Orlando Bloom è tornato sul set de Lo
Hobbit, a calpestare la terra (di Mezzo) che l’ha reso famoso,
ormai dieci anni fa.
Cinefilos ai Cinepatici
Tutti per uno: recensione del film di Romain Goupil
E’ una storia più che attuale quella dell’ultimo film di Romain Goupil, in uscita nelle sale italiane il 1 giugno. Tutti per uno (titolo originale Les Mains en l’air – Mani in alto) tratta infatti il tema dell’immigrazione e della gestione delle politiche migratorie da parte dei paesi europei. In particolare, della Francia. Al centro della vicenda, un gruppo di bambini che frequentano le scuole elementari di Parigi. Sono molto amici, tra loro ci sono anche Youssef e Milana/Linda Doudaeva, due bambini stranieri clandestini. Cominciano i rimpatrii dei sans-papiers: Youssef è il primo del gruppo, assieme alla sua famiglia , e quella di Milana forse sarà la prossima. La vicenda avrà un esito imprevisto e dal sapore dolce-amaro per Milana. Affiatati e spontanei paiono i piccoli attori, accanto a un’intensa Valeria Bruni Tedeschi, allo stesso Goupil nel ruolo del marito Luc, e a Hippolyte Girardot in un cameo. Lodevole l’intenzione di porre all’attenzione del pubblico il tema dell’immigrazione, ma la pellicola non coinvolge a pieno.
Il regista mette molti elementi in gioco: i bambini e il loro mondo, la loro maniera di far fronte all’emergenza, davanti all’incapacità degli adulti; gli adulti, coi loro molteplici punti di vista sull’argomento, la scarsa capacità di comunicare in modo costruttivo tra loro; il personaggio di Cendrine, donna e madre, con la sua visione delle cose; il ruolo delle istituzioni, della polizia; una cornice temporale futura – il 2067 in cui Milana adulta racconta, ricordandoli, i fatti avvenuti nel 2009 – che racchiude l’intera vicenda. Tali elementi, però, sono spesso non approfonditi, suggeriti, accennati. E forse è proprio questo approccio, che riguarda la scrittura di Tutti per uno, la sceneggiatura che non permette di essere partecipi fino in fondo, di appassionarsi. Ci si muove in superficie, con un’ottica un po’ naïf, retorica, come rivelano alcune ingenuità della trama.
Il mondo degli adulti, poi, non risulta ben delineato. I personaggi secondari sono debolmente caratterizzati: sono voci, cenni, echi di società, che se approfondite, avrebbero forse chiarito la lettura del fenomeno da parte del regista e messo in moto maggiori riflessioni. Allo stesso modo, le ragioni dell’accoglienza, sostenute da Cendrine – e attraverso di lei dal regista – non sono ben circostanziate, così come, nonostante la scelta di introdurre l’elemento ceceno (Milana e la sua famiglia vengono proprio dalla Cecenia), non si fa mai cenno esplicito alla questione cecena, alle scelte politiche di Putin, o in generale, alle motivazioni che spingono persone di altri paesi a venire in Francia, in Italia, in Germania ecc… Prevale un generico umanitarismo e la constatazione che la politica e la burocrazia non tengono conto dei legami affettivi tra le persone.
Altra scelta sospesa, quella di inserire la vicenda in una cornice futura, il 2067. Ma, del 2067 non si sa nulla. Tutti per uno è una pellicola d’impegno, dunque, che vuole conciliare toni da commedia a temi d’attualità anche drammatici, ma che non riesce del tutto a portare lo spettatore “nella vicenda”. Presentata al Festival di Cannes, dove ha riscosso un buon successo, è distribuita in Italia da Teodora Film e Spazio Cinema.
Elio racconta la voce di Paul
In maglietta nera dei Ramones, il gruppo rock che adora e che «lo protegge da lassù», jeans e scarpe da ginnastica, Elio, leader dell’omonima band Elio e le storie tese
Kate Beckinsale e Jessica Biel nel nuovo Atto di Forza!
Transfomers 3: ecco due nuovi spot!
Michael Bay tramite il suo sito ufficiale ha rilasciato due nuovi spot di Transfomers 3. Il film uscirà fra un mese e mezzo in tutto il mondo.
Anna Torv di Fringe al Fantasy Horror Award!
L’alba del pianeta delle Scimmie Trailer Ufficiale
Ecco il trailer ufficiale in italiano de L’alba del pianeta delle Scimmie che vede trai suoi protagonisti James Franco, Freida Pinto e il potteriano Tom Felton.
Four Lions: recensione del film di Chris Morris
Chris Morris, ennesimo acquisto del cinema dalla tv inglese, porta in sala Four Lions, una commedia esilarante e allo stesso tempo agghiacciante, che tocca con leggerezza, ma con concretezza la realtà del terrorismo e di quelle persona che fanno della guerra santa la loro missione sulla terra.
Four Lions ambientato nella Londra contemporanea racconta di quattro uomini che hanno un piano segreto. Omar è stanco del modo in cui i Musulmani sono trattati in giro per il mondo ed è deciso a diventare un combattente e Way condivide la stessa idea. Inizialmente al suo fianco e poi contro di lui, c’è Barry, bianco convertitosi all’Islam, che trasporterà con sé, nella nuova religione, non una vera e propria credenza, ma il suo personale nichilismo. Faisal è l’intruso che iconograficamente più assomiglia all’immagine del musulmano che hanno gli occidentali, ma che meno crede nella lotta armata agli infedeli. I quattro devono portare a termine un attentato nel loro territorio, il guaio è che tutti e quattro sono totalmente incapaci di qualunque atto violento e soprattutto maldestri fino all’inverosimile.
Four Lions, il film
Un argomento scottante e un taglio che sfiora i toni della commedia demenziale fanno di Four Lions un vero gioiello, non tanto per la regia o per le interpretazioni in sé, quanto per la genialità di scrittura, il coraggio della messa in scena e la totale dedizione di questi giovani protagonisti, che non perdono occasione di dimostrare la loro mancanza di capacità a svolgere il compito del quale si sentono investiti. Molte le scene memorabili, da Faisal che prova ad addestrare cornacchie kamikaze, ai tentativi di Way di registrare un video in cui inneggia alla guerra Santa, tutti episodi che ovviamente si risolvono in clamorosi e inverosimili fallimenti.
Alla fine ogni personaggio mostrerà la sua vera (mancanza di) dedizione alla causa, e lo spettatore riuscirà a ridere anche di quell’argomento, il terrorismo, che tanto fa tremare il Mondo. Perché come dice lo stesso Morris, quando scoppia una bomba tutti scappiamo, ma poi tentiamo di calmarci e facciamo finta di niente. L’ilarità, lo sberleffo, viene fuori anche nei momenti meno opportuni, in quelli più delicati, e allora perché non provare a riderci sopra? Si, anche sul terrore.
The Hunter – Il cacciatore: recensione del film
Sarà in uscita nelle sale cinematografiche italiane il prossimo mese di giugno, questo nuovo film del già apprezzato e conosciuto regista iraniano Rafi Pitts. Prodotto dalla Twenty Twenty Vision in co-produzione con la Aftab Negaran Film Production, The Hunter – Il cacciatore, sarà distribuito in Italia dalla Fandango di Domenico Procacci.
In The Hunter – Il cacciatore Teheran, giorno d’oggi. Alì Alavi ( Rafi Pitts) è da poco uscito dal carcere dopo aver scontato una pena di alcuni anni in seguito ad un misterioso crimine. Per poter mantenere la bella moglie Sara (Mitra Hajjar) e la piccola figlioletta, Alì trova un impiego come guardiano notturno in una fabbrica di automobili. Un giorno, tornato dal lavoro, Alì non trova la moglie ad aspettarlo, la casa è deserta. Inizia così un oscuro cammino che condurrà il protagonista verso un’inesorabile e drammatica fine.
Pitts, che ha presentato il film al 60mo Festival di Berlino, è ormai ben noto in tutte le principali rassegne internazionali avendo, negli ultimi anni, partorito diversi lungometraggi riconosciuti e premiati da importanti giurie come quella di Berlino appunto (nel 2006 con It’s winter) o Venezia ( 1997 con Season five suo primo ed importante lavoro). Quando nel 2000 presentò Sanam la critica francese lo battezzò addirittura come il Quattrocento colpi iraniano.
Nato e cresciuto a Teheran ma abbandonato l’Iran nel 1981 con tutta la sua famiglia ed in piena guerra iraniano-irachena, Pitts si trasferisce a Londra dove conseguirà la laurea in film e fotografia. Negli anni Novanta andrà a vivere a Parigi ma il suo paese e tutte le contraddizioni interne ad esso continueranno ad ossessionarlo ed a essere al centro dei suoi film. Anche ne The Hunter – Il cacciatore l’Iran con il suo stato poliziesco repressivo, è lo sfondo costante e incombente in una Teheran che lo stesso Pitts definisce ormai simile ad una città come Los Angeles. Grattacieli ammassati l’uno contro l’altro, autostrade che sinuose si intrecciano in ogni dove, una metropoli caotica e impersonale dove i rapporti umani sono ormai banditi. Un uomo, solo in mezzo agli altri uomini, ostacolato nel suo tentativo di reintegrazione in seguito ad un non specificato crimine che potrebbe anche essere politico. La voce del regime che per bocca dell’ayatollah Khamenei inonda le frequenze radiofoniche e accompagna ad ogni ora i tristi tragitti da casa a lavoro dello sconsolato protagonista.
The Hunter – Il cacciatore è un film che arriva a trent’anni dalla rivoluzione dei pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica, che non a caso aprono il film sin dai titoli di testa con una foto, scattata nel 1981, e che li ritrae minacciosi a bordo di scintillanti motociclette. Una foto che simboleggia e che ha rappresentato un simbolo della repressione post-rivoluzionaria e che oggi, vuole comunicarci Pitts, non è certo storia passata. Il regista tratta ne The Hunter – Il cacciatore il tema della mancanza di vera democrazia nell’Iran odierno come a voler denunciare un sinistro collegamento diretto con i fatti di trent’anni fa. La moglie di Alì, Sara, che partecipando ad una manifestazione anti-governativa cade vittima della repressione poliziesca, è una sorta di simbolo e icona del martirio a cui va incontro chi protesta contro il potere.
Oggi in Iran non si è liberi di dissentire e chi lo fa muore. Se pensiamo che il film è stato girato poco prima dei tragici fatti post-elettorali del 2010, capiamo come The Hunter – Il cacciatore assuma una valenza quasi profetica. Pitts interpreta il ruolo di Alì dopo aver scartato il protagonista prescelto già al primo giorno di riprese ritenendolo inaffidabile e imprevedibile. Questo doppio ruolo non lo ha entusiasmato in quanto si è sentito quasi condizionato nella regia. Tra gli altri interpreti spicca la bella attrice iraniana Mitra Hajjar, famosissima in patria ed unica attrice professionista del cast. Il film si sviluppa su ritmi particolarmente lenti, pochi e scarni i dialoghi, quasi assente la colonna sonora e non certo mirabile la qualità interpretativa degli attori, compreso il regista stesso.
Come afferma Rafi Pitts, il suo intento originario era di creare un film che oscillasse tra il noerealismo ed il formalismo sino ad arrivare ad essere una sorta di “western neorealista”. A nostro avviso, questo difficile e insidioso cammino stilistico ha condotto il regista verso un film piatto ed inespressivo dove manca l’introspezione dei personaggi principali e dove si avverte una spiazzante assenza di pathos e carica emotiva pur trattando il film temi molto drammatici. Nella parte finale della sceneggiatura, curata sempre dallo stesso Pitts, assistiamo alla disperata vendetta personale che Alì intraprende armato del suo fucile da caccia. La narrazione si inerpica così in un improbabile roseto di situazioni quasi farsesche che convincono poco e non riabilitano di certo un film che sino ad allora si era stancamente trascinato senza destare, nello spettatore, la benché minima emozione.
A Pupi Avati il Nastro d’Argento Speciale del 65.mo
Star Trek 2 rinviato?
Deadline ci aggiorna sulla situazione di Star Trek 2. J.J. Abrams al momento lavora agli ultimi ritocchi di Super 8 e difficilmente si dedicherà a Star Trek prima dell’uscita del film. Nel frattempo Robert Orci, Alex Kurtzman e Damon Lindelof hanno già sviluppato un trattamento di 70 pagine per il sequel e aspettano l’uscita di Super 8 che libererà Abrams così da poter finalmente dedicare loro attenzione.
Quello che è certo è il suo ritorno alla regia nel Sequel, quello che invece sembra un’impresa è riuscire a rispettare la già annunciata data d’uscita 29 giugno 2012. Deadline a questo proposito aggiunge che la compagnia sta valutando la possibilità di rinviare il film al Natale 2012. Secondo la Paramount, comunque, nulla verrà deciso finché Abrams non annuncerà di aver accettato di dirigere il film, cosa che accadrà molto probabilmente entro la fine di giugno.
Fonte: deadline via Badtaste
Ron Howard parla di La Torre Nera
Nuova URL per la pagina facebook di cinefilos.it
Cirkus Columbia: recensione del film di Denis Tanovic
Storia di amori perduti e ritrovati ambientata in una Bosnia – Erzegovina in bilico fra la fine del regime comunista e lo spettro di una nuova guerra civile. E’ questo Cirkus Columbia il nuovo film del regista premio Oscar Denis Tanovic che torna a parlare di personaggi che vivono le loro esistenze sullo sfondo di una guerra che il regista ha vissuto e che rappresenta una ferita difficilmente rimarginabile.
Cirkus Columbia, liberamente ispirata al romanzo breve di Ivica Djikic, racconta la storia di Divko Buntic che torna al villaggio dove è cresciuto per riappropriarsi della casa di famiglia. Dopo un esilio di 20 anni in Germania, arriva con la sua Mercedes rosso fiammante accompagnato dalla giovane e sexy fidanzata Azra, il gatto nero fortunato Bonny e le tasche piene di marchi tedeschi. Cash e il cugino Ivanda, recentemente e “democraticamente” eletto sindaco, aiutano Divko a sfrattare la moglie abbandonata Lucija e il loro figlio ventenne Martin. Dopo essere scampati all’arresto in seguito alla rissa durante lo sfratto, Martin e Lucija vengono sistemati in un piccolo appartamento in una casa comunale. A sua volta sistematosi nella sua vecchia casa, Divko tenta un avvicinamento con Martin, il figlio che non aveva mai conosciuto.
I tratti biografici presenti nella pellicola sono evidenti, ma rispetto a quanto realizzato fino ad ora il regista di Triage, riesce nell’intento di realizzare un film più leggero a metà strada fra una comicità latente ed uno humor invisibile, supportato da una discreta sceneggiatura improntata su alcune scene divertenti. Il dramma c’è ma fa solo da sfondo alla vicenda dei personaggi per poi diventare solo nel finale protagonista. Il tutto supportato dalla brillante prova di attori come Miki Manojlovic e Mira Furlan che contribuiscono alla causa artistica.
Tuttavia il limite di questo film e forse del regista stesso, è quello di essere vittima di alcuni schemi ormai riscontrabili nei suoi film precedenti. Forse l’essere così fortemente legato alla guerra impedisce al regista di raccontare qualcos’altro di nuovo che non sia il vissuto della sua esperienza. I personaggi che si muovono nei suoi film sono sempre individui macchiati dalla drammaticità degli eventi vissuti, in cui il cielo azzurro più che una speranza diventa quasi un illusione, un sogno che non si avvererà mai.
Cirkus Columbia seppur a tratti piacevole e divertente, non aggiunge altro di nuovo, se non l’idea affascinante di un paese indifferente alla guerra, che invece di preoccuparsene, si dedica alla ricerca di un gatto appena perso da un riccone di ritorno da un esilio.
Danis Tanovic porta a Roma Cirkus Columbia
Terry Gilliam presenta The Wholly Family a Roma
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: character poster
Ecco tre nuovi character poster per l’ultimo film di Harry Potter, dedicati al trio di maghetti che ha stregato più di una generzione. Vai alla nostra Gallery per vederli.
Tutto quello che sappiamo su Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves. Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.
Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary Oldman, Alan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.
The Wholly Family di Terry Gilliam
Una trafficata San Gregorio Armeno ci accaglie in The Wholly Family, cortometraggio scritto e diretto da Terry Gilliam, che vede protagonisti l’italiana Cristiana Capotondi e il piccolo Nicolas Connolly, per la prima volta sullo schermo. Il bambino è affascinato dalla statuette portafortuna di Pulcinella, che nella strada dei pastori napoletani per eccellenza, campeggiano su ogni bancarella. I genitori però non esaudiscono il desiderio del bambino di averne una, e così lui la ruba, scatenando incubi e conseguenze che non avrebbe mai osato immaginare.
Divertente e inquietante, a tratti davvero spaventoso, The Wholly Family, o meglio The (W)Hol(L)y Family dispiega tutta la poetica del caos e del disordine che si fondono con le fiabe macabre che Gilliam ama tanto raccontare. Già presagita nel personaggio di Tony del Dott. Parnassus, il pupazzo Pulcinella assume in questo corto il fondamentale ruolo di giullare che guida il piccolo protagonista in una Napoli fatta di grotte e case galleggianti, con l’inconfondibile stile del regista di Brazil.
Terry Gilliam trova in Napoli un suo perfetto corrispettivo, dando il colore e la confusione del capoluogo partenopeo al suo stesso cinema che in essi si ritrova. Al centro della vicenda produttiva di questo bel cortometraggio c’è il pastificio Garofalo, impegnato in un bel progetto di product placement.
Terrence Malick: oltre al nuovo film in arrivo anche un documentario.
Teaser Poster di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Part 1
Summit Entertainment ha pubblicato un teaser poster di “The Twilight Saga: Breaking Dawn – Part 1”, che vede nel cast Kristen Stewart, Robert Pattinson e Taylor Lautner. In questo quarto capitolo, Bella ed Edward coroneranno finalmente il loro sogno d’amore convolando a nozze. Ecco il poster:
Fonte: worstpreviews.com
Harry Potter inaugura il Giffoni Film Festival
Sarà Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 ad inaugurare, il 12 luglio, la 41esima edizione del Giffoni Film Festival. Harry Potter sceglie ancora l’esperienza Giffoni. Il festival di cinema per ragazzi più importante al mondo ospiterà in anteprima l’ottavo e ultimo film della saga del famosissimo maghetto nato dalla penna di J.K. Rowling. Il film, diretto da David Yates, uscirà in Italia il 13 luglio distribuito dalla Warner Bros. e il 15 luglio in tutto il mondo.
Tutto quello che sappiamo su Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves. Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.
Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary Oldman, Alan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.
Uscite al cinema del 25 e 27 maggio 2011
Uscite al cinema 25 maggio –
Una notte da Leoni 2: Nel seguito della commedia
Una notte da leoni, Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms), Alan
(Zach Galifianakis) e Doug (Justin Bartha) partono per l’esotica
Thailandia per il matrimonio di Stu. Dopo l’indimenticabile addio
al celibato di Las Vegas, Stu non vuole correre rischi e ha optato
per un sicuro e pacato brunch prima del matrimonio. Ovviamente
però, le cose non vanno come previsto.
Uscite al cinema del 27 maggio – Cirkus Columbia: Jugoslavia, 1991. Divko Buntic è un farabutto. Torna nel paese d’origine dopo aver trascorso molti anni in Germania, seguito da un’attraente compagna e un gatto nero di nome Bonny. Con l’appoggio del sindaco, sfratta la ex moglie e il figlio Martin, occupa l’appartamento e comincia a tormentarli per tentare di mandarli via. Ma la guerra serbo-bosniaca-croata è alle porte e i rapporti tra compaesani stanno per cambiare. Così come Divko sta per dare una svolta alla sua vita.
The Housemaid: Euny viene ingaggiata come governante e bambinaia nella casa di una ricchissima famiglia, dove la giovane e bella moglie di un uomo d’affari aspetta il frutto della seconda gravidanza, due gemelli. Bambina a sua volta, per lo spirito ingenuo e generoso che la contraddistingue, Euny conquista tutti, dalla piccola Nami, la primogenita, alla collega anziana che ha speso la sua vita a servizio nella villa, al padrone di casa, che presto passa a chiederle ben più di quello che è stata chiamata a fare. Quando la ragazza si ritrova incinta, la padroncina e sua madre non esitano a pianificare il peggio, in nome dei privilegi da conservare, costi quel che costi.
Corpo celeste: Marta ha 13 anni ed è tornata a vivere alla periferia di Reggio Calabria (dove è nata) dopo aver trascorso 10 anni in Svizzera. Con lei ci sono la madre e la sorella maggiore che la sopporta a fatica. La ragazzina ha l’età giusta per accedere al sacramento della Cresima e inizia a frequentare il catechismo. Si ritrova così in una realtà ecclesiale contaminata dai modelli consumistici, attraversata da un’ignoranza pervasiva e guidata da un parroco più interessato alla politica e a fare carriera che alla fede.
Et in terra pax: Periferia di Roma. Marco, ex detenuto, torna a spacciare cocaina per conto dei suoi vecchi compari, Glauco e Mauro. Faustino, Massimo e Federico pure trascorrono le loro giornate fra droga e bravate. Sonia, si divide tra gli studi universitari e il lavoro nella bisca di Sergio. Un banale incidente porterà i protagonisti a lasciare dietro di sé una scia di fuoco, sangue e violenza.
Balla con noi: Marco fa parte di una crew romana di ballerini hip hop e da quando la sua ex si è messa con il leader della banda avversaria, il suo unico pensiero è battere il rivale a tempo di beat e riconquistare la ragazza. Sua sorella minore, Erika, ha diciott’anni e da quando è una bambina sogna la danza classica, ma nel momento in cui si avvicinano gli esami finali dell’accademia, è tormentata dalla paura di fallire e non riesce più a concentrarsi. Una leggera distorsione sarà l’occasione per riavvicinarsi al fratello, da tempo scappato di casa, e per scoprire i ritmi incendiari della streetdance.
Zack e Miri: amore a … primo sesso: recensione
A distanza di tre anni dalla sua uscita americana ecco arrivare con un po’ di ritardo Zack e Miri: amore a … primo sesso, questo non ultimo film di Kevin Smith, visto che nel frattempo ha girato e fatto uscire altri film come Poliziotti fuori.
La prima impressione di Zack e Miri: amore a … primo sesso è che questa pellicola è sicuramente più nelle corde del regista che non i suoi più recenti lavori. Infatti racconta la storia di Zack (Seth Rogen) e Miri (Elizabeth Banks) che sono due amici di lunga data. Sommersi dai debiti, decidono di risolvere i loro problemi economici girando un film porno. Ma una volta organizzato tutto e con l’inizio delle riprese, i due ragazzi si rendono conto del montare della gelosia e che il loro rapporto non è fondato solo sull’amicizia ma su sentimenti più profondi di quello che avrebbero creduto. Partendo da risvolti maliziosi e a tratti pornografici per non dire altro, Kevin Smith fa un’operazione abbastanza dentro al concetto classicistico della commedia romantica. Senza dover scavare troppo affondo ben presto il film si rivela per quello che è: una romantica e tenera storia d’amore fra un paffutello riccioluto e una carinissima amica d’infanzia.
Oltre alla storia d’amore ben nascosta, Zack e Miri: amore a … primo sesso è una piacevole e divertente commedia ricca di gang divertenti ben giostrate dal regista che in rare occasioni diventeranno esagerate. Smith è bravo nel rendere romantico e raccontare una storia d’amore fra due persone che stanno cercando di realizzare un porno per poter finalmente guadagnare molti soldi. Il punto forte è proprio questo: non necessariamente puntare su un registro smielato ma far venir fuori lentamente, spontaneamente i tratti romantici dei due protagonisti e della loro storia. Divertenti anche alcuni cammei presenti nel film come la coppia gay Brandon Routh e Justin Long. Quest’ultimo è davvero spassoso con la sua vociona maschile che aiuta il novello gay Routh a sciogliersi in pubblico.
In definitiva Kevin Smith riesce nell’intento di raccontare una storia d’amore fra due amici fraterni senza perde il lustro dei tempi passati, quando riusciva a strappare grosse risate al pubblico con Clerks o Dogma. Non sarà di certo un capolavoro ma farà senz’altro sorridere in più occasioni, come ad esempio il primo tentativo di inscenare la parodia di Star wars in versione pornografica.
Nuovo adattamento per La Sirenetta targato Sony
Se quelcuno avesse dei dubbi sulla rivalità che tutt’ora vivono le grandi major americane, be sarà nuovamente smentito da questo nuovo parallelo progetto sulla Sirenetta in arrivo.
Lenny Kravitz in The Hunger Games
The Muppets: trailer!
Una Notte da Leoni 2: recensione del film di Todd Philipps
Squadra che vince non si cambia. Lo sa bene Todd Philipps che per Una Notte da Leoni 2, il sequel omonimo di Una Notte da Leoni schiera in campo stessa formazione e stessi schemi, cambiando solo il campo di gioco. Questa volta Las Vegas lascia il posto a Bankok, il magnifico terzetto (Bradley Cooper, Ed Helms e Zach Galifianakis) festeggia questa volta l’addio al celibato dell’imbranato Stu, e di nuovo il risveglio sarà una sorpresa per il pubblico e soprattutto per i nostri.
Più che di un sequel sembrerebbe trattarsi di un remake, perché Phillips non solo replica la tremenda sbronza a base di alcool e drogucce varie, ma ricalca pedissequamente ogni momento narrativo che ha scandito con esilarante puntualità tutto il percorso del primo episodio. Nessuna novità quindi, ma c’è da ammettere che i personaggi funzionano e le loro caratteristiche si incastrano perfettamente regalando allo spettatore scanzonate risate, in almeno due occasioni davvero esilaranti.
Una Notte da Leoni 2, sequel della commedia di successo
In Una Notte da
Leoni,
Bradley Cooper e compagnia formavano, o
meglio, mostravano nel corso della storia il loro personaggio.
Adesso invece già li conosciamo, loro sembrano ugualmente a loro
agio nel ripetersi e quindi sanno cosa e chi fa ridere lo
spettatore, riferendosi di continuo alla precedente disavventura.
Inutile dire che il mattatore del rocambolesco film è
Zach Galifianakis, con il suo fantastico Alan,
mentre lo sposo Stu tira fuori la grinta e il suo ‘seme di follia’.
Assurto a sex symbol in pochissimo tempo ed a partire proprio da
Una Notte da Leoni, Bradley Cooper primeggia più per i suoi
ondeggianti pettorali che per vero carisma.
Una Notte da Leoni 2, in originale Hangover 2 (che vuol dire ‘dopo-sbornia’), si confermerà probabilmente un successo di pubblico, perché rischiando poco riesce a ridare allo spettatore la stessa sensazione di smarrito ed esilarante divertimento del primo episodio.
Transformers 3 al Festival di Mosca
Box Office Usa del 23 maggio 2011
Nella settimana in cui Terrence Malick ha vinto la Palma d’oro a Cannes con il suo Tree of life, il box office statunitense ha consegnato la palma del film piú visto a Pirates of the caribbean: on stranger tides, che ha incassato 90 milioni di dollari nella prima settimana di uscita.
Nonostante la critica lo abbia massacrato, e lo storico regista, Gore Verbinsky, abbia abbandonato il galeone, la saga continua ad avere un fascino irresistibile sul pubblico.
Segue ad una discreta distanza, ma guadagnando diverse posizioni rispetto alla scorsa settimana, Bridesmaids, wedding comedy con star del Satuday Night Live.
Resiste nella terza posizione del podio anche Thor che, con questa settimana, raggiunge il ragguardevole incasso di 145 milioni di dollari.
In quarta posizione troviamo invece il quinto capitolo di Fast and Furious, Fast Five, che questa settimana incassa 10 milioni di dollari, mentre a metá classifica rimane Rio, anche questo con un incasso totale di 132 milioni di dollari, maturati nelle 5 settimane di uscita.
In sesta posizione l’action movie di vampiri Priest, seguito da un’accoppiata di film da matrimonio che sembrano fatti apposta per avanzare o scendere insieme nella classifica: Jumping the broom è infatti in settima posizione, seguito da Something borrowed, in ottava.
A chiudere la classifica troviamo il mélo Water for elephants, alla quarta settimana di uscita e un incasso settimanale di 2 milioni di dollari, e Madea’s big happy family, commedia en travesti che fino ad oggi ha messo da parte 52 milioni di dollari.
La prossima settimana si attendono le uscite di alcuni pesi massimi che di sicuro daranno una rinfrescata alla classifica: esce infatti The hangover II, secondo episodio e secondo addio al celibato per Zach Galifianakis e soci, The tree of life, che oltre alla figura mitica del regista porta con sé il peso dell’appena conquistato premio in Francia e Kung fu Panda 2, con le voci di Jack Black, Angelina Jolie e Gary Oldman.