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Rupert Grint nel trailer vietato di Moonwalkers

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Rupert Grint nel trailer vietato di Moonwalkers

Ecco il red band trailer del Moonwalkers, l’action comedy che vede protagonista Rupert Grint al fianco di Ron Perlman. Diretto da Antoine Bardou-Jacquet, il film non ha ancora una distribuzione italiana.

Alchemy ha acquisito tutti i diritti, per il Nord America, di Moonwalkers, il film action-comedy diretto da Antoine Bardou-Jacquet, con Ron Perlman, Rupert Grint e Robert Sheehan. L’annuncio è stato dato oggi dal CEO di Alchemy, Bill Lee.

”Moonwalkers è selvaggiamente fantasioso, un film unico nel suo genere”, ha detto Lee. “Antoine Bardou-Jacquet ha realizzato qualcosa di veramente originale che non vediamo l’ora di portare ad un pubblico ampio”.

“Sono così contento di poter lavorare con una casa di distribuzione appassionata del nostro film come lo siamo noi“, ha detto il produttore Georges Bermann. “Siamo davvero eccitati di lavorare con Alchemy nelle prossime fasi per portare Moonwalkers al pubblico.”

E il co-produttore, Grégoire Melin, aggiunge: “Sono molto felice che Moonwalkers sarà uno dei primi film ad uscire attraverso la nuova impresa di Bill. Siamo incredibilmente orgogliosi di aver fatto un film così originale grazie a uno dei più grandi talenti futuri della Francia”.

La trama: E se la missione Apollo 11 in realtà non fosse mai avvenuta? E se, in realtà, Stanley Kubrick avesse segretamente girato le famose immagini dell’allunaggio in uno studio, lavorando per l’amministrazione degli Stati Uniti? Questa è la premessa di una teoria di un complotto totalmente plausibile che ci porta a Londra nei vivaci anni ’60, dove un agente testardo della CIA (Ron Perlman) non troverà mai Kubrick, ma invece è costretto a collaborare con uno schifoso manager (Rupert Grint) di una squallida rock band, per sviluppare la più grande truffa di tutti i tempi.

Moonwalkers è stato scritto da Dean Craig, prodotto da Georges Bermann di Partizan Films, insieme a Serge de Poucques, Peter de Maegd, Tom Hameeuw e Grégoire Melin.

Rupert Grint nel trailer di Snatch, serie sul film di Guy Ritchie

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Ecco il trailer della nuova serie tv inglese basata sul piccolo cult di genere The Snatch, di Guy Ritchie, che vede protagonista Rupert Grint, il Ron Weasley divenuto famoso con la Saga di Harry Potter.

Rupert Grint nel trailer di Snatch

Nella serie, Grint interpreta Charlie Cavendish, ed è affiancato da Dougray Scott come Vic Hill, un uomo che entra e esce dalla prigione, Luke Pasqualino come Albert Hill, Lucien Laviscount come Billy Ayres, Phoebe Dynevor come Lotti Mott, Juliet Aubrey nei panni di Lily Hill, e Ed Westwick che compare come guest nei panni del proprietario di un niight club, Sonny Castillo.

La serie debutterà su Crackle il prossimo 16 marzo.

The Snatch è un film di Guy Ritchie del 2000 che vede protagonisti Benicio Del Toro, Dennis Farina, Brad Pitt, Jason Statham e Stephen Graham.

Rupert Grint: 10 curiosità sull’interprete di Ron nella saga di Harry Potter

Fonte: Indiewire

 

Rupert Grint nel primo poster di Enemy of Man

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Ci chiedevamo tutti che fine avesse fatto Rupert Grint, il “roscio di Harry Potter” per intenderci. L’attore, che rispetto ai suoi colleghi Emma Watson e Daniel Radcliffe, è rimasto un po’ indietro dopo la fine della saga magica durata dieci anni, sta ora mettendosi a lavoro, e dopo Mojo, film che lo vede trai protagonisti, l’attore lavorerà in Enemy of Man, rivisitazione cinematografica del Macbeth di William Shakespeare.

Nel film Grint reciterà accanto a Sean Bean nelle vesti di Macbeth, oltre a Dave Legeno (Fenrir Greyback in Harry Potter), Charles Dance (Game of Thrones), Jason Flemyng (X-Men: First Class), James D’Arcy (Cloud Atlas), Neil Maskell (Kill List) e Joe Gilgun (This is England). Rupert Grint interpreterà invece Rosse, barone e messaggero del re.

A seguire il primo poster e la trama del film:

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Enemy of Man porterà la visione che Shakespeare aveva del 17esimo secolo al pubblico del 21esimo. Dialoghi più frizzanti, azione più concitata. Una storia senza tempo di guerra, regicidio, tradimento e vendetta attraverso lande gelide e tenebrose, castelli in rovina e villaggi messi a ferro e fuoco.

Fonte: Portus

Rupert Grint canta la colonna sonora di Postman Pat

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Rupert Grint canta la colonna sonora di Postman Pat

Rupert Grint, meglio conosciuto come Ron Weasley della saga di Harry Potter, ha in serbo nuovi progetti cinematografici.

Tra questi, ce n’è uno che lo vede non solo doppiatore di Josh, rivale di Pat, nel film d’animazione Postman Pat ma anche  cantante della colonna sonora.

Di seguito, possiamo ascoltare la canzone del film e più in basso, Grint  che racconta alla BBC la sua “esperienza canterina”.

Che sia l’inizio di una nuova carriera nel mondo della musica?

Chi lo sa, ma intanto ascoltiamo come se la cava…

Fonte: Entertainment Weekly

Rupert Goold, regista di Judy: “Renée è stata autentica” #RomaFF14

Come si può raccontare una leggenda ai mortali? Semplicemente prendendo quell’icona e “abbassandola” al livello umano. È quello che ha tentato di fare Rupert Goold in Judy, il suo nuovo film presentato alla Festa del Cinema di Roma 2019 e che vede protagonista una straordinaria Renée Zellweger.

Conosciuta da tutti come la ragazzina de Il Mago di Oz, la dolce Dorothy, dal Kansas, Judy Garland è in realtà, soprattutto per gli americani, una vera e propria stella, un’icona incredibile che ha avuto una vita complicata, traumatizzata dal lavoro continuo in tenera età, e funestata da una serie di vicende personali che ne hanno minato la sicurezza, fisica, mentale e anche economica.

Renée Zellweger ha restituito lo spirito di Judy

A portare l’enorme perso di questo personaggio è la Zellweger, che si dimostra perfettamente all’altezza di portare il mito di nuovo in mezzo a noi e sullo schermo. “Ho chiesto a Renée Zellweger di non essere Judy Garland, ma di essere Renèe che faceva Judy Garland, una differenza sottile ma molto importante per me – ha spiegato il regista in conferenza stampa – So che non poteva essere perfetta come Judy, ma autentica. Non avrebbe mai avuto la sua voce, certo, ma poteva replicarne lo spirito, ed è quanto ha fatto”.

La scelta di Renée è stata quasi naturale, dal momento che il ruolo richiedeva un’attrice che potesse dare diverse sfumature drammatiche al personaggio, ma che fosse anche in grado di cantare e di essere comica: “Renée era la persona giusta. Lei si è presa 6 anni di pausa dal cinema, perché sentiva troppo il peso di Hollywood, ha fatto tutto un suo percorso sulla fama e questo, di lei, mi ha conquistato”.

Sugli inizi di Judy Garland da star bambina, Rupert Goold ha raccontato: “Judy e Shirley Temple sono state le prime bambine ad avere fama, con tutte le conseguenze che per entrambe ci sono state. Oggi invece c’è un sistema che protegge molto di più i bambini che si proiettano nel mondo del cinema e dell’intrattenimento. Lei è stata la bambina di tutti, ma non ha avuto un’infanzia per sé“.

rupert goold judy

Rupert Friend al posto di Paul Walker in Agent 47

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Rupert Friend al posto di Paul Walker in Agent 47

Sarà l’attore della serie tv Homeland, Rupert Friend, a sostituire il compianto Paul Walker nel prossimo Agent 47 della Fox International. A dirigere il film ci sarà invece Aleksander Bach su una sceneggiatura di Skip Woods e Michael Finch.

Non si conoscono i dettagli del film e della trama, ma sappiamo che sarà un sequel di Hitman – l’Assassino del 2007, con Timothy Olyphant e Olga Kurylenko, a sua volta basato sul video game omonimo della Square Enix.

Chuck Gordon, Alex Young e Adrian Askarieh produrranno con la 20th Century Fox distributing. Daniel Alter sarà produttore esecutivo.

Hitman – l’Assassino ha come protagonista un agente-assassino geneticamente modificato che ha per nome un numero, 47. Quest’ultimo, sempre ligio nel portare a termine il proprio compito, risveglierà la propria coscienza grazie all’incontro con una prostituta russa. Pur rivelando poco di se stesso e trattenendo al massimo le proprie emozioni, l’agente 47 riesce a trasmettere fascino, carisma e un profondo senso enigmatico.

Fonte: Variety

Rupert Everett regista per Oscar Wilde!

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Rupert Everett interpreterà Oscar Wilde in un biopic da lui scritto, diretto e interpretato, The Happy Prince

Rupert Evans: 10 cose che non sai sull’attore

Rupert Evans: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre grazie al cinema, per poi emigrare verso la televisione, l’attore Rupert Evans è oggi uno dei volti noti di alcune celebri serie, apprezzate a livello internazionale. Negli ultimi anni Evans ha infatti guadagnato particolare popolarità, maturando interpretazione dopo interpreazione per affermare il proprio status all’interno dell’industria.

Ecco 10 cose che non sai di Rubert Evans.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Ruper Evans Instagram

Rupert Evans: i suoi film e le serie TV

10. Ha esordito al cinema con un noto film. Il primo ruolo per il grande schermo ricoperto dall’attore è stato quello dell’agente John Myers nel film Hellboy (2004), di Guillermo Del Toro. Successivamente compie sporadiche apparizioni con film come Agora (2009), con Rachel Weisz, Incident (2011), l’horror The Boy (2016), e American Pastoral (2016), di Ewan McGregor.

9. È noto per i ruoli televisivi. La popolarità dell’attore in televisione inizia a consolidarsi grazie alla serie Mondo senza fine (2012). Ottiene poi un ruolo di rilievo in Fleming – Essere James Bond (2014), con Dominic Cooper. In seguito, recita nelle serie Rogue (2014), L’uomo nell’alto castello (2015-2018), con Rufus Sewell, e Streghe (2018-in corso), con Melonie Diaz e Madeleine Mantock.

Rupert Evans è su Instagram e Twitter

8. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 74,2 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere immagini personali scattate durante momenti di svago. Non mancano però anche post promozionali dei suoi progetti da interprete, promossi attraverso trailer, interviste o foto di backstage.

7. È attivo anche su Twitter. Evans possiede un account anche sul social Twitter, dove attualmente vanta un totale di oltre 15 mila follower. Qui l’attore, oltre a condividere novità relative ai suoi progetti cinematografici e televisivi, è solito svelare curiosità o rendere note sue riflessioni su vicende di attualità.

Rupert Evans: chi è sua moglie

6. È estremamente riservato. L’attore è noto per non essere solito condividere dettagli sulla sua vita personale. Negli anni, infatti, ha mantenuto un basso profilo, tenendosi alla larga dall’invasività dei media. Per tale motivo, nulla si sa della sua vita sentimentale, e non è certo se sia single o abbia una compagna.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Rupert Evans Streghe

Rupert Evans in L’uomo nell’alto castello

5. Ha avuto un ruolo ricorrente. L’attore ha guadagnato grande popolarità recitando nel ruolo di Frank Frink in L’uomo nell’alto castello. Presente dalla prima alla terza stagione, questi è il fidanzato della protagonista e lavora in una fabbrica di armi. All’interno della serie, composta di 40 episodi, Evans ha recitato in ben 26 di questi.

Rupert Evans in Streghe

4. Ha diretto un episodio. Dopo essere diventato un membro fisso del cast di Streghe, nel ruolo di Harry Greenwood, l’attore è passato dietro la macchina da presa per dirigere l’episodio Don’t Look Back in Anger, diciottesimo della seconda stagione. Per Evans si è trattato del debutto in qualità di regista, occasione che si è per lui rivelata entusiasmante, e che l’ha costretto a guardare la serie anche da nuove prospettive.

3. Ha un ruolo chiave nella serie. In Streghe, l’attore ricopre uno dei personaggi principali. È infatti Harry Greenwood, angelo custode che protegge e guida le streghe protagoniste. È lui a riunire le tre giovani ragazze e comunicare loro quanto le aspetta. Il personaggio ricorre dunque in qualità di mentore.

2. Non conosceva il personaggio. L’attuale serie Streghe è in realtà il reboot di un classico della televisione. Anche in quel caso vi era la figura dell’angelo custode Harry. Intervistato a riguardo, Evans ha tuttavia dichiarato di non aver mai visto quella versione del personaggio, e di aver pertanto potuto lavorare sulla sua in totale libertà, privo di condizionamenti.

Rupert Evans: età e altezza

1. Rupert Evans è nato a Staffordshire, Inghilterra, il 9 marzo 1976. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Running with the Devil – La legge del cartello: trama e cast del film

Negli ultimi anni l’attore Nicolas Cage ha partecipato ad alcuni film che gli hanno permesso di guadagnare nuova popolarità dopo un periodo ricco di opere poco riuscite. Titoli come USS Indianapolis, 211 – Rapina in corso e 2030 – Fuga per il futuro hanno infatti rappresentato il fondo della carriera del premio Oscar. Oltre a questi, un altro film molto poco apprezzato ma imperdibile per i fan di questo tipo a cui l’attore ha partecipato è Running with the Devil – La legge del cartello, scritto e diretto nel 2019 da Jason Cabell, qui al suo primo film come regista unico del progetto (nel 2016 aveva infatti co-diretto Smoke Filled Lungs).

Si tratta dunque di un film ambientato nel contesto del narcotraffico, nel quale si muovono personalità complesse che sfuggono alle definizioni di bene e male. Tra corruzione e illeciti, il confine tra questi due poli viene spesso e volentieri oltrepassato più volte nel corso del film, portando lo spettatore a doversi dunque confrontare con una realtà sfuggente e difficile da comprendere. Di certo, il film offre però un preciso svolgimento di tutti i personaggi coinvolti, offrendo inoltre numerosi colpi di scena ed elementi che non mancheranno di entusiasmare i fan di questo genere. 

Running with the Devil – La legge del cartello è dunque un titolo da non perdere, specialmente se si è affascinati da questi racconti ambientati in vere e proprie terre di nessuno, dove si decidono le sorti di intere comunità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Running with the Devil – La legge del cartello

Il film è ambientato tra la Colombia e il confine tra Messico e Stati Uniti, sulla rotta di uno dei principali traffici di cocaina a livello mondiale. In questo contesto, Il Capo, boss di un potente cartello della droga, viene a sapere del sabotaggio delle sue spedizioni verso gli Stati Uniti e manda ad indagare due dei suoi uomini più fidati, Il Cuoco e L’Uomo. I due partono così per un viaggio a ritroso, seguendo la catena di approvvigionamento della droga per identificare la fonte del problema. Lungo la strada, però, si devono confrontare con la dura realtà di quel mondo, segnato dal tradimento, dall’avidità e da pericoli estremi.

Nello stesso tempo, due agenti della DEA, l’agenzia federale americana anti-droga, guidata dall’Agente Responsabile, sta conducendo un’operazione per smantellare il cartello della droga, mettendosi pertanto in rotta di collisione con i due malviventi. Uno scontro tra le due parti sarà presto inevitabile. Mentre dunque la rete si stringe intorno ai vari attori coinvolti nel traffico di droga, si dipana una storia di sopravvivenza, dove tutti cercano di proteggere i propri interessi. In un mondo in cui i confini tra il bene e il male sono spesso confusi, si scatena quindi una corsa contro il tempo, in cui tutti cercano di salvare il possibile prima dell’inevitabile resa dei conti. 

Running with the Devil - La legge del cartello Nicolas Cage

Il cast di Running with the Devil – La legge del cartello

Nel film, nessun personaggio ci viene presentato con il suo vero nome, bensì con dei soprannomi che in un certo senso ne descrivono le qualità o l’attività svolta. Protagonista di Running with the Devil – La legge del cartello è dunque il già citato Nicolas Cage, nei panni di Il Cuoco, mentre Laurence Fishburne ricopre il ruolo di L’Uomo. I due sono qui tornati a condividere lo schermo a quasi 40 anni da Rusty il selvaggio (1983) e Cotton Club (1984), entrambi diretti dallo zio di Cage, Francis Ford Coppola. L’attrice Leslie Bibb – recentemente vista anche in La babysitter – Killer Queen –, invece, interpreta l’Agente Responsabile. 

Completano poi il cast gli attori Barry Pepper nei panni di Il Capo e Adam Goldberg in quelli di Lo Spione. Entrambi sono divenuti noto dopo aver recitato in Salvate il soldato Ryan. In Running with the Devil vi sono poi Clifton Collins Jr. (Westworld) nel ruolo di Il Contadino, Cole Hauser (Will Hunting – Genio ribelle) in quello di Il Boia e Peter Facinelli (Carlisle Cullen nella saga di Twilight) nel ruolo di Numero Uno. Infine, Natalia Reyes è La Donna e Marie Wagenman ricopre il ruolo di La Bambina.

Il trailer di Running with the Devil – La legge del cartello e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Running with the Devil – La legge del cartello grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 1 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

 

Running Point, spiegazione del finale della prima stagione: cosa succederà alla squadra di basket di Kate Hudson?

Running Point di Netflix è finalmente arrivato, ed ecco cosa succede alla fine della prima stagione di Running Point e come influirà su una potenziale seconda stagione di Running Point. La nuova serie comica sul basket con Kate Hudson ha visto tutti e 10 i suoi episodi pubblicati su Netflix, e l’accoglienza mista di Running Point su Rotten Tomatoes non ha ostacolato la sua popolarità. Running Point parte da una premessa unica e la sviluppa in direzioni diverse, con i vari membri della famiglia Gordon che vedono le loro storie individuali scontrarsi nel finale della prima stagione di Running Point.

Running Point racconta la storia di Isla Gordon, interpretata da Kate Hudson, figlia dell’ex presidente dei Los Angeles Waves, Jack Gordon. Dopo che suo fratello Cam Gordon viene coinvolto in uno scandalo, viene mandato in una struttura di riabilitazione e nomina Isla nuova presidente dei Waves. Isla deve superare il sessismo dell’industria del basket mentre guida la squadra di basket in difficoltà verso il successo, insieme ai suoi due fratelli e al resto del cast di Running Point. Running Point è stato paragonato alla serie Apple Ted Lasso, anche se il finale dello show dimostra quanto le due serie siano diverse.

Cosa succede nel finale di Running Point

Dopo aver superato ogni tipo di prova nel corso di Running Point, Isla Gordon, interpretata da Kate Hudson, porta finalmente i Waves al successo, qualificandosi per la settima partita dei playoff. Con grande sorpresa di molti, però, i Waves perdono, ponendo fine alla loro stagione prima del previsto. Questo porta tutti i membri della famiglia Gordon allo sconforto, specialmente Isla, che sta ancora soffrendo per l’abbandono del fidanzato un mese prima. Nello stadio vuoto dopo la partita, Isla ha una conversazione con l’allenatore delle Waves Jay Brown, e i due finiscono per baciarsi.

Qualche tempo dopo, Isla torna nel suo ufficio nella sede delle Waves e trova una sorpresa: Cam Gordon. Cam era stato ricoverato in una struttura di riabilitazione nell’episodio 1 di Running Point, ma a quanto pare era riuscito a scappare durante gli eventi dell’episodio 10. Cam sembra aver ripreso il suo vecchio lavoro, forse in risposta alla tragica perdita dei Waves. Nel frattempo, Travis rimane nella sua nuova struttura di riabilitazione, Jackie viene accettata nella famiglia Gordon, Sandy e il suo ex fidanzato tornano insieme e i Waves iniziano a prepararsi per la prossima stagione.

Qual è il piano di Cam Gordon per i Waves?

È di nuovo il presidente?

Running Point stagione 1 termina con un enorme colpo di scena, con la rivelazione di Cam Gordon che arriva immediatamente prima dei titoli di coda. Sebbene non sia esplicitamente spiegato, Cam seduto sulla sedia di Isla implica che è tornato a lavorare per i Waves, riprendendo il suo vecchio lavoro. Questo è sorprendente, dato che era stato lui a nominare Isla alla sua assenza. Nessuno dei Gordon si aspettava che Cam uscisse così rapidamente dalla clinica di riabilitazione e, mentre Sandy e Ness inizialmente hanno cercato di estromettere Isla dal ruolo, nessuno sembra essere contento del ritorno di Cam.

Cam potrebbe riprendere il controllo dei Waves dopo la loro sconfitta, rispondendo ad alcuni dei fallimenti dell’amministrazione di Isla. Sebbene abbia avuto una stagione più positiva rispetto agli anni precedenti, il sessismo unito alla dura sconfitta potrebbero aver spinto Cam a tornare. Potrebbe anche essere che Cam avesse sempre pianificato di tornare, indipendentemente dal successo o meno di Isla. Le polemiche che circondano Cam e i fallimenti della sua precedente presidenza avranno senza dubbio un impatto importante sulla squadra, creando una dinamica interessante per la seconda stagione di Running Point.

Isla e Lev torneranno insieme (o lei finirà con il coach Brown)?

Nell’episodio 9 di Running Point, Lev lascia Isla, rompendo il loro fidanzamento a causa del suo impegno nel lavoro. All’inizio dell’episodio 10 di Running Point, si scopre che è passato un mese da quando Lev se n’è andato, senza alcun segno del suo ritorno. Questo rimane vero fino alla fine del finale, quando Isla prende la sorprendente decisione di baciare il coach Brown dopo la straziante sconfitta nella settima partita. Questo potrebbe dare vita a un interessante triangolo amoroso nella seconda stagione di Running Point, con Isla divisa tra il suo ex fidanzato e il suo nuovo amore.

Isla capisce che ricorderà sempre le sconfitte più delle vittorie

Prima di baciare il coach Brown, Isla ha una breve conversazione con lui, durante la quale discutono della sconfitta straziante. Isla spiega che, nonostante i successi della stagione, si sente un fallimento. Brown le spiega allora che, nel basket come nella vita, si ricordano sempre più le sconfitte che le vittorie. Questo aiuta Isla a capire perché si sente così, e lei comprende immediatamente questo punto di vista.

Questo è uno dei temi principali di Running Point, che coinvolge quasi tutti i personaggi. Sandy, Ness e Isla affrontano tutti questa situazione nelle loro relazioni con i rispettivi partner, mentre Travis la affronta con la sua dipendenza dalla droga e Dyson con le sue prestazioni nel basket. I personaggi di Running Point si tormentano costantemente invece di riconoscere i propri successi, e questo è qualcosa su cui tutti i membri del cast dovranno lavorare in futuro.

Il vero significato del finale di Running Point

Sebbene Running Point abbia molti temi, uno dei principali ha a che fare con la leadership di Isla nei Waves. Anche se riesce a emulare suo padre, Jack Gordon, si rende presto conto che non è la strada giusta. Isla deve invece mettere in campo il suo metodo di leadership unico. Mentre i giocatori di basket dicono che prima si sentivano come cavalli da tiro, Isla si prende cura di loro e li tratta come persone, mettendo il loro benessere al di sopra delle prestazioni della squadra. Anche se questo approccio rende la vita di Isla più difficile in alcuni momenti, Running Point sostiene che sia il modo migliore di esercitare la leadership.

Come il finale di Running Point prepara la seconda stagione

Ci sono molte trame irrisolte alla fine della prima stagione di Running Point, molte delle quali potrebbero essere continuate in una seconda stagione. La trama principale che verrà continuata ha a che fare con la leadership di Cam nei Waves, con Isla che senza dubbio entrerà in conflitto con lui per la sua posizione dopo il cliffhanger della prima stagione. Nel frattempo, anche la potenziale relazione di Isla con il coach Brown potrebbe svilupparsi dopo il loro incontro romantico nel finale. Potrebbe anche essere approfondito il periodo di Travis Buggs in riabilitazione, dato che la sua storia è una delle più irrisolte di Running Point.

Running Point – stagione 1, la spiegazione del finale

Running Point – stagione 1, la spiegazione del finale

Running Point di Netflix è finalmente arrivato, ed ecco cosa succede alla fine della prima stagione di Running Point e come influirà su una potenziale seconda stagione di Running Point. La nuova serie comica sul basket con Kate Hudson ha visto tutti e 10 i suoi episodi pubblicati su Netflix, e l’accoglienza mista di Running Point su Rotten Tomatoes non ha ostacolato la sua popolarità. Running Point parte da una premessa unica e la sviluppa in direzioni diverse, con i vari membri della famiglia Gordon che vedono le loro storie individuali scontrarsi nel finale della prima stagione di Running Point.

Running Point racconta la storia di Isla Gordon, interpretata da Kate Hudson, figlia dell’ex presidente dei Los Angeles Waves, Jack Gordon. Dopo che suo fratello Cam Gordon viene coinvolto in uno scandalo, viene mandato in una struttura di riabilitazione e nomina Isla nuova presidente dei Waves. Isla deve superare il sessismo dell’industria del basket mentre guida la squadra di basket in difficoltà verso il successo, insieme ai suoi due fratelli e al resto del cast di Running Point. Running Point è stato paragonato alla serie Apple Ted Lasso, anche se il finale dello show dimostra quanto le due serie siano diverse.

Cosa succede nel finale di Running Point

Dopo aver superato ogni tipo di prova nel corso di Running Point, Isla Gordon, interpretata da Kate Hudson, porta finalmente i Waves al successo, qualificandosi per la settima partita dei playoff. Con grande sorpresa di molti, però, i Waves perdono, ponendo fine alla loro stagione prima del previsto. Questo porta tutti i membri della famiglia Gordon allo sconforto, specialmente Isla, che sta ancora soffrendo per l’abbandono del fidanzato un mese prima. Nello stadio vuoto dopo la partita, Isla ha una conversazione con l’allenatore delle Waves, Jay Brown, e i due finiscono per baciarsi.

Qualche tempo dopo, Isla torna nel suo ufficio presso la sede dei Waves e trova una sorpresa: Cam Gordon. Cam era stato ricoverato in una clinica di riabilitazione nell’episodio 1 di Running Point, ma a quanto pare è uscito durante gli eventi dell’episodio 10. Cam sembra aver ripreso il suo vecchio lavoro, forse in risposta alla tragica sconfitta dei Waves. Nel frattempo, Travis rimane nella sua nuova struttura di riabilitazione, Jackie viene accettata nella famiglia Gordon, Sandy e il suo ex fidanzato tornano insieme e i Waves iniziano a prepararsi per la prossima stagione.

Qual è il piano di Cam Gordon per i Waves?

Running Point – stagione 1 termina con un enorme colpo di scena, con la rivelazione di Cam Gordon che arriva immediatamente prima dei titoli di coda. Sebbene non sia esplicitamente spiegato, Cam seduto sulla sedia di Isla implica che è tornato a lavorare per i Waves, riprendendo il suo vecchio lavoro. Questo è sorprendente, dato che era stato lui a nominare Isla alla sua assenza. Nessuno dei Gordon si aspettava che Cam uscisse così rapidamente dalla clinica di riabilitazione e, mentre Sandy e Ness avevano inizialmente cercato di estromettere Isla dal ruolo, nessuno sembra essere contento del ritorno di Cam.

Cam potrebbe riprendere il controllo dei Waves dopo la loro sconfitta, rispondendo ad alcuni dei fallimenti dell’amministrazione di Isla. Sebbene abbia avuto una stagione più positiva rispetto agli anni precedenti, il sessismo unito alla dura sconfitta potrebbero aver spinto Cam a tornare. Potrebbe anche essere che Cam avesse sempre pianificato di tornare, indipendentemente dal successo o meno di Isla. Le polemiche che circondano Cam e i fallimenti della sua precedente presidenza avranno senza dubbio un impatto importante sulla squadra, creando una dinamica interessante per la seconda stagione di Running Point.

Isla e Lev torneranno insieme (o lei finirà con il coach Brown)?

Nell’episodio 9 di Running Point, Lev lascia Isla, rompendo il loro fidanzamento a causa del suo impegno nel lavoro. All’inizio dell’episodio 10 di Running Point, si scopre che è passato un mese da quando Lev se n’è andato, senza alcun segno di ritorno. Questo rimane vero fino alla fine del finale, quando Isla prende la sorprendente decisione di baciare il coach Brown dopo la straziante sconfitta nella settima partita. Questo potrebbe dare vita a un interessante triangolo amoroso nella seconda stagione di Running Point, con Isla divisa tra il suo ex fidanzato e il suo nuovo amore.

Isla capisce che ricorderà sempre le sconfitte più delle vittorie

Prima di baciare il coach Brown, Isla ha una breve conversazione con lui, durante la quale discutono della sconfitta straziante. Isla spiega che, nonostante i successi della stagione, si sente un fallimento. Brown le spiega allora che, nel basket come nella vita, si ricordano sempre più le sconfitte che le vittorie. Questo aiuta Isla a capire perché si sente così, e lei comprende immediatamente questo punto di vista.

Questo è uno dei temi principali di Running Point, che coinvolge quasi tutti i personaggi. Sandy, Ness e Isla affrontano tutti questo problema nelle loro relazioni con i rispettivi partner, mentre Travis lo affronta con la sua dipendenza dalla droga e Dyson con le sue prestazioni nel basket. I personaggi di Running Point si tormentano costantemente invece di riconoscere i propri successi, e questo è qualcosa su cui tutti i membri del cast dovranno lavorare in futuro.

Il vero significato del finale di Running Point

Ha a che fare con la leadership di Isla

Sebbene Running Point abbia molti temi, uno dei principali ha a che fare con la leadership di Isla nei Waves. Anche se riesce a emulare suo padre, Jack Gordon, si rende presto conto che non è la strada giusta. Isla deve invece mettere in campo il suo metodo di leadership unico. Mentre i giocatori di basket dicono che prima si sentivano come cavalli da tiro, Isla si prende cura di loro e li tratta come persone, mettendo il loro benessere al di sopra delle prestazioni della squadra. Anche se questo approccio rende la vita di Isla più difficile in alcuni momenti, Running Point sostiene che sia il modo migliore di esercitare la leadership.

Come il finale di Running Point prepara la seconda stagione

Ci sono molte trame irrisolte alla fine della prima stagione di Running Point, molte delle quali potrebbero essere continuate in una seconda stagione. La trama principale che verrà continuata ha a che fare con la leadership di Cam nei Waves, con Isla che senza dubbio entrerà in conflitto con lui per la sua posizione dopo il cliffhanger della prima stagione. Nel frattempo, anche la potenziale relazione di Isla con il coach Brown potrebbe svilupparsi dopo il loro incontro romantico nel finale. Potrebbe anche essere approfondito il periodo di Travis Buggs in riabilitazione, dato che la sua storia è una delle più irrisolte di Running Point.

Runner: intervista all’attore Francesco Montanari

Runner: intervista all’attore Francesco Montanari

Dopo essere stato presentato in anteprima alla 33esima edizione del Noir In Festival, l’action thriller Runner, diretto da Nicola Barnaba (qui la nostra intervista al regista) e con protagonisti Matilde Gioli e Francesco Montanari, arriva dall’8 febbraio nei cinema italiani, distribuito da Plaion Pictures. Nel cast accanto ai due protagonisti, anche Federico Tocci, Ilenia Calabrese, Saverio Malara, Vincenzo Scuruchi, Flora Contrafatto e Hana Vagnerova. Prodotto da Camaleo e realizzato con il contributo del Ministero della Cultura e con il sostegno di Fondazione Calabria Film Commission, Runner è un action thriller che si ispira alla migliore tradizione dei film d’azione degli anni Ottanta – come Arma Letale e Die Hard – facendo della sua protagonista assoluta Lisa, un’eroina inarrestabile.

Con il sogno del cinema da quando era bambina, Lisa si ritrova infatti ad otterene il ruolo di runner su un importante set. Punto di partenza per quella che sperà sarà una fortunata carriera, nel corso di quest’esperienza si trova anche ad intrecciare una relazione con Sonja, nota star e protagonista del film in lavorazione. Ma l’attrice ha un passato oscuro che torna a bussare violentemente alla sua porta proprio quando Lisa è in camera con lei. Incastrata e accusata dell’omicidio di Sonja, la giovane runner si vede allora costretta a scappare all’interno dell’albergo dove si svolgono le riprese per salvarsi la vita e per trovare le prove che la scagionino, incriminando così il vero assassino che la vuole morta a tutti i costi.

Runner e l’importanza dei film di genere

Ad interpretare l’antagonista, Bosco, vi è l’attore Francesco Montanari, divenuto celebre per il ruolo del Libanese in Romanzo criminale – La serie e più recentemente visto in Appunti di un venditore di donne e Ero in guerra ma non lo sapevo. Incontrato sul set del film, l’attore racconta l’esperienza di Runner, partendo con una riflessione sull’importanza dei film di genere nella produzione nazionale e sui rischi che essi comportano. “Che vuol dire veramente rischiare? Trovo che sia una parola molto abusata. Oggi si tende ad essere piuttosto omologati, per cui se la commedia va bene si pensa di dover fare solo quella. Penso ci si dovrebbe invece chiedere cosa ci ha spinto a fare questo mestiere, quali interessi, quali ossessioni”.

“Ecco, se rischiare vuol dire percorrere territori poco o per nulla battuti, ma che ci fanno essere coerenti con ciò che ci interessa, allora sì, bisogna rischiare. – continua Montanari – Quindi bisognerebbe smetterla di pensare che certi generi cinematografici non fanno per noi, perché è la storia stessa del nostro cinema che ci dimostra il contrario. E sono convinto che se si sia disposti a rischiare con sincerità, portando quindi fino in fondo le proprie convinzioni e le proprie intenzioni, allora si potrà essere ripagati di quel rischio. Dietro il genere, però, c’è sempre una storia di relazioni umane. Poi è come la inquadri o come la scrivi che denota un genere rispetto ad un altro”, spiega l’attore.

Francesco Montanari Matilde Gioli Runner

Francesco Montanari, antagonista tra bene e male

Per quanto riguarda Runner, quando mi venne proposto dal produttore Roberto Cipullo, inizialmente ero scettico. – racconta Montanari – Avevo davvero voglia di cimentarmi con un film particolare e complesso come questo? Ma alla fine mi sono detto “ma perché no? Mi divertirò nel farlo!”. Non capita tutti i giorni di poter prendere parte ad un film di genere che permetta di spingersi fuori dalla propria comfort zone, quindi ho colto l’occasione. E poi sono rimasto affascinato da questo mio personaggio che rompe un po’ lo schema della netta distinzione tra buono e cattivo. È una cosa che ricerco sempre nei miei ruoli, che siano tridimensionali e di conseguenza possano risultare empatici. A me interessa questo di un personaggio, trovare la sua verità”.

Con Bosco parliamo di una persona molto borderline. spiega l’attore – È un agente corrotto che ha svolto un lavoro illecito che è stato la sua rovina. Solo che risolvere questo problema ne genererà un altro e da qui inizia il film. Nel costruire questo personaggio ho quindi cercato di ragionare non della serie “ora vado lì e la risolvo così, non ci sono alternative”, bensì “farò di tutto per non doverla risolvere così”. Poi ovviamente subentrano imprevisti per cui alla fine vale il mors tua vita mea. Ecco diciamo che ho cercato di mantenere Bosco sempre su questo equilibrio, in modo che non risulti mai cattivo senza sé e senza ma, presentando invece alcune sfumature di umanità che sono poi quelle che lo rendono interessante e vero”.

Come riportato, Runner è al cinema dall’8 febbraio, distribuito da Plaion Pictures.

Runner: intervista al regista Nicola Barnaba

Runner: intervista al regista Nicola Barnaba

Il nuovo lungometraggio diretto da Nicola BarnabaRunner, con gli attori Matilde Gioli e Francesco Montanari è l’unico film italiano in concorso alla 33esima edizione del prestigioso Noir In Festival, un festival unico nel suo genere per quanto riguarda il mondo del cinema e della letteratura del giallo e del mistero. Girato a Gasperina (CZ), in Calabria, il film è prodotto da Camaleo con il sostegno della Calabria Film Commission e sarà distribuito al cinema da Plaion Pictures. Si tratta di un action thriller con protagonista Lisa una giovane di  25 anni con il sogno del cinema da quando era bambina. Per lei il ruolo del runner è un traguardo importante: è il suo arrivo nel mondo del cinema, ma anche il punto di partenza per una fulgida carriera.

È finalmente su un set, intreccia una relazione con Sonja, protagonista e star del cinema. Cosa potrebbe volere di più dalla vita? Cosa potrebbe andare storto? Ma l’attrice ha un passato oscuro che torna a cercarla nel momento più impensato. Quando poi Lisa si trova ad essere accusata dell’omicidio di Sonja, la ragazza è costretta a scappare. Per salvarsi la vita, dovrà trovare le prove che la scagionino e permettano di condannare il vero assassino. Il film si preannuncia dunque particolarmente adrenalinico e claustrofobico, interamente ambientato in un albergo isolato dal mondo e con fonti d’ispirazione film come “Die Hard” e “Trappola in alto mare“.

Runner, dalle origini alle sfide in fase di realizzazione

A parlarci meglio del film è però proprio lo stesso Nicola Barnaba, a partire dalle motivazioni che lo hanno spinto a realizzare questo lungometraggio. “Io sono cresciuto in provincia e il cinema era l’unica evasione possibile dalla vita di tutti i giorni. – racconta il regista – Mi riferisco principalmente ad un cinema d’intrattenimento che va dai mostri degli anni Cinquanta fino ai grandi blockbuster d’azione degli anni Ottanta, dai vari Arma Letale a Die Hard. Un po’ dalla voglia di fare cinema, un po’ dalla voglia di ricostruire questo tipo di avventure e sensazioni, ho iniziato ad ideare Runner.”
“L’idea però è rimasta per un po’ nel cassetto, fino a quando non ho trovato in Roberto Cipullo, creative producer di Camaleo, un complice che ha deciso che questa idea matta era il caso di provare a realizzarla, – ha continuato poi Barnaba – dando così vita ad un omaggio a quei film che sono ormai delle pietre miliari del cinema d’azione. Sono poi stato fortunato a trovare altri due complici, Matilde Gioli e Francesco Montanari, che si sono prestati con ironia e simpatia nel cercare di dar vita a questo progetto. Matilde, nel ruolo di Lisa, è poi stata straordinaria nel mettersi in gioco, nell’eseguire personalmente tutte le scene più complesse, senza ricorrere alla sua controfigura”. 
Abbiamo girato pressocché in un’unica location, cosa che ha presentato degli ovvi vantaggi da un punto di vista organizzativo, ma ha presentato problematiche di altro tipo, a partire dal fatto che sostanzialmente eravamo sempre sul luogo di lavoro. In ogni caso, abbiamo cercato di sfruttare al meglio gli spazi a disposizione, ricercando un’idea di claustrofobia e disagio che sono poi quelle che vive anche la stessa protagonista. Tutto ciò è reso anche attraverso l’uso delle luci. In generale cercavamo un modo per “nascondere” le pareti bianche dell’albergo, ma questo usare colori intensi è poi diventato anche un modo per evidenziare l’angoscia data dalla situazione”.

Ritorno al film di genere

Barnaba offre poi una riflessione sull’importanza di praticare anche in Italia un cinema di genere, troppo spesso trascurato ma che negli ultimi anni ha fortunatamente ritrovato un proprio piccolo posto nella produzione nazionale. “A riguardo, io credo che la voglia di intrattenimento sia sempre attuale. – afferma Barnaba – Attuale e in crescita. Con le tante piattaforme esistenti oggi c’è una grande richiesta di contenuti, che si trasforma anche in maggiori possibilità di sperimentare. I film d’azione, ovviamente, richiedono una certa calma e molto tempo, elementi che di solito su un set mancano.

“Ma il risultato spesso premia, perché questi film richiamano al cinema un pubblico che altrimenti rischia di non frequentare tale ambiente. Abbiamo una lunga tradizione di maestri di cinema di genere, che sarebbe dunque bene riscoprire per realizzare sempre più opere che spazino dalla fantascienza all’horror, dal noir al thriller d’azione. Forse c’è la paura di confrontarsi con i prodotti simili che vengono realizzati all’estero, ma credo che non sia un confronto da fare. In Italia godiamo di ottime maestranze e sul set di Runner tutto ciò ha trovato ennesima conferma. Abbiamo dato vita ad un lavoro di squadra davvero entusiasmante!”.

Runner: il trailer del film con Matilde Gioli e Francesco Montanari

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Plaion Pictures è lieta di diffondere il trailer di Runner, l’action thriller diretto da Nicola Barnaba (qui la nostra intervista) e realizzato interamente da maestranze italiane, che rende omaggio alla migliore tradizione dei film d’azione degli anni Ottanta – come i cult movie Arma Letale e Die Hard – Trappola di cristallo.

Se il poster rilasciato a inizio anno svelava la natura da eroina dell’intrepida e combattente runner Lisa – interpretata da una tosta Matilde Gioli (Doc – Nelle tue mani, Gli uomini d’oro), che ha eseguito in prima persona alcuni degli stunt più pericolosi del film- il trailer ci offre un assaggio del legame esplosivo che si instaura tra la giovane protagonista e il suo antagonista, lo spietato agente corrotto dell’Interpol Bosco: un personaggio ambiguo e senza scrupoli, guidato dal desiderio di vendetta e interpretato dal Nastro d’argento Francesco Montanari (già noto per i ruoli da villain e drammatici come il Libanese in Romanzo Criminale – La serie).

Le atmosfere claustrofobiche di un labirintico hotel a cinque stelle isolato dal mondo e i toni cupi della notte sono elementi perfetti per portare a termine la tanto desiderata vendetta di Bosco, che da tempo è sulle tracce dell’attrice Sonja, donna dal passato oscuro. Ma qualcosa va storto… e l’uomo si trova costretto a una serrata caccia alla giovane runner, colpevole di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Lisa, incastrata e accusata dell’omicidio di Sonja, ritrovandosi in una frenetica caccia all’uomo è costretta a una fuga disperata e precipitosa, in cui dovrà ricorrere a ogni mezzo per sopravvivere e dimostrare la propria innocenza. Grazie al suo passato da atleta, Lisa darà a Bosco e ai suoi complici molto più filo da torcere di quanto si aspettino. Tra corse all’ultimo respiro, acrobazie da vertigini e colpi di scena esplosivi, in un crescendo di emozioni, la narrazione adrenalinica di Runner terrà lo spettatore incollato alla poltrona del cinema.

Prodotto da Camaleo, realizzato con il contributo del Ministero della Cultura e con il sostegno di Fondazione Calabria Film Commission, Runner vede nel cast anche Federico Tocci, Ilenia Calabrese, Saverio Malara, Vincenzo Scuruchi, Flora Contrafatto e Hana Vagnerova. Per la regia di Nicola Barnaba e con protagonisti Matilde Gioli e Francesco Montanari, Runner sarà nei cinema italiani dall’8 febbraio distribuito da Plaion Pictures.

Runner, la trama

Lisa sogna di fare cinema da quando era piccola. Messa da parte la carriera sportiva, la ragazza ora lavora come runner su un set cinematografico, intrecciando una relazione con Sonja, star del film. Ma l’attrice ha un passato oscuro che torna a bussare alla sua porta. Accusata dell’omicidio di Sonja, Lisa è costretta a scappare, inseguita dallo spietato assassino. Lisa corre, corre per salvarsi la vita e per trovare le prove che la scagionino incriminando il vero colpevole.

Runner: il regista e gli attori presentano il film attualmente in lavorazione

Sono attualmente in corso a Gasperina (CZ), le riprese del film Runner, diretto da Nicola Barnaba, con gli attori Matilde Gioli e Francesco Montanari. Nel cast accanto ai due protagonisti, anche gli interpreti locali Ilenia Calabrese, Saverio Malara, Vincenzo Scuruchi. Prodotto da Camaleo con il sostegno della Calabria Film Commission e distribuito da Plaion Pictures, il film è un action thriller con protagonista Lisa una giovane di  25 anni con il sogno del cinema da quando era bambina. Per lei il ruolo del runner è un traguardo importante: è il suo arrivo nel mondo del cinema, ma anche il punto di partenza per una fulgida carriera.

È finalmente su un set, intreccia una relazione con Sonja, protagonista e star del cinema. Cosa potrebbe volere di più dalla vita? Cosa potrebbe andare storto? Ma l’attrice ha un passato oscuro che torna a cercarla nel momento più impensato. Accusata dell’omicidio di Sonja, la ragazza è infatti costretta a scappare. Per salvarsi la vita, dovrà trovare le prove che la scagionino e permettano di condannare il vero assassino. Il film si preannuncia dunque particolarmente adrenalinico e claustrofobico, interamente ambientato in un albergo isolato dal mondo e con fonti d’ispirazione film come “Die Hard” e “Trappola in alto mare“.

Ed è proprio all’interno dell’albergo dove si stanno svolgendo le riprese che ha avuto luogo una prima conferenza stampa di presentazione del film, aperta dal regista Nicola Barnaba con le motivazioni che lo hanno spinto a realizzare questo film. “Io sono cresciuto in provincia e il cinema era l’unica evasione possibile dalla vita di tutti i giorni. – racconta il regista- Mi riferisco principalmente ad un cinema d’intrattenimento che va dai mostri degli anni Cinquanta fino ai grandi blockbuster d’azione degli anni Ottanta, dai vari Arma Letale a Die Hard. Un po’ dalla voglia di fare cinema, un po’ dalla voglia di ricostruire questo tipo di avventure e sensazioni, ho iniziato ad ideare Runner.”

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Matilde Gioli in una scena del film Runner. Foto fornita dall’ufficio stampa Echo.

Runner, un adrenalinico thriller sul cinema

Ho trovato in Roberto Cipullo, creative producer di Camaleo, un complice che ha deciso che questa idea matta era il caso di provare a realizzarla, – ha continuato poi Barnaba – dando così vita ad un omaggio a quei film che sono ormai delle pietre miliari del cinema d’azione. Sono poi stato fortunato a trovare altri due complici, Matilde Gioli e Francesco Montanari, che si sono prestati con ironia e simpatia nel cercare di dar vita a questo progetto”. La parola passa poi proprio a Matilde Gioli, interprete di Lisa, la quale esordisce affermando che “è sempre una gioia per un’attrice donna ricevere la proposta di un ruolo principale. – afferma l’attrice – La storia del film parla poi del nostro settore, svolgendosi su un set e raccontandone dinamiche reali.”

“Sono poi naturalmente stata attratta dalla componente action del film. – racconta la Gioli – Quando ho letto le cose che avrebbe dovuto fare Lisa mi sono subito gasato e non ci ho pensato due volte ad accettare. Dopodiché, l’idea di venire a girare in Calabria, una terra che non conoscevo, mi ha entusiasmato perché trovo sempre bello scoprire luoghi nuovi e devo dire di aver trovato qui un’accoglienza incredibile. In ultimo, desideravo da tempo lavorare con Francesco, che ha qui un ruolo da cattivo che gli viene proprio bene”. Non può che prendere la parola lo stesso Montanari a questo punto, affermando che “Sono stato un cattivo, sono stato un cacciatore, ma non ero mai stato un cattivo cacciatore”.

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Francesco Montanari in una scena del film Runner. Foto fornita dall’ufficio stampa Echo.

L’importanza dei film di genere e la nuova richiesta di contenuti

“Ho apprezzato da subito l’idea di questo film perché va contro la convinzione che in Italia si possano fare solo film drammatici o commedie. – spiega poi Montanari – In Italia c’è questa convinzione che ogni paese deve avere un proprio genere di riferimento e che porta un prodotture a non rischiare, un regista ad avere un gusto ma a nasconderlo e un attore a non avere il coraggio di cimentarsi con qualcosa di nuovo. Dietro il genere, però, c’è sempre una storia di relazioni umane. Poi è come la inquadri o come la scrivi che denota un genere rispetto ad un altro. Quindi credo che questo pregiudizio debba morire!”.

A riguardo, io credo che la voglia di intrattenimento sia sempre attuale. – afferma Barnaba – Attuale e in crescita. Con le tante piattaforme esistenti oggi c’è una grande richiesta di contenuti, che si trasforma anche in maggiori possibilità di sperimentare. I film d’azione, ovviamente, richiedono una certa calma e molto tempo, elementi che di solito su un set mancano. Fortunatamente Matilde è stata straordinaria da questo punto di vista, cimentandosi personalmente e senza pensarci troppo anche con le scene più pericolose”. “Dopo Matilde, c’è solo Tom Cruise!”, afferma Montanari, concludendo la conferenza stampa.

Runner: al via le riprese del film di Nicola Barnaba con Matilde Gioli e Francesco Montanari

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La casa di produzione Camaleo è lieta di annunciare le riprese a Gasperina (CZ) del film Runner, diretto da Nicola Barnaba, con Matilde Gioli e Francesco Montanari. Nel cast accanto ai due protagonisti, anche Ilenia Calabrese, Saverio Malara, Vincenzo Scuruchi.

Prodotto da Camaleo, società di produzione cinematografica, distribuito da Plaion Pictures che ne ha acquisito i diritti all rights, finanziato con il Bando per il sostegno alle produzioni audiovisive in Calabria – 2022, dalla Calabria Film Commission e con il contributo del Ministero della Cultura,  Runner è un action thriller con protagonista Lisa una giovane di  25 anni con il sogno del cinema da quando era bambina. Per lei il ruolo del runner è un traguardo importante: è il suo arrivo nel mondo del cinema, ma anche il punto di partenza per una fulgida carriera.  È finalmente su un set, intreccia una relazione con Sonja, protagonista e star del cinema. Cosa potrebbe volere di più dalla vita?  Cosa potrebbe andare storto? Ma l’attrice ha un passato oscuro che torna a cercarla nel momento più impensato. Accusata dell’omicidio di Sonja, la ragazza è costretta a scappare. Lisa corre, corre per salvarsi la vita e per trovare le prove che la scagionino e permettano di condannare il vero assassino.

Runner è un film adrenalinico e claustrofobico, interamente ambientato in un albergo isolato dal mondo. Il modello narrativo è ispirato a film come “Die Hard” e “Trappola in alto mare“. L’idea è di narrare la storia in tempo reale, 90 minuti che partono da quando all’alba la troupe ha finito le riprese e Lisa riaccompagna Sonja nell’albergo poco distante. Un film d’azione ambientato al giorno d’oggi con una scansione ritmica che terrà lo spettatore incollato alla sedia.

Runner Runner: recensione del film con Ben Affleck

Runner Runner: recensione del film con Ben Affleck

Quando il gioco d’azzardo diventa un argomento inflazionato e le possibilità di parlarne in modo ancora diverso e, allo stesso tempo, convincente sono pericolosamente vicine al nulla, allora vuol dire che è arrivato il momento di cambiare argomento! Runner Runner!

In Runner Runner dopo il crollo del mercato di Wall Street, Richie Furst (Justin Timberlake), un giovane con grande acume per gli affari, è costretto a ricominciare da zero: inizia a studiare senza sosta a Princeton e, per pagarsi la retta, mette in piedi un circuito di gioco d’azzardo online all’interno dell’università. Quando anche questo lucroso progetto va in fumo a causa di un sito di scommesse che lo ha raggirato, Richie parte senza troppe esitazioni per la Costa Rica, per affrontare direttamente il pezzo grosso del business del gioco d’azzardo online: Ivan Block (Ben Affleck). Tuttavia, in Costa Rica, Richie ottiene molto più di quello che aveva sperato: Block diviene il suo mentore e lo introduce alla bella vita, quella dai soldi facili e qualche affare sporco di poco conto.

Runner Runner trova il suo punto debole nella scrittura. Chiudendo anche un occhio sulla trama già vista, sui clichè del ragazzo brillante costretto ad immischiarsi in affari loschi per permettersi gli studi, quello del mentore che apre tutte le porte del paradiso, mentre prenota i biglietti per l’inferno e del triangolo con la ‘donna del capo’; volendo anche godere del minimo intrattenimento con poche pretese, non si riesce comunque a trovare in Runner Runner una minima dose di coinvolgimento che possa spingere lo spettatore a godere della visione del film.

Non c’è suspense, non c’è contrasto, non c’è emozione, non c’è verve, non ci sono dialoghi brillanti, non c’è neanche l’emozione per la più banale storia d’amore perché tutto è approssimativo, senza la minima cura del dettaglio. La visione del film procede senza infamia e senza lode, con un susseguirsi di luoghi comuni che sembrano voler bastare a se stessi, senza necessità di dare coesione ad una storia che non può certo reggersi solo sui personaggi canonici del film di genere. Gli sceneggiatori hanno purtroppo dato un po’ per scontato le dinamiche drammaturgiche, lasciando il da fare a personaggi che nella migliore delle ipotesi sono poco più che abbozzati.

Curioso come Ben Affleck, fresco di Oscar con il suo Argo non si sia accorto della cantonata a cui andava incontro accettando il copione, di profilo talmente basso da non poter neanche giudicare le performance degli attori, che, fossero stati dei volti sconosciuti, non avrebbero tolto nulla al film.

Runner Runner tre character poster per Affleck/Timberlake/Arterton

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Ecco tre character poster di Runner Runner, che vedono protagonisti   .

runner runner character poster  runner runner tre character poster

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Nel cast del film diretto da Brad Furman ci sono anche anche   .

Questo thriller d’azione tratto da un romanzo di Dennis Lehane e prodotto, tra gli altri, da Leonardo DiCaprio, racconta le vicende di Richie Furst (Timberlake), un giovane studente di Princeton che perderà tutti i suoi risparmi con il poker online, finendo nelle mani dell’avido proprietario del sito Ivan Block (Affleck); alla Arterton spetta il ruolo di Rebecca, la fidanzata di Richie.

Runner Runner uscirà in America il prossimo 27 settembre, distribuito dalla Twenty Century Fox. La pellicola porta la firma di Brad Furman, regista di The Lincoln Lawyer. Il resto del cast include Ben Schwartz, Dayo Okeniyi e Oliver Cooper.

Justin Timberlake è stato tra i protagonisti dell’ultima edizione del Festival di Cannes, dove è stato presentato Inside Llewyn Davis, film dei Fratelli Coen in cui Timberlake figura tra gli interpreti.

Fonte: CS.net

Runner Runner Trailer italiano

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runner runner trailerGuarda il Trailer italiano di Runner Runner, il nuovo thriller diretto da Brad Furman che vede protagonista un cast d’eccezione composto da   . Nel cast anche   .

Runner Runner Trailer

Questo thriller d’azione tratto da un romanzo di Dennis Lehane e prodotto, tra gli altri, da Leonardo DiCaprio, racconta le vicende di Richie Furst (Timberlake), un giovane studente di Princeton che perderà tutti i suoi risparmi con il poker online, finendo nelle mani dell’avido proprietario del sito Ivan Block (Affleck); alla Arterton spetta il ruolo di Rebecca, la fidanzata di Richie.

Runner Runner uscirà in America il prossimo 27 settembre, distribuito dalla Twenty Century Fox. La pellicola porta la firma di Brad Furman, regista di The Lincoln Lawyer. Il resto del cast include Ben Schwartz, Dayo Okeniyi e Oliver Cooper.

Justin Timberlake è stato tra i protagonisti dell’ultima edizione del Festival di Cannes, dove è stato presentato Inside Llewyn Davis, film dei Fratelli Coen in cui Timberlake figura tra gli interpreti. Il 4 luglio prossimo vedremo Ben Affleck sugli schermi italiani con To the Wonder, l’ultima pellicola di Terrence Malick presentata in esclusiva all’edizione 2012 del Festival di Venezia.

Runner Runner Trailer

Runner Runner trailer del film con Ben Affleck e Justin Timberlake

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E’ stato diffuso online il trailer di Runner Runner, film che vede fronteggiarsi nel mondo del gioco d’azzardo . Eccolo di seguito.

Nel cast del film, diretto da Brad Furman, ci sono anche anche ,   .

Questo thriller d’azione tratto da un romanzo di Dennis Lehane e prodotto, tra gli altri, da Leonardo DiCaprio, racconta le vicende di Richie Furst (Timberlake), un giovane studente di Princeton che perderà tutti i suoi risparmi con il poker online, finendo nelle mani dell’avido proprietario del sito Ivan Block (Affleck); alla Arterton spetta il ruolo di Rebecca, la fidanzata di Richie.

Runner Runner uscirà in America il prossimo 27 settembre, distribuito dalla Twenty Century Fox. In Italia arriverà il 24 ottobre.

Fonte: Collider

Runner Runner trailer del film con Ben Affleck

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Runner Runner trailer del film con Ben Affleck

runner runner trailerEcco il trailer di Runner Runner , film che vede nel cast  e .

Runner Runner trailer qui di seguito:

 

Il film, targato 20th Century Fox, è ambientato nel mondo del poker on line, che tanto materiale ha dato al cinema, diventando qualche volta vero e proprio protagonista del film. Ricordiamo solo il leggendario La Stangata per tutti!

Il regista di Runner Runner è Brad Furman, mentre la fotografia è del premio Oscar Mauro Fiore. Nel cast , e .

Il film racconta di Richie, studente di Princeton, crede di essere stato truffato da un gioco di poker on line. Allora vola in Costa Rica per confrontarsi con il magnate del poker on line Ivan Block. Richie è sedotto dalla promessa di Block di successo e benessere immediati fino a che non scopre a sue spese la terribile verità sul suo benefattore. Quando l’FBI cerca di forzare il ragazzo a collaborare per arrestare Block, Richie tenterà un grande colpo cercando di mettere nel sacco loro e il magnate stesso.

Runner Runner poster ufficiale

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Runner Runner poster ufficiale

I protagonisti Ben Affleck, Justin Timberlake e Gemma Arterton appaiono in tutto il loro fascino nel primo poster ufficiale di Runner Runner, rilasciato online da Empire Magazine.

Questo thriller d’azione tratto da un romanzo di Dennis Lehane e prodotto, tra gli altri, da Leonardo DiCaprio, racconta le vicende di Richie Furst (Timberlake), un giovane studente di Princeton che perderà tutti i suoi risparmi con il poker online, finendo nelle mani dell’avido proprietario del sito Ivan Block (Affleck); alla Arterton spetta il ruolo di Rebecca, la fidanzata di Richie.

Runner Runner poster:

runner-runner-poster-ufficiale

Runner Runner uscirà in America il prossimo 27 settembre, distribuito dalla Twenty Century Fox. La pellicola porta la firma di Brad Furman, regista di The Lincoln Lawyer. Il resto del cast include Ben Schwartz, Dayo Okeniyi e Oliver Cooper.

Justin Timberlake è stato tra i protagonisti dell’ultima edizione del Festival di Cannes, dove è stato presentato Inside Llewyn Davis, film dei Fratelli Coen in cui Timberlake figura tra gli interpreti. Il 4 luglio prossimo vedremo Ben Affleck sugli schermi italiani con To the Wonder, l’ultima pellicola di Terrence Malick presentata in esclusiva all’edizione 2012 del Festival di Venezia.

Runner Runner poster

Runner Runner nuova clip con Ben Affleck e Justin Timberlake

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runner runner nuova clipEcco una nuova clip di Runner Runner film che vede fronteggiarsi nel mondo del gioco d’azzardo   . Sono proprio loro i protagonisti di questa nuova scena del film:

 

Nel cast del film diretto da Brad Furman ci sono anche anche  .

Questo thriller d’azione tratto da un romanzo di Dennis Lehane e prodotto, tra gli altri, da Leonardo DiCaprio, racconta le vicende di Richie Furst (Timberlake), un giovane studente di Princeton che perderà tutti i suoi risparmi con il poker online, finendo nelle mani dell’avido proprietario del sito Ivan Block (Affleck); alla Arterton spetta il ruolo di Rebecca, la fidanzata di Richie.

Runner Runner uscirà in America il prossimo 27 settembre, distribuito dalla Twenty Century Fox. La pellicola porta la firma di Brad Furman, regista di The Lincoln Lawyer. Il resto del cast include Ben Schwartz, Dayo Okeniyi e Oliver Cooper.

Justin Timberlake è stato tra i protagonisti dell’ultima edizione del Festival di Cannes, dove è stato presentato Inside Llewyn Davis, film dei Fratelli Coen in cui Timberlake figura tra gli interpreti.

Runner Runner arriva sullo schermo la coppia Timberlake/Affleck

Giovedì 24 ottobre approda nelle sale italiane Runner Runner, thriller pokeristico diretto da Brad Furman, al terzo lungometraggio dopo The Take (2007) e The Lincoln Lawyer (2011). Protagonista di Runner Runner è Justin Timberlake, ormai lanciatissimo nella carriera d’attore: l’ex ‘N Sync, ormai sempre più a suo agio davanti alla macchina da presa (ma musica e danze non sono in soffitta!) interpreta Richie Furst, un giovane genietto della matematica, universitario a Princeton, che si mantiene con il poker online, finché non gli restano le tasche prosciugate.

Convinto di esser stato vittima di una truffa, si mette in cerca di chi c’è dietro la poker room che lo ha lasciato a terra. Giunto in Costa Rica, si imbatte in Ivan Block, interpretato da Ben Affleck, che ne fa un suo adepto seducendolo con promesse di ricchezza e potere. Ma Block non è un angioletto, e quando l’FBI bussa alla porta di Richie per mettere nei guai il grande capo, l’audace universitario si trova tra due fuochi, e la tensione sale… Nel cast anche Gemma Arterton – oneri e onori della bella di turno – recentemente vista come Gretel a cacciar streghe con il fratello Hansel nella sanguinolenta rivisitazione della nota fiaba dei Grimm. Completano la truppa Anthony Mackie (Agente Shavers), David Costabile (Horstein), Michael Esper (Billy Petricoff).

Runner Runner è stato scritto da due che con cinema e carte ci sanno fare: Brian Koppelman e David Levien, felici penne de Il Giocatore (1998, regia di John Dahl), film culto per i pokeristi. Eppure, recensioni e pareri pescati oltreoceano, dove il film è uscito a inizio ottobre, sono generalmente tiepidi, con punte di cocente delusione. Severi commentatori hanno parlato di un film salvato da Ben Affleck, che forse con i salvataggi ha preso dimestichezza interpretando Tony Mendez nello splendido e premiato Argo (2012, regia proprio di Ben).

Qualche dato sulla produzione. Costato circa 30 milioni di dollari (in due settimane di proiezione negli USA, ne sono stati incassati già più di 15), Runner Runner è stato girato nell’estate 2012 tra USA (Princeton) e Puerto Rico. Tra i produttori anche Leonardo DiCaprio con la sua Appian Way, affiancata da New Regency, Double Feature e Stone Village.

Gli attori di grido e la trama accattivante porteranno sicuramente gente in sala. E anche l’elemento poker sarà valida sirena, benché la mania in Italia sia un po’ in fase calante, dopo anni di delirio nazionale per Hold’em e compagnia.

Run: la spiegazione del finale e la vera storia dietro il film con Sarah Paulson

Dal regista Aneesh Chaganty e dai produttori Natalie Qasabian e Sev Ohanian (con quest’ultimo che ha scritto la sceneggiatura insieme a Chaganty), autori del film rivelazione Searching (e, successivamente, Missing), nel 2020 è stato realizzato il thriller Run, con il quale si punta ad offrire una nuova prospettiva su una storia dal sapore Hitchcockiano, in cui si mettono in scena una paranoia crescente che culmina con uno sconvolgente colpo di scena. Si esplorano infatti in questo caso temi universali e riconoscibili della relazione di una adolescente con sua madre, nonché il caos onnipresente che si nasconde sotto la superficie della vita quotidiana.

“Run è una lettera d’amore all’età d’oro di Hollywood. È un thriller puro, su una madre e una figlia che scoprono alcune cose l’una dell’altra. Parte tutto da questo”, precisa Chaganty. La pellicola doveva essere distribuita nelle sale statunitensi l’8 maggio 2020, ma è stata posticipata a causa della pandemia di COVID-19 ed è stata infine distribuita sulla piattaforma Hulu dal 20 novembre 2020, dove è diventato il film più visto di sepre. In Italia il film è invece stato distribuito a livello cinematografico a partire dal 10 giugno 2021, passando tuttavia in sordina. Grazie alla sua distribuzione in streaming e al suo passaggio televisivo, è però ora possibile riscoprirlo.

Per tutti gli appassionati di thriller psicologici, dove risulta evidente che qualcosa non è come sembra, Run è allora un ottimo titolo da recuperare e sui cui temi riflettere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Si riporta poi una storia vera a cui il film fa vagamente riferimento, ma anche una spiegazione del finale Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Run

Protagonista di questa storia è Chloe, un’adolescente disabile che vive con sua madre, Diane. La donna è però così morbosamente legata a sua figlia da risultare inquietante e invadente. Ha infatti cresciuto Chloe, bloccata su una sedia a rottele, in totale isolamento, controllando ogni sua mossa, ogni suo gesto. Ora che però è cresciuta, la morbosità materna spinge la ragazza a mettere in discussione il rapporto con il genitore e a indagare in casa, alla ricerca di qualcosa che possa permetterle di comprendere più a fondo perché la madre si comporti così. Ciò che troverà, tuttavia, sarà una verità spaventosa.

Ad interpretare Diane vi è l’attrice Sarah Paulson, celebre per le sue molteplici interpretazioni nella serie antologica American Horror Story. Nel ruolo di Chloe, invece, vi è Kiera Allen, la quale usa una sedia a rotelle nella vita reale a causa di un problema di mobilità degli arti inferiori. Gli autori del film volevano infatti lanciare un’attrice disabile, affermando che Hollywood raramente sceglie attori disabili per ruoli disabili e si sono così imbattuti in lei. Il suo ruolo in questo film ha fatto di lei la seconda attrice donna su sedia a rotelle a recitare in un film di suspense, dopo Susan Peters che fece lo stesso nel 1948 in Il segno del capricorno.

Run storia vera

Quella di Run è una storia vera?

Run non è basato su una precisa vicenda realmente avvenuta, ma è vagamente ispirato ad alcune situazioni simili di cui si ha reale testimonianza. Tra questi si può citare quello di Dee Dee Blanchard e sua figlia Gypsy Rose, la cui storia è stata più fedelmente rappresentata nella serie Hulu The Act. In sintesi, sembra che la donna fosse affetta dalla Sindrome di Munchausen per procura, ovvero in cui un genitore o tutore arreca danni fisici al minore o ad altra persona incapace per farlo credere malato e attirare l’attenzione e comprensione su di sé. Quando Gypsy Rose nacque, sua madre Dee Dee le rivelò infatti di essere affetta da varie malattie, tra cui la leucemia e la distrofia muscolare.

Per anni, dunque, Gypsy ha usato una sedia a rotelle, ha assunto farmaci prescritti ed è stata sottoposta a interventi chirurgici di cui non aveva bisogno. Per via di questi presunti malanni, le due avevano anche ricevuto diverse forme di sostegno da organizzazioni benefiche. Tuttavia, dopo anni di soprusi, il 12 aprile 2015, Gipsy ha ucciso – con la complicità di Nicholas Godejohn, un uomo conosciuto online – sua madre Dee Dee. Lui è statopoi  condannato all’ergastolo, mentre Gypsy Rose si è dichiarata colpevole di omicidio di secondo grado ed è stata condanna a 10 anni. Nel 2023 viene però annunciata una diminuzione della pena che la porterà ad essere scarcerata il 28 dicembre di questo stesso anno.

Run Kiera Allen

Run: la spiegazione del finale

Alla luce di questa storia, da cui il film vagamente trae ispirazione in modo non ufficiale, si può intuire che nel film Chloe non possiede tutti i malanni di cui sua madre le riferisce. Ciò diventa chiaro una volta per tutte quando, dopo un suo tentativo di fuga, Chloe viene rinchiusa nel seminterrato della loro casa. Qui la ragazza trova una lettera di accettazione al college, una foto di lei da bambina in piedi sulle sue gambe, un certificato di morte della vera figlia di Diane, con il suo stesso nome, scomparsa dopo appena 2 ore di vita, e un articolo di giornale che parla di una bambina rapita dall’ospedale quando era ancora in fasce.

Capisce così di essere stata drogata in tutti quegli anni e che tutte le patologie che era convinta di avere sono in realtà gli effetti collaterali delle pillole che la donna le ha fatto ingerire fin da piccola. Diane, dunque, l’ha rapita e allevata appena nata, spinta dalla sua ossessione di essere madre a tutti i costi e traumatizzata dalla morte del suo neonato. Nel finale, la ragazza riesce tuttavia a liberarsi da tale situazione, facendo rinchiudere Diane in un istituto di correzione. Non manca però di attuare una propria personale vendetta, somministrando alla donna pillole di lidocaina per cani, la stessa che per anni ha dovuto prendere lei.

Il trailer di Run e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Run grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Now, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 17 ottobre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb, Biography

Run the World: la recensione della serie Starz

Run the World: la recensione della serie Starz

Nel 1998 Carrie Bradshaw faceva il suo debutto sullo schermo televisivo come personaggio protagonista della serie Sex and the City. Nasceva con lei una nuova ondata di figure femminili particolarmente intraprendenti e dinamiche, sempre più pronte a prendere il proprio posto in un territorio prevalentemente maschile. Oltre 20 anni dopo, a ricalcare le sue orme arrivano Whitney, Ella, Renee e Sondi. Un gruppo di quattro amiche di colore protagoniste della nuova serie Run the World, di genere commedia e ideata da Leigh Davenport. La serie, composta da 8 episodi e disponibile sulla piattaforma Starz dal 16 maggio, sembra così aprire un nuovo percorso incentrato sull’emancipazione.

Run the World va infatti a raccontare la storia di Whitney (Amber Stevens West), Ella (Andrea Bordeaux), Renee (Bresha Webb) e Sondi (Corbin Reid). Un gruppo di donne afroamericane migliori amiche particolarmente affiatate ed estremamente leali tra loro. Le quattro lavorano, vivono e si divertono ad Harlem, trovandosi però anche a dover lottare per affermare il proprio dominio in un mondo prevalentemente maschile o bianco. Tra segreti inconfessabili, avventure romantiche e problemi lavorativi, le quattro protagoniste si troveranno alle prese con situazioni che aspirano a far comprendere meglio cosa voglia dire essere una donna di colore in cerca di successo e rispetto.

Da Sex and the City a Run The World

Ancora oggi in molti sottovalutano il potere che Sex and the City ha avuto, sul finire degli anni Novanta, nel riproporre un differente modello femminile. Tuttavia, non necessariamente in senso positivo. Al di là degli aspetti più validi, infatti, con Carrie Bradshaw a guidare il suo gruppo di amiche si è costruito l’ideale di una figura femminile a suo modo immacolata. Questa, nel suo tentativo di distinguersi, finiva con il diventare quasi irrealistica. Il grande difetto di Carrie e delle sue amiche era spesso quello di considerare inferiore (fortunatamente con alcune eccezioni) tutto ciò che le circondava.

Se il loro dominio era relativo alla città di New York, con questa nuova serie invece questo si estende idealmente all’intero mondo. Nel corso degli episodi lo spettatore può ritrovare le quattro amiche protagoniste alle prese con problemi simili a quelli incontrati vent’anni fa da Carrie. La differenza sta qui ovviamente nel diverso contesto storico, sociale e culturale, come anche ovviamente dal fatto che si parla di protagoniste afroamericane. Negli ultimi anni si è assistito sempre più ad una maggiore inclusività a riguardo. Ci sono storie oggi che riescono a dar vita a personaggi afroamericani, asiatici o relativi ad altre minoranze lontani dagli stereotipi.

Run the World, tuttavia, dimostra sin dal suo pilota di non aver imparato la lezione di Sex and the City. Questa ripropone infatti errori simili per quanto riguarda la narrazione e la costruzione dei personaggi. Le quattro protagoniste si affermano infatti per una certa arroganza e un forte senso di vittimismo. Elementi che non giovano né alla serie né al ritratto che si vuole dare di quel contesto. Per fare un esempio, se in un negozio si viene urtati da una persona bianca non è necessariamente perché agli occhi di questa si è invisibili. Probabilmente l’altra persona era solamente distratta. Basta chiedere scusa e andare avanti, senza inscenare improbabili discussioni che mancano di rispetto a chi realmente soffre per il razzismo vero.

Run the World recensione

Run the World: la recensione

Fortunatamente la serie non è da condannare nella sua interezza. Si ritrovano anche momenti ed episodi più coinvolgenti, che meglio riescono a dar vera voce a chi spesso non ne ha. Il personaggio di Ella a tal proposito sembra essere quello meglio concepito, capace di includere al suo interno una gamma di emozioni e sentimenti piuttosto ampia e sincera. Al contrario, le sue tre amiche si rendono invece spesso protagoniste di momenti eccessivi, che spezzano l’incanto che invece si vorrebbe plasmare. Naturalmente tali momenti, che dovrebbero essere le fonti di divertimento, sono ben lungi dallo strappare una risata.

Al netto di ciò Run the World risulta estremamente chiara ed esplicita nel suo intento, mancando però di dotarsi di quegli elementi che gli avrebbero permesso di attuarlo. Piuttosto decide di avvalersi di personaggi stereotipati che non permettono di portare in modo sincero sullo schermo persone e problemi reali. Da questo punto di vista non occorre necessariamente appartenere al pubblico di riferimento per poter comprendere ciò, poiché i problemi tematici e ideologici risultano evidenti a prescindere. La serie non sembra invece considerare una realtà che è molto più complessa di come appare e che necessita, specialmente se trattata con la commedia, di essere affrontata in modo meno fazioso.

Run Sweetheart Run: il peggior appuntamento nel trailer dell’horror Prime Video

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Amazon Studios e Blumhouse hanno pubblicato un trailer ufficiale di Run Sweetheart Run, il thriller in uscita con Ella Balinska e Pilou Asbæk. Il film sarà disponibile per lo streaming il 28 ottobre su Prime VideoIl trailer di Run Sweetheart Run presenta Cherie di Balinska mentre va ad un appuntamento al buio con un affascinante sconosciuto di nome Ethan. Tuttavia, il suo appuntamento notturno perfetto si trasforma lentamente in un incubo quando Ethan si rivela uno psicopatico che ha intenzione di fare un gioco pericoloso con Cherie.

Run Sweetheart Run è diretto da Shana Fester da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Keith Josef Adkins e Kellee Terrell. Il film è interpretato da Ella Balinska (Resident Evil), Pilou Asbæk (Il Trono di Spade), Shohreh Aghdashloo (House of Sand and Fog), Aml Ameen (Sense8), Dayo Okeniyi (The Hunger Games), Betsy Brandt (Breaking Bad) e Clark Gregg (Agenti dello SHIELD).

“Inizialmente preoccupata quando il suo capo insiste per incontrare uno dei suoi clienti più importanti, la mamma single Cherie è sollevata ed eccitata quando incontra il carismatico Ethan”, si legge nella sinossi. “L’influente uomo d’affari sfida le aspettative e spazza via Cherie dai suoi piedi. Ma alla fine della notte, quando i due sono soli insieme, rivela la sua vera natura violenta. Maltrattata e terrorizzata, fugge per salvarsi la vita, iniziando un incessante gioco del gatto e del topo con un assalitore assetato di sangue deciso a distruggerla completamente. In questo thriller oscuro al limite del tuo posto, Cherie si ritrova nel mirino di una cospirazione sconosciuta e più malvagia di quanto avrebbe mai potuto immaginare.

Run Sweetheart Run è prodotto da Feste, Effie T. Brown, Jason Blum e Brian Kavanaugh-Jones. Il film è stato presentato in anteprima mondiale lo scorso 2020 al Sundance Film Festival.

Run Hide Fight – Sotto assedio: la storia vera che ha ispirato il film

Una delle principali problematiche che affliggono gli Stati Uniti è quella della facilità di accesso ad armi da fuoco, cosa che rende tristemente frequenti episodi di sparatorie e conseguenti vittime. Troppo spesso, poi, episodi di questo tipo si verificano all’interno di istituti scolastici. Il tema è ampiamente dibattuto e anche il cinema ha cercato di unirsi al discorso con alcuni film su questo argomento. Tra questi vi è Run Hide Fight – Sotto assedio, scritto e diretto nel 2020 da .

Il titolo “Run Hide Fight” (Corri, nasconditi, combatti) si riferisce alla linea d’azione consigliata durante una sparatoria. Per prima cosa si deve scappare; se non si può scappare, ci si deve nascondere; e se non ci si può nascondere, si deve combattere l’aggressore. Come si può immaginare, il film porta dunque lo spettatore nel vivo di una di queste situazioni, per restituire tutta la paura, la tensione e l’orrore che si verificano in tali circostanze.

Il film, che presenta molte somiglianze con Die Hard – Trappola di cristallo (1988), è dunque un titolo da non perdere, dotato di azione, ritmo e lucido commento sociale. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Run Hide Fight – Sotto assedio. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Run Hide Fight - Sotto assedio trama
Una scena di Run Hide Fight – Sotto assedio. Foto di Darin Moran

La trama e il cast di Run Hide Fight – Sotto assedio

Protagonista del film è Zoe Hull, una ragazza di 17 anni, alla quale è morta recentemente la madre. Zoe non ha ancora superato la perdita del genitore e per di più è costretta a vivere con il rigido padre, con il quale ha un pessimo rapporto. L’unica persona su cui può contare è Lewis, il suo migliore amico, che è innamorato di lei. Zoe non vede l’ora di finire l’ultimo anno, lasciarsi il liceo alle spalle e iniziare una nuova vita al college, ma questo suo sogno rischia ora di andare in frantumi.

In quello che sembrava un giorno come un altro, un gruppo di studenti armati fa irruzione nell’istituto, sparando a chiunque capiti loro sotto tiro. Il tutto viene ripreso dal capobanda, Tristan, con una diretta streaming e quando rimangono pochi sopravvissuti i folli assassini decidono di farne degli ostaggi. Zoe, rimasta miracolosamente in vita, si serve delle tecniche di sopravvivenza insegnatele dal padre, un ex militare, per cercare di fuggire e salvare anche gli altri ostaggi. Il rischio di morire, però, è dietro l’angolo.

Ad interpretare Zoe Hull vi è l’attrice Isabel May, nota per il ruolo di Katie Cooper nella serie TV Alexa & Katie e per la serie 1883, di cui è una dei protagonisti. Accanto a lei, nel ruolo del padre Todd, vi è l’attore Thomas Jane, celebre per aver interpretato il protagonista nel film del 2004 The Punisher, mentre Radha Mitchell è Jennifer, madre di Zoe. Recitano poi nel film anche Olly Sholotan nel ruolo dell’amico Lewis e Eli Brown, celebre per la serie Gossip Girl, in quelli di Tristan, capobanda del gruppo di studenti armati.

Run Hide Fight - Sotto assedio cast
Britton Sear in Run Hide Fight – Sotto assedio. Foto di Danny Fulgencio ©

La storia vera a cui si ispira il film

Quando parliamo di storia vera, è bene sottolineare che Run Hide Fight – Sotto assedio non ripropone esplicitamente un preciso evento di questo tipo, ma si ispira liberamente alle tante tristi sparatorie di massa avvenute negli Stati Uniti all’interno di scuole e università e nelle quali hanno perso la vita numerosi studenti e docenti. Questo tipo di vicende è inoltre stato già brillantemente affrontato in film come Elephant e il documentario premiato agli Oscar Bowling for a Columbine.

Secondo alcuni studi, i fattori alla base delle sparatorie nelle scuole includono il facile accesso alle armi da fuoco, le disfunzioni familiari, la mancanza di supervisione da parte della famiglia e le malattie mentali, oltre a molti altri problemi psicologici. Tra i motivi principali degli aggressori vi sono: bullismo/persecuzione/minaccia (75%) e vendetta (61%), mentre il 54% ha riferito di avere numerosi motivi. Gli altri motivi includono il tentativo di risolvere un problema (34%), il suicidio o la depressione (27%) e la ricerca di attenzione o riconoscimento (24%).

Le sparatorie nelle scuole sono ad ogni modo un “fenomeno moderno” e sebbene negli Stati Uniti la tendenza più recente è stata quella di una diminuzione dopo i picchi degli anni ’90, allo stesso tempo la tendenza per questi attacchi è quella di una maggiore probabilità di essere premeditati ed eseguiti con un piano preciso in mente. Uno studio della Northeastern University ha rilevato che “all’inizio degli anni ’90 il numero di bambini uccisi nelle scuole era quattro volte superiore a quello attuale“.

Il trailer di Run Hide Fight – Sotto assedio e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Run Hide Fight – Sotto assedio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TVGoogle Play e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 25 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Run Hide Fight – Sotto Assedio dal 1 giugno in on demand

Run Hide Fight – Sotto Assedio dal 1 giugno in on demand

Koch Media Italia annuncia che Run Hide Fight – Sotto Assedio, il dramma scolastico dello sceneggiatore e regista Kyle Rankin, sarà disponibile on demand dal 1° giugno 2021su Sky, Mediaset Infinity, Tim Vision, Rakuten TV, Chili, Itunes, Google Play e YouTube.

Run Hide Fight segue le vicende di Zoe Hull (Isabel May), una diciassettenne che dovrà sopravvivere a un gruppo di aggressori armati, che decidono di attaccare il suo liceo e di trasmettere la strage in live-streaming. La nuova pellicola del regista Kyle Rankin si focalizza su un tema molto attuale, quello delle sparatorie negli istituti scolastici e sull’uso sconsiderato delle armi da fuoco. Solo negli Stati Uniti, nell’ultimo anno, si sono verificati quasi duecento episodi di sparatorie di massa con almeno una decina in cui sono stati coinvolti degli studenti. E la recente cronaca mondiale ci ha ricordato che tale problema non è legato solo agli USA, ma tocca diverse nazioni come la recente strage nella scuola di Kazan (Russia) ad opera di un ragazzo di 19 anni che ha tolto la vita almeno a una decina di innocenti.

Offrendo il punto di vista di un adolescente sull’argomento delle sparatorie nei licei americani, Isabel May ha dichiarato: “Ricordo di essere stata a scuola e di aver realizzato che gli studenti intorno a me, me compresa, in modi strani, sognavano ad occhi aperti come avremmo combattuto o protetto i nostri compagni studenti da potenziali attentatori. Ciò mi ha molto turbata, il fatto che fossi così insensibile all’argomento e al problema che era appena diventato la mia realtà in età così giovane.”

Il regista Kyle Rankin, autore di Night of the Living Deb, era consapevole che il tema delle sparatorie scolastiche avrebbe potuto suscitare polemiche, ma non era certo che avrebbe avuto la stessa risonanza a livello internazionale, dato che questo problema è molto più diffuso in America che altrove. “Ho scritto Run Hide Fight per affrontare la mia paura e impotenza di fronte alle sparatorie di massa. Il mio intento non è mai stato quello di sfruttare il dolore di qualcuno, ma quello di dar vita a un confronto civile sulle armi in America.” ha dichiarato. “Il film non è concepito né a favore né contro le armi, in modo da incoraggiare un dialogo anziché una divisione, soprattutto tra amici che hanno visioni opposte su un tema complesso come questo.”

Rankin ha poi concluso: “Spero che guardando il film, il pubblico pensi a quali scelte farebbe e chi vorrebbe essere se si trovasse nella posizione di Zoe. In definitiva, il film vuole essere emotivamente vero e lasciare agli spettatori un ricordo che sembri quasi il loro.”

Run Hide Fight – Sotto Assedio, la trama

Zoe sta per diplomarsi in un momento molto difficile della sua vita a seguito della morte della madre. Per distrarsi esce a caccia col padre Todd, ex membro delle forze speciali. Un giorno, mentre Zoe è a scuola, quattro studenti armati fanno irruzione nell’istituto con un furgone, sparando a chiunque capiti loro sotto tiro. Utilizzando le tecniche apprese dal padre, Zoe riesce a sfuggire agli attentatori.

 

Run con Sarah Paulson al cinema dal 10 Giugno

Run con Sarah Paulson al cinema dal 10 Giugno

Run, l’horror psicologico di Aneesh Chaganty con Sarah Paulson e Kiera Allen al suo esordio, arriverà al cinema dal 10 giugno. Amata per i suoi ruoli nelle serie tv American Horror Story e Ratched, Sarah Paulson – prima attrice ad aggiudicarsi nello stesso anno il Golden Globe, l’Emmy, lo Screen Actors Guild Award, il Critics’ Choice Award e il Television Critics Association Award per la sua interpretazione in American Crime Story – torna sul grande schermo da protagonista con v.

L’horror-psicologico diretto Aneesh Chaganty, regista premiato al Sundance Film Festival, arriva al cinema il 10 giugno e mette lo spettatore di fronte a un’inquietante domanda: si può fuggire dall’amore di una madre?

Run, la trama

Dicono che non ci si possa sottrarre all’amore di una madre… ma per Chloe questa non è una rassicurazione: è una minaccia. C’è qualcosa di innaturale, quasi sinistro nella relazione tra Chloe e sua madre Diane (Sarah Paulson). Diane ha cresciuto sua figlia nel totale isolamento, controllandone ogni movimento sin dalla nascita, dietro segreti che Chloe sta solo iniziando ad intuire. Un horror psicologico che mostra come, quando l’amore di una madre diventa troppo stretto… devi scappare.

Il film

Nel thriller psicologico Run, la vita di una adolescente viene sconvolta dalla scoperta di un inquietante segreto della madre.

Dicono che non si possa mai sfuggire all’amore di una madre, ma per Chloe (l’esordiente Kiera Allen) questo modo di dire non è affatto confortante, anzi è una minaccia. C’è qualcosa di innaturale, persino inquietante, nella relazione tra Chloe e sua madre, Diane (Sarah Paulson). Diane ha cresciuto sua figlia in totale isolamento, controllando ogni sua mossa sin dalla nascita. Ma ora, mentre si prepara a partire per il college, Chloe comincia a scoprire dei segreti inimmaginabili il cui significato può solo cercare di intuire.

Dal regista, dagli sceneggiatori e dai produttori visionari del film rivelazione Searching, arriva questo thriller che vi terrà col fiato sospeso, perché quando la mamma si avvicina troppo, conviene “correre”!

Il film è interpretato da Sarah Paulson, diventata un’icona dell’Horror psicologico contemporaneo grazie alla sua interpretazione nella celebre serie TV, American Horror Story, e qui nei panni di una mamma con un segreto scioccante, che farà di tutto per serbare. Accanto a lei c’è Kiera Allen, nel ruolo di Chloe, l’adolescente sulla sedia a rotelle, e quindi, per questo, incapace di scappare. La Allen in questo film è al suo debutto cinematografico come protagonista; la sua performance in Run segna la nascita di un giovane nuovo talento interessante, in un’avvincente storia di scoperta e inclusione.

Il regista emergente Aneesh Chaganty e i produttori Natalie Qasabian e Sev Ohanian (quest’ultimo ha scritto la sceneggiatura insieme a Chaganty), offrono una nuova prospettiva su questo genere di thriller Hitchcockiano, in cui mettono in scena una paranoia crescente, che culmina con uno sconvolgente colpo di scena.

In Run, Chaganty esplora altresì i temi universali e riconoscibili della relazione di una adolescente con sua madre, e il caos onnipresente che si nasconde sotto la superficie della vita quotidiana.

“Run è una lettera d’amore all’età d’oro di Hollywood. È un thriller puro, su una madre e una figlia che scoprono alcune cose l’una dell’altra. Parte tutto da questo”, precisa Chaganty.