Home Blog Pagina 1710

Tom Cruise pronto alla caccia in un nuovo spot di Jack Reacher Punto di Non Ritorno

0

Tom Cruise è il protagonista del nuovo spot tv di Jack Reacher Punto di Non Ritorno, sequel del film con protagonista l’eroe che Cruise ha già interpretato una volta. Alla regia del film c’è Edward Zwick. Di seguito il video:

Jack Reacher Punto di Non Ritorno: trailer italiano con Tom Cruise e Cobie Smulders

Il primo film era l’adattamento cinematografico del romanzo La prova decisiva, scritto da Lee Child nel 2005. Il sequel sarà l’adattamento del romanzo Punto di non ritorno.

Nel cast di Jack Reacher Punto di Non Ritorno ci sono Tom Cruise, Cobie Smulders, Aldis Hodge, Danika Yarosh e Patrick Heusinger.

Edward Zwick, che aveva già diretto Tom in L’Ultimo Samurai, tornerà a lavorare con la star di Hollywood per il film che arriverà nei cinema USA il 21 ottobre 2016.

Jack Reacher punto di non ritornoDi seguito la sinossi del primo film: In una città pacifica e tranquilla, cinque persone sono uccise da un cecchino. Gli indizi portano velocemente ad un ex soldato di nome James Barr. Tace durante l’interrogatorio, ma scrive il nome di Jack Reacher, un ex poliziotto militare. Durante il trasporto verso il carcere viene lasciato in balia di altri carcerati che lo riducono in coma. La polizia non ha idea di come rintracciare Jack Reacher ma è lui a presentarsi spontaneamente, intenzionato a confermare la condanna di Barr a causa di un crimine da lui commesso in passato, ma sa anche che questi non avrebbe mai chiesto il suo aiuto se fosse davvero colpevole.

Tra i prossimi progetti di Tom Cruise figurano lo sci-fi Mena, che lo vedrà di nuovo collaborare con Doug Liman (già regista di Edge of Tomorrow), e l’annuncio reboot de La Mummia. L’attore tornerà anche protagonista dell’annunciato sesto capitolo della saga di Mission Impossible.

Marvel: Stan Lee rivela i camei in arrivo

0

Continuano ad arrivare dichiarazioni di Stan Lee sul Marvel Cinematic Universe dal Fan Expo in Canada, dove l’autore sta incontrando numerosi fan. Ebbene durante una mini intervista con Comic Book, Stan Lee ha parlato dei prossimi camei in programma e ha confermato che lo rivedremo presto in Guardians of the Galaxy Vol. 2, Spider-Man Homecoming e l’imminente Doctor Strange

Marvel: Stan Lee rivela il film che non ha amato

Il sito ha anche chiesto al leggendario autore se decide lui il suo cameo e  se gli piacerebbe interpretare un ruolo più consistente:

“Oh no, no, decidono loro. Non credo si possa decidere qualcosa del genere. Essi si limitano a darmi pochi secondi, e hanno paura che io oscurare la stella del film. Sapete come vanno queste cose.”

Vi ricordiamo tutte le notizie sul Marvel Cinematic Universe le trovate nel nostro canale dedicato ai Marvel Studios.

MarvelDiretto da Jon Watts, Spider-Man Homecoming vedrà protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle. Al cast si aggiungono Michael KeatonMichael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly e Kenneth Choi.

Assassin’s Creed: Michael Fassbender è Aguilar – foto

0
Assassin’s Creed: Michael Fassbender è Aguilar – foto

È stata diffusa una nuova immagine di Michael Fassbender nei panni dell’assassino Aguilar. Parliamo chiaramente di Assassin’s Creed, l’atteso adattamento cinematografico del videogame Ubisoft.

Trovate l’immagine di seguito:

[nggallery id=1984]

Guarda il trailer italiano di Assassin’s Creed

Nel cast del film anche Michael Kenneth Williams, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Brendan Gleeson e Ariane Labed. La pellicola sarà diretta da Justin Kurzel, che ha già diretto Michael Fassbender e Marion Cotillard in Macbeth. La sceneggiatura porta la firma di Bill Collage, Adam Cooper, Michael Lesslie.

Assassin's Creed film posterLe riprese del film sono iniziate ad agosto 2015 e si sono svolte a Londra, a Malta e in Spagna. Si sono poi ufficialmente concluse a gennaio 2016.

Assassin’s Creed, prodotto e distribuito dalla 20th Century Fox, uscirà in America il 21 dicembre 2016. Nelle sale italiane invece arriverà il 5 gennaio 2017. Di seguito la prima trama:

Callum Lynch (Michael Fassbender) scopre di essere un discendente di una società segreta di assassini dopo aver sbloccato memorie genetiche che gli permettono di rivivere le avventure del suo antenato, Aguilar, nella Spagna del 15esimo secolo. Dopo aver acquisito una conoscenza e delle abilità incredibili, decide di attaccare gli oppressivi Cavalieri Templari ai giorni nostri.

Doctor Strange: Benedict Cumberbatch in una nuova foto

0
Doctor Strange: Benedict Cumberbatch in una nuova foto

Ecco una nuova immagine da Doctor Strange con Benedict Cumberbatch pubblicata in esclusiva su Yahoo Movie. La trovate di seguito:

Doctor Strange: il trailer italiano del film con Benedict Cumberbatch

[nggallery id=2163]

doctor strange posterL’uscita di Doctor Strange è prevista per il 4 novembre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda Swinton, Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor.

Ispirato all’omonimo e celebre personaggio dei fumetti, apparso per la prima volta nel luglio del 1963 nel numero 110 di “Strange Tales”, il film Marvel Doctor Strange racconta la storia del neurochirurgo Stephen Strange, che dopo un terribile incidente automobilistico scopre un mondo nascosto fatto di magia e dimensioni alternative.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Fonte: CBM

Safari: recensione del film di Ulrich Seidl

Safari: recensione del film di Ulrich Seidl

Gruppo di famiglia (ricca, molto ricca) con cadavere, o meglio tanti cadaveri, di ogni tipo, dimensione e soprattutto prezzo. No, non è il plot di un nuovo film di Eli Roth alle prese con la saga di Hostel, ma purtroppo la cruda, spietata e grottesca, oltre ogni immaginazione, realtà di Safari.

Ulrich Seidl racconta, con la dovizia di un illustratore estremamente prodigo di dettagli, un mondo deviato e perverso, dove tutto è possibile, dimostrando che in fondo con i soldi è possibile acquistare tutto, anche il diritto di uccidere un altro essere vivente. Descrive il mondo della cosiddetta “caccia grossa”, sconosciuto e lontano ai più, forse immaginato e rielaborato nella mente in maniera avventurosa, pensando ai romanzi d’avventura di fine ottocento o ai film di Tarzan. Invece ci rivela che si tratta di un vero e proprio supermercato della violenza, dove tutto è riconducibile a un valore in denaro. E così Seidl, con mano ferma e la sapiente ironia di un creatore di immagini  segue alcuni gruppi di facoltosi turisti che tra un’ abbronzatura, una birra e una dormita uccidono ignari animali che hanno avuto la sventura di trovarsi sulla loro strada.

L’autore imbandisce gustosi e grotteschi tableau vivant con i protagonisti reali dei vari massacri, abbigliati con cappelli di sughero e completi coloniali, come se avessero detto loro di travestirsi da cacciatori per la notte di Halloween. Li circonda di teste impagliate e cadaveri imbalsamati che divengono il ricordo storpiato e malinconico di quello che un tempo era la loro vita libera nella savana africana. E a questi piccoli meravigliosi affreschi alterna le loro prodezze sul campo, mostrandoceli in tutta la loro goffezza e presuntuosa idiozia.

Vediamo ragazzine capricciose che sognano di uccidere un okapi, ma che mai (dicono, con disarmante sensibilità) potrebbero sparare a un leone o un ghepardo, obesi che non riescono neanche a camminare o salire su una scaletta, addormentarsi gonfi di birra in un capanno, in attesa di sparare con fucile di calibro così grande che potrebbero abbatterci un aereo, e ancora signore imbellettare che non vedono l’ora di farsi una fotografia con la carcassa sistemata in posa dell’animale da loro assassinato.

Non mancano poi scene cruente, come la macellazione di una giraffa, e la descrizione dell’agonia delle prede che non vengono quasi mai uccise su colpo. E dicevamo che tutto ha un prezzo; si parte dai 250 euro per prede relativamente comuni, come le gazzelle, fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per leoni, elefanti, o specie con pochi esemplari disponibili, rare, per non dire a rischio di estinzione. Si scopre che la maggior parte delle riserve di caccia in Africa, in cui si svolge indisturbata questa mattanza, sono di proprietà di facoltosi occidentali e che i clienti sono imprenditori, dentisti, medici, industriali, avvocati, tutte persone che non si fanno problemi a spendere migliaia di euro semplicemente per il gusto di uccidere. E la gente del posto naturalmente è parte impotente del gioco, messa biecamente a tacere e resa complice con pochi spiccioli. Assistiamo cosi a scene di servilismo e apparente disinteresse, forse più agghiacciante delle stesse uccisioni.

Come ci ha abituato Seidl in altri suoi film, Canicola o Im Keller, le immagini sono splendide, accattivanti, la regia sapiente, il suo gusto per il grottesco ci porta a sorridere, ma poi quel sorriso si paralizza e si congela nella riflessione che quello che stiamo vedendo è tutto vero, che gli assassini sono i nostri vicini di casa. Ci insinua il dubbio che forse anche noi potremmo avere un prezzo, che potendolo pagare non esiterebbero a spararci, per poi appendere la nostra testa impagliata nel loro lussuoso salotto, o semplicemente per farci apparire con loro in un selfie da mostrare con orgoglio agli amici.

Elegante, quanto disturbante, ma necessario.

Venezia 73, red carpet: Jude Law, Paolo Sorrentino e …

0
Venezia 73, red carpet: Jude Law, Paolo Sorrentino e …

Sul red carpet di Venezia 73 arriva finalmente fuori concorso il premio Oscar Paolo Sorrentino per presentare la nuova serie televisiva The Young Pope targata Sky, HBO. Ecco le foto:

[nggallery id=2918]

La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.

L’importanza di essere Franco

L’importanza di essere Franco

Genio di un Sorrentino, l’hai fatto apposta. L’altro ieri era il ‘Fertility Day’, ieri la vignetta sui terremotati di Charlie Hebdo. Sono stati giorni talmente pieni per il battagliero popolo della rete che oggi, stremato da questa lunga sequela di scuotimento di neuroni per l’affermazione delle più sofisticate delle posizioni intellettuali (roba complessa, tipo ‘Francia merda’ o ‘fucilateli tutti’) si è giustamente concesso una pausa rilassante sfruttando gli ultimi giorni di bel tempo estivo in attività edificanti come la gara di rutto con citazione di Hegel, il salto della nerchia e gli scherzo al citofono con formule sataniche recitate al contrario – “!Ozzacots”; “?E’ ihc”; “Niiiiiird! Niiiiiiiird!” – e non si è accorto che nel frattempo tu hai fatto appena passare a uno dei più importanti festival di cinema internazionali un film dove il papa non solo è uno stronzo ambiguo, ma fuma pure e dichiara cose atroci sulla Chiesa come se regalasse caramelle. Certo, poi se la cava sempre dicendo “dai, era un sogno”, oppure “dai, scherzavo”. È il famoso metodo Giacobbo: vi ricordate quando durante Voyager, in fissa per il Codice da Vinci le sparavano grosse spacciando il buon Gesù come un precursore hippie di Rocco Siffredi? Ecco, tutte le puntate così. “Il Santo Graal che sarebbe in realtà il figlio illegittimo del Cristo e della Maddalena travestita da Leonardo Da Vinci concepito nella cappella di Rosslyn che in realtà è una macchina del tempo che permette di reincarnarsi in Chubacabras per sterminare i templari e sostituirli con dei bambini Indaco”.

Poi, dopo aver fatto venire un infarto a diverse vecchie devote, aver provocato l’intasamento delle linee del Vaticano a causa delle numerose chiamate richiedenti esorcismi, aver provocato la resurrezione in contemporanea di Giuda Iscariota, Germano Mosconi e Mario Magnotta, immediatamente santificati perché, rispetto a quello che si sentiva in tivvù, le loro venivano considerate solo innocue marachelle, con la faccia sorniona e il sorrisone a trentadue denti di chi ti percula anche se non ti conosce, Giacobbo con un colpo da maestro ritirava tutto. “Abbiamo scherzato! Non c’è alcuna prova di quello che vi abbiamo detto! Lo abbiamo trovato scritto sui cessi dell’Autogrill! Avevate capito Cristo? Abbiamo detto Fristo!” e tutte questo cialtronesco arrampicarsi sugli specchi per evitare di vedere la Rai chiusa, barricata e purificata con le fiamme.

Comunque, il film – sono in realtà i primi due episodi di una serie, ma funzionano da soli anche come un film – mi è piaciuto moltissimo. Il papa è un incrocio tra una rockstar e un super-eroe e Silvio Orlando interpreta un antagonista che manda a casa Jared Leto e Luca Marinelli a fasse almeno ‘na bibbita prima del prossimo giro. Che ogni tanto c’è anche da riposarsi. Heath Ledger no, non esageriamo, che lui già si riposa da tempo.

Festival di Venezia 2016Ma invece c’è gente che la misura non ce l’ha. Per dire, James Franco. Ogni settimana fa un film. E ormai sarà una decina d’anni che non si può avere una Venezia senza James Franco. Che io per carità, gli voglio bene pure perché è narcolettico e si addormenta durante le interviste, quindi ti ci fai i selfie facile che lui neanche se ne accorge, e se hai tempo gli metti pure la cartaccia delle merendine in bocca come facevamo alla gita delle medie quando qualche poraccio si addormentava sull’autobus.

Però dopo che hai fatto Spider-Man e il tuo primo film da regista io la prossima volta che te vojo vedè è ai Migliori Anni con Carlo Conti, non è che ogni dieci minuti poi stà lì a gridà che hai sfornato un nuovo capolavoro. Non fà finta di niente, Mainetti, che stai lì in fondo a fischiettare ma t’avemo sgamato che stasera presenti un altro corto alla sezione ‘Cinema nel giardino’. Lo chiamavano Jeeg Robot c’è piaciuto a tutti, ma mo’ pigliate respiro, guardate il cielo, le montagne, rilassatevi. Non facciamo come con Zerocalcare, che a un certo punto dove mi giravo ci stava lui e il mio strizzacervelli ha dovuto sudare le sette proverbiali camicie – quelle che gli avventori qui al Lido non usano, loro ne hanno una sola per tutta la durata del festival – per convincermi che non mi stava perseguitando.

(Ang)

Brimstone: recensione del film con Dakota Fanning e Guy Pearce

Brimstone: recensione del film con Dakota Fanning e Guy Pearce

A metà strada tra Salem e il vecchio west si insinua la nuova fatica cinematografica del regista olandese Martin Koolhoven, Brimstone, quest’anno in concorso a Venezia.

Protagonista di Brimstone è la giovane e bella Liz (Dakota Fanning) un’ostetrica sposata ad un uomo molto più vecchio di lei, che vive in quella che sembra una quieta cittadina di stampo puritano. A turbare la sua tranquillità ci pensa l’arrivo inaspettato al villaggio del reverendo Preacher (Guy Pearce) che sembra avere dei conti in sospeso con Liz e appare da subito intenzionato a trasformare la sua vita in un inferno. Inizia così per la ragazza una vera e proprio lotta per la sopravvivenza che la spingerà a lasciare la città per sfuggire al pericoloso nemico e proteggere così i suoi figli dalla sua ira.

Brimstone

Koolhoven, dopo aver introdotto la sua imperturbabile protagonista femminile, decide di raccontarci la sua storia ripercorrendo gli eventi che hanno segnato la vita di Liz ma lo fa andando a ritroso prima di arrivare ad un ‘fiammeggiante’ finale. Essendo la componente religiosa fondamentale alla narrazione, il film viene suddiviso in quattro episodi, ognuno dei quali prende il suo titolo dalla Bibbia, ovvero Apocalisse, Esodo, Genesi e Castigo.

Questa divisione in capitoli, che dovrebbe rendere il film più dettagliato e facilitarne la comprensione, in realtà non fa altro che frammentare ancor di più una storia la cui sceneggiatura fa acqua da tutte le parti sin dalle prime battute. Si parte infatti con Apocalisse – senza alcun dubbio l’episodio più convincente dei quattro – e ci si ritrova in un’ambientazione tipica del New England dell’epoca puritana; ma l’atmosfera, caratteristica dei film che affrontano il difficile periodo della caccia alle streghe, subisce un brusco e repentino cambiamento con il sopraggiungere del secondo episodio, Esodo, dove ci ritrova all’improvviso nel polveroso e selvaggio west.

Brimstone3

Questo avvicendamento così drastico non solo è destabilizzante per lo spettatore ma sembra non aver alcun senso; non si riesce infatti ad inserire la storia in una precisa dimensione spazio temporale e ognuno degli episodi sembra essere completamente scollegato dagli altri.

A pesare ancora di più sul già labile equilibrio del film è l’uso eccessivo della violenza, soprattutto sulle donne e animali, che non è solo inquietante ma, nella maggior parte dei casi, anche gratuito.

La brutalità di alcune scene sembra voler sopperire alla mancanza di sostanza del film le cui sorti non vengono risollevate nemmeno dalla presenza nel cast di attori eccellenti come la giovanissima Fanning e il suo antagonista Pearce; mentre la prima risulta quasi totalmente inespressiva, Guy invece dà vita ad un personaggio così rigido e controllato da sembrare quasi la versione macchiettistica di un inquisitore, suscitando ilarità piuttosto che terrore e raccapriccio. Nonostante le onorevoli intenzioni di Martin Koolhoven di omaggiare il genere del western all’italiana, Brimstone è purtroppo un esperimento completamente fallito che qui a Venezia ha guadagnato ben pochi applausi e un numero imbarazzante di fischi.

Brimstone4

Venezia 73: François Ozon presenta il suo Frantz

Venezia 73: François Ozon presenta il suo Frantz
françois ozon
Foto La Biennale di Venezia / Iacopo Salvi

Attesissimo il ritorno di François Ozon alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Dopo CinquePerDue Frammenti di vita amorosa e Potiche La Bella Statuina, il regista e sceneggiatore francese torna protagonista del concorso del Festival con Frantz, melodramma interpretato da Pierre Niney e Paula Beer.

Accompagnato in conferenza stampa dai due protagonisti del film, Ozon ha aperto le danze spiegando la genesi del progetto: “L’idea della pellicola nasce da uno spettacolo teatrale di Maurice Rostand. Poi mi sono documentato e ho scoperto che quella stessa storia era già stata portata sullo schermo da Lubitsch con Broken Lullaby del 1931. Ad ogni modo il mio film si distacca molto dall’opera originale, con la quale onestamente non sarei mai voluto entrare in competizione”.

Venezia 73: Frantz recensione del film di François Ozon

Il film è girato in b/n, intervallato da alcune sequenze a colori. A proposito di questa scelta il regista ha rivelato: “È stata una grande sfida per me. Anche perché non avevo mai lavorato in bianco e nero prima d’ora. Mi sembrava comunque una scelta inevitabile, visto il tema e l’ambientazione del film. Ad ogni modo, le scene a colori rappresentano una sorta di ritorno alla vita in questo clima di lutto che pervade l’intera narrazione”.

Parlando invece dei due attori protagonisti, Pierre Niney e Paula Berr, Ozon ha dichiarato: “Avevo conosciuto Pierre grazie a J’aime regarder les filles, ai suoi ruoli alla Comédie française e a Yves Saint Laurent. È un attore fantastico, a suo agio sia con la commedia che con il dramma. Di Paula invece non conoscevo nulla, e devo ammettere che è stata una sorpresa. Ho fatto un casting in Germania dove ho incontrato molte giovani attrici. Quando l’ho visto ho pensato subito che fosse perfetta per la parte. È giovane ma ha un modo di recitare davvero maturo”.

Frantz

The Young Pope: la serie Sky di Paolo Sorrentino #Venezia73

0
The Young Pope: la serie Sky di Paolo Sorrentino #Venezia73

Atteso al varco dopo un Oscar “confezionato” grazie a talento e tradizione e un film per molti versi incompreso, Paolo Sorrentino fa esordire la sua prima esperienza televisiva al Festival di Venezia, una straordinaria opera che, nonostante il formato di partenza, prodotto da Sky per il piccolo schermo, si sposa benissimo con le dimensioni della sala cinematografica. The Young Pope racconta il papato di Pio XIII, un giovane cardinale neoeletto, appena 47 anni, che si inserisce in una macchina burocratica perfetta e funzionante, come il Vaticano, e deve far conciliare le sua ingombrante personalità con riti, presenze, giochi di potere, cose che “sono sempre andate in un certo modo”, con la sua personalità, misteriosa, contraddittoria e ambiziosa, una personalità difficile da inquadrare per tutte le persone che gli ruotano intorno, per l’ambizioso e ambiguo Segretario di Stato, per chi lo conosce da sempre e per i fedeli, che si trovano di fronte un nuovo personaggio, distante anni luce da quello che dovrebbe essere un Papa.

Con The Young Pope, Paolo Sorrentino rinuncia in parte (non nella sequenza iniziale del pilot almeno) alla sua estetizzante antinarrazione per concentrarsi sulla scrittura. Accantonate in parte le evoluzioni registiche fini a se stesse, il regista confeziona dei personaggi impeccabili, complessi, sfaccettati, con una scrittura solida e allo stesso tempo spiritosa e intelligente. Lo script originale di Sorrentino è poi illuminato dalle grandi interpretazioni di Jude Law e Silvio Orlando, tra gli altri. I due protagonisti principali, con misura e mestiere, danno vita alle battute mettendo in scena un racconto che, volendo fare dei paragoni di toni e argomenti narrati, rimbalza tra House of Cards, I Borgia e alcune delle grandi e complesse serie di successo degli ultimi anni.

Rimanendo perfettamente riconoscibile nella sua autorialità (sia registica che narrativa), Paolo Sorrentino si concentra sulla storia e sulla costruzione dei personaggi, realizzando un prodotto che dal pilot si conferma interessante, coinvolgente, divertente e senza dubbio da seguire. Dal 21 settembre su Sky Atlantic.

the young pope

Festival di Venezia 2016, foto: James Franco, Jude Law, François Ozon..

0

Quarto giorno al Festival di Venezia 2016 e oggi al lido le foto di James Franco, Jude Law, Paolo Sorrentino, Dakota Fenning e molti altri.

Di seguito gli scatti:

[nggallery id=2918]

Festival di Venezia 2016
Foto La Biennale di Venezia / Iacopo Salvi

La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.

Venezia 73: Amy Adams sirena dorata sul red carpet

0
Venezia 73: Amy Adams sirena dorata sul red carpet

Dopo Arrival, Amy Adams è stata la stella anche della terza serata del Festival di Venezia 2016, durante la quale ha presentato Nocturnal Animals di Tom Ford. Di seguito gli scatti con protagonista la Adams che per l’occasione ha indossato ovviamente un abito a sirena firmato Tom Ford.

Venezia 73, foto: Tom Ford, Jake Gyllenhaal, Aaron Taylor-Johnson…

Grandi star hanno sfilato sul red carpet di Venezia 73 nella serata di ieri, ecco di seguito le foto di ieri, tra gli altri  Naomi Watts, Amy Adams, Tom Ford,  Jake Gyllenhaal, Aaron Taylor-Johnson, Colin Firth e molti altri.

Di seguito gli scatti:

[nggallery id=2918]

Venezia 73
Foto La Biennale di Venezia / Iacopo Salvi

La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.

Venezia 73: il giorno del giovane Papa di Paolo Sorrentino

Venezia 73: il giorno del giovane Papa di Paolo Sorrentino

Oggi a Venezia 73 è il giorno di The Young Pope, la serie Sky diretta e scritta da Paolo Sorrentino. Il regista premio Oscar è infatti l’ospite d’onore di oggi al Lido, dove vengono presentati anche in concorso anche Frantz di François Ozon e Brimstone di Martin Koolhoven.

[nggallery id=2918]

La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.

Black Panther, Chadwick Boseman: “Sarà un leader”

0
Black Panther, Chadwick Boseman: “Sarà un leader”

Black Panther è senza dubbio uno dei film Marvel Studios più attesi del prossimo futuro, grazie soprattutto all’azzeccata interpretazione dell’attore Chadwick Boseman in Civil War. Con ogni probabilità il film standalone riprenderà proprio da dove l’avevamo lasciato, ed oggi a parlare del personaggio è proprio Chadwick Boseman che a CBR rivela che tipo di personaggio vedremo.

Black Panther: per Michael B. Jordan una scelta “sicura”

“Sento che nel film si avrà la possibilità di vedere come lui non sarà più una persona egoista. Non sarà un dittatore, né una persona che fa le cose puramente per il proprio profitto. Lui ha un aspetto eroico, ha un cuore da eroe, da leader. Si può credere in lui perché è misericordioso, e gli si possono perdonare anche cose che non sono propriamente perfette.”

[nggallery id=2874]

Black Panther: per Chadwick Boseman aggirerà gli stereotipi

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Con lui ci sono Michael B. Jordan che interpreterà Erik Killmonger (un villain nel materiale d’origine), il premio Oscar Lupita Nyong’o, che sarà Nakia, un ex membro del Dora Milaje di Wakanda, ora agente del Killmonger, e Danai Gurira nei panni di Okoye, un membro del Dora Milaje, le donne che si allenano per diventare le mogli del Re di Wakanda.

Black Panther: ecco il panel dal Comic Con

“Voglio ringraziare tutti per l’energia, faremo del nostro meglio, lavoreremo sodo e ci vedremo presto” ha dichiarato il regista del film, Ryan Coogler. La produzione del film comincerà a Gennaio ad Atlanta.

Coogler scriverà e dirigerà Black Panther che seguirà la storia di T’Challa, il re guerriero di Wakanda, da dove era stata interrotta in Captain America Civil War. Non è ancora chiaro quali altri personaggi parteciperanno alla storia, anche se sembra una buona possibilità che nel film ci sia anche Ulysses Klaw, che ha esordito in Avengers Age of Ultron con il volto di Andy Serkis. Inoltre sembra ci possa essere spazio anche per Everett Ross, visto sempre in Civil War con il volto di Martin Freeman.

Black Panther arriverà al cinema il 16 febbraio del 2018.

Black Panther logo

Transformers The Last Knight: incredibili acrobazie sul set – video

0

Continuano le riprese di Transformers The Last Knight, l’annunciato prossimo capitolo del franchise di successo diretto da Michael Bay. Ebbene, oggi è proprio quest’ultimo ha pubblicare due incredibili video dal set in Scozia, nel quale vediamo acrobazie esplosioni dal caotico set. Il video arriva a poca distanza dall’annuncio di chi interpreterà Re Artù che vi abbiamo rivelato qualche giorno fa.

[nggallery id=2838]

Si intitola Transformers The Last Knight il quinto capitolo della saga miltimilionaria della Hasbro portata al cinema dal genio fracassone di Michael Bay. Anche se non si hanno dettagli sulla trama, è probabile che l’ultimo cavaliere del titolo sia proprio Optimus Prime che, come abbiamo scoperto in Age of Extinction, appartiene ai Cavalieri di Cybertron.

La storia ruoterà intorno a Optimus Prime che scopre che è stato lui la causa della distruzione di Cybertron. Per riportare ilpianeta in vita, avrà bisogno diun misterioso artefatto, qualcosa che avrà a che fare con Merlino, il mago di Re Artù.

Il sito aggiunge che Merlino ha ricevuto i suoi poteri magici proprio da un Transformers e in qualche modo l’artefatto in questione è legato a questa cosa. Anche se non ci sono ulteriori dettagli, sembra quasi scontato che il misterioso artefatto sia Excalibur, la prodigiosa spada di Artù.

Transformers The Last Knight: confermato un gradito ritorno

Per quanto riguarda invece i personaggi, Bumblebee è ora il leader degli Autobot che fanno base nelle Badlandsin South Dakota.

Anche i Dinobots torneranno insieme a quelli che il sito chiama mini-dinobots. Conosceremo anche The Creator, un nuovo Transformers inglese, Cogman che diventa una Aston Martin e Squeaks che invece è una Vespa. Megatron intanto sarà di nuovo un jet fighter.

Mark Wahlberg torna ad interpretare Cade Yeager e sarà affiancato da Isabela Moner nei panni di Izabella, protagonista femminile, e da Jerrod Carmicheal, in un ruolo non specificato. Si unisce al cast Laura Haddock.  

Transformers The Last Knight uscirà nelle sale americane il 23 giugno 2017 e dovrà competere con Wonder Woman della Warner Bros.

Il quinto capitolo sarà diretto ancora una volta da Michael Bay su una sceneggiatura di Art Marcum, Matt Holloway (Iron Man) e Ken Nolan (Black Hawk Down).Transformers the last knight

Venezia 73: Nocturnal Animals recensione del film di Tom Ford

Venezia 73: Nocturnal Animals recensione del film di Tom Ford

Dopo l’acclamata opera prima A Single Man – film presentato a Venezia nel 2009 e che ha fruttato a Colin Firth la Coppa Volpi e una nomination Oscar nello stesso anno – , Tom Ford fa il suo trionfale ritorno in laguna con Nocturnal Animals.

Tratto dal romanzo di Austin Wright dal titolo Tony & Susan, il film racconta la storia di una donna, Susan, interpretata da Amy Adams, incastrata in una relazione sentimentale con un uomo infedele e assente, costretta ad una vita fin troppo ordinaria ed insoddisfacente. Un giorno però Susan riceve il manoscritto di un romanzo che porta la firma di Walker (Jake Gyllenhaal), sua ex fiamma al college nonché suo ex marito. Attraverso quelle pagine e grazie all’angosciante storia dei protagonisti del romanzo, Susan si risveglia bruscamente dal suo torpore e capisce di essere in qualche modo ancora legata ai fantasmi del suo passato.

NOCTURNAL ANIMALS

La semplicità della trama potrebbe trarre in inganno eppure in questo film non c’è niente di convenzionale. Quello di Tom Ford è infatti un thriller ansiogeno la cui complessa narrazione si sviluppa in tre direzioni, dando vita a tre storie differenti ma parallele. Attraverso gli occhi di Susan abbiamo infatti accesso alle inquietanti vicende di Tony – ancora Jake Gyllenhaal – un professore universitario che, in viaggio con la moglie (Isla Fisher) e la figlia (Ellie Bamber), si imbatte in un gruppo di malintenzionati in autostrada, andando incontro purtroppo ad un tragico destino. Allo stesso tempo però ripercorriamo, attraverso alcuni flashback, le tappe principali della storia d’amore tra Walker e Susan che ha poi portato quest’ultima tra le braccia di un altro uomo apparentemente perfetto.

NOCTURNAL ANIMALS

Il regista, e anche sceneggiatore in questa occasione, riesce quindi a sostenere perfettamente il peso di questo ingombrante intreccio, presentandoci una storia in cui realtà e finzione si fondono e confondono, dove presente, passato e immaginazione corrono sugli stessi binari. Il thriller in questo caso si trasforma, grazie alla meravigliosa ed intensa Amy Adams – che si vocifera potrebbe essere la candidata perfetta per la Coppa Volpi femminile di quest’anno -, in un vero e proprio dramma in cui le angosce di Susan sembrano respirare all’unisono con quelle di Tony, interpretato da un immenso Jake Gyllenhaal che, dopo la deludente prova di Everest, film d’apertura della scorsa edizione del festival, torna a brillare con un impegnativo duplice ruolo.

Ma quello che incanta e sbalordisce di Nocturnal Animals è l’eleganza e l’estetica così lineare di Tom Ford che fonde i tre piani narrativi con l’ausilio a volte di pochi semplici elementi riuscendo a creare una connessione spazio temporale tra le storie. In un meraviglioso crescendo, il film si conclude con un finale all’apparenza scontato ma bensì aperto a molteplici interpretazioni e che, in linea con il clima d’incertezza caratteristico della storia, lascia lo spettatore con mille domande e solo una manciata di risposte.

Rogue One A Star Wars Story: la linea di toys in stop-motion

0
Rogue One A Star Wars Story: la linea di toys in stop-motion

Guarda il promo ufficiale in stop-motion della nuova linea di toy di Rogue One A Star Wars Story, l’atteso primo spin-off dell’estensione dell’universo di Star Wars targato Walt Disney.

[nggallery id=1918]

Rogue One A Star Wars Story: Darth Vader nel nuovo trailer ufficiale

Diretto da Gareth Edwards su una sceneggiatura di Gary Whitta e Chris Weitz, Rogue One a Star Wars Story è un film prequel ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza. L’uscita in Italia è prevista per il 14 dicembre 2016. Nel cast del film Felicity JonesMads Mikkelsen, Rizz AhmedDiego LunaForest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn. 

Rogue One A Star Wars StoryIl film sarà certamente ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle pronta per la battaglia.

Fonte: CBM

Guardians of the Galaxy Vol. 2: James Gunn e lo script Groot Version

0

Guardians of the Galaxy Vol. 2Mentre cresce l’attesa per l’arrivo del primo trailer di Guardians of the Galaxy Vol. 2, sequel del film di successo targato Marvel Studios, oggi il regista James Gunn ha diffuso via twitter una foto che rivela la Groot Version della sceneggiatura del film. In sostanza è la versione a cui hanno accesso solo Vin Diesel e James Gunn e riguarda principalmente Groot e il suo modo di comunicare che secondo questi ultimi no si limita semplicemente a “Io sono Groot”.

Guardians of the Galaxy Vol. 2: possibili connessioni con Doctor Strange?

I due hanno anche tenuto una sessione di domande e risposta con alcuni fan, dove il regista ha rivela alcuni dettagli sulla storia.

“Il primo film è stato davvero come diventare una famiglia. Questo film invece si concentrerà sull’essere una famiglia. Questo è quello con cui avrete realmente a che fare, ed è quello di cui questo film parla.  Loro sono “la famiglia”, che lo vogliano o no, ma come sapete vogliono anche uccidersi a vicenda ma questo dovrete scoprirlo nel film.”

[nggallery id=2477]

Guardians of the Galaxy Vol. 2: sinossi, personaggi e l’identità del padre di Peter Quill

In Guardians of the Galaxy Vol. 2, che arriverà al cinema nel 2017, torneranno sicuramente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista e in veste di doppiatori Vin Diesel e Bradley Cooper.

Guardians of the Galaxy Vol. 2

Confermati anche il Collezionista (Benicio Del Toro), Yondu (Michael Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le new entry Pom Klementieff, Kurt Russell, Elizabeth Debicki, Tommy FlanaganChris Sullivan.

Al ritmo di una nuova, fantastica raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), Guardiani della Galassia Vol. 2, racconta le nuove avventure dei Guardiani, stavolta alle prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill. Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai personaggi preferiti dai fan verranno in aiuto ai nostri eroi mentre l’Universo Cinematografico Marvel continua ad espandersi.

Il film arriverà al cinema il 5 marzo 2017.

Venezia 73: Frantz recensione del film di François Ozon

Venezia 73: Frantz recensione del film di François Ozon

frantz

Dopo CinquePerDue Frammenti di vita amorosa e Potiche La Bella Statuina, François Ozon torna in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il suo bellissimo Frantz, melodramma che riprende molte tematiche care all’ormai celebre regista francese ma che al tempo stesso si addentra in territori mai esplorati prima, sia da un punto di vista stilistico che narrativo.

Il film è ambientato alla fine della Prima Guera Mondiale, in una piccola cittadina tedesca, e vede protagonista Anna, una giovane donna che ogni giorno si reca in visita alla tomba del fidanzato Frantz, morto al fronte in Francia. Un giorno Anna incontra Adrien, un timido e affascinante francese che, come lei, è andato a raccogliersi sulla tomba dell’amico tedesco. Ben presto tra Anna e Adrien si instaura un forte legame, fino a quando la donna non verrà a conoscenza di un segreto apparentemente inconfessabile.

Quello che François Ozon ci regala con Frantz è una piccola grande opera dalla messinscena impeccabile e dalla struttura lineare ed armonica, con due interpretazioni straordinarie. Il regista e sceneggiatore francese rispolvera tematiche a lui familiari come il lutto, il piacere ambiguo e l’educazione sentimentale, e contemporaneamente ne esplora di nuove, servendosi di un bianco e nero nostalgico e avvolgente che, intervallato da inaspettate e vivaci pennellate di colore, conferisce realismo e veridicità alla storia, ai personaggi e alla pellicola nella sua totalità.

frantz

La menzogna e il perdono sono i due punti cardine di un racconto che si sviluppa come un vero e proprio romanzo di formazione: da un lato seguiamo l’educazione sentimentale della protagonista Anna (una Paula Beer da Coppa Volpi), colta tra i suoi desideri e le sue disillusioni; dall’altro il percorso di espiazione di Adrien (un fragile, sensibile e meraviglioso Pierre Niney), un uomo tormentato dal senso di colpa, la cui ossessione per la figura di Frantz ha avuto effetti deleteri sulla propria esistenza.

Due storie che Ozon mescola per confondere lo spettatore (è come se fosse la stessa sceneggiatura a mentire, al pari dei suoi personaggi) e che non si limita a descrivere soltanto sulla carta, ma che racconta anche attraverso l’occhio della sua macchina da presa, riprendendo i tragitti percorsi dai due protagonisti in modo da elevare l’idea del movimento ad una dimensione concreta e funzionale alla comprensione dei personaggi e dei loro mutamenti interiori.

Frantz è un’opera delicata e mai scontata che sceglie volontariamente di tacere l’emozione travolgente per sostituirla con il coinvolgimento più placido e graduale. François Ozon ci trasporta in un un mondo dove non c’è spazio per i sogni o per l’evasione, ma soltanto per la bugia, sia essa liberatoria, salvatrice o devastante.

Spider-Man Homecoming: Jon Favreau tornerà nei panni di Happy Hogan

0

Arriva da Variety la conferma che Jon Favreau tornerà a vestire i panni di Happy Hogan in Spider-Man Homecoming, l’atteso reboot dedicato alle avventure dell’Uomo Ragno che avrà come protagonista Tom Holland.

Happy Hogan è l’autista personale di Tony Stark ed è apparso nella saga di Iron Man (i cui primi due film sono stati diretti proprio da Favreau). Ricordiamo che lo stesso Iron Man, ossia Robert Downey Jr., apparirà in Spider-Man Homecoming.

[nggallery id=2811]

Marvel: Stan Lee rivela il film che non ha amato

Sinossi: “Un giovane Peter Parker / Spider-Man (Tom Holland), che ha fatto il suo sensazionale debutto in Civil War, comicnia ad esplorare la sua nuova identità nei panni del tessi ragnatele in Spider-Man Homecoming”.

Spider-Man Homecoming: primi possibili dettagli sul Riparatore

Vi ricordiamo tutte le notizie sul Marvel Cinematic Universe le trovate nel nostro canale dedicato ai Marvel Studios.

Spider-Man HomecomingDiretto da Jon Watts, Spider-Man Homecoming vedrà protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle. Al cast si aggiungono Michael KeatonMichael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly e Kenneth Choi.

Il film racconterà la storia di un Peter Parker al liceo, dunque sarà un nuovo reboot che arriverà al cinema 7 Luglio 2017. Secondo alcune anticipazioni rivelate da Kevin Feige, nel film dovrebbe apparire Adrian Toomes, noto per essere il cattivo Vulture, villain che ha debuttato nel fumetto del 1963 “The Amazing Spider-Man”#2. Prodotto dai Marvel Studios, il film sarà distribuito da Sony Pictures.

Fonte: CS

Michelle Williams e Kristen Stewart nel primo trailer di Certain Women

IFC Films ha diffuso il primo trailer ufficiale di Certain Women, film corale visto al Sundance Film Festival e acquistato dalla IFC Films per la distribuzione in USA. Nel film, tra gli altri, ci sono Kristen Stewart, Michelle Williams e Laura Dern.

Ecco il trailer:

Il film racconta la storia di tre donne che si sforzano di costruire la propria vita nel Nord-Ovest degli Stati Uniti. Michelle Williams è una nuova arrivata, madre e moglie, con problemi coniugali. Kristen Stewart interpreta una giovane studentessa di legge che lega con una ragazza di un ranch, interpretata da Lily Gladstone. Laura Dern è un avvocato che si trova a scontrarsi con il sessismo sul lavoro. Le loro storie si intersecano con risultati imprevedibili.

Il film arriverà nei cinema USA il prossimo 14 ottobre ed è diretto da Kelly Reichardt, che ha già lavorato con Michelle Williams in Wendy and Lucy del 2008 e in Meek’s Cutoff del 2010.

Michelle Williams in un musical con Hugh Jackman

Certain Women michelle williams

Fonte: CS

Pitch Perfect 3: Elizabeth Banks annuncia la nuova regista

0
Pitch Perfect 3: Elizabeth Banks annuncia la nuova regista

Risale allo scorso giugno la notizia che Elizabeth Banks non avrebbe diretto Pitch Perfect 3, terzo capitolo della saga musicale con protagoniste Anna Kendrick e Rebel Wilson.

Oggi la stessa Banks, che vedremo prossimamente nei panni di Rita Repulsa nel reboot di Power Rangers, ha annunciato via Instagram chi sarà a dirigere Pitch Perfect 3: si tratta di Trish Sie, che ha debuttato alla regia di un lungometraggio nel 2014 con Step Up All In.

Di seguito l’immagine condivisa dalla Banks:

pitch perfect 3

Pitch Perfect 3: Elizabeth Banks spiega l’abbandono della regia

Anna Kendrick, Brittany Snow e Rebel Wilson torneranno in Pitch Perfect 3. A scrivere la sceneggiatura torna Kay Cannon, sceneggiatrice dei primi due episodi.

Il film originale del 2012, adattato dal libro di Mickey Rapkin Pitch Perfect: The Quest for Collegiate A Cappella Glory, ha incassato 113.000.000 di dollari in tutto il mondo, mentre Pitch Perfect 2 ha più che raddoppiato la cifra incassando ben 286,000,000 dollari in totale. Costato 29 milioni di dollari, il secondo episodio è riuscito a replicare (e a migliorare) il grandissimo successo del suo predecessore, raggiungendo in poco tempo quota 287.5 milioni di dollari in incassi globali.

Grandi aspettative perciò anche da questo futuro film che vede alla produzione, ancora una volta, Paul Brooks per la Gold Circle Entertainment e la Banks e Max Handelman per la Brownstone Productions.

Fonte: CS

The Bleeder: recensione del film con Liev Schreiber #Venezia73

0
The Bleeder: recensione del film con Liev Schreiber #Venezia73

Quando si pensa al mito non si immagina quasi mai che dietro ci possa essere una storia vera. E così, in un gioco di rimandi, il mito diventa più vero dell’originale, della persona in carne e ossa a cui il mito si ispira. Come capita a Chuck Wepner, pugile che tutti voi conoscete, anche se non sapete di conoscerlo. The Bleeder racconta proprio l’ascesa, il declino e la redenzione di Wepner, un personaggio fagocitato dalla sua stessa notorietà, dal desiderio di fama e dal narcisismo che lo ha travolto per così tanto tempo durante la sua carriera di pugile professionista.

The Bleeder, il film

Philippe Falardeau ci racconta questa avventura immersa negli anni ’70, attraverso musiche e immagini, ambientazioni volutamente grezze e riprese che emulano la grana e lo stile dei film dell’epoca. Protagonista assoluto del film è Liev Schreiber nei panni di Chuck Wepner: il solido attore ci consegna una personalità delicata e fragile che si lascia travolgere dalle circostanze e allo stesso tempo profondamente incapace di essere all’altezza del suo mondo.

In bilico tra distruzione e fama, Wepner sembra fare tutte le scelte sbagliate fino alla presa di coscienza definitiva che ne segnerà il punto più basso e allo stesso tempo la ripartenza. Stranianti, nel racconto, la presenza di icone pop quali Muhammad Alì e Sylvester Stallone che, interpretati da attori, perdono la loro mitizzazione e smascherano una messa in scena altrimenti perfetta.

the bleeder 2

The Bleeder è un ritratto affettuoso e allo stesso tempo realistico e duro di un personaggio sconosciuto, ma che in fondo tutti abbiamo conosciuto già sul grande schermo: il vero Rocky.

Venezia 73 – Basta la parola

Venezia 73 – Basta la parola

Venezia 73 – Oggi vi parlo di un film della Settimana Orizzontale degli Autori, una sezione parallela inaugurata quest’anno con lo scopo di dare voce a temi poco trattati dalla volgare, superficiale e sciatta cinematografia popolare che si preoccupa solo di portare pubblico in sala con i bei faccini puliti degli attori hollywoodiani. Si intitola falquiSono giorni che non caco, ed è una produzione franco-canadese, un intenso esperimento di docu-fiction basato sulla tragica vicenda di un giovane e affascinante uomo, direttore di un’affermata testata giornalistica online, che improvvisamente vede la sua vita sconvolta dal dramma di un intestino capriccioso come una starlette degli anni ’50. Già provato dallo stravolgimento dei ritmi della flora batterica nel corso di brevi ma impegnative vacanze, il protagonista – che porta un nome di fantasia, Amedeo Franceschi, ma è sicuramente ispirato alla figura di qualche collega realmente presente qui al Lido – le prova tutte per risolvere la sua situazione, in un emozionante crescendo di tensione drammatica. Dalle supposte al whisky ai clisteri ripieni di Spritz, passando per lo yoga – toccante la scena in cui assume la posizione dello sfintere urticante, con un gran lavoro d’interpretazione sia facciale che mimica – le palle di cannone sparate nello stomaco e l’incontro ravvicinato con Michael Fassbender, senza riuscire a cavare un ragno (né altro) dal buco. Commovente il finale in cui ATTENZIONE SPOILER l’uomo riesce finalmente a risolvere la situazione tra mille effetti pirotecnici sulle note di ‘We are the Champions’. Che poi, bastava dirlo, gli avrei consigliato L’Estate addosso di Muccino, che già a partire dal titolo ispira espletazioni (a vederlo, poi, non ne parliamo).

Comunque, il film è bello perché dà voce a istanze che da ste parti sono comuni, costretti come si è condividere il bagno con altri sessanta coinquilini, a correre da una parte all’altra per non perdere nemmeno un minuto di qualsiasi cazzata ci propini la selezione – ‘ok, parla di rutti acrobatici. Ma se poi è bello? Se poi vince il Leone? Che fai? Non te lo vedi? – alla fine le parti basse vanno in sciopero. Come diceva il saggio: tratta bene il tuo ano e lui tratterà bene te.

Jake GyllenhaalCorollario: qua si continuano a vedere scene spaventose di degrado umano davanti al red carpet. Ieri era per Fassbender. Oggi è per Jake Gyllenhaal. O per Alvaro Vitali, non ho capito bene. Tanto diciamocelo, ognuno che abbia almeno cinquanta like a post su facebook ormai è considerato una star, e ogni scusa è buona per rendersi ridicoli a favore della gente affamosa. Una dormiva direttamente dentro la valigia. Sarà. Io sono vittima di uno strano fenomeno ipnotico, e non je la potrei mai fà. Per me su quel tappeto ci possono passare pure Amy Adams, Charlize Theron, Scarlett Johansson o Salma Hayek. Se l’attesa per vederle supera i cinque minuti mi appaiono automaticamente come quattro cessi a pedali, e perdo interesse. Quando invidio il candore.

(Ang)

Avevo visto in una proiezione casalinga riservata a pochi la pellicola orizzontale di cui parla Ang, per questo motivo oggi ho saltato l’anteprima per trovare il tempo per darme na sistemata (cioè ben 15 minuti), e andare a vedere Nocturnal Animals di Tom Ford. Diciamocelo, so annata pure perché il mio sogno è chiedere al regista, stilista, esteta e talento della moda di firmarmi le occhiaie, e pensavo di farlo in conferenza stampa, mentre tutti fanno domande interessantissime e avvincenti, come ad esempio ‘cosa ne pensi della maternità surrogata’ (n.d.a. chiesto seriamente da Marilena Vinci a Michael Fassbender. CIOE’ tra un boato di donne che gli avrebbero chiesto il numero lei chiede la MATERNITÀ SURROGATA. Brava Vinci, ecco perché ti amiamo, perché prendi l’ormone e lo metti da parte) io volevo alzarmi, con gli occhiali da sole Gucci ovviamente, e dirgli ‘Tom, le cose so due. O me firmi le occhiaie o me spieghi sta cosa dei culi.

Perché cari miei, se non lo sapete quest’anno al lido è l’anno del culo. Di riferimenti anali già vi avevamo raccontato, insomma, parlando del film di Muccino (Gabri, stacce, you are always on my mind), ma anche il film di Ford non scherza proprio. Non mi riesce di farne una recensione cazzona perché la pellicola è davvero molto interessante, a tratti anche commovente. Un super thriller, esteticamente seduttivo e cromaticamente perfetto la cui sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Ford, che ti tiene col fiato sospeso fino alla fine.

Quello che stona, ma forse è un omaggio al lido, è la presenza ingombrante e claustrofobica di questi culi, messi così un po’ alla cazza, in ogni dove.

Caro Tom, volevi dirci qualcosa a posteriori?

Non so. Però grazie caro, finalmente me so dimenticata la proiezione di ieri sera del Cristo Ciego, che voglio dire, io al cinema me vedo pure senza colpo ferire i documentari muti sulla storia del cemento, ma sto film m’ha messo un malumore che avrei preso a capocciate il poro Rauco. Vi sintetizzo brevemente la storia.

C’è un ragazzo che è convinto di essere una sorta di reincarnazione di Cristo, tanto da prendere e partire per aiutare un amico d’infanzia fisicamente in difficoltà, certo di poter compiere un miracolo sull’arto menomato dell’amico. Insomma prende e parte a piedi nudi in pellegrinaggio per tutto il deserto del Cile.

Poi non succede un cazzo.

C’è bisogno che commenti?

Piccolo aggiornamento sugli usi e costumi. Tranquilli: passano gli anni, cambiano gestioni, ma gli amici autoctoni so sempre uguali, ce odiano.

Siamo arrivati al lido e già sul vaporetto uno mi ha detto che proprio non ci sopporta, che dipendesse per lui ce menerebbe tutti. Ieri una si è premurata di dirmi che ‘qui fanno la differenziata’. A me lo dici? Che vivo mezzo anno della mia vita in Emilia Romagna, che te mandano Report a casa se cicchi per strada?

Per cui pensavo che ci meritiamo dopo tanti anni un po’ di onestà, per questo vorrei parlare a cuore aperto, e buttare il badge, che mi, che ci distingue così tanto da voi, oltre l’ostacolo.

Amici del lido, è dal 1937 che ci ospitate demmerda. Tirate fuori la dignità e nelle insegne dei vostri locali, fuori dalle vostre case, sui vostri autobus scrivete “Desolati, ce provamo dal 1937 ad abituarci alla vostra presenza, ma ce vié sempre na merda. Questi anni di fallimenti non sono un caso, ma prova del fatto che siamo proprio incapaci. Qualcuno se stava a imparà, ma l’abbiamo mannato a vende vetri di Murano ai turisti. D’altronde, se non se capimo manco tra di noi quanno parlamo, come pretendete che capimo a voi?

(Vì)venezia 73

Oscar 2017: il premio alla carriera a Jackie Chan

Oscar 2017: il premio alla carriera a Jackie Chan

Verrà assegnato a Jackie Chan l’Oscar alla Carriera durante la prossima edizione degli Academy Awards. Ad annunciarlo è stata la presidente dell’Academy, Cheryl Boone, che con Chan ha annunciato anche gli altri personaggi che riceveranno il riconoscimento alla carriera: la montatrice inglese Anne v Coates, il direttore di casting Lynn Stalmaster e il documentarista Frederick Wiseman.

Ecco cosa l’attore, regista ed esperto di arti marziali ha scritto in segno di ringraziamento:

Sono passati 56 anni da quando ho girato il primo film: avevo sei anni e fino ad oggi ho finito per lavorare a oltre 200 film. Vorrei ringraziare con tutto il cuore gli Oscar per avermi assegnato questo premio di incoraggiamento e per aver riconosciuto i miei traguardi nonostante la mia “giovane” età. Sono estremamente onorato di essere il primo cinese nella storia a ricevere questo premio.

Il JC Stunt Team ha sempre avuto un motto: “Non chiediamo perché, lo facciamo e basta o moriamo”. Questo è sempre stato uno dei nostri principi fondamentali, nonché una forma di filosofia di vita che, in qualità di star dei film d’azione, abbiamo molto a cuore. In tutta onestà, girare un film d’azione non è semplice. Per noi è normale ferirci e sanguinare, molti di noi si sono coperti il corpo di ferite, e io non ho fatto eccezione. Ecco perché vorrei condividere questo onore con i miei fratelli del JC Stunt Team che hanno attraversato con me momenti belli e brutti nel corso degli anni. Ci tengo, poi, a condividere questo premio con ogni altro attore di film d’azione in tutto il mondo.

Grazie alla mia famiglia; grazie a ogni persona di talento eccezionale e di grande professionalità con cui ho lavorato su un set; e grazie ai miei partner commerciali che mi hanno supportato continuamente.

In verità mi sono imposto un “piccolo traguardo: spero che questa statuetta dorata non sia la mia ultima. Non credo che gli Oscar abbiano la regola che non puoi vincere un’altra statuetta dopo aver già ricevuto un premio onorario, no?

Approfitto dell’occasione per ringraziare di cuore i miei fan che mi sostengono da sempre. Siete il motivo per cui sono tanto motivato ad andare avanti.

Grazie!

Venezia 73: Liev Schreiber diventa il vero Rocky Balboa alla Mostra

Liev SchreiberChuck Wepner è il pugile a cui Sylvester Stallone si è ispirato per raccontare la storia di Rocky Balboa nel 1976. La sua storia ce la racconta, al Lido, in occasione della Mostra del Cinema, Liev Schreiber, che in The Bleeder, interpreta il pugile che è stato quasi campione del mondo dei pesi massimi.

Schreiber, protagonista e produttore del film, ha affidato il copione a Philippe Falardeau, regista canadese di Monsieur Lazhar, che con la sua sensibilità verso i personaggi ha convinto l’attore a sceglierlo. Ma il progetto nasce da una proposta avuta da Naomi Watts, moglie di Schreiber e interprete, nel film, di Linda, la seconda e attuale moglie di Wepner. “Ho amato lo script non solo perché parla di boxe, e io amo questo sport – ha dichiarato Liev – ma perché grazie a questa storia ho conosciuto questo personaggio e ho scoperto come ha affrontato la trappola del narcisismo, dell’apparire a tutti i costi. Per me questa condizione è simbolica anche del lavoro di attore, nell’essere un personaggio famoso.”

Nel film compaiono alcune icone che hanno incrociato la via di Wepner, da Ali a Stallone in persona, che è stato molto collaborativo con il progetto e con l’atore a cui ha raccontato del suo rapporto con il boxeur.

Anche Naomi Watts ha raccontato come è stato per lei interpretare questo ruolo minore, per la storia del film, ma così importante nella vita reale per Chcuck: “Non ho voluto interpretare la moglie di Chuck perché in qualche modo era un ruolo che avevo già interpretato. Inoltre quando sei una coppia nella vita reale tendi sempre un po’ a distrarti. Ho incontrato Linda e abbiamo parlato una sera intera, mi piace molto la sua saggezza e la sua chiarezza nel vedere le cose e ho cominciato a costruirla conoscendola, con il look, con la voce, econ i modi di fare. Lei è una persona piena di vita e per me è stato bello perché ho sempre interpretato personaggi un po’ tetri, donne sull’orlo di una crisi di nervi.”

Questa sera verrà consegnato a Liev Schreiber il Persol Tribute to Visionary Talent Award.

Spider-Man Homecoming: Spider Man nell’ombra nella nuova foto

0
Spider-Man Homecoming: Spider Man nell’ombra nella nuova foto

Continuano le riprese di Spider-Man Homecoming, l’annunciato nuovo film Marvel Studios e Sony Pictures, e oggi l’attore Tom Holland ha pubblicato una nuova foto, nel quale possiamo ammirare uno Spider-Man più dark, avvolto nell’ombra:

[nggallery id=2811]

Marvel: Stan Lee rivela il film che non ha amato

Sinossi: “Un giovane Peter Parker / Spider-Man (Tom Holland), che ha fatto il suo sensazionale debutto in Civil War, comicnia ad esplorare la sua nuova identità nei panni del tessi ragnatele in Spider-Man Homecoming”.

Spider-Man Homecoming: primi possibili dettagli sul Riparatore

Vi ricordiamo tutte le notizie sul Marvel Cinematic Universe le trovate nel nostro canale dedicato ai Marvel Studios.

Spider-Man HomecomingDiretto da Jon Watts, Spider-Man Homecoming vedrà protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle. Al cast si aggiungono Michael KeatonMichael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly e Kenneth Choi.

Il film racconterà la storia di un Peter Parker al liceo, dunque sarà un nuovo reboot che arriverà al cinema 7 Luglio 2017. Secondo alcune anticipazioni rivelate da Kevin Feige, nel film dovrebbe apparire Adrian Toomes, noto per essere il cattivo Vulture, villain che ha debuttato nel fumetto del 1963 “The Amazing Spider-Man”#2. Prodotto dai Marvel Studios, il film sarà distribuito da Sony Pictures.

Venezia 73 red carpet: Michael Fassbender con Alicia Vikander, Jeremy Renner accompagna Amy Adams

Ecco le foto dei red carpet di Venezia 73. Sul tappeto rosso hanno sfilato i cast di The Light Between Oceans e di Arrival con Michael Fassbender con Alicia Vikander, e Jeremy Renner in compagnia di Amy Adams.

Di seguito gli scatti:

[nggallery id=2918]

La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.Venezia 73

Venezia 73: American Anarchist recensione del documentario di Charlie Siskel

american anarchist

Per decenni i più grandi filosofi si sono interrogati sul concetto di responsabiltà. Per Max Weber l’uomo è chiamato a rispondere delle conseguenze delle proprie azioni che hanno un peso sulla vita degli altri esseri umani. Per Hans Jonas il concetto di responsabilità acquista una dimensione nuova data la minaccia incombente del progresso tecnologico sulla vita degli individui.

Lo spirito rivoluzionario di William Powell è il motore di una storia iniziata nel 1970 che continua ad alimentarsi ancora oggi, chiamando perentoriamente in causa quel concetto di responsabilità a cui – nonostante gli anni trascorsi e le parole spese – si fatica ancora a definire con lucida precisione.

La pubblicazione di The Anarchist Cookbook, libro contenente le istruzioni per la fabbricazione di esplosivi che Powell scrisse ormai quarant’anni fa (a soli 19 anni), è al centro del documentario American Anarchist di Charlie Siskel. In un’intervista senza filtri dalla quale emerge una personalità forte che a mano a mano si libera di qualsiasi sovrastruttura esternando così tutta la sua fragilità, lo stesso Powell riflette sulle conseguenze della pubblicazione di una delle più controverse opere mai pubblicate, a metà tra il manifesto rivoluzionario e il più didascalico dei manuali.

american anarchist

Siskel si serve di una forma stilistica molto classica e sicuramente più congeniale al piccolo schermo (non sorprende, vista l’attiva produzione del regista in ambito televisivo) per ripercorre la vita di Powell, una vita segnata dalla continua associazione del suo “libro maledetto” a decenni di violenza e terrorismo, inclusi episodi di proteste antigovernative e di sparatorie nelle scuole.

Attraverso le dichiarazioni dello stesso Powell (e le numerose immagini di repertorio) entriamo in contatto con l’esperienza di un uomo tormentato alla continua ricerca di un senso per i danni causati da quello che era inizialmente (ed unicamente) nato come atto di protesta contro il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam, nel clima esaltante della controcultura e degli scontri politici degli anni ’60 e ’70.

Siskel cerca di avvicinarsi a Powell e – di conseguenza – allo spettatore nel modo più limpido e meno contaminato possibile, dipingendo il ritratto di un rivoluzionario pentito che, all’età di 65 anni, si ritrova a dover fare i conti con gli effetti devastanti di una ribellione giovanile che continuano ad intaccare non solo la sua esistenza e le persone che lo circondano, ma anche il suo spirito, in una confessione sorprendentemente sincera che apre le porte a tutta una serie di profonde e sconcertanti riflessioni.

Il documentario/intervista di Siskel ha il grande pregio di soffermarsi su Powell in quanto essere umano, sull’uomo che non riesce a liberarsi del suo passato e che non smette di interrogarsi sull’importanza delle azioni e, soprattutto, sull’impatto che le nostre idee e le nostre parole possono avere sulla vita degli altri.

american anarchist

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità