La crisi globale colpisce anche gli
studios cinematografici, che sono costretti a rivedere i propri
programmi; di pochi giorni fa l’annuncio da parte della Watner Bros
del rinvio di Paradise Lost, in collaborazione con la Legendary
Pictures e della messa in stand-by di Artù e Lancillotto, progetto
che al momento appare un pò troppo costoso. Il film sarebbe stato
incentrato sulle avventure di Artù precedenti alla sua ascesa al
trono: Kit Harington (Games Of Thrones) avrebbe interpretato il
futuro re, con Joel Kinnaman (The Killing) nel ruolo di
Lancillotto.
Il budget è rapidamente
lievitato: dagli iniziali 90 milioni di dollari si è rapidamente
arrivati a 130, e questo ha cominciato a generare dubbi sulla
effettiva fattibilità del progetto; a fianco dei due protagonisti,
non ancora conosciutissimi presso il grande pubblico, si sarebbe
puntato su Gary Oldman (nel ruolo di Merlino) quale grande nome per
accrescere l’appeale della pellicola. Il regista David Dobkin,
anche autore della sceneggiatura, sarebbe stato lasciato libero di
cercare un’altra casa di produzione per il film. Quello di Artù e
Lancillotto è solo l’ultimo di una serie di casi di potenziali
blockbuster messi in stand-by o finiti nel dimenciatoio: tra
questi, The Lone Ranger, anch’esso rinviato per motivi di budget,
il lovecraftiano Le Montagne della Follia di Del Toro (con Tom
Cruise protagonista) e la saga basata sulla serie dei romanzi
della Torre Nera di Stephen King firmata da Ron Howard.
Più conosciuto per i ruoli in
alcune serie televisive (OC ed Everwood le più note), che per
l’attività per il grande schermo, Chris Pratt potrebbe ora avere l’opportunità di
dare una svolta alla propria carriera con la partecipazione a Kill
Bin Laden, prossimo film di Kathryn Bigelow, nel quale
interpreterebbe il ruolo di uno dei vari soldati protagonisti. Il
successore di The Hurt Locker ha incontrato non pochi problemi nel
corso della sua gestazione, primo fra tutti il fatto che nel
frattempo Bin Laden è stato effettivamente trovato e ucciso,
costringendo il progetto a una brusca frenata e rendendo obbligata
un’ampia revisione della sceneggiatura.
Anche il casting ha trovato non
poche difficoltà: al momento della partita sarebbero entrati a far
parte Joel Edgerton, Tom Hardy, Guy Pearce e Idris Elba; al
momento l’unico nome sicuro è però quello di Jason Clarke, che
presto vedremo all’opera nel Grande Gatsby. L’obbiettivo della
Bigelow e dello scrittore Jason Clarke è di avviare le riprese
entro febbraio, fissando per dicembre la data di uscita negli
U.S.A.; su questo al momento non vi sono però conferme.
I sospiri del mio
cuore (in originale Mimi wo sumaseba ) è un film
d’animazione giapponese del 1995 scritto da Hayao
Miyazaki e diretto da Yoshifumi Kondō.
L’edizione italiana è stata presentata dalla Lucky Red a Lucca
Comics and Games il 31 ottobre 2011. Il tema musicale principale è
la famosa canzone di John Denver Take Me Home, Country Roads,
ricantata però in giapponese e con un testo diverso rispetto
all’originale.
In I sospiri del mio
cuore Shizuku è una studentessa di terza media. Grande
appassionata di narrativa, buona parte del suo tempo libero immersa
nei libri. Tuttavia, un’inaspettata serie di incontri le farà ben
presto riconoscere come la sua quotidianità sia finita col
diventare come la trama di un romanzo fantastico.
L’avventura comincia quando
Shizuku, la protagonista del film, appassionata di romanzi, va in
biblioteca per prendere in prestito dei volumi. Noleggiando dei
libri si accorge che nella tessera dei noleggi ricorre sempre un
cognome prima del suo: Amasawa, e con la fantasia di un aspirante
scrittrice comincia a fantasticare su chi sia questo ragazzo.
Un giorno, durante il suo consueto
pellegrinare verso la biblioteca, incontra sul treno uno strano
gatto e decide di seguirlo, il felino la conduce in un quartiere
sconosciuto ed entra in un negozio di antiquariato. Il proprietario
e Shizuku si conoscono e l’ometto mostra alla ragazza alcuni dei
tesori del suo negozio, tra cui uno strano orologio e la statuetta
di un gatto antropomorfo che chiama Baron.
Shizuku conoscerà nelle sue
scorribande anche Seiji Amasawa, un ragazzo che continua a
prenderla in giro, e che presto si trasferirà in Italia per
diventare un bravo liutaio. L’amicizia di Shizuku e Seji si
rafforza sempre più e presto i due ragazzi capiranno la vera natura
dei loro sentimenti.
I sospiri del mio cuore è un
prodotto firmato dallo Studio Ghibli, uno studio cinematografico
specializzato in film d’animazione giapponese. I suoi anime sono
conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, ed hanno contribuito
alla diffusione e alla rivalutazione di questo genere al di fuori
della madre patria e della cerchia di appassionati.
Lo Studio Ghibli fu fondato nel
1985 dal celebre regista Hayao Miyazaki insieme al suo collega e
mentore Isao Takahata.
Come avviene nella gran parte dei
film scritti da Miyazaki, abbiamo dei protagonisti bambini: la loro
innocenza, contrapposta alla violenza degli adulti, li porta spesso
ad avere il potere di riappacificare gli uomini fra di loro e con
la natura. Stavolta, però, ci si interroga sul diventare grandi,
sul crescere e sul capire che strada percorrere. Il percorso di
Shizuku non è per niente facile, perché crescere non è facile. Si
affrontano crisi, dubbi e momenti incerti e spesso l’unico modo per
ritrovare la via è seguire le proprie fantasie e vedere fin dove ci
portano. Può darsi che ci aiutino ad andare avanti e a scoprire un
nuovo emozionante futuro.
Puntuale, dopo due anni, Guy Ritchie ritorna con una nuova avventura
dell’inquilino di Baker Street, Sherlock Holmes – Gioco di
ombre. Anche qui, la penna ispiratrice è quella di
Sir Arthur Conan Doyle unita, mescolata e ben
amalgamata all’estro dell’ormai tanto apprezzatissimo quanto
criticatissimo regista. Ma cosa dovremmo aspettarci da questo film
che ancor prima dell’uscita ha prodotto fiumi interminabili di
parole? E quali saranno le nuove ambientazioni dell’investigatore,
insolite e curiose da strappare sorrisi e inchiodare gli sguardi?
Questa volta, pare che le avventure di Holmes non rimangano lì,
oltre la Manica, ma la mania insaziabile di certezze e verità ha
condotto l’investigatore in un tour, di certo per nulla affine
al Grand Tour in voga in quel periodo, fatto di corse
all’ultimo sangue per ottenere o salvare qualcosa/qualcuno.
Questa volta sulla scena di
Sherlock Holmes – Gioco di ombre, però, si staglia
una figura: l’alter ego di Sherlock Holmes.
Nell’episodio precedente era il burattinaio della situazione, ed
ora invece, il Professor Moriarty (interpretato da Jared Harris), è il vero protagonista posto
affianco a Holmes. Astuto, lungimirante, diabolico nei
ragionamenti, e si direbbe anche onnisciente sulle scelte di
Holmes, prevede e anticipa le mosse, sconvolgendo così i piani dei
difensori dei deboli. Nelle atmosfere cupe e grigie di una Londra
Vittoriana sempre più in ascesa, il duo Holmes-Watts continua a
ingoiare ogni indizio e segnale, questo anche grazie al prezioso
aiuto di una nuova pedina che entra a far parte del gioco: la
Zingara Sim (interpretata da Noomi Rapace). Non mancherà la forza
dell’intelligenza ammaliatrice di Irene Adlere
(interpretata da Rachel McAdams) e la partecipazione di
Stephen Fry nel ruolo dell’eccentrico e
stravagante Mycroft Holmes, fratello
dell’investigatore.
La cornice di Sherlock
Holmes – Gioco di ombre per quanto secondaria,
contribuisce ad esprimere la spettacolarità del tutto. La
fotografia eccellente di Philippe Rousselot, la colonna sonora di
Hans Zimmer ben si inseriscono nelle scelte per
gli effetti visivi che esprimono la quintessenza, il valore
aggiunto dell’opera.
La Universal ha annunciato che
Mission: Impossible – Protocollo Fantasma uscirà nelle
sale italiane il 27 Gennaio 2012. Inoltre la Paramount
Pictures e Coca Cola Zero hanno annunciato la loro partnership per
la presentazione della premiere del film
Mission: Impossible – Protocollo Fantasma, che avrà
luogo a Rio de Janeiro, in Brasile, il prossimo 14 dicembre.
Il ‘red carpet’ sarà
trasmesso online dalle 19:00 ora locale (22:00 ora italiana) con
una performance live del DJ e produttore musicale nominato al
Grammy® Tiësto, che presenterà in anteprima assoluta il nuovo remix
del noto tema musicale di Mission: Impossible, scritto da Lalo
Schifren. Sarà possibile seguire questo evento speciale
gratuitamente in streaming su CokeZero.com/Mission,
MissionImpossible.com, Livestream.com/MissionImpossible,
http://www.facebook.com/tiesto e Coca Cola Zero su Facebook.
La star e produttore del film
Tom
Cruise, la coprotagonista Paula Patton, il regista Brad Bird e
altre celebrità saranno disponibili per interviste coordinate dai
conduttori Quddus e Carla Lamarca. Nel corso di questo evento, i
fan di Coca Cola Zero, Tiësto e
Mission: Impossible – Protocollo Fantasma avranno la
possibilità di porre domande ai membri del cast tramite la chat
livestream. Inoltre il pubblico potrà assistere ai momenti salienti
del tour globale del film, nelle sue varie tappe in Giappone,
Corea, India, Dubai, Francia, Germania, Spagna, Australia, Russia e
Italia.
“I film di “Mission Impossible”
vantano un enorme seguito in tutto il mondo”, dichiara LeeAnne
Stables, Vice Presidente Esecutivo del Marketing Mondiale di
Paramount. “Per celebrare il lancio di questo nuovo episodio del
franchise, abbiamo unito una brand del calibro di Coca Cola Zero ad
una performance live del noto DJ & Produttore Tiësto: il risultato
non potrebbe essere più elettrizzante”.
“Il tema musicale di MISSION:
IMPOSSIBLE è universalmente riconoscibile e suscita sempre una
grande emozione. Siamo davvero curiosi di assistere al modo in cui
il musicista Tiësto lo ha personalizzato”, afferma Chip York,
Direttore del Marketing del Settore dell’Intrattenimento Mondiale
della Coca-Cola Company. “La premiere di Rio in live streaming sarà
un evento unico, in cui verrà celebrata la partnership di Coca Cola
Zero con questo noto franchise cinematografico”.
Mission:
Impossible – Protocollo Fantasma è un film diretto da Brad
Bird, scritto da Josh Appelbaum & André Nemec e prodotto da Tom
Cruise, J.J. Abrams e Bryan Burk.
Ritenuto responsabile
dell’attentato terroristico che ha distrutto il Cremlino, l’agente
segreto della Impossible Mission Force (IMF) Ethan Hunt viene
allontanato dall’agenzia insieme agli altri membri della sua
squadra, quando il Presidente degli Stati Uniti attiva il “Ghost
Protocol”. Ormai privo di risorse e di qualsiasi sostegno, Ethan
dovrà trovare un modo per riabilitare il nome della sua agenzia e
prevenire un altro attentato. A complicare le cose, Ethan viene
costretto a intraprendere questa missione al fianco di alcuni ex
colleghi della IMF, spinti da oscuri motivi personali a lui
sconosciuti.
Winona Ryder sembra essere tornata a lavoro
con una certa costanza. Dopo la sua partecipazione a Il Cigno Nero
e al Dilemma, l’attrice sarà la moglie di Michael Shannon in The
Iceman.
Di recente Steven Spielberg ha rivelato che lui e
George Lucas stanno lavorando su un Indiana Jones numero 5 e che
finalmente è arrivata un’idea vincente per un possibile quinto
capitolo. Il NY Mag ha ora precisato che Lucas e Spielberg hanno si
avuto un’idea per la storia, ma che manca loro ancora un MacGuffin,
ovvero un pretesto per portare avanti lo sviluppo del racconto. E
vogliamo sperare che finchè George non trova quel MacGuffin, il
quinti Indy nn vedrà lo schermo.
Fortapàsc è il
film del 2009 diretto da Marco Risi e con
protagonisti Libero De
Rienzo, Ennio Fantastichini, Massimiliano e Gianfranco Gallo,
Ernesto Mahieu, Renato Carpentieri, Michele
Riondino.
Fortapàsc, la trama
Storia di Giancarlo Siani,
giornalista de Il Mattino ucciso solo perché faceva il suo lavoro
con devozione e professionalità, raccontando le malefatte della
camorra in quel di Torre Annunziata, lavorando per la sede
distaccata del giornale a Castellammare di Stabia (lui era del
Vomero).
Dovendosi occupare dei fatti di
cronaca nera, non si limitò infatti a riportare il nome di chi
veniva ucciso, ma anche tutti i vari movimenti interni ai clan, i
loro intrecci (tra i Nuvoletta, all’epoca altra grande famiglia di
Marano, i Gionta e i Bardellino), i tantissimi omicidi e i loro
perché, le relazioni tra Camorra e istituzioni, in particolare con
il consiglio comunale di Torre Annunziata. La sua devozione e
scrupolosità gli costarono però troppi nemici.
Fortapàsc, il film
Fortapàsc del 2009
è diretto da Marco Risi, figlio del celebre Dino, un regista che ha
spesso affrontato tematiche scomode, non disdegnando però brillanti
virate nella commedia. Fortàpasc racconta la breve esistenza e la
tragica fine del giornalista Giancarlo Siani, interpretato da
Libero De Rienzo, giovane attore napoletano che ha diviso la
propria carriera tra cinema e Tv.
Fortapàsc è
tratto da “Mehari” (nome che trae spunto dal modello dell’auto di
Siani), un cortometraggio realizzato nel 1999 da Gianfranco De
Rosa, che in questo film riveste il ruolo di produttore esecutivo.
Il titolo è invece ispirato al modo ironicamente drammatico con cui
Siani definiva Torre Annunziata, proprio per la guerra in atto tra
clan che funestava il territorio, come all’epoca un po’ tutto il
napoletano.
Anche se le tematiche trattate sono
impegnative e delicate, questa pellicola scorre con facilità di
fruizione, trasmettendo al contempo anche tanta amarezza, e
solleticando nello spettatore sete di giustizia e voglia di
riscatto civico. Siani, ben interpretato (anche esteticamente) dal
succitato De Rienzo, appare come un isolato Don Chisciotte, che a
differenza del personaggio di Cervantes non ha neppure il conforto
della compagnia del buffo Sancho Panza. Resta di fatti solo nella
sua battaglia contro quei feroci mulini a vento, rispetto a questi
ultimi tanto più veri quanto atroci, abbandonato anche dalla
fidanzata Daniela (Valentina Lodovini) e dal
collega Rico (Michele Riondino) il quale sceglie,
da involontario profeta, un altro mestiere. Alla fine Giancarlo
resta solo con i suoi principi, solo fino alla terribile fine.
Tra gli altri interpreti
di Fortapàsc si segnalano: Ennio
Fantastichini (nelle vesti del Sindaco di Torre
Annunziata), Ernesto Mahieux (nei panni del
pittoresco direttore del giornale locale di Torre), i fratelli
Massimiliano e Gianfranco Gallo (nei panni dei fratelli Gionta),
Renato Carpentieri (Amato Lamberti, direttore de
L’Osservatorio sulla camorra) e Gianfelice
Imparato (pretore Rosone).
Veniamo ad alcune curiosità, che in
realtà sono autentiche gaffe “storiche”. Alcune delle automobili
non corrispondono all’epoca dei fatti, ad esempio si nota più di
una volta un’Alfa Romeo 33 di seconda serie, prodotta a partire dal
1990, alla quale è stata apposta molto inverosimilmente la targa di
colore nero con scritte arancio/bianche, in vigore fino al 1985
(anno dell’ambientazione di Fortapàsc).
Per ben due volte viene
indirettamente inquadrata (con l’etichetta al lato opposto, ma
nettamente distinguibile) la birra “Corona” come bevanda
dell’attore principale, nella prima scena addirittura con uno
spicchio di limone, moda molto in voga oggi, ma non nel 1985,
infatti in Italia la Corona arriva nel 1989.
Nella scena in cui viene inquadrata
la bambina vittima dell’agguato, stesa per terra di fronte al
portone della Chiesa, si possono distinguere chiaramente delle
monete in Euro. Nella partita di pallavolo della squadra allenata
da Siani si vede un pallone tricolore, di quelli usati solo dalla
fine degli anni Novanta.
Nella sala del consiglio comunale
c’è la foto del presidente Francesco Cossiga, che sarebbe diventato
Presidente della Repubblica solo qualche mese dopo, e lo stendardo
del comune di Castellammare di Stabia invece di quello di Torre
Annunziata. Il fotografo Rico nella realtà non è mai esistito.
La redazione di Torre Annunziata de
Il Mattino non esiste. Nella realtà esisteva quella di
Castellammare di Stabia, ma gli sceneggiatori l’hanno creata per
razionalità narrativa e per essere liberi nella creazione di
personaggi di fantasia. Il capo della redazione di Torre Annunziata
non esiste nella realtà, ma all’epoca esisteva una tipologia di
giornalisti-impiegati.
Anche se esistono i verbali delle
testimonianze di Amato Lamberti ex presidente della Provincia di
Napoli e all’epoca direttore de L’Osservatorio sulla camorra, con
il quale collaborava gratuitamente Siani, non è stato mai provato –
perché ritenuto ininfluente dal magistrato inquirente – che
Giancarlo Siani gli avesse effettivamente telefonato quel giorno.
Le stesse testimonianze di Lamberti sono in contrasto tra loro e
hanno confuso non poco le acque nelle fasi iniziali
dell’inchiesta.
Degne di nota sono anche due
aneddoti: a pochi giorni dal primo ciak, morì il grande regista
Dino Risi, padre di Marco, così ci fu uno stop di tre giorni per i
funerali. Al termine delle riprese la produzione ha voluto far
dedicare la pellicola da Marco Risi alla memoria del padre.
Infine, l’auto Méhari usata per le
riprese era la vera auto di Giancarlo Siani nella quale venne
ucciso la sera di lunedì 23 settembre 1985, che è stata acquistata
da un suo caro amico che non è apparso nel film per sua espressa
volontà. Un particolare questo che impreziosisce un film che è
riuscito nell’intento di raccontare la vita di un giovane
giornalista sacrificatosi per amore della verità.
Guy Ritchie – Per
diversi anni molta parte della sua notorietà è stata legata al suo
matrimonio con la pop star più famosa del pianeta, ma sempre più
questo regista, sceneggiatore e produttore inglese si è fatto
apprezzare per i suoi film avvincenti, pieni d’azione e ironia, che
non lasciano spazio alla noia, mostrando un’evidente
predilezione per storie di crimini e malviventi, nonché
grande cura nel rendere le atmosfere di questa faccia oscura
dell’umanità.
È in questi giorni in giro per
l’Europa, ieri a Roma, a promuovere la sua ultima fatica,
Sherlock Holmes: Gioco di ombre, sequel del
fortunatissimo Sherlock Holmes. Accanto a lui nel
progetto anche stavolta Robert Downey Jr., nei panni del
celebre investigatore uscito dalla penna di Conan Doyle – ma anche
ispirato al fumetto creato da Lionel Wigram, produttore della
pellicola assieme a Joel Silver – Jude
Law, che interpreta ancora una volta Mr. Watson, e il nuovo
acquisto del cast, Noomi Rapace, nel ruolo
dell’indovina Sim. Gli auspici sono più che buoni e questa è
senz’altro una delle uscite natalizie più promettenti, se
consideriamo che il primo Sherlock Holmes incassò 524 milioni di
dollari. Dunque, mentre aspettiamo di essere sommersi dalle 600
copie di questa pellicola, in uscita nelle nostre sale il 16
dicembre, approfittiamo per conoscere un po’ meglio il suo
regista.
Guy Ritchie, biografia
Guy Stuart Ritchie
nasce il 10 settembre del 1968 a Hatfield, nell’Hertfordshire,
contea inglese che lo stesso anno vede nascere anche una delle più
grandi rock band della storia: i Deep Purple. Si potrebbe dire un
destino, visto che la vita del regista inglese si intreccerà più
volte con la musica.
Nasce da John Vivian Ritchie e
Amber Parkinson; ha una sorella maggiore, Tabitha, e un
fratellastro, Kevin Bayton, che sarà suo socio in affari: con lui
fonderà la Ska Films, casa di produzione cinematografica. Il
matrimonio dei suoi genitori finisce quando Guy è ancora molto
piccolo. Il suo rapporto con la scuola è travagliato e la lascia a
sedici anni. È invece determinato a diventare regista e
sceneggiatore.
Guy Ritchie, film e
filmografia
Il debutto dietro la macchina da
presa data 1995: si tratta del cortometraggio The Hard
Case, ma il primo film con cui si fa notare è quello che
segna anche l’esordio alla produzione, con la succitata Ska Films:
Lock & Stock – Pazzi scatenati (1998). Ambientato
tra underground inglese e malavita, vede fronteggiarsi in
rocambolesche vicende dei piccoli delinquenti e un pericoloso
gangster. Dunque fin da subito, Ritchie mostra di saper
interpretare in maniera interessante il collaudato binomio
azione-crimine, coniugandolo con le atmosfere inglesi che ben
conosce. Il film ottiene un buon risultato e fa emergere il nome di
Ritchie.
Due anni dopo, il regista fa un
altro centro, fondendo ancora crimine e commedia in Snatch
– Lo strappo, in cui può avvalersi di Benicio del Toro e Brad Pitt. Azione, ritmi serrati, caustica
ironia sono i punti di forza di questa pellicola, che conferma il
talento di Guy Ritchie. La presenza dei due volti
noti, poi, la aiuta a conquistare pubblico e critica e frutta
a Guy Ritchie una nomination ai
BAFTA. Ma questo per lui non è l’unico obiettivo
importante centrato nel 2000. L’altro, infatti, riguarda la sua
vita privata e consiste nell’aver convolato a nozze niente popò di
meno che con Madonna.
Da questo momento per diversi anni,
l’attenzione su di lui da parte dei media sarà più in qualità di
“marito di”, che non per il suo lavoro di regista, sceneggiatore e
produttore, complice anche il fatto che molti suoi progetti
ruoteranno in qualche modo attorno alla sua notissima consorte. A
partire dallo spot della BMW, che vede Mrs Ciccone e Clive
Owen protagonisti – il nostro infatti non disdegna
incursioni nel mondo della pubblicità, che riscuotono sempre un
buon successo e fanno parlare di sé – fino al video del singolo
What it feels like for a girl, dall’album di Madonna,
Music (2001).
Per passare poi a qualche passo
falso nella carriera di Ritchie: Travolti dal
destino (2002), remake del celebre Travolti da un
insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, di Lina
Wertmüller (1974), che vede Adriano Giannini e
Madonna vestire i panni che furono di Giancarlo
Giannini e Mariangela Melato. L’operazione è ardua e la
riscrittura in versione patinata non convince. Al botteghino si
rivela un flop, la critica punta il dito contro la regia e la
recitazione della pop star, che dopo di allora sceglierà di non
cimentarsi più col cinema. Il film rimedia anche diversi Razzie
Awards: Peggior Regia, Peggior Film e Peggior Attrice, tra gli
altri. Ritchie, invece, difende a spada tratta il progetto.
Nel frattempo, il regista e sua
moglie hanno avuto un bambino e ne hanno adottato un altro. Nel
2006 Guy Ritchie è nel documentario
I’m going to tell you a secret, riguardante un
concerto tenuto da Madonna nel 2004. Pare anche che Ritchie la
voglia nel cast di Revolver (2005), ma poi
l’ipotesi tramonta. Il film nasce dalla collaborazione con Luc
Besson e segna un ritorno allo stile delle prime pellicole per il
regista inglese: un film d’azione, ambientato tra i gangster, con
echi tarantiniani. Protagonisti Jason Statham e Ray
Liotta. Piace al pubblico, meno alla critica del Toronto Film
Festival.
Guy Ritchie però è
determinato e stacanovista e per rimettere in carreggiata la sua
carriera è disposto a impegnarsi al massimo. Abbiamo anticipato
come non disdegni la tv, e ad essa si dedica tra 2007 e 2008:
dirige una puntata della serie Suspect e torna agli spot
pubblicitari per Nike e Nespresso. La sua macchina da presa sarà
ancora prestata alla pubblicità nel 2010, quando dirigerà
Jude Law e Michaela Kocianova per lo spot di Dior
Homme. Non contento, nel 2007 il regista inglese crea anche un
fumetto, incentrato sul super-eroe Gamekeeper. Sul fronte
cinematografico, a Revolver segue
RocknRolla, altro film d’azione con Gerard
Butler, Tom Wilkinson e Thandie Newton: l’ambientazione
torna ad essere londinese e il nostro sembra in grande spolvero,
riuscendo stavolta ottimamente a tenere le fila di un’intricata e
appassionante storia di malaffare. Per quel che riguarda la vita
privata, questo è l’anno del suo divorzio da Madonna.
Per nulla abbattuto, l’anno
successivo Guy Ritchie fa indubbiamente
centro con la sua rilettura cinematografica di Sherlock Holmes. Mescola il personaggio creato
da Conan Doyle e il fumetto di Lionel Wigram, per
restituirci uno Sherlock tutt’altro che compassato, anzi, amante
dell’azione, un po’ scapestrato, ma che mette il suo fiuto
investigativo e la sua intelligenza brillante al servizio della
caccia ai criminali. Insomma, una chiave interpretativa assai
lontana dal posato detective che spesso abbiamo visto sullo
schermo, ma che ben si adatta allo spirito di Ritchie, al suo amore
per l’azione e per i personaggi non convenzionali. Al servizio
dell’interpretazione Robert Downey Jr, che sembra perfettamente a
suo agio nei panni di questo Holmes e ottiene anche il
Golden Globe come Miglior Attore in un film
brillante. Accanto a lui, un altrettanto bravo Jude
Law, che veste i panni della famosa spalla Mr. Watson.
Protagonista femminile Rachel Mc Adams. Il terzetto funziona, la
direzione di Ritchie anche, le atmosfere della Londra dei
bassifondi fanno altrettanto, e il successo ora non può proprio
sfuggire di mano al regista, che riscuote il favore di pubblico e
critica. A tal punto che non si può non bissare quest’anno, sempre
in dicembre, come fu per la prima uscita, con Sherlock Holmes – Gioco di ombre. Squadra che
vince non si cambia, e accanto ai protagonisti del precedente film
troviamo anche la new entry Noomi Rapace/Sim.
Vedremo come sarà accolto qui in Italia questo sequel, ma visti gli
incassi ottenuti dal precedente, c’è da scommettere che in molti
accorreranno in sala per verificare se la squadra ha colpito di
nuovo nel segno.
Parigi, ai giorni
nostri. Julia Jarmond, giornalista americana che vive in Francia da
20 anni, sta facendo un’inchiesta sui dolorosi fatti del Velodromo
D’inverno, il luogo in cui vennero concentrati migliaia di ebrei
parigini prima di essere deportati nei campi di concentramento.
Lavorando alla ricostruzione degli avvenimenti si imbatte in Sara,
una donna che aveva 10 anni nel luglio del 1942, e ciò che per
Julia era solo materiale per un articolo, diventa una questione
personale, qualcosa che potrebbe essere legato ad un mistero della
sua famiglia. A 60 anni di distanza è possibile che due destini si
incrocino portando alla luce un segreto che sconvolgerà per sempre
la vita di Julia e dei suoi cari?
A volte una verità che appartiene al passato comporta un prezzo da
pagare nel presente…
Da maggio 2012 al
cinema. Il terzo capitolo segna il ritorno di Barry
Sonnenfeld alla regia e di Steven
Spielberg come produttore esecutivo. In Men in Black 3, gli
agenti J (Will
Smith) e K (Tommy Lee Jones) sono tornati indietro nel tempo. Nel
corso dei suoi 15 anni fra i Men in Black, J ha visto delle cose
inimmaginabili, ma nulla, nemmeno gli alieni, è riuscito a
sorprenderlo tanto quanto il suo enigmatico e reticente partner. Ma
quando la vita di K e il destino del pianeta sono messi a rischio,
l’agente J dovrà tornare indietro nel tempo per sistemare le cose.
J scoprirà che ci sono segreti nell’universo che K non gli ha mai
rivelato – segreti che verranno alla luce nel momento in cui si
unirà in squadra con un giovane agente K (Josh Brolin) per
salvare il suo partner, l’agenzia e il futuro dell’umanità.
Da questa settimana entriamo di
fatto in pieno clima prenatalizio, e anche il Box Office dei film
più visti in settimana negli Stati Uniti si adatta alla tendenza,
ed infatti il film più visto è New Year’s Eve,
nuovo film del regista Garry Marshall, una sicurezza quando si
vuole realizzare una commedia che abbia un buon impatto sul
pubblico e che faccia cassa, il film infatti è in prima posizione
con un incasso di 13 milioni di dollari. Nel film, a episodi, si
intrecciano le vite di un cast invidiabile: da Michelle Pfeiffer a
Zac Efron.
Terzetto invariato al box
office italiano, con Midnight in Paris
che conferma il successo di pubblico, seguito da Il
giorno in più e Anche se è amore non si
vede. Quarta posizione per Ligabue…
La Sony Pictures ha
diffuso il primo teaser trailer ufficiale di Men in Black 3,
capitolo che va a completare la trilogia di film che hanno visto
incontrarsi sullo schermo i famosissimo agenti J e K, ovvero Will
Smith e Tommy Lee Jones.
I New York Film Critics Online hanno
annunciato la loro lista dei vincitori di quest’anno e a farla da
padrone è stato The Artist, già acclamato dalla stampa mondiale in
maniera unanime.
A breve avremo la possibilità di
vedere nuove foto e i primi minuti di film durante la proiezione in
IMAX di Mission Impossible: protocollo fantasma il 21 dicembre.
Inoltre accoppiato alle proiezioni di Sherlock Holmes:
Gioco di Ombre, la Warner pare voglia rilasciare
il trailer ufficiale del film.
Christopher Nolan è ritornato a
dirigere per la terza ed ultima volta un film incentrato
sull’amatissim Uomo Pipistrello che uscirà al cinema il prossimo
luglio, mentre in Italia a fine agosto. Nel cast Anne Hathaway, Christian Bale, Gary Oldman, Joseph
Gordon-Levitt, Juno Temple, Marion
Cotillard, Matthew Modine, Michael Caine, Morgan
Freeman, Tom Conti, Tom Hardy.
Si è tenuta stasera la premiere
romana di Sherlock Holmes: Gioco di Ombre alla presenza
del protagonista Robert Downey Jr., del regista
Guy Ritchie e dei produttori Joel
Silver e Lionel Wigram. Questa mattina però i quattro si
sono generosamente offerti alla stampa e agli obbiettivi dei
fotografi durante una conferenza stampa forse un po’ più sonnolenta
di quanto non ci si aspettasse.
La prima cosa che balza all’occhio,
in una generazione di appassionati di fumetti, è che questo
investigatore privato è molto più simile ad un Batman che ad un
gentiluomo dell’Inghilterra vittoriana. È Guy
Ritchie a venirci in soccorso sottolineando che le storie
di Conan Doyle sono piene di azione, come se fosse un James
Bond dell’epoca ma in un contesto molto sofisticato e con
intrecci intellettuali oltre che d’azione. “Poi io e Guy
(Ritchie) – continua Robert Downey Jr. – abbiamo offerto
un’ottica diversa sul personaggio. Infondo però Moriarty è venuto
prima del Dottor No”.
Presente alla conferenza, come
accennato, c’era anche Joel Silver, produttore quasi leggendario
della serie di Arma Letale e delle trilogia di Matrix. “E’
stato Lionel (Wigram) a parlare per primo di una versione di Guy di
Sherlock – ha detto Silver – Volevamo raccontare una
storia vittoriana in modo fresco e contemporaneo. Le storie di
Sherlock, poi, sono sempre state seriali, a partire dai romanzi
originali: fra qualche anno, mi piacerebbe star qui a parlare di
Sherlock 23, come adesso si parla di Bond 23!”
E’ possibile che una delle
forze del primo film, e di questo secondo capitolo, sia il fatto
che al timone è stato messo un regista come Ritchie, proveniente
dal cinema indipendente e quindi con una forte
personalità?
Silver: “Io credo che molti di
questi registi siano venuti da fuori del sistema, da produzioni
indipendenti, per poi essere adottati dagli Studios e affrontare
storie da blockbuster, ma sempre con uno stile originale. Mi
piacerebbe produrre altre pellicole del genere, che vengono da
registi indipendenti prestati alle grandi produzioni”.
Ritchie: “Ultimamente i film
indipendenti si stanno “appassendo”, mentre la qualità dei film
prodotti dagli Studios sta aumentando. Ritengo che questo
matrimonio tra cinema indipendente e grande produzione sia un
momento unico nella storia del cinema, e mi fa piacere farne
parte.”
In Sherlock Holmes:
Gioco di Ombre sembrano esserci molti riferimenti alla graphic
novel The League of Extraordinary Gentlmen di Alan Moore. E’ un
caso?
Wigram: “Io sono un
grande fan di quella graphic novel, e sono cresciuto con i film di
James Bond, ma l’influenza, se c’è, è solo casuale. La graphic
novel da me scritta, che ha dato origine al primo film, trae le sue
immagini direttamente dalle storie di Doyle, e credo che tutti, sul
set, abbiano condiviso quella visione.”
Ma Sherlock Holmes: Gioco
di Ombre fa trasparire la grande verve comica di Robert
Downey Jr., che confessa riguardo al personaggio: “Sul set, io,
Guy e il resto della troupe discutevamo spesso, ma alla fine siamo
riusciti a ottenere una sintesi: quello che il pubblico ha visto, è
il risultato di un lavoro che ho fatto io, ma peril quale sono
stato molto aiutato dal confronto continuo”.
Silver: “Anche la moglie di
Robert, Susan Downey è stata fondamentale nel processo creativo.
Tutti noi abbiamo cercato di rendere questo film speciale, e credo
che abbiamo trovato la strada per farlo: trovo che sia il miglior
sequel da noi realizzato, divertente, fresco, un grande film per le
famiglie e per le feste natalizie”.
Robert Downey jr. Guy
Ritchie Lionel Wigram a Roma per l'anteprima di Sherlock Holmes
Gioco di ombre - Foto Aurore Leone
Robert Downey jr. Guy Ritchie Lionel Wigram a Roma per
l'anteprima di Sherlock Holmes Gioco di ombre - Foto Aurore
Leone
Robert Downey jr. Guy
Ritchie a Roma per l'anteprima di Sherlock Holmes Gioco di
ombre
Robert Downey jr. Guy Ritchie a Roma per l'anteprima di
Sherlock Holmes Gioco di ombre
Joel Silver, Robert Downey
jr., Guy Ritchie, Lionel Wigram a Roma per l'anteprima di Sherlock
Holmes Gioco di ombre - Foto Aurore Leone
Joel Silver, Robert Downey jr., Guy Ritchie, Lionel Wigram a
Roma per l'anteprima di Sherlock Holmes Gioco di ombre - Foto
Aurore Leone
Robert Downey jr. Guy
Ritchie a Roma per l'anteprima di Sherlock Holmes Gioco di
ombre
Robert Downey jr. Guy Ritchie a Roma per l'anteprima di
Sherlock Holmes Gioco di ombre
Lo Sherlock di Gioco di
Ombre è molto più selvaggio rispetto a quello del primo capitolo,
anche riguardo ai travestimenti…
Downey Jr.: “Si, questa volta i
travestimenti sono molti di più e non è stato sempre divertente…
soprattutto riguardo a quello disgustoso nella scena del
treno…”
Come mai per interpretare
Mycroft, fratello di Sherlock, è stato scelto un attore come
Stephen Fry? In Sherlock Holmes: Gioco di Ombre, tra l’altro, c’è
una divertente scena in cui il personaggio si spoglia…
Ritchie: “L’idea è stata di
Chris Martin (cantante dei Coldplay, ndr), nostro amico
comune e anche lui fan di Holmes. Noi abbiamo subito provato a
immaginarlo nel ruolo, e una volta visto Robert e io abbiamo
pensato fosse fantastico. E’ una persona intellettualmente
notevole… almeno finché non si spoglia!”
Uno dei punti di maggior
forza del primo film, che si conferma e si amplifica in questo
secondo capitolo, è la grande e bellissima alchimia che c’è trai
due personaggi principali. Come siete riusciti a crearla, e cosa
c’è del regista in questo?
Ritchie: “Un regista una volta
disse che il 90% della regia è costituito dal casting: in questo
caso, ci è voluto un po’ per scegliere il partner del protagonista,
ma fin dall’inizio eravamo sicuri di Robert, e quando abbiamo visto
Jude dopo 30 secondi abbiamo pensato che fosse perfetto. Questa
alchimia tra i due ci piace molto perché è l’essenza del film: è
come se tu, regista, guidassi la carica e loro andassero da soli
all’attacco.”
Downey Jr.: “Se il pubblico non
avesse reagito positivamente al casting del primo film, non saremmo
stati qui nel sequel; quando si torna ad un personaggio, alcune
cose possono perdersi, quindi bisogna ampliare alcuni aspetti e
approfondirli. Nel nostro caso, volevamo che il personaggio di
Watson raccontasse una storia dolorosa, interessante e misteriosa
del suo rapporto con Sherlock.”
Si va completando il cast di
Ender’s Game, adattamento del primo romanzo del ‘Ciclo di Ender’,
che a metà anni ’80 ha lanciat nell’Olimpo della fantascienza lo
scrittore Orson Scott Card. Uscito in Italia col titolo de Il gioco
di Ender, il primo volume della saga detiene il primato, ancora
imbattuto, di aver vinto sia il Premio Hugo che il Nebula, due trai
premi più prestigiosi della narrativa fantascientifica a livello
mondiale. La saga è ambientata in un futuro apocalittico in cui la
Terra è stata invasa a più riprese da una razza aliena, i Formics
(Scorpioni); per fronteggiare la minaccia, si decide di portare i
bambini più intelligenti e dotati del pianeta in una sorta di
Accademia per prepararli a fronteggiare gli invasori; protagonista
della saga è Ender Wiggin, un genio in erba che si rivelerà uno
stratega imbattibile.
A vestire i panni di Ender nel film
sarà Asa Butterfield (già visto ne Il bambino col pigiama a righe);
del cast farà parte Hailee Steinfield (nota al grande pubblico per
la sua intensissima interpretazione nel remake de Il Grinta),
mentre la più recente acquisizione è quella di Ben Kingsley nel
cruciale ruolo di Mazer Rakham; per quello Hyrum Graff,
direttore della scuola, è ancora dato trai papabili Harrison Ford. L’inizio delle riprese è
previsto per febbraio.
Dopo l’abbandono del progetto da
parte di Steven Soderberg, la trasposizione cinematografica di The
Man From U.N.C.L.E., la Warner sembra aver trovato il nuovo
regista: la firma di Guy Ritchie sul contratto appare imminente.
Ritchie ha infatti appena costituito una casa di produzione assieme
a Lionel Wigram, produttore degli Scherlock Holmes diretti dallo
stesso Ritchie, e proprio U.N.C.L.E. potrebbe essere la prima
produzione della neonata compagnia.
Classica serie di azione e
spionaggio risalente alla fine degli anni ’60, The Man From
U.N.C.L.E (vista anche sugli schermi italiani, sebbene non con lo
stesso successo avuto oltreoceano), raccontava le vicende dei due
agenti segreti Napoleon Solo e Illya Kuryakin. Il ruolo di Solo era
interpretato da Robert Vaughn, che con quella serie ha dato inizio
a una carriera fatta di innumerevoli partecipazioni a film e serie
televisive, sebbene senza aver mai realmente ‘sfondato’. Kuryakin
era invece interpretato da David McCallum (che da qualche anno ha
trovato una rinnovata notorietà col personaggio di Ducky Mallard,
il medico legale di NCIS).
La sceneggiatura della
trasposizione cinematografica della serie è stata affidata a Scott
Z Burns (Contagion). Il progetto ha finora attraversato varie
difficoltà: oltre l’abbandono di Soderberg, il problema principale
è la scelta dei protagonisti. Il ruolo di Napoleon è stato offerto
a George Clooney prima e Bradley Cooper poi, ma entrambi hanno
declinato a causa di altri impegni; ultimamente è stato fatto il
nome di Channing Tatum, ma non sono ancora giunte conferme in
merito.
Verso la fine del 2012 uscirà nelle
sale Gangster
Squad, terzo lungometraggio (segue Benvenuti a
Zombieland 30 Minutes or Less) del giovane regista statunitense
Ruben Fleischer.
Il film, un thriller-poliziesco
dalle tinte noir, è basato su una serie di articoli di giornale che
documentano i tentativi delle forze dell’ordine di arginare lo
strapotere della criminalità organizzata nella Los Angeles del
secondo dopoguerra. Il ricco cast comprende Sean Penn, Josh
Brolin, Emma Stone, Ryan Gosling, Nick Nolte, Giovanni
Ribisi.
Al termine dell’articolo, la prima
foto ufficiale del film, che mostra, in atteggiamenti ben poco
amichevoli, il gangster Mickey Cohen (Sean Penn) e l’integerrimo
poliziotto John O’Mara (Josh Brolin).
Il film racconta la
storia di un professore di musica di Lucca (Pieraccioni) che
chiamato dalla trasmissione di Maria De Filippi “C’È POSTA PER
TE”, scopre che sua mamma, scomparsa da poco, aveva adottato a
distanza una bambina brasiliana. Sono passati tanti anni e quella
bambina adesso è una bellissima modella. Ora che la ragazza è in
Italia per lavoro, vuole incontrare il suo “fratello” italiano. I
due danno così vita ad un incontro imprevisto che sarà pieno di
colpi di scena e di situazioni esilaranti: per esempio il
professore di musica sostiene che la madre sia stata uccisa da
Barbara Bouchet..! Ma come può essere mai possibile una cosa del
genere? Insomma, quello della brasiliana e del professore di musica
saranno due mondi a confronto, due modi di vedere la vita, ma
sicuramente, alla fine, un unico obiettivo: capire perchè il
destino ha voluto che loro due s’incontrassero.
Selena Gomez,
l’attrice – cantante giunta alla notorietà grazie alla sua
partecipazione a varie serie Disney (I maghi di Waverly la più
conosciuta) sembra aver deciso di dare una decisa svolta alla sua
carriera, prendendo parte a Springbreakers, la nuova pellicola di
Harmony Korine, regista di Gummo e Julien Donkey – Boy nonché
sceneggiatore di Ken Park. Per la Gomez si tratta di una svolta a
180° gradi: dal più totale mainstream alla cinematografia
indipendente. Un ‘cambio d’abiti’ che porterà l’idolo dei teen-ager
a interpretare una liceale che assieme ad un gruppo di amiche
porterà a compimento una rapina per potersi finanziare lo
‘Springbreak’, la classica vacanza primaverile dei college
americani.
La situazione prenderà una brutta
piega quando le quattro protagoniste verranno arrestate e in
seguito liberate grazie all’intervento di un trafficante di droga
che in cambio chiederà loro di eliminare un suo concorrente. Il
cast vedrà la partecipazione di James Franco nel ruolo del
trafficante, mentre nel gruppo delle protagoniste sono già entrate
Emma Roberts (nipote di Julia) e Vanessa Hudgens, altro ex ‘idolo
adolescenziale’ che dopo i ‘fasti’ di High School Musical ha
tentato di avviare un percorso artistico di più lunga durata (vista
recentemente nell’onirico Sucker Punch di Zack Snyder). L’inizio
delle riprese di Springbreak – non poteva essere altrimenti… – sono
previste per la prossima primavera.