Iron Man 2: recensione del film con Robert Downey Jr
Un passato che nel primo capitolo non si era neppure intuito si affaccia all’inizio di Iron Man 2, ne aziona i meccanismi d’azione e ne scioglie i nodi narrativi. Un passato che si bada sull’ereditarietà della colpa, da padre in figlio, in una sorta di omaggio alla letteratura classica, dalla tragedia greca al dramma shakespeariano.
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Iron Man 2, la trama

Il film è ambientato sei mesi dopo gli eventi di Iron Man e segue le vicende del miliardario Tony Stark, che dopo aver rivelato di essere Iron Man è stato invitato dal governo statunitense a consegnare ai militari la sua armatura; nel frattempo lo scienziato russo Ivan Vanko sta costruendo un’armatura simile a quella di Tony e prepara la sua vendetta nei confronti di quest’ultimo. Una parte della trama del film è basata su quella del fumetto Iron Man: il demone nella bottiglia.
Ecco allora Tony Stark che riappare sugli schermi, beffardo e irriverente, ma ancora più umano, ancora più partecipe della sua doppia natura, umana e meccanica, e ancora più consapevole della sua dipendenza dalla tecnologia che lo tiene in vita. Se questo secondo episodio appare più votato all’azione, è anche maggiormente sorretto dalla sola presenza fisica e morale di un Robert Downey Jr che porta su di sé le sorti del film, non solo da protagonista, ma soprattutto da unico personaggio capace di far procedere l’azione.
Come mostrato anche nel primo film e in The Incredible Hulk, il lavoro di Kevin Feige alla produzione mira a dare omogeneità ai film, soprattutto nel modus operandi nella costruzione della storia. Lo spunto è sempre originato dalla lettura dei fumetti, mentre la trasposizione del film porta la storia in una direzione ben precisa e prestabilita che condurrà al prossimo eroe, alla prossima avventura. La base letteraria però è fondamentale e arricchisce moltissimo tutti i personaggi.
L’azione regna sovrana

Il villain di turno, un silenzioso e vendicativo Whiplash/Mickey Rourke, bilancia bene la sbruffoneria starkiana e ne mina la sicurezza, senza però metterlo davvero in pericolo. Non si ha infatti mai la vera impressione che l’eroe sia seriamente in difficoltà, anche perché ora c’è War Machine/James ‘Rhodey’ Rhodes, alias Don Cheadle, che malamente sostituisce il più adatto Terrence Howard del primo capitolo.
Interessante anche il Justin Hammer di Rockwell, che da vita ad un personaggio dall’avidità cieca che parte sconfitto dal confronto sia con l’eroe che con il succitato villain. Ma non si può prescindere dai personaggi femminili: Pepper Pots, magnificamente disegnata da Gwyneth Paltrow e l’affascinante Vedova Nera di Scarlett Johansson. Se l’una è il naturale completamente dell’umanissimo Uomo di Ferro, l’altra si rivela una semplice e bidimensionale figura ponte, insieme al personaggio di Samuel L. Jackson, per strizzare l’occhio all’annunciato The Avenger, anche se non priva di attrattiva e di promesse per un futuro davvero grandioso.
Qui dove l’azione regna sovrana però ancora più forte è il legame tra Tony e la sua armatura che diventa la sua anima, Tony Stark non può esistere senza Iron Man, e Iron Man non esiste senza la sua anima di carne. Un legame indissolubile che lega il personaggio al proprio “costume”, un concetto assolutamente archetipico del racconto dell’eroe e del legame con la sua arma e con il suo simbolo, e che in questo episodio lo spinge a guardarsi al passato, per trovare attraverso la tecnologia che manipola con le sue mani, senza paura di sporcarsele, un rimedio alla sua dipendenza tossica proprio da quella stessa tecnologia che contemporaneamente lo tiene in vita. Si trova qui il senso del cuore di Stark, il senso della sua volontà di trovare un riscatto personale.
L’uomo e la macchina
L’anima di Iron Man 2 è tutta in questo dualismo che poi verrà spiegato e chiarito nel futuro dell’universo Marvel al cinema, ma sappiamo che è un tassello fondamentale per lo sviluppo del personaggio che a oggi è sicuramente il più amato di questa avventura collettiva che approderà alla prima riunione dei Vendicatori al cinema.
A tirare le somme di Iron Man 2, ci si rende conto che davvero Iron Man senza Tony Star (e senza Robert Downey Jr ) non esiste, che il legame tra persona e super eroe non è solo importante da un punto di vista strettamente narrativo, ma soprattutto per la sopravvivenza del film tout court. Rappresenta il vero cuore del racconto, contribuisce a strutturare il personaggio leader che, siamo sicuri, ci darà tante soddisfazioni: un uomo fondamentalmente arrogante e egocentrico, sgradevole molto spesso, ma con un grande cuore e un forte desiderio di riscatto, di fare la cosa giusta. Probabilmente è proprio la presenza carismatica di Robert Downey Jr ., e un leggerissimo accento autobiografico che fa assonanza con le vicende di Tony Stark, a sopperire a quella mancanza di brillantezza nella sceneggiatura, a quella sintesi eccessiva nell’esposizione di fatti e nella strutturazione degli altri personaggi, priva di smalto che aveva invece caratterizzato con successo il primo episodio di due anni fa.
Trai cameo divertenti che vediamo in questo film, c’è naturalmente quello di Stan Lee, che in questo caso interpreta brevemente Larry King, ma ci sono anche volti noti al cinema e alla serialità televisiva: Olivia Munn, Kate Mara e Seth Green hanno un loro piccolo spazio. Infine, durante la scena ambientata a Montecarlo, c’è un breve cameo, circa dieci secondi, di Elon Musk che interpreta se stesso. Insomma, sembra fare parecchio gola apparire in un film Marvel Studios.
Da un punto di vista del disegno complessivo dei Marvel Studios, questo Iron Man 2 rappresenta un momento centrale nella Fase 1 che dovrebbe concludersi con il film sui Vendicatori. Per il momento abbiamo conosciuto soltanto Tony Stark e Hulk, ma sappiamo che sono collegati e sappiamo che l’introduzione di Nick Fury, con Vedova Nera al suo fianco, e l’aver sentito nominare per la prima volta lo SHIELD e il Progetto Avengers, ci mette di fronte ad un momento storico nella storia del cinema di intrattenimento e della storia del fumetto. Si sta costruendo davanti ai nostri occhi una macro-produzione cinematografica che vedrà realizzati i sogni di intere generazioni di lettori dei fumetti che hanno sognato questo momento per 50 anni.
Barrymore e Krasinski insieme
Drew Barrymore e John Krasinski (In amore niente regole e E’ complicato) saranno i protagonisti di un’avventurosa commedia per famiglia dal titolo Whales, che sarà diretto dal Ken Kwapis di La verità è che non gli piaci abbastanza.
Un regista per Gambit
Il produttore del remake di Gambit
(scritto dai Coen), Mike Lobell, ha trovato un regista cui affidare
il progetto: Doug Liman.
Gesù al museo del cinema di Torino
Torino sta ospitando l’ostensione della Sindone e in parallelo a questo si è voluto inserire alcune altre proposte culturali inerenti la figura di Gesù esaminata da varie angolature. Una di queste è la mostra Ecce homo, al Museo del cinema di Torino in via Montebello 20, all’interno della Mole Antonelliana.
Claudia cardinale madrina del cinema gay
Torino ha ospitato dal 15 al 22 aprile la venticinquesima edizione di Da Sodoma ad Hollywood, il festival internazionale di cinema dedicato a tematiche omosessuali, che è stato tenuto a battesimo da una madrina d’eccezione, Claudia Cardinale, interprete di uno dei film presentati, Le fil di Mehdi Ben Attia, esordiente regista tunisino che si interroga sui rapporti tra modernità e tradizione, spesso laceranti, nel suo Paese.
Uscite al cinema 30 Aprile
Iron Man 2: sono passati sei mesi da quando Tony Stark ha rivelato di essere l’eroico Iron Man e ora si trova costretto prendersi le responsabilità della sua invenzione.
Remake anche per Commando
Tra gli innumerevoli remake che
Hollywood sta sfornando senza sosta, ci sarà anche quello di
Commando, il film che ha segnato una sorta di apice sopra le righe
di un certo cinema d’azione degli anni Ottanta.
J. J. Abrams & Steven Spielberg
J. J. Abrams medita un nuovo lavoro cinematografico, definito come “un tributo e una collaborazione con Steven Spielberg”.
La città verrà distrutta all’alba: recensione del remake
La città verrà distrutta all’alba è il remake dell’omonimo film del 1973 diretto dal maestro George Romero (titolo originale “The Crazies”).
Alla regia c’è Breck Eisner, regista statunitense non alle prime armi col genere horror e che già ha mostrato le sue abilità in molti sceneggiati televisivi in terra americana, come produttore esecutivo ritroviamo Romero che dovrebbe in un certo senso garantire una certa qualità sotto la sua supervisione.
La trama di La città verrà distrutta all’alba
La trama di La città verrà distrutta all’alba è presto detta: Ogden Marsh è una cittadina americana dove tutto scorre tranquillamente, gli abitanti sono i classici cittadini modello e lo sceriffo non ha grossi grattacapi finché un giorno durante una partita di baseball, l’agricoltore Rory Hamill non decide di entrare sul campo con un fucile senza un non ben precisato motivo se non quello che di uccidere qualche sconosciuto, Dadid Dutton è quindi costretto ad ucciderlo per non rischiare la vita di nessun innocente.
La cosa sembra finire lì ma ben presto la maggior parte degli abitanti comincia a comportarsi stranamente per poi nel giro di 48 ore diventare degli assassini senza scrupoli. Lo sceriffo decide quindi, in una città allo sbando totale, di fuggire insieme a pochi superstiti non contagiati.
La questione sembrerebbe già complicata così, se non che il governo venuto a conoscenza della situazione cittadina, decide di intervenire con forze armate alla disinfestazione e all’uccisione di chiunque mostri i sintomi della pazzia.
Devo dire che questo è uno dei pochissimi remake in grado di migliorare le pellicole da cui prendono spunto, sarà che i mezzi odierni hanno permesso notevoli migliorie per gli effetti speciali e che la regia di Eisner non è niente male regalando anche alcune scene particolarmente affascinanti (una per tutte la moglie dello sceriffo illuminata dai fari della trebbiatrice abbandonata) sta di fatto che la pellicola scorre senza problemi ricalcando in pieno lo spirito che faceva parte dell’originale.
Certamente non vi è nulla di nuovo sotto al sole e per chi conosce bene le regole di questo genere cinematografico non vi è nulla di innovativo, ma una buona dose di colpi scena e una tensione sempre vivida rendono la pellicola piacevole e sopra la sufficienza.
E’ morto Furio Scarpelli
E’ morto stanotte a Roma il grande
sceneggiatore Furio Scarpelli, 90 anni. A dare la notizia in
pubblico è stato il nipote.
Olga Kurylenko è una sirena
Olga Kurylenko è stata scelta per
il ruolo di regina delle Sirene in un film fantastico d’avventuta
intitolato Empires of the Deep.
Bryce Dallas Howard in The Help
Bryce Dallas Howard, sostituta di Rachelle Lefevre nel prossimo The Twilight Saga: Eclipse, si è aggiunta a Emma Stone e Viola Davis nel cast del film drammatico della DreamWorks The Help, tratto da un bestseller di Kathryn Stockett.
Sequel di Scontro fra Titani
Considerato l’enorme successo che
Scontro tra Titani sta avendo in tutto il mondo, era solo questione
di tempo prima che arrivasse un annuncio ufficiale di un sequel. Ed
eccolo qui: la Warner ha infatti deciso di proseguire le avventure
di Perseo.
Ecco il poster di Buried
Grazie a FirstShowing, abbiamo un nuovo poster di Buried,
prossimo thriller con l’indaffaratissimo Rayn Reynolds. Nel poster
diamo un primo sguardo allo spazio claustrofobico nel quale
Reynolds trascorrerà la maggior parte del
film.
I vampiri neonati di Eclipse
Il sito di MTV ha pubblicato una nuovissima foto di The Twilight Saga: Eclipse, nella quale vediamo l’esercito dei vampiri neonati capeggiato da Riley (Xavier Samuel). Nell’immagine non compaiono invece la “creatrice” dell’esercito, Victoria (interpretata in questo film da Bryce Dallas Howard, dopo il “licenziamento” di Rachelle Lefevre), né Bree Tanner, l’altra neonata, i cui panni nel film saranno vestiti da Jodelle Ferland.
Ecco l’immagine:
Fonte: badtaste.it
Jennifer Connelly a lavoro con Howard
Jennifer Connelly potrebbe interpretare la sua prima commedia diretta da Ron Howard. All’attrice premio Oscar è stato infatti offerto un ruolo in Cheaters, un film che parla di tradimenti. Il titolo non è comunque definitivo, mentre del cast fanno già parte Vince Vaughn, Kevin James e Winona Ryder. La Connelly sarebbe la moglie di Vaughn, che non sa se dire o meno al miglior amico di lui (James) che tra i rispettivi coniugi c’è una storia. La sceneggiatura è di Alan Loeb (Noi due sconosciuti). L’inizio riprese è previsto tra breve a Chicago.
Fonte: comingsoon.it
Olivia Thirlby per Ivan Reitman
Olivia Thirlby (Juno, The Darkest Hour) è in trattative per unirsi al cast di una commedia che sarà diretta da Ivan Reitman per la Paramount, della quale però non si conosce ancora il titolo.
Soldini racconta il suo Cosa Volgio di Più
L’ultimo film di Soldini, Cosa
voglio di più, è stato presentato ieri alla stampa italiana.
Presente il cast artistico (quasi) al completo, il regista e i
produttori.
Cosa voglio di più: recensione del film di Silvio Soldini
Proprio dal titolo si potrebbe cominciare: cosa voglio di più? L’elenco sarebbe lungo: un film che racconti una storia, 30 minuti in meno, meno banalità, più ritmo, un montaggio funzionale … e si potrebbe ancora continuare in riferimento al film di Soldini. Cosa voglio di più infatti esula dalla categoria di film di nicchia, andando a collocarsi in un posto tutto suo, nella sezione dei film che parlano solo a se stessi. E forse è questo l’intento di Soldini che almeno narrativamente continua un percorso sulla crisi economica che diventa crisi dei sentimenti e delle relazioni, cominciato con Giorni e Nuvole, ma che tuttavia si allontano troppo dai suoi lavori migliori, e mi riferisco al ben godibile Pane e Tulipani.
La quotidianità, il realismo (si potrebbe quasi dire) sono resi perfettamente, aiutati anche da un apparato tecnico (suono e fotografia) davvero eccellenti. Tuttavia molto della storia non si giustifica, fino a metà film si aprono mille trame, molti personaggi che necessitano un approfondimento ma che ovviamente non possono averlo per permettere alla storia, allo spettatore di seguire i protagonisti, accomunati da un forte legame passionale che li proietta in una stanza buia che sembra esaurire tutto il loro mondo.
Cosa voglio di più, il film di Silvio Soldini
E’ pur vero che il film punta molto sull’aspetto emozionale della vicenda, Favino e la Rohrwacher sono imbrigliati nella loro relazione che per nessuno dei due e costruttiva ma che entrambi non riescono a lasciar andare anche se non si percepisce la nascita del forte amore che viene dichiarato. Per quello che riguarda le interpretazioni, brava Alba in un ruolo ancora diverso dal suo curriculum, un po’ meno Favino, che dimostra di essere un bravo attore solo quando storia e sceneggiatura sono brillanti, e non è questo il caso. Menzione speciale al cast di contorno, che come già detto, meriterebbe più spazio a dispetto degli insipidi protagonisti, in particolar modo il personaggio di Giuseppe Battiston, che incarno un compagno così mite da sembrare stupido seppure a modo suo divertente.
Cosa voglio di più è un film che punta a smuovere i sentimenti, e che sicuramente in fase di lavorazione è risultato coinvolgente per gli interpreti principali, se non altro per le numerose scene di intimità, ma che rivolto allo spettatore rischia di smuovere soprattutto una grande noia, causata oltretutto dall’eccessiva lunghezza di una film che senza troppi danni sarebbe potuto durare 40 minuti in meno. Distribuito da Warner Bros, Cosa voglio di più esce in Italia il 30 aprile.
Vendicami: recensione del film di Jhonnie To
Osannato come un piccolo gioiello, arriva nelle sale italiane il 30 aprile Vendicami, ultima fatica di Jhonnie To, premiato al Festival del Film Noir con il leone Nero.
La storia parte dal titolo, da una vendetta che perde la sua sostanza quando il vendicatore perde la memoria degli eventi che lo hanno guidato fino a metà film. Un personaggio, quello di Costello (Hollyday), che è un misto tra Alain Delon e Steven Segal, un uomo con un passato oscuro che a mala pena si intuisce e che racchiude in se una miriade di citazioni, forse involontarie, che strizzano l’occhio a tanto di quello che è già stato visto.
Vendicami – recensione del film di Jhonnie To
Al di là del tema portante della vendetta, il film di To porta avanti anche tematiche quali l’amicizia cameratesca tra il protagonista e i tre killer che, seppure parzialmente ingiustificata, aggiunge epicità ad un racconto più che altro lacunoso. I pochi spunti narrativi interessanti si perdono nelle lunghissime sequenze di sparatorie, mirabolanti operazioni balistiche che mirano ad una spettacolarizzazione fine a se stessa e che esaurisce in sé tutta la godibilità del film. Le pallottole sembrano non finire mai e non bastare mai ad uccidere, a dispetto degli schizzi abbondanti di sangue che pure sembrano senza fine.
Il lavoro del regista è stato semplicemente quello di orchestrare queste sinfonie di polvere da sparo in maniera organica e senza dubbio il risultato è armonioso nella sua sinfonia di morti e sangue. Visivamente godibile il film si fonda soprattutto sull’atmosfera stagnante delle strade, sulla claustrofobica persistenza di luoghi chiusi, sul vento minaccioso che impera su molte scene.
Più enigmatico resta il significato generale della storia, il sorriso rumoroso di Costello sul finale, l’insieme delle vite che inevitabilmente si intrecciano e l’inutilità di una vendetta senza ricordi. Un film che non manca certo di spunti interessanti ma che lascia perplessità sul legame tra le scene e sulla trama in generale, troppo farraginoso, troppo lungo.
The Last Song: recensione del film con Miley Cyrus
Da un libro di Nicholas Sparks, arriva al cinema The Last Song, con protagonista la giovanissima e già milionaria Miley Cyrus che sveste i panni di Hanna Montana e si cimenta nel suo primo ruolo drammatico.
I film che raccontano storie di Sparks sono in qualche modo telefonati, in quanto lo scrittore si è fatto strada nel mondo dell’editoria facendo piangere milioni di lettrici, per lo più donne, per lo più trentenni con qualche insoddisfazione nella propria vita sentimentale.
Ance questo film infatti si presenta estremamente prevedibile per quello che riguarda la trama, decisamente melenso nella scrittura e sicuramente realizzato con i migliori mezzi e il minimo contenuto.
The Last Song con Miley Cyrus
La giovane Cyrus che, come già detto, per la prima volta si approccia al dramma, appare sicuramente contratta in un ruolo che stona con le sue corde. Non che sia eccessivamente malvagia ma è evidente che la sua famosissima Montana le riesce meglio, il tutto motivato anche dal fatto che il punto forte di Miley è innegabilmente la voce, che qui non viene messa (ovviamente) particolarmente in luce, se non per la canzone finale.
Di contrasto alla narrazione, lascia senza fiato il paesaggio marino naturale che il film presenta, vuoi per la fotografia impeccabile, vuoi per la regia sicuramente efficace. Un film che tecnicamente, com’è ormai ovvio, utilizza il massimo con il miglior risultato ma che lascia un terribile vuoto contenutistico ed una banalità disarmante, dedicato ad un pubblico preferibilmente adolescenziale, in quanto rispecchia gli standard estetici e quasi mitici di bellezza oltre oceanica che hanno tanta presa sul giovane pubblico italiano.
A Roma, nell’ambito degli eventi di Aspettando il Festival (di Roma ovviamente), il film è stato proiettato alla scuole superiori alla presenza della giuria di ragazzi di Alice nella città. The Last Song uscirà al cinema il 30 aprile.
Hugo Weaving è Teschio Rosso
Joe Johnston ha finalmente confermato: Hugo Weaving sarà il villain Teschio Rosso in Captain America: The First Avenger. Il regista dell’ennesimo cinefumetto ha parlato della sua scelta e di come l’attore riuscirà a incarnare il ruolo dello storico personaggio Marvel:
A-Team vs Expandables
E’ lotta al testosterone su Empire. l giornale ha infatti realizzato due copertine per il numero di maggio, una dedicata agli Expandables e l’altra per il redivivo A-Team, entrambi attesissimi nelle sale italiane.
Elwes torna in Saw VII
Cary Elwes, interprete del primo film dell’interminabile saga di Saw nel ruolo del dottor Lawrence Gordon, tornerà nel settimo episodio in 3D. A confermare la voce è stata la Lionsgate, che ha reso noto anche il resto del cast e la trama del film, che vede un gruppo di sopravvissuti dell’Enigmista rivolgersi in cerca di aiuto al guru del self-help Bobby Dagen, un uomo i cui oscuri segreti danno vita a una nuova serie di orrori.
Nel cast, oltre ovviamente all’ormai immortale Tobin Bell e al confermato Elwes, ci saranno Costas Mandylor, Betsy Russell, Gina Holden, Chad Donella, Shauna Macdonald, Johnny Yong Bosch.
Saw VII in 3D uscirà nei cinema americani il 22 ottobre, e se la vedrà al box office col sequel di Paranormal Activity.
Fonte: Comingsoon.it
Una Stella per Mel Brooks
A 83 anni Mel Brooks, una vera e propria leggenda della comicità,ha ottenuto la sua stella sul Walk of Fame di Hollywood, per la precisione la stella numero 2406.
Mel Brooks, uno dei pochi individui al mondo ad aver vinto Oscar, Emmy, Tony e Grammy, ovvero tutti i premi maggiori dello spettacolo americano, era accompagnato per l’occasione dal collega veterano con cui ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo, Carl Reiner, dal figlio Max e dal nipotino.
Mel Brooks è al momento impegnato nella preparazione della versione teatrale di un suo celebre film, Mezzogiorno e mezzo di fuoco.
Fonte: comingsoon.it
Owen vs Statham
Clive Owen è entrato a far parte del cast di un thriller d’azione:The Killer Elite, progetto per il quale Jason Statham era dato per protagonista.
Il film, che segnerà l’esordio dietro la macchina da presa dell’irlandese Gary McKendry, si girerà in Australia e le riprese partiranno tra qualche settimana.
Tratto dal romanzo di Ranulph Fiennes “The Feather Men”, racconta la storia di due organizzazioni segrete in conflitto fra loro: la prima, chiamata The Clinic, è composta da killer professionisti; la seconda, The Feather Men, da un gruppo di vigilantes che proteggono ex membri dei reparti speciali e le loro famiglie. Quando un team della prima organizzazione viene assoldato da uno sceicco arabo per uccidere dei membri della SAS che ritiene responsabili della morte del figlio, le cose si faranno davvero esplosive.
Wilson sarà uno dei Feather Man, in lotta contro il personaggio di Statham: un letale ex Navy Seal entrato nelle file di The Clinic.
Fonte: Comingsoon.it
Box Office ITA: Scontro tra Titani ancora al primo posto
Al suo secondo weekend, Scontro tra Titani conserva il primo posto al botteghino italiano. Buoni risultati anche per le principali new entry Matrimoni e altri disastri, Agora e La città verrà distrutta all’alba.
Weekend affatto ricco sul fronte della concorrenza, e infatti Scontro tra Titani mantiene il primato anche alla sua seconda settimana: con 1,5 milioni, il kolossal epico in 3D arriva a quota 5,8 milioni.
Buon esordio per le tre principali uscite del weekend. La pellicola italiana Matrimoni e altri disastri si piazza secondo con 1,1 milioni; Agora conquista il terzo posto con 656.000 euro, un risultato alquanto soddisfacente considerando la rilevanza mediatica di cui ha goduto il nuovo film di Amenàbar. Quarto posto, con 535.000 euro, per l’horror fantascientifico La città verrà distrutta all’alba.
L’uomo nell’ombra scende in quinta posizione, raccogliendo altri 417.000 euro, per un totale di 2,8 milioni. Segue Basilicata coast to coast, che sfiora i 2 milioni totali con altri 375.000 euro. Settimo posto per Green Zone, arrivato a quota 2,4 milioni con i 278.000 euro incassati.
Dragon Trainer scende all’ottava posizione: con altri 217.000 euro, la pellicola di animazione in 3D giunge al totale di 5,5 milioni. Precipita al nono posto From Paris with Love, che alla sua seconda settimana raccoglie altri 212.000 euro (totale: 802.000 euro). Chiude la top10 Il cacciatore di ex, arrivato a 1,5 milioni con i 200.000 incassati in questo weekend.
Nel complesso, l’ultimo weekend ha registrato un ulteriore calo d’incassi, conseguenza fisiologica di questo periodo di transizione; dal prossimo weekend inizierà la nuova stagione cinematografica, quindi si attendono ottimi risultati da parte di Iron Man 2.