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Una notte dal leoni 3: ancora foto dal set

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Stanno proseguendo in Arizona le riprese di Una Notte da Leoni 3 e oggi vi mostriamo delle foto di Nogales, trasformatasi per l’occasione in una città messicana. Ricordiamo infatti che il terzo capitolo della serieè ambientato a Tijuana. Le foto, postate da JustJared, mostrano il trio delle meraviglie (Wolf Pack), Bradley Cooper, Zach Galifianakis ed Ed Helms, sul set. Nel cast del film anche Gillian Vigman (Stephanie), Jamie Chung (Lauren) e Sasha Barrese (Tracy), che interpretano le loro mogli.

Alla regia il bravissimo Todd Phillps.

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50 sfumature di grigio ha uno sceneggiatore

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Il film in preproduzione, tratto dal romanzo 50 sfumature di grigio, ha uno sceneggiatore, o meglio una sceneggiatrice. Si tratta di Kelly Marcel, già autrice dello scrip Saving Mr.Banks, presente nella black list del 2011.

La sceneggiatrice, secondo il produttore del film Michael De Luca, ha tutte le caratteristiche per realizzare un ottimo script: riesce a costruire solide strutture narrative, dando ai personaggi una forte gamma di emozioni e una buona profondità.

Nel film, stando a quanto rivela Worstpreviews, sono già coinvolti Coln Farrell e Tom Hanks. 50 sfumature di grigio racconta della relazione sentimentale e sessuale del miliardario Christian Grey con la studentessa Anastasia Steele. Il romanzo è già corredato di due sequel intitolati 50 sfumature di nero e 50 sfumature di rosso, che raccontano l’evolversi di questa relazione sentimentale.

Fonte: Worstpriviews

Speciale dietro le quinte di 007 SkyFall di Sam Mandes!

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Speciale dietro le quinte di 007 SkyFall di Sam Mandes!

Arriva uno speciale dietro le quinte di 007 Skyfall, nuovo atteso film su James Bond diretto da Sam Mandes. Il filmato ripercorre l’incredibile lavorazione del film e include interviste al cast ed alcune scene inedite.

Intanto, approfittiamo dell’occasione per presentarvi la nuova Bond Girl: Bérénice Marlohe

 

Monsters University: aperto il sito ufficiale

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Monsters University: aperto il sito ufficiale

Dopo le bellissime prime immagini e il divertentissimo trailer, ecco che la Disney/Pixar rendo possibile l’accesso al primo sito ufficiale di Monsters University, prequel attesissimo del celebre Monsters & Co.

Il sito, realizzato come un vero e proprio sito universitario permette all’utente di registrarsi, scegliere un corso di studi e tra le materie disponibili: Scuola di Spavento, Scienze Umanistiche e Mostruose, e altri corsi simili. Inoltre c’è anche uno shop on-line per poter comprare gadget del film. Inoltre le gallery del sito mostrano tutte le parti dei vari campus e le attività extracurriculari che si possono praticare alla Monsters University!

Qui il link al sito, mentre a seguire qualche screen-shot del portale in cui scopriamo (forse) qualche nuovo personaggio del film:

Diretto da Dan Scanlon, Monsters University annovera nei suoi doppiatori originali Billy Crystal, John Goodman, Steve Buscemi e Jennifer Tilly.

Fonte: Collider

Lincoln: prime reazioni del pubblico di New York

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Lincoln: prime reazioni del pubblico di New York

E’ stato proiettato da poco al New York Film Festival l’ultima creatura di Steven Spielberg e subito Twitter è stato invaso di commenti sul film e sui due attori protagonisti.

Uscite al cinema del 11 ottobre 2012

Uscite al cinema del 11 ottobre 2012

Iron Sky – Saranno nazi vostri: In un mondo alternativo i Nazisti hanno creato nel 1945 una base segreta sulla luna e nel 2018 pianificano di tornare ed invadere la Terra.

Nottetempo: iniziate le riprese del film di Francesco Prisco

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Nottetempo: iniziate le riprese del film di Francesco Prisco

Sono iniziate le riprese del film Nottetempo dell’esordiente Francesco Prisco, con Giorgio Pasotti, Nina Torresi, Gianfelice Imparato, Esther Elisha e Antonio Milo.

Il Teaser Trailer di Die Hard – un buongiorno per morire

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Il Teaser Trailer di Die Hard – un buongiorno per morire

Il primo Teaser Trailer di Die Hard – Un buongiorno per morire, quinto episodio della saga con protagonista Bruce Willis e Jai Courtney e diretto da Jon Moore.

 

 

Il Trailer di Il Peggior Natale della Mia Vita con Fabio De Luigi!

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Arriva il trailer ufficiale di Il Peggior Natale della Mia Vita, nuova pellicola che si appresta a invadere i nostri schermi nel periodo natalizio, diretta da Alessandro Genovesi e con Fabio De Luigi,

Box Office USA dell’8 Ottobre 2012

Il ritorno di Liam Neeson nei panni del privato cittadino che si ritrova ad avere a che fare con dei rapitori turchi, balza al promo posto nella classifica dei film più visti nelle sale del Nord America. Il film, Taken 2 incassa 50 milioni di dollari. Segue in seconda posizione il film di animazione Hotel Transylvania, con un incasso di ulteriori 26 milioni di dollari che porta il suo totale a 76 milioni. Il terzo posto è occupato dalla commedia musicale Pitch perfect che, a leggere la trama sembra un Glee versione cinematografica e con meno loser protagonisti. Il film incassa quasi 15 milioni di dollari questa settimana, portando il suo totale a quasi 22. Looper, in cui Joseph Gordon Levitt si trova nuovamente dopo Inception e Dark knight rises catapultato in un futuro sicuramente adrenalinico ma in cui è presente un retaggio del passato: la mafia che rapisce la co-star Bruce Willis. Il film è in quarta posizione con un incasso totale di 40 milioni di dollari. A metà classifica appare Frankenweenie, il primo cortometraggio di Tim Burton diventato film, che incassa 11,5 milioni di dollari. In sesta posizione scende dopo neanche una settimana The trouble with the curve film sul baseball con protagonista Clint Eastwood, che incassa solo 4 milioni di dollari questa settimana per arrivare ad un totale di quasi 30 milioni. In settima posizione troviamo il thriller The house at the end of the street, questa volta la presenza di Jennifer Lawrence non ha permesso alla pellicola, in classifica da tre settimane, di mantenere alti gli incassi come accaduto con il blockbuster Hunger games. Il film incassa quasi 4 milioni di dollari per un totale di 27.5. In ottava posizione resta stabile The master di Paul Thomas Anderson, con un modesto incasso di quasi 2 milioni di dollari che porta il totale a 12. Scende anche Finding Nemo in versione rimasterizzata, che troviamo al nono posto con un incasso settimanale di quasi due milioni di dollari che porta il suo totale a 39. Chiude la classifica The perks of being a wallflower, film con Emma Watson su amori adolescenziali, che incassa 1.5 per un totale di 3.

La prossima settimana usciranno: Smiley un horror sullo stile di So cosa hai fatto , l’attesa commedia con cast stellare 7 Psychopaths e il thriller Middle of nowhere.

007 Skyfall – Il video musicale di Adele

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007 Skyfall – Il video musicale di Adele

Arriva il video musicale della canzone di Adele che sarà la colonna sonora del nuovo film dell’agende Bond, intitolato 007 Skyfall diretto da Sam Mendes con Daniel Craig, Judi Dench, Ralph Fiennes, Javier Bardem, Naomie Harris, Rhys Ifans, Bérénice Marlohe, Albert Finney.

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Alice nella Città presenta il suo programma

Da sempre fiore all’occhiello del Festival di Roma, la sezione dedicata ai giovani e giovanissimi, Alice nella Città, cambia pelle e diventa autonoma, maggiorenne,

Box Office ITA dell’8 ottobre 2012

Box Office ITA dell’8 ottobre 2012

Nel primo weekend di quattro giorni, L’Era Glaciale 4 rimane in testa, seguito dagli esordi di Ted e Step Up Revolution 3D. Incassi in crescita con la nuova strategia distributiva.

Michael Fassbender sul set per Terrence Malick

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Un incrocio per certi versi prevedibile: da una parte Terrence Malick che, dopo avere per decenni fatto attendere tempi biblici ai propri fan tra un film e l’altro, ha improvvisamente preso un ritmo da centometrista, sfornando film in quantità (per lui)  industriale; dall’altra, Michael Fassbender, uno dei nomi ‘caldi’ di Hollywood, anche lui impiegato in progetti a ritmo serrato.

I due lavoreranno insieme in occasione del prossimo progetto di Malick, che seguirà Knights of Cup e ancora senza titolo, dopo che per diverso tempo era stato battezzato Lawless (titolo poi gentilmente ‘liberato’ da Malick e usato da John Hillcoat). Sul set a fianco di Fassbender ci sarà anche Ryan Gosling, altro astro nascente del firmamento hollywoodiano; del cast faranno parte anche Rooney Mara, Holly Hunter e Natalie Portman.

La tabella di marcia di Malick prevede l’uscita di To the wonder (presentato a Venezia) tra fine 2012 e inizio 2013; sarà poi la volta di Knights of Cup (che a quanto si sa sarà una satira sul mondo delle celebrità). Michael Fassbender sarà prossimamente sugli schermi in The Counsellor di Ridley Scott, prima di reindossare l’elmo di Magneto in X-Men: Days Of Future Past e, probabilmente, di tornare ad essere diretto da Steve McQueen in Twelve Years A Slave.

Fonte: Empire

Sienna Miller in Foxcather

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Sienna Miller si aggiunge al cast di Foxcatcher, nuova opera di Bennett Miller (Moneyball), dedicata al campione olimpico di lotta libera Dave Shultz, che sarà interpretato da Mark Ruffalo. Sienna Miller (nessuna parentela col regista) interpreterà il ruolo – chiave della moglie del protagonista.

Foxcatcher seguirà la vicenda della tragica morte di Shultz, ucciso dal suo amico John DuPont (erede della dinastia dei magnati della chimica), colpito da un attacco di schizofrenia paranoide. DuPont, che nel film verrà interpretato da Steve Carell, era stato infatti un entusiasta fan della lotta libera olimpica, fino a creare e finanziare una sua squadra privata, la Foxcatcher, dal quale deriva il titolo del film. Del cast farà parte anche Channing Tatum, nel ruolo del fratello di Shultz, Mark, lottatore a sua volta. L’inizio delle riprese è previsto per fine ottobre.

Fonte: Empire

Nate Paker in Non-Stop

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Nate Parker riprende il volo: dopo aver interpretato un aviatore della Seconda Guerra Mondiale in Red Tails, l’attore (quest’anno sugli schermi anche in Arbitrage e in  Red Hook Summer di Spike Lee) salirà a bordo di Non-Stop, thriller aereo che tra l’altro vedrà il protagonista Liam Neeson tornare ad essere diretto da Jaume Collet-Serra, riformando la coppia di Unknown (Senza Identità). Neeson sarà un agente dell’aeronautica federale che si troverà a dover fronteggiare un dirottatore. Parker interpreterà un altro viaggiatore a bordo, che darà una mano al protagonista. La sceneggiatura è stata scritta da John Richardson e Chris Roach, le riprese dovrebbero cominciare entro qualche settimana a New York. Parker potrebbe tornare a breve sul set per Spike Lee, nel remake di Oldboy.

Fonte: Empire

Rob Cohen parla di Fast and Furious e xXx

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Mentre è alle prese con Alex Cross, che potrebbe segnare l’avvio di una nuova serie di film d’azione, Rob Cohen potrebbe essere coinvolto anche in altre due ‘saghe’ di successo, quelle di Fast and Furious e di xXx, entrambe peraltro con protagonista Vin Diesel. Cohen ha recentemente affermato che sarebbe entusiasta di mettere le nuovamente le mani su Fast and Furious, che considera una sua creatura, pur criticando il lavoro fatto coi sequel, con l’unico scopo di fare soldi: il regista ha affermato che  è un miracolo se la serie non sia ancora stata affossata. Per quanto riguarda l’eventuale terzo capitolo di xXx, invece, tutto tace, anche a causa dello scarso interesse di Vim Diesel, che, attualmente impegnato proprio su Fast and Furious, sembrerebbe piuttosto interessato a riprendere il personaggio di Riddick. Nel frattempo, Cohen va avanti sulla sua strada: dopo Alex Cross sarà la volta di un film ambietato durate la guerra di Corea che spera di girare nel 2013.

Fonte: Cinema Blend

Patricia Clarkson in Last Weekend

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Patricia Clarkson e Zachary Booth sono le più recenti ‘new entries’ in Last Weekend, commedia nera firmata da Tom Dolby e Tom Williams, che per entrambi segnerà il debutto alla regia. Il resto del cast include Joseph Cross, Devon Gray, Jayma Mays, Chris Mulkey, Alexia Rasmussen, Rutina Wesley. Il film seguirà il fine settimana di una coppia e dei suoi figli che ospiteranno un gruppo di amici nella loro casa sul Lago Tahoe; da qui prenderà il via una serie di eventi che finiranno per sconvolgere la breve vacanza, attentamente pianificata dalla padrona di casa.

La casa in cui sarà ambientata la vicenda è la stessa che nel 1951 venne utilizzata per le riprese di A Place In The Sun (Un posto al sole), con Elizabeth Taylor. Patricia Clarkson è recentemente apparsa in Friends with Benfit con Justin Timberlake e Mila Kunis, oltre che nella sitcom della NBC Parks and Recreation e sarà prossimamente in The East di Zal Batmanglij a fianco di Alexander Sarsgard, Ellen Page, Brit Marling and Julia Ormond.

Fonte: Cinema Blend

Fumetti al cinema: è la volta di Area 52?

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Fumetti al cinema: è la volta di Area 52?

Summit Entertainment ha affidato a Johnny Rosenthal il compito di stendere l’adattamento di Area 52, miniserie uscita nel

Produzione cinematografica e Tecnologia

Produzione cinematografica e Tecnologia

Le tecnologie digitali oggi stanno influenzando tutti gli aspetti della produzione, a comicinare dal  modo con cui i team creativi sono in grado di comunicare finendo alle produzioni virtuale

Trainspotting: il film cult di Danny Boyle

Trainspotting: il film cult di Danny Boyle

Trainspotting è il film culto di Danny Boyle del 1996 con protagonisti nel cast Ewan McGregor, Ewen Bremner, Jonny Lee Miller, Kevin McKidd, Susan Vidler

  • Anno: 1996
  • Regia: Danny Boyle
  • Cast: Ewan McGregor, Ewen Bremner, Jonny Lee Miller, Kevin McKidd, Susan Vidler

Trama di Trainspotting

Edinburgo, cinque amici Mark Renton, Sick Boy, Spud, Tommy e Francis vivono di espedienti, ognuno con i propri eccessi: i primi tre sono tossicodipendenti; Tommy è un palestrato salutista fissato per la cura del corpo e non vuole saperne di droghe, così come Francis, un violento ladro abituale.

Analisi del film Trainspotting

 Trainspotting è un film del 1996 diretto da Danny Boyle, tratto dall’opera omonima di Irvine Welsh del 1993. Un lungometraggio diventato un cult degli anni ’90, molto amato dai giovani dell’epoca. Il film affronta in modo ora drammatico, ora ironico, ora grottesco, il dramma della dipendenza dall’eroina, in una Scozia degradata e socialmente disagiata. La pellicola riesce in modo perfetto a descrivere il rapporto dei giovani con la droga; cosa li avvicina ad essa, cosa può farli allontanare, cosa li fa ritornare nel tunnel. Solo la morte di un innocente li fa ragionare e provare a vivere diversamente.

Scene forti si alternano a sequenze drammatiche; il risultato finale è un film che fa riflettere, ma non bacchetta, né mitizza l’eroina. E’ proprio il caso di dirlo: una giusta dose. Più che i giovani o l’eroina, ad essere criticata è la società, che a partire dagli anni ’90 è diventata sempre più smarrita, svuotata di ideali e punti di riferimento. Nel libro a cui si ispira invece, c’è una maggiore crudezza; come ad esempio accadde per Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (1981), snellito nella trasposizione cinematografica ma rimasto immutato quanto a durezza delle immagini.

Trainspotting, il film culto degli anni 90′

Tra le sequenze più suggestive di Trainspotting certamente va annoverata quella in cui Mark, preso da crisi di astinenza, vede la piccola Dawn, morta tragicamente, camminare sul soffitto e poi girare la testa al contrario verso di lui. Una scena ripresa più volte in modo ironico, come vedremo, specie nei cartoon.

La scena più divertente è invece quella in cui le feci di Mark, racchiuse in un lenzuolo, finiscono sui genitori della fidanzata.

Per il regista inglese Danny Boyle si tratta del secondo film e in fondo anche il più noto, nonostante ne abbia girati successivamente altri dieci. Quanto al cast, nei ruoli principali troviamo Ewan McGregor – Mark Renton, Ewen Bremner – Spud, Jonny Lee Miller – Sick Boy, Kevin McKidd – Tommy, Susan Vidler – Allison.

TrainspottingParticolarmente apprezzata è anche la colonna sonora di Trainspotting, racchiusa in 2 volumi, quest’ultimo di difficile reperimento. In esso si trovano anche le canzoni che il regista avrebbe voluto inserire nel film o che comunque, per usare parole sue, “hanno ispirato il film”. In particolare il regista si duole di non aver inserito questi due brani: The Passenger di Iggy Pop e Atmosphere dei Joy Division, la band da cui, dopo la morte del loro leader Ian Curtis, sono nati i New Order.

Trainspotting è stato più volte oggetto di citazioni o riferimenti. In una scena del film Dobermann, del 1997, compare proprio la locandina di Trainspotting. Nel 3º episodio della quindicesima stagione de I Simpson Bart e Lisa hanno un’overdose di “zucchero”, e vedono Maggie camminare sul soffitto e girare la testa, proprio come la neonata Dawn. Lo stesso succede nel 5º episodio della seconda stagione de I Griffin, alla fine della puntata Stewie è nel suo lettino in preda a crisi d’astinenza, e vede se stesso gattonare sul soffitto e girare la testa. Nel 2009 il rapper italiano Fabri Fibra si è ispirato alle scene finali di Trainspotting per girare il videoclip della canzone Incomprensioni. Nella serie TV Chuck, il 2º episodio della prima stagione inizia con la stessa scena di corsa e la stessa canzone di Trainspotting.

Infine, una curiosità. Nonostante il film sia ambientato ufficialmente a Edimburgo, quasi tutte le scene sono state girate a Glasgow; tranne la scena di apertura, girata proprio a Edimburgo, e quella finale, girata a Londra.

2001: Odissea nello Spazio, il significato del monolite nel film

2001: Odissea nello Spazio, il significato del monolite nel film

Più volte succede che l’approccio filosofico all’esistenza quotidiana ci riveli l’arbitrarietà dei pregiudizi mentali, tramite cui crediamo di vivere autenticamente. Spesso, i grandi artisti vogliono indirizzare lo spettatore verso una consapevolezza così impegnativa. Se consideriamo, ad esempio, il film di Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello spazio, si giustificherà che l’intero montaggio delle scene sia volto a suscitare la nostra interrogazione sopra tutto ciò che appare ovvio. A testimoniarlo concorrono soprattutto le situazioni limite, quelle per cui noi restiamo vittime di qualche evento, angoscioso o doloroso.

Pure il fenomeno artistico può diventare un utile viatico verso la migliore e più esaustiva conoscenza di sé. Nel film 2001: Odissea nello spazio, ogni desiderio umano d’apprendere la Verità si concentrerà simbolicamente nella figura del misterioso monolite. Esso all’inizio è contemplato dalla scimmia, e successivamente dagli astronauti. Il monolite sembra un oggetto assolutamente estetico, in quanto ci chiederebbe di stravolgere i vincoli con le categorie del nostro vissuto, date dai pregiudizi quotidiani. Questi saranno finalmente ripensati, di fronte alla meraviglia dell’inesprimibile. Ci abbandoniamo allo stupore dell’ignoto, il quale si pone, tramite l’opera d’arte, come simbolo d’una dimensione divina, sempre più pura. Se ammettiamo questo, dobbiamo anche concludere che l’uomo, finché sarà vivente e quindi caduco, difficilmente raggiungerà una sapienza perfetta del Mistero che lo circonda. Naturalmente, il fenomeno artistico si percepirà allo stesso modo. Un lettore che razionalmente pretendesse di violare tale condizione, si troverebbe a dover comunque dire qualcosa, ma, nello stesso tempo, le sue risposte resterebbero ancora riduttive, e magari facilmente opinabili.

2001:Odissea nello SpazioIn fondo, nel film di Kubrick il monolite uccide tutti coloro che tentano di svelarne i segreti. Giustamente, potremmo interpretare quegli assalti come azioni babeliche. Il filosofo tedesco Martin Heidegger intravide nel fenomeno estetico l’abilità da parte della Dimensione Assoluta di celarsi e insieme svelarsi nella sapienza completa del Mistero. Kubrick trasportò la medesima dialettica in campo cinematografico. Una vera e propria odissea della conoscenza attende l’astronauta che s’appresti a ricercare la Verità. Una tesi che rientrerebbe nella filosofia di Platone. Lui ci ricorda che nel fenomeno artistico l’ideale astratto della sapienza è trasmissibile solo attraverso la materia, lavorata dal pittore o dallo scultore. Quest’ultima, però, già riduceva le speranze che il contemplatore colga il suo significato più autentico, ben al di là del mero prodotto fabbricato. Infatti, la materia veniva riconosciuta in quanto tale attraverso lo sguardo di chi volesse studiarne l’artisticità. Ma, facendo questo, il lettore/contemplatore avrebbe forzatamente applicato i propri pregiudizi intellettuali di riferimento.

In 2001: Odissea nello spazio, la scimmia che impara ad usare gli arnesi per vivere, sfrutta un processo conoscitivo del tutto intuitivo ed ipotetico. Essa si aiuta con la contemplazione del raggio solare, che emerge dietro al monolite, perciò a causa del Divino. Nel contempo, però, lì la scimmia non deduce in via perfetta alcuna sapienza. Qui torna la dialettica propugnata da Heidegger, dentro il vero fenomeno estetico. Comunemente, si obietta che la cultura contemporanea curi poco l’espressione artistica, preferendo che si sviluppino abilissime maestranze nel campo della tecnologia. Si crede poi che il linguaggio estetico, libero dalle convenzioni arbitrarie (per cui abbastanza metaforico da rivelare l’Assoluto), abbia ormai ceduto il passo a quello standardizzato o banale, della multimedialità. Heidegger temeva questo, benché gli antichi greci non opponessero nettamente la tecnica all’artisticità. In effetti, loro riconoscevano che qualunque fenomeno estetico fosse pur sempre costruito, dunque materiale, distanziandosi immediatamente dal divino. Faremmo meglio a rivalutare il prodotto tecnico, come un ulteriore viatico per raggiungere la Verità.

Il misterioso monolite scoperto dagli astronauti sulla nuova luna è perfettamente geometrico. Quello ci sembrerebbe proprio un prodotto standardizzato. In primo luogo, poi, il monolite possederà una chiara materialità. Tuttavia, questa risulta piuttosto particolare, perché eterea e capace di dare le allucinazioni a chi voglia conoscerla, come gli astronauti. E’ anche così che uno di loro, Bowman, compirà il suo reale cammino d’introspezione autocritica. Qualcosa che a buon diritto percepiremo con più motivazioni etiche. A fondamento del monolite, non può esistere la mera materialità geometrizzante del prodotto (come nella serialità industriale). Il film di Kubrick ci insegna l’infinitezza del nostro cammino conoscitivo, verso la Sapienza Assoluta. Esso necessariamente diventerà sempre più pratico, lungi dal mero intellettualismo.

2001:Odissea nello SpazioIl film si conclude con l’immagine molto vissuta delle tre età, che si succedono l’una sull’altra. L’adulto (l’astronauta Bowman) che ha potuto entrare nelle quattro pareti del monolite divino  diventa nello stesso tempo bambino e vecchio. L’intellettualismo della contemplazione si risolve nel punto massimo della pratica vitale (se questa riguarda l’intera esistenza, dalla nascita alla morte). L’impulso etico delle persone si libera forse più dall’anima che dalla mente razionale, spesso astratta. Un’idea che noi troveremmo all’inizio del film, quando la scimmia scopre il sapere molto pragmatico dell’arnese. Quella procede da una serie di pensieri ipotetici. Spesso, il cuore sa porsi in maniera autocritica molto prima della ragione. Nel film 2001: Odissea nello spazio, il celebre computer Hal 9000 acquista svariate capacità emotive, senza che i suoi programmatori le avessero previste. Lui saprà ridiscutere ogni pregiudizio personale. E’ il momento in cui la razionalità programmatica, all’origine stoltamente sopravvalutata come infallibile, sceglie di vivere secondo una sua morale (sfortunatamente per gli astronauti, contro di loro).

Hal 9000 subisce la disconnessione da parte del solo astronauta sopravvissuto ai suoi inspiegabili omicidi. La memoria informatica si vede configurata tramite una fila di sottili barre rosse. Forse per Kubrick il monolite è una fessura perché il suo assalitore deve letteralmente ritagliarsi uno spazio visivo. Ciò varrebbe sotto le coperture del mondo solo materiale.

Il deserto rosso: l’immaginazione a zig-zag

Nel 1964, il regista Michelangelo Antonioni gira il suo nono lungometraggio, dal titolo Il deserto rosso. Ci ricordiamo la storia, incentrata sul personaggio di Giuliana. Moglie del dirigente industriale Ugo, il quale pare incapace di capirla, lei, complice un incedente d’auto, comincia a vivere una fase depressiva, che neppure l’amicizia (prima) ed il tradimento (dopo) con l’Ing. Corrado salveranno dal suo acuirsi.

Il film s’intitola Il deserto rosso, con due sole parole. Un sostantivo, che rinvia alla fredda o meglio scheletrica architettura del Polo petrolchimico a Ravenna, e poi un aggettivo, che rinvia all’unica tonalità (presente dappertutto: negli abiti, nelle pareti, nelle condutture, nei parapetti ecc…) almeno teoricamente in grado di rivitalizzare lo spleen esistenzialistico dei personaggi. Antonioni ama le carrellate che portano la macchina da presa a risalire, o di contro a ridiscendere, i vari edifici. Il film Il deserto rosso inizia mostrandoci il fumo industriale, da una coppia di soffioni. Contraddicendone la risalita, tramite il vento, la macchina da presa si sposta in discesa, inquadrando gli operai, i quali dovrebbero andare a lavoro (siccome in quelle ore la Cgil ha indetto uno sciopero). E’ la prima testimonianza estetica dell’incomunicabilità visiva, la quale supporterà i dialoghi mai conclusi fra i vari personaggi, in tutto il film.

La metafora del fumo industriale è interessante: nel film i personaggi dialogano in maniera confusionaria; il fumo degli scarichi industriali risale in aria formando delle volute, molto lente e pesanti da percepire; i dialoghi dei personaggi hanno spesso un’ambizione intellettuale, alla fine, però, ne escono solo dei giri di parole. Gli esempi sono numerosi, anche il personaggio in apparenza più stabile (assumendosi le responsabilità che gli competano, quantomeno in ambito lavorativo),  ovvero l’Ing. Corrado, giunge a dire: “Io nasco a Trieste, ma la mia famiglia s’è trasferita a Bologna; da solo ho vissuto prima a Milano, poi a Bologna, mentre adesso non saprei dove andare”. La protagonista Giuliana (con la grande recitazione di Monica Vitti, musa di Antonioni sia dentro sia fuori il set, per dieci anni) pensa nella confusione di se stessa in specie quando racconta i propri sogni. Abbiamo l’impressione che lei non concluda un vero discorso perché si sente letteralmente in un altro mondo.

Ricordiamo una scena in cui la protagonista ha la testa quasi nascosta, dentro la tappezzeria del divano: di nuovo, è la metafora del fumo industriale che, pericolosamente, non risale per disperdersi in aria, ma rimane a contorcersi, nel piano orizzontale del vissuto materiale. La regia poi rinforza la nostra comprensione inconcludente di Giuliana, con la sinestesia. La sirena di una nave mercantile va virtualmente a perforare la testa della donna, impedendole persino di vivere. Le onde sonore sostituiscono il fumo industriale. L’intero film è montato per inquadrature i cui elementi tagliano continuamente se stessi. Nella scena iniziale, ad esempio, gli operai passano da destra a sinistra (in orizzontale), mentre Giuliana ed il figlio Valerio s’avvicinano a noi, dalla profondità (dunque in verticale). L’incomunicabilità visiva del film presuppone che i loro incroci saranno solo fittizi. Il gruppo degli operai non si fermerà innanzi a Giuliana e Valerio, o viceversa e le persone rinunceranno al contatto reale (conoscendosi).

Più in generale, è caratteristico che Antonioni in molti film inquadri i protagonisti a sfuggire gli uni sugli altri. Giuliana pronuncia la sua frase sconclusionata, e quando l’Ing. Corrado le si avvicina, lei ha già camminato oltre. Soprattutto, nel film Deserto rosso, l’incomunicabilità dello sfuggire ci pare insistita, per la complicità dell’architettura industriale. Le tubature inevitabilmente seguono un percorso a zig-zag, nel contrasto fra le pareti ed i piani. Qualcosa di simile accade nel continuo stop and go di Giuliana, che si riverserà sull’Ing. Corrado. Antonioni insiste molto a mostrare che le persone si appoggiano alle pareti, inquadrandole in diagonale, perché quelle potrebbero cadere da un momento all’altro. Quando Giuliana ha un momento d’intimità, sia col marito sia con l’Ing. Corrado, innanzi ai loro corpi può comparire il più freddo e striminzito parapetto del letto. Torna la metafora estetica del taglio, per avvertirci che la passione della protagonista è solo momentanea.

Per il filosofo Sartre, se qualcuno immagina, accade che la sua coscienza diventi essenzialmente libera. Così l’io soggettivo si renderebbe del tutto autonomo, rispetto all’alterità. Invece, se la coscienza stesse a percepire, le mancherebbe la sua libertà. Un’opera d’arte si pone in via certamente materiale, così, noi ci aspetteremmo che essa vada unicamente percepita. Invero, l’arte per Sartre sarà fruita con la sola facoltà dell’immaginazione. Sappiamo che lui segue un indirizzo filosofico di tipo essenzialmente esistenzialistico. Ciò significa che tutta la realtà si fa come tale solo in quanto essa appare nella coscienza d’un certo (singolo) uomo. L’io soggettivo che definisce una qualunque persona va costituendo ogni ente del mondo. La realtà si fa come tale perché un certo individuo ne ha la sua coscienza.

Questa conclusione definisce il tema filosofico della cosiddetta intenzionalità, che ciascuna mente umana porta sempre con sé. Sartre spiega che noi abbiamo inevitabilmente coscienza di qualcosa. Ciò vale sia per gli enti di tipo astratto, sia per quelli più semplicemente materiali. La necessità che noi ammettiamo il medium del di spiega il classico tema fenomenologico dell’intenzionalità. Però, nell’opera d’arte resta accettato che nessuno ha coscienza di quella in via solo percettiva. Un fenomeno estetico ha pure una dimensione concretamente materiale. Questa va intrinsecamente a richiamare un atto intenzionale, il quale risulta di stampo sempre immaginario.

Il deserto rossoNel film Il deserto rosso, sarebbe facile limitarsi a percepire il suono della nave mercantile. Durante la scampagnata dei dirigenti industriali, nella casetta del pescatore, solo Giuliana ha voglia d’immaginarlo, in maniera creativa. La sirena della nave letteralmente si trasferisce dentro la testa della donna. Giuliana è quasi un’esistenzialista, se in lei la realtà circostante deriva dall’apparenza della sua immaginazione. Nel contempo, la regia insiste a visualizzare il posizionamento della scenografia, più che i singoli oggetti. L’Ing. Corrado cerca d’avvicinarsi a Giuliana, ma lei ha già camminato oltre. Così, noi vediamo solo il posizionamento del primo sulla seconda. Le tubature industriali si percepiscono per i loro incroci spezzati (a zig-zag). Di nuovo, conta il loro posizionarsi. E’ il problema dell’intenzionalità, se parliamo di filosofia. La scelta fotografica di colorare alcuni elementi col rosso spinge l’osservatore ad isolarli, nel loro ipotetico calore. Presumibilmente, quelli avrebbero dovuto simboleggiare la rinascita (la rivitalizzazione) dal grigio mondo industriale. In realtà, i personaggi del film alla fine continueranno ad evitarsi. Giuliana non rinasce nemmeno sognando la sabbia rosa dell’isola Budelli, a La Maddalena.

Per Sartre, la coscienza di chi concettualizza può conoscere (grazie alla sua riflessione intellettuale) quella che, inizialmente, aveva soltanto percepito qualcosa. Invece, l’immaginazione si definisce come tale quando una persona prova a capire unicamente la mera intenzionalità. La coscienza di chi fantastica si delinea sempre riguardando l’inevitabilità della mente che si posizioni. Con l’immaginazione, succede che il fenomeno estetico venga inteso unicamente perché lo si deve intendere. Tramite l’opera d’arte, la coscienza contemplativa si riferisce solo al suo inevitabile farsi di se stessa. Non ci sono altri rimandi.

Con la fantasticheria, la coscienza si fa del tutto autonoma, attiva e spontanea. Di contro, percependo, accade che noi restiamo passivamente condizionati dal mondo in cui ci troviamo, tramite una precisa situazione esistenziale. Per Sartre, l’immaginazione si darà avendo la coscienza d’un fenomeno esteriore, che sfugga sia alla sensazione sia al pensiero. Innanzi all’opera d’arte, l’intenzionalità è letteralmente di tipo impercettibile. Ma essa non può unicamente (essenzialmente) riflettere. Ciò avviene dal momento che l’immaginazione si pone in via sempre esteriore, laddove il pensiero si trova necessariamente interiorizzato. L’intenzionalità, di stampo appena impercettibile, per Sartre va a nientificare la più immediata sensibilità del corpo. Con l’opera d’arte, il contemplatore sa finalmente che la coscienza è unicamente di se stessa. Allora immaginare significa intendere con la mente un oggetto che risulti solo posizionato dall’Io. Qui la coscienza non si fa più condizionare dal piano della realtà materiale (che invece va sempre percepita). L’immaginazione diventa per Sartre una vera e propria forma di negazione universale, ossia tanto del mondo concreto quanto di ciascuna riflessione intellettuale.

Nel film Deserto rosso, la protagonista Giuliana all’improvviso chiede all’Ing. Corrado se lui vota a destra oppure a sinistra. Lui rilancia: quella prima domanda ne aprirebbe una seconda, anche più importante: “Credi o non credi in Dio?”. L’Ing. Corrado ritiene che in ogni caso loro siano innanzi ad “un problema troppo grande da risolvere”. E’ il momento in cui la riflessione intellettuale si fa inutile, in mezzo ad una natura (la materia del mondo) che si percepisce come squamosa e viscida, complici gli scarichi industriali. Nel film Deserto rosso, la battuta del “Credi o non credi in Dio?” si risolve forse laicamente nel “Mi pare un problema che noi possiamo solo porre”. Alla nientificazione degli affetti fra le persone, s’accompagna la nientificazione dell’ambiente.

Il Mago di Oz in 3D, un ‘regalo’ della Warner

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Nel 2013 la Warner Bros compie 90 anni e per l’occasione ha preparato una sorpresa per tutti i fan del cinema e in particolare del ‘Mago di Oz’.

Elio Germano: “Veronesi racconta un italiano troppo onesto”

La storia di un cittadino italiano “con il vizio dell’onestà”. Così Elio Germano commenta L’ultima ruota del carro, il prossimo film di Giovanni Veronesi

Virzì, ‘Master of Comedy’ premiato a Capri

E’ uno dei signori della commedia italiana contemporanea. Lo dimostra anche il premio con cui Capri ha voluto omaggiare la sua carriera

Taken 2 stravince al botteghino, male per Frankeweenie

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Nonostante le critiche negative che avevano interessato anche la prima parte della saga, Taken 2 con Liam Neeson,  ha incassato ben 50 milioni di dollari in 72 ore.

E’ morto Pinoteau, regista de Il tempo delle mele

Il regista francese Claude Pinoteau, che lanciò Sophie Marceau con ‘Il tempo delle mele’, è morto ieri a Neuilly-sur-Seine, all’eta’ di 87 anni.

Gareth Edwards: “Il mio Godzilla? Sarà molto realistico”

Gareth Edwards: “Il mio Godzilla? Sarà molto realistico”

Non sarà un Godzilla simile a tutti quelli che siamo stati abituati a vedere. Parola del regista Gareth Edwards che si appresta a dirigere le avventure del mostro più spaventoso di tutti i tempi.

Nell’intervista al Coventry Telegraph, infatti, Edwards ha parlato del taglio che vorrebbe dare al film: “Godzilla e le sue avventure hanno attirato la mia attenzione e la mia curiosità da sempre”, ha detto. “La mia idea principale sarà appunto immaginare: cosa succederebbe se tutto questo accadesse davvero? Voglio avere un approccio molto concreto e realistico nei confronti del film”.

Ma quali saranno gli effetti speciali, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto che avrà il mostro? “Non ho mai lavorato così duramente, così a lungo” risponde Edwards, e aggiunge:  “Non mi era mai capitato di essere stato così emotivamente coinvolto in qualcosa che è durato solo pochi secondi, da quando ho perso la mia verginità! Ma la reazione è stata incredibile e non vedo l’ora per tutti i fan, di vedere il nostro prodotto finale”.

Godzilla è stato creato dal giapponese Tomoyuki Tanakaed è il ‘risultato’ dei disastri nucleari. Il primo remake americano su di lui fu diretto da Roland Emmerich nel 1998.

Godzilla, il film

Vi ricordiamo che Godzilla, diretto da Gareth Edwards, comprende nel cast attori del calibro di Aaron Taylor-JohnsonBryan CranstonElizabeth Olsen David Strathairn, Juliette Binoche e la new entry Ken Watanabe. La pellicola arriverà in Italia il 15 Maggio 2014. Akira Takarada, protagonista della pellicola originale, dovrebbe, inoltre, avere anche una piccola parte in questa rivisitazione, tornando sul set di Godzilla a sessanta anni di distanza dalla sua interpretazione.

Scritto da Max Borenstein, che ha rielaborato uno script di David S. Goyer e David Callaham, Godzilla sarà il film di punta della Warner Bros dell’anno 2014, visto che la data di uscita preventivata è stata infatti individuata nel 16 maggio 2014. Un film da cui la produzione si aspetta molto che, però, dovrà scontrarsi al botteghino con altre pellicole in uscita nello stesso periodo, quali The Amazing Spiderman 2, il reboot delle tartarughe ninja e il sequel dell’Alba del pianeta delle scimmie.

Ms Marvel in The Avengers? Forse sì

Il primo a dichiararlo è stato il Daily Mail. Pare proprio che Ms Marvel sarà nel sequel di The Avengers e che ad essere in lizza per interpretarla siano Emily Blunt e Ruth Wilson.

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