Arriva una notizie che
in molti attendevano da tempo: la Sony Pictures ha stretto un
importante accordo con Ubisoft con la quale ha acquistato i
diritti di produzione di Assassin’s
Creed.
Uscirà il 15 Novembre 2011
l’attesa Edizione Blu-ray in edizione limitata dei film di maggior
successo del più importante regista del secolo scorso: Stanley
Kubrick. L’edizione si intitolerà: STANLEY
KUBRICK – UN REGISTA VISIONARIO.
La maga più famosa della Germania torna a
compiere magie dopo aver raggiunto un discreto successo con la sua
prima avventura. Questa volta abbandona i confini tedeschi per
recarsi nella lontana India dove urge il suo aiuto e i suoi
incantesimi.
Arriva al cinema L’amore all’improvviso – Larry Crowne il film scritto, diretto, prodotto ed interpretato da Tom Hanks.
Larry Crowne è un impiegato modello, ha vinto otto volte il premio come impiegato del mese e, quando viene convocato dal consiglio direttivo del supermarket dove lavora ad un colloquio privato, crede di essere arrivato a quota nove. Invece della promozione però arriva la doccia fredda: per la sua mancanza di titolo universitario, Larry viene licenziato, perché impossibilitato a fare carriera.
Comincia così per lui un periodo di riassestamento, deve di nuovo cambiare la sua vita (dopo il divorzio e i 20 anni trascorsi in Marina come cuoco) e così si iscrive all’università, sperando di colmare le lacune che l’hanno portato al licenziamento. Nuova vita, nuovi amici e nuovi amori, Larry Crowne rinascerà e tornerà a sorridere.
L’amore all’improvviso –
Larry Crowne vede tornare dietro la macchina da presa
Tom Hanks, qui in veste
di tutto fare (attore protagonista, regista, sceneggiatore e
produttore), e porta al cinema una storia legata all’attualità,
alla crisi e alla capacità di adattamento che le persone devono
ingegnarsi a tirar fuori in momenti in cui tutto ci abbandona. Il
film però alterna momenti comici ad altri imbarazzanti, regalandoci
una delle peggiori performance di
Tom Hanks, accompagnato da una
Julia Roberts, professoressa frustrata, in
splendida forma ma incapace ultimamente di scegliersi i ruoli (si
ricordi il recente Mangia Prega Ama).
Il brio di alcuni dialoghi riesce ad alzare parzialmente un risultato altrimenti devastante e il risultato è una commedia romantica ma anche comica, che lascia spazio a poca riflessione ed a un’ora e mezza di evasione. Interessanti alcuni personaggi secondari, come il leader della gang di scooteristi, gli studenti e compagni di corso di Hanks/Crowne e il marito della Roberts, interpretato da Bill Cranston, gretto e volgare scrittore decaduto a blogger.
Per il gusto dell’ovvio si sottolinea come il marketing italiano abbia trasformato una (tentata) storia di cambiamento e crescita in una storia d’amore (neanche a dirlo!), a partire dalla modifica del titolo, fino alla locandina scelta per la promozione del film.
Ron Howard ha
recentemente deciso di abbandonare la regia del Simbolo Perduto,
film che completerebbe la trilogia cinematografica cominciata nel
2006 con
Come la sua Hermione nella Saga di Harry Potter, Emma Watson ha sempre voluto finire gli studi, anche a costo di sacrificare il tempo da dedicare agli impegni professionali.
Una
separazione: Nader e sua moglie Simin stanno per
divorziare. Hanno ottenuto il permesso di espatrio per loro e la
loro figlia undicenne ma Nader non vuole partire. Suo padre è
affetto dal morbo di Alzheimer e lui ritiene di dover restare ad
aiutarlo. La moglie, se vuole, può andarsene. Simin lascia la casa
e va a vivere con i suoi genitori mentre la figlia resta col
padre.
/Film ha rivelato oggi che secondo una
fonde attendibile un prologo di 8 Minuti del terzo capitolo della
saga del Cavaliere Oscuro targata Christopher
Nolan potrebbe essere allegato alle copie IMAX del nuovo
capitolo di Mission impossibile: protocollo fantasma.
Dopo la cerimonia di nozze invernale, Massimo Boldi ci riprova con l’ennesimo matrimonio con Matrimonio a Parigi, questa volta nella bellissima cornice di Parigi insieme ad un cast di facce note che non si stancano mai di passare da un set all’altro, da una commedia all’altra, portandosi sempre dietro il proprio personaggio.
In Matrimonio a Parigi Lorenzo (Boldi) è un imprenditore polentone fai da te, che vende su TeleLecco Sat (sua emittente privata) tutta una serie di attrezzi e elettrodomestici che fa credere indispensabili ai suoi ascoltatori. E’ attorniato dal socio (Massimo Ceccherini) che sogna di avere una passionale storia d’amore con la moglie di Lorenzo, e dalla moglie stessa, Elvira (Paola Minaccioni), che suggerisce al marito i modi migliori per … evadere le tasse.
Gennaro (Biagio Izzo), ufficiale della guardia di finanza, è un irreprensibile cittadino, ligio al dovere e al rispetto delle regole, con una moglie travolgente, tale Costanza (Anna Maria Barbera), che gestisce un negozio di intimo nella assolata e pittoresca Napoli. Le due famiglie si incontrano su un treno (rigorosamente Freccia Rossa) diretto a Parigi, dove i rispettivi figli, compagni di camera e di studi all’Istituto di Arte e Design di Parigi, stanno per diplomarsi.
Alterne vicende e scambi di persone porteranno i personaggi ad intrecciare le loro vite, all’insegna di ricatti, tentati tradimenti, scherzi, appuntamenti al buio e minacce di arresto per evasione. Inutile dire che si tratta della solita commedia pre-natalizia, dopo il divorzio Boldi – De Sica, che mette in tavola una gran minestra di battute, tentate citazioni di altri successi (Benvenuti al Sud su tutti) e un po’ di sana attualità, ovvero i riferimenti agli evasori ed ai paradisi fiscali che tanto sono di moda nel nostro Paese.
Il tentativo iniziale di introdurre una trama che strizza l’occhio in maniera un po’ grossolana alla contemporaneità, viene immediatamente soppiantato dalla riabilitazione del solito affastellamento di situation (non) comedy che ormai siamo abituati a vedere. Matrimonio a Parigi è una commedia di evasione, che strappa qualche raro sorriso grazie soprattutto al personaggio di Anna Maria Barbera e che andrebbe vista anche solo per la bonus scene con protagonisti Rocco Siffredi e Massimo Ceccherini.
Mentre si attende l’uscita del Sherlock Holmes, Guy Ritchie è alla ricerca del suo prossimo
progetto. Secondo alcune fonti potrebbe essere il remake della
commedia su quattro ruote La corsa più pazza d’America, film del
1981 con Roger Moore e Burt Reynolds.
Le riprese di Show Whit and the
Huntsman hanno subito una battuta d’arresto per un infortunio
accaduto alla sua protagonista, Kristen Stewart.
A rivelarlo è Mike Manganello sulla sua pagina di Twitter.
Anne Hathaway avrà il ruolo di Fantine in Les Miserables, prossimo adattamento cinematografico del romanzo di Victor Hugo ad opera di Tom Hooper. Per la gioia di Hugh Jackman che recentemente aveva espresso il desiderio di averla come co-protagonista. Vi ricordiamo che la Hathaway vestirà presto i panni di Catwoman in The Dark Knight Rises. Nel cast di Les Miserables, oltre a Hugh Jackman si è aggiunto recentemente anche Russell Crowe.
La Hasbro ha ufficialmente avviato le trattative con la Paramount Pictures, Steven Spielberg e Michael Bay per realizzare i nuovi episodi di Transformers. Secondo Variety annuncia che le discussioni potrebbero includere la possibilità di girare due sequel contemporaneamente, ovvero Transformers 4 e 5.
Sempre Variety conferma alcune sensazioni riguardanti al cast, Shia LaBeouf difficilmente ritornerà nel nuovo film. Le voci vanno versò la possibilità che Jason Statham possa assumere il ruolo di protagonista. Ma la notizia più eclatante è che Michael bay starebbe prendendo in considerazione la possibilità di tornare alla regia, senza limitarsi quindi alla produzione esecutiva. Come sappiamo già Bay girerà il suo nuovo film, Pain & Gain, entro la fine del 2012, quando si pensa che le riprese del nuovo episodio di Transformers potrebbero iniziale. Le sue intenzioni sono sempre state quelle di Bay volersi dedicare a un altro progetto, ma nel frattempo c’è stato di mezzo il successone del terzo capitolo (1,119 miliardi) che ha ribaltato un po’ tutti i piani. Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi.
Fonte: Variety
Steven
Spielberg ha rilasciato una lunga intervista ad Empire
sull’atteso film Le avventure di Tintin: Il segreto
dell’unicorno che vedremo in anteprima nella Sezione Alice del
Festival del film di Roma.
E’ lo stesso Bryan Singer a
ufficializzare la morte del film Excalibur, film che ha lungamente
sviluppato presso la Warner Bros negli ultimi anni. Il regista
spiega i motivi del perché la Warner lo abbia cancellato.
Keanu Reeves dopo aver annunciato l’intenzione di
dirigere un film sulle arti marziali dal titolo Man Of Tai Chi, si
appresta ad iniziarne le riprese. Con un budget di circa 25 milioni
di dollari, messo a disposizione da China Film, Village Roadshow e
Wanda Group, il film può partire.
Shawn Levy, reduce dal successo al botteghino
americano di Real Steel, potrebbe dirigere per la Fox The Three
Misfortunes of Geppetto, basato su una sceneggiatura originale
dell’esordiente Michael Vukadinovich.
La carriera di Aaron Eckhart
sembra procedere a gonfie vele. L’attore è impegnato su molti
fronti per il futuro ma arriverà prossimamente nelle sale al fianco
di Johnny
Depp in The Rum Diary. Ora arriva la notizia che sarà anche il
batterista dei Beach Boys Dennis Wilson nel biopic The Drummer.
La famosa rivista
Harper’s Bazar ha dedicato una retrospettiva al cinema di Martin Scorsese,
in attesa dell’arrivo di Hugo Cabret nelle sale cinematografiche il
prossimo 23 novembre (il 16 dicembre il Italia).
Train de Vie Anno: 1998 Regia: Radu Mihaileanu Cast: Lionel Abelanski, Rufus, Clément Harari, Michel Muller
Un primo piano apre su un giovane che comincia un racconto. E’ Shlomo, lo “scemo del villaggio”. Per la precisione di uno Shtetl, villaggio ebraico dell’Europa dell’Est, che nel 1941 rischiava l’invasionenazista e la conseguente deportazione dei suoi abitanti.
Il paesino vive tranquillamente il proprio quotidiano, finché Shlomo avvisa i suoi compaesani che nei villaggi vicini gli ebrei sono cacciati dai militari nazisti. Ma oltre ad allarmare i suoi concittadini, propone anche un’idea suggestiva per sfuggire allo sterminio: creare un finto treno nazista per le deportazioni che li accompagni in Palestina passando per l’Unione Sovietica. Si riunisce così il consiglio degli anziani che approva la stramba quanto salvifica idea di Shlomo. Comincia così un viaggio strambo e rocambolesco alla ricerca della salvezza.
Train de vie, del rumeno Radu Mihaileanu, non appartiene ad un genere preciso. Molti dizionari cinematografici lo archiviano come film drammatico, perché ambientato in quella tragica pagina storica che è stata la Shoah, altri ancora come commedia, ma forse indebitamente, date le varie gag che gustosamente ingloba nella sua trama, potrebbe essere perfino etichettato come un film comico.
Questo stupendo lungometraggio del 1998 girato tra Francia, Belgio, Romania, Israele e Paesi Bassi, è una grande prova di come l’arte cinematografica possa trattare un tema così delicato attraverso storielle divertenti, ironiche, pittoresche, grottesche, fantasiose. Il tutto senza offendere chi certe tragedie le ha subite sulla propria pelle, né calpestare la memoria di quanti hanno perso tragicamente la vita per il disegno meschino di una mente folle.
In quel treno c’è la metafora del Mondo: c’è il capo rabino che dialoga con Dio e gli presenta i suoi umani dubbi, c’è chi professa il comunismo creando un gruppo di dissidenti, ci sono ebrei e zingari uniti nella tragedia, c’è chi vorrebbe atteggiarsi a filosofo utopista ma poi cede puntualmente ai piaceri della carne. Insomma, in pochi vagoni colorati è racchiusa l’umanità intera, con i suoi soliti vizi, le sue virtù, i suoi conflitti, le sue prepotenze, le sue debolezze, le sue speranze.
A contribuire all’ambientazione vivace e fiabesca del film contribuiscono, oltre che l’aspetto grottesco dei protagonisti, anche le musiche del bosniaco Goran Bregovic, autore di moltissime colonne sonore dalla fine degli anni ’70 ad oggi.
C’è anche un aneddoto, o forse solo una leggenda, che lega questo film a Roberto Benigni. Pare che il regista e comico toscano abbia letto la sceneggiatura di questo film prima che iniziassero le riprese e che abbia tratto ispirazione dalla vena comica della storia, utilizzandola anche, in una maniera del tutto personale, nel suo La Vita è Bella, uscito lo stesso anno.