta in vita, avrà bisogno diun misterioso artefatto, qualcosa che avrà a che fare con Merlino, il mago di Re Artù.

Il sito aggiunge che Merlino ha ricevuto i suoi poteri magici proprio da un Transformers e in qualche modo l’artefatto in questione è legato a questa cosa. Anche se non ci sono ulteriori dettagli, sembra quasi scontato che il misterioso artefatto sia Excalibur, la prodigiosa spada di Artù.

Transformers The Last Knight: confermato un gradito ritorno

Per quanto riguarda invece i personaggi, Bumblebee è ora il leader degli Autobot che fanno base nelle Badlandsin South Dakota.

Anche i Dinobots torneranno insieme a quelli che il sito chiama mini-dinobots. Conosceremo anche The Creator, un nuovo Transformers inglese, Cogman che diventa una Aston Martin e Squeaks che invece è una Vespa. Megatron intanto sarà di nuovo un jet fighter.

Mark Wahlberg torna ad interpretare Cade Yeager e sarà affiancato da Isabela Moner nei panni di Izabella, protagonista femminile, e da Jerrod Carmicheal, in un ruolo non specificato. Si unisce al cast Laura Haddock.  

Transformers The Last Knight uscirà nelle sale americane il 23 giugno 2017 e dovrà competere con Wonder Woman della Warner Bros.

Il quinto capitolo sarà diretto ancora una volta da Michael Bay su una sceneggiatura di Art Marcum, Matt Holloway (Iron Man) e Ken Nolan (Black Hawk Down).

Venezia 73: oggi Assalto al Cielo di Francesco Munzi

Venezia 73: oggi Assalto al Cielo di Francesco Munzi

Dopo il successo di Anime nere, Francesco Munzi torna al Festival di Venezia con Assalto al Cielo, un film che attraverso un’immersione in alcuni dei più importanti archivi d’Italia (Luce, Teche Rai, Archivio del Movimento operaio, Cineteca di Bologna…) mostra immagini, energie, immaginario, di un taglio di tempo eccezionale e complesso della nostra storia. 

Costruito esclusivamente con materiale documentario di archivio, il film racconta la parabola di quei ragazzi che animarono le lotte politiche extraparlamentari negli anni compresi tra il 1967 e il 1977 e che tra slanci e sogni, ma anche violenze e delitti, inseguirono l’idea della rivoluzione, tentando  l’ “Assalto al Cielo”. 

Diviso in tre movimenti come fosse una partitura musicale, il film esprime il sentimento che oggi conserviamo di quegli anni, mescolando nelle scelte del materiale e di montaggio, memoria personale, storia, spunti di riflessione e desiderio di trasfigurazione.

Regia Francesco Munzi montaggio Giuseppe Trepiccione aiuto regia Icaro Lorenzoni ricerche d’archivio Nathalie Giacobino archivi Archivio storico Istituto Luce Cinecittà, Rai Teche, Associazione Alberto Grifi, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Cineteca di Bologna

Una produzione Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Cinema produzione esecutiva Maura Cosenza Una distribuzione Istituto Luce Cinecittà

Venezia 73: fuori concorso Tommaso di Kim Rossi Stuart

Venezia 73: fuori concorso Tommaso di Kim Rossi Stuart

A Venezia 73 arriva fuori concorso il film TOMMASO di Kim Rossi Stuart con Kim Rossi Stuart, Camilla Diana, Jasmine Trinca e Cristiana Capotondi.

Una produzione Palomar con Rai Cinema, in associazione con Unicredit Factoring  ai sensi delle norme sul Tax Credit,prodotto da Carlo Degli Esposti.

SINOSSI: Dopo una lunga relazione, Tommaso riesce a farsi lasciare da Chiara, la sua compagna.    Ora ad attenderlo pensa ci sia una sconfinata libertà e innumerevoli avventure. E’ un attore giovane, bello, gentile e romantico ma oscilla perennemente tra slanci e resistenze e presto si rende conto di essere libero solo di ripetere sempre lo stesso copione: insomma è una “bomba innescata” sulla strada delle donne che incontra.

Le sue relazioni finiscono dolorosamente sempre nello stesso modo, tra inconfessabili pensieri e paure paralizzanti.

Questa sua coazione a ripetere un giorno finalmente s’interrompe e intorno a sé si genera un vuoto assoluto. Tommaso ora è solo e non ha più scampo: deve affrontare quel momento del suo passato in cui tutto si è fermato.

Tommaso è cresciuto. Il bambino di “Anche libero va bene” qui è diventato un uomo che faticosamente e furiosamente cerca di liberarsi delle conseguenze della sua storia.

Venezia 73: arriva The Bad Batch con Keanu Reeves, Jason Momoa e Jim Carrey

Oltre all’italiano Munzi, oggi è il grande giorno a Venezia 73 di The Bad Batch  di Ana Lily Amirpour (Usa, 119’, v.o. inglese s/t italiano) con Suki Waterhouse, Jason Momoa, Keanu Reeves, Jim Carrey e Giovanni Ribisi.

Il film è una feroce fiaba distopica ambientata in una desolata regione del Texas in cui alcuni reietti della società cercano di sopravvivere.

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Festival di Venezia 2016: Hacksaw Ridge recensione del film di Mel Gibson

La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.Mel Gibson Festival di Venezia 2016

Spider-Man Homecoming: primo leak dal set di Shocker

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Spider-Man Homecoming: primo leak dal set di Shocker

Continuano le riprese di Spider-Man Homecoming e oggi arriva finalmente il primo leak dal set di Shocker, uno dei probabili villain del film che sarà targato Marvel Studios e Sony Pictures.

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Sinossi: “Un giovane Peter Parker / Spider-Man (Tom Holland), che ha fatto il suo sensazionale debutto in Civil War, comicnia ad esplorare la sua nuova identità nei panni del tessi ragnatele in Spider-Man Homecoming”.

Spider-Man Homecoming: primi possibili dettagli sul Riparatore

Vi ricordiamo tutte le notizie sul Marvel Cinematic Universe le trovate nel nostro canale dedicato ai Marvel Studios.

Spider-Man HomecomingDiretto da Jon Watts, Spider-Man Homecoming vedrà protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle. Al cast si aggiungono Michael KeatonMichael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly e Kenneth Choi.

Il film racconterà la storia di un Peter Parker al liceo, dunque sarà un nuovo reboot che arriverà al cinema 7 Luglio 2017. Secondo alcune anticipazioni rivelate da Kevin Feige, nel film dovrebbe apparire Adrian Toomes, noto per essere il cattivo Vulture, villain che ha debuttato nel fumetto del 1963 “The Amazing Spider-Man”#2. Prodotto dai Marvel Studios, il film sarà distribuito da Sony Pictures.

 

Paolo Sorrentino dirigerà un film su Silvio Berlusconi

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Paolo Sorrentino dirigerà un film su Silvio Berlusconi

Arriva da Variety la notizia esclusiva che il regista premio Oscar Paolo Sorrentino (La Grande Bellezza, Youth), di recente protagonista di Venezia 73 dove ha presentato l’attesa serie tv The Young Pope, dirigerà un film dedicato a Silvio Berlusconi.

Secondo le prime indiscrezioni, la pellicola si focalizzerà sull’ormai noto “cerchio magico” e dovrebbe intitolarsi Loro. La sceneggiatura porterà la firma dello stesso Sorrentino. L’inizio delle riprese è previsto per l’estate del 2017.

Secondo la fonte il film su Berlusconi racconterà la vita e il mondo dell’ex primo ministro senza limitarsi esclusivamente a criticarlo. La Indigo Films si occuperà della produzione.

paolo sorrentino

The Young Pope, la serie Sky di Paolo Sorrentino

Ricordiamo che il film dedicato a Silvio Berlusconi sarà la seconda pellicola di Paolo Sorrentino ad essere incentrata sulla storia di un politico italiano.

Nel 2008 infatti era uscito Il Divo, film interpretato da Tony Servillo sulla vita senatore Giulio Andreotti fino agli anni novanta.

Fonte: Variety

Rocco: recensione del documentario su Rocco Siffredi

Rocco: recensione del documentario su Rocco Siffredi

La prima inquadratura di Rocco è decisamente emblematica. Il documentario dedicato alla vita del più grande pornoattore italiano di tutti i tempi si apre infatti con un’immagine del suo membro; quel membro che – per ammissione dello stesso protagonista – ha contribuito a renderlo una celebrità indiscussa e, al tempo stesso, ha marchiato per sempre la sua vita.

Da quell’immagine legata nell’immaginario collettivo (sia maschile che femminile) alla potenza e alla virilità assoluta, si apre una finestra su un mondo – quello del porno – che risucchia come un vortice chiunque ne venga travolto, un mondo sporco agli occhi dei più, regolato da meccanismi tanto complessi quanto spaventosi.

Il documentario Rocco esplora la vita di Rocco Siffredi a pochi giorni dalla realizzazione del suo ultimo film a luci rosse, con il quale la star ha ufficialmente detto addio al mondo dei film hard in qualità di attore. Un addio sofferto ma ponderato – assolutamente necessario per ristabilire l’ordine nel caos di una vita vissuta all’ombra di una sessualità tanto liberatoria quanto disumanizzante -, che viene raccontato non solo attraverso i momenti che Rocco condivide con le persone che ogni giorno lavorano con lui o che condividono la sua quotidianità, ma soprattutto attraverso i ricordi dolorosi e le parole sincere di un uomo che continua ancora oggi ad essere schiavo dei propri desideri e dei propri impulsi.

rocco

Perché il più grande merito di Rocco, diretto dai registi francesi Thierry Demiziere e Alban Teurlai, è quello di rispondere ad un’esigenza voyeuristica che travalica l’elemento pornografico per indagare (come molto spesso accade nei doc dedicati a personalità tanto idealizzate ed esaltate come quella di Siffredi) l’uomo dietro il mito, l’essere umano dietro il personaggio pubblico, la persona ancora tormentata da quei demoni del sesso che costantemente intaccato una vita di assoluta perfezione e che, altrettanto costantemente, provano a virare un’esistenza verso la totale autodistruzione.

Una testimonianza intima e priva di ovvietà su una figura tormentata e carica di contraddizioni, simbolo della dominazione per eccellenza, schiavo di tutto ciò che ha contribuito a renderlo un’icona indiscutibile del nostro tempo.

El Ciudadano Ilustre: recensione del film di Mariano Cohn e Gastón Duprat

Giunti al giro di boa, arriva l’autentica sorpresa di questo Venezia 73. Stiamo parlando de El Ciudadano Ilustre (The Distinguished Citizen), film della coppia di registi argentina Mariano Cohn e Gastón Duprat, accolto molto positivamente dalla critica.

La pellicola ha al centro la figura fittizia di Daniel Mantovani, uno scrittore argentino che abita in Europa da oltre trent’anni e che ha raggiunto la definitiva consacrazione dopo aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Un giorno gli viene recapitata una lettera spedita dal comune di Salas (città in cui è nato e dove sono ambientati tutti i suoi romanzi) con la quale viene invitato a ricevere il più alto riconoscimento del suo paese: la medaglia al Cittadino Onorario. Sorprendentemente (essendo una personalità alquanto schiva), Daniel decide di accettare l’invito e di recarsi per qualche giorno al paese. Le conseguenze della sua permanenza saranno tanto imprevedibili quanto devastanti.

El Ciudadano Ilustre

Girato in maniera asciutta, realistica e profondamente ispirata, e interpretato da un Oscar Martínez davvero memorabile, la vera forza de El Ciudadano Ilustre sta tutta nella sceneggiatura. Attraverso la storia di Mantovani si raccontano tutta una serie di dibattitti ancora aperti nella cultura e nella società dell’Argentina, e si mettono in parallelo due modi opposti di vedere il mondo, rappresentati uno dallo sguardo paesano del Salas, l’altro dalla personalità cosmopolita di Daniel.

Tutte queste tematiche vengono affrontate con disarmante intelligenza e spirito beffardo, senza mai tralasciare quella vena malinconica e amara che la geniale opera di Cohn e Dupart si porta dietro, avvalorando così la celebre massima che recita “Nessuno è profeta in patria!”.

Attraverso un’ideale suddivisione in capitoli assistiamo al viaggio di un’artista che vede il fascino esercitato sui suoi concittadini tramutarsi in disprezzo, e che prende gradualmente consapevolezza di quante insormontabili differenze esistano tra la sua figura e quel paese che da sempre rappresenta la sua fonte primaria di ispirazione.

In questo senso, El Ciudadano Ilustre diventa una riflessione mai scontata e lungimirante sul rapporto tra uomo e produzione artistica, e sull’utilizzo della realtà e della finzione come strumenti per dare vita alla propria opera (la scrittura, in questo caso).

Un’esilarante commedia dai risvolti narrativi travolgenti, intrisa di realismo mai grottesco e di misurata malinconia che si candida a mani basse tra i titoli che andranno a formare il palmarès di questa edizione 2016 del Festival.

 

Piuma: recensione del film di Roan Johnson #Venezia73

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Piuma: recensione del film di Roan Johnson #Venezia73

Roan Johnson, alla sua terza regia con Piuma, racconta con leggerezza e maturità una storia delicata e divertente, tratteggiando con precisione i protagonisti e i comprimari grazie a una sceneggiatura ben congeniata, elementare nello sviluppo, che si concentra sui dialoghi e sulla caratterizzazione di tipi umani che, incasellandosi in stereotipi e macchiette, riescono ad arricchire la questione di base: una gravidanza indesiderata a 18 anni.

Forte di un cast scelto con intelligenza, Johnson mette in scena comicamente il dramma della scelta, o meglio, della presa di coscienza e di responsabilità dell’età stessa, che passa attraverso l’arrivo di una nuova vita.

La trama di Piuma

Ferro e Cate si stanno preparando per l’esame di maturità e per il viaggio post diploma con gli amici. Ma la loro situazione non è quella dei coetanei, perché Cate aspetta un bimbo e entrambi stanno affrontando le decisioni e le prese di coscienza destinate a cambiare loro la vita. Insieme ai due diciottenni, anche le famiglie, mamma, papà e nonno di lui, e padre scapestrato di lei, si trovano di fronte a un fatto che li coglie impreparati, sopraffacendoli e portando a galla le immaturità, le paure e le incertezze che ogni adulto nasconde.

Piuma

La leggerezza di Roan Johnson protagonista del concorso con Piuma

Con uno sguardo alla commedia indie internazionale (vedi Juno e Little Miss Sunshine), Piuma riesce a intrattenere senza scivolare verso il dramma adolescenziale, rimanendo leggero e fresco, aggirando il patetismo e la retorica, troppo spesso invadenti nel nostro cinema, e offrendo una prospettiva pratica, concreta sull’amore a 18 anni. Dimenticate le dichiarazioni totalizzanti mocciane, Johnson ci presenta due ragazzini spaventati e in difficoltà, ma con i piedi per terra, consapevoli della grandezza della loro condizione ma anche di se stessi.

Come spesso accade, i due protagonisti scivolano in secondo piano di fronte ai comprimari adulti. Che siano madri moderne votate al dialogo, padri conservatori e frustrati, uomini disperati o pittoresche fisioterapiste, gli adulti, in Piuma, sono molto più allo sbando dei giovani, rispecchiando una società caotica e decisamente lontana dalle necessità di stabilità che l’eventualità considerata nella storia richiede.

Con leggerezza e intelligenza, Piuma diverte e commuove, senza ergersi a capolavoro rivoluzionario del cinema contemporaneo, ma occupando un posto dignitoso nel panorama della nostra commedia.

 

Venezia 73: la leggerezza di Roan Johnson protagonista del concorso con Piuma

Piuma Roan JohnsonArriverà in sala il prossimo 20 ottobre distribuito da Lucky Red Piuma, il terzo film di Roan Johnson, selezionato in concorso alla settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Per Johnson si tratta di un film in cui ha voluto raccontare se stesso e le sue stesse paure, proiettandosi però indietro nel tempo e raccontando di Cate e Ferro, due adolescenti che si trovano a fare i conti con una gravidanza inaspettata. “È stato il casting più difficile che abbia mai fatto – ha dichiarato il regista e sceneggiatore – dopo 600-700 provini ho pensato addirittura di cambiare le età dei protagonisti, perché era difficilissimo trovare dei diciottenni all’altezza, in grado di essere naturali. Una volta trovati Luigi Fedele e Blu Yoshimi però è stato come un miracolo, ci siamo trovati in sintonia. Il film è una commedia atipica perché abbiamo girato con tanti piani sequenza, abbiamo fatto molte prove ma in realtà c’è moltissimo di loro, dei protagonisti. Ho dato loro estrema libertà di scelta.”

Piuma trailer del film di Roan Johnson in concorso a Venezia 73

Nonostante si tratti di una storia d’amore tra adolescenti, non si dice mai Ti Amo nel film, questo perché, secondo Johnson, si è cercato in fase di scrittura di uscire dai cliché. “Ho usato un linguaggio che si potesse avvicinare a quello dei coetanei dei protagonisti, infatti loro hanno aiutato tantissimo con i loro modi di dire. Non credo che nella vita vera si ci dica ‘ti amo’ tutti i giorni, ma sono più importanti le dichiarazioni di vicinanza, del prendersi cura dell’altro. Sono questi i veri modi per comunicare l’amore.”

Il film è senza dubbio erede, per formazione, della commedia all’italiana, ma allo stesso tempo guarda anche alla leggerezza intelligente della commedia indipendente internazionale. Per Roan Johnson, lo scopo era di osservare da vicino il processo di presa di coscienza, di assunzione delle proprie responsabilità che i giovani, costretti a vivere in un mondo caotico, sono costretti ad affrontare, spesso meglio degli adulti con cui vivono, a riprova che le nuove generazioni sono capaci anche di scelte e di coraggio.

Box Office ITA: Io prima di te vince il weekend

Box Office ITA: Io prima di te vince il weekend

Io prima di te vince il weekend al box office italiano, seguito da L’Era Glaciale: in rotta di collisione e Jason Bourne.

box office

L’attesissimo Io prima di te conquista il box office italiano nel primo fine settimana di settembre. La pellicola con Sam Clafin ed Emilia Clarke tratta dall’omonimo romanzo di Jojo Moyes incassa 1,9 milioni di euro in 430 sale, registrando una strepitosa media per sala pari a 4400 euro. Grazie alle anteprime di agosto, il film giunge a un globale di 2,1 milioni di euro e punta al passaparola.

L’Era Glaciale: in rotta di collisione scende al secondo posto con altri 1,2 milioni, giungendo a ben 6 milioni totali alla sua seconda settimana di programmazione.

Debutto non particolarmente esaltante per Jason Bourne, che apre in terza posizione con 1 milione di euro incassato in circa 490 sale disponibili, per una media per sala di 2180 euro.

Suicide Squad scende al quarto posto con altri 756.000 euro e giunge alla bellezza di 10,9 milioni complessivi.

Calo anche Paradise Beach – Dentro l’incubo (438.000 euro) ed Escobar (204.000 euro), arrivati rispettivamente a 1,6 milioni totali e 622.000 euro globali.

Il Drago Invisibile precipita in settima posizione con altri 128.000 euro e giunge a quota 3,2 milioni.

Seguono le new entry La famiglia Fang (125.000 euro) e Un padre, una figlia (75.000 euro).

Chiude la top10 la novità Effetto acquatico, che incassa 55.000 euro in una settantina di copie.

One more time with feeling: recensione del doc con Nick Cave

One more time with feeling: recensione del doc con Nick Cave

Come era avvenuto un paio di anni addietro per Push Sky Away con il film 20,000 Days on Earth di  Iain Forsyth e Jane Pollard, un altro filmmaker, Andrew Dominik, torna a raccontare la genesi del nuovo progetto di Nick Cave and the Bad seeeds  Skeleton Tree in un lungometraggio intitolato One More Time With Feeling. Ma non si tratta di un normale processo creativo, perché lo sviluppo di tale progetto musicale e la realizzazione del conseguente film si collocano a poca distanza dall’immane tragedia che ha purtroppo toccato Nick Cave, ovvero la morte del figlio Arthur.

Dominik racconta che inizialmente doveva trattarsi della semplice ripresa di una performance live, ma che poi il lavoro  si è a poco a poco trasformato, per volere dello stesso Nick Cave, in una introspezione profonda, in una sorta di elaborazione del lutto in forma cinematografica. Tutto questo è avvenuto naturalmente, quando il regista  ha cominciato a raccogliere materiale e testimonianze  durante la scrittura e la registrazione dell’album, avvolto, come è naturale intuire, in una alone di inevitabile tragicità. Ne è così scaturita una lunga riflessione che vede vagare in un dolente bianco e nero Nick Cave, la moglie Susie, l’altro suo figlio, e soprattutto Warren Ellis, amico sincero e compagno di viaggio di una struggente avventura musicale che dura da  una vita. Tutti sembrano dei sopravvissuti che si aggirano dopo una catastrofe, che attraverso le parole, la musica e le immagini, cercano risposte, o più semplicemente un barlume di forza.

Ne scaturisce un ritratto delicato, unico, di grande impatto visivo ed emotivo, ma soprattutto molto personale, così personale che forse potrebbe addirittura apparire ridondante o superfluo per chi si aspetta dal film un dettagliato servizio di backstage. E’ come se fosse la naturale ma tragica continuazione di  20,000 Days on Earth, ma tra i due film si colloca una maledetta scogliera,  un breve lasso di tempo che si chiude a cerchio attorno a Nick e Susie e che, come lui stesso afferma, li riporterà per tutto la vita sempre indietro, come un elastico.

Anche le canzoni del nuovo album sembrano portare a questo, Cave lascia andare le parole, come sostiene di non aver mai permesso di fare alla sua scrittura, e le lascia correre libere in ipnotici cerchi musicali, in splendide melodie nere nelle quali si aggirano voci femminili, suoni meravigliosi, un limbo di rumori e suggestioni. Su tutto si impone la sua voce che si aggira graffiante e suadente tenuta per mano dai tasti di un pianoforte. Così come si scompone la struttura musicale e la parola, lo stesso avviene per la forma cinematografica; Dominik rifiuta la continuità e il rigore della narrazione, per abbandonarsi a una continua sovversione del concetto spazio-temporale, alla ricerca spasmodica di un punto di rottura e forse di uscita da quell’anello, da quel cerchio, che continuamente e sapientemente sottolinea con eleganti movimenti di macchina. Il film diviene quasi una riflessione wendersiana sul vedere le cose e registrare le immagini, cerca il senso del racconto e scava nelle potenzialità, spesso dimenticate, di un “oggetto” in grado di catturare immagini, suoni e soprattutto emozioni.

Il film è girato in uno splendido 3D, mai gratuito, e in bianco e nero, spezzato a brevi tratti da inserti a colori che ne rafforzano la dirompente valenza espressiva. Crudo, doloroso, toccante. Consigliato solamente a chi ama “King Ink”, o vuole provare ad avvicinarlo in un momento particolare della sua vita e della sua carriera. Astenersi perditempo.

One more time with feeling – trailer del documentario

Monte: recensione del film di Amir Naderi #Venezia73

Monte: recensione del film di Amir Naderi #Venezia73

Come sempre sono persone comuni dalle capacità straordinarie le protagoniste dell’ultimo film del regista iraniano Amir Naderi, quest’anno fuori concorso a Venezia con Monte.

Il film narra la storia di Agostino (Andrea Sartoretti), un contadino costretto a vivere insieme alla sua famiglia in una casa alle pendici di un’enorme montagna che sovrasta, con la sua oscurità, l’intero villaggio. Ma la mancanza di luce solare rende presto sterile la terra di Agostino trasformando il suo orto in un appezzamento senza vita. Isolati dal resto del villaggio che li crede maledetti e spinti dalla fame e dalla disperazione, Agostino insieme a sua moglie Nina (Claudia Potenza) e a suo figlio Giovanni (Zaccaria Zanghellini) si lancia in un’impossibile impresa, abbattere la montagna e riportare il calore del sole nelle loro vite.

Ambientato in una sorta di strano medioevo, il film di Naderi sembra essere a metà strada tra un racconto biblico ed una comune storia di sopravvivenza; ci sono infatti alcuni elementi che pare vogliano collegare le difficoltà a cui sono costretti il protagonista e la sua famiglia alla loro mancanza di fede. Dopo aver cercato infatti invano di prendersi cura dei suoi cari facendo qualsiasi tipo lavoro, Agostino rifiuta di lasciare la sua terra, che appartiene alla sua famiglia da generazioni, e cerca di ristabilire l’equilibrio contando solo sulle proprie forze, impegnandosi a far tornare la luce.

Monte, Amir Naderi

Nonostante la scelta coraggiosa di affrontare una storia così allegorica, al film del regista iraniano non manca di certo qualche difetto. Alla splendida fotografia che è senza alcun dubbio il vero punto di forza di Monte, si associano purtroppo un recitazione assai scadente – gli attori riescono ad essere molto più convincenti utilizzando lo sguardo e la gestualità più che le parole – e una sceneggiatura fin troppo scarna; i dialoghi infatti sono ridotti all’osso e la maggior parte del film è più da vedere che la ascoltare. Il susseguirsi inoltre di alcune scene identiche e quasi sovrapponibili, non giova all’andamento del film che risulta fin troppo lento e per certi versi quasi completamente statico. Ad incantare però è il finale, lungo, sofferto e maestoso che colpisce lo spettatore con violenza con un meraviglioso tramonto arancione.

Che si tratti di volontà divina o di semplice caparbietà, con la vittoria di Agostino e più in generale con Monte, Amir Naderi celebra la forza dell’uomo che, nonostante le avversità, grazie al coraggio può decidere di cambiare il corso della propria vita.

Rogue One A Star Wars Story: Hot Toys rivela Death Trooper (Specialist)

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Dopo la foto di inedita Felicity Jones in Rogue One A Star Wars Story, oggi la Hot Toys ha diffuso le foto dell’action figure di Death Trooper (alias Specialist): Ecco il temibile cattivo:

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Rogue One A Star Wars Story: Darth Vader nel nuovo trailer ufficiale

Diretto da Gareth Edwards su una sceneggiatura di Gary Whitta e Chris Weitz, Rogue One a Star Wars Story è un film prequel ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza. L’uscita in Italia è prevista per il 14 dicembre 2016. Nel cast del film Felicity JonesMads Mikkelsen, Rizz AhmedDiego LunaForest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn. 

Rogue One A Star Wars StoryIl film sarà certamente ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle pronta per la battaglia.

Green Lantern Corps: fan art di Luke Evans come Sinestro

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Green Lantern Corps: fan art di Luke Evans come Sinestro

Green Lantern Corps è l’annunciato prossimo film basata sul fumetto di Green Lantern e che farà parte del DCCU. Ebbene nonostante l’insuccesso del primo adattamento, Green Lantern è uno dei film più attesi dai fan della DC Comics, e oggi arriva una proposta di casting per uno dei ruoli più importanti della storyline di Green Lantern, ovvero Sinestro che per questa fan art ha le le fattezze di Luke Evans, apprezzato attore cinematografico, spesso a suo agio nei panni di villain.

Green Lantern CorpsGreen Lantern Corps anche se annunciato ufficialmente al momento no ha una data di uscita ed è attualmente in coda agli altri film della DCGreen Lantern Corps dovrebbe arrivare al cinema nel 2020. Previsto inizialmente per il 19 giugno 2020, il film uscirà adesso il 24 luglio dello stesso anno.

Tutte le news sul DC Cinematic Universe le trovare nel nostro canale ufficiale DC FILMS.

Vi ricordiamo che il prossimo film DC FILMS sarà Wonder Woman diretto da Patty Jenkins e vedrà protagonista Gal Gadot affiancata da Chris Pine, Connie Nielsen, Robin Wright, David Thewlis, Danny Huston, Elena Anaya, Ewen Bremner e Saïd Taghmaoui. Il film arriverà al cinema il 23 giugno 2017.

Il film è prodotto da Charles Roven, Zack Snyder e Deborah Snyder, con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller, Geoff Johns, Connie Nielsen e Rebecca Roven come executive producers.

Transformers The Last Knight: Stanley Tucci ritorna nel cast

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Transformers The Last Knight: Stanley Tucci ritorna nel cast

Dopo gli esplosivi video dal set che vi abbiamo segnalato di Transformers The Last Knight, oggi arriva la notizia di un gradito e divertente ritorno. Infatti, è Variety a rivelare che l’attore Stanley Tucci ha r riprenderà il ruolo del guru della tecnologia Joshua Joyce.

Al momento non si hanno ulteriori dettagli dunque no sappiamo quanto grande sarà la sua parte, ma è molto probabile che sia di contorno come già accaduto nel quarto capitolo del franchise diretto da Michael Bay.

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Si intitola Transformers The Last Knight il quinto capitolo della saga miltimilionaria della Hasbro portata al cinema dal genio fracassone di Michael Bay. Anche se non si hanno dettagli sulla trama, è probabile che l’ultimo cavaliere del titolo sia proprio Optimus Prime che, come abbiamo scoperto in Age of Extinction, appartiene ai Cavalieri di Cybertron.

La storia ruoterà intorno a Optimus Prime che scopre che è stato lui la causa della distruzione di Cybertron. Per riportare ilpianeta in vita, avrà bisogno diun misterioso artefatto, qualcosa che avrà a che fare con Merlino, il mago di Re Artù.

Il sito aggiunge che Merlino ha ricevuto i suoi poteri magici proprio da un Transformers e in qualche modo l’artefatto in questione è legato a questa cosa. Anche se non ci sono ulteriori dettagli, sembra quasi scontato che il misterioso artefatto sia Excalibur, la prodigiosa spada di Artù.

Transformers The Last Knight: confermato un gradito ritorno

Per quanto riguarda invece i personaggi, Bumblebee è ora il leader degli Autobot che fanno base nelle Badlandsin South Dakota.

Anche i Dinobots torneranno insieme a quelli che il sito chiama mini-dinobots. Conosceremo anche The Creator, un nuovo Transformers inglese, Cogman che diventa una Aston Martin e Squeaks che invece è una Vespa. Megatron intanto sarà di nuovo un jet fighter.

Mark Wahlberg torna ad interpretare Cade Yeager e sarà affiancato da Isabela Moner nei panni di Izabella, protagonista femminile, e da Jerrod Carmicheal, in un ruolo non specificato. Si unisce al cast Laura Haddock.  

Transformers The Last Knight uscirà nelle sale americane il 23 giugno 2017 e dovrà competere con Wonder Woman della Warner Bros.

Il quinto capitolo sarà diretto ancora una volta da Michael Bay su una sceneggiatura di Art Marcum, Matt Holloway (Iron Man) e Ken Nolan (Black Hawk Down).Transformers the last knight

Passengers: Chris Pratt e Jennifer Lawrence nel poster ufficiale

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Passengers: Chris Pratt e Jennifer Lawrence nel poster ufficiale

Dopo le prime foto ufficiali, guarda Chris Pratt e Jennifer Lawrence nel primo poster di Passengers, l’atteso sci-fi che li vedrà protagonisti.

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A proposito del film, il regista ha spiegato: “Gli spettatori piangeranno e rideranno. Resteranno col fiato sospeso. Volevamo realizzare un film che riuscisse a far ridere e piangere nello stesso momento. E se hai due star come Jennifer e Chris la cosa è ancora più facile. Sono entrambi due attori estremamente divertenti, ma al tempo stesso estremamente drammatici. Tra di loro c’è un alchimia incredibile. È stata un’esperienza bellissima dirigerli. Credo che in un periodo come questo, pieno di sequel e reboot, sia molto bello avere una storia originale con due delle più grandi star del momento. Sono davvero orgoglioso di questo film”.

Jennifer Lawrence e Chris Pratt a lavoro per Passengers [foto]

passengersAl centro della storia sceneggiata da Jon Spaihts (Prometheus) c’è il meccanico Jim Preston (Pratt) che, durante un viaggio di 120 anni a bordo di un’astronave diretta su un pianeta situato in una galassia lontana dalla Terra, scopre di essersi erroneamente svegliato dal sonno criogenico quasi cento anni prima del previsto. Soffrendo la solitudine – unico uomo in mezzo a robot e androidi – Jim decide un anno dopo di risvegliare uno dei passeggeri e la sua scelta ricade sulla bella giornalista Aurora (Jennifer Lawrence). I due ben presto si innamorano, ma dovranno affrontare più di un ostacolo, in primis il malfunzionamento della navicella che li porrà seriamente in pericolo. Nel cast anche Laurence Fishburne e Michael Sheen.

Passengers arriverà nelle sale il 21 dicembre 2016.

Captain America Civil War: la costumista rivela i processi dietro la creazione

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Tra le cose più apprezzate in Captain America Civil War della Marvel c’erano senz’altro i costumi, soprattutto dei nuovi personaggi introdotti, tra cui Spider-Man e Black Panther. Ebbene oggi a parlare del processo creativo dietro la creazione del design arrivano le parole della costumista Judianna Makovsky che rivela alcuni dettagli sul lavoro fatto e ammettendo il rigido controllo creativo dello studios:

“Quando si lavora con la Marvel e ci sono tutti questi altri film, è come se fosse una sorta di grande film e bisogna collaborare con tutte le altre opere, o comunque bisogna sapere se è in arrivo o no un altro film e non si possono nemmeno fare dichiarazioni su un prossimo film – in particolare, Black Panther. Per questo tipo di costumi si lavora molto a stretto contatto con il team di sviluppo visivo della Marvel Studios.”

Captain America Civil War: era prevista un’introduzione diversa del barone Zemo

Judianna Makovsky“Alla Marvel sanno molto bene quello che voglioni e sanno quali sono i prossimi film in arrivo, io invece no. Quindi loro possono decidere insieme allo sviluppo visivo e al mio lavoro quale direzione stanno prendendo, quale gusto o design prendere dal fumetto per dargli una continuità. E a volte disegno io, altre colte disegnalo loro. E’ un progetto molto amorfo”

Il costumista ammette anche che un controllo creativo è anche un vantaggio e forse la chiave per un successo sicuro:

“La verità sulla Marvel è che sanno quello che vogliono, ed è per questo questi film hanno tanto successo. Kevin Feige ha una visione, e lui davvero comprende appieno questi fumetti. Il risultato è un successo e no si può discutere quando si ha una visione così chiara.”

In merito ai Registi:

“Per ogni film i registi hanno una vera visione su come tradurre in immagini le storie, e anche che tipo di costumi vogliono. QUali tavolozze scegliere? quali toni? quali personaggi vanno in questo film o nell’altro. E’ un team di collaboratori e designer piuttosto insolito. Con gli altri film quando non lavoro con la Marvel, no funziona in questo modo.”

Le notizie e le anticipazioni sul Marvel Cinematic Universe le trovate nel nostro canale dedicato ai Marvel Studios.

Leggi la nostra recensione di Captain America Civil War

Sinossi: Captain America Civil War si svolge subito dopo gli eventi di Avengers: Age of Ultron, con Steve Rogers e gli Avengers costretti ad affrontare i danni collaterali causati dalla loro lotta per proteggere il mondo.Captain America Civil War posterDopo che la città di Lagos, in Nigeria, viene colpita dall’ennesimo incidente internazionale che vede coinvolti gli Avengers, le pressioni politiche chiedono a gran voce un sistema di responsabilità e un consiglio d’amministrazione che decida quando richiedere l’intervento del team. Questa nuova dinamica divide gli Avengers che, al tempo stesso, tentano di proteggere il mondo da un nuovo e malvagio avversario.

Ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto da Anthony Joe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel BruhlCaptain America Civil War è arrivato nelle sale italiane il 4 maggio 2016.

via IGN

Rogue One A Star Wars Story: Felicity Jones in catene nella nuova foto

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Arriva una nuova immagine ufficiale dell’atteso Rogue One A Star Wars Story, primo spin-off diretto da Gareth Edwards. Nella nuova foto diffusa possiamo vedere la protagonista Felicity Jones  in catene:

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Rogue One A Star Wars Story: Darth Vader nel nuovo trailer ufficiale

Diretto da Gareth Edwards su una sceneggiatura di Gary Whitta e Chris Weitz, Rogue One a Star Wars Story è un film prequel ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza. L’uscita in Italia è prevista per il 14 dicembre 2016. Nel cast del film Felicity JonesMads Mikkelsen, Rizz AhmedDiego LunaForest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn. 

Rogue One A Star Wars StoryIl film sarà certamente ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle pronta per la battaglia.

Batman v Superman: il fan trailer con Michael Keaton e Christopher Reeve

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Dopo aver visto Batman v Superman in molti si sono posti la domanda, e se fosse stato interpretato da altri attori storici come Michael Keaton (il Batman di Tim Burton) e Christopher Reeve (Superman di Donner). Ebbene oggi la risposta arriva dall’utente di YouTube Stryder HD che ha montando un fan trailer con immagini da Batman v Superman combinati da primi piani delle precedenti incarnazioni:

Batman v Superman Dawn of Justice: tutti gli errori del film

https://youtu.be/2jlK3NPa0vo

Ecco le foto dal film:

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Batman v Superman Dawn of Justice Ultimate Edition, la recensione

TUTTE LE NEWS SULLA DC FILMS e L’UNIVERSO DC AL CINEMA LE TROVATE NEL NOSTRO CANALE DC FILMS.

Qui di seguito la trama ufficiale del film:

Batman v Superman - Henry Cavill“Temendo le azioni incontrastate di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in un pericolo mai conosciuto prima”.

Ricordiamo che Batman v Superman Dawn of JusticeZack Snyder è stato scritto da Chris Terrio, da un soggetto di David S. Goyer. Nel film saranno presenti Henry Cavill nel ruolo di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno anche: Amy AdamsLaurence FishburneDiane LaneJesse EisenbergRay Fisher, Jason Momoa e Gal Gadot.

Vi ricordiamo che la Ultimate Edition di Batman v Superman è arrivata in DVD e Blu-Ray dal 19 luglio in Italia. 

Spira Mirabilis: recensione del film di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

La Spira Mirabilis (o Spirale Meravigliosa) è una spirale logaritmica il cui raggio cresce ruotando e la cui curva si avvolge intorno al polo senza però raggiungerlo mai. Questo simbolo di perfezione e di infinito dà il titolo al nuovo lavoro degli acclamati documentaristi italiani Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, che mette al centro il concetto di immortalità raccontando cinque storie legate a cinque elementi (fuoco, terra, aria, acqua, etere) in maniera del tutto anticonvenzionale.

Le cinque storie, ambientate in cinque differenti luoghi del mondo, riguardano: una donna sacra, un capo spirituale e la loro piccola comunità Lakota da secoli resistenti a una società che li vuole annientare (fuoco); le statue del Duomo di Milano sottoposte a continue rigenerazioni (terra); una coppia di musicisti inventori di strumenti/sculture in metallo (aria); uno scienziato cantante giapponese che studia una piccola medusa immortale (acqua); l’attrice francese Marina Vlady che narra L’Immortale di Jorge Luis Borges (etere).

In un’alternanza di immagini che viene volontariamente privata di qualsiasi tipo di spiegazione, D’Anolfi e Parenti danno vita ad un progetto tanto ambizioso quanto complesso che nega l’importanza della parola e dei dialoghi per alimentarsi esclusivamente di quadri e di suoni, in un omaggio – tanto visivamente affascinante quanto strutturalmente snervante – alla ricerca e alla tensione verso l’immortalità.

spira mirabilis

I due documentaristi creano un’esperienza intima, a metà tra l’osservazione e la contemplazione, che chiama in causa la predisposizione individuale di ogni singolo spettatore ad un certo tipo di narrazione, in cui viene chiesto di mettere in relazione tutto quello che viene mostrato in totale autonomia, per attribuirgli così senso e significato.

Spira Mirabilis, primo film italiano presentato in concorso a Venezia 73, è un’opera di nobili ed affascinanti intenzioni che inevitabilmente incontrerà il favore dello spettatore ben disposto ad addentrarsi in un viaggio oscuro e di non facile interpretazione. Allo stesso modo, apparirà come un discorso impenetrabile (ed interminabile, date le due ore di durata) per tutti coloro ossessionati dalla coesione e dall’uniformità del racconto.

 

Festival di Venezia 2016, foto: Mel Gibson re del red carpet

Festival di Venezia 2016, foto: Mel Gibson re del red carpet

Serata interamente dedicata a Mel Gibson quella della domenica sera al Festival di Venezia 2016. Il regista e attore ha presentato al Lido il suo ultimo film, Hacksaw Ridge, e con lui erano presenti alla serata i protagonisti: Andrew Garfield, Vince Vaughn, Teresa Palmer, Hugo Weaving e Luke Bracey.

Festival di Venezia 2016: Hacksaw Ridge recensione del film di Mel Gibson

La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.

Io ballo da sòla

Io ballo da sòla

Ieri mi è capitata una cosa inquietante, traumatica, che mi ha lasciato sconvolto. Mi hanno invitato a una festa. Ora, io agli eventi mondani durante i festival sono refrattario. Iniziano a orari improbabili – tipo a mezzanotte, e tenete presente che la proiezione del primo film è alle 8,30 di mattina – ci sono sempre un sacco di sbattimenti per entrare, che tu abbia l’invito o no. Mi ricordo una volta a Cannes che un buttafuori con le capacità intellettive di un pacchetto aperto di Smarties cacciò via in malo modo il premio Oscar Michel Hazanavicius e la sua bellissima moglie Berènice Bejo perché non c’era il loro nome sulla lista.

In realtà c’era, ma quello sapeva scrivere solo ‘io’, ‘tu’, ‘lui’ e ‘quella zoccola’ e Hazanavicius aveva troppe lettere per le sue capacità. Comunque, mal glie ne incolse. Venne prepotentemente cazziato da Marilena Vinci e dopo quell’episodio si è ritirato a vita ascetica per espiare. Oggi lo chiamano ‘lo stilita di Antibes’, non si lava da tre anni e si nutre di sole uova di quaglia. Poi tanto alla fine, dopo un ora che stai lì ad attendere c’è la classica apertura del ‘fate entrare tutti, anche quell’Orango con il frac’, e giù di alcool a buon mercato per tutti, ma intanto si sono fatte le due di notte, la musica è assordante, la gente puzza e non c’è un centimetro di spazio per sedersi o parlare. Sei costretto a ballare e a me essere costretto a ballare sta sul cazzo. Quindi di solito – dato che comunque ste cose di tanto in tanto vanno fatte per questioni di PR – mi comporto come un Jep Gambardella al contrario.

Entro, prendo qualche orrendo intruglio a base di vodka e cherosene che fingo di bere, mi faccio il selfie con la più figa del Bigonzo, stringo la mano al più figo del Bigonzo accompagnandola con frasi inventate sul momento riguardanti i luoghi dove ci saremmo conosciuti – ‘Ti ricordi quella volta? A Medjugorie! Ero il tipo che ascoltava gli Obituary con il walkman mentre il prete diceva messa!’. L’importante è farlo con tale nonchalance da costringere il tizio a dire che si ricorda anche le cose più improbabili, pur di non fare una gaffe – poi fingo di andare al cesso e scappo dalla finestra come il professor Jones ne L’ultima crociata quando fugge dagli studenti che gli vogliono scassare il cazzo. Ma ieri – e qui il trauma – no. La festa era carina, davvero. La musica era ascoltabile, la birra buona, non c’era troppo casino e potevo comunicare con gli altri senza dover urlare come un’aquila che sta subendo un clistere, e mi sono trovato in una fortunata circostanza per cui ero circondato da amici simpatici invece che dalle solite distillerie in Tuxedo che di solito si incontrano in queste occasioni (perché è risaputo che con la gente simpatica, al Lido, non ti incontri mai.

Si dice ‘dai vediamoci’ e poi su Whatsapp? ‘dove sei?’ ‘In sala stampa’ ‘Cazzo! Io all’incontro organizzato da Prada per l’inaugurazione del multisala sulla piattoforma petrolifera dietro Malamocco” “ah, vabbè, dai, allora aggiorniamoci per starera” “Pollcione”). Insomma in finale mi è presa bene e sono rimasto fino alle 3.00 di notte, nel sommo stupore degli astanti che ancora si chiedevano se Ang ancora in piedi e in mezzo alla gente a quell’ora fosse una sorta di allucinazione collettiva dovuta all’abuso di spumante, per altro di qualità accettabilissima. Le femmine, poi, sono rimaste talmente impressionate dal vedermi ballare – oddio. Ballare. Ho leggermente ancheggiato perché con tutto quello che mi stavo bevendo mi scappava la piscia, ma questo resti tra noi che è poco sexy – che a fine serate se ne sono uscite con ‘Daiii… adesso ti vogliamo in pista tutte le sere’. Ecco, non esageriamo che già me piglia l’ansia. Come dice il papa di Sorrentino, una vera star non deve mai sembrare raggiungibile, per cui stasera cena alla trattoria meno infame del Lido, proiezione di Un Lupo Mannaro Americano a Londra, sigaro e nanna prima di mezzanotte.

Un Lupo Mannaro Americano a Londra

Anche perché mi preoccupo del futuro. Quando sarò un vecchio decrepito – perché no, alle feste non è che non ce vado perché so’ vecchio. Non ce vado perché di solito me rompo er cazzo – e mi chiederanno cosa ho fatto in tutti questi anni, beh, voi lo sapete, cosa sarà figo rispondere. E non sarà ‘mi sono ubriacato come no stronzo’. (Ang)

Venezia 73: Mel Gibson con Hacksaw Ridge racconta un eroe della realtà

Fuori concorso al Festival di Venezia 73, Mel Gibson presenta il suo ultimo film da regista, Hacksaw Ridge (qui la nostra recensione), storia vera di un soldato obiettore di coscienza, Desmond Doss, arruolatosi come volontario alla fine della Seconda guerra mondiale. Per scelta Doss non voleva impugnare armi, ma come medico dell’esercito portò in salvo decine di suoi commilitoni durante la pioggia d’acciaio della battaglia di Okinawa.

Alla domanda su quale delle due professioni che esercita con successo, attore e regista, preferisce, Gibson ha risposto: “Regista o attore fanno parte di uno stesso processo, quello di raccontare una storia. Personalmente preferisco dirigere, forse perché sono megalomane, ma mi piace raccontare una storia in base alla mia visione. In questo caso, la vicenda di un uomo ordinario in circostanze straordinarie è una delle combinazioni più feconde per creare un racconto leggendario. Desmond vive l’inferno in terra, armato solo di fede e convinzione.”

Come si sa da tempo, Mel Gibson e Hollywood non sono in rapporti troppo felici, per sua stessa definizione si tratta di “sopravvivenza”, ma in questo caso dei produttori hanno sostenuto il suo progetto e Gibson si è trovato a lavorare con un cast di superstar: Vince Vaughn, Hugo Weaving, Andrew Garfield, Teresa Palmer.

Garfield, interprete del protagonista, ha dichiarato: “Era un uomo semplice, nel cuore sapeva che non doveva uccidere un altro essere umano, che il suo percorso era più grande di lui. Viviamo in un periodo pieno di violenza ideologica, mentre Desmond era un simbolo meraviglioso del motto ‘vivi e lascia vivere’, non importa quale ideologia o sistema di valori porti avanti. È stato un uomo che sapeva chi fosse e cosa dovesse fare e l’ha perseguito in un contesto in cui tutti facevano l’opposto. Anche nel mondo in cui viviamo non vieni certo incoraggiato a seguire la via che ritieni giusta per te. Mentre giri Mel è sempre con te, accanto a ogni attore in ogni singolo momento, come un buon padre.”

Sui veri eroi, lui che ne ha interpretato uno ‘finto’ sul grande schermo, Andrew Garfiled ha dichiarato: “Ho un fratello che è dottore, ha una moglie e tre bei figli, non fa conferenze stampa o riceve applausi, è come Desmond, uno di quei veri eroi che non cercano di esserlo, ma sono semplicemente se stessi nel loro piccolo angolo di mondo. È stato un grande regalo potere rappresentare uno di questi eroi silenziosi.”

Il protagonista del film è un obbiettore di coscienza, che si rifiuta di impugnare le armi, un messaggio forte in un Paese, gli USA, dove l’uso delle armi è una delle principali questioni sociali e politiche dibattute negli ultimi anni: “sicuramente rifiutare di uccidere e usare un fucile può essere un messaggio del film, ma pur odiando le guerre bisogna amare i nostri guerrieri e onorarli, come fa questo film nei confronti di chi si è sacrificato; penso anche al Vietnam. È innegabile la fede enorme che aveva Desmond, altrimenti non si sarebbe lanciato contro quella pioggia di piombo, come la chiamarono i giapponesi. Tanto che lui tributava le sue azioni a un potere superiore.”

Hacksaw Ridge: recensione del film di Mel Gibson #Venezia73

Hacksaw Ridge: recensione del film di Mel Gibson #Venezia73

Alcune vite non sono come le altre. Non lo sono quelle degli uomini che scelgono di vivere da eroi, non lo sono quelle che ha deciso di raccontare Mel Gibson nella sua carriera da regista. Partendo da Braveheart, passando per La Passione di Cristo, lo statunitense si è sempre più focalizzato sui percorsi formativi di giovani uomini che si trasformano da comuni a straordinari. Non fa eccezione quest’ultimo Hacksaw Ridge dove il protagonista Desmond Doss, uomo realmente esistito, si arruola nell’esercito come obiettore di coscienza. Si rifiuta quindi di portare, toccare ed usare armi durante i conflitti e decide di dare il suo contributo al suo paese esclusivamente come soccorritore. Una scelta folle che non tutti capiscono ma che alla fine viene acclamata ed incensata. Proprio questo scarto è quello che interessa al regista che divide il film nettamente in due parti. La prima, quella della quotidianità del futuro eroe, e la seconda, quella dell’ascesa fino alla santificazione.

Hacksaw Ridge di Mel Gibson: trailer ufficiale

Purtroppo però i due segmenti non si equivalgono qualitativamente. Infatti la grande forza del film risiede esclusivamente nella narrazione del conflitto a fuoco dove proprio il personaggio principale viene messo in secondo piano. Le scene di guerra sono girate magistralmente e raccolgono tutta l’attenzione dello spettatore, cosa che non riesce a fare il carisma del personaggio di Doss che è del tutto assente durante tutta la presa di coscienza dei suoi mezzi.

L’estetica che Gibson sfacciatamente ostenta, i continui riferimenti alla Bibbia e le simmetrie tra la sua esistenza e quella di un santo non riescono comunque a far creare la giusta empatia con il protagonista che rimane schiacciato sotto i più interessanti elementi di contorno. Serviva una scrittura più realistica e caratterizzante piuttosto che quella ricoperta di retorica e classicismo che si ritrova ad interpretare un Andrew Garfield assolutamente fuori contesto. Non c’è dubbio che di questi tempi l’intento di un film del genere fosse anche quello di mandare un messaggio simbolico sotto forma di parabola, ma se un po’ del sangue, della polvere, delle viscere che si vedono nel combattimento fossero state usate anche per restituire un sentore di umanità al personaggio principale il risultato finale sarebbe stato veramente notevole.

Pets – Vita da animali: recensione del film Illumination

Pets – Vita da animali: recensione del film Illumination

Come da tempo ci ha abituato il prolifico panorama dell’animazione mainstream, ecco un nuovo film tecnicamente perfetto, confezionato con grande abilità e notevole gusto visivo, una storia adatta a tutti e per ogni età. I bambini impazziranno nel seguire con il fiato sospeso le gesta dei tanti animaletti, mentre i grandi rideranno delle tante gag e battute e sicuramente non potranno non cogliere le innumerevoli citazioni di film famosi, come La febbre del sabato sera con John Travolta o Grease. Infatti Pets – Vita da animali è già campione di incassi negli USA, avendo raggiunto i 350 milioni di dollari e avendo così abbondantemente superato i record raggiunti da Shrek e altri capolavori animati.

La trama di Pets – Vita da animali

Max, un cagnolino di razza improbabile, vive la sua vita tranquilla insieme alla sua amata padrona Katie. Condivide la quotidianità delle lunghe giornate in cui Katie è al lavoro con una combriccola di animaletti domestici che affollano gli appartamenti del suo condominio e di quelli limitrofi. Ma un giorno arriva in casa un ospite inatteso, Duke, un cagnone enorme e dai modi invadenti, quanto maldestri. Duke trascinerà l’abitudinario Max e i suoi amici in una mirabolante avventura per le strade di New York, fino a finire nelle fogne della metropoli, in balia degli animali abbandonati, capeggiati da un coniglietto psicopatico e bellicoso.

Pets - Vita da animali

Il film è stato realizzato dagli stessi creatori dei fortunati Minions e come consuetudine nel lungo processo di realizzazione di un opera d’animazione è diretto a quattro mani da Chris Renaud e Yarrow Cheney. La tecnica utilizzata è il 3D, anche se non viene mai tralasciato un lodevole gusto pittorico e materico che rimanda in molte inquadrature all’animazione tradizionale degli anni 50 e 60. Basti pensare ai colori autunnali di Central Park o all’aspetto romanticamente decadente degli edifici di Manhattan, o ancora al regno sotterraneo delle fogne, dove si sono riuniti in una strampalata comunità alternativa tutti gli animali indesiderati e abbandonati. Tutto questo rende Pets – Vita da animali un oggetto singolare e prezioso,  di grande classe, che lo allontana inconfutabilmente dal film colorato e plasticoso a cui tanti prodotti digitali ci hanno purtroppo abituato.

Tutti i personaggi sono magnificamente descritti, sia nel loro aspetto visivo che nel loro carattere emotivo, oltretutto mettono in scena comportamenti e piccoli gesti che solamente chi vive con un cane, un gatto, un coniglio o un iguana, può riuscire pienamente a riconoscere e ad apprezzare. Questo è un pregio incredibile, certo, ma forse anche l’unico limite, che potrebbe frettolosamente portare a etichettare la pellicola per qualcosa destinato quasi esclusivamente agli amanti degli animali.

Pur nella loro umanizzazione, i vari animaletti della storia, mantengono vigorosamente la loro autonomia “bestiale” e riescono con rara simpatia a trasportarci in un mondo fatto di lunghe attese, di comportamenti astrusi e compulsivi,  di piccoli rituali legati a spazi, oggetti. Incredibilmente delicata e ben descritta è  la convivenza forzata tra umani e animali e tra animali e animali. E non mancano certo i rimandi a valori fondamentali come amicizia, convivenza e rispetto tra individui diversi.

Alla Mostra del Cinema di Venezia è stata organizzata una proiezione speciale per i bambini in compagnia dei  loro animali. Sarebbe bello se fosse fatta la stessa cosa in varie città in occasione dell’uscita in Italia, prevista per il 6 ottobre.

In apertura è abbinato un delirante cortometraggio, dove i Minions si barcamenano goffamente per riuscire a racimolare i soldi per potersi comprare un agognato frullatore. Pochi minuti demenziali ma estremamente divertenti e liberatori.

Arrival: 2 nuove clip con Amy Adams e Jeremy Renner

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Arrival: 2 nuove clip con Amy Adams e Jeremy Renner

Arrival, la nuova pellicola di Denis Villeneuve che vede protagonisti Amy Adams Jeremy Renner torna protagonista in due nuove clip. Vi ricordiamo che il film è stato presentato in anteprima  al Festival di Venezia 73 che sta avendo luogo, come di consueto, proprio in questi giorni.

Arrival, il film

Arrival racconta di una linguista e un matematico che vengono coinvolti dal Governo quando un essere non identificato, presumibilmente alieno, compare nell’atmosfera terrestre. Quando un misterioso oggetto proveniente dallo spazio atterra sul nostro pianeta, per le susseguenti investigazioni viene formata una squadra di élite, capitanata dall’esperta linguista Louise Banks (Amy Adams). Mentre l’umanità vacilla sull’orlo di una Guerra globale, Banks e il suo gruppo affronta una corsa contro il tempo in cerca di risposte – e per trovarle, farà una scelta che metterà a repentaglio la sua vita e, forse, anche quella del resto della razza umana.

Denis Villeneuve, reduce da due film acclamati da pubblico e critica, Prisoners e Sicario, arriverà alla Mostra di Venezia in Concorso con Arrival. Nel film protagonisti sono Amy AdamsJeremy RennerForest Whitaker, Michael Stuhlbarg, Tzi Ma e Mark O’Brien.

 

Fonte: Coming Book

Kingsman The Golden Circle: per Colin Firth non sarà un sequel convenzionale

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Oramai è risaputo da tempo, anche grazie allo spoiler di Pedro Pascal, che Colin Firth tornerà in Kingsman The Golden Circle, e proprio a riguardo a questo ritorno il pubblico si è mostrato abbastanza scettico in virtù della fine designata al personaggio di Harry Art nella prima pellicola. Tuttavia, negli ultimi giorni, Colin Firth è tornato sulla questione giustificando la sua presenza definendo Kingsman The Golden Circle un sequel non convenzionale.

“Be’ è ancora mio dovere essere criptico al riguardo, quindi perdonatemi se sarò creativo nell’evitare la domanda. Non è segreto che io sia coinvolto, in qualche mondo. Da quello che ho percepito posso dire che non si tratta di un sequel convenzionale. Credo che sarà qualcosa che manterrà la sua identità, sono molto ottimista a riguardo. Non posso dire in che modo sono tornato, le persone stanno speculando molto sulla questione giungendo sempre a conclusioni sbagliate. Voglio mantenere la sorpresa ancora un altro po’. Credo che resteranno sorpresi ancora una volta.”

Matthew Vaughn è stato confermato alla regia di Kingsman The Golden Circle, conTaron Egerton che tornerà nei panni di Gary ‘Eggsy’ Unwin, questa volta un agente segreto seriamente addestrato. Kingsman The Golden CircleMentre il primo film era ambientato in Inghilterra, il sequel sarà focalizzato principlamente in location relative agli Stati Uniti e i protagonisti avranno a che fare con una frangia americana di Agenti Segreti della stessa agenzia.

Nel cast del film torneranno quindi Taron Egerton, Colin Firth, Mark Strong, Sophie Cookson e Edward Holcroft mentre si sono aggiunti a oggi Julianne Moore,Halle Berry, Pedro Pascal, Sir Elton John, Vinnie Jones e Channing Tatum.

La 20th Century Fox ha stabilito l’uscita di Kingsman The Golden Circle per il 16 giugno 2017.

Fonte: Collider

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