L’Iron Man
cinematografico è uno degli eroi preferiti del MCU non solo perché interpretato
magistralmente da Robert Downey Jr, ma anche per
la sua apparentemente sconfinata collezione di armature. Ecco una
top 10 delle migliori.
Sappiamo ormai da diverso tempo che
Chris Pine sarà Steve Trevor in
Wonder Woman e che affiancherà
Gal Gadot nel primo film di supereroi con
protagonista un’eroina. Intervistato dal Toronto Sun, Pine ha avuto
modo di parlare del suo personaggio, rivelando quanto segue:
“Steve Trevor è uno molto
realista, rude e cinico che ha visto la natura brutale della
civiltà moderna. É un uomo di mondo, un uomo affascinante. Sarà un
film grande e divertente. Ci sono tematiche incredibilmente
profonde, interessanti e moralmente rilevanti. Patty sta facendo un
lavoro incredibile, è molto affascinata dal periodo storico ma ha
anche una magnifica sensibilità pop…
…É un periodo che non si vede
spesso al cinema. In genere i film di guerra sono ambientati nella
Seconda Guerra Mondiale. Il design dei nostri costumi è favoloso.
Ci sono scene con 500 comparse vestite con i costumi dell’epoca.
Non ho mai visto un film con un cast di comparse fatto così bene.
Quando il cast delle comparse è curato nel dettaglio, può essere in
grado di migliorare una scena. I personaggi sullo sfondo hanno le
loro vite. É fantastico e rende tutto più realistico.”
Wonder
Woman è prodotto da Charles Roven, Zack
Snyder e Deborah Snyder,
con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller,
Geoff Johns e Rebecca Roven come executive producers.
Vi ricordiamo che il film verrà
diretto da Patty
Jenkins e vedrà protagonisti Gal
Gadot e Chris
Pine.Wonder Woman arriverà
al cinema il 23 giugno 2017.
La notizia ha dell’incredibile,
eppure è vera: esiste un sequel di
Cloverfield, la pellicola sci-fi girata
con la tecnica del found footage e diretta da Matt
Reeves nel 2008. Il sequel è stato girato in gran segreto
da Dan Trachtenberg e prodotto ancora una volta
dalla Bad Robot di J.J. Abrams.
Il titolo del seguito è
10 Cloverfield Lane e il primo trailer
ufficiale verrà allegato alle copie statunitensi del nuovo film di
Michael Bay, 13
Hours.
Di seguito potete vederne una
versione bootleg:
Come riportato da Collider, il film era in lavorazione da diversi
anni sotto falso nome (prima Valencia e poi The
Cellar). Nel cast figurano John Goodman, Mary
Elizabeth Winstead e John Gallagher,
Jr. La pellicola uscirà il prossimo 11 marzo
2016.
A proposito del progetto,
J.J. Abrams ha dichiarato: “L’idea ci è venuta
in mente un bel po’ di tempo fa durante la produzione. Eravamo
decisi a dargli un legame di sangue con Cloverfield.
L’idea si è sviluppata nel tempo. Volevamo aspettare il più
possibile prima di svelare il titolo del film”.
Deadline riporta la notizia che sarà
Jake Kasdan, figlio del più noto Lawrence e
regista di pellicole quali Bad Teacher e Sex Tape
(entrambe con Cameron Diaz), ad occuparsi della regia
dell’annunciato remake di Jumanji, il
piccolo cult del 1995 con protagonista il compianto Robin
Williams. La fonte riporta che Kasdan si occuperà anche
della sceneggiatura del film in collaborazione con Scott
Rosenberg (Con Air, Alta fedeltà). Jeff
Pinkner, produttore esecutivo della Bad Robot, servirà da
consulente.
Sembra proprio che il film
sarà un nuovo adattamento del romanzo per bambini scritto da
Chris Van Allsburg del 1985.
Il film originale del 1995 guadagnò
$ 262.700.000 in tutto il mondo al box office, con $ 65.000.000 di
budget di produzione. Tra gli attori, oltre al grande Robin
Williams, abbiamo avuto il piacere di
vedere Kirsten Dunst (Spider Man,
Marie Antoinette, Intervista col
vampiro), Bonnie Hunt (Rain
Man, Jerry Maguire, Il Miglio Verde) e Bebe
Neuwirth (Fame).
Il remake
di Jumanji uscirà nelle sale
americane il 25 dicembre 2016. Ted
Field e Mike
Weberne, saranno i produttori esecutivi.
Alan Rickman
ed Emma Thompson erano amici oltre che
colleghi. I due grandi interpreti britannici hanno condiviso molti
set: non solo la saga di Harry Potter, ma anche
Ragione e sentimento di Ang
Lee, L’ospite d’inverno (diretto
proprio da Alan Rickman) e Love
Actually di Richard Curtis. Non
poteva mancare, quindi, il ricordo, il tributo, di Emma
Thompson alla notizia della morte dell’attore.
“Alan era mio amico quindi per
me diventa difficile scriverne perché gli ho appena detto
addio con un bacio. Ciò che ricordo di più in questo
momento è il suo umorismo, la sua intelligenza, la sua saggezza e
gentilezza. La sua capacità di risollevarmi il morale con una
parola. L’intransigenza che lo rendeva il grande artista che era. E
poi il suo spirito ineffabile e cinico, la chiarezza con cui
sapeva vedere molte cose, inclusa me. Ho imparato davvero molto da
lui. Era il migliore degli alleati, nella vita, nell’arte e in
politica. Mi considero una privilegiata per aver avuto la
possibilità di lavorare con lui così tante volte e di essere
diretta da lui».
A stagione dei premi nel vivo, con
le nomination agli Oscar appena annunciate, ricordiamo le
candidature ai Cas Awards 2016, assegnati dalla Cinema Audio
Society ai professionisti responsabili dei migliori missaggi
sonori. La nostra attenzione è rivolta principalmente al lavoro
svolto sui film, ma i riconoscimenti vanno anche alle serie e
ai prodotti televisivi.
Daniel Radcliffe ha
condiviso sul social Google+ il suo ricordo del grande attore
Alan Rickman, sconfitto dal cancro a 69
anni, con il quale ha condiviso per tanti anni
il set della saga di Harry Potter.
“Alan Rickman – ha
scritto Radcliffe – è
indubbiamente uno dei più grandi attori con il quale potrò mai
lavorare. È anche una delle persone più leali e disponibili a
sostenerti che abbia mai incontrato nell’industria
cinematografica. Mi ha incoraggiato molto sul set così
come dopo la fine della lavorazione di Harry
Potter. Sono piuttosto sicuro del fatto che sia venuto a
vedermi a teatro sia a Londra che a New York. Non era
obbligato a farlo”. L’interprete del maghetto più famoso del
mondo ricorda la sua leggendaria generosità con gli amici,
nonostante gli impegni quotidiani.
“Alan era estremamente
gentile, simpatico e dotato di auto-ironia. E alcune
cose diventavano ancora più divertenti grazie al suo
inconfondibile tono da contrabbasso. Come attore è stato uno dei
primi adulti sul set di Harry Potter a trattarmi
come un collega, piuttosto che come un bambino. Lavorare con lui in
quella fase della crescita è stato incredibilmente importante e
porterò con me le lezioni che mi ha insegnato per il resto della
mia vita e della mia carriera. I set cinematografici e i
palcoscenici teatrali sono oggi tutti più poveri con la
perdita di questo grande attore e uomo”.
Parlando con Collider, il
supervisore degli effetti speciali di
Star Wars il Risveglio della
ForzaChris Corbould ha
rivelato alcuni dettagli di una delle scene tagliate dal montato
finale del film. Una scena che riguarda uno dei nuovi personaggi
della saga e anche uno dei più misteriosi: Maz Kanata
(Lupita Nyong’o).
“La scena che non è presente
nel final cut vedeva i personaggi scendere sotto il
castello, nei sotterranei; mentre gli Assaltatori del Primo Ordine
scendono le scale, Maz dispiega i suoi poteri e
fa crollare il soffitto. Dal mio punto di vista è una scena
che avrebbe funzionato perfettamente: tutti gli attori principali
erano in scena e davanti a loro Maz fa letteralmente
collassare il soffitto. È una scena di cui sono molto
orgoglioso”.
Maz Kanata non è una Jedi, ma da
questa scena pare sappia perfettamente come funziona la
forza. Il mistero legato ai suoi poteri e al suo passato sarà uno
degli snodi narrativi più attesi dei prossimi
episodi.
Un altro grave lutto segna il mondo
del cinema, dopo la morte di Alan Rickman, e
questa volta riguarda direttamente il cinema italiano. È
l’amico Ninetto Davoli a divulgare la notizia
della morte di Franco Citti, l’attore lanciato sul
grande schermo da Pier Paolo Pasolini, che è
morto a Roma, all’età di 80 anni, dopo una lunga malattia.
Nato il 23 aprile del 1935 a
Fiumicino, Franco Citti vive la sua adolescenza in
mezzo alla strada, tra ladri, ubriaconi e prostitute. Forse proprio
per questo Pier Paolo Pasolini lo sceglie come
protagonista di Accattone nel 1961,
divenendo uno dei volti più iconici del cinema del grande
regista. Sarà, infatti, anche in Edipo
Re, Porcile, Il
Decameron, I racconti di
Canterbury e Il fiore della Mille e una
notte. Nel corso della sua
carriera ha lavorato con altri cineasti, in primis con il fratelloSergio, allievo di Pier Paolo
Pasolini: nell’esordio cinematografico
Ostia e in altri titoli che Sergio Citti
ha scritto insieme all’amico Vincenzo Cerami,
comeStorie
scellerate, Casotto, Il
minestrone. Tra i titoli più importanti della
filmografia di Franco Citti, vanno ricordati Todo
Modo diElio Petri,
La Luna di
Bernardo Bertolucci
e
Roma di Federico Fellini.
Impossibile non citare il ruolo di Calò ne Il padrino
I e
III.
Attivo anche in teatro, dove ha
collaborato anche con Carmelo Bene, Franco
Citti ha esordito alla regia con Cartoni
animati nel 1997 grazie alla collaborazione del
fratello Sergio. “La scomparsa di Franco Citti è
un grave lutto per il cinema italiano. Attore di straordinaria
intensità, legato a Pier Paolo Pasolini fin
dall’esordio alla regia in Accattone, ha
segnato una stagione importante della nostra cinematografia. Nel
ruolo di Vittorio, così come negli altri film diretti da Pasolini,
ha portato quella poesia di strada che rimarrà per sempre uno dei
tratti distintivi del nostro cinema”, ha commentato Dario
Franceschini, il ministro dei Beni e delle attività culturali.
L’annuncio delle nomination per gli
Oscar 2016 hanno, come ogni anno, suscitato polemiche, avviato
discussioni su chi è stato snobbato e dato il via ai primi
pronostici sui vincitori. Non mancano nemmeno curiosità e
record piuttosto stuzzicanti. Vediamole.
La 25enne Jennifer
Lawrence, nominata nella categoria miglior attrice per
Joy di David O.
Russell, è la più giovane interprete – uomo o donna – ad
aver ricevuto quattro candidature agli Oscar (le altre per Il
lato positivo, Un gelido inverno, American
Hustle).
Tom Hardy, che ha
ottenuto un posto tra i migliori attori non protagonisti per
Revenant – Redivivo, recita
sia nel film di Alejandro González Iñárritu
che in Mad Max Fury Road di
George Miller, due titoli che insieme hanno
portato a casa ben 22 nomination.
Star Wars: Il Risveglio della
forza ha ottenuto cinque nomination. La saga
di Star Wars raggiunge così un totale di 30 candidature,
affiancando la saga de Il Signore degli
anelli.
Revenant
di Iñárritu (12 nomination) è l’unico tra i
contendenti a miglior film a non essere stato presentato in un
festival cinematografico.
George
Miller ha conquistato due nomination per la
regia e la produzione di Mad Max Fury
Road, mentre in passato è stato candidato per la
sceneggiatura e per la direzione del film di animazione
Happy Feet (con cui si è portato a
casa l’Oscar).
Altri registi hanno ottenuto due
nomine in questa tornata: Iñárritu è regista
e produttore di
Revenant, Adam
McKay è regista e sceneggiatore di La grande
scommessa; Tom McCarthy è
regista e sceneggiatore di Il caso
Spotlight. Steve Golin è
nominato come produttore di Revenant –
Redivivo e Il caso
Spotlight.
Sylvester Stallone
ha conquistato a furor di popolo la nomination come miglior attore
non protagonista nei panni di Rocky Balboa in
Creed. Si tratta della seconda
candidatura che ottiene per aver interpretato lo stesso ruolo.
Prima di lui, Bing Crosby, Paul Newman, Peter O’Toole,
Al Pacino e Cate Blanchett.
John Williams è
l’artista vivente con il maggior numero di nomination conquistate:
ben 50 (45 per le colonne sonore, 5 per canzoni). Il record
appartiene a Walt Disney con 59.
Andy Nelson è
stato menzionato per il suo lavoro nel sonoro
di Star Wars: Il Risveglio della
Forza e de Il ponte delle
spie di Steven Spielberg. In carriera ha
ricevute ben 20 candidature.
La metà degli interpreti nominati è
americana, l’altra proviene da Australia, Regno Unito, Irlanda
(Fassbender si divide tra Irlanda e Germania) e
Svezia.
L’appuntamento con i vincitori è per il 28 febbraio.
Fresco di nomination all’Oscar il
regista di Mad
Max: Fury RoadGeorge
Miller smentisce la notizia diffusa nei giorni
scorsi secondo cui non avrebbe più diretto film del franchise
Mad Max. Ebbene il regista ha chiarito le
sue parole, fraintese da un giornalista:
“Ero al National Board of
Review e c’era un frastuono fastidioso e deve aver capito male
le mie risposte. Ho detto non sarà il mio prossimo film un
nuovo capitolo di Mad Max e deve aver capito che non avrei
diretto più film di Mad Max. Non sarà la mia prossima
pellicola.
Che cosa ne sarà di Max dopo
Fury Road? o cosa ne sarà di uno dei personaggi? .. non lo so ma
voglio senz’altro raccontare cosa accadrà dopo Fury Road. Ho almeno
altre due storie sul Mad Max. Penso che prima farò qualcosa di più
piccolo per poi ritornare sulla saga.”
Mad
Max: Fury Road è il quarto film basato sul franchise
co-scritto e diretto da George Miller. Il film d’azione post
apocalittico è ambientato nei più remoti angoli del nostro Pianeta,
in un rigido paesaggio desertico dove l’umanità è spezzata, la
maggior parte delle persone è impazzita combattendo per la
sopravvivenza. In questo mondo di fuoco e sangue ci sono due
ribelli in fuga, gli unici forse che potrebbero resistere e
reastaurare l’ordine.C’è Max (Tom Hardy), un uomo
d’azione e di poche parole, che cerca la pace interiore, dopo la
morte della moglie e del figlio all’indomani del caos. E c’è
Furiosa (Charlize Theron), una donna d’azione e che crede che il
suo cammino per la sopravvivenza può essere raggiunto solo che
attraversando il deserto ritorna al suo luogo d’infanzia.
Nel cast di Mad
Max: Fury Road ci sono Tom Hardy,
Charlize Theron, Nicholas Hoult, Zoe Kravitz, Riley Keough, Rosie
Huntington-Whiteley, Hugh Keays-Byrne e Nathan
Jones. La pellicola non ha ancora una data di uscita
ufficiale. A dirigere la pellicola è stato lo storico regista della
serie, George Miller, che ha anche scritto la
sceneggiatura insieme a Brendan McCarthy e
Nico Lathouris.
Due dischi d’oro Univideo per i
migliori prodotti del mercato dell’Home Entertainment e
costantemente tra i DVD più venduti in Italia quest’anno.
Queste sono le misure del successo
della serie animata Masha e Orso che,
dopo aver conquistato il cuore di grandi e piccini, si veste di
nuovo e arriva in una versione inedita tutta da scoprire!
La Scatola Delle Soprese Di Masha E
Orso, ideata e prodotta da Koch Media, contiene infatti il DVD con
i migliori episodi della prima stagione, contenuti extra
interattivi e un divertente gioco da tavolo prodotto in esclusiva
assoluta da Lisciani Giochi.
A distanza di 6 anni tornano
insieme sullo schermo Will Ferrell e Mark Wahlberg con il film Daddy’s
Home al cinema dal 14 gennaio per la
regia di Sean Anders. L’accoppiata vincente, che
ha divertito e incassato con il buddy movie I Poliziotti di
Riserva, questa volta porta sullo schermo una commedia per
famiglie con due uomini a gli antipodi per protagonisti.
In Daddy’s Home Will
Ferrell è Brad Whitaker, un’uomo il cui più grande sogno è
diventare padre: si sente portato e dedicherebbe tutta la sua vita
ai figli. Purtroppo per un triste scherzo del destino non può
averne di suoi e trova la serenità solo quando si innamora della
bella Sara (Linda Cardellini), madre di due
bambini. Insieme a loro Brad si sente realizzato come padre e
marito, ma l’amore che dona ai piccoli Megan e Dylan non viene
esattamente ricambiato e proprio nel momento in cui sta
conquistando la loro fiducia si riaffaccia nelle loro vite il padre
biologico. Dusty (Mark
Wahlberg), un’incrocio tra un marines, un cowboy e una
spia e con un grande problema con le responsabilità, darà da subito
del filo da torcere al mite dal cuore d’oro Brad, che si troverà a
dover competere per tenersi stretta la famiglia che ha sempre
voluto e ama.
Daddy’s Home, il film
Sceneggiato da Anders,
Brian Burns e John Morris, Daddy’s Home è la
classica commedia americana che fa ridere ma fa anche riflettere.
Al centro della storia la famiglia: quella nuova, fatta di
cambiamenti, patrigni e matrigne, genitori biologici che ritornano
e cambiano idea, famiglie allargate che devono imparare a
convivere, a non farsi la guerra e pensare solo al bene dei
figli.
Equivalente del nostro
cine-panettone, Daddy’s Home ha incassato
$118.307.723 in patria dal 25 dicembre ad oggi anche se con ben
poca sostanza alla base. Le gag e le battute dopo i primi 15 minuti
diventano prevedibili come anche la banalità delle azioni dei
protagonisti che alla lunga stancano: si ritrova un po’ di
originalità solo nel finale che strappa un sorriso in più.
Will Ferrell, come nella maggior parte delle
sue interpretazioni, esagera con lo stereotipo mentre
Mark Wahlberg sorprende e regge testa al comico più
navigato, grazie al fisico e un umorismo più sottinteso. Un tipo di
comicità sicuramente più apprezzata negli Stati Uniti, raccoglierà
lo stesso il consenso di una buona fetta del pubblico italiano.
Alan Rickman, attore inglese
conosciuto e amato per aver preso parte alla Saga di Harry Potter
ma anche per le sue prove in Love Actually, Robin Hood
Principe dei Ladri, Michael Collins e Sweeney
Todd è scomparso oggi all’età di 69 anni.
Secondo un comunicato ufficiale
l’attore è morto circondato da familiari e amici dopo aver perso la
battaglia contro il cancro.
Attore prolifico al cinema e a
teatro, dotato di una voce profonda e inconfondibile che l’ha reso
spesso interprete ideale di personaggi malvagi o ambigui, Rickman è
diventato noto al grande pubblico soprattutto per la sua
interpretazione dell’arcigno e misterioso Professor Severus Piton
in tutti i film tratti dai romanzi di Harry
Potter, ma molti lo ricorderanno nel ruolo
dell’inquietante Sceriffo di Nottingham del Robin Hood:
Principe dei Ladri di Kevin Reynolds
(ruolo che gli valse un Bafta per il miglior attore non
protagonista e che finì quasi per oscurare la prova del
protagonista Kevin Costner)e in quello del
romantico Colonnello Brandon in Ragione e
sentimento di Ang Lee; nel 2014 era
tornato per la seconda volta dietro alla macchina da presa col
pacato Le Regole del Caos, in cui aveva
scelto per sè il piccolo ruolo del Re di Francia Luigi XIV;
nello stesso anno era stato un marito malato e comprensivo nel
raffinato La Promessa di Patrice
Leconte.
La moda degli Easter eggs ha
raggiunto una grande popolarità e oggi per la serie “Easter
eggs” introvabili, eccone 10 nei film di Quentin Tarantino che
forse no avete visto.
A 10 anni dal suo ultimo ritorno
sul ring, torna al cinema Rocky Balboa, e con lui il sangue, il
sudore, il sacrificio che l’ambizione di essere il migliore hanno
sempre richiesto. Ambientato in una Philadelphia tra fumo e nebbia,
Creed – Nato per
combattereè la storia di Adonis, un
giovane cresciuto con una donna che non è sua madre ma che gli ha
dato amore, agi e istruzione.
Un ragazzo con tanta rabbia dentro
e una profonda, violenta voglia di riscattarsi da un nome
impegnativo: Creed. Adonis infatti, che preferisce farsi chiamare
Johnson, è il figlio del più grande pugile di tutti i tempi,
Apollo, nemico/amico di Balboa. Così il giovane, Donny per gli
amici, si rivolge a Rocky, che insieme a lui affronterà l’ultima
grande sfida della sua vita.
Così come lo era stato il primo
Rocky, anche Creed – Nato per
combattere è una storia di rivalsa e di riscatto,
un racconto in cui Davide sfida Golia. Alla regia Ryan Coogler, che torna a lavorare con
Michael B. Jordan, protagonista al fianco di
Sylvester Stallone nel ruolo che suggella il
suo legame con la boxe, con il cinema e con l’amico immaginario
migliore che possa esistere, Rocky Balboa.
Dopo Fruitvale Station, in cui dirigeva sempre
Jordan, Coogler prova a cambiare registro, ma le difficoltà si
palesano immediatamente e dopo un prologo enigmatico ed evocativo,
il film si trasforma in un classico racconto di riscatto con il
valore aggiunto di “giocare” con figure e personaggi che smuovono
la passione dello spettatore cresciuto con la Stallone Italiano.
Sly torna quindi ad essere Rocky, ma questa volta si ferma a bordo
ring, come allenatore e mentore di un ragazzo che diventa la sua
famiglia. L’interpretazione dell’attore italo americano è senza
dubbio intensa e traspare l’affetto profondo che Stallone nutre per
il personaggio che interpreta. A fargli da controparte c’è Jordan
che fa un ottimo lavoro dal punto di vista fisico e mimico, senza
però eccellere come aveva fatto in altre occasioni.
A parte due o tre momenti di
notevole impatto, come il primo incontro di Donny, ripreso il tempo
reale, o la sequenza in cui si comincia l’allenamento vero e
proprio per l’incontro della vita, Coogler offre una performance
piuttosto monotona, che fa leva giustamente sul meccanismo amarcord
ma che non lo sfrutta per guardare avanti, regalandoci una
pellicola senza ritmo, un grosso limite per un film sportivo. La
storia tende a impantanarsi soprattutto nei momenti romantici, in
cui il protagonista incontra l’affascinante Bianca (Tessa
Thompson). La storia d’amore non diventa un incentivo,
come lo era stata quella con Adriana per Rocky, ma orpello che
appesantisce la narrazione.
Creed – Nato per combattere consegna
intatto il fascino del passato della leggenda del ring, ma non
riesce a dare slancio ai nuovi protagonisti, rimanendo poco più che
un’operazione nostalgica.
I premi saranno assegnati al Dolby
Theatre durante la cerimonia del 28 febbraio che, quest’anno, sarà
condotta da Chris Rock. Il comico torna a condurre
la serata di gala organizzata dall’Academy dopo 11 anni. Aveva già
presentato l’evento nel 2005.
Sono
state annunciate poco fa, dal Samuel Goldwyn Theater, le
nomination all’ottantottesima edizione degli Academy Awards, gli
Oscar 2016. Ecco di seguito la lista di tutti i nominati:
The 100-Year-Old-Man Who Climbed Out a Window and
Disappeared
Mad Max: Fury Road
BEST PRODUCTION DESIGN
Mad Max: Fury Road
Bridge of Spies
The Martian
The Revenant
The Danish Girl
BEST COSTUME DESIGN
Carol
Cinderella
The Danish Girl
Mad Max: Fury Road
The Revenant
BEST ORIGINAL SONG
“Earned It” from Fifty Shades of Grey
“Manta Ray” from Racing Extinction
“Til It Happens to You” from The Hunting Ground
“Writing’s on the Wall” from Spectre
“Simple Song #3” from Youth
BEST SOUND EDITING
Sicario
Mad Max: Fury Road
The Martian
The Revenant
Star Wars: The Force Awakens
BEST SOUND MIXING
Bridge of Spies
Mad Max: Fury Road
The Martian
The Revenant
Star Wars: The Force Awakens
BEST ANIMATED FEATURE
Inside Out
Anomalisa
Boy and the World
Shaun the Sheep Movie
When Marnie Was There
BEST FOREIGN LANGUAGE FEATURE
Mustang – France
Son of Saul – Hungary
Theeb – Jordan
A War — Denmark
Embrace of the Serpent — Colombia
BEST DOCUMENTARY FEATURE
Amy
The Look of Silence
Cartel Land
What Happened Miss Simone?
Winter’s on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom
BEST DOCUMENTARY SHORT SUBJECT
Claude Lanzmann: Spectres of the Shoah
A Girl in the River: The Price of Forgiveness
Last Day of Freedom
Body Team 12
Chau
BEST SHORT FILM (LIVE ACTION)
Ave Maria
Day One
Everything Will Be Okay (Alles Wird Gut)
Shok
Stutterer
BEST SHORT FILM (ANIMATED)
Bear Story (Historia de un Oso)
Prologue
Sanjay’s Super Team
We Can’t Live Without Cosmos
World of Tomorrow
I premi saranno assegnati al Dolby
Theatre durante la cerimonia del 28 febbraio che, quest’anno, sarà
condotta da Chris Rock. Il comico torna a condurre
la serata di gala organizzata dall’Academy dopo 11 anni. Aveva già
presentato l’evento nel 2005.
Creed – Nato per
combattere di Ryan Coogler: Adonis
Johnson non ha mai conosciuto il suo celebre padre, il campione del
mondo dei pesi massimi Apollo Creed, morto prima della sua nascita.
Nonostante tutto, non c’è modo di negare che la boxe scorra nelle
sue vene, quindi Adonis va a Philadelphia, luogo del leggendario
incontro tra Apollo Creed e lo sfidante Rocky Balboa. Una volta
arrivato in città, Adonis rintraccia Rocky e gli chiede di essere
il suo allenatore. Nonostante l’insistenza nello spiegare al
giovane che lui ormai è fuori dal giro da parecchio tempo, Rocky
vede in Adonis la stessa forza e determinazione caratteristiche di
Apollo, il fiero rivale che diventò anche l’amico più stretto.
Daddy’s
Home di Sean Anders, John
Morris: Un tranquillo radio executive (Will Ferrell) si
sforza di essere un buon patrigno per i due figli di sua moglie
(Linda Cardellini), ma sorgono delle complicazioni quando il loro
vero padre (Mark Wahlberg) ritorna. A questo punto dovrà competere
con lui per conquistarsi l’affetto dei bambini.
Il labirinto del
silenzio di Giulio Ricciarelli:
1958. Nessuno ha voglia di ricordare i tempi del regime
nazionalsocialista. Il giovane procuratore Johann Radmann si
imbatte in alcuni documenti che aiutano a dare il via al processo
contro alcuni importanti personaggi pubblici che avevano prestato
servizio ad Auschwitz. Ma gli orrori del passato e l’ostilità che
avverte nei confronti del suo lavoro portano Johann vicino
all’esaurimento. E’ quasi impossibile per lui trovare l’uscita da
questo labirinto: tutti sembrano essere stati coinvolti o
colpevoli.
La
corrispondenza di Giuseppe
Tornatore: Una giovane studentessa universitaria impiega
il tempo libero facendo la controfigura per la televisione e il
cinema. La sua specialità sono le scene d’azione, le acrobazie
cariche di suspence, le situazioni di pericolo che nelle storie di
finzione si concludono fatalmente con la morte del suo doppio. Le
piace riaprire gli occhi dopo ogni morte. La rende invincibile, o
forse l’aiuta a esorcizzare un antico senso di colpa. Ma un giorno
il professore di astrofisica di cui è profondamente innamorata
sembra svanire nel nulla. E’ fuggito? Per quale ragione? E perché
lui continua a inviarle messaggi in ogni istante della giornata?
Con queste domande, che conducono la ragazza lungo la strada di
un’indagine molto personale, inizia la storia del film.
A sei anni dall’uscita de
Le Cronache di Narnia Il viaggio del
Veliero, si torna a parlare, in maniera ufficiale,
del franchise basato sui romanzi per ragazzi di CS
Lewis.
Nel 2011 si era parlato di portare
al cinema Il nipote del mago, ma sfumato il progetto, la saga era
caduta nel dimenticatoio per due anni, fino al 2013, anno in cui si
sente parlareper la prima volta di un eventuale adattamento de La
sedia d’argento.
Mark Gordon, produttore, ha adesso
annunciato che la lavorazione del film comincerà molto presto. Dal
momento che dall’ultimo film del franchise a oggi sono passati
diversi anni, si tratterà di un nuovo inizio con nuovi attori, con
un rinnovo che passerà anche attraverso il reparto creativo e
tecnico.
Germania, 1958. Il giovane ed
inesperto pubblico ministero Johann Radmann (Alexander
Felhing) viene incaricato dal Pubblico Ministero Generale,
Fritz Bauer (GertVoss), di
condurre una serie di indagini con una finalità del tutto
particolare: portare sotto processo tutte le SS che hanno lavorato
ad Auschwitz e che nel campo si sono rese responsabili di crimini
accertati. Il giovane ed idealista Radmann si inoltrerà così in un
labirinto fatto di silenzi, ostruzionismo, negazionismo e
diffidenza perchè la Germania del miracolo economico non ha nessuna
voglia di riaprire le ferite del recente quanto drammatico passato.
Con tenacia e volontà Radmann arriverà sino in fondo ma ciò che
scoprirà lungo il cammino metterà in discussione tutto il suo
mondo, anche nella sfera più intima.
Il labirinto del
silenzio è un film di produzione tedesca, con cast
tutto tedesco, ma diretto da un regista italiano, Giulio
Ricciarelli, pluripremiato autore di diversi
cortometraggi. Ricciarelli, che del film è anche co-produttore e
co-sceneggiatore insieme a Elisabeth Bartel, colei
da cui è partito il progetto, dirige con grande bravura un film
intenso e coinvolgente il quale intreccia una storia realmente
accaduta con alcuni elementi di fiction. Il processo ai 20
carnefici di Auschwitz, di cui poi 17 condannati per omicidio e
crimini di guerra, è storia così come è storia il lungo e
difficilissimo lavoro che l’equipe del Procuratore Generale Fritz
Bauer dovette affrontare per portare alla sbarra gli
imputati. Il protagonista invece,
Johann Radmann, interpretato dal bravissimo e convincente Alexander
Felhing, è personaggio di fantasia ma che conferisce alla
sceneggiatura quel lato umano e intimista che completa un film mai
pedante o esclusivamente cronicistico. Reidmann ed i suoi tormenti
interiori, il suo stupore sempre crescente nel realizzare quanto la
società civile tedesca fosse coinvolta nelle atrocità del nazismo,
sono esemplificative di una nuova generazione di tedeschi che si
decide a chiedere conto ai propri padri delle loro responsabilità
storiche. La Germania della fine degli anni ’50, gli anni del boom
economico e dallo sguardo rivolto al futuro, non ha per nulla
voglia di voltarsi ancora indietro ed affrontare il proprio
terribile passato, nemmeno troppo lontano. Così Reidmann dovrà
affrontare mille difficoltà frapposte fra lui e le sue indagini che
un intera società, un intero sistema, vedono con antipatia. Solo il
Procuratore Bauer, interpretato da uno straordinario Gert Voss,
icona del teatro tedesco, lo spinge a perseverare e a proseguire
nel suo lavoro; non sono i gerarchi che si vogliono perseguire, per
loro c’è stata Norimeberga, ora tocca agli insegnati, ai falegnami
o ai panettieri che meno di vent’anni prima indossavano le lugubri
e nere divise delle SS.
Il labirinto del
silenzio è interpretato da ottimi attori, basato su
una sceneggiatura solida e scorrevole e ben diretto, un film che ci
permette di saperne di più su una pagina di storia non troppo
conosciuta e che l’ottimo cinema tedesco di questi ultimi anni, ha
avuto l’apprezzabilissima intenzione di voler svelare.
L’esordio del venezuelano
Lorenzo Vigas Leone d’Oro a Venezia 72, basato su
un racconto scritto con Guillermo Arriaga, è
incentrato sull’incontro di due solitudini nella Caracas di
oggi.
Armando (Alfredo
Castro) è un uomo freddo e metodico. Non sa entrare in
contatto col mondo intorno a lui, ne resta distaccato, così come si
mantiene a distanza dalle persone. Il suo motto è: guardare, ma non
toccare, né farsi toccare dagli altri. Vale anche per i suoi fugaci
incontri con ragazzi di strada, dai quali compra l’illusione del
sesso e di relazioni che non sa instaurare. È così che conosce
Elder (Luis Silva), giovane vitale, pieno
d’energia, che passa le giornate tra furti e amici. In lui c’è
qualcosa di diverso. I due prima si scontrano, poi si riconoscono:
un trauma comune, un padre problematico, assente, il bisogno e
l’incapacità di colmare quel vuoto affettivo ed emotivo. Il
rapporto padre-figlio che provano a costruire è anche un ambiguo
impastato di attrazione, gratitudine, egoismo.
Il film è il secondo di una
trilogia sulla genitorialità iniziata con il corto Los
elefantes nunca olvidan. Ha conquistato la giuria di
Venezia 72, presieduta da Alfonso Cuarón, col suo
realismo minimalista, con la recitazione complementare dei
protagonisti: il naturalismo pasoliniano dell’esordiente Silva e
l’abile lavoro di sottrazione di Castro (lanciato a livello
internazionale dai film di Pablo Larraín e visto
negli italiani È stato il figlio e
Il mondo fino in fondo). L’esplorazione
della sfera emotiva e sentimentale dei due uomini, che
continuamente si mescola con altre spinte e bisogni – dal sesso al
denaro, dalla vendetta alla gratitudine, alla necessità di trovare
un proprio posto nel mondo, di essere accettati – è indubbiamente
interessante. I protagonisti si muovono in un territorio a loro
sconosciuto, in cui non sanno come comportarsi, commettono errori,
scambiano qualcosa per ciò che non è, senza rendersene conto.
Dal punto di vista formale, si
distinguono alcune scelte efficaci, come il lavoro sui silenzi,
l’attenzione delle inquadrature verso elementi significativi e
simbolici, la fotografia che rende bene l’isolamento di Armando
dall’ambiente circostante.
Ti guardo (Desde
Allá), però, non sviluppa a pieno tutti i temi
presenti: la condizione dei ragazzi di strada, l’omofobia, il
materialismo della società. Ciò è in parte giustificato dal taglio
psicologico del lavoro, ma la narrazione non approfondisce neppure
il vissuto dei protagonisti, che appare invece centrale, i legami
familiari passati e presenti. È la relazione stessa tra Armando e
Elder a chiamarli in causa e li si vede in brevi sequenze difficili
da decifrare. Nello spettatore sorgono domande e dubbi che non
vengono sciolti. Un’indeterminatezza che rende il quadro
complessivo frammentario.
Resta dunque soprattutto il qui ed
ora: due interpretazioni d’impatto per un regista di talento.
A volte piove anche in Paradiso e
spesso capita che, coppie considerate inseparabili e perfette,
soprattutto nel mondo dello spettacolo, scoppino definitivamente.
Anche il 2015 ha seppellito diversi amori celebri e tra Ben
Affleck e Jennifer Garner che si sono
lasciati dopo oltre 10 anni d’amore e 3 figli, e Andrew
Garfield e Emma Stone che hanno fatto
credere al mondo che potesse esistere la coppia perfetta, ecco le
10 coppie famose che sono scoppiate durante lo scorso anno.
In attesa di vedere il Lex Luthor di
Jesse Eisenberg in Batman v Superman Dawn of
Justice che, stando alle prime indiscrezioni
trapelate da foto e video, corre il rischio di essere uno dei
peggiori villain di cinefumetti mai visti, ecco una top 10 che fa
il punto sui cattivoni dei fumetti visti al cinema.
In attesa delle nomination agli
Oscar, che verranno annunciate oggi, ecco un video che ci mostra
l’utilizzo dei VFX in
Star Wars il Risveglio della Forza. Che ve ne
pare?
Star Wars Il Risveglio della Forza
è arrivato sul grande schermo il 16 dicembre 2015 con un cast che
include il ritorno di Harrison
Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony
Daniels, Peter Mayhew e Kenny
Baker
con le nuove aggiunte John
Boyega, Daisy
Ridley, Adam
Driver, Oscar
Isaac, Andy
Serkis, Domhnall
Gleeson, Lupita
Nyong’o, Gwendoline
Christiee Max
von Sydow.
La Warner Bros comincia a far
circolare in rete le prime clip ufficiali di Batman v Superman Dawn of
Justice e di seguito potete guardare il nuovo video
dal film in cui vediamo un primo (?) confronto tra l’Uomo
Pipistrello e l’Uomo d’Acciaio. La clip è disponibile in
due versioni, una breve l’altra estesa. Eccole entrambe di
seguito:
“Temendo le azioni incontrastate
di un supereroe pari ad una divinità, il formidabile e
fortissimo vigilante di Gotham City decide di affrontare il più
riverito salvatore di Metropolis , mentre il mondo si batte
per capire di quale tipo di eroe ha bisogno. E con Batman e
Superman in guerra, sorge qualcosa di nuovo che mette l’umanitá in
un pericolo mai conosciuto prima”.
Ricordiamo
che Batman v Superman : Dawn
of Justice, Zack
Snyder è stato
scritto da ChrisTerrio, da
un soggetto di David
S. Goyer.
In Batman v Superman saranno
presenti Henry Cavill nel
ruolo
di Superman/Clark Kent e Ben Affleck nei
panni di Batman/Bruce Wayne. Nel cast ci saranno
anche: AmyAdams, LaurenceFishburne, Diane
Lane, JesseEisenberg, Ray
Fisher, Jason
Momoa e GalGadot. Batman v Superman : Dawn
of Justice arriverà nelle sale di
tutto il mondo il 6 maggio 2016.
Nelle ultime ore è arrivata in rete
l’immagine di un billboard promozionale di
Deadpool piuttosto insolito. Il
cartellone mostrava un rebus che formava la parola DEADPOOL e che,
ovviamente, promuoveva il film. Eccolo di seguito:
Il rebus è facilmente risolvibile:
DEAD+POO+L. Ma qualcuno in rete non è stato abbastanza sveglio, e
così Ryan Reynolds e il team che cura la
promozione del film non si è fatto sfuggire l’occasione.
Ecco il nuovo banner-risposta a
coloro che non hanno colto il rebus:
Il primo film in stand-alone
dedicato al mercenario chiaccherone promette un’ enorme dose di
politicamente scorretto pronta ad abbattersi sul pubblico
all’uscita in sala, il 4 Febbraio. “Questo film funziona
tranquillamente all’interno dell’universo X-Men” ha dichiarato
Reynolds ad Empire, “ma non per questo include la sensibilità
dei film dedicati ai mutanti. È come prendere un personaggio degli
X-Men, imbottirlo di LSD e rispedirlo su schermo.”
A proposito di X-Men: chi ha visto
il trailer avrà notato che la presenza dei mutanti su schermo sarà
decisamente corposa. Andre Tricoteux sostituisce
Daniel Cudmore nei panni di Colossus, ed appare
nella nuova immagine rilasciata da empire pochi minuti fa a fianco
di un Deadpool che pare intento a rompere la quarta parete.
Vi ricordiamo che
in Deadpool ci sono confermati
con Ryan Reynolds anche Morena Baccarin,
T.J. Miller, Ed Skrein, Gina Carano e Daniel
Cudmore che tornerà nei panni di
Colosso. Deadpool è scritto da
Paul Wernick e Rhett Reese,
diretto da Tim Miller e sarà nei cinema USA dal 12
febbraio 2016.
Ieri, 13 gennaio, James
Gunn ha condiviso su Facebook il
frontespizio della sceneggiatura ultimata di Guardians
of the Galaxy Vol. 2, taggando nella foto tutto il
cast coinvolto nel film, atteso sequel di Guardiani della
Galassia.
Nei tag però non erano compresi
Bradley Cooper (voce di Rocket Roccoon) e
Karen Gillan (Nebula). Dopo la preoccupazione
espressa dai fan, Gunn li ha rassicurati. Semplicemente i due
attori non hanno un profilo ufficiale Facebook, per cui non è stato
possibile taggarli, ma sono comunque parte della squadra.
Coming to you presently, Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista
(Batista), Michael Rooker, Sean Gunn, Vin Diesel.
In Guardiani della
Galassia Volume 2, che arriverà al cinema nel 2017,
torneranno sicuramente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave
Bautista e in veste di doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista (Benicio Del
Toro), Yondu (Michael Rooker) e Nebula
(Karen Gillan). Tra le new entry Pom
Klementieff.
Ecco un nuovo poster di gruppo per
Gods of Egypt, il prossimo film di
Alex Proyas con protagonisti Gerard Butler e Nikolaj Coster–Waldau nei panni, rispettivamente, Set
e Horus.
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Gods of
Egypt è diretto da Proyas e si basa su una
sceneggiatura scritta da Proyas, insieme
a Matt Sazama e Burk Sharpless.
Trama:
Magico, mostri, dei efolliaregnano neipalazzie nelle piramididella valle
delNiloinquesto film action
d’avvenura ispirato allamitologiaclassicadell’Egitto.
Conla
sopravvivenzadel genere umanoin bilico, uneroeinaspettato
intraprende unemozionante viaggioper salvare il
mondoe salvareil suo vero amore. Set
(Gerard Butler),
lo spietato dio delle
tenebre, ha usurpatoil tronod’Egitto, facendo
precipitare l’impero, una volta
pacifico e ricco,in
caos econflitti. Conpochissimiribellieroici che si
contrappongono al selvaggio governo diSet, Bek(Brenton
Thwaites), un
mortaleaudace eprovocatorio, arruolal’aiuto delpotente
dioHorus(Nikolaj Coster–Waldau) in
un’improbabile alleanzacontro ilsignore del male.
Dato che laloro
battagliamozzafiatocontroSete i suoi scagnozzi ha luogo nell’aldilà, sia gli Dei che i mortalidevono superareprove di coraggioe di
sacrificiose sperano diprevalere nellospettacolarescontrofinale.
La data di uscita nelle sale
cinematografiche di Gods of Egypt è prevista per
il 12 febbraio 2016.