Arriva al cinema
Abducation, il film thriller diretto da
John Singleton e con protagonisti
Taylor Lautner e
Lily Collins. In Abduction
Nathan (Taylor
Lautner) è in apparenza un normale adolescente di
famiglia benestante, che occupa il suo tempo tra le ricerche
scolastiche, le feste e le ragazze. Proprio a causa di un compito a
casa, incapperà in una sua foto da bambino, inserita in un database
di persone scomparse.
Questo avvenimento lo porterà a
voler indagare la verità sulla sua vita, atto che lo porterà ad
attraversare Stati, saltare giù da treni e scivolare sulle vetrate
di un ascensore di uno stadio di baseball mentre fugge dallo
spietato Kozlow, l’assassino di sua madre e dei genitori adottivi.
Applicare il sistema Bourne ad un ragazzo che va ancora al liceo.
Questa deve essere l’idea che è venuta in mente allo sceneggiatore
Shawn Christensen, che ha trovato supporto nella produzione, che
gli ha effettivamente affiancato buona parte del team che ha
realizzato la trilogia dell’agente della CIA con memoria resettata,
interpretato da
Matt Damon.
Nathan, però, al contrario di
Bourne, ha fin troppe identità, visto che scopre di avere due
famiglie, oltre che di avere un destino segnato. Come Bourne, però,
ci sono i viaggi, i soldi, l’azione, la prestanza fisica del
protagonista, Taylor Lautner, che, alla sua prima prova da
protagonista, tenta da un lato di scrollarsi di dosso il
personaggio di Jacob della trilogia saga di
Twilight, ma allo stesso tempo non delude le sue
fan, che posso ammirarne prestanza e agilità già nei primi 15
minuti di film.
Abduction, il
film
Il film è infatti più che altro
costruito sul personaggio interpretato da Taylor, per attirare un
pubblico diversificato, sebbene comunque di target adolescenziale,
in sala, piuttosto che su di una storia originale, visto che di
Bourne Identity si ricalcano perfettamente i ritmi e lo
sviluppo.
Le famiglie protagoniste non sono
esattamente comuni, tutte addestrate alle arti marziali e con
programmi di vacanze in barca di settimane, Nathan non è un ragazzo
comune già nella sua vita prima di scoprire di essere ricercato da
un criminale internazionale.
A dare un punto di vista diverso e
un tocco che non stia semplicemente ad contemplare le gesta del
protagonista ci pensa la regia di John Singleton, autore assurto
alla fama grazie a Boyz ‘n the hood che gli valse
la candidatura all’Oscar come miglior regista a soli 24 anni, e che
poi si è specializzato nei film d’azione da 2 Fast 2
Furious al remake del classico anni ’70 della
Blaxploitation Shaft.
Infatti le scene d’azione,
soprattutto la lunga sequenza del treno, sono ben montate e
architettate per costruire tensione e azione.
A prendere in cura i due giovani
protagonisti, due grandi attori come
Sigourney Weaver e Alfred Molina che funzionano
proprio da mentori e danno un maggiore corpo alla storia. Un film
di per sé riuscito, che centra l’obiettivo di creare un “Bourne per
le nuove generazioni”, anche se con alcuni aspetti decisamente da
migliorare, primo fra tutti, capire come dare un seguito alla
storia.