Il prossimo 3 gennaio arriva al
cinema, in 350 copie, l’ultima pellicola di Carlo ed
Enrico Vanzina, Mai Stati Uniti. Per la terza
volta nella loro carriera, dopo Vacanze in
Americanegli anni ’80 e Sognando la
California negli anni ‘90, i due tornano ad ambientare un
film negli Stati Uniti.
La storia di Mai Stati
Uniti vede protagoniste cinque persone che attraversano un
momento molto critico della loro vita, tra problemi lavorativi e
privati: Antonio (Vincenzo Salemme), un cameriere rovinato
dalla passione per il gioco, Angela (Ambra Angiolini), una
segretaria single divorata dall’ansia e dagli attacchi di panico,
Nino (Ricky
Memphis), un padre divorziato e senza lavoro, Carmen
(Anna
Foglietta), una precaria votata unicamente allo shopping e
alla palestra e, infine, Michele (Giovanni Vernia), un
giovanotto ingenuo che lavora da anni in un bioparco. Questi
sconosciuti, che all’apparenza non hanno niente in comune,
scopriranno di essere tutti figli di un uomo che, morto da poco, ha
lasciato loro una grande eredità. Ovviamente, prima di incassare il
denaro, dovranno fare qualcosa: andare in Arizona e gettare le
ceneri del defunto padre nel Lago Powell.
In collaborazione con
l’attore/sceneggiatore Edoardo Falcone, visto in entrambi i
film diretti da Massimiliano Bruno, i fratelli
Vanzina portano sullo schermo la semplicità della comicità italiana
con l’onestà della battuta romana e la fantasia di quella
napoletana, una comicità che, priva di volgarità, ma non di
parolacce, ci accompagna durante tutto questo film on the
road. Ci si dimentica ben presto dello scopo del viaggio, a
vantaggio della scoperta dei personaggi, di quello che li divide e
li unisce. La scena in cui quasi tutti i protagonisti s’imbattono
in Maurizio Mattioli, un romano ricco e rozzo in vacanza a
Las Vegas, è tra le poche veramente divertenti. Esilarante, forse
soprattutto per noi romani, è lo scambio tra lui e Ricky Memphis.
Buona prova anche per il giovanissimo Andrea Pittorino, che
interpreta il figlio di Nino, Roby.
Le bellissime location
americane (Gran Canyon, Las Vegas, Monte Rushmore, ecc.), le
disavventure e gli equivoci, gli omaggi venati di comicità ai
grandi film del passato, western e non, come Easy
Riders e Intrigo Internazionale, e i
riferimenti alle più recenti commedie made in USA, Una
Notte da Leoni e Parto col Folle, dimostrano
l’intenzione di voler proporre qualcosa di nuovo: un film che esce
nel periodo festivo ma che si allontana dal genere del
cinepanettone, una commedia che sfrutta i luoghi comuni americani
ma con i ritmi della comicità italiana, una storia che vuol far
ridere e pensare a ciò che ci può salvare in questo triste periodo
di crisi, la famiglia.
Insomma, le intenzioni dei Vanzina
sono delle migliori, ma il risultato non è niente di eccezionale.
Non basta andare all’estero con un buon cast e una sfilza di
strani, sfigati e, a volte, ridicoli personaggi per ottenere un
prodotto comico originale. Per chi si accontenta, è garantita più
di una risata.