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Joss Whedon e il futuro: vorrebbe dirigere un film di Star Wars

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Joss Whedon e il futuro: vorrebbe dirigere un film di Star Wars

Joss Whedon è probabilmente il regista più amato dai fan dei cinecomics, avendo portato per la prima volta sul grande schermo gli Avengers. Dopo Age of Ultron, il regista ha apparentemente chiuso la sua collaborazione con Marvel, per il momento, ma resta sempre aperto a collaborare di nuovo con la casa delle idee e con qualunque altro studio che gli offra la possibilità di portare qualcosa di personale in un disegno più grande.

In particolare, Joss Whedon ha dichiarato di non disdegnare affatto l’idea di dirigere un film di un franchise importante come quello di Star Wars: “Credo sia una cosa divertente da fare, non credete? Mettere qualcosa di personale al servizio di un disegno più grande se ti permettono di aggiungere la tua interpretazione. Non c’è niente di diverso da nessun’altro racconto. A volte bisogna barcamenarsi, ma per esempio la Marvel mi ha fatto fare due film che sono fondamentalmente miei. Per cui, farei un film su Bond? Si. Anne Hathaway tornerebbe di nuovo a fare Catwoman? Perché no. Voglio fare un film di Star Wars? Certo. Perché mai si dovrebbe dire di no? Ho visto il trailer di Rogue One e ho pensato che vorrei davero fare qualcosa del genere.”

Che i vertici della LucasFilm siano in ascolto? Che ne pensate?

Joss Whedon rivela quale Avengers sarebbe perfetto come Presidente degli USA

Fonte: ScreenRant

Avengers Infinity War: alcuni degli Illuminati appariranno nel film

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Kevin Feige è sicuramente una preziosa fonte di informazioni per quello che riguarda la produzione dei film Marvel, e l’atteso Avengers Infinity War non fa eccezione.

Il boss dei Marvel Studios ha infatti parlato di nuovo dei personaggi che vedremo nel film che siglerà la fine della Fase 3 e ha annunciato che potremmo vedere anche alcuni dei personaggi che costituiscono la formazione degli Illuminati.

“Dunque, quello che è interessante in merito agli Illuminati – ha dichiarato Feige – è che alcuni personaggi della formazione interagiscono con altri personaggi, quindi non so esattamente in che modo seguendo la storyline, ma alcuni personaggi tra questi saranno visti sullo schermo nel prossimo Avengers Infinity War.”

Gli Illuminati sono un gruppo di personaggi dei fumetti, creato da Brian Michael Bendis (testi) e Steve McNiven (disegni), pubblicato dalla Marvel Comics. Considerando che la formazione originale della squadra, composta da Namor, Iron Man, Freccia Nera, Charles Xavier, Doctors Strange e Reed Richards, fanno già parte del MCU, nons arebbe strano vederne alcuni all’opera contro Thanos.

Che ne pensate?

Avengers Infinity War: anche i personaggi del piccolo schermo nel film?

Avengers Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Fonte: SR

Rogue One A Star Wars Story: svelata la durata del film?

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Rogue One A Star Wars Story: svelata la durata del film?

Il sito Event Cinemas ha svelato, anche se non in maniera ufficiale, la durata complessiva di Rogue One A Star Wars Story, che arriverà al cinema il prossimo 14 dicembre. Il film diretto da Gareth Edwards dovrebbe essere lungo 133 minuti, ovvero 2 ore e 13, il che lo renderebbe cinque minuti più breve di Star Wars il Risveglio della Forza. La durata sembra ragionevolmente attendibile, anche se non si hanno ancora conferme ufficiali dalla LucasFilm o dalla Disney.

Rogue One A Star Wars Story: il trailer numero tre

Diretto da Gareth Edwards su una sceneggiatura di Gary Whitta e Chris Weitz, Rogue One a Star Wars Story è un film prequel ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sithe Una Nuova Speranza. L’uscita in Italia è prevista per il 14 dicembre 2016. Nel cast del film Felicity JonesMads Mikkelsen, Rizz AhmedDiego LunaForest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn. 

Il film sarà certamente ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle pronta per la battaglia.

Black Panther: ci sarà un personaggio creato solo per il film

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Black Panther: ci sarà un personaggio creato solo per il film

Continua la produzione di Black Panther in casa Marvel, e dopo avervi rivelato il titolo di lavorazione del film di Ryan Coogler, arriva adesso via Variety una nuova informazione in merito al casting del film.

Letitia Wright, che vedremo in Ready Player One di Steven Spielberg, è entrata a far parte del cast e interpreterà Serita, un personaggio creato appositamente per il film con protagonista Chadwick Boseman. Sembra probabile che si tratti di un quarto membro del Dora Milajea, il corpo di guardia personale di T’Challa.

Black Panther: l’anello di T’Challa ha dei poteri?

Coogler scriverà e dirigerà Black Panther che seguirà la storia di T’Challa, il re guerriero di Wakanda, da dove era stata interrotta in Captain America Civil War. Non è ancora chiaro quali altri personaggi parteciperanno alla storia, anche se sembra una buona possibilità che nel film ci sia anche Ulysses Klaw, che ha esordito in Avengers Age of Ultron con il volto di Andy Serkis. Inoltre sembra ci possa essere spazio anche per Everett Ross, visto sempre in Civil War con il volto di Martin Freeman.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Con lui ci sono Michael B. Jordan che interpreterà Erik Killmonger (un villain nel materiale d’origine), il premio Oscar Lupita Nyong’o, che sarà Nakia, un ex membro del Dora Milaje di Wakanda, ora agente del Killmonger, e Danai Gurira nei panni di Okoye, un membro del Dora Milaje, le donne che si allenano per diventare le mogli del Re di Wakanda. Winston Duke sarà Man Ape.

Black Panther arriverà al cinema il 16 febbraio del 2018.

Festa di Roma 2016: Meryl Streep regina del tappeto rosso – foto

Festa di Roma 2016: Meryl Streep regina del tappeto rosso – foto

La giornata di giovedì 20 ottobre alla Festa di Roma è stata tutta per Meryl Streep, vera e propria leggenda internazionale che ha portato alla manifestazione capitolina il suo ultimo film, Florence Foster Jenkins.

Di seguito gli scatti dal tappeto rosso dell’Auditorium:

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Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Festa di Roma 2016: Florence Foster Jenkins recensione del film con Meryl Streep e Hugh Grant

Festa di Roma 2016: The Hollars diretto da John Krasinski

Festa di Roma 2016: The Hollars diretto da John Krasinski

Sarà presentato oggi nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2016The Hollars, il film diretto da John Krasinski con protagonisti Anna Kendrick, Mary Elizabeth Winstead, Sharlto Copley e Richard Jenkins.

Festa di Roma 2016: The Hollars diretto da John Krasinski

Trama The Hollars: John Hollar è un artista di New York costretto a tornare nella piccola città della provincia americana che ha lasciato da tempo, nel momento in cui riceve la notizia della malattia di sua madre. Dopo essere tornato nella casa in cui è cresciuto, John rimane immediatamente coinvolto, suo malgrado, nei problemi della sua famiglia disfunzionale, ritrova un vecchio rivale di quando era al liceo e la sua ex fidanzata particolarmente esuberante, tutto questo mentre la sua ragazza, a New York, sta per avere un bambino e lui sta per diventare padre.

Festa di Roma 2016: Michele Placido con 7 minuti

Festa di Roma 2016: Michele Placido con 7 minuti

Sarà presentato oggi alla Festa del cinema di Roma 20167 minuti, il nuovo film di Michele Placido che vede protagonisti AMBRA ANGIOLINI, CRISTIANA CAPOTONDI, FIORELLA MANNOIA, MARIA NAZIONALE, VIOLANTE PLACIDO, CLÉMENCE POÉSY, SABINE TIMOTEO e con OTTAVIA PICCOLO e ANNE CONSIGNY.

7 minuti una produzione Goldenart con Rai Cinema arriverà al cinema dal 3 Novembre 2016.

Festa di Roma 2016: Michele Placido con 7 minuti

7 MINUTI Da una storia vera: I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale.

Sembra che non siano previsti licenziamenti, operaie e impiegate possono tirare un sospiro di sollievo. Ma c’è una piccola clausola nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda. A poco a poco il dibattito si accende, ad emergere prima del voto finale saranno le loro storie, fatte di speranza e ricordi. Un caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti, vite di donne, madri, figlie.

Doctor Strange: nuovo video “Controllare il fato e il destino”

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Doctor Strange: nuovo video “Controllare il fato e il destino”

Walt Disney Pictures ha diffuso un nuovo contributo video di Doctor Strange, l’attesissima nuovo film Marvel Studios in uscita il 26 ottobre che trascinerà il pubblico in un viaggio pericoloso, misterioso e strabiliante.

Secondo il produttore Kevin Feige “nell’Universo Cinematografico Marvel ci sono numerosi film ambientati in contesti urbani: si tratta di storie ‘a misura d’uomo’ per così dire. E poi c’è il livello cosmico, che abbiamo esplorato in film come ThorGuardiani della Galassia e The Avengers. Ma nei fumetti Marvel c’è anche un lato soprannaturale molto importante, che non avevamo ancora esplorato al cinema. Doctor Strange è il film ideale per entrare finalmente in quel reame”.

Doctor Strange: le prime reazioni al film con Benedict Cumberbatch

Per realizzare un film che si amalgamasse con il realismo dell’Universo Cinematografico Marvel, il regista Scott Derrickson voleva assicurarsi di prendere molto sul serio il lato scientifico delle dimensioni alternative, rispettando le varie teorie scientifiche sugli universi paralleli. “Il misticismo” spiega il regista, “rifugge le nostre categorizzazioni e la nostra abilità di comprendere attraverso la conoscenza, che è scientifica e dimostrabile. Ai miei occhi, il misticismo non nega l’esistenza della realtà: vuole semplicemente dirci che esiste una realtà superiore che va oltre la nostra comprensione”.

Doctor Strange: il trailer italiano del film con Benedict Cumberbatch

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Doctor StrangeDai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Florence Foster Jenkins: recensione del film con Meryl Streep

Florence Foster Jenkins: recensione del film con Meryl Streep

Ad appena un anno di distanza dal suo ultimo lungometraggio – un biopic dal titolo The Program – il celebre regista de Le Relazioni Pericolose, Stephen Frears, torna all’attacco con Florence Foster Jenkins film liberamente ispirato alla vita dell’omonima cantante d’opera.

La storia si svolge a New York nei gloriosi anni venti. Florence (Meryl Streep), è una ricca ereditiera, una donna bizzarra ed eccentrica che, pur non avendo alcun tipo di talento musicale, sogna di diventare una famosa cantante lirica. Convinta di poter stregare il pubblico newyorkese con la sua voce non proprio angelica, Florence tenterà la scalata al successo con l’aiuto del marito St. Clair Bayfield (Hugh Grant), un nobile inglese squattrinato nonché mediocre attore teatrale, e del giovane pianista Cosmè McMoon (Simon Helberg).

florence-foster-jenkins-1Stephen Frears ancora una volta sceglie di raccontarci la storia di una donna eccezionale e complessa nella sua diversità, con quella grazia e raffinatezza caratteristiche del suo stile. Nonostante infatti la storia di Florence fosse stata già proposta al cinema soltanto un anno fa da Xavier Giannoli con il suo Marguerite – film che conquistò pubblico e critica al Festival di Venezia  -, l’ultima fatica di Frears sembra avere una marcia in più. Mentre il film di Giannoli è un vero e proprio ‘one woman show’, Florence Foster Jenkins lascia spazio di manovra anche agli altri personaggi; il ritratto della protagonista si delinea anche e soprattutto grazie alla presenza di una coppia di comprimari d’eccellenza come Hugh Grant, straordinario nella parte del marito fedifrago e devoto allo stesso tempo, e Simon Helberg – l’Howard Wolowitz di The Big Bang Theory – che dà vita ad un personaggio a dir poco esilarante dimostrando di essere pronto ad abbandonare il mondo delle sitcom per spiccare il volo.

Si tratta quindi di una commedia brillante ma non solo; a momenti di estrema comicità Frears contrappongono infatti scene davvero drammatiche che creano uno leggero squilibrio nella narrazione e rallentano in alcuni punti il ritmo di un film che, per la maggior parte, corre spedito e senza intoppi. A fare la differenza, oltre al magnifico impianto estetico del film, è senza alcun dubbio la presenza di una protagonista immensa ed ineguagliabile nella sua bravura. Dopo aver visto infatti Meryl Streep cantare come un usignolo in film come Mamma Mia!, Radio America e il più recente Into The Woods, sorprende che  la stessa possa essere tanto convincente con una voce tanto sgraziata e stonata.

florence-foster-jenkins-2Grazie quindi ai suoi colori pastello, ai tessuti preziosi e scintillanti degli eccentrici abiti della protagonista, alla sua accattivante atmosfera così retrò, Florence Foster Jenkins è un film che incanta e che riesce a placare la fame di bellezza dello spettatore. Nonostante non sia il Frears migliore degli ultimi anni, questo film è un irrinunciabile ‘pasticcino’ da festival al quale nessuno saprà rinunciare.

Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Dopo aver visto confessarsi e sfilare sul tappeto rosso star internazionali come Tom Hanks, Viggo Mortensen e Oliver Stone oggi la Festa del Cinema di accoglie la meravigliosa Meryl Streep, leggenda del cinema.

L’attrice premio Oscar più premiata al mondo, qui a Roma per l’anteprima italiana del film Florence Foster Jenkins di Stephen Frears, subito dopo la proiezione si è concessa ai giornalisti in una lunga ed entusiasmante conferenza stampa. Ecco il resoconto dell’incontro.

Festa di Roma 2016: Florence Foster Jenkins recensione del film con Meryl Streep e Hugh Grant

Si dice che solo chi canta senza cuore può definirsi davvero senza talento; dopo essersi messa alla prova con il difficile ruolo di Florence, come considera questa affermazione?

“È un’affermazione davvero interessante e che non avevo mai sentito. Penso che la utilizzerò in futuro quando dovrò parlare di Florence [ride]. Per me il talento è prima di tutto una questione di passione; tutto ciò che facciamo perde d’importanza se non lo facciamo con amore.”

Nel corso della sua carriera l’abbiamo vista affrontare ruoli sempre differenti e mai facili. Questa volta come si è preparata per il personaggio di Florence?

“Devo ammettere che è stato molto difficile ed interessante lavorare su Florence. Non ho mai avuto un ruolo come questo […] Quando ho iniziato a prepararmi per affrontare questo nuovo personaggio, mi è subito venuto in mente un episodio di cui avevo letto tempo fa e che riguardava il famoso compositore statunitense George Gershwin; nonostante il suo incredibile talento, spesso Gershwin suonava da solo in una sala vuota, andando fuori tempo quasi come volesse stonare di proposito. Ecco, questo mi ha fatto pensare immediatamente a Florence, alla quale non importava cantare bene o meno ma lo faceva solo perché era una cosa che la rendeva felice.”

Le elezioni presidenziali americane sono ormai alle porte e tutti noi conosciamo bene le sue opinioni a riguardo; c’è qualcosa che vorrebbe dire agli americani, un messaggio che vorrebbe condividere, affinché votino per Hillary Clinton o per Donald Trump?

“[ride] Devo dire che onestamente non ne sento la necessità. Stanno entrambi facendo un ottimo lavoro da soli, senza il mio aiuto, a difendere i propri valori…soprattutto Trump [ride]. Penso che gli americani abbiano ormai capito di che pasta è fatto e di quanto valga Hillary. Ora la decisione spetta a loro.”

meryl-streep

Nel film St. Clair – interpretato da uno splendido Hugh Grant – protegge sua moglie Florence dalle recensioni negative che continuano a pioverle addosso. C’è mai stato un St. Clair nella sua vita che, per risparmiarle un dolore, le ha tenuto nascoste delle recensioni non proprio lusinghiere?

“[ride] Devo ammettere che non leggo mai le recensioni. Senza offesa ma penso che il giornalismo al giorno d’oggi sia avvelenato da una massiccia dose di criticismo che spesso e volentieri si abbatte sulle donne soprattutto riguardo l’aspetto estetico; si parla di come sia invecchiata una donna, di quante rughe le siano comparse sul viso o di quanto sia ingrassata… Preferisco evitare tutto questo, non mi interessa. Mi affido di solito alle persone che mi amano e che amano ciò che faccio; il loro parere per me conta più degli altri anche non è quasi mai obiettivo [ride].”

Lei è ormai considerata una leggenda del cinema, un’attrice alla quale le ragazze più giovani si ispirano e che prendono ad esempio. Come si sente ad essere un modello per le nuove generazioni di attrici?

“Mi sento davvero onorata ed obbligata a dare il massimo in ogni cosa che faccio. Devo dire che mi sento spesso sotto pressione, soprattutto il primo giorno di lavoro, perché appena metto piede sul set sento immediatamente gli occhi di tutti addosso. Le persone tendono a trattarmi come un mito ma io sono una persona come le altre; voglio che, soprattutto al lavoro, non ci siano muri tra me e i miei colleghi né tantomeno che loro abbiamo paura di me [ride]. Anche io commetto errori; spesso sul set capita che, nonostante le indicazioni dettagliate del regista, io sbagli o mi dimentichi una battuta o che vada a destra invece che a sinistra: solo in quel momento le persone cominciano a rilassarsi.”

L’abbiamo vista spesso cantare in film come Radio America e Mamma Mia! e sappiamo che ha una bellissima voce. Con Florence invece si è dovuta confrontare con una donna che è tutto fuorché intonata; in che modo si è preparata?

“Sembra strano ma la preparazione è stata lunga e molto complessa. Avevo un vocal coach che mi seguiva e ricordo che, proprio mentre cercavo di capivo come riuscire ad interpretare quelle bellissime arie in pieno stile Florence, mi divertivo a provocare con i miei atteggiamenti il mio bravissimo pianista russo che faceva di tutto per trattenersi e non scoppiare a ridere.”

Ricordiamo tutti con quanto vigore ha sostenuto, all’ultima edizione del Festival di Berlino, il film italiano Fuocoammare di Gianfranco Rosi e sicuramente saprà che sarà il candidato italiano nella categoria Miglior Film Straniero ai prossimi Oscar. Forse non sa che la candidatura di Rosi è stata accompagnata da una lunga polemica proprio perché  per molti il film sarebbe stato meglio nella categoria documentario; continuerà a sostenere Fuocoammare agli Academy?

“Oh ma certo! Sono molto orgogliosa che il film di Rosi sia stato scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar e spero che l’Academy lo vorrà sostenere. È un film assolutamente unico nel suo genere. Per noi americani spesso le tragedie del mediterraneo sono solo numeri o statistiche lette dai presentatori del tg della sera; vedere invece immagini di corpi senza vita in acqua o il volto insanguinato di un bambino terrorizzato scampato ad un bombardamento è qualcosa che colpisce nel profondo. Tutti sappiamo riconoscere il male ma spesso non riusciamo ad immaginarne gli effetti catastrofici. Fuocoammare è un film importante che continuerò a sostenere.”

Nonostante la poca maturità di Florence, che sembra quasi una bambina intrappolata nel corpo di un’adulta, lei è riuscita a rendere il suo personaggio molto complesso e a regalarci tutto un caleidoscopio di emozioni.

“Prima di tutto grazie per il complimento, lo apprezzo molto. È bello che sia riuscita a trasmettere così tanto con un solo personaggio. Florence è una donna molto più complessa di quanto si possa pensare; proprio come una bambina riesce a strapparti un sorriso con un show improvvisato, così anche l’ingenuità di Florence ti colpisce dritto al cuore […] In lei ci sono ancora quell’incoscienza e quella spontaneità che tutti noi, purtroppo o per fortuna, perdiamo naturalmente crescendo.”

Per Florence l’arte, la musica, è una vera e propria ragione di vita; per lei cosa vuol dire fare cinema?

“È lo stesso per me. Quando recito mi sembra sempre la prima volta, provo le stesse sensazioni, lo stesso brivido del primo giorno. Il mio entusiasmo non svanisce con il passare del tempo e ogni ruolo riceve le stesse attenzioni; ogni personaggio va difeso e curato perché ognuno merita il suo posto nel mondo.”

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Per lei recitare è un po’ come nascondersi in un personaggio oppure sente in qualche modo di prevaricarlo?

“Alcuni dei registi con i quali ho lavorato potrebbero dire che io in effetti l’abbia fatto [ride]. In realtà non ho mai voluto prevaricare i personaggi ma immergermi completamente in essi: è una sorta di mio guilty pleasure [ride] È qualcosa che ho sempre fatto già da piccola quando mi divertivo a fingere di essere mia nonna; voler essere qualcun altro è un privilegio che viene concesso a noi attori al quale non potrei mai rinunciare. È terribilmente egoista, lo so [ride].”

Nel film di Stephen Frears si parla tanto dell’amicizia di Florence con Arturo Toscanini, noto direttore d’orchestra italiano; cosa le piace dell’Italia?

“[parla in italiano] Ooohhh amo tutti! In America tutti vogliono essere italiani [ride].”

C’è qualche attrice giovane oggi che pensa possa essere in un certo senso la sua erede e che possa fare una carriera simile alla sua?

“In tanti anni di carriera penso di aver infranto un bel po’ di tabù e di aver fatto strada alle nuove generazioni. Anni fa quando un’attrice arrivava a sessant’anni diventava inutile e nessuno sapeva cosa farle fare e la sua carriera si spegneva lentamente. Adesso, anche grazie alla televisione, le donne hanno molto più libertà e scelta.”

Meryl Streep

Il personaggio di Florence vive in un’illusione per placare il suo dolore fisico e non solo. Crede che questa possa essere una soluzione? E, ha mai pensato di saper fare qualcosa che invece non le riusciva poi così tanto bene?

“I film sono un’illusione. Senza il cinema e i film voi non sareste qui con me. Tutti abbiamo bisogno di illusione per vivere e per affrontare la vita quotidiana senza sentire il costante desiderio di suicidarci [ride] Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, non mi viene in mente niente di specifico ma ho dei figli che non perdono mai occasione di ricordarmi cosa non riesco a fare [ride].”

Non so se lo sa ma esiste un film francese, Marguerite di Xavier Giannoli, presentato l’anno scorso al Festival del Cinema di Venezia, che racconta una storia molto simile a quella di Florence Foster Jenkins. Volevo sapere se ha mai visto questo film e cosa ne pensa.

“Ho sentito molto parlare di Marguerite e sempre con toni entusiastici ma purtroppo non l’ho ancora visto.”

 

Festa di Roma 2016: Fritz Lang recensione del film di Gordian Maugg

Fritz Lang, all’apice della sua carriera, dopo i grandi successi realizzati in Germania, è in profonda crisi nel trovare la giusta ispirazione per un nuovo film, che gli viene pressantemente richiesto dai suoi produttori.

Nel suo vivere smodato e svogliato, tra prostitute e abuso di droga, si imbatte sul giornale nella notizia di un crudele assassino seriale a Düsseldorf. Decide così di indagare e di costruire il suo nuovo film sulla vicenda, abbandonando la grandiosità della messinscena e l’uso delle masse, che lo avevano caratterizzato nelle sue opere precedenti, per potersi liberamente dedicare alla psicologia di un singolo personaggio, avvalendosi  anche al supporto del sonoro. L’indagare, vagando in uno stato di psicosi generale creata dall’assassino e il confrontarsi con lui dopo l’ arresto, lo porterà a una dolorosa riflessione nei confronti di se stesso.

Gordian Maugg getta in pasto al pubblico un Lang molto diverso dalla logica mitizzazione che solitamente avviene nei confronti delle figure di spicco di arte e cultura. Con un duro e convincente bianco e nero, in un formato quadratoide che richiama le vecchie pellicole, racconta senza pudori e senza pietà i tormenti di un uomo famoso, egocentrico, drogato, sadico, costretto a fare i conti con un passato duro e violento. Lo vediamo in crisi con la moglie Thea, anche sua sceneggiatrice, ma soprattutto alle prese con i tragici ricordi della guerra, con le persone da lui uccise in Galizia e con la ferita all’occhio che lo accompagnò per tutta la vita.

Il regista costruisce una sfrontata indagine da parte di Fritz Lang sul mostro di Düsseldorf, aiutata e permessa da un suo amico nella Polizia, dove i fatti reali si mescolano con l’immaginazione e con la finzione filmica. In questo sta tutta l’originalità e la destrezza di Maugg, che riesce abilmente a costruire un insieme di sequenze in cui il confine tra realtà e finzione viene continuamente spezzato con sapienti irruzioni visive di personaggi ed elementi. Un azzeccato uso di materiali di repertorio e di spezzoni di film dello stesso Fritz Lang, in particolare M – Il Mostro di Düsseldorf, diviene materia plasmabile nelle sue mani rappresentando una scelta vincente. Gli interpreti sono convincenti e perfettamente calati nei ruoli, supportati da una fotografia ben calibrata, anche se forse scontata, per il suo richiamo duro e tagliente, oltre al già citato bianco e nero, al cinema espressionista tedesco.

Rimane solamente il dubbio di quanto si sia spinta la mano sulla fantasia, forzando il reale svolgersi degli eventi e giocando forse troppo sulla figura di Fritz Lang.

Tutte le news e le recensione nel nostro speciale dedicato alla Festa del cinema di Roma

 

Festa di Roma 2016, foto: Meryl Streep all’Auditorium

Ecco le prime foto Meryl Streep all’Auditorium dove presenta nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2016 Florence Foster Jenkins, il film diretto da Stephen Frears. Ecco tutte le foto:

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Florence Foster Jenkins racconta la storia vera della cantante d’opera Florence Foster Jenkins, diventata nota per le sue scarse abilità canore. Meryl Streep è la protagonista della pellicola, affiancata da Hugh Grant, Simon Helberg, Nina Arianda e Rebecca Ferguson.

Le riprese del film si sono svolte nel Regno Unito. Nel film vediamo la Streep nei panni di Florence Foster Jenkins con Grant nei panni del suo partner St. Clair Bayfield.

Meryl StreepIl film è la storia vera dell’ereditiera di New York ossessionata dall’idea di diventare una cantante d’opera. La sua voce che lei percepiva nella sua testa era bellissima, ma per tutti gli altri era chiaramente orribile. Suo “marito” e agente, St. Clair Bayfield, un aristocratico inglese che faceva l’attore, era determinato a proteggre la sua amata Florence dalla verità. Ma quando lei decise di dare un concerto pubblico a Carnegie Hall nel 1944, lui seppe immediatamente che era di fronte alla più grande sfida della sua vita.

Il film è diretto da Stephen Frears su una sceneggiatura di Nicholas Martin e nel cast vediamo anche Simon Helberg, Rebecca Ferguson e Nina Arianda. Il film uscirà nelle sale britanniche il prossimo 6 maggio, mentre negli Stati Uniti arriverà il 12 agosto.

Kubo e la spada magica: recensione del film in stop-motion

Kubo e la spada magica: recensione del film in stop-motion

Il giovanissimo Kubo, scampato grazie alla mamma alla furia del malvagio nonno, si guadagna da vivere affascinando gli abitanti di un piccolo villaggio di pescatori con il suo magico dono di dar vita a storie mirabolanti facendole saltar fuori dagli origami animati al suono del suo Shamisen. Il nonno ha rubato un occhio al piccolo Kubo quando era appena nato e ora vorrebbe impossessarsi di quello rimasto, facendo ricorso a tutte le sue arti malvagie e all’aiuto di due terribili zie.

Che Laika sforni capolavori non è certo una novità e le quattro candidature all’Oscar sui quattro film finora realizzati lo conferma pienamente. L’Oriente messo in scena in Kubo e la spada magica da Travis Knight innamorato perdutamente del Giappone dai tempi in cui seguiva il padre (Proprietario di Nike) nei suoi viaggi di lavoro, è veramente sorprendente per accuratezza di dettagli e per maestosità, nonché per l’originale capacità di interpretazione grafica, che ci regala un Giappone dei tempi dei samurai unico e convincente. I set, costruiti realmente in teatro di posa, in scala 1:5,  sono stati poi ulteriormente moltiplicati ed estesi con sapienti interventi di compositing digitale, rendendo le ambientazioni fortemente spettacolari e soprattutto credibili.

Kubo e la spada magicaI personaggi sono meravigliosi e denotano un lungo studio per approdare alle felici scelte definitive. Kubo, il protagonista, riesce letteralmente a sfondare lo schermo, regalando una miriade di espressioni e di emozioni da fare invidia al migliore degli attori in carne e ossa. La riconoscibilità dei caratteri stilistici dei personaggi rappresenta un altro punto di forza del progetto. Si capisce dai primi fotogrammi che si tratta di un film con il marchio Laika, ormai sinonimo di qualità e garanzia per una storia avvincente, mai banale, con contenuti adatti a ogni età e soprattutto con le giuste tinte macabre, che l’accompagnano dai tempi dello stupefacente Coraline.

In Kubo e la spada magica l’uso del digitale è massiccio, necessario per supportare la grandiosità delle situazioni sceniche, ma anche discreto e non prova mai a rubare la scena all’animazione a passo uno, che rimane in tutta la sua riconoscibilità.

Le voci originali sono di grandi attori del calibro di Charlize Theron, Art Parkinson, Ralph Fiennes, George Takei, Rooney Mara e Matthew McConaughey, e di conseguenza anche l’impostazione fondamentale della recitazione impartita ai burattini. Rimane quindi la paura per il doppiaggio italiano, che come spesso avviene per i film d’animazione potrebbe sminuire o male interpretare il grande lavoro di base fatto sulla caratterizzazione dei personaggi.

Kubo e la spada magica

La colonna sonora, piacevole, funzionale alla narrazione e chiaramente dal sapore orientale, è dell’italiano Dario Marianelli. Per i titoli di coda la cantautrice e pianista Regina Spektor ha realizzato una cover di “While My Guitar Gently Weeps”, celebre brano dei Beatles, scritto da George Harrison.

Travis Knight, approdato finalmente alla regia dopo anni di lavoro come capo animatore e produttore, ci regala un gioiello dell’animazione a passo uno, un viaggio fantastico adatto a spettatori di ogni età. Una festa per gli occhi, un turbine di colori, l’avventura di una piccola armata di personaggi strabilianti immersi in  ambientazioni mozzafiato che si rifanno a un Giappone antico e reinventato con intelligente fantasia. Il quarto film di casa Laika Kubo e la Spada Magica rappresenta l’ennesimo riuscito passo avanti nel perfezionamento di quella particolare forma di animazione riportata non troppi anni fa alla ribalta dal buon Tim Burton.

Logan: anche Xavier e X-23 (?) negli screen dal trailer

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Logan: anche Xavier e X-23 (?) negli screen dal trailer

Il primo trailer di Logan ci ha dato un assaggio di quello che sarà il terzo film su Wolverine, con protagonista uno Hugh Jackman invecchiato e alle prese con il tempo che scorre inesorabile, anche per un mutante eternamente giovane come quello che interpreta ormai da 16 anni.

Di seguito potete vedere qualche screen ad alta risoluzione dal trailer stesso in cui vediamo non solo Logan e l’annunciato Xavier, ma anche una ragazzina che dovrebbe essere X-23:

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Logan: primo trailer italiano con Hugh Jackman

Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con questo film.

Logan ha un’uscita prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James Mangold (già regista di Wolverine L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh Jackman, Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal e Patrick Stewart.

Doctor Strange: le prime reazioni al film con Benedict Cumberbatch

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Mentre il 26 ottobre 2016 è sempre più vicino e l’uscita nelle nostre sale di Doctor Strange si approssima, arrivano dagli Stati Uniti le prime reazioni alla visione del film.

Quello che sembra un sentimento condiviso dai più è che, lontano dai soliti sensazionalismi legati a un nuovo film Marvel in uscita, questa volta la casa delle idee abbia prodotto un film intelligente e visivamente innovativo, che porta avanti l’aspetto estetico del MCU e non solo storie e personaggi. Inoltre anche il 3D sembra essere stato sfruttato a pieno.

Ecco alcune delle impressioni a caldo:

Steven Weintraub: Doctor Strange è diverso da qualunque film di Marvel ed è per questo che amo la Marvel. Continuano a a reinventarsi facendolo sembrare semplice. La componente visiva è meravigliosa. Vale la pena guardarlo in 3D. Ci sono due scene nei titoli di coda ed entrambe anticipano il futuro…senza spoiler. Non è il miglior film Marvel, ma è un fantastico adattamento di Doctor Strange con delle sequenze che vi manderanno al tappeto.

Peter Sciretta: Le scene d’azione di Doctor Strange rendono i quadri di MC Escher perfettamente innocui. Cumberbatch è completamente immerso nel personaggio, il film è più divertente di quanto mi aspettassi, un richiamo alle storie in solitario in stile Iron Man.

Josh L. Spoockey: Dico Sì alla Proposta di Legge della California 64 perché voglio qualunque cosa si fumino alla Marvel, e la voglio subito. La magia in Doctor Strange rende Harry Potter come un circolo di prestigiatori. Tra le cose migliori, i personaggi del film sono il più multidimensionali possibile. Lo sviluppo e la conclusione delle storie sono architettate a dovere.

Erik Davis: È decisamente il film Marvel più strano fino ad oggi, ma è selvaggio e strano nei migliori modi possibili. Aspetto visivo da urlo, storia ben inquadrata. Le scene d’azione sono incredibili, ferocemente folli, frenetiche e nerd. Se c’è un punto debole, è l’umorismo. Non si fonde bene come nel caso degli altri film Marvel.

David Ehrlick: Doctor Strange è colpevole di *tutti* i soliti problemi dei film Marvel, ma Tilda Swinton e alcune sequenze impressionanti lo rendono uno spettacolo meritevole di essere visto. Non pensavo che l’avrei detto, ma finalmente abbiamo un film Marvel con una bella colonna sonora. Che fortuna essere vivi per assistere a tutto ciò.

Mike Ryan: Mi è piaciuto. Il film più autonomo dall’UCM degli ultimi tempi. Mi è quasi sembrato un reboot di Iron Man. Nel senso che sembra che quel coglione ma affascinante Stephen Strange sia destinato a prendere il posto di quel coglione ma affascinante Tony Stark. Strange e Stark sono *quasi* lo stesso personaggio. Ha senso che scelgano una star come Cumberbatch per entrare in gioco ora che Downey si prepara a dire addio. Spero solo che un giorno impari a essere semplicemente Doctor Normal.

Wolfman Bibbiani: Non lo metterei nella top cinque dei film Marvel, ma Doctor Strange è un film di grande intrattenimento con grandi idee, CGI da favola e scene d’azione uniche.

Alex Welch: Doctor Strange contiene alcune delle migliori scene d’azione in un film Marvel. Ci sono solo problemi con l’umorismo e con il ritmo della storia. Benedict È Doctor Strange, la sua performance tiene incollati allo schermo per tutto il film. E poi anticipa qualcosa di molto eccitante per l’Universo Marvel in arrivo. Ultima cosa: la colonna sonora di Michael Giacchino è la migliore mai ascoltata in un cinecomic della Casa delle Idee.

Jeff Cannata: Ricordate quando Matrix vi ha fatto ricredere su cosa fosse possibile mostrare nelle scene d’azione? Doctor Strange lo fa per 4 o 5 volte.

Doctor Strange: il trailer italiano del film con Benedict Cumberbatch

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Dai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Star Wars: JJ Abrams rivela un nuovo dettaglio sul duello tra Rey e Kylo Ren

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Grazie ai contenuti speciali presenti nell’edizione Home Video di Star Wars Il Risveglio della Forza, veniamo a conoscenza di un interessantissimo e inedito dettaglio sul film diretto da JJ Abrams.

In un estratto dal commento audio al film diffuso poche ore fa online, infatti, Abrams ha rivelato che Ava DuVernay (regista dell’acclamato Selma) ha avuto un ruolo fondamentale nella preparazione della scena che vede duellare Rey (Daisy Ridley) e Kylo Ren (Adam Driver). Nello specifico, si tratta della sequenza in cui Rey si scaglia contro il maestro dei Cavalieri di Ren, che venne girata durante un reshoot quando la maggior parte delle riprese era ormai terminata.

Come spiegato dal regista, la DuVernay gli consigliò di includere nella scena il momento in cui Rey fa un respiro profondo, chiude gli occhi e senta la Forza scorrere potente in lei. Un dettaglio che ha aggiunto ancora più pathos al duello, specie dopo la scena in cui vediamo Rey impugnare la spada di Luke richiamandola a sé proprio grazie alla Forza.

Cosa ne pensate?

Star Wars Il Risveglio della Forza: leggi la recensione 

Star Wars Il Risveglio della Forza è arrivato sul grande schermo il 16 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Peter Mayhew e Kenny Baker con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam DriverOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie Max von Sydow.

Star Wars Episodio Il Risveglio della Forza si svolge circa 30 anni dopo i fatti raccontati in Episodio VI Il Ritorno dello Jedi.

star-wars-il-risveglio-della-forza-1Dopo la distruzione della seconda Morte Nera e la caduta dell’Impero, dalle ceneri di quest’ultimo è nato il sinistro Primo Ordine, con a capo il Leader Supremo Snoke e il suo braccio destro Kylo Ren. Oltre alla Resistenza, sostenuta dalla Repubblica e guidata dal generale Leia Organa, il pericolo numero uno del Primo Ordine è l’ultimo dei cavalieri Jedi, Luke Skywalker, misteriosamente sparito da tempo. A cercare Luke è anche sua sorella Leia che vede in lui l’unica possibilità di ristabilire pace e giustizia nella galassia. Per trovarlo, Leia ha inviato sul pianeta Jakku uno dei suoi più bravi e coraggiosi piloti, Poe Dameron. La missione segreta di Poe è quella di recuperare un indizio sul luogo in cui si trova Luke…

Fonte: ScreenRant

Film al cinema del 20 ottobre: Piuma, America Pastoral e Io Daniel Blake

Piuma di Roan Johnson: E’ la storia di Ferro e Cate, due ragazzi come tanti, ai giorni nostri. Una gravidanza inattesa e il mondo che inizia ad andare contromano: la famiglia (quella accogliente e “normale” del ribelle Ferro, quella sgangherata e fuori dagli schemi della più assennata Cate), la scuola (i fatidici esami di maturità), gli amici (che sì, li capiscono, ma devono partire per il viaggio organizzato dopo gli esami), il lavoro (che non c’è). Tra tentennamenti e salti nel buio, prese di responsabilità e bagni di incoscienza, i due protagonisti attraverseranno i nove mesi più emozionanti e complicati della loro vita, cercando di non perdere la loro purezza e quello sguardo poetico che li rende così speciali.

Cicogne in Missione di Nicholas Stoller, Doug Sweetland: Le cicogne portano i bambini… o almeno una volta era così. Adesso consegnano i pacchi per Cornerstore.com, il gigante del commercio online. Junior, il miglior impiegato dell’azienda, è sul punto di ricevere una promozione quando per sbaglio attiva la Macchina Fabbrica-Bambini, dando così vita a una bimba adorabile e assolutamente non autorizzata. Nel disperato tentativo di recapitare questo fagottino di problemi prima che il capo se ne accorga, Junior e la sua amica Tulip, l’unica umana a Stork Mountain, iniziano una corsa contro il tempo per portare a termine la loro prima consegna, intraprendendo un viaggio frenetico e rivelatore durante il quale più di una singola famiglia potrebbe trovare la felicità e le cicogne potrebbero tornare a svolgere la loro vera missione.

Jack Reacher 2: Punto di non ritorno di Edward Zwick: Jack Reacher (Tom Cruise) ritorna con il suo marchio di giustizia nel sequel Jack Reacher: Punto di non ritorno. Susan Turner (Cobie Smulders), maggiore dell’esercito che dirige la vecchia unità investigativa di Reacher, viene arrestata con l’accusa di spionaggio e Reacher, consapevole della sua innocenza, deve aiutarla ad uscire di prigione e scoprire la verità dietro una grande cospirazione del governo per proteggere i loro nomi e salvare le loro vite. Fuggitivo dalla legge, Reacher scopre un potenziale segreto del suo passato che potrebbe cambiare la sua vita per sempre.

American pastoral di Ewan McGregor: Tratto dal libro capolavoro di Philip Roth vincitore del Premio Pulitzer, American Pastoral è la storia di Seymour Levov detto “lo Svedese”, un uomo che dalla vita ha avuto tutto: bellezza, carriera, soldi, una moglie ex Miss New Jersey e una bambina a lungo desiderata, ma il cui mondo pian piano va in pezzi quando la figlia ormai adolescente compie un attacco terroristico che provoca una vittima. Come è possibile che una tragedia di questo tipo sia accaduta proprio allo Svedese, la persona che per tutta la sua vita ha incarnato il Sogno Americano? Dove ha sbagliato?

Io, Daniel Blake di Ken Loach: Per la prima volta nella sua vita, Daniel Blake, un falegname di New Castle di 59 anni, è costretto a chiedere un sussidio statale in seguito a una grave crisi cardiaca. Il suo medico gli ha proibito di lavorare, ma a causa di incredibili incongruenze burocratiche si trova nell’assurda condizione di dover comunque cercare lavoro – pena una severa sanzione – mentre aspetta che venga approvata la sua richiesta di indennità per malattia. Durante una delle sue visite regolari al centro per l’impiego, Daniel incontra Katie, giovane madre single di due figli piccoli che non riesce a trovare lavoro. Entrambi stretti nella morsa delle aberrazioni amministrative della Gran Bretagna di oggi, Daniel e Katie stringono un legame di amicizia speciale, cercando come possono di aiutarsi e darsi coraggio mentre tutto sembra beffardamente complicato.

Deadpool 2: ecco le attrici in lizza per il ruolo di Domino

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Deadpool 2: ecco le attrici in lizza per il ruolo di Domino

Sappiamo ormai da diverso tempo che Mackenzie Davis potrebbe essere la favorita per interpretare il ruolo di Domino nell’atteso Deadpool 2. Tuttavia Collider ha reso nota la lista di attrici che sarebbero in lizza per il ruolo, e a quanto pare la 20th Century Fox non avrebbe già deciso per la Davis.

La fonte riporta che la major ha già incontrato (o incontrerà a breve) per un provino le seguenti attrici: Mary Elizabeth Winstead (10 Cloverfield Lane, Scott Pilgrim vs. the World), Lizzy Caplan (Now You See Me 2, Masters of Sex), Sienna Miller (Burnt, American Sniper), Sofia Boutella (Star Trek Beyond, Kingsman: The Secret Service) Stephanie Sigman (Narcos, Spectre) e Sylvia Hoeks (Overspel, Blade Runner 2049).

A queste si aggiungerebbero anche Mackenzie Davis (Halt and Catch Fire), Ruby Rose (Orange Is the New Black), Eve Hewson (The Knick) e Kelly Rohrbach (Baywatch).

La lista è davvero lunga, e sicuramente nei prossimi giorni verranno svelati i nomi che arriveranno realmente a contendersi la parte.

Chi vorreste vedere nei panni di Domino?

Deadpool 2: le riprese a inizio 2017?

Deadpool ha incassato 363 070 709 dollari in Nord America e 417 408 522 dollari nel resto del mondo, per un totale mondiale di 780 479 231 dollari. Deadpool è stato accolto generalmente bene dalla critica, soprattutto grazie alla recitazione di Ryan Reynolds e alla comicità pungente e ironica della sceneggiatura.

Negli Stati Uniti d’America, Deadpool ha stabilito un nuovo record, diventando il film vietato ai minori ad incassare di più ($132.4 milioni) nel week-end d’apertura, per un esordio totale di $264.7 milioni, dietro solo a Cinquanta sfumature di grigio per quanto riguarda i film rated R.

Fonte: ScreenRant

Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato: in arrivo il prequel

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Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato: in arrivo il prequel

A circa due mesi dalla scomparsa di Gene Wilder, indimenticabile interprete – tra gli altri – di Willy Wonka e la Fabbrica di Ciccolato, arriva la notizia che la Warner Bros. è al lavoro su un prequel dedicato al personaggio nato dalla penna di Roald Dahl.

Il film non sarà un nuovo adattamento del romanzo uscito nel 1964 o del suo seguito Il grande ascensore di cristallo, né una storia di origini, ma racconterà bensì un’avventura vissuta da Willy Wonka in età giovanile. Nel nuovo film non saranno neanche presenti personaggi storici come Charlie Bucket, che probabilmente appariranno in altri film se si deciderà di dare il via ad un vero e proprio franchise. La nuova pellicola Wonka sarà prodotta da  David Heyman (la saga di Harry Potter), mentre la sceneggiatura porterà la firma di Simon Rich.

Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato: reunion del cast dopo 44 anni

La fabbrica di cioccolato è tra i più famosi libri per ragazzi scritti da Roald Dahl. Il racconto è ispirato alla giovinezza di Dahl: quando frequentava la Repton School, la famosa ditta produttrice di cioccolato Cadbury spediva ai collegiali delle scatole piene di nuovi tipi di dolci e un foglietto per votare. I dolci preferiti venivano quindi immessi nel mercato.

Da questa storia sono stati tratti due film: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato di Mel Stuart e La fabbrica di cioccolato di Tim Burton.

Fonte: CS

Festa di Roma 2016, David Mamet: “Non bisogna mai sfidare il fato ma cercare sempre la Verità”

Sette film. Sette brevi sequenze per riassumere l’incredibile carriera di David Mamet, “rockwriter” (se così possiamo definirlo con un neologismo), un uomo che ha trasformato la scrittura (per il cinema, la tv o il teatro) diventando a sua volta un personaggio in grado di calamitare l’attenzione degli spettatori grazie al magnetismo, l’ironia, la conversazione brillante e ad un atteggiamento sempre all’insegna del politicamente scorretto.  Protagonista di un recente Incontro Ravvicinato  alla Festa di Roma 2016, ha ripercorso la propria carriera da autore e regista tramite “sette pezzi facili”, commentandoli e arricchendoli con aneddoti ad essi legati.

Le prime quattro clip erano tratte da film che ha scritto e diretto: in ordine, ad aprire le danze è stato Phil Spector. Riguardo a tale film tv targato HBO e con protagonisti Al Pacino ed Helen Mirren, Mamet ha approfondito il suo rapporto – da autore – con il biopic e con la scrittura di un personaggio realmente esistito: cosa lo rende affascinante ai suoi occhi?

Condannato per assassinio e ancora in carcere, il film della HBO analizza il rapporto tra il noto produttore discografico e il suo avvocato che non crede alla sua colpevolezza: così, per il ruolo del primo la scelta era ricaduta su Pacino che, come Mamet, non ha voluto approfondire il legame con il “vero” Spector. Da sceneggiatore, il Premio Pulitzer ha preferito solo intrattenere con il discografico un carteggio dal carcere; da attore, invece, il premio Oscar ha preferito creare un personaggio vicino allo Spector di quei tempi e lontano dall’ombra di oggi. Per il ruolo dell’avvocato, invece, racconta Mamet come incontrarono alcune difficoltà con il casting: la prima scelta fu Bette Midler (costretta a rinunciare per problemi di salute) così riuscirono a convincere la Mirren (chi si è ritirata a vivere in Italia) persuadendola ad accettare.

La curiosità più grande che ha spinto David Mamet ad approcciarsi ad un personaggio realmente esistito è legata al suo potenziale: per scrivere un biopic – confessa – non bisogna seguire qualche strana poetica, bisogna limitarsi ad osservare: non ci sono delle caratteristiche specifiche da seguire, l’importante è descrivere le persone e catturare la fonte della nostra attenzione verso di loro.

david mametLa seconda clip è tratta dal film Spartan, che vede protagonisti Val Kilmer e Kristen Bell, e il noto drammaturgo ha riflettuto – ovviamente condendo il tutto con vari aneddoti divertenti – il suo rapporto con alcuni attori: dalla Bell conosciuta sul set del programma tv Funny or Die e poi provinata e scelta per il suo film, passando per Danny DeVito, suo grande amico, anch’egli pronto a prestarsi a scherzi e situazioni imbarazzanti d’ogni tipo nate sui set, fino a Gene Hackman: protagonista accanto a DeVito di The Heist, l’attore ha un carattere difficile che, però, sembra aver messo da parte per lavorare con Mamet e godersi, nel miglior modo possibile, l’esperienza sul set; e proprio quest’ultimo film, The Heist, è il protagonista della terza clip, ricca di adrenalina e tensione ma povera di dialoghi. A tal proposito, viene rivolta a Mamet una domanda provocatoria: preferisce ricoprire il ruolo di regista o di sceneggiatore/drammaturgo?

Per il diretto interessato entrambi sono interessanti: scrivere un dialogo è un’arte difficile nella quale solo pochi riescono ad eccellere. Nel cinema, al contrario che nella tv, è più importante ciò che viene mostrato piuttosto che ciò che viene detto. Bisogna quindi imparare a procedere con una scrittura per immagini piuttosto che a parole, come ha cercato di fare anche lui con The Heist, che rappresentava una vera sfida: non sapeva girare, figuriamoci un film d’azione. Ma solo guardando i film di Sam Peckinpah è risucito a trovare le risposte che cercava. Creare un’inquadratura, immortalare un fotografa, non è solo un onere del regista: il risultato finale si ottiene grazie all’esperienza e alla bravura del direttore della fotografia e degli attori, anche se la sfida più grande rimane sempre quella in sala di montaggio, che si trasforma spesso in una vera e propria corsa contro il tempo.

L’ultima clip da regista e sceneggiatore mostra Hollywood, Vermont: una commedia su Hollywood e i suoi meccanismi, che fa nascere una domanda: in questo gioco di rimandi, quanto spazio è lasciato all’improvvisazione degli attori e quanto alla scrittura?

Mamet, ridendo, risponde dicendo che « Se sei un grande chef, non puoi dire ai camerieri che servono ai tavoli di cambiare, a loro piacimento, le portate prima di servirle» ovvero: nel suo modo unico e politicamente scorretto, conferma che non si lascia mai niente al caso e che il concetto di improvvisazione è abolito; del resto, dopo cinquant’anni di cinema, teatro, tv e con attori importanti e noti, nessuno si è mai concesso la libertà di improvvisare qualcosa variando “sul tema”, anche perché scrivere è il suo mestiere, e non il loro.

Sempre a proposito di ispirazioni e modelli  nel suo mestiere, viene chiesto al drammaturgo se è vero che Harold Pinter è stato il suo punto di riferimento a teatro: secondo David Mamet, la drammaturgia non si può insegnare nelle scuole. Per studiarla, bisogna partire da un’ottima fonte d’ispirazione: nel momento in cui si scopre che qualcun altro, prima di noi, ha già fatto qualcosa di molto buono, bisogna superarla subito (o, almeno, provarci). Per tale motivo Pinter ha rappresentato, per lui, una vera e propria guida.

Nella seconda parte si approfondisce il Mamet “semplice” sceneggiatore, e il primo film della lista è Gli Intoccabili di Brian De Palma. Dopo aver confessato di aver scritto una sceneggiatura su Malcom X circa 10-15 anni prima che Spike Lee girasse il suo film, Mamet si perde nel flusso degli aneddoti e dei ricordi: racconta del suo nuovo romanzo ambientati a Chicago e con protagonisti numerosi gangsters, come pure di Sean Connery e di quando “rischiò” di finire in un film scritto dal drammaturgo e nel quale avrebbe dovuto recitare anche il nostro Nino Manfredi: solo che alla fine l’assistente dell’attore italiano chiese di poter apportare alcune correzioni al personaggio di Manfredi, Mamet si rifiutò e, alla fine, la collaborazione sfumò del tutto. Un piccolo appunto che il drammaturgo/scrittore fa a De Palma, regista de Gli Intoccabili, riguarda la famosa scena della carrozzina “rubata” (palesemente) a S. Ejzenstejn.

La penultima clip dà spazio ad una delle sue sceneggiature ritenute un capolavoro: si tratta del film Il Verdetto, diretto da Sidney Lumet (suo grande amico) e che vede protagonista Paul Newman nei panni di un avvocato e che, in un primo momento, avrebbe dovuto/voluto scrivere la sceneggiatura del film ispirandosi ad un vero fatto di cronaca accaduto in un ospedale di Boston. Prima di quel film David Mamet aveva realizzato ben 25 sceneggiature rifiutate, finché non scrisse questa per un progetto che coinvolgeva – in un primo momento – Lumet e l’attore Robert Redford mentre un’altra persona doveva scrivere la sceneggiatura completa e definitiva. Ma alla fine persero due pezzi fondamentali del puzzle e Lumet si ritrovò in “cabina di regia”: così anche Mamet, suo amico, si “imbarcò” nel progetto. Piccola curiosità: all’inizio il suo script non prevedeva la presenza di un verdetto; ma alla fine ripensò alle parole di Alfred Hitchcock (parafrasando: se si ambienta un film a Parigi, bisogna mostrare prima o poi la Torre Eiffel) e così lo inserì nello script definitivo.

L’ultimo film esemplificativo della ricca carriera di Mamet non poteva non essere Americani: oltre a raccontare che il ruolo di Alec Baldwin è stato aggiunto appositamente per lui e per il film (e quindi non era previsto nella versione originale), evoca di nuovo le premesse che hanno portato alla nascita di questo capolavoro della drammaturgia: all’epoca lavorava a Chicago in un’agenzia immobiliare, e aveva raccolto un ampio spaccato di una variegata umanità.  Quando, tempo dopo, si ritrovò ad insegnare recitazione nel Vermont, un college propose di portare in scena una sua opera, e la scelta ricadde su Americani (che nel frattempo aveva scritto): così nacque questo capolavoro.

Un’ultima riflessione prima di concludere l’incontro riguarda il rapporto tra il drammaturgo e la politica, o almeno il “politicamente corretto”: ha cercato tutta una vita di rincorrere il desiderio di liberarsi, definitivamente, di questa convenzione  sociale, anche a costo di mettersi nei guai. Racconta che da ragazzo non aveva nessun talento, e rischiava di passare il tempo rincorrendo lavori poco qualificati oppure cacciandosi nei guai e finendo in prigione: a salvarlo è stata la passione per la scrittura, prima di scoprire di riuscirci e di avere anche un discreto successo. La vita gli ha insegnato che non bisogna mai sfidare il Fato  e che la Verità è fondamentale. In fin dei conti la drammaturgia parla e crea la menzogna, il disequilibrio; solo quando viene svelata la Verità allora si ristabilisce uno status quo. Solo attraverso quest’ultima ci si può veramente liberare, riconfermando il potere del teatro e il suo ruolo sociale.

Mary Poppins Returns: Colin Firth nel cast

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Mary Poppins Returns: Colin Firth nel cast

Il cast di Mary Poppins Returns si arricchisce di un altro premio Oscar. Dopo Meryl Streep, arriva da Variety la notizia che anche Colin Firth farà parte del cast dell’annunciato sequel del classico Disney Mary Poppins con protagonista l’intramontabile Julie Andrews. Nel film Firth interpreterà William Weatherall Wilkins, presidente della Fidelity Fiduciary Bank che conosciamo già grazie al film originale. Il cast comprende già Emily Blunt, nel ruolo che fu di Julie Andrews, Lin-Manuel Miranda, creatore del musical di grandissimo successo Hamilton, e il tre volte premio Oscar Meryl Streep, che interpreterà il ruolo della cugina Topsy. Ben Whishaw (Spectre, The Zero Theorem, Paddington) interpreterà invece Michael Banks da adulto, mentre Emily Mortimer sarà Jane Banks adulta. Parliamo di un personaggio minore, che nei libri di  P.L. Travers conosciamo inizialmente col nome di Topsy Tartlet. Dopo il matrimonio si chiamerà invece Topsy Turvey. Il personaggio non era stato incluso nel film Disney del 1964.

Mary Poppins Returns: primi dettagli sulla trama, sarà un sequel diretto

Il film arriverà in sala il 25 dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in casa Mary Poppins. Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno abbandonato le loro vite. La sceneggiatura sarà scritta da David Magee; per quanto riguarda la colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato al premio Oscar Marc Shaiman si occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni originali. A dirigere il film è stato chiamato un esperto di musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.

Fonte: CS

Logan: primo trailer italiano di Wolverine 3 con Hugh Jackman

Logan: primo trailer italiano di Wolverine 3 con Hugh Jackman

È stato diffuso dalla 20th Century Fox il primo trailer italiano di Logan, terzo film con protagonista Wolverine interpretato da Hugh Jackman.  Potete vederlo di seguito.

Logan: Hugh Jackman è “Vecchio Wolverine” nella nuova foto

Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con Logan.

Il film ha un’uscita prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James Mangold (già regista di Wolverine L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh Jackman, Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal ePatrick Stewart.

Fonte: 20thCenturyFox

Jack Reacher: Punto di non ritorno, recensione del film con Tom Cruise

Tornano sul grande schermo le avventure della saga libraria di Jack Reacher, ancora una volta interpretato dall’attore più spericolato del momento: Tom Cruise. La star si era già calata nelle vesti dell’ex poliziotto militare, nel primo film Jack Reacher: la Prova Decisiva, tratto dal nono libro della saga dello scrittore britannico Lee Child. Questa volta facciamo un grosso balzo in avanti e – senza parlare di sequel – assistiamo alle vicende narrate nel diciottesimo romanzo, Jack Reacher: Punto di non ritorno.

Prodotto in parte dallo stesso Cruise, la regia del film è affidata stavolta ad Edward Zwick, che aveva già diretto l’attore ne L’ultimo Samurai. L’ex ufficiale Reacher dovrà questa volta fare ritorno al quartier generale della 110ª unità di polizia militare in Virginia, per salvare la vita (e la carriera) del maggiore Susan Turner (Cobie Smulders), e nel contempo porre rimedio alla propria vita privata, tra nuovi sentimenti e una figlia imprevista.

Il genere action interpretato da Tom Cruise pare non aver voglia di invecchiare, come d’altronde il suo interprete, che a 54 anni suonati è sempre pronto a saltare da un palazzo all’altro, correre a perdifiato per le strade della città e tramortire i suoi nemici con la sola forza della propria prestanza fisica. Detto questo però, non c’è molto altro dietro un film che può ricordare solo alla lontana i prototipi cui evidentemente si ispira, come Mission Impossible e l’epopea di 007.

Jack Reacher: Punto di non ritornoQuasi fiero del ridicolo nel quale cade spesso e volentieri, il personaggio di Jack Reacher soddisfa appieno l’egocentrismo di Cruise, che qui si cimenta in azioni assurde corredate da battute esplicative che si prendono maledettamente sul serio.

Anche se evidentemente non mira ad intenti particolarmente profondi, la pellicola di Zwick non può nemmeno dirsi un intrattenimento felice. Il susseguirsi sfrenato degli avvenimenti non riesce a coinvolgere lo spettatore che, in fondo, arguisce il finale scontato fin dal primo frame. In uscita il 21 ottobre, si consiglia la visione di Jeack Reacher: Punto di non ritorno solo al pubblico di aficionados degli action tutti “botte e sparatorie”, tipici di Steven Seagal e compagnia bella.

Meryl Streep il grande ospite della Festa del Cinema di Roma 2016

Sarà Meryl Streep il grande ospite internazionale di oggi della Festa del Cinema di Roma 2016. L’attrice americana incontrerà il pubblico dell’auditorium negli Incontri ravvicinati.

Voleva fare la soprano, Mary Louise Streep. Poi, fortunatamente, mentre era al college, si è iscritta a un corso di recitazione. Ora sul suo caminetto campeggiano tre Premi Oscar® (vinti per le interpretazioni per Kramer contro KramerLa scelta di Sophie e The Iron Lady) e si è guadagnata di diritto lo scettro di Signora del cinema, con il suo impegno per l’arte, l’ironia e l’eleganza che le sono proprie. Una cinquantina di film al suo attivo in quarant’anni di carriera priva di passi falsi, durante i quali ha interpretato ogni genere di personaggio: dalla timida e delicata Linda neIl cacciatore di Michael Cimino, alla combattiva Joanna Kramer, al fianco di Dustin Hoffman, in Kramer contro Kramer, dalla madre coraggio ossessionata dal rimorso nel toccante La scelta di Sophie, alla casalinga innamorata di Clint Eastwood ne I ponti di Madison County. Se nella prima parte della sua carriera, Streep ha interpretato soprattutto ruoli drammatici, è dagli anni Ottanta in poi che riesce a far emergere anche la parte più comica del suo talento, interpretando personaggi brillanti in commedie di successo quali La morte ti fa bella, Il diavolo veste Prada,Mamma Mia!. Nell’incontro, Streep parlerà agli spettatori delle grandi attrici italiane che l’hanno influenzata, Silvana Mangano e Anna Magnani su tutte. Con il sostegno dell’Ambasciata U.S.A. a Roma.

Festa di Roma 2016: Genius con Colin Firth

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Festa di Roma 2016: Genius con Colin Firth

Alla Festa del Cinema di Roma 2016 oggi è anche il giorno di Genius, il film con protagonista Colin Firth, Jude Law e Nicole Kidman

Genius è diretto da Michael Grandage, al suo debutto come regista cinematografo dopo aver lavorato per anni come regista teatrale.

Genius: trailer e data del film con Jude Law e Colin Firth

Il film, basato sulla biografia “Max Perkins. L’editor dei geni” di A. SCOTT BERG, è diretto dall’acclamato regista teatrale MICHAEL GRANDAGE (già direttore artistico della Donmar Warehouse), vincitore di diversi Tony Award; la sceneggiatura è firmata da JOHN LOGAN (Il Gladiatore, The Aviator, Hugo Cabret, Skyfall), nominato agli Academy Awards. 

Genius è il commovente racconto della complessa amicizia e dell’evoluzione del rapporto professionale tra il celebre editor Maxwell Perkins (che scoprì F. Scott Fitzgerald ed Ernest Hemingway) e il leggendario gigante letterario Thomas Wolfe.

Il ruolo di Max Perkins è interpretato dal Premio Oscar COLIN FIRTH (Il discorso del re), al fianco di JUDE LAW (Anna Karenina, Grand Budapest Hotel) nel ruolo di Thomas Wolfe.

A completare un cast di Genius grandi star troviamo l’attrice premio Oscar,  NICOLE KIDMAN (Paddington, Stoker) nel ruolo di Aline Bernstein, una costumista che vive una burrascosa relazione con Wolfe. LAURA LINNEY (Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto, A royal weekend) nei panni di Louise Perkins, drammaturga di talento e moglie di Max; GUY PEARCE (The Rover, Lawless) nel ruolo di F. Scott Fitzgerald e DOMINIC WEST (Testament of Youth, Pride), nei panni di Ernest Hemingway.

Genius trailer e data del film con Jude Law e Colin Firth

Sinossi – Genius: 

Il Premio Oscar Colin Firth è Maxwell Perkins, l’editore passato alla Storia per aver scoperto scrittori come Ernest Hemingway e F. S. Fitzgerald e che un giorno si imbatté in Tom Wolfe (Jude Law) un prodigioso talento, praticamente un GENIO. Come tutti i geni, Wolfe era talmente consumato dalla sua arte da arrivare ad isolarsi completamente dal mondo e a sviluppare una malattia che lo porterà alla morte a soli 38 anni. Colin Firth, Jude Law e Nicole Kidman per la prima volta insieme in una incredibile storia vera.

Festa di Roma 2016: oggi Sword Master 3D

Festa di Roma 2016: oggi Sword Master 3D

Sarà presentato nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2016Sword Master 3D, il film di Tung-Shing Yee con Lin Gengxin, Peter Ho, Jiang Yiyan.

La trama Il terzo Maestro del Palazzo delle Spade è considerato come il più potente Maestro della Terra da quando aveva dodici anni. Stanco dello spargimento di sangue nel mondo delle arti marziali, decide di andare via per sempre, diffondendo la notizia della sua morte e nascondendosi in un bordello dove si spaccia per Chi, un addetto alle pulizie. Yan, altro grande guerriero, viene spesso confuso per il terzo Maestro di spade. Il suo più grande desiderio è quello di poter combattere con lui ma quando incontra accidentalmente Chi, non lo riconosce e anzi, gli insegna tutti i suoi segreti di guerriero. Intanto Qiudi, ex fidanzata di Chi lasciata sull’altare, è in cerca di vendetta e tenta di sedurre Yan con l’obiettivo di uccidere il terzo Maestro. Nel disperato tentativo di tirare fuori Chi dal suo nascondiglio, Qiudi commette un massacro nel Palazzo delle Spade ponendo il seme per una feroce resa dei conti.

Festa di Roma 2016: Meryl Streep è Florence Foster Jenkins

Festa di Roma 2016: Meryl Streep è Florence Foster Jenkins

Sarà presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma 2016 Florence Foster Jenkins, il film con protagonisti Meryl Streep e Hugh Grant. 

Florence Foster Jenkins: nuovo trailer e nuova featurette con Meryl Streep

Diretto da Stephen FrearsFlorence Foster Jenkins racconta la storia vera della cantante d’opera Florence Foster Jenkins, diventata nota per le sue scarse abilità canore. Meryl Streep è la protagonista della pellicola, affiancata da Hugh Grant, Simon Helberg, Nina Arianda e Rebecca Ferguson.

Le riprese del film si sono svolte nel Regno Unito. Nel film vediamo la Streep nei panni di Florence Foster Jenkins con Grant nei panni del suo partner St. Clair Bayfield.

Florence Foster JenkinsIl film è la storia vera dell’ereditiera di New York ossessionata dall’idea di diventare una cantante d’opera. La sua voce che lei percepiva nella sua testa era bellissima, ma per tutti gli altri era chiaramente orribile. Suo “marito” e agente, St. Clair Bayfield, un aristocratico inglese che faceva l’attore, era determinato a proteggre la sua amata Florence dalla verità. Ma quando lei decise di dare un concerto pubblico a Carnegie Hall nel 1944, lui seppe immediatamente che era di fronte alla più grande sfida della sua vita.

Il film è diretto da Stephen Frears su una sceneggiatura di Nicholas Martin e nel cast vediamo anche Simon Helberg, Rebecca Ferguson e Nina Arianda. Il film uscirà nelle sale britanniche il prossimo 6 maggio, mentre negli Stati Uniti arriverà il 12 agosto.

Doctor Strange: nel film vedremo un nuovo pianeta

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Doctor Strange: nel film vedremo un nuovo pianeta

Mentre cresce l’attesa per il debutto al cinema di Doctor Strange, l’attrice Tilda Swinton è tornata a parlare del film mentre era ospite al  Jimmy Kimmel Live dove ha rivelato un aneddoto curioso che riguarda suo figlio e che ci fa scoprire nuovi indizi sulle ambientazioni del film. Infatti, dalle parole dell’attrice intuiamo che vedremo un nuovo pianeta nella pellicola.

Doctor Strange: la soundtrack dei titoli di coda

“Con mio figlio abbiamo avuto questo momento sorprendente un giorno sul set. Quando sono rientrata da una sessione di riprese, l’ho incontrato per il pranzo in mensa e lui mi ha chiesto ‘Che cosa hai fatto stamattina? Fai un pianeta!’.Si tratta di un pianeta che, ora lo capisco perché ho visto il film, avrà un grande effetto alla fine del film.”

Sembra dunque che dovremo aspettarci grandi cosa da questo Antico che ha già creato tante polemiche!

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Doctor Strange: il trailer italiano del film con Benedict Cumberbatch

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Doctor StrangeDai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Hell or High Water: recensione del film di David Mackenzie

Hell or High Water: recensione del film di David Mackenzie

Hell or High Water è pronto a scuotere il pubblico della Festa di Roma 2016 con il suo riuscito mix tra tradizione e innovazione, codici classici di genere rinnovati e applicati alla realtà, mostrando le contraddizioni che affliggono un Sud degli Stati Uniti talmente rurale da essere rimasto immutato nonostante lo scorrere del tempo.

È lo scozzese  David Mackenzie ad aver firmato questo gioiello emblema, ironicamente, della “buona scuola americana”, adattando il proprio gusto alle regole del gioco di un genere antico e connaturato alla natura stessa degli Stati Uniti.

Hell or High Water si concentra sulle vicende umane di Toby (Chris Pine), costretto da sempre a sopravvivere  (piuttosto che vivere), coperto dai debiti e afflitto da una “strana malattia” molto comune chiamata povertà. Ma qualcosa nella sua vita da divorziato cambia quando nel ranch di famiglia trova il petrolio. Per assicurare un avvenire agiato ai figli e ripagare debiti e ipoteche, ha in mente un folle piano criminale: rapinare una banca texana e riciclare i soldi presso il Casinò. Per portarlo a termine ha bisogno dell’aiuto di suo fratello Tanner (Ben Foster), ingestibile e fuori di testa, uscito dal carcere dopo dieci anni di prigione. Ma sulle loro tracce si metteranno subito due determinati e testardi Texas Rangers – dei quali uno ad un passo dalla pensione (Jeff Bridges) – pronti a tutto pur di coglierli sul fatto.

hell or high waterAvvalendosi delle preziose interpretazioni di alcune superstar hollywoodiane – che qui dimenticano la patinata esteriorità dello showbusiness per mettere al servizio del regista sudore, lacrime e sangue – Mackenzie realizza quasi l’impossibile: far risorgere il genere western dal suo sepolcro. E lo fa rispettando alla perfezione tutti quelli che sono i topoi  classici ma inserendoli in un contesto moderno, aggiornandoli: la classica grande rapina al treno cambia testimone e dai cavalli si passa ai cavalli rombanti di vecchi pick up, con sullo sfondo il desolato e arido paesaggio del Texas punteggiato da pompe petrolifere; i due fratelli protagonisti si macchiano di azioni palesemente fuorilegge e – almeno per Toby – a spingerli è la disperazione: perdere tutto o sopravvivere, ma a che prezzo? Anche a costo di condannare la propria anima per l’eternità.

Come dice Alfredo, il collega del Texas Ranger Marcus, quelle terre un tempo appartenevano ai suoi avi (indiani, e specialmente Comanche) e furono sottratte dagli invasori bianchi; ora spetta ai bianchi vedersele portar via dagli altri, “Loro”, quei nemici incarnati dalle banche. Il mondo messo in scena da Mackenzie in Hell or High Water è un crudele “cane – mangia – cane” dove ognuno è un nemico per l’altro (significato del nome Comanche) e la guerra per la sopravvivenza è crudele, feroce ma soprattutto senza esclusione di colpi: ogni distrazione può costare cara e pregiudicare la conquista della libertà (moderna frontiera che ha sostituito il vecchio West).

Festa di Roma 2016: Goldstone recensione del film di Ivan Sen

Festa di Roma 2016: Goldstone recensione del film di Ivan Sen

Goldstone è l’ultima fatica del regista australiano Ivan Sen presentata alla Festa di Roma 2016: un film che si appresta a cambiare il punto di vista di tutte le nostre conoscenze legate al noir e al western modellandoli ad immagine e somiglianza dell’impervio ed assolato paesaggio australiano.

Ambientato nella cittadina mineraria omonima di Goldstone, circondata dal deserto e punteggiata di container in metallo, narra le vicende dello sdrucito detective Jay Swan (“mezzo sangue” per metà aborigeno, alla ricerca di una propria dimensione spirituale dopo la perdita della figlia e la fine del proprio matrimonio) inviato per indagare su una ragazza asiatica scomparsa. Nonostante l’accoglienza sinistra e raggelante da parte dell’intera comunità, dalla sindaca agli aborigeni stessi fino al poliziotto Josh (anche lui incastrato in una sorta di limbo tra ciò che è diventato e ciò che avrebbe voluto essere), i due decideranno di unire le forze superando i dissidi personali per cercare di scavare nei torbidi segreti celati dietro l’apparente tranquillità del piccolo centro.

goldstone-1Il film di Sen è un curioso ibrido tra la tradizione western e il noir hard boiled pronto a decostruire il mito tradizionale della frontiera – tipicamente legato alla cultura americana – cercando di renderlo conforme ad elementi culturali/ paesaggistici del mondo australiano.  Ogni dettaglio, grazie alla straordinaria fotografia che li immortala, diventa cult, accessorio imprescindibile per  l’efficacia della storia raccontata: gli sguardi dei protagonisti immortalati grazie a dei primissimi piani stretti e serrati, i loro laconici silenzi, i respiri affannosi e ogni più piccolo rumore rallentano il tempo della narrazione, mentre lo spettatore è condotto per mano in un viaggio dal sapore “sciamanico” fin dentro le radici di un non luogo fuori dal tempo e dallo spazio, possibile grazie all’assurdità metafisica di posti come Furnace Creek: la terra arida e ocra, le rocce rosse, i tramonti a loro volta rossastri, le case inesistenti sostituite da container arroventati e le strade desolate. Tutto, nel film, suggerisce un clima di inquietante attesa: ogni personaggio è in cerca di qualcosa (la Verità, sé stesso, una ragazza scomparsa, soldi, il proprio passato, fortuna etc.) e non possono far altro che andare incontro al proprio destino assecondando proprio quel limbo temporale nel quale sono confinati e nel quale tutto appare come sospeso, asfissiante e rarefatto come in un’afosa giornata estiva minacciata dall’arrivo imminente di un temporale. I codici del genere western riconfermano la stretta parentela con il noir (che altro non è, banalizzando, che la sua evoluzione moderna e metropolitana), ma contemporaneamente tutto in Goldstone è soggetto ad altre regole del gioco, rendendo difficile una tradizionale classificazione di questo non convenzionale “western dell’anima” australiano.

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