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Box Office ITA del 7 novembre 2011

Esordio eccellente per I soliti idioti, che fa suo il primo posto, seguito dalla buona tenuta di La peggiore settimana della mia vita e Le avventure di Tin Tin. Non brillanti le altre new entry…

Il weekend appena trascorso registra un aumento al botteghino italiano, dopo incassi non particolarmente brillanti a ottobre e soprattutto a settembre.

Si impone senza difficoltà I soliti idioti, che debutta con ben 4,5 milioni di euro nel suo primo fine settimana.
Così La peggiore settimana della mia vita scende in seconda posizione, perdendo pochissimo rispetto all’esordio. La commedia incassa infatti altri 2 milioni giungendo a quota 6,5 milioni.
Anche Le avventure di Tin Tin – Il segreto dell’Unicorno perde una posizione, raccogliendo altri 898.000 euro per 2,8 milioni complessivi.

Quarto posto per Johnny English – la rinascita, arrivato a 2,2 milioni con altri 569.000 euro.
Insidious guadagna una posizione grazie soprattutto alla passata notte di Halloween: l’horror di James Wan ottiene altri 480.000 euro per 1,6 milioni totali.

Warrior debutta al sesto posto con un risultato tuttavia non brillante: il film molto apprezzato dalla critica apre infatti con 441.000 euro raccolti in 150 sale.
Segue This must be the place, giunto a quota 5,4 milioni con altri 391.000 euro, mentre L’amore all’improvviso  – Larry Crowne (344.000 euro) regge in ottava posizione arrivando a 1,2 milioni complessivi.
Nono posto per Matrimonio a Parigi, pronto ad abbandonare la top10, che sfiora i 4 milioni totali con gli ultimi 321.000 euro raccolti.

La kryptonite nella borsa, molto apprezzato al Festival del Film di Roma, apre solo in decima posizione con 316.000 euro incassati in 137 sale.
Da segnalare infine l’undicesimo posto di Il domani che verrà – The tomorrow series (264.000 euro) e il dodicesimo di Pina 3D, l’omaggio a Pina Bausch che Wim Wenders ha presentato a Roma, che raccoglie 201.000 euro in appena 48 sale.

 
 

Una notte da leoni 2: dal 6 Dicembre in Blu-ray e Dvd!

I leoni sono tornati: Una notte da leoni 2 dal 6 dicembre sarà disponibile in Blu-ray e Dvd e nelle esclusive edizione che raccolgono entrambi i film. Uno strip club, un dito, uno spacciatore, un negozio di tatuaggi e una scimmia, queste sono le chiavi per risolvere il mistero della scomparsa dell’invitato al matrimonio durante l’ultimo addio al celibato.

 
 

Box Office USA del 7 Novembre

Per la seconda settimana, resiste in prima posizione del box office USA Puss in boots, lo spinoff di Shrek con il gatto con gli stivali protagonista. Un’eccezione visto che nelle ultime settimane la prima posizione era stata di fatto in continuo cambiamento a seconda delle nuove uscite in arrivo.

 
 

La Kryptonite nella borsa: recensione del film di Ivan Cotroneo

La Kryptonite nella borsa

Acclamatissimo al Festival Internazionale del Film di Roma, La Kryptonite nella borsa, esordio dietro la macchina da presa di Ivan Cotroneo, arriva al cinema forte del successo festivaliero e della buona accoglienza della critica.

La Kryptonite nella borsa, la trama

In La Kryptonite nella borsa tutte le famiglie hanno dei segreti, alcuni fanno più ridere di altri, con questo sottotitolo si presenta questo film, colorato affresco di una Napoli degli anni ’70in cui una donna scopre un tradimento e cade in una c profonda depressione, un marito cerca di insegnare al figlio il senso della vita continuando ad uccidere pulcini involontariamente, e lo stesso bambino trova rifugio nella compagnia di un amica immaginario, un Superman napoletano, che gli insegnerà il valore di essere sempre fedeli a se stessi.

Cotroneo parte dal suo omonimo libro e racconta con grande leggerezza e spiccata vena comica una storia che poteva anche essere drammatica ma che, grazie anche ad un ottimo cast, ci accompagna con ironia e qualche volta grasse risate ad un epilogo poetico. Fulcro della storia è Peppino, interpretato dall’esordiente Luigi Catani, un bambino molto dolce e sensibile travolto dagli eventi e dai compagni bulli, che però non rinuncia al suo essere diverso dagli altri, aiutato anche da una famiglia stramba in cui la madre (Valeria Golino), scoperti i tradimenti del marito (Luca Zingaretti), si rifugia in un silenzio assurdo e inspiegabile, e lo stesso padre cerca di sostenere il figlio dopo la scomparsa del cugino, Gennaro (Vincenzo Nemolato), personaggi strambo che andava in giro travestito da super eroe. Gennaro però riappare a Peppino ogni volta che c’è qualcosa che non va aiutandolo a sopravvivere in un mondo che non capisce molto bene.

La grandissima abilità di Cotroneo, e solo un regista napoletano poteva riuscirci, è quella di dare a Napoli un aspetto di sicurezza e di romantica familiarità immersa com’è nei colori sgargianti degli abiti anni ’70, tutti troppo colorati, troppo corti e troppo stretti, ma estremamente originali e diversi gli uni dagli altri. E forse è proprio questo il messaggio che La Kryptonite nella borsa vuole dare, e cioè la ricchezza nella diversità e nella possibilità di essere indipendente da quello che gli altri pensano e dicono.

Controneo conduce i suoi attori in maniera classica, con qualche guizzo di regia che impreziosisce il film. Una pellicola che si lascia guardare con piacere e che sicuramente sarà apprezzata da molti. Nel film anche Cristiana Capotondi e Libero de Rienzo.

 
 

European Film Awards 2011 nomination: dominano Melancholia, The Artist e Il discorso del re!

The Artist

A dominare le nomination degli  European Film Awards sono stati Melancholia di Lars Von Trier, The Artist di Michel Hazanavicius e Il discorso del re di Tom Hooper. 

 
 

Jessica Chastain sarà la principessa Diana!

Jessica Chastain Zero Dark Thirty
Jessica Chastain nel film Zero Dark Thirty

La carriera dell’attrice protagonista di The Tree of life Jessica Chastain procede a gonfie vele. Infatti, arriva la notizie che la star ha accettato il difficile ruolo di interpretare la principessa Diana nel film Caught In Flight (letteralmente: catturata in volo), che sarà diretto dal regista de La caduta, Oliver Hirschbiegel. Il film  racconterà la storia d’amore tra Diana e Hasnat Khan, un appassionato legame durato due anni. Certamente la pellicola riaprirà discussioni sui tragici avvenimenti in seguito alla sua morte.

La sceneggiatura è firmata da Steven Jeffreys (The Libertine). A quanto pare il film dipingerà la principessa in una luce tutt’altro che lusinghiera, e Hirschbiegel ha in progetto di girarlo in varie location, inclusa ovviamente Parigi, dove Diana morì in un incidente per sfuggire ai paparazzi, nel Tunnel de l’Alma.

Vi ricordiamo che la Chastain sarà anche in ben tre nuovi titoli in uscita: The Help,  Take Shelter e Coriolanus.

Fonte: comingsoon.it

 
 

One Day: intervista a Anne Hathaway!

One Day

Dopo l’intervista a Jim Sturgess arriva anche quella a Anne Hathaway, entrambi protagonisti dei One day (Un giorno) in uscita l’11 Novembre. Anne Hathaway ci racconta qualcosa in più su Emma, il personaggio che intepreta:

 

 
 

Il cavaliere oscuro il ritorno: botte! sul set Bane e Batman!

Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno

Arrivano sorprendenti video e foto dal set de Il cavaliere oscuro il ritorno. Le scene girate a New York sembrano essere davvero colossali, tantissime comparse e molte Tab impiegati. Ecco tutto il materiale:

Fonte: JustJared Getty CBM via Badtaste

 
 

Lo Hobbit: indiscrezioni dal set di Hobbiville!

Arriva una descrizione di una scena dal set dello Hobbit. Ain’t It Cool News ha partecipato alle riprese di una scena ambientata al mercato di Hobbiville. Questa la descrizione riportata da Hobbitfilm:

 
 

I vincitori del Festival del Film di Roma: qualche riflessione

Smaltite le sbronze di film, conferenze e tappeti rossi il Festival del film di Roma è ormai concluso, e dopo qualche giorno di meritato riposo è venuto il momento di riflettere

 
 

One Day – Intervista a Jim Sturgess!

One Day

Jim Sturgess ci parla del film e del suo personaggio Dexter. One day sarà al cinema dall’11 novembre. Nel cast oltre all’attore anche Anne Hathaway. Ecco l’intervista:

 
 

Pina 3D – intervista a Wim Wenders!

In occasione del Festival del film di Roma 2011, Wim Wenders è stato intervistato per voi. Fra i primi grandi autori a cimentarsi con il 3D, il film del regista tedesco è stato accolto positivamente dal pubblico romano.

 
 

Lawless di Terrence Malick: prime foto dal set!

A una settimana dall’annuncio di ben 2 nuovi film per Terrence Malick, ecco arrivare le prime foto dal set di “Lawless”, nuovo imminente progetto dello schivo regista di “The Tree of Life”. Il film, che avrà come protagonisti Christian Bale, Ryan Gosling e Rooney Mara, è già in fase di lavorazione come testimoniamo questi scatti dal set di Austin(Texas).

Assoluto riserbo rimane sulla trama, sconosciuta per “Lawless” come per “Knight Of Cups”, l”altra misteriosa pellicola alla quale lavorerà il regista e che sarà sempre interpretata da Bale e Gosling.

Fonte: comingsoon.net

 
 

The Tomorrow Series: il domani che verrà, recensione del film

The Tomorrow Series: il domani che verrà

Adattamento del primo dei sette romanzi più popolari d’Australia, scritti da John Marsden, The Tomorrow Series: il domani che verrà narra la storia di otto studenti che, tornando da un weekend in campeggio, ritrovano la loro cittadina invasa da una forza nemica. Strappati alla loro famiglia e ai loro amici, Ellie (Caitlin Stasey), Corrie (Rachel Hurd-Wood), Kevin (Lincoln Lewis), Homer (Deniz Akdeniz), Fiona (Phoebe Tonkin), Lee (Christopher Phang), Robyn (Ashleigh Cummings) e Chris (Andrew Ryan) saranno costretti ad imparare in fretta a combattere, scappare e sopravvivere.

Questo è l’esordio alla regia dello sceneggiatore australiano Stuart Beattie (Collateral, Australia, GI Joe: La nascita dei Cobra). La sceneggiatura risulta estremamente fedele al romanzo, ma nonostante le buone premesse si rivela un lavoro decisamente debole, in cui grandi buchi lasciano lo spettatore disorientato all’interno di un plot del tutto inverosimile. I dialoghi sono estremamente banali, ridotti a insensati monologhi abbandonando i numerosi caratteri ad un destino senza una vera identità all’interno della pellicola e quindi lontani dal trasmettere una qualsiasi emozione.

The Tomorrow Series: il domani che verrà, il film

Possiamo definirlo come un altro adattamento dalla carta stampata alla pellicola di scarso valore, che lascia solo il ricordo dell’impressionante bellezza della natura australiana. The Tomorrow Series: il domani che verrà potrebbe soddisfare un pubblico giovane con le sue numerose sequenze d’azione ed i suoi tratti dal carattere stereotipato. Eppure, coloro che sono cresciuti con i romanzi saranno delusi dal fatto che il materiale non sia stato sfruttato a dovere. Si tratta di un adattamento che non può distaccarsi dalla versione dell’autore originale. Beattie non è stato in grado di scavare abbastanza in profondità.

L’unico aspetto degno di nota è quello riguardante gli effetti speciali. In questo campo si vede la mano di persone esperte e competenti. Esplosioni e sparatorie sono organizzate con maestria donando a The Tomorrow Series: il domani che verrà , almeno nelle sequenze più puramente spettacolari, una credibilità mai trovata in altri campi di lavoro. Attenderemo il sequel, ma sicuramente non ringiovanirà con orgoglio l’industria cinematografica australiana.

 
 

Kramer contro Kramer

Kramer contro Kramer Anno: 1979 Regia: Robert Benton Cas: Meryl Streep, Dustin Hoffman

Ted Kramer è un dirigente pubblicitario ossessionato dalla sua professione. Quando però gli viene assegnata un’importante pratica di lavoro destinata ad assorbirlo completamente, trova una brutta sorpresa ad aspettarlo a casa. Sua moglie Joanna ha deciso di lasciarlo, abbandonando insieme a lui anche il figlio Billy, perché sente il bisogno di riflettere su se stessa e sulla sua vita.

Ted a causa del lavoro impegnativo non ha tempo sufficiente da dedicare a Billy che sente molto la mancanza della madre. Dopo alcuni mesi caratterizzati da naturali problemi di convivenza però, nasce tra loro una forte intesa tra padre e figlio, tanto che Billy non sente neanche più la lontananza dalla mamma. Intanto Ted perde il lavoro assorbito dal suo nuovo mestiere di padre single e a peggiorare la situazione arriva Joanna stessa, che tornata in città dopo 15 mesi, chiede la custodia del bambino. Comincia così una battaglia legale che avrà come premio il piccolo Billy.

Girato a New York e distribuito nel 1979, questo film di Robert Benton affronta un fenomeno sociale che cominciò a diventare dilagante in America proprio alla fine degli anni ’70, ovvero il divorzio e la conseguente situazione che ne deriva soprattutto per i figli. Il regista però adotta un punto di vista particolare, ovvero quello del padre che lotta per vedersi affidato il figlio, mettendo in evidenza, grazie alla grande interpretazione di Dustin Hoffman, le difficoltà che si incontrano con un figlio senza la parte materna, in un momento storico in cui la figura di madre lavoratrice non era ancora affermata come oggi. Hoffman duetta/duella alla grande con un’altra stella del firmamento di Hollywood, Meryl Streep. Nelle vesti dei coniugi Kramer, i due inscenano in modo realistico i classici litigi coniugali che avvengono tra le quattro mura domestiche, litigi che possono portare a scelte estreme, specie per i figli. Nei panni di Billy c’è Justin Henry. Il suo visino sofferente, il suo corpicino sballottato qua e là tra un genitore e l’altro, le sue candide orecchie costrette ad ascoltare gli atroci ma evitabili litigi dei genitori, le sue tenere lacrime, restano impresse nello spettatore, e ben raffigurano le sofferenze dei figli di coniugi separati.

Kramer contro Kramer farà guadagnare al giovane Henry un Premio Oscar e un David di Donatello nel 1979 e un Golden Globes l’anno successivo. Sebbene Henry apparirà in qualche altro film in età adulta, questo ruolo resterà per lui l’unico che abbia lasciato il segno, facendolo così trai tanti enfant prodige mai cresciuti di Hollywood.

Kramer contro Kramer segna l’inizio di quello che sarà un lungo leitmotiv tematico del cinema americano degli anni ’80, quello che affronta, attraverso storie d’amore o d’amicizia più o meno tormentate, i fenomeni sociali dell’epoca.

 
 

Pina: recensione del film di Wim Wenders

Pina

Il prossimo 4 novembre uscirà nelle sale italiane Pina, l’ultimo film di Wim Wenders dedicato e realizzato in onore e in memoria di Pina Bausch, una delle più grandi coreografe del XX secolo, improvvisamente scomparsa il 20 giugno 2009. Pina racconta la straordinarietà artistica e poetica della grande coreografa tedesca e lo fa attraverso le parole, le testimonianze e i ricordi di coloro che hanno condiviso quotidianamente con lei la sua irripetibile carriera: i ballerini del suo corpo di ballo, i ballerini del Tanztheater di Wuppertal. Ma la vera protagonista del film è la danza, l’arte di Pina Bausch, che Wenders pone al centro della trama narrativa e a cui conferisce un’assoluta centralità; esibizioni personali di ogni singolo ballerino, immagini tratte dagli spettacoli più recenti così come delle prove preparatorie il tutto ripreso e riproposto con la innovativa tecnologia tridimensionale. Gli spettacoli presi in considerazione da Wenders sono: Cafè Muller, Le sacre du primtemps, Vollmond e Kontakthof.

L’amicizia tra Pina Bausch e Wim Wenders risale a circa vent’anni fa quando al Festival di Venezia la coreografa tedesca presentò il suo “Cafè Muller” in occasione di una retrospettiva a lei dedicata. Wenders rimase talmente colpito dalla profondità e dalla forza espressiva e visiva che lo spettacolo della Bausch offriva che da subito paventò all’amica l’idea di realizzare un film che presentasse a livello cinematografico il suo lavoro.

Pina, il film

Questo progetto ambizioso e di difficile attuazione è rimasto in sospeso per questi ultimi vent’anni, Wenders non riusciva a trovare il metodo tecnico adatto ad esaltare in modo compiuto ed efficace la forza emotiva che l’opera della Bausch è capace di trasmettere allo spettatore. La svolta è arrivata improvvisa quando Wenders ha assistito alla proiezione in 3d del film-concerto degli U2 al Festival di Cannes. Il regista tedesco ha immediatamente capito che quella poteva essere la soluzione, il 3d avrebbe potuto conferire la giusta profondità e il giusto coinvolgimento ad ogni singolo movimento del teatro danzante della Bausch. Tutto era deciso, tutto era pronto per far partire questo progetto a lungo sognato; nei primi mesi del 2009 Wenders con la sua casa di produzione, la Neue Road Movies, Pina Bausch e il corpo di ballo del Tanztheater Wuppertal hanno iniziato la fase di pre-produzione.

Dopo un intenso lavoro durato più di un anno a soli due giorni dalle prime registrazioni in 3d accade l’impensabile: Pina Bausch muore il 20 giugno in modo improvviso e assolutamente inaspettato. Wenders attraversa una difficile fase di lutto, inizialmente la prima reazione e di abbandonare tutto; spinto e sollecitato dagli stessi ballerini che gli fanno capire come il lavoro di Pina Bausch fosse ancora lì, vivo e vitale, nelle prove e negli spettacoli che stavano preparando, il regista si convince e decide di proseguire. “Il film era stato scritto con e per Pina” afferma Wenders, “ volevamo guardare lei alle prove, seguire lei in tourneè con la compagnia e doveva essere lei a introdurci nel suo regno” ma convinto dai ballerini stessi capisce che “ su tutto c’era ancora lo sguardo di Pina! Così abbiamo ripreso in mano il progetto”.

Pina è uno dei primissimi lungometraggi europei che utilizza la stereografia 3d, e sicuramente il primo film d’autore a fare uso di questa modernissima tecnologia. Le difficoltà sono state enormi, sopratutto da un punto di vista tecnico. Il produttore del 3d Erwin M. Schmidt ammette: “nessuno di noi sapeva come si realizza un film di danza in 3d: abbiamo dovuto prepararci, documentarci e imparare” e per raggiungere l’obbiettivo è stato anche ingaggiato uno dei massimi esperti della stereografia 3d, Alain Derobe.

E’ lo stesso Derobe che ci spiega come per ottenere un effetto ancora più intenso e coinvolgente le cineprese “ le abbiamo messe in mezzo ai danzatori, la camera danza letteralmente con loro, quindi ogni membro della troupe doveva conoscere la coreografia, sapere esattamente come si sarebbero mossi i danzatori”. L’effetto è straordinario, l’impressione è di essere lì sul palco con i ballerini stessi, si condivide con loro ogni singolo particolare e dettaglio tanto cari a Pina Bausch rinomatamente precisa, puntigliosa quanto geniale e carismatica. Quindi filmati di repertorio, brevi assoli dei danzatori del Tanztheater di Wuppertal, ricordi e testimonianze che i ballerini, su invito di Wenders, hanno espresso sotto forma di esibizioni solistiche filmate in luoghi diversi di Wuppertal e dintorni.

Pina è un film in memoria di una delle coreografe più innovative e geniali del XX secolo, colei che fu tra i primi, a metà anni ’70, a concepire un incontro fra teatro, recitazione e danza, un connubio nuovo e sperimentale che con gli anni farà scuola e che in lei nasceva da una formazione multidisciplinare e completa. Pina è al contempo un film che è ben lungi dal voler solo piangere la prematura scomparsa della sua protagonista, non si pone l’obbiettivo di una triste e lacrimevole retorica commemorativa. Pina – di Wim Wenders è un film che su ogni cosa vuole risaltare, utilizzando tecnologie innovative, l’arte e il genio poetico ed espressivo della Bausch, un film che vuole farci conoscere la sua opera e sopratutto far si che ogni singolo spettatore la possa vivere intensamente. “ Pina vedeva col cuore “ afferma Wenders sull’amica “ fino allo sfinimento, non si risparmiava “ quindi conclude: “ ha permesso a noi, il suo pubblico, di condividere il suo sguardo e aprire gli occhi per vedere noi stessi e il linguaggio nascosto dentro di noi”.

 
 

Cosa piove dal cielo? recensione del film

Cosa piove dal cielo?

In Cosa piove dal cielo? Roberto (Ricardo Darín, Il segreto dei suoi occhi), introverso proprietario di un negozio di ferramenta, vive da vent’anni quasi senza contatti col mondo dopo un dramma che l’ha profondamente segnato. Per caso conosce Jun (Huang Sheng Huang), un cinese appena arrivato in Argentina senza conoscere una parola di spagnolo, in cerca dell’unico parente ancora vivo, uno zio. Incapace di abbandonarlo, Roberto lo accoglie in casa: attraverso la loro singolare e silenziosa convivenza, Roberto troverà il modo di comunicare con Jun, muto eppure tenerissimo, svelandola banalità della vita e delle coincidenze, o forse semplicemente che il caso non esiste e per ognuno di noi c’è un destino.

Cosa piove dal cielo?, il film

Cosa piove dal cielo? comincia in maniera silenziosa, e poi, a poco a poco, con un misto di ironia e malinconia, si addentra nella mente dello spettatore che guarda interessato e divertito l’avvicendarsi di sentimenti e situazioni in una storia quasi impossibile da gestire a livello semplicemente logistico ma anche a livello emozionale, che coinvolge un mezzo misantropo e un giovane spaventato e ferito dal mondo. Le due realtà non fanno altro che collidere generando un big bang che si risolverà con la nascita di una cosa nuova, una profonda amicizia e la speranza di una vita serena per entrambi.

Quello che incanta in questo piccolo film Cosa piove dal cielo? è la scelta dei toni, non lugubri e tristi, ma allegri, spiritosi e seriamente divertenti attraverso i quali i due personaggi, uno più timido dell’altro, riescono a trovare una via di comunicazione decisamente personale e che alla fine riuscirà a metterli in contatto anche con se stessi. Il tema di fondo, ovvero lo scontro tra due culture diverse, passa in secondo piano e l’ostacolo della lingua diventa da principio insormontabile prima di tutto perché manca la disposizione all’apertura, al dialogo, allo scambio con l’altro. Con il tempo Roberto però scoprirà suo malgrado di aver bisogno di Jun, e il giovane giapponese riuscirà contemporaneamente a mettersi in connessione con i suo gentile salvatore. L’intercessione linguistica giusta arriverà nel momento opportuno, quando i due saranno pronti a condividere le anche a parole vite, sofferenze e segreti.

Cosa piove dal cielo? riesce quindi, attraverso linguaggio allegro e immagini luminose, a raccontare la storia di due solitudini che si incontrano e in modi inaspettati si fanno compagnia.

 
 

Love For Life – recensione

In un piccolo villaggio cinese un traffico illecito di sangue ha diffuso l’AIDS nella comunità. La famiglia Zhao è al centro della vicenda: Qi Quan, il figlio maggiore, è stato il primo a indurre i vicini a donare il sangue con la promessa di denaro veloce.

 
 

Twitt di commento dei premiati!

Per la nostra rubrica Twitt dal Festival, che chiude oggi i battenti dopo avervi deliziato con istantanee direttamente dalle sale dell’auditorium, è arrivata l’ora di commentare vincitori e vinti.

 
 

Warrior: recensione del film con Tom Hardy

Warrior recensione

In Warrior Il marine Tommy Conlon, tormentato da un tragico passato, torna a casa dopo quattordici anni per chiedere a suo padre di aiutarlo ad allenarsi per partecipare a “Sparta”, la più grande competizione di arti marziali della storia. Da ex-prodigio del Wrestling, Tommy si qualifica brillantemente, mentre il fratello Brendan, ex-lottatore diventato professore di liceo, ritorna al ring in un tentativo disperato di salvare la sua famiglia dalla rovina finanziaria.

Alcuni accenni di trama potrebbero accumunarlo a un’altra pellicola che fu una piacevole sorpresa nella passata stagione. Stiamo parlando di The Fighter di David O. Russell, che valse il Premio Oscar a due protagonisti, Christian Bale e Melissa Leo. Tuttavia Warrior si allontana considerevolmente dal quel film, in primis perché in questo caso i fratelli non combattono assieme ma seguono un percorso simile che li porterà a scontrarsi inevitabilmente in un duello ricco di emozioni e di tensione. Inoltre, le vicende umane che entrano in gioco sono di una complessità maggiore rispetto al film di Russell. La cosa che più sorprende della pellicola è la voglia dello spettatore di non voler patteggiare per l’uno o l’altro, di voler vedere entrambi trionfare in un duello senza esclusioni di colpi e che ha nell’eticità la sua componente di maggior rilievo. Va dato merito al regista (Gavin O’Connor) di averlo rappresentato in maniere esemplare raggiungendo leve emozionali altissime.

Warrior recesioneLa violenza di Warrior diventa una danza di sopravvivenza dove i cliché si perdono grazie alle convincenti interpretazioni dei protagonisti. La bravura del regista sta anche in questo, mettere al confronto due attori (Tom Hardy e Joel Edgerton) dirigendoli entrambi in maniera eccellente. Senza contare un altro mostro per interpretazione che fa da bilanciere fra le due vulcaniche personalità dei due protagonisti, Nick Nolte, chiamato a interpretare un ruolo complesso, quello di un padre alcolizzato e assente. Il suo contributo alla pellicola è inestimabile, aiuta tantissimo Warrior a raggiungere a tratti anche momenti di poesia e raffinatezza che in un film del genere non sono di certo scontati. Colpisce anche la sobrietà con la quale il film procede verso il suo traguardo finale, che è quello di mettere K.O. lo spettatore, estasiato e impassibile di fronte a momenti catartici che redimono le vite di ognuno.

 
 

18 titoli per la categoria miglior film d’animazione agli Oscar 2012!

Ben 18 titoli in lizza per il posto nella categoria di miglior film d’animazione agli Academy Awards 2012. Alcuni di loro non sono ancora neanche usciti negli USA. Quindi questa lista potrebbe subire variazioni ma con tutta probabilità rimarrà invariata. 

 
 

Sean Penn e Leonardo di Caprio per Alejandro Gonzalez Inarritu?

La coppia Sean Penn e Leonardo Di Caprio potrebbero essere i protagonisti di The Revenant, adattamento del romanzo di Michael Punke del regista Alejandro Gonzalez Inarritu (Biutiful). Il film è prodotto dalla New Regency. Nulla è certo visto che i due attori sono fra i più richiesti di Hollywood. 

 
 

Star Trek 2: Benicio del Toro villain per J.J. Abrams?

Star Trek Into Darkness

Inizia la fuga di notizie per scoprire chi sarà il villain di Star Trek 2. Fin ora nulla di ufficiale è trapelato ma secondo Variety,  il regista J.J. Abrams avrebbe scelto come antagonista l’attore Benicio Del Toro, che potrebbe addirittura firmare il contratto entro il weekend.

Vi ricordiamo che ancora una volta  il film sarà scritto da Alex Kurtman, Roberto Orci e Damon Lindelof. Nel cast confermati Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Simon Pegg, Anton Yelchin, Karl Urban e John Cho.

Fonte: Variety

 
 

Noomi Rapace in Dead Man Down con Colin Farrell!

Noomi Rapace film

Dopo la vincita del Marco Aurelio per la miglior protagonista femminile al Festival del film di Roma, la carriera dell’attrice Noomi Rapace è in continua ascesa. Infatti, secondo Collider l’attrice  è stata ingaggiata per  Dead Man Down,  action thriller in cui reciterà accanto a Colin Farrell. Vi ricordiamo che la Rapace comparirà nell’attesissimo film di Ridley Scott, Prometheus e anche nel nuovo capitolo Sherlock Holmes: Gioco di Ombre di Guy Ritchie.

Il regista della pellicola sarà proprio Niels Arden Oplev, già autore dell’originale Uomini che odiano le donne che lanciò proprio Rapace.  Alla sceneggiatura invece c’è J.H. Wyman (la serie tv Fringe), che produrrà anche la pellicola insieme a Neal Moritz (Fast Five). Dead Man Down racconterà la storia di Victor (Colin Farrell), braccio destro di un boss del crimine di New York che viene prima sedotto e poi ricattato da Beatrice, una donna una volta bellissima e ora sfigurata (Noomi Rapace) in cerca di vendetta. I due finiranno in una spirale di violenza e omicidi.

Per quanto riguarda invece Colin Farrell, ha da poco finito di girare il reboot di Atto di Forza e tornerà a lavorare con il regista di In Bruges Martin McDonagh nel film Seven Psychopaths.

Fonte: Collider

 
 

Happy Feet 2 – Full Trailer Italiano

Happy Feet 2

Il piccolo pinguino Mambo, magistrale ballerino, deve conquistare la stima del figlio Erik e liberare la colonia di pinguini intrappolata da un iceberg. Un’impresa eroica ed esilarante al ritmo di tip tap.

 
 

J. Edgar – Trailer Italiano

La vita pubblica e privata di J. Edgar Hoover, il controverso fondatore e capo indiscusso dell’FBI dalla sua fondazione fino al 1972. Un racconto scomodo sul potere, l’ambizione, le luci e le ombre dell’America.

 
 

Contraband – Trailer Italiano

La storia parla di un ex contrabbandiere diventato guardia privata, che si ritrova dal lato sbagliato della legge quando ha difficoltà economiche. Un piano in cui è coinvolto va all’aria e degli spacciatori violenti minacciano la sua famiglia.

 
 

Voyez comme ils dansent: recensione del film con Maya Sansa

Voyez comme ils dansent

In Voyez comme ils dansent Lise (Marina Hands) è una regista francese che attraversa il Canada in treno, da oriente erso occidente, cercando le immagini giuste per un suo documentario. Sulla strada incontra Alexandra (Maya Sansa), medico di frontiera, che in comune con Lise ha un uomo: un artista, funambolo bizzarro e clown triste che è scomparso nel nulla, marito della prima e poi compagno della seconda. Le due donne cercheranno così l’una dentro l’altra la ragione che ha spinto lo stesso uomo ad amare entrambe, in modi, tempi e continenti diversi imparando dalla reciproca sofferenza il prezzo che l’arte ha nella vita di chi le dedica tutto.

In Voyez comme ils dansent Claude Miller mette in scena questo menage romantico con grande grazia, avvalendosi di un affastellamento temporale tramite il montaggio di flashback con scene contemporanee che se da un lato disorienta lo spettatore dall’altro lo coinvolge ancora di più nella storia, punteggiando la pellicola di piccoli momenti spettacolari dei numeri di Vic Clèment (James Thiérrée). Miller annoda e snoda così le fila di un grande racconto, intimo e personale, che ricostruisce non solo una storia, ma una vita, un’anima.

Voyez comme ils dansent, il film

Ben presto però scopriamo che i personaggi principale di Voyez comme ils dansent non sono tre bensì quattro. Alle due donne e al misterioso artista si aggiunge il paesaggio canadese: potente, selvaggio eppere delicato sotto la coltre di neve che lo ricopre, straordinariamente cinematografico per la sua bellezza, anche grazie alle sapienti inquadrature di Miller.

Stella di Voyez comme ils dansent è senz’altro Maya Sansa, vero orgoglio italico all’estero, recita con disinvoltura e senza alcun tipo di accento in francese e in inglese, interpretando una discendente dei nativi americani del nord. I suoi trattidecisi e simmetrici,le sua pelle olivastra e i suoi colori scuri, insieme ad una rara espressività dello sguardo, ne fanno un’interprete perfetta e perfettamente credibile nell’economia del racconto, contribuendo in maniera decisiva ad aumentare il valore del film. Per quanto è incisiva la Sansa, tanto sembra insignificante la Lise di Marina Hands, sperduta in un Paese e in un paesaggio che non le appartengono e incredula nello scoprire la parte dolce, romantica, quasi umana, dell’uomo che pensava di conoscere.

Voyez comme ils dansent si chiude con il pensiero e l’immagine su Vic, sul suo balletto aereo insieme alle riprese aeree del Canada, e lo spettatore resta a vedere come, loro due insieme, l’uomo e la natura, danzano.

 
 

Un cuento chino vince il Festival del film di Roma!

I PREMI ASSEGNATI DALLA GIURIA INTERNAZIONALE – Una giuria internazionale presieduta da Ennio Morricone e composta da Susanne Bier, Roberto Bolle, Carmen Chaplin, David Puttnam, Pierre Thoretton, Debra Winger ha giudicato i film in concorso nella Selezione Ufficiale. La giuria internazionale ha assegnato il:

 
 

Mission Impossible: protocollo fantasma Full Trailer italiano