Per essere definito il degno erede
della commedia italiana, Paolo Virzì ha percorso
un lungo itinerario. Nato a Livorno nel 1964, già da ragazzo
manifesta la passione per la recitazione e la stesura di
sceneggiature, tanto da dirigere e scrivere rappresentazioni
teatrali nella città natale.
La sua passione è tale da voler
diventare il mestiere di tutta una vita, così frequenta il corso di
sceneggiatura nel Centro sperimentale di cinematografia, dove si
diplomerà nel 1987. Un passo importante, che gli aprirà le porte al
mondo del cinema, iniziando proprio da due suoi insegnanti molto
importanti: Gianni Amelio e Furio
Scarpelli. Con quest’ultimo, in particolare, collaborerà
alla sceneggiatura di Tempo di uccidere (1989) di Giuliano
Montaldo. Altre sue collaborazioni iniziali si riconoscono in
Turnè (1990) di Gabriele Salvatores,
Condominio (1991) di Felice Farina e
Centro storico di Roberto Giannelli.
Arriva l’ora di camminare con le
proprie gambe e muovere i primi passi verso il cinema indipendente.
Il suo vero debutto arriva nel 1994 con La bella vita. I
protagonisti sono Sabrina Ferilli e
Massimo Ghini, interpreti di una coppia di coniugi
che si avvia verso una crisi irreversibile. La pellicola, che
prende ispirazione dal film Romanzo popolare di
Mario Monicelli, porta sullo schermo la realtà
provinciale italiana degli anni ’80: il marito, un ex operaio, non
riesce a uscire dalla depressione dopo aver perso il lavoro, mentre
la moglie spinta dall’aspirazione di una vita economicamente
migliore si infatua di un uomo che lavora in una piccola
televisione.
Virzì costruisce le basi su cui
fonderà la sua filmografia: in primo piano c’è la realtà italiana
tra la miseria, l’ignoranza e l’incertezza politica, ben lontana da
un vero e proprio sviluppo. Il talento del regista viene premiato
con il Ciak d’Oro, il Nastro d’Argento e il David di Donatello
nella categoria “Miglior Regista Esordiente”.
Nell’anno successivo Ferie
d’agosto, basato sul conflitto ideologico – politico tra due
famiglie sull’isola di Ventotene, gli vale il David di Donatello
come miglior film dell’anno. Ancora una volta il teatro della
vicenda è l’Italia fuorviata dagli schieramenti politici e dalla
superficialità.
Il regista riesce ad azzeccare un
film dopo l’altro, tanto che nel 1997 arriva Ovosodo,
storia di un ragazzo cresciuto nell’omonimo quartiere di Livorno,
tra amori, illusioni e dolori. Al film va il Gran Premio della
Giuria alla mostra di Venezia nel 1997.
Nel 1999 Virzì torna con Baci e
abbracci, pellicola fondata sull’equivoco dello scambio di
persona basata su L’Ispettore generale, opera satirica del
drammaturgo Gogol. Il clima grottesco dominato dalla corruzione e
dall’opportunismo, aderisce alla nostra Italia. L’attore esordiente
Corrado Fortuna è il protagonista di My name
is Tanino (2002), storia di un giovane siciliano che vuole
diventare sceneggiatore. Una pellicola che presenta il “sogno
americano” in chiave moderna, proprio perché il ragazzo fuggirà
negli Stati Uniti. Durante la realizzazione, il film ha
attraversato delle difficoltà dovute al budget ristretto a causa di
problemi economici della casa di produzione di Vittorio Cecchi
Gori.
Nel 2003 è la volta di Caterina
va in città. Caterina va ad abitare a Roma dopo che il padre,
insegnante di ragioneria, ha chiesto il trasferimento dal paesino
dove lavorava. Nella capitale la bambina, nonostante frequenti la
terza media, viene già a contatto con le ideologie politiche che
dividono la sua classe.
Ritorna la protagonista preferita
dal regista: l’Italia, con una situazione politica in grado di
influenzare persino le vite di giovani adolescenti e con egoismo e
falsità dilaganti.
Nel 2006 il regista si cimenta in
un film storico per l’adattamento del romanzo N di
Ernesto Ferrero. Recluta come attori Elio
Germano, Daniel Auteil e Monica
Bellucci in N (Io e Napoleone), per narrare le
vicende che interessarono Napoleone durante il suo esilio
sull’isola d’Elba.
Evidentemente Virzì non vuole
rinunciare all’attualità che domina i suoi film e con Tutta la
vita davanti (2008) si concentra sullo spietato mondo del
lavoro. Isabella Ragonese è la protagonista di
nome Marta, laureata con lode che, mentre aspetta di ottenere un
posto come ricercatrice, trova lavoro in un call center. La sua
storia si intreccia con quella di Sonia (Micaela
Ramazzotti), ragazza madre, e Daniela, interpretata da
Sabrina Ferilli nell’insolito ruolo dell’arpia. La pellicola ha
avuto successo ottenendo il Ciack d’Oro come miglior film e regia,
il Nastro d’Argento e il Globo d’Argento come miglior film. Per
quanto riguarda le attrici, a Isabella Ragonese è andato il Premio
Braghi come rivelazione dell’anno; Sabrina Ferilli ha ottenuto il
Ciack D’Oro, il Nastro d’Argento e il Globo d’Oro, mentre il Premio
Kinéo come miglior attrice non protagonista è andato a Micaela
Ramazzotti.
La carriera di Virzì è ormai
all’apice e nello stesso anno riceve il Premio Sergio Leone al
“Festival di Annecy, Cinema Italien”. Micaela
Ramazzotti e Valerio Mastandrea
seguiranno il regista in La prima cosa bella (2010). Bruno
(Valerio Mastandrea) e Valeria (Claudia Pandolfi)
sono due fratelli che si trovano al capezzale della madre Anna, in
fin di vita a causa del cancro. Di qui i flashback mostreranno le
vicende della famiglia Michelucci agli inizi degli anni Settanta,
quando Anna dopo aver vinto un concorso come “mamma più bella”,
getterà nel caos l’intero nucleo familiare in una spirale di
ricordi tristi e gioiosi.
Il film ha ottenuto tre David di
Donatello per l’attrice protagonista (Micaela Ramazzotti), l’attore
protagonista (Valerio Mastandrea) e per la sceneggiatura. Per il
Nastro d’Argento ha vinto il premio come miglior film, miglior
sceneggiatura e attrici protagoniste (oltre alla Ramazzotti anche
Stefania Sandrelli che interpreta Anna da anziana)
e i costumi.
A distanza di due anni Paolo Virzì
torna con una nuova commedia intitolata Tutti i santi
giorni. È la storia di Guido (Luca Marinelli)
e Antonia (Federica Victoria Caiozzo) due ragazzi
dal carattere completamente diverso, che vivono la loro storia
d’amore esilarante e tormentata insieme. A complicare le cose ci si
mette il desiderio di avere un figlio. Il film ci aspetta nelle
sale l’11 ottobre 2012.