Tratto dall’omonimo libro dello
scrittore americano Castle Freeman Jr., arriva il
13 ottobre nelle sale italiane Go With Me,
thriller ad alta tensione che annovera un cast di tutto rispetto.
Oltre al premio Oscar Anthony
Hopkins, infatti, incontriamo la protagonista
Julia Stiles, l’immenso Ray
Liotta e il bravo Alexander
Ludwig, nuova e promettente scoperta dello star system
hollywoodiano.
Le peculiarità di questo action
movie sono principalmente due: la prima è l’unità di tempo, il film
è girato quasi completamente in tempo reale. Lo spettatore segue di
pari passo con gli interpreti il succedersi degli accadimenti, in
climax ascendente ma pacato, e proprio per questo più verosimile di
molte storie frenetiche e “spezzettate” alle quali siamo
abituati.
Anthony Hopkins
nel trailer italiano di
Go With Me
La seconda particolarità di un film
come Go With me è che più che di un action, si
dovrebbe parlare di un road movie. Non ci sono
scene particolarmente movimentate, non ci sono sparatorie di grande
rilievo e soprattutto, non ci sono esplosioni.
La vicenda si disvela durante i
numerosi viaggi in macchina dei tre protagonisti principali,
metafora di un viaggio esistenziale che – al suo punto di svolta –
i tre decidono in qualche modo di compiere insieme.
La trama è semplice: in una
sperduta e gelida cittadina americana, a nord ovest del Pacifico,
una donna (Julia Stiles) comincia a essere
molestata in maniera pesante da un ex-poliziotto (Ray
Liotta) che pare tenere in pugno la cittadina. Liquidata
frettolosamente dallo sceriffo del posto, l’ultima chance della
donna sarà quella di rivolgersi all’anziano taglialegna Lester
(Anthony Hopkins) – uomo
dall’oscuro passato ma dalla ferrea morale – e dal suo strambo
aiutante Nate (Alexander Ludwig).
Il tema della famiglia “adottiva”,
tanto caro alla narrativa americana, si fa evidente anche in questo
film, laddove i tre protagonisti che si coalizzano, a mano a mano
riusciranno a stringere un inscindibile legame, chiaro latore di un
“bene” che vince sempre.
Nonostante i buoni propositi,
Go with me è un film che non decolla. E non tanto
perché sceglie di raccontare l’action o la suspense in modi sui
generis, quanto perché – pur avvalendosi di espedienti
interessanti – non sa sfruttarli appieno.
Non solo. Nonostante
l’ottima colonna sonora scritta da Anders Niska & Klas
Wahl – che ricorda estremamente da vicino le inquietanti
note di Bernard Hermann in Psycho
– lo suspense è… “stiracchiata”.
Sì, perché quando si assiste alla
visione di Go with me, l’aggettivo “stiracchiato”,
per quanto poco consono ed elegante sia, pare adattarsi
perfettamente a questa pellicola. Il mistero non è mai mistero e i
pochi momenti di tensione sono affrontati più con rassegnazione che
con stupore.
Gli stessi attori appaiono
svogliati e fuori ruolo, ed il bravo Hopskins –
che si cimenta in battute dalla scarsissima verve comica – sembra
non capire bene perché sia lì.