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Il Principe del Deserto, la conferenza stampa con Jean Jacques Annaud e Tahar Rahim

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Dopo la proiezione per la stampa del film Il Principe del deserto, tratto dal romanzo di Hans Ruesch, arrivano due ospiti d’eccezione nella sala 2 del multisala Barberini: sono il regista francese Jean Jacques Annaud e l’interprete principale Tahar Rahim.

Il regista di capolavori come Il nome della rosa, L’orso e L’amante si accomoda accanto alla traduttrice e si scusa con i giornalisti. “Parlo poco italiano”, dice Jean Jacques Annaud, divertito. Poco dopo, sale su palco anche il giovane Tahar Rahim, quasi irriconoscibile rasato e in abiti moderni.

Arthur e la guerra dei due mondi: recensione del film

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Arthur e la guerra dei due mondi: recensione del film

Con Arthur e la guerra dei due mondi siamo giunti all’ultimo capitolo della saga dedicata ai Minimei ideata dal visionario Luc Besson. Maltazard è cresciuto fino a raggiungere proporzioni umane e sta progettando di invadere il mondo al di sopra del suolo, mentre Arthur (Freddie Highmore) è ancora rinchiuso nei 2 millimetri di un Minimeo e, con l’aiuto dei suoi compagni d’avventure Selenia e Betameche, cerca di tornare alle sue dimensioni normali per salvare i nonni (Mia Farrow e Ronald Leroy Crawford) ed i genitori (Penelope Ann Balfour e Robert Stanton) dal giorno del giudizio, ristabilendo l’armonia tra i due mondi.

Arthur e la guerra dei due mondi, il film

Questo lavoro si presenta sicuramente più accurato dei due episodi precedenti. Vi sono molte più porzioni live-action come tutte le sequenze in cui Arthur e Selenia affrontano gli ostacoli del mondo umano, facendoci tornare alla mente le stravaganti avventure dell’ormai sedicenne Toy Story. Così come gli sforzi di Maltazard per assumere le sembianze di un mago e farsi strada nella casa di Arthur per recuperare un’indispensabile pozione. Come negli altri film della serie, gli elementi veramente innovativi sono pochi e con frequenza si rifanno ad un immaginario anni ’60. I personaggi sono troppo ansiosi per creare un universo mitico che rimanga impresso nella mente dello spettatore e che consenta allo stesso regista di investire proficuamente su di loro.

A fornire un certo spessore a questi caratteri ci hanno pensato, nella versione inglese, Iggy Pop e Lou Reed, due leggende del rock che hanno dato voce rispettivamente a Darkos e Maltazard. L’omaggio a queste icone è evidente anche nel concerto finale in cui Iggy si esibisce in una nuova ed insolita versione di “Rebel Rebel” di David Bowie. Gli aspetti da sottolineare sono sicuramente le motivazioni che hanno spinto Luc Besson alla realizzazione di questa “sconclusionata” serie.

“È il mio modo per farmi ascoltare dai miei figli e dagli altri bambini del mondo. Se Luc Besson dice di non inquinare nessuno lo ascolta. Se lo dice Arthur è tutto diverso: posso spiegare ai miei ragazzi che se vedono un ragno non devono ucciderlo, ma offrirgli un lecca-lecca. Posso aiutarli ad amare la natura e gli altri, anche se non sono uguali a loro”. La voglia di evadere dagli schemi del regista francese per spiegare tematiche importanti è da premiare insieme alla costante voglia di sperimentare che lo accompagna, dimostrandosi così incurante dei rischi a cui potrebbe andare incontro. Nelle sale dal 23 Dicembre 2011, Arthur e la guerra dei due mondi ci accompagnerà con piacere alla risoluzione di una storia che già in precedenza ha affascinato grandi e bambini.

A Capodanno si va a New York, insieme a Garry Marshall

Il 23 dicembre arriverà nelle sale cinematografiche italiane Capodanno a New York, la commedia romantica diretta da Garry Marshall che sfoggia un cast semplicemente stellare.

Dopo il successo di Love Actually otto anni fa, la formula americana della commedia sentimentale

Vacanze di Natale a Cortina: recensione del film

Vacanze di Natale a Cortina: recensione del film

La squadra del film di Natale quest’anno torna “sul luogo del delitto”, con Vacanze di Natale a Cortina, come lo ha definito lo stesso Neri Parenti in conferenza stampa: quello Cortina d’Ampezzo dove tutto cominciò nel lontano 1983 con Vacanze di Natale di Carlo Vanzina. E ad affiancare il regista toscano ci sono alla sceneggiatura proprio i fratelli Vanzina. Si ricostituisce dunque il terzetto che già collaborò per Vacanze di Natale ’95. L’intento dichiarato è riportare l’italianità nel film, abbandonare l’esotico per il nostrano, che vuol dire anche tornare alla commedia di costume, a prendere di mira i modi e le mode della società italiana attuale.

Vacanze di Natale a Cortina, il film

Atmosfera pienamente natalizia dunque stavolta, che punta sulle varie facce e situazioni di una commedia indubbiamente corale. Al centro, la vicenda della coppia alto borghese, Christian De Sica, nei panni dell’avvocato Roberto Covelli, e sua moglie Elena (Sabrina Ferilli): lui è stanco della sua vita da donnaiolo e vorrebbe riconquistare la moglie, che però proprio ora sembra tradirlo. Ma ci sono anche i popolani arricchiti grazie a un gioco a premi, che spendono tutto in una vacanza a Cortina, sperando di incontrare persone famose (Giuseppe Giacobazzi/Andrea e Katia Follesa/Wanda), e i loro parenti (Brunella/Valeria Graci e Massimo/Ricky Memphis) che li raggiungono sulla neve per innescare una lotta senza quartiere a colpi di lusso e vips. Infine c’è l’ingegner Brigatti/Ivano Marescotti, che rappresenta una compagnia del Gas e durante le vacanza deve a tutti i costi chiudere un accordo con un magnate russo per la fornitura di energia all’Italia, se non vuole rischiare il suo posto. Lo affianca il suo autista siciliano di nome Lando/Dario Bandiera, che lo metterà ulteriormente nei guai.

Dunque, si gioca sulle diverse provenienze, sia in termini di estrazione sociale, sia in termini geografici, puntando forse su una comicità più “adulta” rispetto alle “gag meccaniche” delle pellicole precedenti. Molto è basato sullo scambio di battute comiche, sugli equivoci, sulla comicità di situazione. Si ride in effetti in vari momenti, anche da chi come la sottoscritta, si aspettava poco o nulla dal “cinepanettone”. Anche se, intendiamoci, non si tratta certo di una comicità o di un’ironia raffinate. E non mancano anche battute scontate o banali. Diciamo che, quanto meno, c’è un’alternanza di questi due aspetti. Il cast, oltre a De Sica – che padroneggia l’ormai collaudatissimo ruolo dell’italiano un po’ cialtrone, cinico e misogino, che alla fine però riesce a farsi ben volere (nei momenti migliori ci ricorda Alberto Sordi) – e alla Ferilli, a suo agio in territori comici  da diverso tempo, dà nel complesso buone prove. Ivano Marescotti veste al solito in modo impeccabile i panni della “canaglia”, mentre Bandiera è in bilico tra la recitazione cinematografica e la comicità da sketch. Funziona la coppia Graci-Memphis, un po’ meno quella Giacobazzi-Follesa (che risente forse troppo di una comicità “alla Zelig”). Efficaci poi alcune caratterizzazioni azzeccate di personaggi come il receptionist dell’albergo o la domestica filippina.

Sceneggiatura di Parenti e dei fratelli Vanzina, dagli esiti discontinui. Si è voluto tornare a fotografare certi attuali vizi e mode italiani, il che contiene in sé un elemento di riflessione, se non di critica: l’abuso del social network, la smania della gente comune per un contatto – anche breve ed effimero – con la celebrità o con chi ne fa parte (con numerosi vips nel ruolo di sé stessi). Anche se a volte sembra ci sia più un ammiccamento complice a quanti seguono quelle mode. Così come l’attenzione riservata alla donna, trattata secondo Neri Parenti qui diversamente che negli altri film (“credo che questo film, forse per la prima volta, piacerà anche molto alle donne, perché sono trattate in maniera diversa rispetto al passato”), da una parte ci dispensa dall’esposizione ridondante di anatomie femminili, dall’altra finisce per rientrare comunque negli stereotipi, solo che accanto a quello del marito fedifrago, o dello scapolo donnaiolo, ora c’è anche quello della donna cornificatrice, e/o creduta tale. Il ricorso a vari dialetti d’Italia, è senza dubbio una risorsa, ma la contrapposizione nord-sud è abusata, e nei dialoghi qualche scivolata c’è. Si sconta poi una certa ripetitività di alcuni meccanismi comici.

Altra nota un po’ dolente, la presenza di svariati marchi che si fa sentire e vedere in più punti: a partire dall’albergo dov’è girato il film, ai marchi di automobili, alle attrezzature sportive, ai ristoranti di Cortina … Non è detto che chi va al cinema abbia voglia di assistere con frequenza a riferimenti pubblicitari nel film. Tuttavia, lo si è detto in apertura, seduti sulla vostra poltrona potrete farvi certo qualche risata; è da apprezzare lo sforzo del cambiamento di rotta, ed è stata senz’altro buona l’idea del ritorno alle origini, che ha prodotto effetti positivi. La pellicola sarà da oggi nelle sale italiane, prodotta, al solito, dalla Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis.

I Mercenari 2 – Teaser Trailer ufficiale

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I Mercenari 2 – Teaser Trailer ufficiale

Il teaser trailer ufficiale del film “I Mercenari 2 (The Expendables 2)” di Simon West, con Jason Statham, Bruce Willis, Sylvester Stallone e Liam Hemsworth.

Tre uomini e una pecora – Trailer italiano

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Quando il giovane inglese David annuncia che sta per sposarsi con un’australiana, i suoi sciagurati compagni danno un significato completamente nuovo alla frase “nella buona e nella cattiva sorte”! L’ultra-caotico giorno delle nozze mette alla prova il matrimonio tra i due, il rapporto di David con i suoi tre testimoni, e rischia di trasformare quello che dovrebbe essere il più bel giorno della loro vita… nel peggiore di tutti. TRE UOMINI E UNA PECORA è un divertente “scontro di civiltà” tra gli amici di lui e la famiglia di lei perché…il sangue non è acqua!

Regia: Stephan Elliott
Cast: Xavier Samuel, Kris Marshall, Kevin Bishop, Tim Draxl, Olivia Newton-John, Laura Brent, Rebel Wilson, Jonathan Biggins e Steve Le Marquand

Finalmente Maggiorenni – Trailer italiano

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Finalmente Maggiorenni – Trailer italiano

Dal team della serie televisiva che ha battuto tutti i record, vincitrice di molti premi, arriva FINAMENTE MAGGIORENNI (The Inbetweeners Movie), la storia di quattro ragazzi che vanno in vacanza a Malia, Creta, senza genitori, senza professori, senza soldi e senza molto successo con le ragazze.

Golden Globe, ecco i nominati

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Golden Globe, ecco i nominati

Sofia Vergara, Gerard Butler, Rashida Jones e Woody Harrelson hanno appena annunciato le nominations per i prossimi Golden Globe.

Prima di vedere gli elenchi completi dei nominati

Un’altra Vendetta per Stephen Frears

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Il regista britannico Stephen Frears, lo sceneggiatore Peter Prince e il produttore Jeremy Thomas hanno intenzione di

NBC Universal presenta le sue proposte Home Video per Natale

NBC Universal presenta le sue proposte Home Video per Natale

Mai come in questo caso la cornice fu adatta al contesto. L’occasione è stata la presentazione delle proposte Home Video della NBC Universal per Natale, e la cornice la splendida sala rossa dell’hotel

Dracula 3D: il trailer dell’ultimo film di Argento

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Dracula 3D: il trailer dell’ultimo film di Argento

Trattandosi di una delle storie horror predilette dalla letteratura e dal cinema, era inevitabile che prima o poi anche Dario Argento di avrebbe messo sopra le sue mani. Si parla di Dracula 3D,

Prometheus, ecco il poster

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Prometheus, ecco il poster

La 20th Century Fox ha pubblicato on-line il teaser poster del nuovoenigmatico sci fi targato Ridley Scott. Si tratta di Prometheus, film del quale si aspetta ancora un trailer

The Expendables 2: ecco il teaser trailer!

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The Expendables 2: ecco il teaser trailer!

Finalmente ecco il teaser trailer di Expendables 2, l’ambizioso progetto di Silvester Stallone che riunisce intorno a sè ancora una volta le più grandi leggende action del cinema moderno.

Neri Parenti e il cast ci invitano alle loro Vacanze di Natale a Cortina

La conferenza stampa di presentazione di Vacanze di Natale a Cortina, che vede di nuovo insieme per il film natalizio Neri Parenti, come regista e sceneggiatore, e i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina, in veste di sceneggiatori (non accadeva dal ‘95), si è svolta stamattina (mercoledì 14 dicembre 2011) all’Hotel St. Regis di Roma, in due tranche.

Il Cavaliere Oscuro il ritorno: bootleg del secondo trailer

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Il Cavaliere Oscuro il ritorno: bootleg del secondo trailer

A quei numerosissimi lettori che aspettano con ansia il ritorno del Cavaliere Oscuro al cinema, queste ore di attesa sembreranno infinite, considerando che oltre al già citato

Lo Hobbit – un Viaggio Inaspettato, la sinossi ufficiale!

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Lo Hobbit – un Viaggio Inaspettato, la sinossi ufficiale!

In attesa fervente del primo teaser trailer, la Warner Bros. ha diffuso la sinossi ufficiale de Lo Hobbit – un Viaggio inaspettato film con alcuni dettagli sulla trama.

Luca e Paolo in missione Ep. 3, su Cinefilos.it

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Luca e Paolo in missione Ep. 3, su Cinefilos.it

In attesa di vederli ritornare in Immaturi 2, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, i divertentissimi protagonisti di Camera Cafè e rimpianti conduttori delle Iene

Luca e Paolo in missione Ep. 2, su Cinefilos.it

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Luca e Paolo in missione Ep. 2, su Cinefilos.it

In attesa di vederli ritornare in Immaturi 2, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, i divertentissimi protagonisti di Camera Cafè e rimpianti conduttori delle Iene, ci accompagnano in una missione molto speciale per conto di Vodafone.

E’ la nuova campagna pre-natalizia del gestore di telefonia che, rileggendo il cinema d’azione, presenta le sue offerte costellandole in questi brevi video con protagonisti proprio Luca e Paolo.

Il povero Paolo deve fare i conti con gli affetti familiari e con il suo senso del dovere: riuscirà a salutare la nonna e contemporaneamente a salvare la città?

Ecco il secondo video della serie:

Sherlock Holmes: Gioco di Ombre, la recensione

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Sherlock Holmes: Gioco di Ombre, la recensione

Squadra che vince non si cambia. Così devono aver pensato i produttori di Sherlock Holmes: Gioco di Ombre, che, nel riportare sullo schermo le avventure dell’investigatore più famoso della letteratura, hanno affidato di nuovo il comando a Guy Ritchie, ottimo interprete della storia che non dimentica di coniugare il uso stile con l’organico fluire del racconto, e la leadership del palcoscenico alla coppia Robert Downey Jr. e Jude Law.

Sherlock Holmes è alle prese con un altro dei suoi periodi di riposo intellettuale, durante i quali si diletta a fare esperimenti, per lo più sul suo cane Gladstone, con grande disappunto del Dottor Watson, che, ahilui, ha deciso di sposare la bella Mary (Kelly Reilly) contro la volontà dell’amico. Il ritorno in scena di Irene Adler (Rachel McAdams) e del perfido quanto geniale Professor Moriarty (Jared Harris) sconvolgerà i piani del novello sposo e condurrà i nostri in un viaggio attraverso l’Europa che avrà conseguenze inaspettate.

La prima cosa da sottolineare, in Sherlock Holmes: Gioco di Ombre, è che in questo caso, così come accade nei romanzi di Sir Arthur Conan Doyle, il Dottor John Watson racconta in prima persona la storia. Il film è dunque un lunghissimo flash back rivissuto da Watson mentre è intento a mettere su carta le avventure affrontate insieme all’amico Holmes.

Sherlock Holmes: Gioco di Ombre, il film

Sherlock Holmes: Gioco di Ombre

Una superiore attenzione all’intreccio ha portato questa volta il film verso una maggiore complessità ed una maggiore completezza, permettendo ai due bravissimi protagonisti di approfondire un rapporto che da solo basta a reggere in piedi l’intero film. L’alchimia dei due attori in scena è la base solida su cui si costruisce un saldo rapporto di amicizia fraterna, che ancora una volta rifugge da ogni tipo di machismo o omofobia, e che lega a doppio filo i due avventurosi personaggi: Holmes non può fare a meno di disapprovare le nozze di Watson, poiché queste costituiranno l’interruzione di quel magico rapporto d’amicizia che tiene l’investigatore ancorato alla società; Watson dal canto suo non riesce a resistere al richiamo dell’avventura che suo malgrado rappresenta Holmes. Entrambi portano così avanti questa loro ‘relazione anomala’ con uguale quantità di sarcasmo e profondo affetto.

Intorno a questi due poli, circola un sistema di satelliti minori costituito da ruoli molto interessanti affidati ad attori che lo sono altrettanto: la zingara Simza è Noomi Rapace, coinvolta sempre in ruoli impegnativi e misteriosi, che ne mettono in evidenza la corporatura nervosa e l’espressione dura; Stephen Fry è invece Mycroft Holmes, originale fratello di Sherly, così come lo chiama lui, particolarmente a suo agio anche in una esilarante quanto surreale scena di nudo; Jared Harris da invece corpo all’arcinemico di Holmes, il Professor Moriarty, genio del male e uomo senza scrupoli, vero e proprio imprenditore del terrore. Tornano in questo secondo capitolo, anche se per brevi momenti, Rachel McAdams e Kelly Reilly nei ruoli rispettivamente di Irene e Mary. La prima è questa volta più debole e sensibile al fascino di Holmes, la seconda un po’ messa in secondo piano nel primo film, riesce qui ad avere il suo momento di gloria, rivelandosi straordinariamente e impensabilmente utile alle indagini.

Ma tutto il film si distingue ancora una volta per quel gusto filologico e ruffiano che intesse la trama, le scene e persino i singoli dialoghi di dettagli holmesiani per il diletto dei fedelissimi della letteratura di Conan Doyle, facendo assaporare di più gli elementi che invece sono aggiunte anacronistiche e talvolta fantascientifiche al tessuto della storia. Come sempre succede quando a comporre la colonna sonora c’è Hans Zimmer, non può passare sotto silenzio quest’altra grande protagonista del film: il compositore de Il Gladiatore e di Inception realizza una soundtrack poderosa e ironica, pungente e coinvolgente. Partendo dai motivi di Sherlock Holmes, Zimmer arricchisce le partiture, regalando profondità ad ogni scena e arricchendola con le note del violino gitano o del poderoso insieme di un’orchestra.

Sherlock Holmes: Gioco di Ombre è un ottimo film, che non manca certo di difetti, ma coniugando in maniera eccellente modernità di ripresa, efficacia di recitazione e tecniche digitali sapientemente utilizzate, riesce a regalare intrattenimento intelligente, senza rinunciare ad un messaggio universale, più sussurrato che enunciato, che arricchisce ulteriormente un film già prezioso.

Il Gatto con gli Stivali: recensione del film spin-off di Shrek

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Il Gatto con gli Stivali: recensione del film spin-off di Shrek

Era il 2004 quando al cinema arrivò Shrek 2 e con lui fece la sua comparsa anche Gatto con gli Stivali, una simpatica rivisitazione del famoso gatto magico delle fiabe, qui armato di fioretto, munito di cappelli con tanto di piuma e ovviamente dei fantastici stivali.

Dopo sette anni arriva al cinema lo spin-off dedicato al misterioso personaggio, con tanto di tuffo nel suo passato burrascoso e nella sua triste storia di orfano. Il Gatto con gli Stivali è un bel film d’animazione: colorato, umoristico con battute e situazioni dedicate al pubblico adulto, ben confezionato, con un buon 3D abbastanza luminoso e con un divertentissimo doppiaggio di Antonio Banderas, che come già in Shrek 2, 3 e 4 presto la voce (anche quella italiana) al rosso felino, passionale amatore.

La storia di Gatto è quella di un’amicizia infranta e tradita a causa della quale il povero micio è ricercato dalle guardie della sua città d’adozione. Gatto incontra di nuovo il suo losco amico, l’uovo Humpty Dumpty, dopo sette anni (che per gli umani sono quasi 35), che in compagnia della misteriosa Kitty cerca di realizzare il sogno di una vita rubando i fagioli magici a Jack e Jill, due terribili figuri che si aggirano nel deserto alla ricerca del luogo giusto per piantare i legumi miracolosi e raggiungere l’Oca d’Oro. Riusciranno le abilità e il buon cuore di Gatto a salvarlo dall’inganno che gli è stato teso?

Chris Miller ci racconta questa rocambolesca storia in perfetto stile DreamWorks in cui ad una fiaba se ne accavalla un’altra e si sprecano le citazioni cinematografiche (su tutte quella di Fight Club!). L’aspetto davvero interessante di questo strano felino protagonista è che riesce a prendersi sul serio soprattutto quando fa le ‘cose da gatto’, come inseguire le lucine o bere il latte, apparendo tenero e divertente ma senza mai scomporre il suo atteggiamento di Gatto coraggioso, furbo e soprattutto gran seduttore. I punti in comune con il suo doppiatore Banderas vanno molto oltre la voce!

Con lui in questa avventura troviamo Kitty, doppiata da Salma Hayek, prorompente gattina dalla mano di velluto che creerà diversi problemi al nostro, proprio a causa dell’inguaribile amore che Gatto ha per le donne, hops  … per le gatte!

I bambini ridono, e i grandi pure, in un film del quale forse non si sentiva la necessità, ma che senza dubbio regala 90 minuti di buon intrattenimento con il solo inconveniente degli occhialini 3D sul naso.

Finalmente la felicità: recensione del film di Leonardo Pieraccion

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Era il lontano 1995 quando l’esordiente Leonardo Pieraccioni faceva capolino sul grande schermo. Spontaneo, simpatico, sempre pronto a mettersi in gioco (e a prendersi in giro), aveva conquistato il grande pubblico con commedie come I laureati e, soprattutto, Il ciwww. Con la media di un film ogni due anni (circa), Pieraccioni torna al cinema con un nuovo lavoro, Finalmente la felicità,  ma sono cambiate molte cose da allora…

In Finalmente la felicità Benedetto è un uomo semplice, timido, impacciato, che insegna musica ai ragazzi della sua “band tuttofare”. Quando la postina di Maria De Filippi bussa alla sua porta per invitarlo a partecipare a “C’è posta per te”, Benedetto scopre che sua madre, morta da poco, aveva adottato a distanza Luna, un’affascinante modella brasiliana. Impossibile non innamorarsi della bellezza e della semplicità di una bambina cresciuta nelle povere favelas brasiliane. Spinto dall’amico Sandro, Benedetto decide di seguire Luna fino in Sardegna dove la ragazza dovrà fare un servizio fotografico insieme al suo bellissimo ex fidanzato… Sarà difficile dimostrare, dunque, che “il mondo non è fatto per i belli ma, semplicemente, per i ‘normali’”.

La trama di Finalmente la felicità di Pieraccioni lascia già presagire che dell’avventato ragazzo toscano sempre pronto a mettere la “h” davanti a qualsiasi consonante, è rimasto ben poco. Scegliendo di smetterla di duettare con l’amico e collega Massimo Ceccherini (qui omaggiato con un piccolissimo cammeo), il protagonista preferisce Rocco Papaleo, l’attore napoletano comico più in voga del momento. Ma sebbene il miscuglio di dialetti (e di lingue) permetta un continuo misunderstanding tra tutti i personaggi della pellicola, la coppia non funziona e, infatti, non fa ridere. Anche la protagonista femminile, la sensuale Ariadna Romero, si rivela subito estremamente impostata, imbarazzata, spesso, goffa, al contrario del suo collega Thyago Alves, che, invece, sembra più spontaneo e meno artificioso nell’elaborazione del suo ruolo.

Ma il cast non è assolutamente l’unico problema di una pellicola che non decolla mai. Lento, monocorde, sottotono, il film non riesce a coinvolgere davvero gli spettatori. Non ci è dato sapere, però, se la colpa sia della sceneggiatura scritta a quattro mani con Giovanni Veronesi o di un’alchimia che non si crea tra nessun personaggio. Semmai, vien subito da chiedersi dove sia finita quella spensieratezza, quella leggerezza, quella freschezza che connotava tutte le commedie di Pieraccioni e che, tra un sorriso e una lacrima di commozione, differenziavano il suo cinema da quello dei colleghi italiani tanto dediti a sfoggiare i sederi delle modelle…

Ecco due registi per il sequel di Piovono Polpette

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Ecco due registi per il sequel di Piovono Polpette

La Sony Pictures Animation ha affidato a Cody Cameron e Kris Pearn la regia del sequel di Piovono Polpette. Si tratta

Kat Coiro dirigerà l’adattamento di Here Lies Bridget

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Kat Coiro dirigerà per Galgos Entertainment l’adattamento di Here Lies Bridget, romanzo della scrittrice

Werner Herzog contro Lawrence d’Arabia

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In occasione del ritiro di un premio alla carriera presso il Dubai International Film Festival, il cineasta tedesco Werner Herzog

Le Idi di Marzo: recensione del film di George Clooney

Le Idi di Marzo: recensione del film di George Clooney

Arriva finalmente nelle sale Le idi di marzo, ultimo film da regista di George Clooney, dopo essersi già imposto alla scorsa Mostra d’Arte Cinematografico di Venezia.  Il ritorno alla regia dell’attore segna anche il ritorno a temi a lui molto cari come la politica e le istituzioni, dopo la breve parentesi costituita da In amore niente regole, commedia più leggera e sentimentale.

Il film racconta la vicenda di un giovane e idealista addetto stampa (Ryan Gosling) che lavora per un candidato alla Presidenza, il governatore Mike Morris (George Clooney), e che si trova suo malgrado pericolosamente coinvolto negli inganni e nella corruzione che pervadono il mondo della politica. Le idi di marzo si colloca nel filone del thriller politico che fiorisce negli anni 60’-70’ grazie a registi del calibro di Elio Petri, o Sidney Lumet. La splendida sceneggiatura, tratta da Farragut North di Beau Willimon e scritta a quattro mani da Grant Heslov e dallo stesso Clooney, supporta mirabilmente l’opera elevandone la caratura artistica e sociale, impreziosita da un brillante uso di dialoghi, che aiuta la narrazione a non cadere in un immobilismo tipico di una messa in scena teatrale. In questo fa la sua parte Clooney che serve la storia con una regia lucida ed elegante, stilisticamente classica e funzionale al racconto in atto.

Le idi di marzo, il film

Al servizio della storia c’è anche un formidabile cast di confermatissime personalità attoriali, che regalano interpretazioni ad altissimi livello e all’altezza delle aspettative. Su tutti spicca come al solito un Paul Giamatti stratosferico, accompagnato da una sorprendentemente brava Evan Rachel Wood, una certezza come Philip Seymour Hoffman e un prezioso Ryan Gosling, ormai definitivamente lanciato nell’Olimpo dei performer di alto livello. Proprio il suo personaggio è il fulcro centrale della storia: un giovane idealista che crede in qualcosa di giusto ma che non necessariamente rappresenta la soluzione migliore per sopravvivere nel mondo che lo circonda.

L’allegoria del film di Clooney è quella propria di una “iniziazione”: il giovane idealista si addentra nel mondo della politica con il proprio bagaglio di valori, lontanissimo  dalle concrete dinamiche politiche e governative, e suo malgrado dovrà imparare a conviverci, sottostando a compromessi e imparando a scoprire il proprio lato oscuro. Il sistema dipinto dal regista è un malato inguaribile, in un perenne stato di dialisi, e nemmeno il recente cambiamento avvenuto sembra rappresentare quel vento di speranza tanto osannato. All’interno del racconto George Clooney ritrova un equilibrio solido che gli consente di raccontare attraverso una lucida e profonda (auto)critica, un mondo che lo sta tradendo (o forse lo ha già tradito). Alla fine il lato oscuro rappresenta sempre l’unica scelta percorribile e con una sorta di velato pessimismo, ma con netto distacco, il suo sguardo accompagna all’epilogo la storia.

A.C.A.B. – Teaser Trailer

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A.C.A.B. – Teaser Trailer

Il teaser trailer ufficiale del film “A.C.A.B. (All Cops Are Bastards)” di Stefano Sollima, con Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Andrea Sartoretti e Marco Giallini.

The Artist, uno splendido backstage

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The Artist, uno splendido backstage

La Weinstein Company ha rilasciato una splendida featurette di 6 minuti che ci mostra il backstage di The Artist, il film muto in bianco e nero che sta conquistando le platee di tutto il mondo…

The Iron Lady – trailer Italiano

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Meryl Streep interpreta Margaret Thatcher la Dama di Ferro nell’attesissimo film di Phyllida Lloyd. Nel 2012 al cinema.

Il principe del deserto: recensione del film

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Il principe del deserto: recensione del film

Il principe del deserto, l’ultimo film di Jean Jacques Annaud è il riadattamento del romanzo del 1957 Il paese dalle ombre corte dello svizzero Hans Ruesch. La vicenda è ambientata in Medioriente all’inizio del ventesimo secolo e si apre con un patto tra due sultani che hanno appena terminato un conflitto.

Il vincitore Nesib, l’emiro di Hobeika (Antonio Banderas), detta la condizioni di pace al suo rivale Amar, il sultano di Salmah (Mark Strong). Come da tradizione, quest’ultimo deve offrire a Nesib i suoi due figli maschi, a garanzia del trattato di pace. I due ragazzini, Saleeh e Auda, devono essere adottati dall’emiro di Hobeika e nessuno potrà più reclamare i diritti della cosiddetta Striscia Gialla, una lingua di deserto tra Hobeika e Salmah. Quindici anni dopo, una serie di eventi stravolgono la vita di questi personaggi, e così Auda sarà così costretto a togliere i panni di timido bibliotecario e a scoprirsi leader carismatico.

Guardando le immagini di Black Gold (titolo originale del film Il principe del deserto) è letteralmente impossibile non pensare al capolavoro del 1962 di David Lean Lawrence d’Arabia. A differenza di quella pellicola, però, qui è più forte l’atmosfera da “Mille e una notte”, merito anche delle musiche di James Horner. Come nelle fiabe migliori, da una parte c’è l’avidità e il progresso e dall’altra la dignità, il coraggio e la tradizione. Ad incarnare questi modelli così agli antipodi, troviamo da una parte la maschera impassibile e incorruttibile di Mark Strong, mentre dall’altra Antonio Banderas nei panni di un sultano così avido e cinico da apparire quasi divertente. Stretto tra due fuochi, il giovane Auda (il bravissimo Tahar Rahim visto ne “Il Profeta”) è costretto trovare la “sua” strada, sorretto solo dall’amore di Leyla (la bella Freida Pinto).

Nonostante Il principe del deserto non vada annoverato tra le opere più “personali” di Annaud, la storia convince per la forza di alcuni temi universali, trattati con un ritmo e un gusto per la narrazione che la avvicinano più ad alcune buone produzioni hollywoodiane, piuttosto che al cinema d’autore. La sceneggiatura dell’olandese Menno Meyjes (“Il colore viola”, “L’impero del Sole”, “Indiana Jones e l’ultima crociata”) è scritta molto bene e tiene fede al romanzo da cui il film è tratto. I personaggi sono ottimamente caratterizzati e, nonostante dei dialoghi non sempre originali, la pellicola fa sfoggio di ottimi attori, buona fotografia e costumi grandiosi. Nonostante l’avversione di Annaud per la CGI, non mancano scenografie bellissime (Pierre Queffelean) e scene di battaglia ed esplosioni spettacolari.

Rock of Ages: trailer originale

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Ecco il trailer di Rock of Ages, il nuovo film di Adam Shankman, che vede trai protagonisti un fantastico Tom Cruise in versione front-man di una band glam metal degli anni Ottanta.